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martedì 2 luglio 2013

DEVIOUS MAIDS, DOMESTICHE DISPERATE


Foto prese da Postalmarket, versione latino americana.
Devious Maids
(serie tv, stagione 1, episodi 1-2)
Rete americana: Lifetime
Rete italiana: non ancora arrivata
Creata da: Marc Cherry
Ispirata alla serie messicana: Ellas son la Alegria del Hogar
Cast: Ana Ortiz, Judy Reyes, Dania Ramirez, Roselyn Sanchez, Edy Ganem, Brett Cullen, Brianna Brown, Grant Show, Mariana Klaveno, Melinda Page Hamilton, Susan Lucci, Drew Van Acker, Matt Cedeño, Rebecca Wisocky, Tom Irwin, Paula Garcés
Genere: latinoamericano
Se ti piace guarda anche: Desperate Housewives, una telenovela sudamerica

Devious Maids è una serie su un gruppo di domestiche latino americane al servizio di insensibili ricconi di Beverly Hills. Devious Maids è anche la più grossa latinata che si sia vista dai tempi delle chiappe di Jennifer Lopez. Quando qualcuno ancora se la filava, e non solo i dittatori del Turkmenistan. Rispetto a un’altra nuovissima serie incentrata su un quartetto di donne post-Desperate Housewives come Mistresses, se non altro questo Devious Maids appare orchestrato un filino meglio. Giusto un filino. A firmare la serie vi è infatti un certo Marc Cherry, il creatore proprio delle Desperate Housewives. Se però credete che questa volta gli americani abbiano tirato fuori un’idea nuova, vi sbagliate di grosso. Laddove Mistresses è la scopiazzatura il remake di un’omonima serie britannica, Devious Maids, le domestiche deviate, prendono libera ispirazione da Ellas son la Alegria del Hogar, serie messicana. Cosa sta succedendo nel mondo, gli americani sono talmente in crisi di idee da copiare persino i messicani?
Ebbene sì, ma solo in parte. Ellas son la Alegria del Hogar era infatti a sua volta influenzato pesantemente da Desperate Housewives, di cui rappresentava una specie di versione sudamericana. E quindi Marc Cherry ha copiato la copia della sua creatura… Rendetevi conto quanto è messo male. Manco a Zucchero sarebbe venuta in mente un’idea del genere. Però fa sempre in tempo a copiarla.

Pretty Latin Liars?
Tra i produttori di questa nuova serie vi è poi Eva Longoria, nota per essere una bella sgnacchera e anche per la serie Desperate Housewives. Sempre lì si ritorna. Anche le musiche, le atmosfere, lo sguardo ironico sui sobborghi (questa volta meno borghesi e più upper class) americani sono molto simili. Simili più alle ultime noiose stagioni delle casalinghe disperate che non alle prime spumeggianti.
Ma non solo di Desperate si scopiazza. Devious Maids può apparire anche come una versione moderna e reggaeton di Downton Abbey…
Mmm no, mi sa di no. A parte il fatto che in entrambe le serie l'attenzione è più sulla schiavitù che sui ricconi, di punti in comune non è che ve ne siano molti. Volendo, possiamo trovare un collegamento pure con The Help. Una volta negli USA sfruttavano le badanti di colore, adesso le colf sudamericane. Però al di là di questo aspetto, pure in questo caso i collegamenti finiscono qui. Teniamoci il paragone con le Desperate, allora, che èèè meglio.

"Oh, mio Dio, ho visto una serie fantastica!"
"Quale, Devious Maids?"
"No, veramente era Mad Men..."
Chi sono le protagoniste? Non state più nella pelle di scoprirlo, lo so.
La prima colf di questa serie è la porcoricana portoricana Roselyn Sanchez, nota per filmoni come Rush Hour 2 e Boat Trip. Mi stupisco non le abbiano ancora dato l’Oscar. Il suo ruolo tra l’altro è davvero insopportabile. È una cantante di smielata orribile musica latin stile Jennifer Lopez/Laura Pausini che lavora per un noto cantante latin pure lui con il sogno che lui la aiuti a sfondare nel mondo della musica, musica latin ovviamente. E magari la sfondi pure carnalmente.

