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domenica 25 agosto 2013

SAFE HAVEN, L’ULTIMO DRAMMA NICHOLASSPARKSTICO




Vicino a te non ho paura – Safe Haven
(USA 2013)
Titolo originale: Safe Haven
Regia: Lasse Hallström
Sceneggiatura: Dana Stevens, Gage Lansky
Tratto dal romanzo: Vicino a te non ho paura di Nicholas Sparks
Cast: Julianne Hough, Josh Duhamel, David Lyons, Cobie Smulders, Irene Ziegler, Mimi Kirkland, Noah Lomax
Genere: nicholassparkstico
Se ti piace guarda anche: Hart of Dixie, La memoria del cuore, I passi dell’amore, The Last Song, Dear John, Ho cercato il tuo nome

Diffidate dalle imitazioni. Non è una vera storia di Nicholas Sparks se non ci sono:

✞ Qualcuno malato o morto di cancro.

✞ Drammatici incidenti in auto e/o in barca.

✞ Mogli morte o figli ammazzati o fidanzati in guerra o genitori in fin di vita o tutte queste cose insieme.

✞ Una lacerante e melensa storiona d’amore.

✞ Ragazzini che parlano e si comportano come adulti, ma in realtà sono dei bimbiminkia totali.

"Pescato qualcosa? Non so, magari qualche spettatore boccalone?"

✞ Ambientazione in una cittadina stile Capeside di Dawson’s Creek, di quelle che nella realtà non esistono.


✞ Pseudo attorucoli provenienti dal mondo della musica. In Safe Haven, la cantante country e ballerina Julianne Hough, diventata celebre per aver vinto ben due edizioni di Ballando con le stelle USA (stica!), va a raccogliere il testimone dalla Mandy Moore de I passi dell’amore, dalla Miley Cyrus di The Last Song e dallo Zac Efron di Ho cercato il tuo nome.

"Questa scena l'avete inserita soltanto per farmi mettere a 90°, vero?"

✞ Il manzo del momento. In Safe Haven, il marito della cantante dei Black Eyed Peas Fergie, al secolo Josh Duhamel, raccoglie il testimone dallo Shane West de I passi dell’amore, dal Ryan Gosling de Le pagine della nostra vita, dal Channing Tatum di Dear John, dal Liam Hemsworth di The Last Song e dal già citato Zac Efron de Ho cercato il tuo nome.


✞ Una colonna sonora talmente sdolcinata da poter provocare un attacco immediato a un diabetico, così Nicholas Spark è contento perché c’è un dramma in più.

✞ Personaggi con un passato misterioso e tormentato.

✞ I buoni che non sono buoni, sono buonisti, e i cattivi che non sono cattivi sono mega cattivoni micidiali, in questo caso il pessimo David Lyons della pessima serie Revolution.

"Dopo Revolution, un film da Nicholas Sparks? Il mio agente mi odia davvero!"

✞ Un regista mercenario professionista in pellicole ruffianissime. In Safe Haven ritorna lo svedese Lasse Hallström, evidentemente non pago della precedente esperienza con Dear John.

✞ Almeno una scena romantica in barca.


✞ Almeno una scena romantica sotto la pioggia che regala ai protagonisti un amore d'altri tempi, anziché un raffreddore d'altri tempi.


✞ Una (non più di una) scenona di sesso iperpatinato in cui non si intravedono manco un pelo pubico o mezzo capezzolo (se no è peccato).


✞ La frase “I love you” ripetuta una dozzina di volte.

✞ Drammi, drammi e ancora drammi.

✞ L'immancabile morale cattolica.

✞ Qualcuno malato o morto di cancro, l’ho già detto?

Nicholas Sparks mentre fa una faccia furba.
Safe Haven non è un’imitazione. Rientra in pieno all’interno del tipico dramma nicholassparksitico e non è nemmeno tra i peggiori. L’ultimo con Zac Efron era stata una mazzata insuperabile. Non rientra nemmeno tra i migliori, forse perché non esistono drammi nicholasparkstici migliori.

