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venerdì 9 agosto 2013

XAVIER DOLAN ANYWAYS




Laurence Anyways
(Canada, Francia 2012)
Regia: Xavier Dolan
Sceneggiatura: Xavier Dolan
Cast: Melvil Poupaud, Suzanne Clément, Nathalie Baye, Monia Chokri, Yves Jacques, Susan Almgren
Genere: transgender
Se ti piace guarda anche: Transamerica, Les amours imaginaires, J'ai tué ma mère, One Day, Blue Valentine

Laurence è questo.


No, ho sbagliato, è questa.


No, ho sbagliato un’altra volta. È tutti è due. È Laurence comunque.

Il giovane regista, sceneggiatore e attore (qui “solo” in veste di regista e sceneggiatore) Xavier Dolan, classe 1989, completa la sua prima trilogia personale sulla confusione sessuale. Dopo il promettente ma poco riuscito esordio J'ai tué ma mère (I Killed My Mother) e il quasi capolavoro Les amours imaginaires (Heartbeats), con questo nuovo lavoro riprende tematica e stili delle sue due precedenti opere e ambisce a realizzare un qualcosa di ancora più ambizioso. Risultato: Dolan esagera nella durata, le quasi tre ore di visione lasciano alla fine sfiancati, non aggiunge nulla di nuovo rispetto a quanto mostrato con i suoi due primi film, eppure il suo Laurence una visione la merita anyways. Per quanto abbia realizzato una pellicola troppo troppo troppo lunga, il cineasta post-teen canadese si conferma come uno dei registi emergenti più notevoli del panorama mondiale. Possiede un talento visivo enorme che però, come avviene con un altro fenomeno della macchina da presa come Nicolas Winding Refn, non automaticamente si trasforma ogni volta in un film altrettanto enorme. La maledizione dei geni. Avere voglia di dimostrare tutto il proprio potenziale sempre e comunque, rischiando però di finire vittime delle proprie gigantesche ambizioni.

Laurence Anyways è un film più non riuscito che riuscito ma è comunque cinema vivo, che offre alcuni lampi di bellezza, sprazzi di poesia. Xavier Dolan in pratica mescola i difetti evidenziati dal suo primo film J'ai tué ma mère, come un certo eccesso al melodramma urlato, e i pregi del suo secondo meraviglioso Les amours imaginaires, senza però mostrare novità particolarmente rilevanti. Le scene migliori sembrano un’estensione del suo precedente lavoro e anche l’uso delle musiche è assai simile: in apertura viene usata “If I Had a Heart” di Fever Ray, artista già suonata in Les amours imaginaires. Per il resto si va di classici 80s come “Bette Davis Eyes” di Kim Carnes, “Fade to Grey” dei Visage e “Enjoy the Silence” dei Depeche Mode. Il film parte proprio dalla fine degli anni ’80 e poi si va a sviluppare in un arco di tempo di oltre 10 anni, fino ai primi Anni Zero. Uno dei problemi a livello narrativo è proprio l’eccessiva dilatazione del tempo, non sempre necessaria.
ATTENZIONE SPOILER Il penultimo e piuttosto inutile incontro tra i due protagonisti, ad esempio, era davvero necessario? Non bastava l’ultimissimo, ben più riuscito? FINE SPOILER

Di cosa parla il film?
Basta tergiversare e ve lo spiego.
Laurence Anyways è il racconto di un uomo che a 37 anni decide di smetterla di fingere di essere ciò che non è, e diventare quello che ha sempre voluto essere: una donna. Una donna lesbica. La sua fidanzata Fred prende la notizia piuttosto bene. Siamo pur sempre in Canada. Voglio vedere in Italia cosa succede se un uomo dà una notizia del genere alla sua donna. "SVERGOGNAAATO FOSTI!!!"
Lei invece tutto sommato accetta la cosa e i due proseguono, tra alti e bassi, con la loro relazione. Laurence Anyways è sì una riflessione sull’identità sessuale, ma è anche una storia d’amore, molto particolare e dagli sviluppi articolati nel corso del tempo. È quasi un One Day in versione trans.
Il protagonista Melvil Poupaud alle prese con un personaggio uomo/donna del (trans)genere ce la mette tutta e se la cava, anche se devo dire che non mi ha convinto fino in fondo. Sarà per la sua somiglianza con Alessandro Gassman, sarà che non ha un aspetto particolarmente androgino, però non mi è sembrata la scelta ideale per interpretare il complesso Laurence. Meglio la parte femminile del cast, con un’intensissima Fred fatta vivere da Suzanne Clément, Nathalie Baye nei panni della madre del protagonista e la mitica Monia Chokri già rivelazione di Les amours imaginaires qui in un piccolo ruolo.

