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sabato 27 ottobre 2012

Morte fai da te? No Alpeis tour? Ahi ahi ahi

Avete visto Kynodontas?
Non vi ricordate se l’avete visto o meno?
Impossibile. Se l’avete visto, lo sapete di certo. Che vi sia piaciuto o vi abbia infastidito, di certo non vi avrà lasciati indifferenti. Kynodontas è un film greco tra i più disturbanti e allo stesso tempo geniali degli ultimi anni. Ci presentava una tipica famiglia come tante: padre, madre, due figlie e un figlio. Solo che non era esattamente la famigliola del Mulino Bianco e i figli non venivano trattati in maniera tanto normale, visto che erano isolati dal mondo e allevati come fossero animali. Una metafora dei regimi dittatoriali, oppure una semplice dimostrazione di sadismo?
Qualunque fosse la risposta, Kynodontas era ed è un film indimenticabile, che ti segna, ti marca nel profondo, ed è assolutamente consigliato. Ma certo non quando avete voglia di una visione leggera e disimpegnata.
Il nuovo film di Giorgos Lanthimos, la mente malata che si cela dietro a Kynodontas, deve quindi inevitabilmente stare a confrontarsi con l’illustre predecessore. E come ne esce?
Se avete intenzione di cimentarvi nella visione della pellicola, attualmente disponibile in rete soltanto in lingua originale greka con sottotitoli in italiano, è meglio che non sappiate nulla. Se invece volete rovinarvi la sorpresa o non avete intenzione di vedere il film, potete continuare a leggere.

Alpeis
(Grecia 2011)
Titolo internazionale: Alps
Regia: Giorgos Lanthimos
Cast: Aggeliki Papoulia, Johnny Vekris, Aris Servetalis, Ariane Labed, Stavros Psyllakis, Erifili Stefanidou
Genere: malato
Se ti piace guarda anche: Kynodontas, Kinetta, Il grande capo

ATTENZIONE SPOILER
La storia è forse ancora più malata e deviante di quella rappresentata in Kynodontas. I protagonisti sono un gruppo di tizi che decide di mettere in piedi un’attività molto particolare, chiamata simbolicamente Alpeis, poiché i monti alpini si reggono l’uno con l’altro: per alleviare il dolore per la perdita di una persona cara, loro si propongono come “sostituti” del defunto. In pratica, rimpiazzano in tutto e per tutto la persona morta.
Se facessero lo spot pubblicitario, potrebbe essere: “Morte fai da te? No Alpeis? Ahi, ahi ahi.”



Il modo in cui compiono questa sostituzione è però molto meccanico, con la ripetizione sempre delle stesse frasi e delle stesse azioni, e se immaginate una cosa già di suo deprimente, questo è ancora più deprimente di quanto potreste mai immaginare. Sebbene a tratti il loro comportamento sfoci nel ridicolo e altre volte semplicemente nel noioso.
Alpeis parte quindi da uno spunto geniale come e forse più di quello presentato in Kynodontas. A livello cinematografico, il film risulta però meno efficace. Nonostante lo stile adottato dal malvagio Lanthimos sia simile, non ha la stessa potenza visiva e le scene non hanno la stessa forza. Se con Kynodontas poi il comportamento della famiglia protagonista poteva essere lo spunto per varie riflessioni politiche e sociali, in questo caso il tema della morte, che poteva far nascere spunti ancora più forti, è affrontato in maniera sì provocatoria, però non si va molto al di là (termine quanto mai azzeccato) di questo.
Interessante e non del tutto approfondita anche la tematica della personalità. Lanthimos gioca come un Pirandello sadico a togliere l’identità ai suoi personaggi: nel precedente Kynodontas i figli erano pupazzi nella mani di un padre burattinaio, qui i personaggi annullano loro stessi per diventare alter-ego di persone scomparse da poco. In un simile gioco perverso possiamo leggere una riflessione sul cinema, sul ruolo degli attori nell’interpretare una parte. Le riflessioni scattano quindi anche qui, ed è questo il bello delle folli pellicole del regista greco. A vederle fanno male, sono un pugno allo stomaco. Ma a ripensarci sono delle opere davvero complesse, sfaccettate e profonde.


Alpeis è una visione interessante, parecchio interessante, eppure sembra quasi come se Lanthimos dopo Kynodontas si sia trovato “obbligato” a fare qualcosa di ancora più estremo. Il greco maligno c’entra l’obiettivo di essere disturbante e provocatorio come soltanto pochi altri registi al mondo riescono a essere, mi vengono in mente Michael Haneke e Lars Von Trier. Adesso resta da capire se il suo particolarissimo lavoro di provocazione riuscirà ad elevarsi più in alto delle Alpi, oppure se Kynodontas è destinata a essere la sua opera più rappresentativa e il vertice della sua, chiamiamola così, “poetica”.
Per il momento, questo Alpeis appare come una pellicola transitoria, ancora molto legata al film precedente, vuoi per la presenza della fenomenale Aggeliki Papoulia come protagonista, vuoi perché i momenti più emotivamente forti anche qui sono rappresentati dalle scene di danza, che però non toccano i vertici del sirtaki andato a male di Kynodontas.
Alpeis ha quindi la “colpa” di arrivare dopo un capolavoro tanto geniale quanto riuscito e riesce a sua volta ad essere geniale, ma non altrettanto riuscito.


