“A modo suo era un grand'uomo… Ma che importa quello che si dice di un morto?”.
Così parlo Marlene Dietrich ne L'infernale Quinlan. E così questo post potrebbe già chiudersi.
Invece no. Orson Welles, da lassù, dovrà stare a sentire cosa abbiamo da dire su di lui e su quello che è forse il suo film più celebre dopo Quarto potere, L'infernale Quinlan.
(USA 1958)
Titolo originale: Touch of Evil
Regia: Orson Welles
Sceneggiatura: Orson Welles
Ispirato al romanzo: Badge of Evil di Whit Masterson
Cast: Charlton Heston, Janet Leigh, Orson Welles, Marlene Dietrich, Joseph Calleia, Akim Tamiroff, Valentin de Vergas, Joanna Moore, Dennis Weaver, Ray Collins, Zsa Zsa Gabor
Genere: noir
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Chissà se Orson Welles adesso si trova in Paradiso o all'Inferno. Io dico che, se Dio ne capisce qualcosa di cinema e non sta tutto il tempo a rimbambirsi di cinepanettoni, un posto nel Paradiso dei grandi della settima arte gliel'avrà riservato. Insieme a lui probabilmente ci sono Stanley Kubrick, che sta studiando un difficoltoso adattamento della Divina Commedia di Dante, i fratellini Lumiere che sostengono di aver inventato anche la app Periscope, Alfred Hitchcock che ci prova con tutte le starlette morte presenti, James Dean e Marilyn Monroe che si scattano selfie in continuazione e poi c'è l'ultimo arrivato, Robin Williams, che con le sue gag cerca di far ridere tutti, persino quel musone di Marlon Brando che, da quando è arrivato in Paradiso, si è messo a ferrea dieta ed è tornato il bello e dannato di un tempo, quello che per contratto deve sempre rimanere con il volto corrucciato e non può mai ridere. Ma prima o poi Williams ce la farà a farlo cedere, magari con l'aiuto di Charlie Chaplin.