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mercoledì 18 aprile 2018

Downsizing - Una gran cagata anche rimpicciolita resta sempre una gran cagata





Downsizing - Vivere alla grande
Regia: Alexander Payne
Cast: Matt Damon, Kristen Wiig, Christoph Waltz, Hong Chau, Jason Sudeikis, James Van Der Beek, Udo Kier, Rolf Lassgård


Alexander Payne ha firmato una pellicola fantascientifica?
Ma che sta succedendo nel mondo?
Il regista di lavori dal sapore folk-country come Nebraska e A proposito di Schmidt, o dal sapore alcolico come Sideways – In viaggio con Jack, o dal sapore di teen spirit come quel gioiellino di Election con una scatenata Reese Witherspoon, si è dato alla sci-fi?
Quando un regista, quando un artista in generale rischia e si mette in gioco in un campo differente rispetto a quello rassicurante dietro casa, c'è sempre da ammirarlo. A vedere il risultato finale poi magari non sempre apprezzarlo, ma se non altro ammirarlo. Sarà così anche in questo caso?

mercoledì 20 gennaio 2016

Sopravvissuto a una chat con Matt Damon





Nel corso di una missione su Marte, l'astronauta e botanico Matt Damon ebbe un terribile incidente e venne abbandonato sul pianeta dai suoi compagni, che fuggirono codardamente auto convincendosi che era morto. Qualche tempo più tardi Matt Damon, sopravvissuto per miracolo all'incidente, riuscì a ripristinare le comunicazioni con la NASA e pure con i suoi ex colleghi. Questa è la conversazione che hanno avuto in chat in versione integrale. Non quella censurata che poi hanno inserito nella pellicola tratta dalla vicenda.

lunedì 14 aprile 2014

I SOGNI SEGRETI DI BEN STILLER




I sogni segreti di Walter Mitty
(USA 2013)
Titolo originale: The Secret Life of Walter Mitty
Regia: Ben Stiller
Sceneggiatura: Steve Conrad
Ispirato al racconto: The Secret Life of Walter Mitty di James Thurber
Cast: Ben Stiller, Kristen Wiig, Adam Scott, Kathryn Hahn, Shirley MacLaine, Adrian Martinez, Joey Slotnick, Jon Daly, Marcus Antturi, Patton Oswalt, Sean Penn
Genere: just my imagination
Se ti piace guarda anche: Into the Wild, Vero come la finzione, Sogni proibiti



Il sogno
I sogni segreti di Walter Mitty è un capolavoro. È il film che Charlie Kaufman avrebbe voluto scrivere e non c’è ancora riuscito. Il film che Spike Jonze e Michel Gondry avrebbero sempre voluto girare, magari insieme. La perfetta combinazione tra sogno e realtà. Un Inception che va sulla strada come se fosse Into the Wild. Una pellicola che, nelle scene immaginate dal suo protagonista Walter Mitty, si fa beffe dei blockbusteroni di Hollywood, dalle avventure supereroistiche ai melodrammi stile Il curioso caso di Benjamin Button.
L’interprete di Walter Mitty, Ben Stiller, raggiunge nuove impensabili vette di espressività, dimostrandosi finalmente un attore completo, maturo, in grado di sostenere una parte drammatica, capace con uno sguardo di emozionare e tirare fuori dallo spettatore la lacrimuccia, non solo il sorriso come con tutte le sue più grandi hit, da Tutti pazzi per Mary a Ti presento i miei. Oltre che un grande attore, Ben Stiller qui si dimostra fenomenale anche come regista e riesce ad andare persino al di là del suo lavoro migliore, Zoolander.
Poco importa che la storia sia tratta da un romanzo del 1939 e il film sia pure il remake di Sogni proibiti, pellicola del 1947 di Norman Z. McLeod, o che il senso di deja vu nei confronti di un sacco di altre comedy indie più o meno esistenzialiste alla Vero come la finzione accompagni tutta la visione. Persino la colonna sonora è davvero particolare. David Bowie? Cioè, ma non è mai stato usato in nessun altro film prima d’ora! I sogni segreti di Walter Mitty riesce quindi a essere una pellicola del tutto indipendente e originale. Qualcosa di mai visto. Un gioiellino raro. Un incanto. Un sogno a occhi aperti.



