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sabato 18 gennaio 2014

LA SEGHETTA DEGLI SHADOWHUNTERS




Shadowhunters – Città di ossa
(USA, Germania, Canada 2013)
Titolo originale: The Mortal Instruments: City of Bones
Regia: Harald Zwart
Sceneggiatura: Jessica Postigo
Tratto dal romanzo: Shadowhunters – Città di ossa di Cassandra Clare
Cast: Lily Collins, Jamie Campbell Bower, Robert Sheehan, Jemima West, Kevin Zegers, Jonathan Rhys Meyers, Robert Maillet, Kevin Durand, Lena Headey, CCH Pounder, Aidan Turner, Jared Harris
Genere: young tween teen adult urban vampire emo dark gothic fantasy
Se ti piace guarda anche: Sono il numero quattro, Beautiful Creatures – La sedicesima Luna, Percy Jackson, Twilight, The Vampire Diaries, True Blood

Quando ero giovane io, ovvero fino a ieri o massimo all'altro ieri, nei film e nelle serie tv adolescenziali i protagonisti erano degli adolescenti, dei normali adolescenti umani.
No, non è vero. Io sono cresciuto con Buffy – L’ammazzavampiri, però mi piaceva fare quello che guardava malinconico al passato. E c’è di che guardare malinconici al passato, comunque, perché da allora la tendenza del genere teen vampiresco dalla fine degli anni ‘90 è degenerata di brutto. Colpa di Twilight, si dirà in maniera stereotipata. Stereotipata ma vera. Dopo la seghetta creata da Stephenie Meyer che ha venduto milioni di miliardi di copie dei suoi libri in tutto il mondo, tutto il resto del mondo ha pensato: “Hey, se c’è riuscita Stephenie Meyer, ce la posso fare anche io!”. Così hanno cominciato a prolifere un sacco di seghette teen fantasy, young adult o come diavolo volete chiamarle. Io le chiamo seghette. O, se preferite, potete anche chiamarli ditalinetti, visto che il pubblico che li legge è prevalentemente femminile.
Tra queste seghette, ha avuto un grande successo nelle librerie quella di Shadowhunters (titolo originale The Mortal Instruments) creata da Cassandra Clare. Inevitabile allora che diventasse anche una pellicola cinematografica. Una, perché poi, considerato il flop che si è rivelata, non so se avranno il coraggio di produrre pure i seguiti. Non ho letto il romanzo da cui è tratto, però a vedere dal risultato filmico, va detto che c’è voluto parecchio coraggio già solo a realizzare il primo.

"Non ci facciamo mancare niente, manco lo Stargate."
Facciamo finta per un attimo che quello che dicevo in apertura di post fosse vero, ovvero che quando ero giovane io nei film e nelle serie tv adolescenziali i protagonisti erano degli adolescenti, solo dei normali adolescenti umani. In seguito, visto che gli umani non bastavano, si sono inseriti i vampiri, poi le streghe, quindi i licantropi, persino i mutaforme (erano proprio necessari?) e ormai è difficile trovare delle serie, non solo teen, in cui i protagonisti siano dei semplici esseri umani, senza poteri strani o senza che sentano il bisogno di trasformarsi all’improvviso in qualcos’altro. Per non farsi mancare niente, Shadowhunters mette dentro al suo calderone tutte queste e pure altre “robe”: vampiri, stregoni, creature leggendarie, demoni, cacciatori di demoni chiamati appunto Shadowhunters, angeli, semi-angeli, ragazzi emo, ragazze zoccole, di tutto e di più, insomma.
Il problema è che parlando di tutto, si finisce per parlare di niente. Come questo blog sa bene. Una caratteristica propria del vampiro ad esempio è l’impossibilità di andare in giro di giorno. Via via i vampiri si sono sempre più umanizzati e hanno cominciato ad andare a spasso alla luce del sole (si vedano Twilight e The Vampire Diaries) e allora a un certo punto uno si chiede: ma perché mettere dei vampiri per poi farli comportare esattamente come degli umani?
Qua in Shadowhunters, mettendo insieme tutte queste creature più o meno demoniache e più o meno malvagie insieme, non si dà spazio alle caratteristiche di nessuna, quindi perché inserirle? Fatemi allora per una volta fare quello nostalgico: perché non tornare a parlare semplicemente di umani?
Cioè, ma chi ca**o sono ‘sti shadowhunters e a chi ca**o gliene frega qualcosa?