Da uno spunto del genere, quello dell'impresa che sostituisce i morti, mi immagino già che negli Usa possano tirarne fuori una intera serie tv, un incrocio tra un Six Feet Under più malato e un Ghost Whisperer meno sentimentale. Alpeis invece va di cattiveria pura, sebbene non sfrutti la strepitosa idea fino in fondo, con una rappresentazione che si incarta un po’ nella ripetitività. Resta comunque un’opera da vedere per farsi del male, cinema per nulla d’intrattenimento ma di “disturbamento”. Sapevatelo.
(voto 7+/10)

Post pubblicato anche su L'orablu.


martedì 19 giugno 2012

EURO BLOG WAR - Secondo tempo

"Vai Cannibal!"

Prosegue la partita tra il sottoscritto Cannibal Kid e il mio blogger-enemy Ford.
Questa volta il campo di scontro scelto è quello degli Europei 2012.

Abbiamo selezionato apposta per voi adorato pubblico sugli spalti due squadre composte da attori e registi provenienti dai paesi partecipanti alla competizione calcistica.

Ieri abbiamo assistito al primo spento tempo della Euro Blog War sfida, con gli sbadigli provocati dall’11 messo in campo dal Mister più scarso del mondo cinematografico e calcistico: Mister James Ford. Una selezione parecchio scarsina, passata sul terreno di gioco senza lasciare alcuna traccia visibile.

Oggi invece ci si diverte, con una formazione cannibale imprevedibile e tutta orientata all’attacco. Pronta a scardinare il catenacciaro fordino fordiano e a conquistare il pubblico pagante. E pure quelli entrati di straforo.

Ecco a voi i miei 11 calciattori-registi.


"Chi non salta un fordiano è, è!
1 Roman Polanski, Polonia (Rosemary’s Baby)
Cannibal Kid In porta, un uomo che è abituato a difendersi, visti i numerosi attacchi personali subiti, sia per l’assassinio della moglie Sharon Tate compiuto dai seguaci di Charles Manson, sia per la famigerata questione dello stupro. Questione che ha fatto rimanere Roman Polanski agli arresti domiciliari, quindi ormai è abituato anche agli spazi stretti e lo vedo quindi bene a stare tra i pali. Inoltre, il polacco è un regista di grande esperienza e sicurezza e queste sono doti molto utili per un portiere.
Nell’ambito della sua lunga carriera, il polansko ha spaziato molto tra vari generi, ma di certo l’ambito in cui se la cava meglio è la costruzione della tensione e Rosemary’s Baby è un saggio sull’argomento. Ford, non fartela sotto, mi raccomando ahahah!
Per quanto sia del 1968, Fordmary è un film estremamente moderno, costruito su dialoghi fitti, movimenti di macchina avvolgenti, un crescendo della suspance pazzesco che oggi va molto, si vedano ad esempio i film di Ti West, il Tarantino di Bastardi senza gloria o anche una serie come Breaking Bad. Attualissima anche la tematica satanico-stregonesca che troverà poi grande fortuna da L’esorcista in poi fino a tutti i vari cloni di oggi.
Un capolavoro moderno capace di mettere al rogo tutti i classici passatissimi proposti dal satanico Ford Manson.
Mr. James Ford Nonostante l'ottima scelta cinematografica, Polanski risulta vecchio anche più del vecchio cowboy Ford e del finto giovane e già spompatissimo - e troppo pompato - Ti West, che starebbe bene giusto come raccattapalle in fondo alla rete cannibalesca.
Un ultimo baluardo dedito al gioco del nascondino che ben poco potrà fare per opporsi agli attaccanti fordiani.

Una povera vittima degli scontri tra tifosi fordiani e cannibali.
2 Giorgos Lanthimos, Grecia (Kynodontas - Dogtooth)
CK A ficcare i tacchetti canini sugli sterili attaccantini fordiani, ci pensa un terzino davvero tosto e bastardo: Giorgos Lanthimos, autore di uno dei film più sorprendenti e allucinanti degli ultimi anni, il greco Kynodontas.
Guardando una pellicola del genere, la Grecia almeno da un punto di vista cinematografico appare tutt’altro che in crisi. L’unica crisi è quella di Ford. Quella di mezza età? No, quella della terza età! uahahah
JF Un terzino destro arcigno e cattivo, Lanthimos, che nonostante la buona volontà rischierà giusto di lasciare in dieci la già provata compagine targata Cucciolo Eroico con la sua eccessiva dose di violenza.
E considerate le contestazioni all'Ucraina vessatrice canina, già prevedo quelle rispetto al Giorgios persecutore felino.
CK Tranquillo, Ford, che Lanthimos non verrà espulso. Ho fatto un telefonata a Moggi e mi ha detto che all’arbitro ci pensa lui…