La realtà
Hey, Ben?
Ben Stiller?
Sveglia!
Ben?
BEEEEEEEEN?!?
Svegliati, cazzo! Sei in coma?
Certo che quando sei preso dai tuoi sogni, non ti desta più nessuno.
Sei sveglio, adesso?
Ascolta Ben, lo so che con il tuo ultimo film I segreti di Walter Mitty credi di aver realizzato un capalavoro assoluto. La verità, la triste realtà, è però che il tuo può essere al massimo considerato un filmetto carino caruccio, di quelli buoni per passare piacevolmente una serata, ma niente altro. Non c’è niente che non si sia già visto altrove, sviluppato in maniera più efficace. La dimensione sospesa tra sogno e realtà, tra vita di tutti i giorni e avventure incredibili è qualcosa che ha già fatto, in modo parecchio più singolare, un certo signor Charlie Kaufman, ad esempio con le sceneggiature de Il ladro di orchidee o di Se mi lasci ti cancello. Così come la sensazione è di aver visto storie simili anche in Vero come la finzione e Ruby Sparks, condotte però con uno spirito più indie, laddove tu Ben strizzi un po’ troppo l’occhio a quel tipo di commedia commerciale di cui sei uno degli esponenti principali e da cui provi a emanciparti, senza riuscirci del tutto. Mancano qui gli eccessi goliardici di Tutti pazzi per Mary, così come le gag idiote di Ti presento i miei o le bambinate di Una notte al museo, è vero, però non mancano momenti sinceramente imbarazzanti e incomprensibili come la parodia de Il curioso caso di Benjamin Button. Era davvero necessaria? Così come tutta la prima parte, giocata sul contrasto tra la vita monotona da impiegato e le avventure immaginarie nella testa del protagonista sono realizzate in maniera banale, paradossalmente priva proprio di immaginazione. Cosa sogna Walter Mitty? Di essere un supereroe alla Spider-Man… una fantasia per nulla personale, ma solo la fantasia di una mente deturpata dall’industria hollywoodiana e incapace di fare sogni davvero propri.

Più in là, Ben, il tuo film si sviluppa in un’altra direzione. Walter Mitty, impiegato all’archivio dei negativi della nota rivista Life, non riesce a trovare lo scatto che gli ha mandato da sviluppare il fotografo migliore del giornale, un’immagine che dovrà andare sulla copertina dell’ultimissimo numero della pubblicazione, e così si mette a cercarlo. Qui la tua pellicola non prende la strada del giallo-thriller, come si potrebbe immaginare, quanto quella dell’on the road movie. Walter Mitty passa all’improvviso dall’essere un topo d’ufficio al diventare uno spericolato erede di Patrick de Gayardon. Impara così a vivere, a vivere veramente. Ma adesso per vivere veramente bisogna per forza nuotare in mezzo agli squali o andare sull’Himalaya?
Nella tua visione stereotipata della ricerca della felicità, Ben, pare proprio di sì. Tra echi di Into the Wild, non a caso è presente pure Sean Penn, qualche parentesi romantica ma non troppo provocata dall’ammmore del tuo protagonista per la simpatica Kristen Wiig, e persino una partita a pallone come in Mediterraneo, il film non riesce mai a dare l’impressione di avere una personalità sua. Di avere una personalità tua. Affoga in un senso di deja vu perenne.
Pensavi davvero di aver fatto un film originale, Ben?
Sveglia! Ne hanno già girati altri 1000 uguali e pure migliori del tuo.
Ben?
Hey, ce l'ho con te.
BEEEN?
BEEEEEEEN?!?
Sveglia, oh, ma che sei, catatonico?
(voto 6-/10)

lunedì 26 settembre 2011

Damigelle porcelle

Le amiche della sposa
(USA 2011)
Titolo originale: Bridesmaids
Regia: Paul Feig
Cast: Kristen Wiig, Maya Rudolph, Rose Byrne, Melissa McCarthy, Wendi McLendon-Covey, Ellie Kemper, Chris O’Dowd, Jon Hamm, Jill Clayburgh, Matt Lucas, Dianne Wiest, Terry Crews
Genere: spassoso
Se ti piace guarda anche: Una notte da leoni, Magnolia, Molto incinta