Laurence Anyways è un grande film. Poteva essere grande nel senso di splendido, invece è solo un film grande per via della sua durata mastodontica. Con dei tagli abbondanti in fase di sceneggiatura e di montaggio, ne sarebbe uscita una chicca. Così com’è risulta eccessivamente pesante ed è un peccato, perché un tema non semplice come quello della transessualità viene qui affrontato in maniera leggera e originale, nelle parti più riuscite, mentre nelle parti meno convincenti si va a finire nel melodrammone, nel polpettone difficile da digerire.
Arrivati a questo punto, è ancora più imprevedibile stabilire cosa ci possa riservare l’autore Xavier Dolan in futuro. Può davvero fare di tutto, talento e ambizione certo non gli mancano. Il suo prossimo film sarà ancora giocato sul tema dell’orientamento sessuale, con protagonista l’attore super androgino Caleb Landry Jones, quello di Antiviral, eppure io ho l’impressione che a questo punto della sua giovane ma già ricca carriera sarebbe più interessante vederlo confrontarsi con un tipo di storia differente. Alle prese con una vicenda di bullismo per il videoclip di “College Boy” della storica band francese Indochine, Dolan ad esempio ha tirato fuori una delle cose più potenti viste negli ultimi mesi.



Laurence Anyways è allora un potenziale capolavoro mancato, ma poco importa. Xavier Dolan ha solo 24 anni, da qui in poi fondamentalmente può fare quel cazzo che gli pare, e a me tanto piace anyways.
(voto 6,5/10)



domenica 27 maggio 2012

I vincitori del Trofeo Birra Nanni Moretti anche noto come Cannes 2012

Festival di Cannes 2012, sono arrivati i verdetti.
Si è espressa la giuria presieduta quest’anno da Nanni Moretti e composta anche dall’idolo scozzese Ewan McGregor, dalla bonazza crucca Diane Kruger, dal regista Usa più o meno indie Alexander Payne, dal fashionista Jean-Paul Gaultier, dall’attrice francese Emmanuelle Devos, dall’attrice israeliana Hiam Abbass, dalla regista UK Andrea Arnold e dallo sconosciuto (scherzo, è famosissimo, oooh) regista haitiano Raoul Peck.
Ma chi ha vinto?

Palma d'Oro
Amour di Michael Haneke

Grand Prix Speciale della Giuria
Reality di Matteo Garrone

Miglior regista
Carlos Reygadas, Post Tenebras Lux

Miglior attore
Mads Mikkelsen, The Hunt

Migliori attrici
Cosmina Stratan e Cristina Flutur, Beyond The Hills

Miglior sceneggiatura
Cristian Mungiu, Beyond The Hills

Premio della Giuria
The Angels' Share di Ken Loach

Sezione Un Certain Regard (giuria presieduta da Tim Roth)
Miglior film
Después de Lucia di Michel Franco

Premio Speciale della Giuria
Le Grand Soir di Benoit Delepine e Gustave Kervern

Migliori attrici (non è stato premiato nessun attore uomo)
Suzanne Clement, Laurence Anyways e Emilie Dequenne, A perdre la raison

Menzione Speciale
Children of Sarajevo, Aida Begic


Camera d’Or per l'opera prima
Beasts of the Southern Wild di Benh Zeitlin

Premio della settimana della critica
Here and There, directed by Antonio Mendez Esparza