La storia raccontata in questo primo, e spero ultimo, Shadowhunters è la solita: Clary Fray, interpretata da Lily Collins, l’attrice più sopraccigliuta del mondo nonché phiglia di Phil Collins, è una ragazzina trombabilissima cui è stata rapita la madre. Anziché chiamare la polizia o al limite rivolgersi a un detective privato, va in giro per locali pseudo techno che fanno tanto fine anni ’90 e tanto Matrix e becca dei tizi vestiti in maniera ridicola con cui forma una band emo.

"Siamo troppo emo.
E tu Cannibal sei troppo scemo!"

"Una volta ero un attore promettente.
Una volta..."
Visto che il genere emo è passato di moda almeno dai tempi in cui la gente ha smesso di usare Mypace (che però era una figata altroché Facebook), decidono di smetterla con la musica e cominciare a cacciare demoni. Ma andare a scuola proprio no?
Clary si renderà ben presto conto di possedere anche lei dei poteri. Tutti gli amichetti la sfottevano pensando non ne avesse, e poi d’un tratto si scopre che non solo ce li ha, ma ce li ha pure più potenti e belli di tutti gli altri gnagna gnagna gnaaaaa e voi nooo, e voi nooo!

Della questione legata ai poteri, ai demoni e alla lotta tra Bene e Male (qua rappresentato da un povero Jonathan Rhys Meyers che ormai partecipa a una schifezza dietro l’altra, si veda la serie tv Dracula) non frega però niente a nessuno. Il motivo per cui i fan e le fan seguono queste seghette teen-fantasy è principalmente quello di vedere un bel triangolo sentimentale. In pratica, nelle seghette teen-fantasy a nessuno frega un ca**o della componente fantasy, quindi perché non sopprimerla e tornare a parlare di essere umani comuni mortali, o meglio “Mondani”, come vengono chiamati qui plagiando chiaramente il termine “Babbani” usato nella sega di Harry Potter e pure Jep Gambardella, re dei mondani de La grande bellezza?
Quindi la storia romantica presenta il suo immancabile triangolo. La bella sopraccigliona Clary si ritrova divisa tra la passione dirompente per il nuovo figaccione (?), ovvero uno spaventoso tizio vestito da Halloween probabilmente anoressico, questo qui…

"Città di ossa? Macché, io arrivo dalla città dei pelle e ossa."

...e dall'altra parte il suo caro vecchio affezionato amico, il simpatico Robert Sheehan, ex Nathan di Misfits.


Scelta dura?
Mah, insomma, mica tanto: Nathan tutta la vita!


Così non la pensa Clary, che Nathan lo vede solo come un amico e si fa così conquistare dal fascino emo dello spaventoso emo.


Quanto al povero Nathan, niente. Per lui seghette. Per adesso. Perché la sega letteraria prosegue, con ben 5 libri all’attivo e un sesto che è annunciato in uscita nel maggio 2014 (fonte Wikipedia). Quanto alla sega cinematografica, quella non so come continuerà. Il secondo capitolo sembra già in cantiere e in pre-produzione, ma visti i risultati non proprio brillanti al box-office del primo, è tutto da vedere se e per quanti altri episodi Shadowhunters proseguirà. Con tutto da vedere intendo che voi potrete vedervelo, se proprio ci tenete. Io invece con questa seghetta ho chiuso qui. E non son manco venuto.
(voto 3/10)

martedì 29 marzo 2011

Tò, c’è qualcuno ancora più sfigato di quel pirla di 127 ore

Frozen
(USA 2010)
Regia: Adam Green
Cast: Kevin Zegers, Shawn Ashmore, Emma Bell, Ed Ackerman, Rileah Vanderbilt, Chris York
Genere: situazioni estreme
Se ti piace guarda anche: 127 ore, Open Water, Buried, Rovine

