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sabato 30 novembre 2013

COTTA ADOLESCENZIALE 2013 – GLI “SCARTI”




In attesa dell’inizio vero e proprio, quest’anno i Cannibal Awards 2013 si aprono con una pre-classifica.
Da domani partirà la ormai tradizionale Top 20 dedicate alle cotte adolescenziali, ovvero le donne/ragazze/fanciulle più amate e apprezzate nel corso degli ultimi 12 mesi da questo blog.
Jennifer Lawrence ce la farà a confermarsi al primo posto, oppure ci saranno novità?
QUI potete recuperarvi la Top 20 del 2012.
Prima di scoprire chi saranno, ecco oggi una decina di star in ascesa che sono rimaste fuori per un soffio dalle prime 20 posizioni ufficiali, ma che comunque una menzione se la meritano tutta.
Che dite? Non sono troppo male, per essere degli “scarti”, no?


Addison Timlin
(USA 1991)
Il suo 2013: Uomini di parola, Odd Thomas, la serie tv Zero Hour
Dicono di lei su twitter

Tetter (il primo social network per commentare la gnocca in un massimo di 140 caratteri)
Hunger Gale @Liam_Hemsworth90
Sarebbe la nuova @JenniferLawrence, se solo non facesse merdate come Odd Thomas o Zero Hour, serie cancellata dopo zero hours. #OddTimlin




Kate Mara
(USA 1983)
Il suo 2013: la serie tv House of Cards, il video “Holding on for Life” dei Broken Bells

Tetter
Amaro Venier @amarovenier
La sorellina @RooneyMara sarà anche + brava a recitare, ma lei l’è la più + porca! #SorellaPorcella




Katheryn Winnick
(Canada 1977)

Tetter
Il Vichingo @vikingsrule
Anvedi la vakkinga! #KatherynWinner


Marco Goi ‏@cannibal_kid
#Vikings batte #GOT pure come fregna. #KatherynWinner


"Sì, mi vesto così anche nella vita di tutti i giorni. Problemi?"


Abigail Spencer
(USA 1981)
Il suo 2013: le serie tv Rectify e Suits, Il grande e potente Oz, Chasing Mavericks

Tetter
Recto In Culo @rectify1977
Come in #Rectify, pena di morte a chi non lovva @AbigailSpencer #Rectifyga




Nicola Peltz
(USA 1995)
Il suo 2013: la serie tv Bates Motel

Tetter
Michele Baia @michaelgay65
Il prossimo anno la vedremo nel nuovo #Transformers. Con quel nome, Nicola, speriamo non si transformi in un uomo #BattuteCheNonFanRidere




Natalie Zea
(USA 1975)
Il suo 2013: le serie tv The Following, Under the Dome, Justified, Californication

Tetter
Joe Carroll follower @freejoecarroll94
La followererei pure io, se fossi un serial social killer come @JoeCarroll di #TheFollowing. Anzi, la followerò lo stesso. #FollowStaCippa




Laura Prepon
(USA 1980)

Tetter
Viva la pussy @sappho_84
Orange is the new apple and lesbo is the new straight. #LauraFigon




Nicole Beharie
(USA 1985)
Il suo 2013: la serie tv Sleepy Hollow, il film sul baseball 42

Tetter
The Real Ichabod Crane @IchabodCrane1761
La serie di Sleepy Hollow fa venire voglia di dormire, ma lei fa venire voglia di qualcos'altro. #SexyHollow



Lizzy Caplan
(USA 1982)
Il suo 2013: la serie tv Masters of Sex

Tetter
Bimbominkia @b1mb0-m1nk1a2004
Ce la vorrei avere pure io, una Master così! #VivaLaSquola




Marine Vacth
(Francia 1990)
Il suo 2013: Giovane e bella
Il suo 2014: girerà il sequel Vecchia e brutta?

