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martedì 28 febbraio 2017

La Cannibal Music di Febbraio 2017 – Top e Flop del mese





Prosegue la rubrica musicale di Pensieri Cannibali e, dopo un ottimo gennaio, devo dire che a febbraio la situazione personalmente mi sembra un po' peggiorata. Tutta colpa di Sanremo?
Andiamo a vedere i Top e i Flop del mese a mio modesto giudizio, seguiti da qualche rubrichetta.

venerdì 19 dicembre 2014

I MIGLIORI ALBUM DEL 2014 DI PENSIERI CANNIBALI – N. 20 - 11





Proseguono le classifiche di fine anno stilate da Pensieri Cannibali. Dopo quelle dedicate ai Men of the Year, alle Cotte adolescenziali e alle serie tv migliori dell'annata, oggi tocca agli album musicali.
Quali sono i dischi ascoltati, apprezzati e amati di più nel corso degli ultimi 12 mesi su questo blog?
Lo scopriremo presto. Prima di vedere la Top 10, ecco i 10 (a dire il vero 11) bei dischetti finiti a un passo dalla cima.


giovedì 13 marzo 2014

LE LUCI ALLA FINE DELLA CENTRALE ELETTRICA




Le luci della centrale elettrica “Costellazioni”
Meno male che è arrivato “Costellazioni”, il nuovo disco de Le luci della centrale elettrica, lo pseudonimo dietro cui si celano le parole sempre efficaci, insieme alla voce ormai inconfondibile, di Vasco Brondi. Il Vasco de ‘noantri, noi “diversi”, noi popolo indie.

Meno male che è arrivato così almeno l’Italia avrà altro di che (s)parlare all’infuori de La grande bellezza. Più che l’Italia, noi piccolo popolo indie dello Stivale, mentre il resto del paese continuerà a scannarsi tra grande bellezza sì e grande bellezza no o, peggio, tra Renzi sì e Renzi no.

Meno male che è arrivato perché il Vasco B, il Vasco per me davvero di serie A, è sempre un piacere risentirlo. Piaccia o meno, il suo stile così immediatamente riconoscibile è una delle poche cose originali e affascinanti capitate alla musica italiana negli ultimi anni. E poi altroché Vasco. Il Brondi è il nuovo Rino Gaetano, e diciamolo.

Meno male che è arrivato perché i dischi precedenti de Le luci li abbiamo consumati e mandati a memoria, ma ormai hanno fatto il loro tempo e avevamo bisogno di parole nuove, adatte a questi tempi di crisi sempre più in crisi. Vasco B risponde presente con una serie di testi ancora una volta spettacolari, fotografie perfette delle nostre vite, liriche rap cantate con stile da cantautore, poesie moderne che come le scrive lui, non c’è nessun altro in circolazione. Non dalle nostre parti. Non ai nostri tempi.

Meno male che è arrivato perché, insieme a dei nuovi notevolissimi testi, il Brondi è in continua crescita anche a livello musicale. Senti un suo pezzo e capisci subito che è lui, che sono loro, Le luci della centrale elettrica. Ciò nonostante, questa volta sono stati aggiunti ulteriori colori alla tavolozza sonora, capaci di andare oltre l'irreplicabile urgenza espressiva dell’esordio "Canzoni da spiaggia deturpata" e del già maggiormente variegato “Per ora noi la chiameremo felicità”. Dentro “Costellazioni” c’è un gusto più vicino al pop, come nel ritornello da tormentone indie del primo singolo “I destini generali”, con quel “pa pappa papapa” da stadio che riecheggia il “po poppo popopo” dei White Stripes featuring Tifosi italiani ai Mondiali 2006. C’è l’electro-funk sculettante “Ti vendi bene”, che nei locali più hipster quest’estate si potrebbe addirittura ballare, gridando “Dai tutti sul dancefloor con Le luci!”. C’è la quasi allegra e quasi hip-hoppara stile Beck di una volta “Questo scontro tranquillo”. C’è spazio per un assalto rock come “Firmamento”. C’è la sorprendente e toccante ballatona al piano “I Sonic Youth”, il pezzo con cui può sventolare gli accendini al vento senza vergogna chi è cresciuto con Sonic Youth e Smiths, anziché Venditti e Baglioni.

Meno male che è arrivato perché “Costellazioni” è un disco divertente. A suo modo. Nonostante i prevalenti toni solenni e le musiche tendenti a dir poco al melodrammatico, i testi riescono a regalare anche un sorriso ironico, come nella preghiera indie “Padre nostro dei satelliti”, per cui Vasco B meriterebbe di essere fatto Santo Subito.

Meno male che è arrivato “Costellazioni” perché è un disco in cui, aldilà del suo apparente pessimismo cosmico, Vasco Brondi fa intravedere delle luci alla fine del tunnel esistenziale in cui stiamo viaggiando.

