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sabato 2 marzo 2013

LA RECENSIONE STRONZA


Oggi è comparsa nella blogosfera una nuova recensione della mia raccolta di racconti "L'ultima estate di Joan e altri racconti".
Non posso quindi fare a meno di segnalarvela e consigliarvi di leggerla.
Chi l'ha scritta?
Jenny De Cicco, la blogger di Un, due, tre, stronza...
Sarà stata davvero stronza?

A voi il piacere di scoprirlo leggendo la sua recensione QUI, e nel frattempo approfitto anche per ricordarvi che, se proprio ci tenete, potete scaricare gratuitamente e in pochi istanti la mia raccolta di racconti QUI.



mercoledì 24 ottobre 2012

L'ultimo autunno di Joan

Visto che alcuni lettori mi hanno segnalato problemi nello scaricarlo dal sito di Lulu, vi propongo ora il download semplice della mia raccolta di racconti "L'ultima estate di Joan e altri racconti".
Basta andare QUI e clickare sulla scritta grande a destra "DOWNLOAD NOW" e il gioco è fatto. Non bisogna registrarsi, né altro. Semplice e indolore.
Se vi va, quindi, potete scaricarlo gratis e in pochissimi secondi.
Non vorrei creare aspettative esagerate, ma questo libro è persino meglio di Cinquanta sfumature di grigio. Non aggiungo altro.
Buona lettura!


martedì 10 luglio 2012

L'ultima estate di Elle

Buongiorno, signori e signore.
Comunicazione di servizio: la blogger Elle ha scritto una recensione, o meglio una non-recensione come lei stessa preannuncia, del mio libro L'ultima estate di Joan e altri racconti.
Curiosi di sapere cosa ne pensa? Tra una riflessione sui po**ini (mi tocca censurare le parolacce perché se no Blogger mi ca**ia) e l'altra, potete leggerla sul suo blog Lo spirito nella casa.
E, se lo volete, potete recuperare anche le recensioni di Affari nostri e del mio blogger-nemico Mr. James Ford.

Io, nel frattempo, tanto per non sbagliare vi ricordo che potete scaricare GRATIS l'ebook de "L'ultima estate di Joan e altri racconti" QUI


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Mentre se invece preferite avere la versione cartacea per le mani, e magari leggervelo sotto l'ombrellone, potete ordinare il libro al prezzo scontato di € 7,80 QUI

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Buona lettura e buona ultima estate. Ultima solo per Joan, si spera.

giovedì 5 luglio 2012

L'ultima estate di Ford

Mr. James Ford, il mio acerrimo eterno blogger rivale, ha letto il mio libro "L'ultima estate di Joan e altri racconti".
Volete sapere quali sono state le sue impressioni?
Volete sapere se, e quanto, l'ha detestato?
Volete sapere se l'ha massacrato completamente?
Volete sapere se mi ha bottigliato come Lars Von Trier o Terrence Malick?
Per scoprirlo, vi invito ad andare a leggere il la recensione sul suo blog.

Vista l'occasione, ne approfitto per ricordarvi che potete scaricare GRATIS l'ebook de "L'ultima estate di Joan e altri racconti" QUI

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Se invece preferite avere la versione cartacea tra le vostre manine, potete ordinare il libro al prezzo scontato di € 7,80 QUI

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Perché che estate è, senza L'ultima estate di Joan?


giovedì 21 giugno 2012

L’estate gratis di Joan

Regalo di inizio estate su Pensieri Cannibali: il mio primo libro “L’ultima estate di Joan” a partire da oggi è scaricabile gratuitamente in versione ebook.
Dopo un breve periodo di sfruttamento commerciale, mi sembrava giusto renderlo disponibile a tutti for free. Quindi...

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Per chi ci tenesse ad averlo tra le mani in versione cartacea, il libro "fisico" è ordinabile al prezzo super scontato di € 7.80.

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Ma chi o cosa è “L’ultima estate di Joan”?
Nel caso vi foste persi i post promozionali precedenti, vi ricordo che è una raccolta composta da 21 racconti di vario genere, dal thriller all’horror, dalla commedia al dramma, arrivando fino alla fantascienza, tutti scritti dal sottoscritto Marco Goi aka Cannibal Kid.

