"Ah, quanto mi piace scopare! Intendevo quanto mi piace andare sulla mia scopa, che avete capito?" |
Kiki - Consegne a domicilio
(Giappone 1989)
Titolo originale: Majo no takkyûbin
Regia: Hayao Miyazaki
Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Tratto dal romanzo: Kiki’s Delivery Service (Majo no takkyûbin) di Eiko Kadono
Cast: Kiki, Jiji, Tombo, Osono, Kokiri, Okino, Rô-fujin
Genere: studio Ghibli
Se ti piace guarda anche: Arrietty, Il castello errante di Howl, Princess Mononoke, Il mio vicino Totoro, La città incantata, Porco Rosso
Pacco!
C’è un pacco per voi!
No, non intendo un pacco nel senso di una cosa brutta, di una delusione, di una roba paccosa insomma.
E no, non intendo nemmeno quel tipo di pacco, quello che si trova in mezzo alle gambe di noi maschietti.
Siamo distanti anni luce da entrambe le cose.
Il pacco che vi consegno oggi è Kiki - Consegne a domicilio, un delizioso film d’animazione che non sfigura affatto a fianco delle migliori produzioni di mastro Hayao Miyazaki e dello studio Ghibli. Non aspettatevi magari il migliore Miyazaki della vostra vita, ma non è di certo nemmeno un pacco brutto. Kiki è una delle fanciulle che più fanno simpatia nel già parecchio simpatico parco di fanciulle Ghibli e pure il suo gatto parlante è un gallo anzi un gatto mica da poco. La forza principale del film sta proprio nella mitica Kiki, una ragazzina per nulla bambocciona che a 13 anni se ne va già via di casa. Il motivo? A quell’età deve iniziare il noviziato come strega. Niente scuola di magia ad Hogwarts, per lei. Il noviziato nel suo caso consiste soltanto nel prendere la sua scopa e volare via, alla ricerca di fortuna in un’altra città. Una specie di stage non retribuito. E il film è del 1989, figuriamoci oggi…
"Ah, quanto mi piace andare in camporella con il mio amichetto! Per parlare, che avete capito?" |
Arrivata in una nuova città in apparenza brutta, sporca e cattiva, inizialmente Kiki farà fatica a inserirsi, quindi con l’aiuto di una panettiera locale le cose andranno meglio e poi la nostra nuova streghetta preferita aprirà un’attività commerciale in proprio, e senza nemmeno usare le agevolazioni per i giovani che avviano una nuova impresa. La streghetta sfrutta i suoi poteri non per fare chissà quali magie, ma semplicemente usa la sua scopa volante per andare a recapitare in maniera veloce alle persone che richiedono i suoi stregoneschi servigi dei pacchi.
E nel caso i vostri pensieri perversi vadano a quel tipo di pacco cui accennavamo sopra, giammai. Si tratta infatti di un innocente film firmato da Hayao Miyazaki, il Disney d’Oriente, e di riferimenti sessuali non ve ne sono. Nessun riferimento nemmeno al gioco dei pacchi di Raiuno, per fortuna, ma è solo un film su una ragazzina streghetta che consegna dei pacchi e basta. Tutto chiaro?
"Ah, quanto mi piace sniffare! L'aria a pieni polmoni. La smettete di fraintendermi?" |
La trama quindi non è di quelle esplosive, ma se avete già visto un film di Miyazaki o comunque dello Studio Ghibli sapete già cosa vi ritroverete di fronte. Il pregio così come anche il limite di queste pellicole è che sono pressappoco tutte uguali, eppure ognuna è una perla dotata di una sua singolarità che incastonata insieme alle altre va a comporre una collana preziosa. Preziosa come poche altre nel panorama cinematografico d’animazione (e non solo d’animazione) mondiale (e non solo mondiale).
A funzionare in questa pellicola in particolare, oltre alle solite atmosfere incantate, è la fantastica protagonista, mentre la storia come visto è alquanto esile e la componente magica non è forse sfruttata del tutto. A parte farla volare su una scopa (e pure su uno spazzolone) e riuscire a parlare con il suo gatto, potevano darle qualche potere in più. Capisco che il concetto di streghe e magie proposto da Miyazaki sia lontano da quello occidentale, però daje, qualche altro trucchetto potevano farglielo fare.
L’impressione è che questa pellicola potesse essere solo un’anticipazione, come fosse una puntata pilota di una serie animata che poi non è stata realizzata. Con Kiki si vorrebbero fare altri voli, seguirla in altre avventure, vedere la streghetta trasformarsi in una strega vera e propria o magari - e pure questo non sarebbe male - vederla crescere come Emma Watson dopo Harry Potter. Per una volta, invoco quindi gli dei e pure i demoni del cinema e chiedo loro che venga prodotto un sequel. Questo film, arrivato nelle sale italiane con giusto quei 20 e passa anni di ritardo, è infatti del 1989, ed è proprio ora che abbia un seguito. Abracadabra.
(voto 7/10)
Post pubblicato anche su The Movie Shelter.