Visualizzazione post con etichetta laura chiatti. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta laura chiatti. Mostra tutti i post

giovedì 29 maggio 2014

CINEMA MALE-FICO, POCO FICO E MOLTO MALE




Altra settimana ricca di uscite. Almeno a livello numerico. In quanto a qualità, è tutto da vedere.
In attesa che cominci l’estate italiana, fatta come al solito di pochi arrivi di grande richiamo, escono due potenziali blockbusteroni, che però potrebbero anche risultare due bei flopponi: Maleficent ed Edge of Tomorrow. Da che parte si schiereranno i due co-conduttori di questa rubrica dedicata ai film in arrivo nelle sale italiane, il sottoscritto Cannibal Kid e il suo rivalblogger Mr. Ford?
Scopritelo grazie ai nostri commenti e alle pratiche bilance create dal mio grafico di fiducia CheRotto.

Maleficent
"Sono proprio un sex symbol, sì sì!"
Cannibal dice: Per un film con Angelina Jolie protagonista assoluta, e pure una produzione Disney, sono già pronto a tirare fuori il mio lato più Maleficent. Manco mi trovassi a dover fronteggiare l’ormai sempre più innocuo Mr. Ford dei tempi migliori.
Ford dice: Angelina Jolie + inutile ripresa stile Once upon a time di un personaggio che stava bene nel Classico Disney e soltanto lì. Direi che si prospetta una visione degna dei Ford Awards dedicati al peggio dell'anno.


Edge of Tomorrow – Senza domani
"Mi avevano detto che Ford ha un carattere scontroso,
ma non pensavo mi avrebbe riservato un'accoglienza del genere..."
Cannibal dice: Tom Cruise prova a risollevare la sua carriera ultimamente un pochetto spenta con un action fantascientifico fracassone che si preannuncia come la più classica delle abominevoli fordianate. Più che senza domani, si può anche stare senza questo film.
Ford dice: Tom Cruise + film futuribile e tamarro per la tipica visione fordiana da neuroni spenti. Sono già molto, molto felice. Anche perchè ho come l'impressione che al mio antagonista farà venire una crisi cardiorespiratoria.


Dom Hemingway
"Copriti, che ce l'hai più piccolo di Ford!"
Cannibal dice: Ooh, finalmente un bel film! E in grado di mettere d’accordo me e Ford! E a Ford è persino piaciuto più che a me! E qui potete recuperare la mia recensione!
E perché non la smetto di urlare frasi con il punto esclamativo come un isterico?!?
Ford dice: questo sì, che è un cazzo di film. Che, tra le altre cose, è riuscito a mettere d'accordo perfino i due (ex) antagonisti della blogosfera.
Correte a vederlo, e se volete, prima leggetevi la mia recensione, senza dubbio migliore di quella del mio rivale.


Pane e burlesque
"Pane e burlesque?
No, grazie. Preferisco acqua Rocchetta e quel burlone di Cannibal!"
Cannibal dice: Versione al femminile e terrona di Full Monty, dal trailer non sembra nemmeno troppo terribile. E la visione di una Laura Chiatti che fa burlesque poi non la escluderei del tutto…
Ford dice: visione agghiacciante tipica delle proposte purtroppo non solo italiote, ma anche di questo periodo decisamente fiacco in sala. Passo la palla al mio rivale, sperando che possa davvero essere una roba inguardabile e pesantissima.

Bologna 2 agosto… I giorni della collera
"Macché stazione di Bologna, colpiamo casa Ford!"
Cannibal dice: Film sulla strage di Bologna del 1980 che pare interessante come ricostruzione storica, molto meno a livello cinematografico. Mi sa che passo, riservando tutta la mia collera contro Ford!
Ford dice: per quanto si parli di uno degli avvenimenti più importanti e sconvolgenti della storia recente del nostro paese, al momento, ed in vista dell'estate, mi piacerebbe concentrarmi su proposte più fracassone, o anche semplicemente interessanti a livello cinematografico, come sempre meno accade di recente.


Goool!
"Battere Ford è sempre bello. Ma è anche sempre troppo facile."
Cannibal dice: Pellicoletta d’animazione che sono sicuro Ford non si perderà, d’altra parte WhiteRussian negli ultimi tempi parla più di film per bambini che action con eroi degli anni ’80. E non so cosa sia peggio…
In più si tratta di una pellicola a tematica calcistica e, il mitico L’allenatore nel pallone a parte, di solito ciò è sinonimo di porcheria. Il regista però è Juan José Campanella dello splendido Il segreto dei suoi occhi… ma che davvero?
Ford dice: Campanella e Il segreto dei suoi occhi convincono eccome, ma la campagna pubblicitaria massiva di questo Goool e quello che ho intravisto mi fa pensare alla tipica bambinata come di recente sono stati i deludentissimi Mr. Peabody & Sherman e Operazione noccioline. Dunque, per il momento rimanderò.