"Dopo questa, voglio staccare la testa pure a Ford!"
3 Juan Antonio Bayona, Spagna (The Orphanage)
CK Dall’affascinante e vitale scena horror spagnola, ecco una super chicca che giusto un super pirla come Ford può non apprezzare.
The Orphanage è un horror profondamente umano, con la rara dote all’interno del genere di raccontare una storia magnifica, fantasiosa e persino commovente. E poi qualche brivido lo mette anche e tiene a distanza gli attaccanti sempre più neutralizzati della formazione di un coach Ford che non sembra pronto per la serie A cannibale.
JF Il coach Ford, ben saldo in panchina con la sua fedele bottiglia - anche vice allenatrice -, ride di un terzino sinistro piuttosto debole, ben lontano dalle meraviglie del suo compatriota Del Toro, che con Il labirinto del fauno si sarebbe mangiato il povero Bayona, orfano del talento degli attaccanti avversari.
CK Bottiglia di cosa? Di acqua santa per fare i tuoi riti scaramantici da Trapattoni di serie Z? Nemmeno quelli possono salvare la tua squadra dalla sconfitta…
JF Penso opterò per il rhum, che viene anche buono nel caso si concludesse la partita con una bella rissa in campo. Tu sei pronto a qualche molotov fordiana?
CK Certo, radical Ford!



"Nella squadra cannibale si sta come in Paradiso!"
4 Ingmar Bergman, Svezia (Persona)
CK Un regista difficile da penetrare che è una garanzia per la difesa cannibale e che incredibilmente mette d’accordo sia me che Ford. Potere svedese, credo, e l’IKEA non c’entra niente.
Tra le sue perle, la mia scelta è ricaduta su Persona, un film pazzesco, letteralmente pazzesco. Un’opera intricatissima costruita in pratica tutta su due personaggi e sulle loro menti. Non un thriller in senso stretto, eppure una visione tesissima. A livello visivo poi è enorme, ricca di invenzioni e con un uso del b/n ai massimi livelli. Oserei dire in una delle mie solite dichiarazioni megalomani che con questo film il bianco e nero ha raggiunto il suo apice assoluto. E oserei anche dire che Mr. Ford con la sua lista ha raggiunto un nuovo apice assoluto di pretenziosità, con tutti i suoi registucoli e filmucoli che giusto lui e pochi altri sciagurati hanno visto.
JF Il potere svedese di Bergman e della sua lanterna magica non si discute, tanto che, come un novello Pirlo cinematografico, lo svedese per antonomasia del Cinema riesce a mettere d'accordo il milanista Ford e lo juventino Cannibale. Potere svedese, anche più tosto di quello di Grayskull!

5 Lars Von Trier, Danimarca (Le onde del destino)
CK Coppia di centrali rocciosi e indecifrabili, Von Trier e Bergman non fanno nemmeno avvicinare il per nulla fortissimo ma solo fordissimo (e non è un complimento) attacco rivale.
E se qualcuno prova a passare, quel bastardo di Lars è pronto a spezzargli immediatamente le gambine!
Von Trier conferma con Le onde del destino la sua cattiveria in quello che forse è il suo capolavoro assoluto, in mezzo ai suoi tanti, facendone passare di tutti i colori alla povera Emily Watson.
Con un filmone del genere, c’è poco da fare per la spenta compagine fordiana. È scritto nelle onde destino che l’11 cannibale vinca senza problemi!
JF Nonostante Le onde del destino sia indiscutibilmente un ottimo film - il mio secondo favorito nella classifica dedicata a Von Trier -, lo stesso è anche segno del tempo che è passato trasformando un regista incredibilmente promettente in un pazzo megalomane dalle ambizioni divine, e non sto parlando del Cannibale.
Rischio grosso per il coach Katniss, che vedrà ben presto la sua squadra ridotta in nove con la seconda espulsione di seguito.
CK Secondo preferito? E il primo qual è, Antichrist? aaahahah
Nonostante la protezione di Moggi, Von Trier verrà comunque di certo espulso come persona non grata. Non prima però di aver decimato gli omini fordiani con i suoi graditi fallacci. Ed essersi divertito un mondo a farlo!

"Dai ragazzi, che battere Ford sarà una passeggiata!"
6 Francois Truffaut, Francia (I quattrocento colpi)
CK In cabina di regia della formazione cannibale, il regista per eccellenza, le metteur en scène, Francois Truffaut. Con lui a orchestrare il gioco, tutto è più facile per il cannibal team.
I quattrocento colpi è un esempio di cinema totale, una storia di formazione messa in scena in maniera strabiliante e fantasiosa da Truffaut e con il suo titolo è perfetto anche come punteggio: Cannibal - Ford 400 a zero.
JF I quattrocento colpi del genio di Truffaut verranno sgominati senza troppi complimenti dagli arcigni centrocampisti di Frontiera della squadra cowboy, pur se con un velo di malinconia per un talento come pochi del Cinema sprecato in una squadra di primedonne guidata dalla primadonna per eccellenza, il mister Cannibalinho.