Nanni Moretti ha deciso di premiare Amour dell'austriaco Michael Haneke, già vincitore nel 2009 con lo straordinario Il nastro bianco. Regista che era già il grande favorito dei bookmakers e che di certo il Nanni ha sempre apprezzato parecchio, si veda il beffardo finale di Habemus Papam che io ho trovato molto hanekiano.
Il Nanni ha poi fatto lo sgarro, anzi lo sGarrone agli americani, sbarcati in Normandia sulla Costa Azzurra con forze ingenti, grandi registi, splendidi interpreti, eppure rimasti clamorosamente a bocca asciutta.
Il Nanni ha invece preferito premiare la Romania di Cristian Mungiu e delle due protagoniste del suo film, il Messico di Carlos Reygadas, la Danimarca di Mads Mikkelsen nella pellicola di Thomas Vinterberg, l'Inghilterra di Ken Loach e naturalmente... l'Italia di Matteo Garrone.
Un premio nazionalista che sa di inciucio?
Il verdetto cannibale arriverà solo dopo la visione dei films in concorso, comunque, a scatola chiusa, direi che una vittoria di Haneke ci sta sempre bene.

Per chiudere, la top 10 dei film passati a Cannes che attendo con maggiore curiosità.

10. The Paperboy
Il regista di Precious, Zac Efron che per la prima volta abbandona i balletti di High School Musical e le tragedie amorose dei film tratti da Nicholas Sparks, Nicole Kidman in versione porca...


9. Reality
Dopo Gomorra, Matteo Garrone e i sogni da reality-show...
Prima di preoccuparvi, vi informo che Alessia Marcuzzi NON fa parte del cast.


8. Io e te
Ci sono stati 12 minuti d'applausi al termine della proiezione del nuovo film di Bertolucci, presentato fuori concorso.
Meritati, o sarà stata la solita esaltazione da festival e quando arriverà nelle sale "normali" pioveranno 12 minuti di pernacchie?


"David, guarda che tutte quelle
ragazzine emo sono qui per te!"
7. Cosmopolis
Sta già dividendo parecchio, il nuovo film di David Cronenberg con Robert Pattinson.
Dopo quell'orrore di A Dangerous Method, a bordo di una limo il divin regista avrà ritrovato la diritta via smarrita?
Ultim'ora Ansia: dopo la consegna del premio di miglior attore, le fan di Pattinson twi-hards inferocite pare abbiano trasformato per davvero Mads Mikkelsen in One Eye.


Baaacio! Baaacio! Baaacio!
6. Lawless
Il regista di The Road alle prese con un cast della madocina: Tom (twi)Hardy, Sciaia LaBeouf, Mia Vaginowska, Guy Piercing, Gary Vecchiouomo, Jessica "Santa Subito" Chastain...


"Reese, siamo a Cannes da manco 24 ore e t'ho già messa incinta.
E poi c'è qualcuno che mi chiama McConaugay..."
5. Mud
Il nuovo film di Jeff Nichols, l'autore di quella meraviglia di Take Shelter. Si sarà confermato all'altezza del precedente o meriterà di essere spazzato via da un uragano?


"Pattinson, dì addio alla tua limo!"
4. Holy Motors
Il francese Leos Carax sembra abbia fatto il film più delirante e, forse, geniale, di Cannes 2012...
Tra echi di Lynch e Kubrick, c'è pure Kylie Minogue in versione attrice!
Già destinato a essere considerato senza messe misure un capolavoro o una porcata.


"Sei la vecchina del castello errante di Howl?"
3. Amour
Michael Haneke alle prese con una storia d'amore o meglio d'amour. Cosa diavolo succederà?
Per intanto s'è beccato la Palma d'Oro.
Bravò!


2. Laurence Anyways
Dopo lo stu-pen-do Les amours imaginaires, il giovanissimo fenomeno Xavier Dolan è atteso alla conferma.
La protagonista Suzanne Clément s'è cuccata il premio di miglior attrice (a pari merito con Emilie Dequenne per "À perdre la raison") nella categoria Un Certain Regard e il trailer promette faville...


"Dove minchia è, Cannes?"
1. Moonrise Kingdom
Wes Anderson mi è sempre piaciuto, però ho anche sempre avuto l'impressione che il suo vero capolavoro debba ancora tirarlo fuori. Sarà questo?


"Le opinioni cannibali? Bah!"
Fuori classifica: The Master di Paul Thomas Anderson.
Il film (vagamente?) ispirato a Scientology del regista di Magnolia e Il petroliere non era in Concorso a Cannes, ma sulla Croisette ne sono stati comunque presentati alcuni minuti, ben 4, più il teaser trailer. Eccolo qui.
Sento puzza di filmone. Oppure mi sta prendendo fuoco la casa?

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