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martedì 19 agosto 2014

SHARKNADO 2 – TREMATE, TREMATE, LE SQUALATE SON TORNATE




Sharknado 2: The Second One
(USA 2014)
Regia: Anthony C. Ferrante
Sceneggiatura: Thunder Levin
Cast: Ian Ziering, Tara Reid, Mark McGrath, Vivica A. Fox, Kari Wuhrer, Courtney Baxter, Dante Palminteri, Judd Hirsch, Kelly Osbourne, Andy Dick, Billy Ray Cyrus, Sandra “Pepa” Denton, Perez Hilton, Kelly Ripa
Genere: trash
Se ti piace guarda anche: Sharknado, Piranha 3D, Piranha 3DD, Shark Night 3D

Il tempo quest’estate è proprio pazzo. I mesi più caldi dell’anno si sono trasformati nei più freddi. Ci sono state piogge, temporali, acquazzoni, tormente e adesso persino un tornado di squali. L’anno scorso era già capitato, lo sappiamo tutti, ma a Los Angeles aveva ancora un senso. Insomma, più o meno.
A New York City invece è un evento davvero fuori dal comune, eppure è proprio quanto è successo. A raccontarci questa storia ispirata a eventi realmente accaduti, sì sì, è Sharkando 2: The Second One, che conferma i due protagonisti del primo capitolo Steve Sanders… pardon Ian Ziering e Tara Reid e in più ci presenta una serie di nuovi personaggi: la sorella e una ex di Steve Sand… ehm di Ian Ziering, cresciuto proprio in quel di NYC.

La prima scena è apocalittica e ci fa ripiombare esattamente dentro quel tornado di comicità (più o meno) volontaria che era stato il primo capitolo, il mitico Sharknado. L’aereo che emerge tra le nuvole come la pinna di uno squalo in mezzo al mare ci fa pregustare l’odore di un nuovo scult trash totale. Tra Final Destination, Snakes on a Plane e L’aereo più pazzo del mondo, l’aeroplano è il luogo ideale per film in bilico tra tematica apocalittica e umorismo kitsch. Non ci può essere allora inizio migliore per il sequel del trashone dell’estate scorsa.
Le cose proseguono bene, grazie alla theme song “(The Ballad of) Sharknado”, una canzoncina pop-punk in stile Ramones già suonata sui titoli di coda del primo film, qui riproposta come vera e propria sigla introduttiva. A comporla e a cantarla c’è lo stesso geniale (forse) regista Anthony C. Ferrante.



"Che paura! Non riesco a sembrare un attore manco al tuo fianco, Steve."
Tutto bene, tutto figo, tutto ancora più trash ed esagerato rispetto al volume 1 e poi?
Poi succede che il film, anziché decollare veramente, si schianta a terra.
Sharknado 2 gioca troppe volte la carta del tributo alla pellicola precedente, senza riuscire a trasformarsi in un nuovo scult assoluto. Un’occasione mancata poiché, se i sequel sono solitamente inutili e io sono il primo a dirlo, una roba giocata sull’ironia e sul cattivo gusto come il primo Sharknado si prestava bene a un’operazione del genere. Operazione invece riuscita soltanto in parte, giusto per qualche minuto.
Dopo la clamorosa citata scena iniziale, la parte newyorkese è parecchio deboluccia. I nuovi personaggi fanno pena, sono idioti ma non abbastanza idioti da essere considerati divertenti, non sparano battutacce degne di un action anni ’80 come si deve e il coinvolgimento nei loro confronti è del tutto assente.
Non che da una film del genere ci si potesse aspettare interpretazioni della Madonna, però gli attori scelti sono poi davvero penosi. C’è Mark McGrath, il cantante degli Sugar Ray, band popolare a cavallo tra fine 90s e primi anni zero che aveva realizzato alcune ottime canzoncine estive come “Every Morning”, “Someday”, “Fly” e “When It’s Over”. Magari non un gruppo fenomenale, ma di certo McGrath se la cavava meglio a cantare piuttosto che a recitare.