"Schhh Ford, 11 rane a zero e a casa!"
7 Danny Boyle, Inghilterra (Trainspotting)
CK Sulla fascia, la velocità di Danny Boyle. Talento discontinuo, capace di grandi colpi così come di partite meno riuscite, è comunque in grado di stupire sempre, sia in positivo che in negativo. Nonostante gli Oscar dati al carino ma comunque sopravvalutato The Millionaire, la sua pellicola migliore è, e probabilmente resterà sempre, Trainspotting. Film simbolo degli anni ’90, imitatissimo, con una colonna sonora più che strepitosa, attori in formissima, una rappresentazione del mondo dei tossici ironico, divertente e privo di moralismi. Un treno in corsa che non può essere fermato dai registi statici di coach Ford, per cui di rapido prevedo solo un imminente esonero.
JF Ennesima scelta rischiosa del mio avversario, che pare anche nel disporre la sua formazione avventato almeno quanto il suo nome ci ricorda ogni giorno.
E come ogni adolescente finirà per vivere un brutto risveglio, quando i supplementari spezzeranno il fiato di un regista con ottimi numeri incapace, però, di reggere alla distanza.
Una partita di 127 ore, il buon Boyle, non riuscirà a giocarla neppure se fatto come un cavallo ed inseguito da una mandria di zombies assatanati.
CK Ma perché, ti credi di arrivare ai supplementari? Nonostante il tuo gioco catenacciario, la rischiosa formazione cannibale a fine primo tempo t’ha già messo sotto 7 – 0!
JF Di certo non ci arriva Boyle, che sarà più ubriaco di me già al fischio d'inizio, da buon anglosassone! Ahahahahaha!

"Scusa Cannibal, non so a chi ti riferisci: Ford chiii?
Io non gli ho mai parlato in vita mia..."
8 Filippo Timi, Italia (La doppia ora)
CK Sull’altra fascia corre la concretezza di Filippo Timi, talento raro del cinema italiano, un attore come Dio comanda, uno dei nostri rari interpreti che vedrei bene anche all’interno di qualche produzione internazionale. Per il momento intanto ha lasciato il segno in una serie di pellicole italiane. Su tutte, la mia preferita è La doppia ora, thriller teso e affascinante, che davvero ben poco ha a che fare con il resto della scena italiana. Ma per riuscire a recuperare lo svantaggio, alla squadra di Ford non basterebbero nemmeno una doppia ora, figuriamoci 90 minuti. Arbitro, vai pure di triplice fischio, che la vittoria è già tutta cannibale!
JF Con Filippo Timi ho chiacchierato più di una volta, un tipo simpatico e alla mano, ironico ed interessante. Peccato che sia costretto dalla sua timidezza ad un guscio che lo lascerà intrappolato sulla linea mediana, un pò come un film che, rispetto ad altri interpretati dal promettente attore - uno su tutti, Vincere -, risulta davvero poca roba.
Un pò come il team Cannibale.
CK Ed ecco Ford in versione amico dei VIPs con i suoi aneddoti gossippari. Guarda che non siamo nello studio del Grande Fratello, Mr. James Signorini. Qui si parla di calcio e di cinema. Campi su cui faresti meglio a non mettere piede, ma guardare dalla tribuna. Sempre che i teppisti come te li facciano ancora entrare…
JF Ho ottenuto un permesso speciale solo per poterti battere direttamente dal Gran Visir di This is England, capo supremo degli hooligans. E non ti basteranno i tuoi piccoli cops bastardi senza gloria, per fermarmi!

"Guardate, io per non sentir più le scemenze
di Ford me ne vado nello spazio!"


9 Michael Fassbender, Germania/Irlanda (Shame)
CK Punta d’attacco solida, l’attore tedesco naturalizzato irlandese è pronto a infilare tutte le palle che gli capitano nella porta fordiana. Chi avesse dubbi in proposito si vada a vedere quel gran filmone che è Shame, in cui Fassbender mostra tutte le sue doti. Recitative, naturalmente. Cos’altro vai pensando, maliziosissima Jane Forda?
JF Eh, la Shame è una brutta bestia. Ti sorprende quando meno te lo aspetti, anche quando sicuro di certe doti entri in campo senza pantaloncini.
Si prospettano momentacci per il buon Fassbender - pure bravo, per carità -, soprattutto a seguito di quest'ultimo film in cui nonostante le sue dimensioni artistiche tutto pare fermarsi alla superficie. Un pò come lo sterile attacco Cannibale, che resterà inchiodato allo zero sul tabellino.
CK Sei tu che ti fermi alla superficie, perché il film di McQueen dietro a una magnifica cornice visiva riflette benissimo la società attuale come pochi altri film. Shame on you, Ford!