Tetter
Gentleman @I_love_gnocc_pardon_women
Giovane è bella? No, giovane e figa! #MarineVacc




sabato 7 settembre 2013

ORANGE IS THE NEW BLACK, PRISON IS THE NEW FREEDOM




Orange Is the New Black
(serie tv, stagione 1)
Rete americana: Netflix
Rete italiana: non ancora arrivata
Creata da: Jenji Kohan
Tratta dal libro: Orange Is the New Black di Piper Kerman
Cast: Taylor Schilling, Laura Prepon, Jason Biggs, Natasha Lyonne, Kate Mulgrew, Dascha Polanco, Samira Wiley, Danielle Brooks, Yael Stone, Uzo Aduba, Michael Harney, Pablo Schreiber, Matt McGorry, Nick Sandow, Joel Garland, Taryn Manning, Vicky Jeudy, Emma Myles, Laverne Cox, Madeline Brewer, Abigail Savage, Jackie Cruz, Diane Guerrero, Jessica Pimentel, Lauren Lapkus
Genere: carcerario
Se ti piace guarda anche: Dead Boss, Oz, Prison Break

"Ahahah, che spasso questo film consigliato da Cannibal Kid."
"Già, peccato che secondo lui doveva essere una visione strappalacrime..."
Una persona viene condannata a un anno di reclusione in un carcere di bassa protezione.
Potrebbe trattarsi della storia del perseguitato Silvio Berlusconi e invece no, visto che in Italia siamo più buoni e a lui gli tocca un anno o di domiciliari o di servizi sociali. A sua scelta, perché se sei condannato per frode fiscale multimilionaria da noi ti danno pure la possibilità di decidere cosa preferisci fare, tadan!
La protagonista di Orange Is the New Black invece, essendo nei meno permissivi USA e non essendo una perseguitata come il nostro povero ex Premier, non ha scelta e per un semplice caso di traffico di droga internazionale deve andare dritta in galera. Non un carcere di massima sicurezza, ma una struttura più leggera. Si tratta per di più di un carcere femminile e quindi non siamo ai livelli di vicende estreme tipo Oz, anche se nel corso degli episodi ne vedremo delle belle. Non siamo nemmeno dalle parti delle storie di fuga alla Prison Break. Qui abbiamo più che altro storie di figa.

"Scusi, signora secondina, posso avere una coperta di Prada?"
La protagonista è la classica fighettina a modo che mai si sarebbe immaginata di finire in galera, un giorno. E invece… invece a causa della sua sexy fidanzata si ritrova a trasportare droga e viene beccata. Anni dopo, in seguito alla sentenza, deve andare a scontare la sua pena quando ormai è prossima al matrimonio, questa volta con un uomo. Un uomo… insomma, Jimbo di American Pie ovvero Jason Biggs che qui bene o male fa sempre la parte del Jimbo della situazione, giusto in versione giornalista un po’ più intellettualoide.
L’episodio pilota ci catapulta in questa situazione drammatica, raccontata però in maniera leggera, con un sapiente mix di drama e comedy, senza eccedere né con scenette troppo ridicole né dall’altra parte in sequenze troppo strappalacrime. Un buon gioco di equilibrio lo si assiste anche tra il presente della protagonista in prigione e i flashback del suo passato. Tutto riuscitissimo sì, ma poi cosa succede?

"Già siamo in carcere e in più l'unica stazione radio che prende trasmette
solo canzoni dei One Direction? Questo è davvero troppo!"
Negli episodi successivi ci vengono svelate lentamente anche le storie delle altre detenute, le (alcune più, altre meno) simpatiche “coinquiline” di prigione della protagonista. Lost docet. Rispetto a Lost, o anche Skins, gli episodi sono però meno “character-oriented”. Ogni puntata si concentra in particolare su un personaggio, senza riservargli comunque uno spazio eccessivo e senza dimenticare gli altri. Una scelta riuscita a metà, poiché dei vari personaggi vorremmo sapere di più, oltre a qualche piccolo frammento delle loro vite all’infuori del carcere che ci viene fornito. E qui sta anche l’unico problema di una serie per il resto davvero notevole: i personaggi minori finiscono per intrigare più della protagonista principale che, dopo un ovvio periodo di difficoltà iniziale, finisce per essere un po’ troppo precisina e “prima della classe” persino all’interno del carcere. Quanto all’attrice che la interpreta, Taylor Schilling, pure lei convince solo in parte, ma se il suo intento è quello di risultare antipatica, ci riesce al 100%.