L’ultima estate di Joan, la title-story, è il racconto di un gruppo di ragazzini tedeschi che vanno per la prima volta in vacanza senza genitori, al sole della Costa Brava. Ma all’interno della raccolta troverete una moltitudine di altre storie, vite, personaggi: nerd alle prese con cheerleader zombie, un tamarro alle prese con la notte prima degli esami, lavoratori precari, padri che riescono a comunicare con i figli solo in particolari condizioni, un’Apocalisse, un racconto di Natale e uno di Halloween, nani, giganti, un villaggio di freaks, una prostituta minorenne, un tarlo che vive in uno stomaco e la storia vera di… un brufolo.
E poi vi sono anche le vicende immaginarie di alcuni personaggi liberamente ispirati a personaggi realmente esistenti: un certo politico imprenditore di nome Silvio, la politica (?) showgirl Mara, la mamma killer Anna Maria, la cantante problematica Amy, la sexy attrice Jessica e persino un Jesus in versione adolescenziale.
E… molto altro ancora.
Insomma, prendete e leggetene tutti.

(grazie ancora a tutti quelli che hanno acquistato, scaricato e anche pubblicizzato, promosso, parlato del libro sul loro sito, blog, pagina Facebook, Twitter o altro e a quelli che lo faranno!)

domenica 6 maggio 2012

La prima recensione di Joan

L’ultima estate di Joan” è il mio primo libro. Una raccolta di 21 racconti entusiasmante (si spera) che potete acquistare QUI in versione cartacea al prezzo di € 13.00

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oppure in versione ebook a € 1.99 QUI.

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Fine della marketta?
Fine della marketta.
E ora spazio a un estratto dalla prima recensione del libro, scritta dal blogger Affari nostri:

Nel complesso si tratta di racconti che affrontano in maniera simpatica, grottesca, ma anche realistica alcune situazioni che interessano maggiormente i ggiovani. Vedi ad esempio una gita con gli amici, una notte prima degli esami meno Mocci(a)osa, la creazione ad hoc di alcune cheerleder, la lotta ad armi pari con un brufolo.
L'autore si diletta, però, anche in racconti più riflessivi, trattando argomenti importanti come il rapporto genitore-figli; la solitudine ancora più pressante nei giorni di festa; il problema delle paure, degli attacchi di panico; il problema di una generazione confusa e allo sbando che non ha ormai più voglia di lottare per niente, che si accontenta di poco, il necessario per arrivare decentemente a fine mese.
(Affari nostri, voto 7)

Per leggere il resto dell’acuta e illuminante recensione, comprese le (legittime) critiche avanzate, vi invito a fare un giro dalle parti del blog di Affari nostri.

Ultimo, ma non ultimo, un ringraziamento anche agli altri blogger che hanno dato spazio al mio libro con le loro promo personali. Un big big blog thanx quindi a CheRotto (pure autore della copertina della raccolta), Pupottina, SailorFede, Luigi 87 e anche a BlackSwan che ha pubblicato il banner del libro sul suo blog!

martedì 24 aprile 2012

I racconti del cannibale

Marco Goi “L’ultima estate di Joan e altri racconti”
(Raccolta di racconti, 2012)

UPDATE: Potete scaricare l'ebook GRATIS (SCARICA GRATIS)

Genere: commedia, drama, thriller, horror, fantascienza
Pagine: 201
Prezzo libro copertina morbida: € 13.00 prezzo scontato € 7.80 (COMPRA)
Prezzo libro copertina rigida: € 21.10 prezzo scontato € 14.77 (COMPRA)
Prezzo ebook: € 1.99 GRATIS (SCARICA)
Se ti piace leggi anche: Bret Easton Ellis, Chuck Palahniuk, Enrico Brizzi, Federico Moccia (uahahah!)
Acquistabile su Lulu.com: versione libro (a copertina morbida o rigida) e scaricabile in versione ebook

Questa non è una recensione. Questo è uno spudorato consiglio per gli acquisti.
È arrivato il mio primo libro e potete comprarlo online ORA!
Si intitola “L’ultima estate di Joan e altri racconti” e, come si può facilmente evincere dal titolo, si tratta di una raccolta di racconti. 21 racconti, per essere precisetti.
Il genere? Si spazia dal thriller all’horror, dalla commedia al dramma, arrivando fino alla fantascienza.
Una lettura (si spera) divertente ma anche con qualche momento più o meno serio. Una lettura fresca e variegata. Una lettura insomma perfetta per l’estate. Ma non solo.

