(USA 2014)
Regia: Anthony C. Ferrante
Sceneggiatura: Thunder Levin
Cast: Ian Ziering, Tara Reid, Mark McGrath, Vivica A. Fox, Kari Wuhrer, Courtney Baxter, Dante Palminteri, Judd Hirsch, Kelly Osbourne, Andy Dick, Billy Ray Cyrus, Sandra “Pepa” Denton, Perez Hilton, Kelly Ripa
Genere: trash
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Il tempo quest’estate è proprio pazzo. I mesi più caldi dell’anno si sono trasformati nei più freddi. Ci sono state piogge, temporali, acquazzoni, tormente e adesso persino un tornado di squali. L’anno scorso era già capitato, lo sappiamo tutti, ma a Los Angeles aveva ancora un senso. Insomma, più o meno.
A New York City invece è un evento davvero fuori dal comune, eppure è proprio quanto è successo. A raccontarci questa storia ispirata a eventi realmente accaduti, sì sì, è Sharkando 2: The Second One, che conferma i due protagonisti del primo capitolo Steve Sanders… pardon Ian Ziering e Tara Reid e in più ci presenta una serie di nuovi personaggi: la sorella e una ex di Steve Sand… ehm di Ian Ziering, cresciuto proprio in quel di NYC.
La prima scena è apocalittica e ci fa ripiombare esattamente dentro quel tornado di comicità (più o meno) volontaria che era stato il primo capitolo, il mitico Sharknado. L’aereo che emerge tra le nuvole come la pinna di uno squalo in mezzo al mare ci fa pregustare l’odore di un nuovo scult trash totale. Tra Final Destination, Snakes on a Plane e L’aereo più pazzo del mondo, l’aeroplano è il luogo ideale per film in bilico tra tematica apocalittica e umorismo kitsch. Non ci può essere allora inizio migliore per il sequel del trashone dell’estate scorsa.
Le cose proseguono bene, grazie alla theme song “(The Ballad of) Sharknado”, una canzoncina pop-punk in stile Ramones già suonata sui titoli di coda del primo film, qui riproposta come vera e propria sigla introduttiva. A comporla e a cantarla c’è lo stesso geniale (forse) regista Anthony C. Ferrante.
"Che paura! Non riesco a sembrare un attore manco al tuo fianco, Steve." |
Tutto bene, tutto figo, tutto ancora più trash ed esagerato rispetto al volume 1 e poi?
Poi succede che il film, anziché decollare veramente, si schianta a terra.
Sharknado 2 gioca troppe volte la carta del tributo alla pellicola precedente, senza riuscire a trasformarsi in un nuovo scult assoluto. Un’occasione mancata poiché, se i sequel sono solitamente inutili e io sono il primo a dirlo, una roba giocata sull’ironia e sul cattivo gusto come il primo Sharknado si prestava bene a un’operazione del genere. Operazione invece riuscita soltanto in parte, giusto per qualche minuto.
Dopo la clamorosa citata scena iniziale, la parte newyorkese è parecchio deboluccia. I nuovi personaggi fanno pena, sono idioti ma non abbastanza idioti da essere considerati divertenti, non sparano battutacce degne di un action anni ’80 come si deve e il coinvolgimento nei loro confronti è del tutto assente.
Non che da una film del genere ci si potesse aspettare interpretazioni della Madonna, però gli attori scelti sono poi davvero penosi. C’è Mark McGrath, il cantante degli Sugar Ray, band popolare a cavallo tra fine 90s e primi anni zero che aveva realizzato alcune ottime canzoncine estive come “Every Morning”, “Someday”, “Fly” e “When It’s Over”. Magari non un gruppo fenomenale, ma di certo McGrath se la cavava meglio a cantare piuttosto che a recitare.
Chiudendo un occhio sullo Sugar Ray, che il suo vero mestiere è un altro, per quanto riguarda Tara Reid, che in teoria fa l’attrice di professione, tocca nuovi vertici di cagnaggine recitativa che non pensavo fossero raggiungibili manco dopo aver visto il primo Sharknado. E se Steve Sand… volevo dire Ian Ziering fa un po’ troppo il supereroe di turno, però bene o male resta mitico, che diavolo è capitato a Vivica A. Fox?
Io la ricordavo così, appena una decina d’anni fa, in Kill Bill.
Adesso è diventata questa cosa qua…
Non è finita qui, perché il film ci regala una serie di cameo, guest-star e apparizioni di personaggi più o meno celebri come se fossimo sul red carpet di un qualche evento di serie B. Passi la comparsata di Kelly Osbourne in versione hostess, visto che è una bella goduria vederla massacrata da uno squalo, e passi pure il sempre grande Andy Dick, uno dei comici più geniali e folli degli anni ’90, che non poteva mancare in una celebrazione del trash 90s come questa serie di Sharknado. Poi però si esagera tra varie celebrità della tv americana, Billy Ray Cyrus AKA il papà di Miley Cyrus, una delle Salt-N-Pepa e persino il blogger gossipparo Perez Hilton. A questo punto pretendo di comparire pure io nel terzo già annunciato capitolo di questa saga.
"Tara,chissà facendo cosa ti sei rotta la mano..." |
Più ancora che una parata di squali, Sharknado 2 sembra allora una parata di pseudo VIP di basso livello.
Dopo la folgorante scena iniziale, l’autocitazionismo spinto e il seguire passo a passo le mosse del primo episodio diventano esagerati. Il finale, con il suo tripudio totale di motoseghe e squali, finisce di far ridere e comincia ad annoiare un pochino. Un peccato mortale per una pellicola d’intrattenimento sguaiato e idiota come questa. Per carità, era idiota pure da parte mia aspettarmi qualcosa di più, eppure al termine della visione, che grazie alla sua breve durata scivola comunque via tranquillamente, un filino di delusione l’ho provata. La prossima estate dal già annunciato Sharknado 3 pretendo allora meno celebrity che non si fila nessuno e più squali. Steve Sande… ehm, Ian Ziering, se sei un vero eroe me lo garantisci, please?
(voto 6-/10)