Poi c’è Dania Ramirez, attrice dominicana già vista in Heroes. Un’attricione pure lei mica da ridere, e stranamente nemmeno a lei hanno mai dato un Oscar, manco una nomina. Tra tutte, particolare molto importante, è quella che mi ispira più sesso. Il suo ruolo? Qui si va di altro stereotipo: è una domestica che lavora in quel di Beverly Hills per poter mantenere il figlioletto, rimasto in Sud America e per di più orfano di padre. Se cominciate a sospettare che questo non sia un telefilm, bensì una telenovela beh, avete ragione. Tanta ragione.

Quindi abbiamo la portoricana Anal Ana Ortiz, che era la sorella di Ugly Betty e qui è una tipa istruita e senza accento latino che si spaccia per una domestica morta de fame. In realtà, nasconde un segreto. Proprio come in Desperate Housewives, anche qui non manca pure la componente mystery, legata alla morte sospetta di un’altra domestica sudamericana.

Infine, last but not least, c’è l’altra dominicana Judy Reyes, la simpatica infermiera Carla Espinosa di Scrubs qui chiamata a una parte meno simpatica. È una giovane mamma rompipalle che cerca di tenere a freno gli ormoni della figlioletta Edy Ganem, una teen domestica pure lei che sbava addosso al figlio (Drew Van Acker di Pretty Little Liars) della facoltosa signora per cui lavora. Ovviamente, tampina la figlia con le solite frasi: “Un ragazzo ricco non si innamorerà mai della sua schiava!” e cerca di ostacolare in qualunque modo la loro relazione. Con mamme così, chi ha bisogno di nemici?

"Chi è morto?"
"Oh, nessuno. Solo la serialità televisiva americana."
In pratica, se fate Zumba fitness, se Jenny from the block è la vostra idola, se vi piace ballare bachata, salsa, merengue, reggaeton e tutte queste musiche schifose, se vi piace l’accento di Sofia Vergara in Modern Family, se pensate che Belen Rodriguez sia un grande talento del cinema e della televisione, se insomma impazzite per tutto ciò che è latino americano, telenovelas comprese, queste Devious Maids quest’estate sono pronte per entrare al vostro servizio. Per 10 euro l’ora (in nero, ovviamente) ve ne potete portare a casa una.
Se invece, come me, avete voglia di bruciare il locale in cui vi trovate al solo sentire una nota di una canzone degli Aventura o di gruppi simil-Aventura (che tutti ‘sti gruppi di merda che fanno bachata sembrano gli Aventura), se pensate che J.Lo sia una delle cose peggiori capitate al mondo del cinema e della musica e al mondo in generale, se le telenovelas spacciate per serie tv vi fanno immediatamente cambiare canale, girate al largo. Altrimenti queste Devious Maids vi renderanno l’estate davvero desperate.
(voto 4/10)



lunedì 18 luglio 2011

Jenny from the c*ck

"Non importa quanto so' ricca e famosa,
so' sempre Jenny from the cock!"
Non è un momento particolarmente positivo per Jennifer Lopez. L’attrice (ma dove???), cantante (eeeeeeeeeeeh?), ballerina (con quella portaerei al posto del didietro?) ha infatti appena annunciato il divorzio dal suo terzo marito Marc Anthony, il Gigi D'Alessio della musica latino americana. E così io da buon bastardo ne approfitto per mettere il dito nella piaga e scrivere una recensione spietata del suo ultimo (nel senso che mi auguro sia davvero l’ultimo) album musicale.

Jennifer Lopez “Love?”
Genere: porcata latina
Provenienza: New York, Portorico
Se ti piace ascolta anche: la musica del tuo vicino di ombrellone tamarro

Jennifer Lopez da brava romanticona ha intitolato il suo disco “Love?”. Peccato che con quel punto interrogativo hai portato autosfiga al tuo matrimonio eh, chiappona?
Il primo singolo “On the floor” l’avete sentito tutti, volenti o nolenti, ed è la canzone più fastidiosa di questi mesi caldi. Sì, più di “Danza kuduro”: molto ma molto di più. E se a me La lambada faceva cagare già quand’ero bambino, questa versione aggiornata ai tempi di J.Lo mi fa venire voglia di lasciare in libertà un Pitbull per far mordere il culo all’artista (?!?) pseudo portoricana.