L’ultima estate di Joan, la title-story, è il racconto di un gruppo di ragazzini tedeschi che vanno per la prima volta in vacanza senza genitori, al sole della Costa Brava. Ma all’interno della raccolta troverete una moltitudine di altre storie, vite, personaggi: nerd alle prese con cheerleader zombie, un tamarro alle prese con la notte prima degli esami, lavoratori precari, padri che riescono a comunicare con i figli solo in particolari condizioni, un’Apocalisse, un racconto di Natale e uno di Halloween, nani, giganti, un villaggio di freaks, una prostituta minorenne, un tarlo che vive in uno stomaco e la storia vera di… un brufolo.

E poi vi sono anche le vicende immaginarie di alcuni personaggi liberamente ispirati a personaggi realmente esistenti: un certo politico imprenditore di nome Silvio, la politica (?) showgirl Mara, la mamma killer Anna Maria, la cantante problematica Amy, la sexy attrice Jessica e persino un Jesus in versione adolescenziale.
E poi? Molto altro ancora. Il tutto naturalmente in pieno stile cannibale e con copertina e immagini promozionali stupendamente realizzate dall'amico CheRotto dei blog OsirisicaOsirosica e L'ora blu.

Come assaggino, potete leggervi il racconto breve Come nevicava
e la parte prima di L’ultima estate di Joan.
Il consiglio (più o meno) disinteressato è però quello di acquistare il libro.
Potete trovarlo e su Lulu.com ed è disponibile in ben 3 versioni:
- Libro a copertina morbida: € 13.00 prezzo scontato € 7.80 (COMPRA)

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- Libro a copertina rigida: € 21.02 prezzo scontato € 14.77 (COMPRA)

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- Ebook per leggerlo su computer e tablet vari: € 1.99 GRATIS (SCARICA)

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Naturalmente vi sarei infinitamente grato se parlaste di questa uscita sui vostri blog, pagine Facebook, Twitter, siti vari, ad amici, famigliari o magari anche agenti letterari ed editori, se proprio vi capita.
Sono poi gradite recensioni del libro. Anche stroncature. Dopo tutte le critiche a volte anche pesanti che ho fatto a film, telefilm, dischi e personaggi vari su questo blog, in fondo una bella stroncatura come si deve me la merito tutta!





lunedì 31 agosto 2009

L'ultima estate di Joan (episodio 1)

Il mio nuovo racconto/miniserie in 4 episodi. Ecco il primo...