Perché continuo a guardare film tratti da Nicholas Sparks?
Perché Nicholas Sparks è la mia nemesi. Lo odio talmente tanto da conoscere la sua opera in maniera profonda. E pensare che manco ho mai letto un suo Harmony romanzo, ma mi limito a studiare le pellicole spiritate dai ispirate ai suoi libri. Know your enemy è il mio mantra. Devi conoscere il tuo nemico, per disprezzarlo sul serio. E io lo Sparks lo disprezzo perché le sue storie sono piene di momenti troppo palesemente ruffiani e strappalacrime, oltre che di buoni sentimenti, e spargono una profusione assurda di romanticismo a buon mercato.
Però non riesco nemmeno a stargli lontano e così mi sono avventurato pure in questo ultimo Safe Haven, tratto dal romanzo uscito in Italia con il penoso titolo Vicino a te non ho paura.

A differenza delle solite storielle sparkstiche, a questo giro c’è l’aggiunta di una componente thriller. Roba da rimanere senza fiato.
La protagonista Julianne Hough è una giovane donna accusata di omicidio. Un detective le dà una caccia spietata, ma lei riesce a fuggire e a trovare rifugio nella più classica cittadina costiera americana. Qui non la conosce nessuno, probabilmente perché qui nessuno l'ha vista in Ballando con le stelle o in Rock of Ages, e così si può rifare una vita, trovando anche l’amore con Josh Duhamel, padre di due bimbi e vedovo. Naturalmente vedovo, perché se no che storia sparkstica era?
Il resto ve lo potete immaginare da soli, che non ci va una grande fantasia a capire dove Nicholas Sparks andrà a parare. Nella solita love story stucchevole, ecco dove, fino a che il passato della ragazza non ritornerà a galla…

Motivi ragionevoli per vedere questo film?
La protagonista Julianne Hough.
Julianne Hough è una grande figa?
SIIIIIIIIII’
Julianne Hough è una grande attrice?
NOOOOO
Say OOOOOH…
OOOOOH!
Say OOOOOH-OOOOOH…
OOOOOH-OOOOOH!!


Altri motivi per guardare Safe Haven, a meno che non siate scatenati fan o – come me – scatenati detrattori del Moccia americano, non ne vedo. A parte farvi del male, molto male, con un drammone prevedibile in tutto e per tutto, tranne che per un inaspettato e terrificante finale. Davvero terrificante, peggiore persino di quanto ci si potrebbe aspettare. Se non vi sono cadute le palle durante le due ore precedenti, con la scena conclusiva vi abbandoneranno definitivamente. Bye bye, balls!
Nicholas Sparks, vicino a te io ho paura.
(voto 4/10)


sabato 20 aprile 2013

SEDUTA DALL’IPNOTISTA


Uno spettatore dopo i primi minuti di visione del film.
L’ipnotista
(Svezia 2012)
Titolo originale: Hypnotisören
Regia: Lasse Hallström
Sceneggiatura: Paolo Vacirca, Lasse Hallström
Tratto dal romanzo: L’ipnotista di Lars Kepler
Cast: Mikael Persbrandt, Tobias Ziliacus, Lena Olin, Jonatan Bökman, Helena af Sandeberg, Anna Azcarate, Eva Melander
Genere: thriller nordico
Se ti piace guarda anche: CSI, Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco, La regina dei castelli di carta

