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martedì 28 ottobre 2014

I CULT DI PENSIERI CANNIBALI: SCREAM





Scream – Chi urla muore
(USA 1996)
Titolo originale: Scream
Regia: Wes Craven
Sceneggiatura: Kevin Williamson
Cast: Neve Campbell, Courteney Cox, David Arquette, Skeet Ulrich, Rose McGowan, Matthew Lillard, Jamie Kennedy, Drew Barrymore, Liev Schreiber, Henry Winkler, Wes Craven
Genere: 90s horror
Se ti piace guarda anche: Scream 2, 3 e 4, So cosa hai fatto, Giovani streghe

DRIN

DRIN

DRIN

“Pronto?”
“Ti piacciono le riviste di meccanica?”
“Morgan, sei di nuovo tu? Smettila di citare le canzoni dei Bluvertigo, fanno troppo anni '90 e poi ormai sono così superate che le riconosciamo giusto io e te. Se i ggiovani d'oggi sanno chi sei è solo grazie a X-Factor.”
“Scusa, ho sbagliato frase d'apertura. Volevo chiederti: ti piacciono i film dell'orrore?”
“Altra frase tipicamente anni '90. Aggiorna il tuo repertorio, Morgan.”
“Non sono Morgan e tu Cannibal rispondi: ti piacciono i film dell'orrore o no?”
“Hey, come fai a sapere il mio nome?”
“Lo sanno tutti. Basta leggere il tuo stupido blog.”
“Hey, come fai a sapere che è stupido? Aiuto! Vuol dire che lo conosci veramente.”
“Proprio così, sono lì anche adesso.”
“Ti prego, non fargli del male. È delicato.”
“Non gli farò niente, tranquillo. Ma solo se tu rispondi alle mie domande. Allora, ti piacciono i film dell'orrore?”
“Oddio, mi piacevano. Una volta sì. Peccato che negli ultimi anni quelli davvero degni di nota si possano contare su una mano, una mano monca.”
“Mano monca... proprio come quella che avrai tra poco tu se non risponderai bene alla mia prossima domanda, uahahah!”
“Uuuh, che paura. Me la sto facendo sotto! Quale sarebbe questa prossima domanda?”
“Qual è il tuo film dell'orrore preferito?”
“Facile e, se leggessi il mio blog con maggiore attenzione,  conosceresti già bene la risposta, mio caro stalker maniaco.”
“Negli ultimi tempi sono stato un po' distratto. Avevo altri blogger da perseguitare, scusami tanto. Adesso però prometto di concentrarmi solo su di te. Allora, me lo vuoi dire qual è il tuo film dell'orrore preferito?”
“È Scream, lo sanno tutti. È sempre stato Scream dalla prima volta che l'ho visto e lo è ancora oggi a quasi 20 anni di distanza dalla sua uscita.”
“Cosa diavolo c'è che ti piace tanto? È solo uno sciocco horror su uno sciocco stalker telefonico.”
“Senti chi parla... e comunque non è soltanto quello. Scream è una spassosa parodia del genere horror, con tanto di citazioni e sberleffi ironici al cinema precedente del regista Wes Craven, e allo stesso tempo è una visione tesissima. Basta prendere la scena iniziale, in cui ATTENZIONE SPOILER PER QUEI 2 O 3 CHE ANCORA NON HANNO VISTO IL FILM l'apparente protagonista della pellicola Drew Barrymore viene subito fatta fuori FINE SPOILER PER QUEI 2 O 3 CHE ANCORA NON HANNO VISTO IL FILM. Quella credo sia una delle sequenze più magistrali nell'intera cinematografia horror. Divertentissima e spaventosa al tempo stesso, così come il resto del film. La riuscita di Scream, una pellicola perfetta fin dall'essenziale efficacissimo titolo, sta nel suo riuscire a coniugare in maniera impeccabile le atmosfere da paura che Wes Craven è maestro a creare con la sceneggiatura teen ricca di momenti spassosi scritta da un Kevin Williamson in stato di grazia.