"Wow, la formazione cannibale è davvero esaltante!"
10 Valérie Donzelli, Francia (La guerra è dichiarata)
CK La fantasista della squadra cannibale è Valèrie Donzelli, giovane talento emergente del cinema francese, autrice di uno dei film più emozionanti e imprevedibili degli ultimi tempi, una pellicola sul cancro che a sorpresa riesce anche a far ridere. Girato con un sacco di spunti e idee, La guerra è dichiarata è una dichiarazione di guerra al cinema convenzionale e conservatore tanto amato da Ford.
La donzella è una regista e attrice già capace di enormi prodezze e pronta con i prossimi film a stupire ancora di più. Un acquisto eccellente per il team cannibale anche in prospettiva futura, con Ford che invece è capace solo a guardare al passato. O alla serie B, serie B, serie B!
JF Un numero dieci giovane e a sorpresa, nonostante la presenza del veterano Truffaut.
Non ho ancora visto il film e non mi pronuncio in merito, ma l'impressione è che la buona Donzella sia un pò gracilina per la conservatrice - di risultati e reti inviolate - difesa del fortino made in Fordland.
La prossima volta la buona Valerie dovrà valutare bene con il suo agente rispetto alla squadra da scegliere.
CK Il team cannibale sorprende sempre! Al contrario del prevedibile, e facilmente annientabile, modulo fordesco vecchio stile. Ah, Ford, non so se lo sai, ma rispetto ai tuoi tempi hanno introdotto la regola del fuorigioco. Dillo ai tuoi difensori, anche se ormai è troppo tardi! ahahah

"Cassano? Fortuna che la testa l'ha usata per segnare.
Per parlare, invece, mi sa che usa un'altra parte del corpo. Come Ford..."
11 Mila Kunis, Ucraina (Il cigno nero)
CK Nello scoppiettante tridente cannibale, Mila Kunis è pronta a sfruttare ogni distrazione della difesa fordiana grazie alla sua accecante bellezza e talento. Danzando come un cigno nero tra le file lente dei difensori messi in campo a casaccio dal mio blogger rivale, regala l’ennesima rete ai Galacticos cannibali. Per quanto strepitosa nel film di Aronofsky (pure lui di origini ucraine), anche lei è da tenere d’occhio in prospettiva futura. Mentre di nero per Ford e i suoi tristi 11 non c’è il cigno, ma solo il futuro.
JF Mila Kunis, per quanto messa in campo con lo scopo unico di distrarre la compagine avversaria volteggiando nel letto con la sua compagna di merende Natalie Portman, verrà facilmente soffiata via come una piuma - di cigno, ovviamente - dalla granitica difesa blaufordiana, asserragliata per difendere i colpi di genio dei suoi gaudieschi attaccanti. Bye bye, merengues.
CK Bye bye, scarpones!

venerdì 8 giugno 2012

Euro 2012 cannibale al via

Oggi iniziano gli Europei di calcio, lo sapete. Quello che non sapete è che inizia anche l’Europeo cannibale, ovvero una guida particolare alle partite da un punto di vista non solo o meglio non tanto calcistico, a quello ci penseranno benissimo le trasmissioni Rai (come no?), quanto da una prospettiva socio-cul-turale. Mi avventurerò quindi in giro per l’Europa per scovare band, registi, attori, attrici, gnocche, chicche o schifezze varie musicali e cinematografiche da ogni paese partecipante, e farò scontrare le nazioni basandomi su fattori ben poco sportivi.

Cannibal Kid: «Curiosi? »
Lettori cannibali: «ASSOLUTAMENTE NO! »
Cannibal Kid: «Perfetto, questo è lo spirito giusto! »

Senza indugiare oltre in soporiferi commenti marino-bartolettoleschi (quest’anno, ti prego Dio del calcio, fa che non sia più presente in studio!), andiamo a scoprire le partite di oggi.
Si inizia subito alla GRANDE, con un big match atteso da tutti: Polonia – Grecia.
Wow, come resistere a una partita del genere?

Gruppo A
Polonia – Grecia
Ore 18:00

Polonia
Una delle squadre di casa. L’altra è l’Ucraina. Evitiamo commenti su quanto siano sfigati questi due paesi da non riuscire a organizzare da soli un Europeo, e forse nemmeno un torneo di briscola. Scherzo, sono due nazioni grandiose.
La Polonia, ad esempio, vanta una rigogliosa scenona musicale…
No? Niente?
Ah, sì, un gruppo decente c’è. Si chiamano Myslovitz e fanno un pop-rock non malvagio.


Ho detto "non malvagio", non ho detto che sono fenomenali. Il loro tiro viene quindi neutralizzato.

Da un punto di vista cinematografico, due nomi svettano su tutti: Krzysztof Kieślowski, autore del Decalogo e della trilogia colorata Film blu, Film bianco e Film rosso (confesso di non averli mai visti) e poi un certo Roman Polanski.
E voi che pensavate che in Polonia non facessero pellicole degne di nota…
Beh, in effetti a dirla tutta Polanski per realizzare i suoi film è dovuto emigrare prima in Francia e poi negli Usa e poi di recente in Svizzera per famigerate vicende personali. Quindi è un bel tiro per la Polonia, però parato.
Come bellezza più o meno locale, segnalo l’attrice Chloe Sevigny, americana ma di madre polacca, protagonista della nuova serie Hit & Miss, che mette a segno un gol per la Polonia.