Se concepire una canzone peggiore di questa è un’impresa impossibile, a meno che non ti chiami Vasco, il resto del programma riesce nell’impresa di non salire nemmeno un po’ di livello. Incredibile ma vero!
A dominare su tutto sono le voci robotiche, che provano a mascherare le mostruose lacune vocali della Lo.J, ma finiscono per suonare come una parodia intristita dei Black Eyed Peas, sentire per credere “Good hit”, una hit davvero terribile altroché good. Jennifer, ma non ti vergogni neanche un po’? Quando poi cerca di scimmiottare pure Lady Gaga ecco che fa la figura giusto della scimmia… poveri noi.
Non basta, perché ci sono anche melodie che sembrano uscite dritte da un laboratorio di lobotomizzati o (ma è la stessa cosa) da una puntata di Tamarreide, e una canzone che può essere dedicata giusto a un certo noto personaggio: “Papi” (pezzo, vi assicuro, orripilante almeno quanto il titolo). Suona tutto così male e finto che si finisce per rimpiangere i suoi unici brani (più o meno) decenti del passato come “If you had my love” o “Waiting for tonight”.
Alla fine devo dire che mi è piaciuto.
Cosa?
Il disco di J.Lo?
No, quello manco un po’. Massacrarlo però è stato un divertente e rilassante passatempo estivo. Meglio del sudoku.
(voto 1)


OkNotizie

giovedì 14 ottobre 2010

Che wakata di disco!

Shakira “Sale el sol”
Provenienza: Colombia
Genere: pop latino
Se ti piace ascolta anche: Nelly Furtado, Julieta Venegas, Bebe, Christina Aguilera, XX

Chi segue questo blog con una certa regolarità probabilmente avrà notato che da queste parti non c’è nessun pregiudizio nei confronti della musica pop, anche quella più commerciale. Si veda in proposito la mia (discutibile)venerazione per quel genio assoluto di Lady Gaga.
Il disco precedente di Shakira poi non mi era nemmeno dispiaciuto; anzi, l’avevo trovato piuttosto originale, a tratti persino sperimentale e conteneva qualche pezzo electro notevole come la royksoppiana “She Wolf”. Questo nuovo “Sale el sol” si allontana del tutto da quel lavoro (commercialmente poco fortunato) e mi sembra sia uscito più che altro per sfruttare l’onda estiva del successo “mondiale” (ma ad esempio negli Usa non se la sono filata di striscio) dello spaccamaroni “Waka Waka”. E mi sembra sia una wakata di disco. Anzi, una mezza wakata.

Metà album infatti segue la scia del fortunato singolo e se d’estate su una spiaggia una possibilità gliela si può anche dare, ora nel buio e nel freddo autunnale tali caldi suoni latino-americani non se posso proprio sentì.
Loca (con uno sprecato Dizzee Rascal), Gordita, Rabiosa (con quel tamarro di Pitbull) sono quei pezzi del genere troppo latineggiante per potermi piacere. Provo a immaginarmeli a Miami suonati nella soundtrack di Dexter, ma non mi convincono comunque e penso che a Dexter scatenerebbero più che altro istinti omicidi.


Metà album però è per fortuna più decente, visto che va nella strada di un pop-rock ruffiano ma (quasi sempre) ascoltabile. E comunque ho detto decente, non bello.
La title track è un pezzo rock acustico e la voce di Shakira suona come un incrocio tra Dolores O’Riordan e Carmen Consoli; “Ante de las seis” è una ballatona riuscita; “Devocion” e “Tu boca” hanno delle chitarre hard-rock. Ok, scherzo.

A dare uno scossone alla noia ci pensa allora “Islands”, che altro non è che una cover dei mitici XX.
Gli XX sputtanati da Shakira? Ebbene sì. Ed è pure il pezzo di gran lunga migliore di tutto il disco.
E finita l’estate pensavate che ci risparmiassero il “Waka Waka”? No no no. Infatti è presente in ben 3 versioni remix. Ma non se ne può più! Shakira, per piacere, torna donna lupo e basta con sta ca**o di wakata-wakata.
(voto 4,5)


mercoledì 6 ottobre 2010

ìViva! Machete

Machete
(USA 2010)
Regia: Robert Rodriguez, Ethan Maniquis
Cast: Danny Trejo, Jessica Alba, Michelle Rodriguez, Robert De Niro, Steven Seagal, Lindsay Lohan, Don Johnson, Jeff Fahey, Cheech Marin, Mayra Leal, Electra Avellan
Links: imdb, mymovies
Se ti piace guarda anche: Planet Terror, Grindhouse – A prova di morte, Sin City, The Expendables, Kill Bill, Dal tramonto all’alba, C’era una volta in Messico

Dopo la recensione in super anteprima direttamente da Venezia di DNA Cinema ecco la mia rece direttamente dai potenti mezzi della rete e comunque in anteprima visto che una data di uscita italiana non è ancora stata fissata per questo film. Di che film sto parlando? Ma di Machete, il nuovo B-cult-figata-movie di Robert Rodriguez, l’amigo e compare di Quentin Tarantino.