"Siete ancora voi della Vodafone???
AAAAAAAAAAAH!
La smettete di chiamarmi?
Io sono affezionata al canone e voglio restare cliente Telecom!"

“Kevin Williamson? Quello di The Following e Stalker?”
“Sì, quello. Ma Williamson è anche il paparino di Dawson's Creek e si vede fin dalla seconda scena, quella in cui Skeet Ulrich (una versione di serie B di Johnny Depp, che non a caso ha esordito in Nightmare sempre di Wes Craven) entra dalla finestra della cameretta di Neve Campbell, in maniera analoga a quanto Joey Potter faceva con Dawson Leery. Lo zampino di Kevin Williamson si nota poi nel citazionismo esasperato e troooppo anni '90.”
“E tu stai parlando troooppo, mi stai facendo finire il credito sul cellulare! Comunque allora vedi che non è un film così impeccabile come dicevi? Ammetterai anche tu che è una pellicola invecchiata male...”
“Non ho mai detto questo. Scream è assolutamente un film 90s, ma questo non va visto come un difetto. Ci sono pellicole che hanno influenzato così tanto il periodo in cui sono uscite da diventarne un simbolo, così come è successo con Pulp Fiction, Fight Club, Trainspotting o Matrix, o in ambito musicale la stessa cosa l'hanno fatta le canzoni di Nirvana e Smashing Pumpkins. Essere diventate delle icone di un decennio non mi sembra però una cosa negativa. Provaci tu, invece di stare a stalkerare dei poveri blogger innocenti.”
“Già. In effetti potrei impiegare meglio il mio tempo. Sto tutto il giorno a pensare a piani diabolici e a fare lunghe telefonate di minacce in giro e ho come l'impressione di non vivere in pieno la mia vita.”
“Ecco, infatti. Hai mai pensato – che so? – di prenderti una laurea?”
“Sì, ma al giorno d'oggi non conviene. Hai visto quanti laureati disoccupati ci sono?”
“Hai ragione, però anche gli stalker telefonici ormai non vanno più come un tempo. Aaah, che belli che erano gli anni Novanta, quando gli horror sì che mettevano strizza e quando ancora si trovavano dei posti di lavoro, magari in videoteca. Sai che bello lavorare in una videoteca?”
“Video cosa? Cannibal, mi sa che sei troppo vecchio. E anche Scream è troppo vecchio. Però non è sorpassato, hai ragione.”
“Sfido io a trovare un nuovo film de paura capace di divertire e contemporaneamente spaventare come questo. Di pellicole spaventose in giro ce ne sono parecchie, mi viene in mente Cloud Atlas, giusto per fare un esempio a caso. A mancare è invece il divertimento.”
“E quindi che mi consigli?”
“Ti consiglio per prima cosa di ritirarti come stalker telefonico, perché fai pena. Scusa se te lo dico, ma è la verità. Per seconda cosa ti invito poi a ripescarti tutta la saga di Scream, che pure i vari sequel sono di livello medio-alto. Infine per terza cosa ti suggerisco di evitare gli horror di oggi. Non li fanno proprio più come quelli di una volta.”
(voto 9/10)


Questo post è il secondo appuntamento della settimana horror di Pensieri Cannibali dopo quello dedicato ad Annabelle. Buon Halloweek!

martedì 7 ottobre 2014

STALKER, UNA SERIE CHE PARLA DI... STALKER, L'AVRESTE MAI DETTO?





Stalker
(serie tv, episodio pilota)
Rete americana: CBS
Rete italiana: non ancora arrivata
Ideatore: Kevin Williamson
Cast: Maggie Q, Dylan McDermott, Mariana Klaveno, Victor Rasuk, Elisabeth Röhm
Genere: thrilla
Se ti piace guarda anche: The Following, Scream, Pretty Little Liars

Per me Kevin Williamson è quasi come un Dio.
O dovrei dire che è persino meglio di Dio?
Se dovessi fare una classifica delle mie, le posizioni delle persone/entità da venerare seguirebbero quest'ordine:
- David Lynch
- Quentin Tarantino
- Kanye West
- Kevin Williamson
- Dio