"Gol io? Ma se non so neanche cos'è, il calcio."
Grecia
Come risponde la Grecia in crisi alla corazzata (più o meno) polacca?
Con il cinema e alla grande. Non credo di aver visto migliaia di film greci, ma sicuramente uno mi è rimasto impresso. E non può non rimanere impresso: mi riferisco a Kynodontas di Giorgos Lanthimos. Una pellicola devastante, disturbante e geniale come poche. Direi che per la Grecia è un golasso.
A livello musicale, non tirano fuori un gruppo degno di nota a livello internazionale dai tempi degli antichi greci, o forse dagli anni ’60, quando spaccavano gli Aphrodite’s Child con la voce particolarissima di Demis Roussos. Ecco la loro super classica “Rain and Tears”. Sempre bella, eh, però non abbastanza da infilarsi in rete.


Come bellezza locale la Grecia può vantare… la tipa de Il mio grosso grasso matrimonio greco, Nia Vardalos?
Mmm, direi che possiamo trovare di meglio, anche se non è che ci sia poi tutta ‘sta scelta. Alla fine diciamo allora Anna Mouglalis, metà francese e metà greca, vista nel film Romanzo criminale. Bella pupa dal fascino criminale, ma il suo tiro non va a segno.


Risultato cannibale: Polonia – Grecia 1 – 1
Grecia catenacciara, che va a fare un gol bastardo in contropiede grazie al film capolavoro Kynodontas, pareggiando così la rete di Chloe Sevigny.

Gruppo A
Russia – Repubblica Ceca
Ore 20:45

Russia
Togliamoci subito il dente cariato: il cinema russo. Così, a pelle, non sono un suo grande sostenitore. Il fatto poi che sia adorato dal mio blogger nemico Mr. Ford (attualmente in vacanza, forse proprio in Siberia) me lo fa detestare ancor di più.
Di certo, nel passato ci sono stati grandi innovatori nell’arte cinematografica come Ėjzenštejn, quello di quella cagata pazzesca della Corazzata Potemkin, Tarkovskij, quello di Solaris, Stanislavskij, quello del metodo recitativo e Vertov, quello del cineocchio Kinoglaz.
Tra i nomi di oggi c’è invece Aleksandr Sokurov, regista del sopravvalutatissimo vincitore al Festival di Venezia 2011, Faust. Sì, pure questo un’altra cagata pazzesca!
Per quanto mi riguarda, non ci siamo. Anzi: autogol.
Come attrice, però, ci piazzo dentro Ksenija Rappoport, straordinaria protagonista dell’incredibilmente riuscito thriller italiano La doppia ora. Ed è un gol per la Russia, che auto pareggia così subito i conti.

Vediamo a livello musicale che combinano i colbacchi.
A livello musicale-musicale magari niente di eccezionale, però al momento spopolano le Serebro, autrici di uno dei più probabili tormentoni europei e forse mondiali dell’estate 2012: Mama Lover. Musicalmente come detto non un granché, ma a livello di gnoccaccine segnano un gran gol per la Russia, che si porta così in vantaggio 2 a 1. Incredibile amici!


Come gnocca locale, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Nell’indecisione, alla fine vada per Irina Shayk, modella nota anche come tipa (e forse futura moglie) di Cristiano Ronaldo, che segna così un altro goal per le Russian. Attenzione: 3 a 1.


Repubblica Ceca
Il cinema ceco (non ho detto cieco, specifichiamo, visto che il cinema cieco non avrebbe molto senso, sarebbe come... la radio?) vanta un gran nome: Milos Forman, il regista specializzato in biopic come Larry Flynt, Amadeus e Man on the Moon, ma autore pure di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Ultimamente però non è che abbia realizzato cose fenomenali, quindi per la Repubblica Ceca c’è solo un palo.
Gnocca ceca: tralasciando la Sederova Seredova, ormai abituata a scommettere solo sugli Azzurri con il marito Buffon, spunta fuori Eva Herzigova, un tempo supermodellova, oggi un po’ passata di mova moda. Per lei tiro deviato in calcio d'angolo.


Tra le artistesse musicali, troviamo Markéta Irglová, la tipa del film Once. Ha dalla sua qualche canzoncina carina, ma il suo tiro è troppo debole persino per arrivare in porta.