In ordine di sparizione
Ford e i suoi giovani amici si prendono gioco di Cannibal Kid.
Cannibal dice: Co-produzione Norvegia + Svezia che potrebbe non essere malaccio, considerando come il cinema nordico di recente mi abbia regalato buone soddisfazioni, e con in più protagonista il pupillo vontrieriano Stellan Skarsgard. Se WhiteRussian è un blog che merita un ordine di sparizione, questo film sembra invece meritare una visione.
Ford dice: ormai, quando si parla di Norvegia, per quanto mi riguarda, si sfonda una porta aperta. Dunque questo In ordine di sparizione assume da subito i connotati della potenziale sorpresa della settimana. Sempre che non si riveli la solita, inutile cannibalata.


Giraffada
"Ammazza, magni più di Ford!"
Cannibal dice: Adesso nei cinema italiani non c’è più spazio solo per cani e porci, ma pure per le giraffate?
Ford dice: non commento neppure. Siamo assolutamente alla frutta.


Song of Silence
"E questi sarebbero i filmoni della settimana? Proprio belli!"
Cannibal dice: Mattonazzo autoriale cinese di quelli pronti a far gridare Ford al capolavoro. E di quelli capaci di farmi gridere a Ford una marea di insulti.
Ford dice: fino a qualche settimana fa, forse, mi sarei anche mosso per recuperarlo. Dopo la delusione di Onirica - http://whiterussiancinema.blogspot.it/2014/05/onirica-field-of-dogs.html -, penso invece di averne abbastanza di presunti filmoni da sala d'essai. Potrei però propinarlo a Peppa Kid, giusto per metterlo un po’ in crisi.

mercoledì 12 febbraio 2014

BRACCIALETTI ROSSI, LA SORPRENDENTE FICTION… PARDON SERIE TV DI RAI 1




Braccialetti rossi
(serie tv, italia 2014)
Rete: Rai Uno
Regia: Giacomo Campiotti
Ispirata alla serie spagnola: Polseres vermelles
Cast: Carmine Buschini, Brando Pacitto, Aurora Ruffino, Mirko Trovato, Pio Luigi Piscicelli, Lorenzo Guidi, Laura Chiatti, Michela Cescon, Simonetta Solder, Carlotta Natoli, Vittorio Viviani, Federica De Cola, Ignazio Oliva, Francesca Valtorta, Giampaolo Morelli, Lele Vannoli
Genere: malato
Se ti piace guarda anche: Quasi amici, Amico mio, Grey’s Anatomy

Un gruppo che si rispetti deve avere al suo interno 6 elementi:
- Il leader
- Il viceleader
- Il bello
- Il furbo
- L’imprescindibile
- La fig ragazza

Questa almeno è la teoria espressa nella nuova serie di Rai Uno Braccialetti rossi. A questo punto vi domanderete due cose:
1) Cannibal, stai davvero parlando di una serie in onda su Rai Uno?
2) Che differenza c’è tra il leader e l’imprescindibile?

Risposta 1) Ebbene sì. Ogni tanto succede. Una volta ogni 2 o 3 anni, però succede. E che mi piacesse pure non succedeva da tipo 10 anni, dai tempi de La meglio gioventù. Non chiamatela fiction, comunque, perché questa è una serie a tutti gli effetti, composta da 6 episodi della durata di un’ora e mezzo circa ciascuno.

Risposta 2) Il leader può essere sostituito, l’imprescindibile no. Senza di lui, il gruppo non esiste. Ad esempio, il PD ha un leader intercambiabile, Forza Italia invece cosa sarebbe senza l’imprescindibile e incandidabile B?

A questo punto sorge un’altra domanda: questa teoria è vera o meno?
Prendiamo come esempio i Beatles, il gruppo più famoso del mondo, anche se nella serie il termine “gruppo” non va inteso in senso strettamente musicale, quanto più che altro come compagnia di amici. Nei Beatles possiamo considerare Paul McCartney come il leader, Ringo Starr come il bello (a suo modo), George Harrison come il furbo, e John Lennon come il vice leader e soprattutto l’imprescindibile. Quando è arrivata la ragazza, Yoko Ono, tutto è finito in pezzi. Tralasciando quest’ultimo dettaglio, la teoria bene o male è veritiera. O se non altro lo è nel caso di questa fiction… volevo dire serie di Rai Uno.