Meno male è arrivato il nuovo disco de Le luci della centrale elettrica, perché è un bel disco. Un gran bel disco.
(voto 7,5/10)

mercoledì 1 giugno 2011

BLOG WARS: LA MINACCIA DEGLI ANNI ZERO (PARTE I)

Donnie Darko si unisce ai Cannibali (armato)
per fare il culo alla squadra di Mr. Ford
C’era una volta un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, ma anche i Nirvana, i Joy Division, gli Smiths e tutti quei gruppi più o meno depressi che hanno fatto la Storia della Musica. Quel pischello si chiamava James Ford, senza il Mister davanti, e aveva degli ottimi gusti musicali e cinematografici. Ma poi in una piovosa nottata estiva dei primi anni ‘90 qualcosa di terribile gli successe. Non se ne conoscono bene i dettagli, giusto qualche informazione raccattata qua e là, per un grande puzzle tutt’ora irrisolto. Eppure in quella oscura notte qualcosa di agghiacciante gli capitò. Forse una banda di radical-chic lo prese a botte picchiandolo selvaggiamente con i loro borselli Louis Vuitton. O forse era un gruppo di grungers reduci da un concerto dei Nirvana che lo assalì. Fatto sta che lui vide solo quelle camicie a quadroni e allora pensò fossero fan di Kurt. Ma chissà, magari erano solo dei montanari di passaggio giù in città…
Fatto sta che da quel giorno James Ford andò a casa e bruciò tutti i suoi dischi di alternative rock e passo al più tradizionale e palloso classic rock, si mise ad ascoltare i vecchi cantautoroni di una volta, di quelli che oggi non ne fabbricano più (e meno male) e decise di mettere quel Mister davanti al suo nome, giusto per darsi un’aria più rispettabile e da anziano. Quel giorno decise anche di dichiarare guerra a tutti i radical-chic del mondo e nel corso degli anni gli andò anche bene e ne sconfisse parecchi. Tutto questo fino a che incontrò un certo Cannibal Kid a sbarrargli la strada. Lui non era come gli altri radical-chic che aveva incontrato fino ad allora: era qualcosa di più terribile, era la sua nemesi, era l’anti-Ford per eccellenza.
Leggenda vuole che Cannibal Kid se ne stesse sul bordo di un grattacielo, mentre stava pensando se buttarsi giù o meno, mentre canticchiava “I hurt myself today, to see if I still feel”. Il suicidio era tutto ciò che desiderava, il suo male di vivere lo opprimeva troppo, non per una ragione in particolare ma solo perché si sentiva incompreso dal resto del mondo, quand’ecco che sentì un tamarro sotto che si ascoltava Kid Rock con lo stereo sotto braccio a tutto volume e allora decise che una ragione di vita ce l’aveva ancora. Doveva eliminare quegli zarri dalla faccia della Terra, far capire loro che esisteva della grande musica, dei film che non erano quelli con Stallone, Van Damme e Schwarzenegger, della roba insomma di buon gusto. Quel tamarro che passava lì sotto era Mr. James Ford, inconsapevole di aver appena salvato una vita. Ma Cannibal Kid anziché ringraziarlo volle andare a stanarlo per dichiarargli guerra.
Era dai tempi di Batman contro Joker, anzi della Moratti contro Pisapia, che non si vedeva una sfida del genere. I due combatterono a lungo sanguinosamente, distruggendo interi villaggi e popolazioni innocenti la cui unica colpa era stata quella di essere finiti in mezzo alla loro battaglia apparentemente infinita. Quella battaglia però era destinata a finire in una maniera epica, come tutte le grandi rivalità che si rispettino, con uno scontro all’ultimo sangue. E il finale di questa storia, di questa leggenda, di questo mito verrà scritto… ora.
Cannibal Kid

P.S. Questi sono i miei dischi preferiti degli Anni Zero...

1. Radiohead “Kid A” (2000)
Cannibal Kid Ok Computer aveva segnato la mia adolescenza con inchiostro indelebile e Kid A credo sia stato quindi l’album che ho atteso con maggiore curiosità in vita mia. Il primo ascolto è risultato uno shock, ma tempo pochi giorni e questo album alieno sceso sulla Terra da un altro pianeta mi aveva già conquistato. I Radiohead c’erano riusciti: due dischi epocali uno in fila all’altro e questo era una vera rivoluzione. Una band pop-rock che abbandonava le chitarre, i sentieri facili e copriva anche la voce di Thom Yorke, marchio di fabbrica della band, con mille effetti fino a renderla irriconoscibile. Una fuga dal successo facile (che a me ricorda quella di Kurt Cobain nel post-Nevermind) che dopo The Bends e Ok Computer avrebbe potuti renderli i nuovi U2, ma loro hanno scelto un’altra strada, una più coraggiosa, e alla fine sono diventati qualcosa di molto più grande. Così si fa!
A livello personale è stato uno degli album che hanno segnato di più la mia crescita musicale e anche il mio allontanamento dal rock tradizionalmente inteso verso altri lidi, che hanno portato anche alla nascita del mio alter-ego Cannibal Kid come autore di musica elettronica (nickname poi mantenuto anche in qualità di blogger) che potete sentire QUI (CANNIBAL KID MYSPACE)
e così mi sono fatto pure la marketta, Ford.
Mr. James Ford Fatti pure tutte le marchette che vuoi, piccolo Cannibale, non serviranno ad evitarti il destino di finire travolto dalla potenza della musica in toto, e non solo quella di nicchia che ascolti tu con tanta ostentata presunzione.
Per il resto, su questo disco non posso proprio dire nulla, anche perchè è il mio preferito dei testadiradio, ed uno dei migliori - se non il migliore - dell'appena trascorso decennio.