Se sulla protagonista per quanto mi riguarda restano alcune riserve, nonostante nel finale di stagione si riscatti alla grande, le varie comprimarie riescono a conquistarsi un loro spazio e ad affascinare maggiormente. Su tutte la lesbo ex girlfriend Laura Prepon, per anni nella sottovalutatissima serie comedy That ‘70s Show, ma attenzione anche alla perfida russa interpretata da Kate Mulgrew, alla latina Dascha Polanco innamorata di un secondino, alla lesbica scatenata Natasha Lyonne (pure lei proveniente da American Pie), alle labbra rosse di Yael Stone, alla perfida timorata di Dio Taryn Manning (imbruttitissima, lei che di solito non è niente male), alla parrucchiera trans Laverne Cox, alla tossica Madeline Brewer, alla fenomenale "Occhi pazzi" Uzo Aduba, e questo solo per citarne alcune.

"Ma sono pazzi a chiamarmi Occhi pazzi?"

Quello che ne viene fuori è un ritratto corale, una serie di ritratti femminili (ma attenzione pure ai secondini) estremamente variegati, spesso lontani dai soliti personaggi televisivi e dagli stereotipi: donne delinquenti, lesbiche o comunque bisessuali, appartenenti alle più varie etnie, religioni, stili di vita. C’è di tutto e di più, dentro il carcere di Orange Is the New Black, che non è il New Oz o il New Prison Break, bensì offre uno sguardo differente e personale sulla vita in prigione, vissuta sulla propria pelle per davvero da Piper Kerman, il cui romanzo autobiografico ha ispirato il telefilm. Uno sguardo tutto new per quella che, nonostante l'ambientazione carceraria, si è rivelata la serie più libera dell'estate 2013.
(voto 8-/10)

P.S. La prima stagione è già tutta disponibile in rete, mentre la seconda stagione è stata confermata, anche se arriverà soltanto nel 2014.



giovedì 20 giugno 2013

QUEL CHE SUCCEDE A LAS VEGAS NON SEMPRE RESTA A LAS VEGAS, PURTROPPO


Una ragazza a Las Vegas
(USA, UK 2012)
Titolo originale: Lay the Favorite
Regia: Stephen Frears
Sceneggiatura: D.V. DeVincentisB
Tratto dalla biografia: Lay the Favorite di Beth Raymer
Cast: Rebecca Hall, Bruce Willis, Catherine Zeta-Jones, Laura Prepon, Frank Grillo, Joel Murray, Joshua Jackson, Vince Vaughn
Genere: commedia che non fa ridere
Se ti piace guarda anche: 21, Luck

Commedie che non fanno ridere. Potrei passare ore a elencarle, se solo mi ricordassi i loro titoli. Se c’è una cosa che il cinema americano non ci fa mai mancare è una buona dose di filmetti pseudo brillanti e pseudo comici che oh, facessero ridere un solo momento uno in tutta la visione. Invece niente. Una ragazza a Las Vegas è una di queste commedie, commedie che non fanno ridere. Ma mai. Ci fosse una scena simpatica ci sarebbe da festeggiare. Ma no, sorry. Nada de nada. Manco un sorrisino.
In compenso però la storia è originale…
Questa era una battuta. Non so se faceva ridere, probabilmente no, però ci potete scommettere che era più divertente dei momenti divertenti del film.
Quali momenti divertenti?
Anche questa era una battutona. Lo dico nel caso non si fosse capito.
Non si era capito, vero?
Oddio, questo post è stato contagiato dalla mancanza di umorismo della pellicola. Noooooooo!

