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mercoledì 20 settembre 2017

Io, Daniel Blake delle Bicocche





Io, Daniel Blake
Regia: Ken Loach
Cast: Dave Johns, Hayley Squires, Dylan McKiernan, Kema Sikazwe, Briana Shann, Micky McGregor, Sharon Percy


Eroe (Storia di Daniel Blake delle Bicocche)

Questa che vado a raccontarvi è la vera storia di Daniel Blake delle Bicocche,
vera o se non altro proposta nello stile neorealista tipico del regista Ken Loach,
eroe contemporaneo a cui noi tutti dobbiamo la nostra libertà


martedì 5 febbraio 2013

LA PARTE DEGLI ANGELI, O LA PARTE DEI DEMONI?

La parte degli angeli
(UK, Francia, Belgio, Italia 2012)
Titolo originale: The Angels' Share
Regia: Ken Loach
Cast: Paul Brannigan, John Henshaw, Gary Maitland, Jasmin Riggins, William Ruane, Siobhan Reilly, Roger Allam
Genere: analcolico
Se ti piace guarda anche: Miracolo a Le Havre, My Name is Joe, Four Lions, Full Monty, Billy Elliott

La parte degli angeli parte come un episodio di Misfits, solo senza superpoteri, senza la stessa originalità (almeno delle prime due serie) e con un senso dell’umorismo molto più ridotto. Il problema non è comunque questo. Il problema è che c’è qualcosa di profondamente sbagliato, in questo film.

"Ma come, libero? Fabrizio non vedeva l'ora di averlo come compagno di cella."
Il protagonista è Robbie, un teppistello scozzese che una sera massacra un tizio che aveva fatto il semplice errore di capitare al posto sbagliato nel momento sbagliato. Senza ragione alcuna, Robbie lo riempie di botte, facendogli perdere la vista da un occhio e rovinandogli la vita per sempre. Robbie però viene graziato dal giudice che non solo non gli fa fare manco un giorno in prigione ma, visto che sta per diventare padre, lo condanna giusto a 300 ore di servizi sociali. Come i Misfits. Se già i Misfits non fanno un ca**o dal mattino alla sera, a parte combinare casini e far fuori qualche assistente sociale, a Robbie va ancora più di lusso: gli fanno fare una gitarella in una distilleria di whisky. Solo perché a Euro Disney era già tutto prenotato.
A questo punto, vado a gonfiare di botte un tipo a caso (anche se probabilmente finirei solo per prendermele) e vedo se il giudice mi manda a fare una visita alla fabbrica della Menabrea.
Non è una questione di giustizialismo, io in genere odio i film giustizialisti, bensì di semplice Giustizia: è giusto celebrare la storia di riscatto di un teppistello che ha distrutto la vita di un altro ragazzo, del tutto innocente? Un riscatto che avviene tra l’altro non in maniera onesta, ma attraverso un altro atto criminale.
Ken Loach, nel tuo prossimo film deciderai di riabilitare anche l’autore della strage nella scuola di Newtown?
Ed è giusto che all’ultimo Festival di Cannes abbiano premiato una favoletta del genere con il premio della Giuria, lasciando a bocca asciutta film ben più meritevoli come Moonrise Kingdom, Un sapore di ruggine e ossa e Holy Motors?

"Va bene, ragazzi, siete liberi di andare.
Con quei cosini non siete un pericolo per nessuno/a."
Si tratta quindi di una pellicola moralmente molto discutibile. Se voi o qualcuno che conoscete finisse vittima di un episodio del genere, non vorreste vedere l’autore marcire in galera? Non vorreste che si facesse almeno un giorno dietro le sbarre? Davvero?
Oltre a questo, La parte degli angeli per quanto riguarda la parte cinematografica è davvero poca roba. Ken Loach dirige in maniera sciapa e anonima una storiella neorealista che fa acqua da tutte le parti e che si inserisce nel filone più ruffianotto del cinema British, ma senza la simpatia di un Full Monty o di un Billy Elliot. Fino a sfociare in una seconda parte prevedibile, fino a un finale talmente buonista da sembrare uscito dalla penna del finlandese Babbo Natale Aki Kaurismaki, con la partecipazione straordinaria di Marco Pannella.
Scontatissimo anche l’uso di “I’m Gonna Be (500 Miles)" dei Proclaimers a fungere da canzone portante: quasi l’equivalente scozzese dell’uso di “Nel blu dipinto di blu (Volare)” in una pellicola italiana o ambientata in Italia. Vero, Woody Allen?
Unico lampo di originalità è la scena iniziale, in cui Dio parla a uno dei personaggi tramite l’altoparlante di una stazione ferroviaria. Un episodio che però ha ben poco a che fare con il resto del film, se non per la sequenza in cui si esplicita il senso del titolo della pellicola.

ATTENZIONE SPOILER
Come viene spiegato nella distilleria, invecchiando il whisky perde ogni anno circa il 2% del suo spirito, che evapora, vola via. Questa è la parte degli angeli. Con un’analogia telefonata, i quattro misfits senza poteri protagonisti alla fine del film ottengono ognuno un bottino di 25.000 sterline, “guadagnate” sgraffignando whisky da una botte venduta a oltre 1 milione di sterline. Ovvero, all’incirca il 2%. Ovvero, la loro è la parte degli angeli. Ma se questi sono angeli, io preferisco stare dalla parte dei demoni.
(voto 5-/10)

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