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martedì 3 dicembre 2013

COTTA ADOLESCENZIALE 2013 – N. 18 KERI RUSSELL



Keri Russell
(USA 1976)
Genere: finta russa, o finta americana?
Il suo 2013: protagonista della serie tv The Americans, del film sci-fi-horror Dark Skies - Oscure presenze e della commedia Alla ricerca di Jane
Se ti piace lei, ti potrebbero piacere anche: Jennifer Morrison, Erika Christensen, Lori Loughlin
È in classifica: perché in The Americans è una spia sexy in ogni differente look che sfoggia come la Jennifer Garner dei tempi d'oro di Alias.
Il suo discorso di ringraziamento: "благодаря парень каннибал. Spasíbo, Cannibal Kid."

Dicono di lei su

Tetter

Matthew Rhys @Мэтью Рис
Altroché americana... quella a letto russa proprio. #UmorismoRusso


Vladimir Puttan @VladTheImpaler
Per cosa sta KGB? Per Ke Gran Bernarda! #UmorismoRusso


Insalata Russa @русский салат
E questa smorfiosetta da dov'è uscita? #InvidiaRussa



lunedì 28 ottobre 2013

DARK SKIES – PRESENZE OSCURATE




Dark Skies – Oscure presenze
(USA 2013)
Titolo originale: Dark Skies
Regia: Scott Stewart
Sceneggiatura: Scott Stewart
Cast: Keri Russell, Josh Hamilton, Kadan Rockett, Dakota Goyo, J.K. Simmons, L.J. Benet, Josh Stamberg, Annie Thurman
Genere: horror sci-fi
Se ti piace guarda anche: Poltergeist, Insidious, Super 8

Gli alieni esistono. È tanto difficile da capire?
Tutte le volte che le persone nei film hanno dei contatti ravvicinati del terzo tipo se ne stupiscono, ma perché? Perché ciò succede? Le persone nei film non hanno mai visto un film di fantascienza in vita loro?
A quanto pare no. E a quanto pare nemmeno la famiglia protagonista di Dark Skies. Ma le famiglie dei film, ce l’hanno o no un televisore in casa?
Questa sprovveduta family di Dark Skies è la protagonista di una pellicola sugli alieni abbastanza tradizionale, contraddistinta però da pochi effetti speciali, cosa che io personalmente apprezzo, e da una tensione horror che richiama L’evocazione – The Conjuring, Insidious (ma la regia in questo caso non è di James Wan) e quindi, come facile conseguenza, anche Poltergeist - Demoniache presenze. Un mix abbastanza riuscito tra sci-fi e horror, quindi, in grado di mettere d’accordo i fan di entrambi i generi. Magari non entusiasmerà nessuno, ma se non altro soddisferà un pochino un po’ tutti.

"Il mio sesto senso mi dice che una scena del genere l'hanno già
fatta in qualche altro film..."
Oltre che di una famiglia che non ha mai visto un film in vita sua, Dark Skies ci racconta di una casa in cui a un certo punto cominciano a capitare eventi strani. In cucina le cose si spostano da sole, uno stormo di uccelli si abbatte contro le finestre della dimora, genitori e figli cominciano ad avere blackout e a perdere sangue dal naso. Cose di questo genere. Cose tipiche che segnalano la presenza o di fantasmi o di alieni. C’è poco da fare. Perché stupirsi ancora?
Famiglia di Dark Skies, ma voi non l’avete proprio mai visto un film, vero?

"Oh no! Mi sono dimenticata che l'ora legale è finita
e la sveglia è di nuovo suonata prima dell'alba!"
Lo svolgimento è piuttosto prevedibile, per lo meno per chi è famigliare con il mondo dei films, però dalla sua parte la pellicola può vantare una sapiente costruzione nella tensione e un tocco indie che la allontana dalle tipiche produzioni a grosso budget hollywoodiane. Niente di nuovo sotto il sole, ma un niente di nuovo se non altro ben realizzato, con una cura decente nella costruzione di personaggi e di dialoghi.
Nel cast si segnala soprattutto la mamma MILF, Keri Russell, protagonista anche della imperdibile serie The Americans e un tempo anche Felicity di Felicity, mentre uno dei due figli è Dakoto Goyo, che no, non è un mio parente, io di cognome faccio solo Goi, e che invece è il ragazzino insopportabile figlio di Hugh Jackman in Real Steel, qui per fortuna alle prese con un personaggio meno insopportabile.
La cosa più affascinante della pellicola è il vago sapore fine ‘70/primi ’80 che emana e che rimanda a film come il citato Poltergeist, o anche al più recente Super 8 di J.J. Abrams, omaggio esplicito a quel fantascientifico periodo. La cosa meno affascinante della pellicola è invece il finale, che non vi svelo, ma che sa tanto di pseudo colpone di scena campato lì tanto per.