Braccialetti rossi funziona e funziona soprattutto grazie ai 6 elementi del gruppo, che presentano 6 tipi di persona in cui tutti possiamo riconoscerci, almeno un pochino.
In Braccialetti rossi abbiamo Leo (Carmine Buschini), un ragazzo malato di cancro che molto democraticamente si è auto proclamato leader del gruppo. Sì, Leo è malato di cancro. Non ve l’ho ancora detto?
Ebbene, questa serie è ambientata nel reparto pediatrico, diciamo più che altro adolescenziale, di un ospedale. Una location triiiiiste per una serie che un po’ di tristezza addosso in effetti la mette. Ti fa sentire un peso sullo stomaco per tutta la visione. Lo so che dicendo una cosa del genere potrei non invogliarvi molto alla visione, per quanto già si possa essere invogliati alla visione di una fiction… volevo dire serie di Rai Uno. Rai Uno ho detto, non ci credo manco io! Prendete però ciò che ho detto come un fatto positivo. Non ci sono infatti così tante serie in circolazione in grado di creare un’empatia con i personaggi tanto forte da farti stare male tu stesso per loro. Per fortuna sono presenti anche momenti più da comedy in grado di alleggerire la visione, oltre a un immancabile triangolo sentimentale.
E che, mi vuoi fare una serie senza un triangolone amoroso e dudù e dadadà?
Il triangolo qui è composto dal citato leader Leo, dal viceleader Vale (Brando Pacitto), il suo compagno di stanza pure lui malato di cancro, e dalla bella anoressica Cris, la ragazza del gruppo interpretata da Aurora Ruffino, già vista in Bianca come il latte, rossa come il sangue, pellicola dalle atmosfere e dal “tocco malaticcio” non dissimile da questo, e infatti il regista è lo stesso Giacomo Campiotti.

"Hey Laura, ma è vero quello che diceva Fabri Fibra in Vip in Trip?"
"E cos'è che diceva?"
"In pratica che sei una zoccola."
"Ah, quello? Non confermo e non smentisco..."
Prima che pensiate che Braccialetti rossi sia troppo un’italianata clamorosa, vi dico che c’è il trucco sotto.
Una serie tv originale su Rai Uno? Ma che davero?
Non proprio. Braccialetti rossi è il remake nostrano della serie spagnola Polseres vermelles che non ho visto, ma ho il sospetto che le idee migliori le abbiano prese da lì pari pari.
A far funzionare tutto come detto sono i 6 membri del gruppo, ragazzini malati cui il leader del gruppo Leo assegna un braccialetto rosso, quelli che a lui sono stati dati a ogni intervento chirurgico cui si è sottoposto. Tre personaggi ve li ho presentati, gli altri tre lascio a voi il piacere di scoprirli, anche se avverto subito le ragazze in ascolto che il “bello” del gruppo non è certo un figo della Madonna, ma è solo un bambinetto manco troppo carino, quindi tenete a bada gli ormoni.
Una nota positiva sono inoltre le interpretazioni dei 6 giovani attori, tutti molto spontanei e naturali. Meno bene invece alcuni adulti del cast, molto impostati e televisivi e sempre impegnati a caricare ogni parola che pronunciano. NON si recita così. Siamo su Rai Uno ma NON siamo in una soap-opera. NON siamo nella solita merdosa fiction. Tra gli adulti, la migliore è Laura Chiatti che a sorpresa se la cava molto bene. Alla faccia di chi come me la reputava solo una bella fregna.

"Già siamo malati e ci fate pure sentire Francesco Facchinetti?
E che è, ci volete morti subito?"
Una nota assolutamente negativa è invece la colonna sonora. Perché, anche in una serie valida come questa, dobbiamo sempre farci riconoscere come il terzo mondo musicale? Senza offesa per il terzo mondo dove ascoltano di sicuro della musica migliore di questa.
Tra i brani suonati vi sono pezzacci di Laura Pausini, Vasco Rossi, Emma Marrone… Ma possibile che i teenagers francesi ballino sulle note di Lykke Li (si veda La vita di Adele) e quelli italiani si sparino la Pausini? Con quella voce li fa schiattare immediatamente, ‘sti poveri ragazzini malati. Sono presenti poi anche una serie di brani originali composti apposta per Braccialetti rossi da Niccolò Agliardi e interpretati da gente come Francesco Facchinetti. Il risultato sono delle canzoncine degne de I Cesaroni. Roba da far sanguinare le orecchie ed essere ricoverati in ospedale insieme ai protagonisti di Braccialetti rossi, una serie, non una fiction, italiana che nonostante questa pecca sonora consiglio vivamente di seguire. Va in onda la domenica in prima serata su Rai Uno, altrimenti la trovate pure in rete che in rete si trova tutto e senza pubblicità in mezzo. Ma quest’ultima cosa io non ve l’ho mai detta.
Colonna sonora a parte, Braccialetti rossi riesce ad uscire dai soliti territori televisivi italioti e propone con un certo coraggio, e un piglio quasi alla Quasi amici, il tema della malattia. Dopo appena 3 puntate mi è talmente entrata sotto pelle ed è così contagiosa che pure io adesso sono malato. Sono dipendente da una serie tv di Rai Uno. Watanka!
(voto 8/10)

venerdì 15 febbraio 2013

IL FESTIVAL DI SANBAGGIO

Festival di Sanremo, terza serata




C'è crisi e per tagliare i costi Fabio Fazio e Luciana Littizzetto cantano pure il pezzo d’apertura, "Vattene amore", che nella versione interpretata insieme al solito contestatore del Pdl è diventata: “Vattene amore. E vattene politica da Sanremo!”.
Speravate che non ci fossero più loro, Mr. Buonista Fazio Fabio e Mrs. Lucianina Domopak? E invece no, eccoli di nuovo qua, più in forma che mai. Più o meno.