2. Sigur Ros “Agaetis Byrjun” (2000)
CK Se c’è una musica che immagino suonata nel mio Paradiso personale è questa. Un disco angelico, anzi divino, proveniente dall’immensità della natura islandese e realizzato da un gruppo di folletti, dei tipi strambi come e forse ancor di più di Bjork. Mentre io me ne sto in Paradiso insieme a Kurt Cobain, Ian Curtis e a tutti gli altri miei amichetti suicidi maledetti, tu brucerai all’Inferno, Mr. Ford. Perché nel mio “paradiso artificiale” (come a te piace tanto chiamarlo) il suicidio non è considerato un peccato, mentre dire mostruosità come hai fatto tu contro Kurt e Ian e ascoltare schifezze come Kid Rock lo sono eccome. Anzi, sono peccati mortali!
JF Non ho mai pensato a quale musica vorrei sentire nel mio paradiso personale, anche perchè voglio tanto, ma proprio tanto, godermi le cose qui, dato che non si sa mai che dopo non ci sia un bel cazzo di niente, e mi sentirei fregato.
Quindi ti lascio volentieri insieme ai tuoi coniglietti suicidi mentre io qui mi sbronzo e vado in giro a fare un pò di bisboccia con Kid Rock, o altrimenti, dato che ormai entrambi stiamo mettendo su gli anni, me ne sto in giardino per una bella grigliata con gli amici, le donne, i bambini, gli animali e un bel pò di Gran Torino. Che, peraltro, si svolgeva a Detroit, Michigan. Città di Kid Rock.
Tutto torna, no!? Il mio paradiso è questo, almeno ora. E me lo posso vivere senza morire.
E sai che ti dico!? Che dopo una bella mangiata e bevuta, mi posso addormentare felice ascoltanto i Sigur Ros, che mi piacciono pure, alla facciazza tua!
CK Detroit è la città della Motown, di Eminem e della prima techno, mentre Kid Rock te lo suchi solo tu! E ocio a grigliare bene la carne, non vorrei mai che qualche malefico cannibale avesse accidentalmente aggiunto del veleno buaahah :)
JF Il veleno se lo saranno già sparato tutto in vena i tuoi amici degli anni novanta, quindi non mi preoccupo. E come ti ricorderò anche domani, Eminem e Kid Rock sono molto amici.


3. Daft Punk “Discovery” (2001)
CK Questo è uno dei dischi che risuonava durante la memorabile gita di 5a liceo a Barcellona: la prima cotta pesante, la prima ciucca pesante (e Mr. Ford che mi crede tossico dirà anche la prima droga pesante). Giorni confusi e alcolici, il cui ricordo è un po’ sfumato ma che comunque erano accompagnati anche dalle note dei Daft Punk, che poi sono stati la colonna sonora dell’intera estate 2001, quella del passaggio da liceo a università, il passaggio in teoria verso la fase adulta che però nel mio caso di eterno Peter Pan non si è compiuto ancora del tutto. E forse non si compierà mai. D’altra parte preferisco così piuttosto che diventare come Ford che a 30 anni parla già come un ultraottantenne. Questo comunque è uno dei più grandi party album mai realizzati nella storia, ed è un party a cui tu Ford non sei gradito. Mi dispiace, il tuo invito si dev’essere perso per posta. Tu però direi che anche tu li hai messi nella tua lista. Ma come? Loro non sanno suonare la chitarra né alcuno strumento, il loro sound è fatto tutto ai computer, quindi per te dovrebbero essere solo dei nerd sfigati che la musica, quella vera, nemmeno sanno cos’è. E invece no, ti piacciono solo perché… sono mascherati?!? Però loro, al contrario dei buffoni tuoi amichetti, non sono dei clown ma solo degli idoli!
JF Pensa che roba: scopro che anche per il mio antagonista Barcellona è stato un importante crocevia. Del resto, è una città fantastica.
Io, però, ci andai la prima volta nell'estate del 2006, già un pò più in là con gli anni, e da solo.
Non giravano i Daft Punk, ma fu un viaggio incredibile che mi portò ad essere l'ultraottantenne di oggi. O forse al nostro signor Peter Pan proprio non va di capire come funzionano le cose una volta che è spuntata la barba, ed occorre cominciare a farsi un bel mazzo anche quando si ha un uncino al posto di una mano.
Detto questo, i nostri mascherati amici non sono anche nella mia lista in quanto tali ma perchè, pur non suonando alcuno strumento, hanno l'impostazione mentale dei grandi compositori - qualcuno ha detto cantautori!? - e io, che adoro i festeggiamenti, non potevo proprio farne a meno.
Piuttosto tu, depresso Cannibale, com'è che ti tuffi in un party!?
CK Ah ecco perché sei così malvagio: sei il maledetto Capitan Uncino!
Tu comunque puoi andartene giusto alle tue feste per metallari e motociclisti tatuati, o al massimo a ballare DJ Francesco con i tuoi amichetti pirati.
JF Naaa, è molto più divertente venire a disturbare alla tua festicciola dalla scarsa vitalità. ;)

4. Arcade Fire “The Funeral” (2004)
CK Una sola parola: Funeral.
Il tuo, Mr. Ford.
BANG
JF Una sola parola: Fire.
"And if you don't like my fire
then don't come around,
cause I'm gonna burn one down".
Così ci ho fatto stare di nuovo Ben Harper.
CK Ma chi è, quella lagna che passano adesso nei (peggiori) supermercati? Ah già, ancora quel Bruce Harper...