Dark Skies non vola altissimo, non è niente di originale, però è una visione tesa il giusto, che scorre via che è un piacere. Si lascia guardare, ma non vi stupirà. A meno che, come la famiglia protagonista, non abbiate mai visto un film in vita vostra.
(voto 6+/10)

Questo è stato il primo post gentilmente offerto dalla Special Cannibal Halloween Week.




mercoledì 20 febbraio 2013

DALLA RUSSIA COL FURGONE

Io venire da grande popolo russo, da. Dopo lungo addestramento, io commentare per voi questa nuova serie, The Americans, su mio blog Pensieri Cannibalowski e fare questo in perfetta vostra lingua italiana. Perché io vivere da 20 anni ormai in mezzo a vostro popolo e quindi io parlo proprio come uno di voi, ao’, ue ue, pizza pizza marescià, fratelli d’Italia l’Italia s’è desta, chi non salta Berlusconi è, è, chi non salta Berlusconi è, è.
Vedete? So tutto quel che c’è da sapere su di voi.
Oggi miei cari amici italiani vi parlo di una serie tv che mi tocca profondamente, visto che parla di due spie provenienti dal grande popolo russo, infiltrate non come me sul suolo italiano ma su quello americano.

The Americans
(serie tv, episodi 1-3)
Rete americana: FX
Rete italiana: non ancora arrivata
Creata da: Joseph Weisberg
Cast: Keri Russell, Matthew Rhys, Noah Emmerich, Holly Taylor, Keidrich Sellati, Maximiliano Hernández, Annet Mahendru
Genere: comunista
Se ti piace guarda anche: Homeland, Le vite degli altri, The Hour

The Americans combina due elementi che mi hanno sempre affascinato parecchio. Da una parte, le vicende spionistiche e di anti terrorismo che hanno creato alcune serie cult come 24 e Alias e quel capolavoro odierno di Homeland.
Cosa?
Non guardate ancora Homeland?
E che guardate, voi italiani? Le fiction con Beppe Fiorello?
Rimediate subito. Procuratevi Homeland. È un ordine.

Da una parte le vicende spionistiche, dicevo, dall’altra gli anni ’80. The Americans è infatti ambientata nei primi 80s, nel periodo della Guerra Fredda, e ci presenta come protagonisti una coppia di spie russe infiltrate negli Stati Uniti sotto le sembianze di una tipica, tradizionale, noiosa famiglia americana qualunque. Per essere credibili in questa parte, Elizabeth e Phillip (questi i loro nomi americani) si sono allontanati da grande popolo russo e si sono trasferiti negli USA fin dagli anni ’60, per perfezionare il loro accento e integrarsi alla perfezione nello stile di vita capitalista ammerigheno. Dopo tanti anni, naturalmente, la loro nuova vita è diventata talmente predominante da rischiare di far dimenticare il loro passato e i compiti a loro affidati dal KGB. La copertura non è più solo una copertura, è la loro vita.

"Uh, che mal di testa! Quindi Cannibal in realtà è una spia russa
mandata in Italia per scrivere delle gran cavolate sul suo blog
e regalarle al popolo italiano? Ma non poteva starsene in Russia?"
Il network FX, dopo serie di serie strepitose come American Horror Story, Louie, Damages, Nip/Tuck e altre, trasforma uno spunto tanto intrigante in una serie assolutamente da non perdere. Al momento, dopo appena 3 episodi trasmessi, non so se si trasformerà in cult assoluto, presto per dirlo, però le buone premesse ci sono tutte, cari amici italiani.
Volendo semplificare le cose, volendovi regalare una definizione veloce veloce, potremmo definirlo come un Homeland ambientato negli anni Ottanta. Le cose sono più complesse di così, le due serie presentano notevoli differenze, ma allo stesso tempo presentano alcuni punti di contatto. L’enorme qualità, innanzitutto, e poi l’abilità di riuscire a coniugare trame spionistiche intricate e intriganti con una vicenda sentimentale. Non la solita storiella romantica, bensì una relazione ancora più complicata delle vicende legate alla Guerra Fredda. Come per l’agente Carrie Mathison e l’eroe (?) di guerra Nicholas Brody, anche nel rapporto tra Elizabeth (una strepitosa Keri Russell, ex Felicity) e Phillip (il gallese Matthew Rhys) è difficile capire dove finiscano gli interessi spionistici e comincino i sentimenti veri. Quindi alla fine The Americans forse sì, è un Homeland negli anni ’80, ma offre anche molto altro. A voi il piacere di scoprire cosa, cari amici italiani. Recuperatevi queste due serie. Basta Beppe Fiorello.
Dasvidania.
(voto 7,5/10)



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