1. Il sogno
Il ricordo più nitido che ha di quell’estate è il suo ultimo sogno. Ancora c’è l’ha ben impresso in zucca. Da allora non riesce più a ricordare ciò che sogna. Certe volte non ha nemmeno la minima sensazione di aver dormito. È come se, dal momento in cui chiude gli occhi, il suo cervello si sintonizzasse sul canale AV della tv. Quando si alza dal letto, vagamente più riposato di quando ci si era disteso, guarda nella tazza del caffè e ci vede dentro lo stesso entusiasmante nero AV.
Da bambino però sognava. Uh, faceva di quei sogni! Le sue erano piccole sceneggiature già belle pronte per essere girate da Steven Spielberg. Sognava di alieni pacifici, di animali parlanti, di supereroi che avevano perso i loro superpoteri, di nuovi sport che nessuno aveva ancora praticato, di campi di grano attraversati dal vento in primavera. E soprattutto, sognava di essere al mare. Circondato da un’enorme distesa di acqua che riusciva a dominare sopra la sua tavola da surf.
Nell’ultimo sogno che ricorda di aver fatto era ancora una volta lì. Svettava in mezzo alle onde del mare inquieto e tutti lo guardavano ammirato. Il sole gli splendeva sui capelli biondi e su quel fisico asciutto, rachitico potremmo quasi definirlo, che sembrava essersi fuso in un tutt’uno con la tavola. Quand’ecco che all’improvviso il cielo si oscurava. Nuvole nere si accoppiavano andando a partorire lampi minacciosi. Il mare impazziva e riuscire a surfarci sopra stava diventando una missione impossibile. Un cavallone enorme si stava formando all’orizzonte e anche se nel sogno lui era un grande, anzi il più grande surfista di tutto il mondo, quell’onda anomala andava al di là di ogni capacità umana. Così cercava di spostarsi più velocemente che poteva. Cercava di sfuggirgli, ma il cavallone gli era già lì sopra la zucca e l’unica cosa che poteva fare era cercare di tenergli testa. La sua tavola filava diritta per qualche metro, sperando in una fuga. Ma era un’illusione. L’onda cresceva sempre più fino a far di lui un sol boccone.
Ricorda ancora la sensazione di non avere più respiro, di fuggire senza muoversi di un millimetro, di provare a stare a galla quando è impossibile stare a galla. Ricorda ancora il suo corpo disteso sul bagnasciuga mentre gli amici e il bagnino provavano a rianimarlo. Vedeva la scena dall’esterno ed era come se non lo riguardasse. Come se lì a terra senza vita ci fosse qualcun altro. Il bagnino proseguiva con la normale procedura di rianimazione, anche se sapeva che non c’erano più speranze. Tutti erano già rassegnati, quand’ecco a un tratto che il cadavere apriva i suoi occhi azzurri tornando dal mondo dei non-vivi. È allora che si è svegliato di soprassalto tutto sudato. Quello è l’ultimo dei sogni che riesce a ricordare.
Aveva sognato il mare quella e molte altre volte prima, da bambino, ma i suoi genitori nel crudo mondo reale non ce lo avevano mai potuto portare: “Siamo troppo impegnati col lavoro,” si giustificavano. Aveva bisogno di vacanze, vacanze vere, non quelle noiose nella casa in campagna dalla nonna dove il tempo non passava mai. Delle vacanze vere dovevano avere il sole, il mare ovviamente, e delle risate. Tutto quello che aveva avuto erano invece state solo le nuvole, la pioggia (è sempre acqua, d’accordo, ma mica ci si può surfare sopra) e dei gran musi lunghi. Quell’estate Mitch, Franklin e gli altri della compagnia andavano come al solito in colonia insieme alle suore. Meta: la Costa Brava spagnola. E bravi. Lui in colonia insieme alle suore non c’era mai stato perché i suoi erano, e ahimè sono ancora, Mormoni. Tutti gli anni chiedeva loro se ci poteva comunque andare e tutti gli anni riceveva come risposta un: “Non sei abbastanza grande,” che poi era la risposta che i suoi genitori davano a tutte le sue richieste.
“Posso giocare a Grand Theft Auto?”
“Non sei abbastanza grande.”
“Posso guardare The L Word?”
“Non sei abbastanza grande.”
“Posso uscire con Lily?”
“Non sei abbastanza grande per uscire con le ragazze.”
“Siamo solo amici.”
“Non sei abbastanza grande comunque. Te lo diciamo noi.”
“Ma nemmeno ancora le sono venute le sue cose…”
“Michael, basta! Tanto, già lo sai: NON SEI ABBASTANZA GRANDE!”