Dopo il riepilogo delle 14 canzoni in gara, mi chiedo perché diavolo continuo a seguire Sanremo. La risposta mi arriva pronta da un Guest Twitter.

L'Ideota ‏@IdeeXscrittori
Il festival? Non puoi ignorarlo. La tua giornata è segnata da dialoghi come questo. "Hai visto Sanremo?". "No" #Sanremo2013

E ora, via ai cantanti in gara.

Simona Molinari con coso inutile
Inutili, ma almeno innocui e non troppo nocivi per le orecchie. Lui, Peter Cincotti, non pervenuto. Lei, Simona Molinari è anche abbastanza caruccia, peccato che il suo volto mi ricordi vagamente quello di Ambra e la cosa mi inquieta parecchio.
Voto 6/10

"Con uno sguardo killer del genere,
come potrei non essere l'idolo delle teenagers?"
Marco Mengoni
La canzone non sarebbe nemmeno troppo terribile, però la sua voce è troppo terribile.
Comunque non gli do’ un voto troppo terribile perché ho paura di possibili ritorsioni da parte delle teenagers bimbominkia votanti.
Voto 6-/10

Elio e le Storie Tese
Sono due giorni che la sento ovunque. Non è che la canzone mononota rischia già di diventare monotona?
Per adesso no, ma prima di sabato il serio rischio c’è.
A livello scemico, ehm scenico comunque gli Elii ieri sera potevano stupire di più…
Voto 7,5/10

Malika Ayane
Mi fa venire una gran malikonia, la canzone di Malika Ayane.
Non so se sia una cosa salutare, ma questa sera l’ho presa come una malikonia positiva.
Voto 7+/10

Luciana Littizzetto fa un monologo femminista e poi si mette a ballare. Il monologo femminista, a metà strada tra comedy e drama, è nelle sue corde. La danza molto meno, ma d’altra parte se l’anno scorso avevano fatto ballare la Canalis, che aveva fatto pure Dancing with the Stars prima di essere eliminata dopo tipo mezza puntata, chiunque può farlo.

Guest Twitters
Andrea Scanzi ‏@AndreaScanzi
Quando la Martufella de sinistra ha finito 'sta lagna pseudofemminista, chiamatemi #Sanremo2013 #CheSanremoCheFa

Memorie Diunavagina ‏@MemorieVagina
La voce della Littizzetto è come la pubblicità: devi abbassare il volume #Sanremo2013

Marta sui Tubi
“Vorrei” che non mi piacesse, perché ormai i Marta sui Tubi sono diventati troooppo commerciali e fa figo parlare male di loro. Invece “Vorrei” mi piace.
Voto 7+/10

Chiara
Pezzo baustelliano virato in melodrammatica melanconica salsa sanremese.
Siamo a metà programma e non sono ancora corso in bagno a vomitare. Che sta succedendo?
Il lavaggio del cervello sta funzionando? Mi sto infaziendo? Cosa ne dite, cari lettori cannibalini?
Voto 6,5/10

"Cari fratelli e sorelle, come sapete ho deciso di annunciare la mia
candidatura come prossimo Papa. Faccio questo per il bene della Chiesa."
Roberto Baggio
Ospite d’onore della serata è Roberto Baggio. Da bambino, era il mio idolo assoluto. Per qualche tempo, persino io ho portato il codino come il Divin Codino.
Adesso, Roby Baggio non ha più il codino, è invecchiato, un po’ ingrassato, ed è diventato una persona buonissima in odore di Santità. Un uomo che è passato dal pallone d'oro ad avere un cuore d'oro. Pure troppo.
Per qualche anno si era allontanato dai riflettori, ma non se n’era certo stato con le mani in mano. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo ha infatti: costruito a mani nude una scuola per bambini poveri, restituito l’IMU sulla prima casa, limonato con Aung San Suu Kyi e ora si è candidato come nuovo Pontefice al posto del dimissionario Ratzinger.
Non pensavo che questo Festival di Sanremo potesse diventare ancora più buonista, ma dopo aver sentito l’intervista a San Roberto Baggio di Calcutta ho cambiato idea. È diventato un Santone. Buon per lui, però tutto questo sfoggio di bontà è un atto di vera crudeltà nei confronti di chi non è buono e socialmente impegnato come lui.
Quasi quasi rimpiango i tempi in cui sbagliava i rigori nelle finali dei Mondiali.