"Mi sento una versione scema (ma figa) del protagonista di A Beautiful Mind."
La storia originalissima presentata dalla pellicola è quella di una bella ragazza che di professione fa la private dancer, la stripper a domicilio come quella cantata da Tina Turner, e che però si sente intrappolata nella sua sciatta vita di provincia e allora vuole andare a tentare la fortuna a Las Vegas. Che fantasia! Che storia mai sentita!
A interpretare questa ragazza a Las Vegas troviamo Rebecca Hall. Buona attrice, Rebecca, vista in film come The Town, Vicky Cristina Barcelona, The Prestige e Iron Man 3, peccato sia del tutto fuori parte. Come ragazza superficiale e ingenua non se la cava per niente. Ci sarebbe stata meglio una dotata di un maggiore senso dell’umorismo, una come una Anna Faris. Rebecca Hall, che per carità per l’occasione sfoggia anche un bel physique du role, è troppo sofisticata, la vedo meglio in un film in costume. Costume ottocentesco, non costume da bagno.

"Azz! Ormai sono più rifatta di Liberace!"
A Las Vegas, la ragazza non va per passare dalla vita dentro una roulotte a quella tra le roulette, bensì per fare la barista. Una volta arrivata nella città del peccato, che in questa pellicola appare in una maniera molto edulcorata e ben poco peccaminosa, trova invece un altro lavoro. No, non torna a fare la spogliarellista, no, non si mette a fare la escort, bensì diventa la segretaria tuttofare di un noto gambler locale. Cos’è un gambler?
È uno scommettitore, un giocatore d’azzardo professionista. A interpretare questo grande gambler vi è Bruce Willis. Bruce che ormai accetta qualunque parte, tra un po’ lo vedremo anche in un cinepanettone, se ancora i cinepanettoni vengono sfornati e spero di no. Bruce gigionissimo ma anche svogliatissimo e non c’è solo lui. Il cast è di quelli quasi da grandi occasioni, con una plasticosa Catherine Zeta-Jones che pure lei ormai per $100 dollari la fate venire alla prima comunione di vostro nipote, l’ex Pacey di Dawson’s Creek Joshua Jackson, l’ex That ’70s Show Laura Prepon, più un Vince Vaughn mai così fuori forma.

"Bruce, ci sono i Vanzina in linea per te..."
"Uh, passameli. Non vedo l'ora di prendere sold... ehm girare un film con loro."
Al che io mi chiedo: ma su carta la sceneggiatura, ispirata per altro alla biografia di tale Beth Raymer, la vera ragazza a Las Vegas, era scritta tanto da Dio da convincere tutti questi attori? O Stephen Frears ha fatto davvero un così cattivo lavoro alla regia?
Che poi io Stephen Frears è un regista che non capisco. È uno che nella sua carriera ha fatto anche dei buoni film, su tutti Alta fedeltà, ed è uno passato senza problemi per pellicole completamente differenti tra loro, da Le relazioni pericolose e Eroe per caso, da Mary Reilly a Tamara Drewe, da La regina a questa Una ragazza a Las Vegas. Va bene cambiare, va bene la varietà, ma nella sua opera non ci vedo un filo comune. È un mestierante che prende ciò che gli capita, come purtroppo il Bruce Willis degli ultimi tempi. È un directeur ma non un metteur en scène.

Se non si era ancora capito, sconsiglio la visione di questa ragazzetta a Las Vegas. Non che sia una roba del tutto inguardabile, però è davvero ma davvero inutile. Pure io dovevo aspettarmelo. In generale i film sulle scommesse e sul gioco d’azzardo non mi piacciono e quindi ci avrei scommesso che nemmeno questo sarebbe stato un puledro da primo posto. Però avrei puntato se non altro su una pellicola da metà classifica, e invece questo è solo un film da ultima posizione.
Scommettiamo che non piacerà nemmeno a voi?
(voto 4/10)


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