5. The Strokes “Is This It” (2001)
CK Cosa facevi l’11 settembre 2001, Mr. Ford? Eri sull’aereo presidenziale insieme al tuo amichetto repubblicano George W. Bush? Io invece quel giorno ricordo che stavo scaricando un paio di pezzi degli Strokes da Napster (cosa che fa molto ma molto anni zero), poco prima di apprendere la news dalla tv. Nelle giornate successive mi acquistai il loro disco d’esordio e quella fu la soundtrack di quello strano periodo, in cui alla confusione della situazione internazionale si aggiungeva quella mia personale tra un trasloco e il passaggio dal liceo all’università. E qua, parafrasando il “tuo” Battiato, canticchio: strani giorni, vivevamo strani giorni.
JF Noto con piacere che il mio scrivere aneddotico ed autobiografico comincia ad influenzarti. Il mio lavoro ai fianchi, evidentemente, serve. Entro la fine dell'anno, forse, ti troveranno seduto su una sedia a dondolo in veranda a bere birra e grugnire minaccioso.
Ad ogni modo, l'11 settembre 2001 ero a Santorini sui tetti delle case di Oia a vedere il tramonto in occasione del compleanno della mia fidanzata di allora, e ricordo le code dei turisti americani ai pochi telefoni pubblici del paese e la suddetta ex che nascose il telecomando della tv una volta rientrati in camera per non farmi vedere i notiziari - allora avevo una paura fottuta dell'aereo -.
Strani giorni davvero.
E tornavo col pensiero all'ottobre 1995, quando sul World trade center ero salito, per rimanere ancora più allibito.
Non pensavo davvero che una cosa così enorme potesse venire giù.
Ma del resto, sarà così anche per le tue certezze.
CK La birra io già la bevo, e abbondantemente. Tu fisichella mi sembra invece che la sdegni e quindi puoi giusto limitarti a grugnire sul dondolo scassato...
JF Possiamo dividerci gli alcoolici, allora: beviamo la stessa quantità, tu birra e io Jack. E ti faccio ubriacare comunque prima di essere anche solo lontanamente sbronzo.


6. The National “Boxer” (2007)
CK Ora faccio un po’ il Mr. Ford della situazione:
“Questo disco lo ascoltavo sull’interregionale Milano-Torino alle 7 di mattina e tutti i pendolari mi gravitavano intorno con le loro vite precarie e sospese, mentre io mi sentivo da un’altra parte, sulla Route 66 insieme a Kerouac, immerso nell’immensità della natura come in un film di Herzog o Malick e il vento mi sussurrava tra i capelli parole dolci e dure allo stesso tempo. Così è la vita, un po’ mamma un po’ porca.”
Ah, Mr. Ford: ma smettila con i tuoi riferimenti pseudo colti che poi dai del radical-chic a me e fai solo la figura del Ligabue dei poveri: sei cresciuto con gli 883, piantala di citare John Milton!
Adesso invece parlando seriamente (o quasi), ho ascoltato questo disco dei National proprio facendo il pendolare nel periodo in cui stavo preparando la tesi di laurea specialistica. Peccato che in Italia sia inutile persino la laurea triennale quindi questo mio tentativo di tirarmela fallisce invano… D’altra parte viviamo in un “Fake Empire”, quindi quale migliore colonna sonora dei National?
JF Sono contento che almeno tu faccia ironia sui tuoi tentativi di tirartela, così mi risparmi almeno un pò della fatica di queste continue bottigliate.
E ora, tanto per farti incazzare un pò, e ammettendo la mia poliedricità che permette un ascolto degli 883 nel corso della lettura di John Milton, torno a sfoderare Kid Rock, che in una canzone esalta l'amore per la persona più importante della vita e nella successiva grida "ti scoperei come se non ci fosse domani". In fondo, è così che vanno le cose.
E comunque, questo disco è proprio una palla.
CK Non definirla poliedricità, Ford: nel tuo caso si chiama solo pessimo gusto ahahah!
Basta però con Kid Rock, così continui solo a fare del male a te stesso, considerando come abbiamo già visto che non piace a nessuno. Il tuo è davvero un comportamento SUICIDA. Non è ironico???
Detto da te che il disco è una palla, i National (che fanno la vera musica dell'Ohio e del cuore degli Stati Uniti) lo possono prendere giusto come un complimento, visto che ti diverti con mattonazzi come La corazzata Potemkin e Valhalla Rising, mio caro logorroico Barbalbero!
JF Barbalbero sarai tu, inchiavardato nell'humus dell'Ohio, da dove potevano venire solo i tuoi amichetti Gleek!
CK Ma come parli???


7. PJ Harvey “Stories from the city, stories from the sea” (2000)
CK PJ Harvey è tra i pochi artisti al mondo a non sbagliare mai un colpo: da 20 anni in giro e ogni suo album suona diverso ma ugualmente interessante. Tra tutte le sue numerose perle, scelgo queste storie dalla città e dal mare: ipnotiche, nervose, cariche di elettricità.
Grande PJ, sempre
pessimo DJ tu Mr. Ford, sempre!
JF Sarò anche un pessimo dj, ma non posso che applaudire pj.
Finalmente scegli una cantautrice degna di nota per la tua selezione.
Cominci a sentirli, tutti quei colpi al corpo, Cannibale!?

8. Arctic Monkeys “Whatever People Say I Am, That’s What I’m Not” (2006)
CK In compagnia dei Gorillaz, ci metto anche le scimmiette. Se tu sei un fan del genere circense, Ford, io invece metto su un bello zoo!
Questo disco degli Arctic Monkeys è uno degli esordi più freschi, frizzanti ed energici dell’ultimo decennio, una bella scossa per chi crede ancora che un gruppo di ragazzotti possa cambiare il mondo a suon di rock’n’roll. Ma tu Ford ormai forse sei troppo invecchiato (male) per ricordarti di queste cose…
Il disco è inoltre il primo passo di un grande talento in costante crescita come il cantante della band Alex Turner, che negli ultimi tempi tra Last Shadow Puppets e carriera solista sta dimostrando di essere uno dei migliori giovani dell’ultima generazione. Tu Ford invece sei solo uno di quelli invecchiati più precocemente della tua generazione uahaahahah!
JF Altro disco più che apprezzabile, anche se continuo a pensare che Turner debba ancora togliersi di dosso la ruggine dell'essere acerbo e crescere definitivamente fino ad affermarsi per il grande talento che è.
Inoltre, hai inserito uno degli album di riferimento di mio fratello, quindi sento che il mio lavoro educativo con te, giovane Kid, sta dando finalmente i suoi frutti.
CK E con questa abbiamo scoperto che tuo fratello ha gusti di gran lunga molto migliori dei tuoi. Piccoli Cannibali crescono, anche dentro casa Ford, evvai!
JF Sono già cresciuti, e senza mai ascoltare i tuoi dischi depressi!