Guest Twitters
Tommaso Tronconi ‏@OnestoeSpietato
Ma il discorso a baggio l'hanno scritto gli autori di carramba che fortuna? #sanremo2013

Mario Parruccini ‏@marioPdirector
#Baggio copia #stevejobs!!! Se finisce con "siate affamati, siate folli" lo denuncio per plagio!! #sanremo13 #occupysanremo

L'Ano Del Rey ‏@wotton14
Sembra di essere a messa. Preghiamo. #Sanremo

Nadia Terranova ‏@nadiaterranova
basta, non ce la faccio più coi buoni sentimenti. Datemi una brigatarossa, una dose di eroina, una bestemmia, quello che volete, ma subito.

Max Gazzé
E ammettiamolo: la canzone di Max Gazzè fa davvero pena.
Il fatto che abbia fatto ballare Fabio Fazio dietro le quinte dice tutto, su Max Gazzè, su Fabio Fazio e su questo Festival di Sanremo.
Voto 4/10

Guest Twitter
Sanremo Chiuso ‏@sanremochiuso
Max Gazzè oltre a essere completamente irrilevante musicalmente è ANCHE credente. #sudeuropaspinto

"Mmm... chissà cos'è il bukkake?"
Annalisa
Sessualmente è la mia preferita, con quel suo look da casta diva timorata di Dio che mi provoca una strana infantile eccitazione.
Musicalmente invece non è la mia preferita, ma in fondo cosa c’entra la musica con Sanremo?
Voto 6,5/10

Guest Twitter
fanpage ‏@fanpage
Annalisa sempre più studentessa giapponese, stia attenta al bukkake (VM18 duello) #fanRemo #sanremo2013 #occupysanremo

"Ahahah, che due polli! Credono davvero che io sia una cantante..."
Maria Nazionale
Maria Nazionale probabilmente è il più grande talento della musica italiana contemporanea, solo che è troppo avanti e io non la riesco a capire. Non ora. Non in questa vita.
Voto 1/10

Guest Twitters
Michele Perra ‏@Misciu
Ho sentito gatti che muoiono in modo più dignitoso #sanremo2013

azael ‏@azael
durante il pezzo di Maria Nazionale a Secondigliano non s'è venduto un grammo di eroina #sanremo2013

Alessandra Angeli ‏@AAtheMerciless
Bello il corpetto di Maria Nazionale, è di Scampia Secrets?

David Di Tivoli ‏@David_IsayBlog
E' Maria Nazionale la vincitrice morale di questo Sanremo. Per il coraggio di essersi presentata. #sanremo2013

Simone Cristicchi
Canzone non brutta. Però bah, continua a non convincermi, questo Cristicchi.
Boh, non so. Ha un che di troppo fabiofazioso.
Voto 6-/10

Guest Facebooker
Zia Vale Bale
Cristicchi solo a vederlo mi fa andare in menopausa precoce.

Antony & the Johnsons
Solo una canzone.
Cioè, ne hanno fatte fare 12 a Toto Cutungo e 2 a Maria Nazionale, e a Antony & the Johnsons solo una?
Uno spreco, ma meglio di niente. Grande Antony. Dopo di lui potrebbero andarsene tutti a casa.
Vabbè, potevano andarsene a casa comunque, ma dopo di lui ancora di più.



"AAAAAAAH !"
Modà
Se si potesse non morire, dopo aver sentito i Modà io vorrei morire lo stesso.
Peggio di Maria Nazionale. PEGGIO
Voto 0/10

Guest Twitters
il lis ‏@aledionigi75
Chi ha fatto la scaletta? Dalle stelle alle stalle Modà, come sempre, me fate cagà! #sanremo2013

"AAAAAAAH!
Ma perché quando canto c'è sempre qualcuno che mi fa del male?"
Chiara Bernardi ‏@wonderchiari
A me i Modà fanno cacà! #sanremo #mammeasanremo

Matteo B. ‏@bermat
Da stasera userò la parola Modà come superlativo assoluto di “merda”

Daniele Silvestri
Piano e voce, come Antony.
Mmm... non proprio come Antony. I risultati non sono gli stessi. Nemmeno lontanamente.
Era meglio se se ne stava “A bocca chiusa”.
Voto 5/10

Guest Twitter
L'Ano Del Rey ‏@wotton14
Ma a voi basta un po di barba per rendere un uomo figo? Silvestri rimane merda.