L’avevano definito Una notte da leoni al femminile, l’avevano, ma qui più che a una sola notte di troviamo di fronte a un mese da leonesse, o giù di lì, quello che ci vuole per organizzare un matrimonio.
Eh Giacomino si sposa, eh Giacomino si sposa. No, qui a sposarsi è Maya Rudolph, comica del Saturday Night Live attualmente impegnata nella nuova sitcom Up all night in cui è lei a illuminare la scena. Ma in questo film non è lei a brillare di più, nonostante ci regali una scena mica da poco in cui caga in mezzo alla strada vestita da sposa!
Oh yes.
Il “fattaccio” avviene nella scena apocalittica del post-avvelenamento da cibo brasiliano. Immagino che dopo l’uscita di questo film i ristoranti brasiliani abbiano avuto un tracollo, soprattutto negli Stati Uniti, dove la pellicola giustamente è stato il mega successo a sorpresa dell’estate.

Se Maya Rudolph ci regale questo momento magico, le fenomene vere del film sono però le altre due, le damigelle d’onore anzi del disonore, che si contendono il ruolo di BFF (Best Friends Forever) della promessa sposa, a partire dalla prima (di una lunga serie) di scene cult proposte dal film: la sfida nei discorsi commoventi in onore dell’amica. Una vera gara di talento comico da parte di Kristen Wiig (che co-firma anche la sceneggiatura), l’incasinatissima vera protagonista del film, e Rose Byrne (come al solito più che strepitosa!), tutta organizzatissima e perfettina. Tra loro due si scatena una battaglia degna delle migliori (o peggiori) Blog Wars tra Mr. James Ford e me, dove in questo caso io sarei la Rose Byrne di turno. Ok, quest’ultima uscita era un po’ gay, quindi specifico che io sarei la versione maschile di Rose Byrne. Suona ancora gay?
Fanculo!

Spassosissimi anche i ruoli minori, come i figliastri di Rose Byrne (che commentando la partita di tennis della matrigna la sfottono: “Giocano meglio persino nella pubblicità degli assorbenti interni”), o la coinquilina di Kristen Wiig che si rovescia addosso dei piselli per alleviare i dolori causati da un tatuaggio. Mentre l’altro coinquilino è interpretato da Matt Lucas, ovvero il tizio di yeahbutno butyeahbut no della mitica serie Little Britain.
Persino una che ha un ruolo minuscolo, la tizia seduta vicino a Kristen Wiig sull’aereo che le confessa di aver fatto un sogno molto Final Destination la sera prima in cui l’aereo si schiantava, fa morir dal ridere. Sono questi piccoli dettagli che rendono grande una commedia.
Per fortuna l’unica cosa che si schianta non è l’aereo, bensì io, dalla risate.
Il viaggio aereo ne Le amiche della sposa è infatti il viaggio aereo più divertente di sempre. Sì, anche più dell’aereo più pazzo del mondo!

Ma ci sono anche altri piccoli dettagli geniali a impreziosire il tutto: ad esempio Kristen Wiig in casa ha dei ritratti di varie icone della musica country, tra cui Taylor Swift!
Piccolo ruolo, lontano anni luce da Mad Men, per Jon Hamm, che comunque riesce a ritagliarsi una memorabile scena in cui tenta di farsi fare un pompino in auto.
Esilarante poi l’amica cicciottella, interpretata da Melissa McCarthy, ex Sookie di Una mamma per amica e fresca vincitrice dell’Emmy per la sua nuova sitcom Mike & Molly, che qui veste i panni di una tipa rozza come un orangotango giapponese. Dite che non esistono oranghitanghi giapponesi? E che ne sapete, avete visitato voi tutto il Giappone? No? E allora non escludete le cose così a priori per sentito dire. Che poi a dirla tutta, non sono nemmeno così rozzi, gli oranghitanghi giapponesi. Ne ho conosciuto uno, una volta, ed era un perfetto gentleman, o meglio gentlemonkey, quindi ho sbagliato paragone. Diciamo allora che questa tipa è rozza come uno scaricatore di porto, tanto per andare sullo stereotipo più abusato. Ma voi l’avete mai conosciuto uno scaricatore di porto? Io sì, sempre in quel viaggio dopo ho incontrato anche l’orangotango gentlemonkey giapponese, ed era una persona squisita, con cui ho disquisito per ore e ore sul bon ton a tavola: lui sosteneva che il cucchiaino da dessert va tenuto sopra la forchetta con il manico rivolto a sinistra, io a destra. È stato uno dei dibattiti più accesi cui abbia mai partecipato. Alla fine lui ha dovuto cedere, d’altra parte è pur sempre uno scaricatore di porto e non è che possa avere la meglio in un dibattito sul galateo.
Di cosa stavo parlando. Pardon, sono stato maleducato e sono andato fuori argomento. Forse dovrei ripassarmi anch’io il galateo.