Mi spiace Dio, ma non sei in cima alla mia lista. Davanti a te creatore dell'Universo c'è Kevin Williamson, il creatore di Dawson's Creek e Scream.
Negli ultimi tempi la mia Fede in Williamson ha però cominciato a vacillare un pochino. La sua ultima creatura telefilmica è stata The Following, una serie thriller che ben presto più che tensione ha regalato un sacco di risate. Se non altro, resta sempre uno dei miei guilty pleasure preferiti, oltre che una delle sitcom più divertenti in circolazione insieme a Under the Dome, e non vedo l'ora di gustarmi la terza stagione nel 2015.
Nell'attesa, il prolifico Kevin Williamson ha firmato una serie tutta nuova per CBS che segue un po' le orme thrilla di The Following. D'altra parte una serie con un titolo del genere è fatta apposta per essere followata, almeno dal suo stesso autore.
E di cosa parla questo Stalker?
Se non siete proprio lenti di comprendonio, potrete facilmente intuire che parla di...
Stalker!

Nooo, davvero?

"Maggie, quando ti ho chiesto di infilare il guanto,
non era esattamente questo ciò a cui pensavo..."
Proprio così e lo fa a 360°. Al centro di tutto vi è infatti una unità speciale che si occupa di casi di questo tipo. Una task force capitanata da Maggie Q, la bonazza orientaleggiante rimasta disoccupata dopo la fine della serie Nikita, e aiutata dal suo nuovo braccio destro Dylan McDermott, cassintegrato dopo la prematura dipartita della serie Hostages. La cosa figa è che lei, Maggie Q, da buona bonazza che si rispetti, ha un misterioso passato in cui è stata vittima di stalkeraggio selvaggio e pure adesso si è subito conquistata un nuovo maniaco che la perseguita, mentre lui, Dylan McDermott, era, e probabilmente è ancora, uno stalker che non perde di vista l'ex moglie e suo figlio.
In pratica, in questa serie tutti sono stalker o stalkerati, o tutte e due le cose insieme.
Raccontata così, questa novità telefilmica fa la figura di una cacchiata pazzesca e un po' lo è. Allo stesso tempo, si candida pure al ruolo di potenziale nocivo guilty pleasure dei prossimi mesi, un valido surrogato in attesa che riparta l'esilarante The Following.

Oltre che come cacchiata, la serie si presenta anche come un crime classico, giusto con la variante della specializzazione in stalkeraggio, e in più è impreziosita dall'inconfondibile tocco di Kevin Williamson, che fin dall'episodio pilota si nota in alcuni particolari. Innanzitutto i dialoghi ricchi di riferimenti alla pop-culture e soprattutto al cinema. Il suo è un caso di citazionismo estremo che in questa prima puntata non poteva non toccare il sommo esempio cinematografico di stalkeraggio: Attrazione fatale. Inoltre, la gestione della trama thriller e il comportamento degli psicopatici di turno ricorda Scream e The Following. Infine, per quanto questa sia una serie “adulta”, Williamson non ci fa mancare pure qui un minimo del suo tipico tocco teen, con la presenza di una sottotrama ambientata in un college e l'apparizione di due attori di serie adolescenziali come Torrey DeVitto da Pretty Little Liars e One Tree Hill e Daren Kagasoff (sentitevi liberi di prenderlo per il culo per il suo cognome) da La vita segreta di una teenager americana.
Kevin Williamson allora è cresciuto, gioca a fare l'autore di serie per un pubblico di grandi, ma non rinnega le sue origini teen. Per quanto la creatività dei tempi di Scream e Dawson's Creek sia solo un lontano ricordo, l'ex ragazzo ormai adulto sa ancora come scrivere un pilot accattivante e a suo modo riuscito, dando vita a una nuova serie di quelle che uno non si vanta in giro di guardare come Breaking Bad o True Detective. Williamson ha creato una nuova serie di quelle che tutti seguiremo di nascosto, come se fossimo degli stalker.
(voto 6+/10)