Motivi per vedere questo film: Jessica Alba compare praticamente nuda (anche se in realtà è un effetto creato in post-produzione). E già qui potrei chiudere, visto che, di qualunque orientamento sessuale voi siate, questo mi sembra un motivo di per sé già più che sufficiente per vedere un qualunque film.
Altro motivo: c’è pure Lindsay Lohan nuda (lei per davvero) e impegnata in un ménage à trois con il protagonista e un’altra tizia (sua madre nel film).
Ulteriore motivo: Machete non è un B-movie. Machete è IL B-movie. Ed è davvero divertentissimo.
Se è una figata di film ciò che bramate, rivolgetevi dunque alla premiata ditta Rodriguez/Tarantino, please, e alla loro spettacolare casa di produzione Troublemaker. Nella mitica doppietta Grindhouse – A prova di morte/Planet Terror (negli Usa usciti insieme, in Europa separati) erano presenti alcuni trailer di pellicole fittizie: tra questi vi era quello di Machete. E il trailer è diventato un film vero e proprio. Per realizzarlo, questa volta Rodriguez si è fatto aiutare alla regia del suo montatore di fiducia Ethan Maniquis e ha convocato un cast di superstar.

Robert De Niro è qui presente in versione George W., un governatore del Texas razzista in cui secondo me ci ha messo dentro pure qualcosina di Bossi. Per favorire la sua politica basata sulle espulsioni dei messicani dal suolo statunitense, De Niro architetta un finto attentato a suo danno. E di finti attentati negli ultimi giorni in Italia se ne parla parecchio (qualcuno ha fatto il nome di Berlusconi e Belpietro??).
Ma l’altro villain della storia è Steven Seagal. Ecco, devo dire che questo è il primo film che vedo in cui c’è Steven Seagal, per me uno dei peggiori attori di tutti i tempi, di tutti i luoghi e di tutti i laghi. Sebbene come al solito non sia minimamente espressivo (anzi, diciamo zero), lo vedo qui per la prima volta nella vita (sua e mia) in un ruolo convincente.

Di serie A poi il reparto femminile, con le già citate Jessica Alba (oltre ad essere una gran gnocca è pure convincente come attrice) e Lindsay Lohan, che recita nella parte della ninfomane strafattona. Recita? Diciamo solo che è se stessa.
Quindi c’è anche Michelle Rodriguez alias una specie di Che Guevara in reggiseno, che a un certo punto sfoggia (non vi dico il perché) una benda all’occhio che rimanda non casualmente alla Daryl Hannah di Kill Bill.
Dal cast di Lost insieme alla chica Rodriguez arriva anche Jeff Fahey, che nella mitica serie era il pilota del secondo aereo atterrato sull’isola. E poi, a completare il cast, c’è anche “l’esordiente” (come recita il trailer) Don Johnson.

Ma il grande protagonista del film è Danny Trejo, un attore caratterista (visto ad esempio in C’era una volta in Messico e nella serie Spy Kids sempre di Rodriguez) cui finalmente è stato dato l’onore di apparire prima di tutti (persino prima di De Niro) sui titoli di testa. È lui Machete (il perché venga chiamato così lo lascio alla vostra fervida immaginazione), un ex agente federale cui è stata brutalmente (decapitata!) uccisa la moglie e che si trova invischiato nel finto attentato al governatore De Niro. La trama incentrata sulla vendetta di Machete tra riferimenti politici e questione immigrazione non è nemmeno così scontata e dà una pista (non di coca, Lindsay!) alla maggior parte degli action movies.
A tutto ciò aggiungetevi una buona dose di scene splatterone, umorismo tarantiniano (le poche battute del silenzioso Machete sono memorabili), una colonna sonora molto mexico firmata da Chingon (la rock spaghetti western band formata capitanata dallo stesso Robert Rodriguez) e una serie di finezze stilistiche che lo rendono non un B-movie, ma IL B-Movie.
(voto 7/8)

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