9. Le luci della centrale elettrica “Canzoni da spiaggia deturpata” (2008)
CK Un cantautore italiano, ma non è nella lista di Mr. Ford bensì nella mia! Cose folli succedono nelle Blog Wars ed ecco qua che all’ultimo ti pianto la zampata e pure un pugno nello stomaco, visto che so che il Vasco Brondi alias Le luci della centrale elettrica è uno dei pochi cantautori uomini al mondo a non piacerti.
Forse perché è giovane, forse perché ha un linguaggio nuovo, fresco, che attraverso parole molto visive riesce a fotografare il mondo di oggi attraverso scenari da apocalisse urbana: che poi è proprio quello che è, il mondo di oggi. O forse non ti piace semplicemente perché è amato dai blogger e dal popolo indie e quindi tu per partito preso l’hai bollato come radical-chic, senza mai nemmeno aver sentito una nota. Ma d’altra parte te prima di ascoltare un disco devi sapere qual è il suo pubblico e conoscere vita morte e miracoli dell’autore. E allora ti dirò che, almeno dalle interviste che ho letto, lui sembra sbattersene alla grande del radical-chicchismo che lo circonda e preferisce fuggire dall’hype di Milano per rifugiarsi nella sua Ferrara. Dopo di questa, che dici, ti sta più simpatico oppure la sua è solo tutta una mossa per risultare ancora più radical-chic?
In ogni caso, che si accendano le luci della centrale elettrica e si spengano quelle su di te, Mr. Ford!
JF Brondi ho avuto la sfortuna di vederlo dal vivo esibirsi sul mio posto di lavoro, e ti assicuro che più radical chic di lui ci sono soltanto quegli scoppiati dei Baustelle.
Ad ogni modo, questo è proprio quel tipo di musica che genera mostri dalla puzza sotto il naso della peggior specie, di quelli che comprano due dischi che vanno di moda e si credono i nuovi dei in terra della critica musicale.
Allora sai che ti dico? Prendo un altro esponente del genere, Manuel Agnelli detto anche Piton, e ti dedico un featuring di tutto rispetto, così puoi cantarlo al tuo amico Vasco "ammazziamo la vita" Brondi.

SUI BRONDI D'OGGI CI SCATARRO SU (Agnelli featuring Mr. Ford)
colletto bianco va
commuove l'onestà
trovato alternativo votato martire
cambia l'acconciatura da bravo metrosexual
che ti cambia il cuore
giocati l'anfibietto in tinta
ti fa far l'amore

ridai i soldi al tuo papà
ridai i soldi al tuo papà
sui brondi d'oggi ci scatarro su
sui brondi d'oggi ci scatarro
sui brondi d'oggi ci scatarro su
sui brondi d'oggi ci scatarro

come pararsi il culo
con "il successo non m'interessa mica"
concerto al centro sociale
poi di corsa nell'attico a scoparsi una fica

l'alternativo è il tuo papà
l'alternativo è il tuo papà
sui brondi d'oggi ci scatarro su
sui brondi d'oggi ci scatarro
sui brondi d'oggi ci scatarro su
sui brondi d'oggi ci scatarro

come pararsi il culo
con "il successo non m'interessa mica"
concerto al centro sociale
poi di corsa nell'attico a scoparsi una fica

l'alternativo è il tuo papà
l'alternativo è il tuo papà
sui brondi d'oggi ci scatarro su
sui brondi d'oggi ci scatarro
sui brondi d'oggi ci scatarro su
sui brondi d'oggi ci scatarro

CK Innanzitutto: grandissimi Baustelle e grande pure Manuel Agnelli, che tu tra l'altro non puoi far altro che omaggiare, un po' come me con il tuo stanco rap che ci propinerai domani.
Comunque ecco finalmente scoperto il tuo odio nei confronti dei radical-chic: ti sei presentato da Vasco Brondi come una groupie in calore, gli hai chiesto un autografo sul tuo zainetto Invicta anni '90, lui non ti ha cagato manco di striscio e allora lui e tutti quelli che lo seguono sono diventati degli snob con la puzza sotto il naso. Ma guarda che magari semplicemente non ti ha visto. Il mondo mica gira intorno a te, solito Ford megalomane!
JF Tra noi il megalomane sei certamente e soltanto tu, caro Cannibale!
A Brondi non mi sono neppure troppo avvicinato, altrimenti rischiavo di dargli un sacco di botte!
Agnelli è un altro cazzone che prima o poi una bella ripassata a bottigliate se la prenderà, anche se negli anni ha imparato a stare al suo posto. Ho usato la sua canzone solo per non scriverne una io, e diventare troppo volgare. ;)


10. Gorillaz “Gorillaz” (2001)
CK Disco assolutissimamente simpaticissimo e divertentissimo, alla faccissima tua che sostieni la teoria che noi cannibalissimi siamo solo degli inguaribili depressissimi. Messa da parte la rabbia e il disagio adolescenziali degli anni ’90 e non avendo inserito artisti suicidi nella mia lista, a cosa ti appiglierai questa volta Ford?
Quanto ai Gorillaz, hanno rappresentato una piccola rivoluzione: sono stati la vera prima band a cartoni (Bee Hive esclusi ahahah) e a livello di suono Damon Albarn dei Blur ha messo il suo gusto pop e indie-rock al servizio di un mix tra musica elettronica, hip-hop e rap, creando qualcosa di nuovo e originale che ha influenzato profondamente i miei gusti musicali in quest’ultimo decennio.
Ora mi unisco ai Gorillaz, caro Clint Eastwood, e mi calo nella rap battle finale con più convinzione di Eminem in 8 Mile.