Michael però quell’estate doveva andare in Spagna. Doveva vedere il mare a tutti i costi, non poteva più rimandare. Ne andava di mezzo la sua vita.
“Mamma, papà… Posso andare in colonia questa estate?” chiese.
“Michael?” lo illusero loro.
“Sììììì?” fece lui con gli occhioni azzurri pieni di speranza.
“NON SEI ABBASTANZA GRANDE!”
Quasi si mise a piangere. Poi pensò che era ora di dimostrar loro che era un uomo, o almeno quasi un uomo. Per la prima volta, decise eroicamente di ribattere: “Ho 14 anni. E questo è l’ultimo anno in cui le suore ti lasciano partecipare alla colonia. A meno che non sei un ritardato mentale, naturalmente. Quindi mamma e papà cari, quest’anno sì: IO SONO ABBASTANZA GRANDE!” Il padre nei giorni successivi se ne stava tutto sorridente e con il petto all’infuori come un galletto. Segretamente orgoglioso di quello scatto d’impeto virile del figlioletto che aveva sempre considerato una checca persa. E dopo lunghe e melodrammatiche discussioni, riuscì infine a convincere la moglie a lasciarlo andare: “Va con gli amici, Anne. Si divertirà un mondo.”
“Copriti, mi raccomando,” gli intimò la mamma appena prima di partire, stampandogli con un bacione tutto il rossetto sulla fronte.
“Mamma, ma d’estate in Spagna ci saranno almeno 40 gradi…”
“E tu copriti lo stesso, che non si sa mai.” Poi si rivolse al marito: “Caro? Non credi sia ora di fare a tuo figlio quel discorso?”
“Quale discorso?” chiese lui seccato. La moglie l’aveva distratto dalla parata di culetti minorenni. Le compagne di colonia del figlio intente a salire sull’autobus stavano sfilando sotto i suoi occhi e lui avrebbe voluto solo stare lì ad ammirarle con un pacco maxi di popcorn in una mano e una birra ghiacciata nell’altra. Senza essere disturbato.
“Il discorso sul sesso, no?” fece la moglie petulante. “Le ragazzine di oggi sanno essere molto sveglie e provocanti…”
“Lo so, cara. Lo so benissimo,” cercò di spostare, senza successo, il suo sguardo dai culetti minorenni alle palle degli occhi della consorte. “Ma ho visto nostro figlio in bagno l’altra sera e non credo riesca ancora a infilare quel cosino da qualche parte. Non è ancora…” finalmente guardò la moglie fissa negli occhi, quindi concluse: “Non è ancora abbastanza grande.” Tutti e due scoppiarono in una fragorosa risata sotto gli occhi increduli del figliuolo: “Papà… Mamma… Sono qui davanti a voi! Non potreste almeno aspettare che me ne sia andato?”
Fu un attimo di debolezza. Subito i due tornarono al loro contegno genitoriale con un simultaneo quanto finto colpo di tosse. Fu allora che la suora-capo gridò: “Tutti a bordo,” anche se quella non era una nave ma un misero pullmino di quelli solitamente usati per trasportare i disabili. Immediatamente dopo spinse dentro gli ultimi ragazzini, dividendo Michael dall’abbraccio materno. Fino a che il pullman non diventò solo un puntino giallo perso nel cielo di Monaco, lei se ne stette a sventolare il suo fazzolettino bianco, mentre il marito continuava a suonare il clacson: “Andiamocene di qua, Anne. Michael è partito. Andato. Finalmente. Sono tre quarti d’ora che te ne stai lì ad agitare quel coso nel nulla. È pure sporco: mi ci ero appena soffiato il naso. Ed ho un terribile raffreddore.”
Ma torniamo in presa diretta sul giovine Michael, che se ne sta lentamente salendo i gradini del pulmino e si guarda intorno alla ricerca disperata di un posto libero. In fondo ci sono Michael e Franklin che stanno facendo gli scimpanzè, le ragazze davanti mostrano la linguaccia alle spalle delle suore, Kristin & Holly attaccano la doppia presa delle cuffie nell’iPod per poter cantare insieme le canzoni di Miley Cyrus. E poi c’è Joan che è seduta come al solito tutta sola intenta a leggere Dostoevskij.
“Chi è Joan?” vi state chiedendo. Come “Chi è Joan?”
Joan è LA RAGAZZA PIU’ BELLA DEL MONDO e Michael si sta dirigendo proprio verso quel posto vuoto proprio per sederlesi accanto. Proprio ora.
I suoi tentativi di sistemare lo zainetto nel vano sopra la testa falliscono miseramente, chè lui è troppo basso e fino a lassù non ci arriva. In suo soccorso giunge una suora caritatevole che gli ripone lo zaino tra le risate e gli scherni di Mitch e Franklin: “Sfi-ga-to” e “Cre-ti-no,” tossiscono balbettando. “Co-co-coc-co-di-suora,” fanno anche, imitando le galline.