Risultato cannibale: Russia – Repubblica Ceca 3 – 1
La Russia fa il bello e il cattivo tempo contro una squadra ceca spenta. A segno Ksenija Rappoport, le Serebro e Irina Shayk, che rimediano all’autogol iniziale di Sokurov.

martedì 18 gennaio 2011

Le interpretazioni cult del 2010

Le migliori interpretazioni dell’anno? No, solo quelle che personalmente ho trovato più cult (qualunque cosa questa parola possa significare)

10. Bruce Willis, videoclip “Stylo” dei Gorillaz
Bruce Willis che fa il Bruce Willis. Sempre il migliore.


9. Luis Tosar, Cella 211
Malamadre, leader-idolo della rivolta carceraria nello spagnolo Cella 211.


8. Bill Murray, Benvenuti a Zombieland
Il suo cameo in Zombieland è breve (se no che cameo sarebbe?), ma memorabile.


7. Heather Morris, Glee
Guardandola in maniera superficiale, la cheerleader Brittany di Glee è una tipa stupida. Ma guardando più in profondità è genialmente stupida.


6. Aggeliki Papoulia, Kynodontas
L'attrice con il nome più pazzesco dell'anno nella scena più pazzesca interpretata quest’anno nel film più pazzesco visto quest’anno.


5. Orsetto Lots-O, Toy Story 3
Non fatevi ingannare dalle sue morbide apparenze, Lots-O è il personaggio più totalmente bastardo dentro della saga di Toy Story, forse dell’intera produzione Pixar tutta. Per questo è il mio preferito.


4. Sylvie Testud, Lourdes
Ottimo film, Lourdes. Ma a spiccare è soprattutto la protagonista Sylvie Testud, costretta su una sedia a rotelle e poi miracolata. Perlomeno fino a che non sente “Felicità” di Albano & Romina…


3. Janelle Monae, videoclip di “Tightrope”
Che stile. Cazzo, che stile.


2. Robert Sheehan, Misfits
Un serio (sebbene serio non sia proprio il termine più appropriato) pretendente al titolo di personaggio più divertente di tutti i tempi e non solo in tv. Signore e signori: Robert Sheehan, alias Nathan Young della serie tv britannica Misfits.


L’equivalente odierno di Molly Ringwald nelle pellicole anni ’80 di John Hughes. Anzi, è ancora meglio. Un mito immediato.

mercoledì 12 gennaio 2011

I miei film dell'anno 2010 - n. 5 Kynodontas - Dogtooth

Kynodontas - Dogtooth
(Grecia)
Regia: Yorgos Lanthimos
Cast: Christos Stergioglou, Michele Valley, Aggeliki Papoulia, Mary Tsoni, Hristos Passalis, Anna Kalaitzidou
Genere: peggio dell’horror
Se ti piace guarda anche: The Village, Il nastro bianco, Il giardino delle vergini suicide, Elephant

Il film non è (ancora) uscito in Italia

Trama semiseria
Due genitori, due figlie e un figlio. Una famiglia normale che vive in una splendida villa con un enorme giardino. Che simpaticoni. Peccato che i genitori tengano i figli reclusi all’interno dei confini della casa, allevandoli come animali, facendo “accoppiare” il figlio maschio una volta a settimana con una zoccola che rappresenta l’unico contatto con il mondo esterno, attribuendo alle parole tabù un significato nuovo (“zombie” indica un fiore giallo, mentre “fica” diventa un tipo di lampada). Perché fanno ciò? Ognuno può avere la teoria che vuole, ma secondo me è per vincere il premio di genitori dell’anno.

Pregi: con un impianto narrativo semplice ma ricco di invenzioni e trovate geniali, ispira profonde riflessioni socio-politiche e, almeno a me, persino religiose. Un’opera greca estrema, radicale, dura, agghiacciante e molto potente in grado di sconvolgere in vari momenti e di sollevare accesi dibattiti. È il classico film che fa discutere e riflettere. Non distribuirlo in Italia (non ancora almeno) è un crimine paragonabile a quello commesso dai genitori del film.
Difetti: diciamo che se volete passare una serata tranquilla e spensierata, guardatevi qualunque pellicola ma non questa.

Scena cult: il balletto in stile Flashdance allucinato delle figlie
Canzone cult: “Fly me to the moon” del loro “nonno” Frank Sinatra

Leggi la mia RECENSIONE


lunedì 14 giugno 2010

La vita anestetizzata (Kynodontas)

Kynodontas – Dogtooth
(Grecia, 2009)
Regia: Giorgos Lanthimos
Cast: Christos Stergioglou, Michele Valley, Aggeliki Papoulia, Mary Tsoni, Hristos Passalis, Anna Kalaitzidou