“Su le mani”
Say: “Kiiid”
KIIIIID
Say: “Kid Kid”
KIIIID KIIIID
Say: “Fooord”
MEEEERD
Say: “Ford Ford”
MEEERD MEEERD

Su le mani, su le mani per MC Cannibal Kid
non capisci le mie rime perché sono troppo speed
non ti piaccio? me ne sbatto, tu pure me fai schif
sono un hacker motherfucker ti fotto anche il RID

Ciao, io sono Cannibal
yeah! sono un incredible radical
oh mio odiato freak
manco un poco chic
sei uno scherzo della natura kitsch
i tuoi dischi nel cesso fanno splash

Altrochè un bambino
yo son più pericoloso dei bastardi di Tarantino
sono un provocatore peggio di Von Trier
quindi al rogo tu, Kid Rock e Schwarzenegger
Meglio forever adolescente
che Mr. Ford incontinente
occhio non vede cuore non sente
ma il tuo non batte più per niente

Perché ti tiro giù di scosse
più dei 99 Posse
yo valgo 2 2Pac,
3 o 4 Beck
tu manco mezzo Nek
te magno come speck
to the 80s and back
salutami Hello Spank!

Su le mani, su le mani per MC Cannibal Kid
non capisci le mie rime perché sono troppo speed
non ti piaccio? me ne sbatto, tu pure me fai schif
sono un hacker motherfucker ti fotto anche il RID

Ford, con questa sfida di te ho capito tante cose
la maggior parte di queste son davvero spaventose:
sei guerrafondaio, misogino e pure repubblicano
tra un po’ scopriamo che manco sei un essere umano

Preferisco chi fa del male a se stesso col suicidio
che dei coglioni che bombardano per un litigio
io le guerre le combatto solo con le parole
tu sai già dove puoi infilarti le tue pistole

Hey Mr. Beaver, tanto le prendi pure da Justin Bieber
anche se sei nato prima di Saturday Night Fever
Io con i miei dischi: per sempre Peter Pan
tu con i tuoi gusti: 70 anni di galera con Strauss-Kahn

È per te ora di levare le tende
ma tieni pure su le mutande
mentre il mio nuovo rap ti stende
dagli Appennini fino alle Ande
Yo sarò anche sbarbi
ma tu floppi peggio di Sgarbi
tu sei pane & salame?
ma io ti sparo addosso solo letame

Su le mani, su le mani per MC Cannibal Kid
non capisci le mie rime perché sono troppo speed
non ti piaccio? me ne sbatto, tu pure me fai schif
sono un hacker motherfucker ti fotto anche il RID

Babau che mi dai sempre del teen
bau bau abbai ma non mordi Rin Tin Tin
ti credi born in the U.S.A. come Springsteen
ma farai la fine di Osama Laden Bin

Giù le mani giù le mani per Mister James Ford
io adesso me ne schizzo via su una Focus Ford
mentre tu sei fuori focus e pure alle cord
ma lo sai che sei testardo come un mulo?
moh ora vedi d’annartene affan…

JF Non mi stupisco affatto della presenza dei Gorillaz nella tua lista.
Innanzitutto perchè leggo quello che scrivi, e quindi sapevo che, con Albarn di mezzo, non avresti certo passato il giro, e poi perchè il mio continuo sbattermi per toglierti da quelle paludi di depressione in cui ami infilarti sta finalmente cominciando a dare le prime soddisfazioni.
Inoltre, questo album è anche nella mia lista. Quindi certo non parlerò male di una band "a cartoni" che, peraltro, stuzzica la mia passione per le maschere.
Al tuo rap floscio e moscio, invece, risponderò domani, proprio sulle note di Clint Eastwood, che guideranno la mia lista al fulmicotone.

A domani con la lista di Mr. Ford. Niente di eccezionale, però passate comunque a dare un’occhiata…

sabato 15 gennaio 2011

Arriva la nuova musica italiana - Best of 2010

Spazio ai miei top artisti/gruppi musicali italiani. Un’annata che non mi è sembrata a livello generale troppo esaltante, è mancato forse il capolavoro o la rivelazione tricolore assoluta (almeno a livello personale) ma comunque piena di spunti interessanti e molto vitali, soprattutto a margine, a volto mooolto a margine, dalla scena ufficiale dei circuiti radio-talent-paracul-televisivi.

10. Tying Tiffany
La risposta italiana (ma a guardar bene per fortuna ben poco italiana) a certo electro-rock alla Crystal Castles.


9. Club Dogo
Insieme a Fabri Fibra, una conferma nel panorama hip-hopparo nostrano, con i testi meno politically correct e più esplicitamente anti-Governo in circolazione in Italia.


8. Baustelle
Gli spietati della musica italiana, a questo giro senza una bomba alla “Charlie fa surf” o “La guerra è finita”, ma con una classe e un talento sempre rari da trovare.