Almamegretta
Se Raiz si sforzasse di meno a fare ‘sto vocione fastidioso, non sarebbe troppo male questa canzone.
C’ha un bel tiro dub funky, un ritornello contagioso e musicalmente è forse l’unico pezzo di Sanremo 2013 a sembrare uscito dal 2013.
Peccato solo quella voce. Dettaglio non da poco.
Voto 6/10

Raphael Gualazzi
Sanremo, nun te reggae più.
Meno male che questo qua è l'ultimo, perché un gliela fo' più, come direbbe il sindaco di Firenze.
Ah perché, questo non è Matteo Renzi?
Voto 5/10

Guest Twitter
Nick Biussy ‏@NickBiussy
Non è male Gualazzi. Togliendo l'audio dico... e cambiando canale... #Sanremo2013

Poi arriva la pianista teen che suona Chopin, Leonora Armellini.
Brava, bravissima.
O meglio: una concorrente perfetta per Bravo, bravissimo, la trasmissione con Mike Bongiorno.

Guest Twitter
Massimo Coppola ‏@massimcoppola
Che roba. Il saggio di fine anno. Ora rinfresco con la Fanta.

E ora spazio ai quattro Giovani, o pseudo Giovani in gara.

"La console non la so usare, ma l'ho portata perché mi han detto che fa ggiovane."
Andrea Nardinocchi
La versione brutta, senza talento e italiana di Justin Timberlake.
In pratica, con Justino non c’entra una mazza.
Se questo è il massimo della musica moderna che ci possiamo aspettare da Sanremo nell’anno 2013, azz, siamo messi male. Persino Justin Bieber al confronto sembra avant-garde pura.
Voto 5,5/10

Guest Twitter
David Di Tivoli ‏@David_IsayBlog
Nardinocchi è come la cipolla: più lo guardo e più mi viene da piangere. #sanremo2013

"AARGH! E' vero, sono uguale al cantante delle Vibrazioni."
Antonio Maggio
Ma chi è?
Ma cos’è?
Il cantante dei Le Vibrazioni che ha rubato gli abiti a Margo Mengoni?
Voto 4,5/10

Paolo Simoni
Questo qua è un giovane?
Sembra mi nonno. Anzi, mi nonna!
Voto 5-/10

Largo ai giovani...

"Nessuna battutaccia sul mio cognome? Cannibal, sei una delusione!"
Ilaria Porceddu
Io sono davvero sconcertato. Di solito almeno tra i giovani qualcosa di vagamente, magari molto vagamente, decente si sente. Questa sera niente. E tengo la mononota sull’ente ente ente.
Indecente. Ilaria Porceddu oltre ad avere un cognome che è un istigazione allo spernacchio, musicalmente è la solita lagna indolente di scuola aspiranti suicidi Laura Pausini Marco Masini Riccardo Cocciante e si sente, buon sangue non mente, io piuttosto che ascoltare questa qua preferisco togliermi un dente ente ente ente.
Voto 2/10

Guest Twitter
Massimo Coppola ‏@massimcoppola
Aaaaargh basta malinconici melodici vittimisti basta cazzo baaaaastaaaaaaaaa. Cazzo. #Sanremo2013

Grazie, Lucianina. Hai reso alla perfezione il pensiero di tutta Italia.
Al Bano ancora una volta ha spaccato i timpani, oltre che i maroni, e si è prodotto in un duetto con Laura Chiatti de La felicità. Anche se, dal suo sguardo, la felicità per lui non è tenersi per mano andare lontano, ma introdursi in Laura Chiatti dopo averle offerto un bicchiere di vino con il roipnol la felicità, felicitààààààààààààà

Guest Twitters
Virginia Avveduto ‏@VirginiAvve
Il duetto Albano-Chiatti è elegante come un abito di Maria Nazionale abbinato al trucco di Moira Orfei. #sanremo2013

Noi, voi e le rose ‏@noivoielerose
Laura Chiatti mangia solo Miglior Cane.

Si procede con il televoto. Alla finale dei Giovani (Giovani???) accedono ovviamente i due peggiori tra i quattro peggiori: Antonio “Le Vibrazioni” Maggio e Ilaria Porceddu.
Sanremo non smette mai di stupire. In senso negativo.

E ora via alla classifica poco fica dei Big, al termine della serata di giovedì sera.
Il televoto ha scoreggiato decretato le seguenti allucinanti posizioni:

14. Almamegretta
13. Marta sui Tubi
12. Malika Ayane
11. Simone Cristicchi
10. Max Gazzè
9. Daniele Silvestri
8. Elio e le Storie Tese
7. Maria Nazionale
6. Simona Molinari con Peter Cincotti
5. Raphael Gualazzi
4. Chiara
3. Annalisa
2. Modà
1. Marco Mengoni

Guest Twitters
Nick Biussy ‏@NickBiussy
Mengoni al 1° posto? o facciamo smettere di votare i bimbiminkia o il prossimo anno vince il Pulcino Pio! #sanremo2013

Noi, voi e le rose ‏@noivoielerose
Ricordiamo che questi sono i voti di merda degli italiani, quelli che ci piace Vasco.