Kynodontas significa dente canino.
Due genitori non tanto a posto tengono segregati all’interno dei confini della loro mega villa i loro figli: due ragazze e un ragazzo (più un misterioso altro figlio riuscito a fuggire via). Li tengono al sicuro dal mondo esterno. Da cosa di preciso non è dato sapere, visto che sesso & violenza non sono comunque banditi all’interno della casa.
Ad esempio il ragazzo, in una visione un tantinello maschilista del mondo, lo fanno “accoppiare” regolarmente una volta a settimana con una tipa esterna. Dico “accoppiare” perché questi genitori più che “crescere” dei figli li “allevano” come fossero animali e perché il sesso è qualcosa di puramente meccanico e fisiologico. Nessun coinvolgimento, nessuna passione. In questo film vedrete le scene di sesso più fredde che possiate immaginarvi. Quanto alla violenza, i genitori non si fanno certo problemi a darle di santa ragione ai figli.
Come divertimento, i ragazzi si inventano dei simpatici giochi: si sfidano a chi toglie il dito per ultimo da un rubinetto d’acqua calda, a chi si sveglia prima dopo aver preso un anestetico e in tv possono guardare unicamente video di riprese di loro stessi che non fanno nulla di minimamente interessante.
I dialoghi sono fatti di nulla. I ragazzi che vivono in questo ambiente “protetto” (il padre dice loro che se usciranno dalle recinzioni della casa finiranno sbranati da una feroce belva: un gatto!) sembrano usciti dalla serie tv Dollhouse e conducono una vita totalmente anestetizzata, da cui un giorno potranno uscire: la regola del padre è che saranno “maturi” per andare a vivere nel mondo esterno solo quando gli cadrà un dente canino.

In questo film c’è una evidente metafora politica, con una descrizione sottile e intelligente delle tecniche di lavaggio del cervello tipiche dei regimi totalitari. Ma io sottolinerei come anche le religioni agiscano in una maniera decisamente simile, attribuendo significati puramente arbitrari a cose & situazioni, tanto quanto un pensiero dittatoriale. Una riflessione sul concetto delle regole, delle imposizioni sociali, delle costruzioni mentali, su quello che ci dicono e prendiamo per vero (The Village di M. Night Shyamalan in questo ha fatto davvero scuola) in cui ognuno di noi è libero di vederci quello che vuole.
Però c’è anche qualcos’altro che secondo me il regista vuole dirci. Il sesso non è proibito, ma sono proibite le emozioni. libri non sono proibiti ai ragazzi, ma sono solo libri di scienza & medicina. Non ci sono storie, non c’è fiction. I film sono severamente banditi; c’è una scena chiave in cui la ragazza esterna che si “accoppia” con il ragazzo dà alla figlia dei film (Rocky, Lo squalo, dalla scena di ballo verso il finale capiamo che forse le ha dato pure Flashdance). Quando il padre lo scopre si incazza di brutto. Questa è secondo me una delle chiavi della pellicola: quando si eliminano la fantasia, la cultura, il potere dell’immaginazione, che vita resta?

Il film è girato con uno stile rigoroso quanto le regole date dal padre ai figli: inquadrature fisse, senza movimenti di macchina, a voler definire un mondo statico e immutabile. Non a caso le uniche, brevissime, riprese in spalla coincidono con dei fugaci barlumi di libertà.
Uno sguardo freddo che mi ricorda il Gus Van Sant di Elephant e soprattutto Michael Haneke: Funny Games (per la fotografia luminosa e la follia che si insinua in un’ambiente apparentemente paradisiaco), Niente da nascondere (per le riprese statiche), Il nastro bianco (per le implicazioni politiche). Ma dentro c’ho trovato anche l’assurdità di voler rinchiudere i figli, in un eccesso di protezione che sfocia in malattia pura, de Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola. Possono venire in mente anche i casi veri di reclusione da parte dei genitori (Natascha Campusch, Joseph Fritzl) ma il film va veramente ben al di là di un racconto da cronaca nera, perché oltre alla geniale intuizione iniziale, la grandezza di quest’Opera greca la si vede nei dettagli: una figlia a tavola chiede alla madre di passarle il telefono e questa le passa la saliera. Perché? Perché i genitori hanno sostituito il significato di alcune parole che potrebbero risultare ambigue o difficili da spiegare: “zombie” così è per loro un fiore giallo e “fica” una lampada particolare. Quando la figlia dice: “Andiamo a sentire nonno cantare”, il padre fa partire “Fly me to the moon” di Frank Sinatra. E poi la scena di ballo verso il finale: imperdibile.

Giocato splendidamente sul contrasto tra una fotografia accesa, un’atmosfera ovattata, quasi paradisiaca e una realtà inquietante, davvero davvero inquietante. Non è un horror, ma difficilmente si esce dalla visione senza esserne sconvolti e agghiacciati. C’è veramente da stare male a guardare questo film, eppure è imperdibile.
Una delle pellicole più potenti e incisive che mi sia mai capitato di vedere: un canino che si insinua dentro la pelle.
(voto 9+)

Un film vincitore della sezione Un Certain Regard a Cannes 2009 e di 5 oscar greci, consigliato dall’amico blogger Robydick, interpretato magnificamente e che ci segnala un nuovo grande Autore di cinema: Giorgos Lanthimos. È solamente uno dei film più significativi degli ultimi anni, ma questo non sembra essere abbastanza per farlo uscire in Italia.
Link per scaricarlo:
Sottotitoli italiani: QUI

Dopo la visione, potete trovare altre riflessioni interessanti sul film in questo sito. Anche se dopo questa pellicola è altamente raccomandata una commedia oppure una passeggiata all’aria aperta. In un posto senza recinzioni.

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