7. …A Toys Orchestra
Hanno fatto un gran disco di livello internazionale, ispirato dall’inizio alla fine. Personalmente però è mancato giusto il pezzo da innamoramento totale (com’era stato in passato per “Peter Pan Syndrome”).


6. Tre allegri ragazzi morti
Tra un ragazzino cannibale e dei ragazzi morti, per di più allegri, non può che esserci una simpatia da lunga data. Con l’ultimo disco hanno poi saputo dare una rinfrescata davvero molto piacevole al loro sound.


5. Iosonouncane
Dalla Sardegna arriva un pazzo che è una sorta di incrocio tra Caparezza e Le luci della centrale elettrica. Non avrà doti canore sopraffine, ma rimedia con testi geniali e una gran fantasia.



4. Beatrice Antolini
Ritorno piacevolmente funky e ancora più alieno rispetto al passato. C’è poco da fare, è la Fiona Apple italiana.


3. Colapesce
Colapesce (alias Lorenzo Urciullo) è il cantante degli Albanopower. Come solista per adesso ha firmato solo un EP di 6 pezzi, ma per me è già abbastanza per vederlo come il futuro della musica italiana indie e soprattutto pop.


2. Crookers
Gli italiani più apprezzati dal mondo della musica internazionale? I Negramaro? Tiziano Ferro? Ligabue? Vasco Rossi? Ma per favore! Sono i Crookers il nostro gruppo di punta nel mondo. Giustamente. E tra un po' potrebbero diventare talmente grandi che all'estero saremo conosciuti per pizza, mandolino, mafia, politici pedoputtanieri e... Crookers.


1. Le luci della centrale elettrica
Vasco Brondi aka Le luci della centrale elettrica atto II: è mancato l’effetto sorpresa del primo disco, naturalmente, ma per ora noi la chiameremo comunque felicità.

mercoledì 29 dicembre 2010

Album 2010 - n. 20 Le luci della centrale elettrica "Per ora noi la chiameremo felicità"

Le luci della centrale elettrica "Per ora noi la chiameremo felicità"
Genere: funambolo della parola
Provenienza: Ferrara, Italia
In classifica perché: è l’unico che va a nuotare dove affogano le petroliere e a far l’amore nei container e ha occhi da cui partono missili e piangono come Mercedes. O forse non è l'unico
Se ti piace ascolta anche: Iosonouncane, Il teatro degli orrori, Massimo Volume, Colapesce, Dente
Pezzo cult: "Cara catastrofe"
Leggi la mia recensione
Leggi il "man of the year 2010" su Vasco Brondi


venerdì 24 dicembre 2010

REGALI DI NATALE per VOI

Arrivo senza slitta e senza renne, è vero, però mi fiondo giù dal vostro camino con un doppio regalo tutto per voi, sperando sia gradito. Non una, bensì due compilation a seconda dei gusti da scaricare con dentro una selezione musicale del meglio del meglio del meglio da me ascoltato quest’anno e raccolto apposta per voi in mp3. Scegliete quella che preferite, ma il consiglio naturalmente è di downloadarle entrambe.

LE LUCI DI NATALE DELLA CENTRALE ELETTRICA
La prima compilation è una colonna sonora personale del mio anno, tra indie-rock, indie-pop, trip sonici, soundtracks e musica più o meno alternativa, per quanto questa parola possa ancora avere un senso. Si chiama Le luci di Natale della centrale elettrica (titolo ispirato a un post di Queen B), ma tranquilli che dentro non ci sono canti natalizi, bensì musica tra il rilassante, l’inquietante e il notturno che contiene tra gli altri:

Le luci della centrale elettrica (ovvio), Arcade Fire, Blur, National, Drums, Gorillaz, Gil Scott-Heron, Johnny Cash, David Lynch, Spoon, LCD Soundsystem, John Grant, Band of Horses, più musiche dalle colonne sonore di “The Social Network” e “Inception” e parecchio altro ancora…

La potete SCARICARE QUI


POP GOES THE WORLD
Nonostante la copertina spaventosa, la seconda è una compilation più pop, hip-hop, R&B, electro e insomma un filo più “commerciale”, divertente e leggera dell’altra, per quanto pure qua dentro ci sono cose che difficilmente sentirete in radio, mentre altre le avrete sentite pure lì. Contiene:

Katy Perry, Kanye West, Crystal Castles, Vampire Weekend, My Chemical Romance, Underworld, Janelle Monae, Eminem, Rihanna, Paramore, Bruno Mars, Robyn, She & Him, Eliza Doolittle, i Gossip (che danno il titolo alla raccolta) e molti altri…

La potete SCARICARE QUI

Buon Natale a tutti e buon ascolto, piccoli cannibali!

sabato 11 dicembre 2010

Man of the year 2010 - n. 16 Vasco Brondi

Vasco Brondi
Genere: cantautore indie
Provenienza: Ferrara, Italia
Età: 26
Nel 2010 sentito con: “Per ora noi la chiameremo felicità”
Perché è in classifica: con le parole è il migliore in circolazione, e non solo in Italia

Oh, ecco Vasco in classifica. Hey, un momento: ma non è Vasco Rossi! E chi calè ‘stò Vasco Brondi? Il cantante delle Luci della centrale elettrica? Eeeeh?
Che Vasco Brondi sia entrato nell’immaginario collettivo è un dato di fatto, lo testimonia la presenza di parodie, come Lucio della centrale elettrica, o generatori di frasi automatiche sul suo stile. Certo, per il momento è presente solo nell’immaginario collettivo indie, visto che il mondo culturale italiano istituzionale accoglie le novità con lo stessa rapidità con cui una legge passa in Parlamento (eccezion fatta per le leggi ad personam, naturalmentem), però diamo il tempo al tempo e intorno al 2020 circa il Vasco Brondi potrebbe finalmente diventare più famoso di Vasco Rossi e magari anche di Gesù e quando succederà avremo gli occhi lucidi come le Mercedes.