Chiudendo un occhio sullo Sugar Ray, che il suo vero mestiere è un altro, per quanto riguarda Tara Reid, che in teoria fa l’attrice di professione, tocca nuovi vertici di cagnaggine recitativa che non pensavo fossero raggiungibili manco dopo aver visto il primo Sharknado. E se Steve Sand… volevo dire Ian Ziering fa un po’ troppo il supereroe di turno, però bene o male resta mitico, che diavolo è capitato a Vivica A. Fox?
Io la ricordavo così, appena una decina d’anni fa, in Kill Bill.


Adesso è diventata questa cosa qua…


Non è finita qui, perché il film ci regala una serie di cameo, guest-star e apparizioni di personaggi più o meno celebri come se fossimo sul red carpet di un qualche evento di serie B. Passi la comparsata di Kelly Osbourne in versione hostess, visto che è una bella goduria vederla massacrata da uno squalo, e passi pure il sempre grande Andy Dick, uno dei comici più geniali e folli degli anni ’90, che non poteva mancare in una celebrazione del trash 90s come questa serie di Sharknado. Poi però si esagera tra varie celebrità della tv americana, Billy Ray Cyrus AKA il papà di Miley Cyrus, una delle Salt-N-Pepa e persino il blogger gossipparo Perez Hilton. A questo punto pretendo di comparire pure io nel terzo già annunciato capitolo di questa saga.

"Tara,chissà facendo cosa ti sei rotta la mano..."
Più ancora che una parata di squali, Sharknado 2 sembra allora una parata di pseudo VIP di basso livello.
Dopo la folgorante scena iniziale, l’autocitazionismo spinto e il seguire passo a passo le mosse del primo episodio diventano esagerati. Il finale, con il suo tripudio totale di motoseghe e squali, finisce di far ridere e comincia ad annoiare un pochino. Un peccato mortale per una pellicola d’intrattenimento sguaiato e idiota come questa. Per carità, era idiota pure da parte mia aspettarmi qualcosa di più, eppure al termine della visione, che grazie alla sua breve durata scivola comunque via tranquillamente, un filino di delusione l’ho provata. La prossima estate dal già annunciato Sharknado 3 pretendo allora meno celebrity che non si fila nessuno e più squali. Steve Sande… ehm, Ian Ziering, se sei un vero eroe me lo garantisci, please?
(voto 6-/10)

venerdì 2 agosto 2013

MAIALA CYRUS




Una spia al liceo - So Undercover
(USA 2012)
Titolo originale: So Undercover
Regia: Tom Vaughan
Cast: Miley Cyrus, Jeremy Piven, Mike O’Malley, Joshua Bowman, Lauren McKnight, Eloise Mumford, Megan Park, Kelly Osbourne, Matthew Settle, Morgan Calhoun, Alexis Knapp, Autumn Reeser
Genere: bimbominkia sotto copertura
Se ti piace guarda anche: Miss Detective, Agente Cody Banks, Hannah Montana

Per la serie: “Chissenefrega!” Miley Cyrus ha fatto un nuovo film. Un nuovo film talmente bello che negli Stati Uniti si sono rifiutati di distribuirlo nei cinema e l’hanno mandato direct-to-video. Non in DVD e Blu-Ray. Proprio in VHS così che nessuno possa fare la vaccata di vederlo. E io invece me lo sono visto. Re dei masochisti che non sono altro. Come se già non lo sapessi, si tratta di una pellicola di qualità davvero infima, girata come uno di quei filmini da Italia 1 tipo Agente Cody Banks o Miss Detective o ste cacchiate qua e per di più interpretata in maniera agghiacciante da Miss Cyrus.
Che pure Miley Cyrus ai tempi di Hannah Montana sembrava possedere la personalità giusta per fare cose buone, una volta cresciuta, e invece… sta finendo come Lindsay Lohan.
Lindsay Lohan è una che dai primi filmini Disney fino a Mean Girls recitava in maniera ottima poi… Poi che è successo? La droga! La droga l’ha rovinata.
Miley Cyrus nella sua breve e già in fase calante carriera cinematografica ha fatto in tempo a recitare in appena un bel film, Big Fish di Tim Burton in cui aveva una parte minuscola…


E poi? E poi pure per lei sarà tutta colpa della droga?
Ai miei tempi la droga aiutava la creatività. Queste giovani star di oggi invece sembrano non reggerla. La droga una volta faceva bene, adesso fa male. Che dire ad esempio di Justin Bieber che a 19 anni non riesce più a stare in piedi sul palco senza collassare?
Cosa mi avete combinato, maledetti bimbiminkia? M’avete rovinato la droga, m’avete!