E allora torniamo su Le amiche della sposa. Un film con le musiche firmate Michael Andrews, l’autore della soundtrack di Donnie Darko, per me ha già vinto in partenza. E un film con per di più una canzone (Paper Bag per la precisione) di Fiona Apple per me ha già stravinto e di brutto. E al proposito aggiungo una nota curiosa (oddio, magari non per tutti) di gossip: Fiona Apple ha avuto una lunga relazione con il regista Paul Thomas Anderson, quello di Magnolia, mentre adesso lui sta con Maya Rudolph, la sposa del film, da cui ha anche avuto due bambini. Che abbiano deciso di inserire un pezzo di Fiona Apple come premio di consolazione o per fare la bastardata di ricordarle che alla fine è riuscito ad accalappiarlo lei?
Va bene, la smetto qui con ‘sto cazzo di gossip, contenti?


E a proposito di Magnolia… Aperta seconda parentesi, la storia tra la protagonista è il poliziotto mi ha ricordato parecchio quella tenerissima e sofferta tra Melora Walters e John C. Reilly in quel film, piuttosto che qualche solita insipida storiella presente in molte altre commedie sentimentali in circolazione.

E ora vi sparo un’altra piccola curiosità che non interesserà probabilmente a nessuno: il nome della personaggio della protagonista Kristen Wiig nel film è Annie Walker, lo stesso dell’agente della CIA interpretato da Piper Perabo nella serie tv Covert Affairs. Una perla di conoscenza da sfoggiare in tutte le occasioni, non credete? No? Magari in una domanda del Trivial Pursuit vi esce e voi risponderete giusto grazie a me. Ma poi esiste ancora il Trivial Pursuit e, se sì, esistono ancora persone che vi giocano?
La smetto con queste inutili digressioni?
La smetto.

Se nel mio delirio non si era capito, le amiche della sposa è quindi il mio candidato numero 1 come commedia più divertente dell’anno (Breaking Dawn permettendo), mentre questo post è il candidato numero 1 per la maggior media di stronzate sparate per cm quadrato di monitor del PC.
Ma, soprattutto, Kristen Wiig che sull’ala dell’aereo vede una donna del ‘700 con un vestito in stile coloniale, viene arrestata, viene licenziata perché dà della troietta a una cliente ragazzina, si alza prima dal letto per truccarsi e apparire figa la mattina a fianco di Jon Hamm, passa in auto davanti a uno sbirro che si è scopata bevendo prima una bottiglia di birra, poi atteggiandosi da gangsta-rapper e quindi in topless, è la candidata numero 1 a mia eroina personale dell’anno.
Vorrei essere una donna per sposarmi e avere una damigella d’onore come lei. Anche questa frase suonava gay?
Fanculo!
(voto 8/10)

domenica 26 giugno 2011

L’alba degli alieni dementi

Paul
(USA, UK 2011)
Regia: Greg Mottola
Cast: Simon Pegg, Nick Frost, Kristen Wiig, Jason Bateman, Bill Hader, Jane Lynch, Sigourney Weaver, Jeffrey Tambor, Blythe Danner, David Koechner, Jesse Plemons, Seth Rogen (voce originale di Paul)/Elio (voce italiana di Paul)
Genere: fantascienza di seconda mano
Se ti piace guarda anche: Guida galattica per autostoppisti, Evolution, Men in Black, L’alba dei morti dementi, Hot Fuzz

Ok, l’idea è più o meno questa: prendiamo i due protagonisti de L’alba dei morti dementi e li mettiamo in un contesto fantascientifico vagamente alla Spielberg degli anni ’80. È una buona idea, caspita! Peccato anche sia praticamente l’unica idea di tutto il film…
Se la sceneggiatura è affidata al duo di protagonisti Simon Pegg e Nick Frost qui rimasti un pochino a corto di carburante, alla regia questa volta non ritroviamo quel talento folle di Edgar Wright, ultimamente con altri nerd (Michael Cera/Scott Pilgrim) affaccendato, ma il comunque più che valido Greg Mottola autore dello spassoso Suxbad e del bellissimo e sottovalutato Adventureland, altre visioni parecchio nerd-friendly.