Attualmente nelle sale italiane

Trama semiseria
Un tizio va insieme alla fidanzata e al migliore amico a fare un tranquillo weekend in montagna sulle piste. Le cose però non vanno nel migliore dei modi…
La tipa si fa il classico allenatore di sci? Si fa l’amico? Si fa il primo che passa?
No, no e no.
Tutti e tre finiscono bloccati su una seggiovia in piena notte perché quel coglione di un manutentore se n’è andato. Distrazioni che capitano, peccato solo che sia domenica e che fino al venerdì successivo le piste non riaprano e che di notte in montagna faccia parecchio freddo e che sotto la seggiovia ci siano pure appostati i lupi…
e insomma, i tre rimpiangeranno di non essere rimasti incastrati dentro un canyon come quel pirla di James Franco in 127 ore.

Recensione cannibale
Tra qualche ora starvene al calduccio a bere una cioccolata calda
non vi sembrerà poi una così cattiva idea...
Frozen è un film che lascia completamente ghiacciati. La drammatica situazione in cui finiscono i tre protagonisti è infatti di quelle in cui si prega di non finire mai nella vita ma in cui è facile immedesimarsi: e se ci fossi io, lì bloccato di notte su una seggiovia, che cosa diavolo farei?
Me lo sono chiesto anch’io, sebbene non sono assolutamente appassionato di montagna, non amo la neve, non scio, non vado nemmeno sullo slittino. Di certo poi non mi salta in mente di saltare su una seggiovia; a parte il fatto che non sciando non vedo perché dovrei divertirmi a utilizzarla come mezzo di trasporto, si aggiunge anche il fatto che soffro di vertigini, quindi col cazzo che mi vedrete mai sopra.
Nonostante questo piccolo particolare, pure io mi sono immerso in una situazione del genere e mi sono chiesto che cosa farei. Proverei a buttarmi? Cercherei di resistere? Il punto forte del film è proprio questo, il coinvolgimento emotivo e pure fisico nella vicenda.

Davvero una tragica situazione, quella in cui si ritrovano i tre sfigatissimi protagonisti. Questi sono proprio stati iellati forte, mentre il protagonista di 127 ore era finito in una trappola mortale simile, ma un po’ -diciamolo- se l’era andata a cercare. Se Danny Boyle in quel film gioca con tutti gli espedienti cinematografici umanamente disponibili per rendere la vicenda più interessante, in Frozen il regista e sceneggiatore Adam Green (già dietro la mdp per il mezzo cult Hatchet e pure per il sequel Hatchet II) decide invece di rimanere incollato alla seggiovia, per fortuna senza equagliare la noia dell’esercizio fine a se stesso come fatto da un certo Buried.
Frozen è uno spot efficace per il turismo montano quanto
la pubblicità di Berlusconi in onda in questi giorni lo è per il turismo italiano
Il film rientra dunque in pieno in quello che è ormai diventato un sotto genere dell’horror e del thriller, quello delle esperienze umanamente estreme e al limite, quelle in cui il confine tra la vita e la morte è davvero sottile e una decisione sbagliata può costare tutto. Il cast non è fatto di attoroni, ma i 3 giovani martiri usciti da apparizioni in serie come Gossip Girl (Kevin Zegers), X-Men (Shawn Ashmore) e The Walking Dead (Emma Bell, versione meno gnocca di Blake Lively) se la cavano bene. Colonna sonora invece un po’ deboluccia.

Prima di vedere Frozen mi sono chiesto: “Ma perché in Italia distribuiscono un film come questo ora che è primavera e che la stagione sciistica sta volgendo al termine?” Pensavo che fosse il solito errore di distribuzione nostrano e invece direi che la mossa è voluta per non compromettere il turismo montano. Insomma, io non scio, ma chi lo fa dopo aver visto questa pellicola avrà ancora voglia di mettere il suo bel culetto su una maledetta seggiovia?
(voto 6/7)

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