"Cannibal Kid ha davvero promosso la nostra serie?
Incredibile, è il primo "critico" al mondo ad averlo fatto!"

mercoledì 6 marzo 2013

ED E’ SUBITO SERIAL (KILLER)

Nuovo numero nelle edicole online di Ed è subito serial Magazine, la rivista su serie tv e telefilm più mitica che ci sia. Sarà perché ci collaboro pure io, o sarà che è mitica e basta, fatto sta che quello di marzo è un numero davvero super. Lo so che sono le solite frasi promozionali fatte, però questo numero è davvero una bomba.
Cosa c’è al suo interno?
Di tutto un po’.
Tra gli articoli da me preparati, vi consiglio di non perdervi quello monografico sulla carriera di Kevin Williamson, autore della nuova serie The Following, ma ancor prima paparino di Dawson’s Creek, Scream e non solo…
Pure i miei altri pezzi non sono da sottovalutare. Vi parlo di Les Revenants, serie capolavoro francese, del sottovalutato divertentissimo House of Lies, della sorprendente serie inglese Utopia e non manca poi l’appunto immancabile appunto con la rubrica Gossip Goi.

Finita la parte da egotomane che celebra se stesso, vi dico anche che pure i pezzi firmati dai colleghi sono molto interessanti. Giusto per dirvene alcuni, vi segnalo quelli su: The Following, The Americans, Claire Danes, The Wire, Firefly, Spartacus, Suits, Suburgatory, House of Cards, Buffy, Romanzo Criminale, Once Upon a Time, più la nuova rubrica sulle uscite cinematografiche in cui si parla anche di Hitchcock.
E poi?
Molto altro...


E seguite la rivista anche su Facebook e Twitter.
(il titolo di questo post è stato gentilmente preso in prestito da Federico Vascotto, un altro dei collaboratori del magazine)

sabato 26 gennaio 2013

THE FOLLOWING, ANCHE I SERIAL KILLER HANNO LE GROUPIE

The Following
(stagione 1, episodio pilota)
Rete americana: Fox
Rete italiana: dal 4 febbraio su Premium Crime e Sky Uno
Creata da: Kevin Williamson
Cast: Kevin Bacon, James Purefoy, Natalie Zea, Shawn Ashmore, Nico Tortorella, Annie Parisse, Kyle Catlett, Maggie Grace
Genere: serial thrilla
Se ti piace guarda anche: Il silenzio degli innocenti, Seven, Criminal Minds

Non ci sono solo i film d’autore. Ci sono anche le serie d’autore e The Following è una di queste.
Perché? Chi è che la firma?
Kevin Williamson.
Kevin Williamson in ambito televisivo è noto soprattutto per le sue amate (anche da me, naturalmente) bimbominkiate teen Dawson’s Creek, The Vampire Diaries e The Secret Circle. Chi è cresciuto negli anni ’90 ricorda però bene di come il genere thriller horror non gli sia materia affatto estranea, poiché la firma sulle sceneggiature di So cosa hai fatto e dei primi 2 (e pure del recente quarto) Scream è la sua. La sua specialità è quella di prendere le regole tradizionali del genere e stravolgerle, ironizzandoci su. Con questa sua nuova creatura televisiva Kevin Williamson cerca di dare prova di maturità, abbandonando al loro destino gli amichetti teen che finora tanta fortuna gli avevano portando e facendosi molto serio. Se vogliamo trovare un difetto a questo altrimenti impeccabile pilot di The Following è proprio la mancanza di umorismo, che si intravede appena giusto in un paio di momenti. Un tratto distintivo dello stile di Williamson qui poco presente. Probabilmente una scelta voluta per rendere il tutto più teso possibile.