Risolto in qualche modo il problemino bagaglio a mano, Michael si mette finalmente comodo accanto a Joan, emettendo anche un “Aaaah” di sollievo. Joan lo fissa stupefatta mentre fa il suo “Aaaah” di sollievo, così lui in risposta a quello sguardo le sorride. Lei continua a fissarlo ma il suo sguardo da incredulo si fa gelido.
“E tu?” gli chiede. “Tu da dove cazzo sei sbucato fuori?”
Michael non si fa scoraggiare da questo inizio non esattamente dei migliori. Lui è un tipo che non si fa mai scoraggiare. Pensate ai genitori che si ritrova: se fosse uno che si fa scoraggiare sarebbe semplicemente fre-ga-to.
“Piacere, sono Michael,” gli risponde gentile, porgendogli la sua manina.
Lei ignora la manina e continua a fissarlo torva.
“Credi davvero che adesso io ti dirò il mio nome, tappo?” se la sghignazza.
Lui abbassa lo sguardo. Ecco, forse adesso un po’ scoraggiato lo è. Povero!
“Tanto lo sai già come mi chiamo, ne sono sicura.” Ora Joan si apre in un bel sorriso. “Te lo sarai scritto su tutte le tue mutandine e magari ti sussurri il mio nome nel buio della cameretta mentre la mano ti scende lì sotto,” dice guardandogli i pantaloncini accompagnando le parole a una risatina maliziosa. “Quindi no, non te lo dirò come mi chiamo e quella tua mano sudicia, Santo Cielo!” La sua espressione si fa schifata: “Io preferisco non toccartela.”
Michael arrossisce fino a diventare paonazzo e mette da parte, almeno per il momento, l’idea di chiacchierare insieme a lei per tutto il viaggio in modo da approfondire reciprocamente la propria conoscenza e avere uno scambio di opinioni amichevole e sincero. Come in quei film americani dove di solito il ragazzo figo di turno conosce la ragazza dei suoi sogni e tra loro lentamente nasce un bellissimo, profondo, eterno legame.
Quello che Joan aveva appena detto, a dire il vero, non è che si allontanasse molto dalla realtà. Voglio dire, non la parte delle mutandine, Cristo Santo! Quella è una cosa che solo le ragazze possono fare. Ma sul resto c’aveva preso in pieno. Lui naturalmente sapeva già come lei si chiamava. Joan, che dolce nome. Chi non lo conosceva nella sua scuola? Chi non lo sussurrava toccandosi sotto le coperte appena rabboccate dalla mammina?
Dopo qualche ora di viaggio nel più totale e religioso silenzio, Michael riprende un pochino di quel coraggio che da sempre lo contraddistingue. Si mette a sbirciare la copertina del libro su cui gli occhi di Joan non hanno mai smesso un secondo di andare veloci da sinistra a destra, dall’alto in basso, riga dopo riga, mentre le ruote dell’autobus sotto di loro stanno macinando kilometri su kilometri.
“D-O-S-T-O-E-V-S-K-I-J” prova a leggere Michael, prima sillabando le lettere una ad una, infine tutto d’un fiato: “Dostoevskij”. Non ricorda questo nome nel programma di libri che la signorina Tinger aveva dato da leggere per l’estate. Lui che da quella lista aveva depennato a fatica I viaggi di Gulliver, prima di tornare a immergersi nella lettura dei suoi amati Harry Potter.
“Di cosa parla il libro che stai leggendo?” le chiede stufo del silenzio. Non importa se lo insulterà o se lo deriderà (cosa invero alquanto probabile). Qualunque cosa sarebbe stata meglio di quell’infinito mortale silenzio.
Lei emette un sospiro, seccata per l’interruzione, poi gli spara veloce come una rapper: “Parla di un uomo cattivo, coso. Un uomo malato, profondamente malato, prodotto di una società malata che non può essere salvato da niente e da nessuno…”
“Scusa se te lo dico,” la interrompe Michael. “Ma il tuo libro secondo me non ha alcun senso.”
“Ah no, tappo?” Joan adesso sembra realmente incuriosita da quell’ometto che le siede a fianco. “E perché, di grazia?”
“Perché tutti possono essere salvati,” e gli fa l’occhiolino (o forse strizza l’occhio solo come reazione alla polverina appiccicosa che Mitch da dietro gli ha appena gettato in testa).
Joan gli sorride, ma per la prima volta il suo non è un sorriso sarcastico. È un sorriso vero, come vere sono le vacanze che stanno facendo, tutti insieme. Le risate ci sono, adesso mancano solo il sole e il mare.

(fine prima puntata)
Le altre puntate sono presenti nella mia prima raccolta:
L'ultima estate di Joan e altri racconti
ora ordinabile su Lulu.com


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