Visto che in Italia i film di questa coppia di attori/comici/cazzoni inglesi non sanno come venderli, dopo aver deciso di far uscire Shaun of the Dead con il demenziale titolo L’alba dei morti dementi (che pure io in uno slancione di fantasia ho deciso di riciclare nel mio post), per cercare di commercializzare questo Paul, un alieno animato all’interno di una pellicola con attori in carne ed ossa (stile Chi ha incastrato Roger Rabbit, per farsi capire subito da tutti), i come al solito nostri geniali distributori hanno deciso di prendere un doppiatore celebrity. Questa volta con una mossa sulla carta valida: il grande Elio, quello delle Storie Tese, anziché qualche calciatore improbabile oppure DJ Francesco. Peccato che il doppiaggio di Elio finisca per giocare contro il film, visto che inevitabilmente vengono in mente o lui o Butt-Head (che il cantante per qualche tempo aveva doppiato in maniera memorabile su Mtv) e dunque è difficile associare la voce al nuovo personaggio, già di per sé non poi così memorabile. In originale l’alien è stato doppiato invece da Seth Rogen, il comico preferito dalla cricca di Judd Apatow, e in effetti un po’ della sua tipica idiozia è presente, sebbene l’E.T. abbia una fisionomia più anoressica del corpulento Rogen.

Ma quindi in questo film si ride o non si ride? Se la parte fantascientifica vorrebbe omaggiare come detto la fantascienza degli 80s ma non ci riesce poi molto, anche a livello comico le cose non vanno fortissimo, con alcune scenette che più che ridere fanno cadere le braccia (un’altra parodia del Titanic? Ancora? Awwww, come on!).
A dare una scossa a un copione talmente prevedibile che Pegg & Frost devono aver scritto per passare il tempo tra una proiezione e un’altra al vero Comic Con, ci pensa allora Kristen Wiig, attrice comica del Saturday Night Live già vista in una miriade di commedie americane in ruoli più o meno piccoli e ormai esplosa negli USA grazie al ruolo da protagonista in Le amiche della sposa, sorta di Una notte da leoni al femminile mega successo a sorpresa dell’estate americana e a breve in arrivo anche da noi. In questo Paul, Kristen Wiig è un’adorabile sfigatona di prima categoria, una con un occhiale bendato che vive in una roulotte con il padre fanatico religioso ed è a sua volta una fanatica religiosa a livelli pesanti. Una “ciclope bigotta” che con le sue fissazioni religiose e la sua demonizzazione dell’alieno regala i momenti più divertenti della pellicola. Di lei si innamora subito Simon Pegg (il biondo dei due protagonisti, non il cicciobombo), conquistato dai suoi occhi… pardon dal suo occhio, per una storia d’amore che non so bene perché ma mi ricorda quella tra Giacomino si sposa e Marina Massironi.
Dopo un inizio stentato quindi finalmente il film decolla, o quasi. Non andiamo in orbita nell’iperspazio, diciamo piuttosto che si vola a filo d’erba, però almeno non si sta del tutto a Terra.

Se la colonna sonora non è male, per quel poco che viene usata (in particolare si segnalano “Hello it’s me” di Todd Rundgren e "Another girl another planet" degli Only Ones), a non funzionare molto oltre alla combinata scombinata fantascienza + comico è Jason Bateman, con quella faccia da Chandler Bing che si ritrova è un cattivo ben poco credibile, mentre come elemento positivo ci metto dentro un’attitudine politically scorrect tipicamente inglese e soprattutto una sentita Santa anti-religiosità. Peccato che l’umorismo anziché far ghignare come quello de L’alba dei morti dementi questa volta giri più dalle parti di Men in black. Per chi avesse dubbi in proposito: non è un complimento.
E allora tornatene pure sul tuo pianeta, Paul, che qui sulla Terra non hai dato fastidio, ma neppure hai lasciato ‘sto grosso segno.
(voto 6+, dove il + è per la battuta: “Denti? Dove stiamo andando non c’è bisogno di denti”)

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