La trama di The Following, appena partita negli USA e in arrivo dal 4 febbraio pure in Italia, segue la più classica tradizione del thriller sui serial killer. Kevin Bacon, ben calato nella parte, più vicina a Mystic River che a Footloose, è un detective ormai non più operativo. Sarà però richiamato al suo dovere quando il pazzo serial killer che aveva catturato qualche anno prima è fuggito di prigione. Un classico, ve l’ho detto. Così come è da tradizione il serial killer cattivone, Joe Carroll (James Purefoy): un professore di letteratura affascinante, colto e… psicopatico, of course, e che inoltre ha una fissazione maniacale per le opere di Edgar Allan Poe. Un vero personaggio, che in prigione ha un seguito di groupie maggiore di quello che attende Fabrizio Corona.
Niente che non si sia mai visto prima, ma ciò che colpisce è la grande cura nella costruzione non solo nei personaggi principali (quelli secondari sono invece ancora tutti da verificare con i prossimi episodi), ma anche nelle atmosfere, molto da thriller anni ’90, e nei dettagli.

La serie si apre sulle note inquiete di Sweet Dreams versione Marilyn Manson. Non una scelta proprio originale, si tratta infatti di un pezzo già usato parecchio in passato, ma io voglio vederlo come un omaggio di Kevin Williamson a se stesso. In un episodio dalle tinte vagamente horror di Dawson’s Creek era la canzone che risuonava mentre Jen (Michelle Williams), in versione speaker radiofonica, veniva minacciata da uno stalker o qualcosa del genere. Inoltre, subito dopo viene utilizzato il vecchio pezzo dallo stesso titolo “Sweet Dreams” di Patsy Cline, pure questo un brano molto utilizzato, ad esempio in Buffy e Lost, giusto per nominare due serie poco conosciute. Dalla cura in cui sono collegati i pezzi della colonna sonora, si nota subito che il prodotto è ben studiato e niente sembra lasciato al caso.
"Avevo finito i fogli e mi sono scritta sul corpo. E allora?"
E questa è l’analisi soltanto del primo minuto della nuova serie. Forse è meglio se da adesso in poi faccio un’analisi meno specifica, altrimenti viene un post che ci vogliono 3 ore per leggerlo e parla di un pilot della durata di appena 40 minuti. Sto ancora perdendo tempo, il vostro prezioso tempo.
“Cannibal, ti dai una mossa, che c’abbiamo l’acqua sul fuoco e dobbiamo andare a magnà?”
Va bene.

Facciamola breve, o almeno proviamoci: The Following è una serie che i groupie e le groupie dei thriller e dei crime non si possono, non si devono perdere, ma anche i fan più occasionali del genere si possono godere un prodotto davvero ben fatto, perfettamente orchestrato. Se vogliamo proprio fare i pignoli, rispetto a Scream e al Williamson del passato come detto manca il senso dell’umorismo, mentre non manca il gusto di citare e giocare con i generi e con i suoi cliché.

"Oh, ma scrivere sulla carta non va davvero più di moda?"
ATTENZIONE SPOILER
Come in Scream, anche in The Following Kevin Williamson si diverte a prendere i cliché e a ribaltarli: ad esempio pure qui fa fuori la bella dolce fanciulla che pensavamo fosse destinata a essere la protagonista femminile della vicenda. Là era Drew Barrymore, durata appena una manciata di minuti, qua è Maggie Grace di Lost, cui dobbiamo fare ciao ciao prima della fine della puntata pilota.
FINE SPOILER

Se non ci troviamo di fronte quindi a un qualcosa di totalmente nuovo, Kevin Williamson sa però usare al meglio tutti gli elementi del crime e delle storie di serial killer tradizionali, per proporci una serie dagli sviluppi potenzialmente infiniti. Tutto funziona ottimamente, però voglio limitare l’entusiasmo iniziale in attesa di vedere i prossimi episodi. Non vorrei infatti che le ottime premesse fin qui mostrate si smontassero e il serial da visione killer si trasformasse nel solito crime con puntate autoconclusive come già troppi ne circolano in giro. Staremo a vedere.
Certo è che la parte finale dell’episodio pilota, che non sto a svelarvi, presenta un crescendo pauroso, di quelli che ti portano a voler vedere assolutamente cosa capita nella puntata successiva. Così si cattura lo spettatore. Così si fanno le serie. Così si costruisce un notevole seguito di groupie. Bravo Kevin Williamson, vecchio volpone.
(voto 7+/10)


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