Quest’anno è uscito il suo secondo album “Per ora noi la chiameremo felicità” e naturalmente si è scatenato il dibattito e il gioco al massacro da parte di un mondo indie che funziona all’incirca come la Sinistra italiana. È vero che il Vasco si è ripetuto con un disco che all’incirca è la copia del primo album, ma d’altra parte quando si inventa uno stile personale, come lui ha fatto, non è che si può tirarne subito fuori un altro. Come ho sentito dire da più parti, anche i primi 4 dischi di Bob Dylan erano tutti uguali e quindi teniamoci il nostro Vasco Dylan nazionale che per ora noi saremo felici così.


martedì 23 novembre 2010

Noi non abbiamo voglia di fare un ca**o

Puntata scoppiettante ieri sera di “Vieni via con me”. Peccato che in un programma come questo originale, ben realizzato, dove trovano spazio voci che spesso non si sentono in tv, il livello musicale sia alquanto discutibile e fuori dal tempo: Ivano Fossati? Sbadigli. Fiorella Mannoia che interpreta “Sally” di Vasco Rossi? Una lagna inascoltabile. Dobbiamo poi per forza far cantare anche Luca Zingaretti? Ma per favore.
Si parla tanto di giovani talenti e di fuga di cervelli, perché allora dare spazio a una come la Mannoia che imperversa già ovunque, da Sanremo a X-Factor fino ad Amici di Maria de Filippi? Perché non invitare invece Fabri Fibra o, come suggerisce il blog Onan Records, è così assurdo immaginare ospite Le luci della centrale elettrica? Entrambi sarebbero assolutamente perfetti per elencare la vera Italia di oggi.
Agghiacciante poi la comparsata (obbligata) di Roberto Maroni, che ha tradito lo spirito del programma con una non-lista che in realtà si è trasformata nella solita sequenza autocelebrativa dei successi del Super Governo.
Ma passiamo alle cose positive. Che sono davvero positive.
Corrado Guzzanti è stato esilarante, una vera macchinetta fabbrica risate con le sue "battute che non aiuteranno il programma".

Su tutte cito

Berlusconi: “Scopo tutto il giorno. Vi dà così fastidio se la sera lavoro un’oretta?”

e la gran chiusura

Non abbiamo fatto la fine della Grecia. Non abbiamo fatto la fine del Portogallo e dell’Irlanda. Speriamo di non fare la fine dell’Italia.


Ma il vero idolo della serata è stato lui, David Anzalone, che ha presentato un elenco dei privilegi degli handicappati senza ipocrisie e con un umorismo infinito. Standing ovation

mercoledì 10 novembre 2010

Si accendano le luci

Le luci della centrale elettrica "Per ora noi la chiameremo felicità"
Le luci si accendono di nuovo. Atto secondo. Vasco, intendo il vero Vasco ovvero Vasco Brondi, è tornato a illuminare la scena indie italiana. Scena in cui per sua stessa ammissione si sente un estraneo e al “Mucchio” dichiara ad esempio di trovare più allettante la possibilità di essere tra un anno a Londra a tagliare insalata in un Mc Donald’s piuttosto che tornare alla routine concerto-promozione-aperitivo cool della sua odierna vita da musicista celebrato nei circoli indie milanesi. O magari finirà a lavorare in un call center

vedrai che scopriremo delle altre Americhe io e te
che licenzieranno altra gente dal call center
che ci fregano sempre
che ci fregano sempre
che ci fregano sempre
che ci fregano sempre…


In attesa dalla grande fuga, Vasco Brondi alias Le luci della centrale elettrica ci regala un nuovo album che di base prosegue senza grosse novità il discorso iniziato con il primo fenomenale “Canzoni da spiaggia deturpata”.
Un difetto in “Per ora noi la chiameremo felicità” quindi c’è: manca l’effetto sorpresa. Questo disco l’ho ascoltato e me lo ascolterò ancora parecchie volte, però è innegabile che stavolta non ci sia lo sconvolgimento rivoluzionario della prima volta. Un aspetto che era già da mettere in conto, cui sopperisce un’accresciuta capacità di giocare con le parole, raccontare la nostra vita (precaria) e scrivere (quasi)canzoni, a volte persino con (quasi)ritornelli, come nella splendida “Cara catastrofe”, probabilmente il pezzo di maggior impatto del suo intero repertorio. E ne “L’amore ai tempi dei licenziamenti dei metalmeccanici” affiora una inedita delicatezza “into the wild”.
Per il futuro sarebbe interessante vedere evoluzioni sonore, magari con un tocco di elettronica come hanno fatto Il teatro degli orrori collaborando con i Bloody Beetroots e lo stesso Vasco 2.0 afferma di voler provare direzioni diverse, visto che con il nuovo album ha ormai chiuso una trilogia composta dal suo esordio e dal libro “Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero”.

In attesa di rivoluzioni o di una grande fuga, per ora questo disco mi dà la felicità (o quella che chiameremo felicità) con l’ironia nascosta nei suoi testi, mi fa commuovere, mi fa avere gli “occhi lucidi come le Mercedes” e mi fa ridere. Perché il nostro ridere fa male al Presidente.
(voto 7/8)

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