Netsuno Mikaga ‏@MateMar
Se votate così anche il 24-25 febbraio emigro

Sarinski ‏@Sarinski_
GOMBLOTTO!

martedì 3 aprile 2012

Romanzo di uno stage

Romanzo di una strage
(Italia 2012)
Regia: Marco Tullio Giordana
Cast: Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Fabrizio Gifuni, Michela Cescon, Laura Chiatti, Denis Fasolo, Giorgio Colangeli, Luigi Lo Cascio, Omero Antonutti, Thomas Trabacchi, Giorgio Tirabassi, Fausto Russo Alesi, Giorgio Marchesi, Andreapietro Anselmi, Stefano Scandaletti, Francesco Salvi, Luca Zingaretti
Genere: storia d’Italia
Se ti piace guarda anche: La talpa, Buongiorno, notte, La meglio gioventù

Romanzo di una strage è un gran bel romanzo. Racconta in maniera dettagliata e impeccabile una delle pagine più misteriose della storia recente d’Italia: l’attentato di Piazza Fontana a Milano nel 1969.
Un attentato terroristico le cui responsabilità, ancora tutte da verificare e accertare, rimarranno probabilmente per sempre con un grande punto interrogativo, nonostante la pellicola riesca a far luce almeno su alcuni punti. Il grande merito del film del Marco Tullio Giordana è quello di presentarci tutti i fatti, tutti i protagonisti, da diverse angolazioni. Ne esce una storia dannatamente articolata, ricca di personaggi e sottotrame (non tutte ben sviluppate). Una vicenda molto complessa che ricorda, anche per le atmosfere 70s e per una fotografia simile, La talpa.
Io ho odiato La talpa. O meglio: io mi sono addormentato con La talpa, una delle visioni più noiose degli ultimi tempi. E forse di sempre.
Se ricordare La talpa è dunque un punto che qualcuno troverà a favore, mentre io di sicuro lo considero a sfavore, preciso però subito che il film dell’M.T. Giordana è parecchio più coinvolgente. Sarà perché anche uno sbadiglio è più coinvolgente de La talpa. O sarà perché la vicenda riguarda in maniera diretta il nostro paese. Non solo il passato, non solo gli anni ’70 del terrorismo e della strategia della tensione, ma riesce anche a parlare del e a far riflettere sul presente.

"Mr. Ford che tiene una lezione di cinema??? Io me ne vado!"
Oggi viviamo in un’Italia radicalmente cambiata. In mezzo ci sono stati “solo” Berlusconi e il berlusconismo. Eppure negli ultimi tempi si è ritornati a parlare, spesso a sproposito, di attentati terroristici alla democrazia e di clima ostile alla politica.
Riguardo all’odio nei confronti della politica e dei politici, non v’è dubbio. Solo che oggi all’ideologia si è sostituita l’apatia. Gli anni ’70 erano tutta un’altra storia, ma alcuni punti di contatto si possono comunque intravedere.
Ad esempio l’Aldo Moro interpretato da Fabrizio Gifuni ricorda per certi versi Mario Monti. Un riflesso di certo non voluto, visto che le riprese del film credo siano finite prima del suo insediamento come Chicken Premier.
Così come si possono vedere linee di similitudine tra i movimenti anarchici 70s e quelli No Tav di oggi.
La strage di Piazza Fontana, ciò che è successo prima e ciò che succede dopo, sono indagati molto bene da questa pellicola, una visione assolutamente consigliata perché in grado di porre interrogativi spinosi. Un ottimo esempio di pellicola impegnata, e ciò non spaventi i potenziali spettatori. È chiaro che se volete passare una serata all’insegna del cazzeggio è meglio dedicarsi a Tre uomini e una pecora, mentre se volete staccare del tutto il cervello potete godervi Ghost Rider 2. Però ogni tanto fa bene anche far girare in testa quei 2 neuroni pigri e pensare a questo paese. A come vanno le cose. A chi ci governa. A dove eravamo, a dove siamo e a dove stiamo andando.

"Speriamo il figlio sia mio e non di Fabri Fibra..."
Capolavoro, dunque?
No, ho detto che è un grande romanzo. Peccato che, nonostante il titolo, non si tratti di romanzo bensì di cinema. Ed è da questo punto di vista che purtroppo mi tocca constatare un livello non eccelso. Lo dico con grande dispiacere, visto che il Giordana è l’autore di una perla come La meglio gioventù, senza dubbio una delle mie pellicole italiane preferite di sempre.
Se La meglio gioventù nasceva come mini-serie tv, quando in realtà sapeva diventare grande cinema, qui è il contrario: Romanzo di una strage nasce come film, quando forse sarebbe stato meglio come fiction tv. La regia non ha grandi guizzi o trovate, non ci sono invenzioni dal punto di vista visivo, la colonna sonora è a dir poco piatta, si viaggia su blandi ritmi da prima serata Rai (ma almeno di qualità, specifichiamo), la componente thriller poteva essere giocata molto meglio, alcune scene di dialogo sono tirate eccessivamente per le lunghe e la storia è narrata in una maniera troppo lineare e precisina. Una scelta consapevole, dettata molto probabilmente dal cercare di rendere giustizia a una vicenda che Giustizia non ha trovato.