"Mi sono proprio divertita a girare 'sto film!"
Miley Cyrus in questo So Undercover interpreta la parte di una giovane investigatrice privata che viene impiegata dall’FBI per un’indagine sotto copertura.
E subito giù risate.
Ve le concedo. È come in politica, è una questione di credibilità. Che credibilità ha Miley Cyrus in una parte del genere? Siamo abituati a vederla con in mano dei cilum o dei bigoli, non con una pistola.
Fatto sta che Miley qui interpreta in maniera (in)credibilissima la parte della tipa tosta che si infiltra in una confraternita femminile, di quelle che esistono solo nei campus americani, per proteggere la vita di una tizia. La trama è quella tipica del poliziesco sotto copertura che ha generato il grande Point Break, così come il primo mitico Fast and Furious (serie trasformatasi poi in una ridicola parata di muscoli) e di recente anche lo spassoso 21 Jump Street, a sua volta tratto da una serie tv anni ’80. Qui i risultati sono un pochino, ma giusto un pochino eh, inferiori.

Il film, oddio il filmetto, è incentrato sui tentativi della “dura” Miley di spacciarsi per una tipica ochetta consorella superficiale della confraternita. Tentativi che le riescono con una facilità disarmante, peccato che invece per considerarla credibile come detective in erba bisognerebbe essersi fumati parecchia erba prima e durante la visione. Miley, te n'è avanzata un po'?
Se prevedibilmente la parte poliziesca/spionistica non funziona, ma proprio per niente, laddove So Undercover fa davvero andare giù le mutande è nella parte che si suppone dovrebbe essere comica. Le battute di questo film sono tragiche e Miley Cyrus che fa troppo la dura e pura è simpatica quanto un funerale.

Mentre il suo paparazzato fidanzamento con Liam Hemsworth sta andando in malora per colpa, anzi per merito della mad woman January Jones, Miley Cyrus al cinema continua a sfornare un floppone dietro l’altro. Ho detto al cinema? Le piacerebbe, visto che i suoi film non vengono più manco distribuiti nella sale. Forse allora è meglio che si concentri sulla sua carriera musicale che a sorpresa sta riprendendo quota, grazie al piacevole singolo estivo “We Can’t Stop”, nel cui video cerca di reinventare la sua immagine in versione molto maiala Cyrus.



Se anche avevate una mezza idea di vedere So Undercover,
questa immagine dovrebbe farvi cambiare idea definitivamente.
Il divertimento maggiore offerto da So Undercover è quello di riconoscere gli attori del resto del cast, molto telefilmico: ci sono Jeremy Piven di Entourage, Joshua Bowman di Revenge, Mike O’Malley di Glee, Autumn Reeser di Last Resort e The O.C., Eloise Mumford di The River, Megan Park di La vita segreta di una teenager americana e il solito pessimo Matthew Settle di quella (ormai fu) trashata di Gossip Girl. La ciliegina sulla torta amara è però regalata dalla presenza di… Kelly Osbourne.
Ma peeerché c’è qualcuno che osa farla recitare?
Forse per la stessa ragione per cui esiste gente come me che questi film li guarda.
Chiudo allora con un tesoro di consiglio. So che non ne avete bisogno, ma nel caso fosse tentati di vedervi questo So Undercover, non fatelo. Non siate masochisti come me che a queste trashate bimbominkiose non riesco proprio a rinunciare. Piuttosto drogatevi.
(voto 3/10)



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