Cannibal, si deve sforzare. Provi a ricordare cos’è successo. Cosa stava facendo quando hanno cominciato ad accoltellarla?
“Prima che mi capitasse questo poco piacevole inconveniente, avevo cominciato a vedere un film. Mi pare. Sì, un film svedese. Non ricordo il titolo…”
Minchia! Doveva essere proprio un filmone di quelli memorabili. Cannibal, ora cerchi di dirmi di cosa parlava. Almeno di questo se ne ricorda?
“Mmm… è la storia di una famiglia che viene massacrata. Padre, madre, figlia. Il figlio invece sopravvive, ma rimane in coma. E poi pare che ci sia una sorellastra, da qualche parte. Insomma, è una di quelle tragedie da sogno per un giornalista di Studio Aperto.”
Uh bello, adoro quello show, volevo dire quel telegiornale. Ricorda altro?
“Sì, ricordo di essermi approcciato alla visione incuriosito dal successo del romanzo da cui è tratto: L’ipnotista di Lars Kepler. Ultimamente questi thriller nordici vanno fortissimo e io non ho ben capito perché. Va bene che le glaciali atmosfere di questi paesi si adattano perfettamente alle vicende crime, però letto uno, da Uomini che odiano le donne in poi, letti tutti, tanto per fare un discorso generalista anche mentre mi trovo sottoposto a una seduta di ipnosi.”
Cannibal, lo sa che la sua mente è davvero malata? Comunque, andiamo oltre. Riguardo ai volti presenti, qualcuno le era familiare?
“Qualcuno sì. Non essendo una pellicola hollywoodiana, non è che ci siano tutte ‘ste star. Però un paio li avevo già visti. Lena Olin, una delle più celebri attrici svedesi, ha fatto un sacco di film anche se io la ricordo più che altro per la serie Alias, dove era la madre di Sydney Bristow, quella bella gnocca di Jennifer Garner…”
Meglio se la interrompo qui. Non mi interessano le sue fantasie sessuali. Non in questo momento, almeno. Dobbiamo prima capire chi è stato a pugnalarla. L’altro volto che ha riconosciuto di chi era?
“L’altro era quello di un attore (che la polizia più tardi identificherà come Mikael Persbrandt) credo anche lui svedese (come anche la polizia successivamente confermerà), che avevo già visto in un film credo svedese anzi no danese, In un mondo migliore. Discreto. Un film non eccezionale ma discreto. Lui come attore non mi sembra un granché, per di più qui nei panni di ipnotista appariva ben poco convinto. E il resto del cast non era certo di quelli memorabili…”

Tentativo di fuga durante la visione.
E del regista… Che mi dice del regista? Potrebbe essere stato lui ad accoltellarla?
“No, figuriamoci. Troppo noioso, quello.”
Quello, chi?
“Lasse Hallström. Sì, si chiama così. Il regista svedese vanta una lunga carriera a Hollywood fatta di alcuni film non male come Buon compleanno Mr. Grape con un giovane DiCaprio, così come lo zuccheroso Chocolat e l’ottimo Le regole della casa del sidro. Negli ultimi tempi sembra essersi però dato in tutto e per tutto al genere Studio Aperto: ha fatto la storia strappalacrime dell’amore di un cane per il suo padrone Hachiko, il dramma di amore e guerra Dear John, l’inverosimile (ma gradevole) vicenda del milionario che vuole pescare salmone in Yemen de Il pescatore di sogni e ora è tornato in patria per indagare su questo tragico omicidio a sfondo famigliare. Più che un regista, un giornalista di Studio Aperto onorario.”
Se non è stato lui e non è stato un membro del cast, chi può essere stato? Pensi alle mani che stringevano l’arma del delitto…
“Le vedo. Mi sono familiari.”
Potrebbe essere stato qualcuno della sua famiglia? Provi a visualizzare il resto del corpo.
“Mani… braccia… corpo… faccia… Hey, ma sono io! Mi sto pugnalando da solo!”

Al termine della visione.
Perché, Cannibal? Perché lo sta facendo?
“Ora ricordo chiaramente. L’ipnotista è uno dei thriller più noiosi che io abbia mai visto. Due lunghissime, infinite e prevedibili ore in cui non succede niente di interessante e in cui c’è un tizio che cerca di risolvere il caso attraverso delle ridicole sessioni di ipnosi. Non ce la faccio. E il finale? Al solo ripensarci sto male. Mi sento mancare…”
Cannibal NOOOOOOOOOOOOOOO. Non mi muoia. Chiamate un dottore, presto!
“Eccomi qui. Che succede?”
Dottore, provi a rianimarlo. Stavamo parlando del film L’ipnotista quand’ecco che ha smesso di respirare.
“L’ipnotista, dice? Dannazione, quel film questa settimana ha già provocato 4 decessi e 17 coma. Più che far cadere in ipnosi, manda proprio all’altro mondo. Comunque per lui non c’è più niente da fare. Possa questo sventurato cannibale riposare in pace e preghiamo affinché almeno nell’Aldilà possa stare lontano da certi filmacci.
(voto 4/10)

Post pubblicato anche su The Movie Shelter.



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