"Politici italiani che perepè quà-qua quà-quà perepè"
"Oops, Valerio... mi sa che il figlio non è tuo..."
Non del tutto convincete anche il cast. Per i livelli italiani siamo sopra la media, ma guardando all’estero non ci siamo. Valerio Mastandrea in particolare come protagonista non funziona. Più che un agente detective, sembra un ultrà romanista capitato lì sul set per caso. Non aiuta la moglie Laura Chiatti, bella figa sì, ma brava attrice? Andiamo, siamo seri! Meglio Denis Fasolo, con la sua parlata veneta accentuata, odiosa e per questa azzeccata per un personaggio parecchio odioso, e soprattutto un ottimo Pierfrancesco Favino, attore che non ho mai considerato granché ma che qui mi ha sorpreso in positivo. Merito anche del personaggio umanamente meglio caratterizzato, l’anarchico Giuseppe Pinelli, mentre il ritratto degli altri personaggi è realizzato con tinte troppo fredde. E anche qui il paragone che ritorna alla mente, ahimé, è quello de La talpa.

Un cinema civile di cui in Italia abbiamo bisogno ora più che mai è dunque il benvenuto. Peccato solo che sulla forma ci sia ancora parecchio da lavorare. Paradossalmente il grande pregio del film di Giordana, quello di aver cercato la completezza nel raccontare la Storia, è anche il suo più grande difetto, poiché finisce per risultare troppo storico, troppo cronachistico e troppo poco cinematografico.
Ottimo come romanzo di una strage. Così così come film di una strage.
(voto 6,5/10)

martedì 25 maggio 2010

Bianco, rosso e pretone (Io, loro e Lara, Carlo Verdone)

Io, loro e Lara
(Italia, 2010)
Regia: Carlo Verdone
Cast: Carlo Verdone, Laura Chiatti, Marco Giallini, Anna Bonaiuto, Sergio Fiorentini, Angela Finocchiaro, Agnese Claisse, Olga Balan

Difficile chiedere a Verdone qualcosa di diverso dal fare Verdone. Anche se in questo ultimo Io, loro e Lara interpreta un prete in crisi di coscienza che si prende una pausa dalla Chiesa dopo una missione in Africa è sempre lui. Bianco, rosso e pretone.

La storia del film, mettiamolo subito in chiaro, non è un granché. La critica alla casta ecclesiastica sarebbe essere potuta ben più feroce e dirompente. Piatto pure lo stile registico. Verdone non è mai stato Kubrick, vero, ma in film come Sono pazzo di Iris Blond o Maledetto il giorno che t'ho incontrato è riuscito a fare di meglio. D'altra parte, quando si prosegue con 'sta moda -soprattutto italiana- di voler essere attore protagonista, regista e sceneggiatore allo stesso tempo anche quando non sei Woody Allen, non sempre tutti i compiti possono riuscire al meglio. Almeno le scelte musicali poteva delegarle a qualcun altro: David Sylvian e Ryuichi Sakamoto non c'azzeccano una mazza con l'atmosfera del film, oltre a suonare decisamente jurassici.

Il merito principale della pellicola, che per una commedia non è certo un dettaglio da poco, è però che se ride. Se ride parecchio. In questo, il buon Carletto è aiutato da una serie di personaggi secondari really really spassosi: Verdone-Prete ha un padre (nel senso di papà, non nel senso religioso) che si fa le canne e tromba come un riccio con la nuova moglie/badante moldava, un fratello cocainomane che continua a tirar su dal naso dall'inizio alla fine del film (un ottimo Marco Giallini) e una nipote che è diventata emo e ha un’amica clone uguale a lei (per me i due personaggi più divertenti del film).
Il merito principale della protagonista femminile Laura Chiatti è invece quello di mostrare i capezzoli. Per il resto, non è certo la Cameron Diaz di Tutti pazzi per Mary e i ritmi della commedia non le si addicono più di tanto.
Verdone-Prete è quindi sempre Verdone-Carlo. Se vi è piaciuto in passato vi piacerà anche questo: divertente, ironico e leggermente malinconico. Se non vi è mai piaciuto, rivedetevi Compagni di scuola e cambierete subito idea.
(voto 6+)
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com