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lunedì 20 agosto 2012

John Travolti dalla cicogna






"E' sempre bello toccarmi le tette, anche per me!"
Travolti dalla cicogna
(Francia 2011)
Titolo originale: Un heureux évenement
Regia: Rémi Bezançon
Cast: Louise Bourgoin, Pio Marmaï, Thierry Frémont, Josiane Balasko, Gabrielle Lazure, Lannick Gautry, Nicole Valberg
Genere: incinto
Se ti piace guarda anche: Molto incinta, L’amore dura tre anni, Le premier jour du reste de ta vie, La guerra è dichiarata

Com’è aspettare un figlio per una donna?
E che ne so io? Non so manco com’è per un uomo. Per quello dovete rivolgervi allo Schwarzenegger di Junior…
Se comunque volete saperlo, ci pensa questo film a darvene/darcene un’idea relativamente piuttosto precisa. Relativamente, perché comunque i piaceri e soprattutto i dolori della gravidanza a noi uomini rimarrano sempre sconosciuti. Grazie a Dio che non ci ha fatti con le ovaie. La cosa più interessante di questa pellicola è proprio la vicinanza notevole all’esperienza della maternità, per quanto romanzata e sotto forma di piacevole e scorribilissima commedia.

Il come al solito terrificante titolo italiano potrebbe fare allontanare pregiudizialmente molti spettatori dalla visione di questa pellicola che invece risulta parecchio interessante. Il titolo originale è Un heureux évenement (Un lieto evento), che nasconde un velo d’ironia, visto che per la coppia protagonista le cose non è che vadano proprio lisce e liete.
Nota a margine ai titolisti italiani, che magari non lo sanno: i bambini in realtà non è che li porti la cicogna…

"Altroché Cannibal Kid, qui il vero cannibale sono io!"
La storia raccontata è semplice e non particolarmente originale: lei incontra lui, lei rimane incinta, lui no (specifichiamolo, sempre per non confonderci con Junior) e i due insieme cercheranno di far funzionare le cose. Lei è una studentessa laureanda in filosofia, che nei 9 mesi di gravidanza avrà anche il compito di partorire una tesi di laurea alquanto complicata, mentre lui lavora in un negozio di film a noleggio. Professione rapidamente destinata a scomparire, sempre non lo sia già. Qualcuno ha sussurrato la parola Blockbuster?
Qualcuno si ricorda ancora com’era bello noleggiare un film da Blockbuster?
Nell’ottima scena iniziale ambientata nella videoteca, dove lui sogna di diventare il nuovo Tarantino (“Anche Quentin Tarantino ha iniziato da un videonoleggio.” “Sì, ma lui non ha avuto un bambino”), i due comunicano attraverso i titoli dei film a noleggio. Ed è così, in questa maniera molto cinefila, che il loro amore sboccia. Prima che decidano di mettersi a fare un bambino. Ce la faranno i due giovani e piuttosto immaturi genitori a sopravvivere alla nascita di un pargoletto?

"L'ho sentito scalciare!"
"Chi? Il kebab che mi sono appena magnata?"
Lo scopriremo in una pellicola che è come un Molto incinta ma meno demenziale e meno americano e più autoriale e francese. O come un La guerra è dichiarata, ma con una componente drama meno accentuata. O come un Senti chi parla, ma senza John Travolta che fa il pirla e un bambino che parla con la voce di Fantozzi.
Da una parte il film è sicuramente una sorpresa lieta, almeno se ci si aspettava una commediola sciocca e ci si lasciava ingannare dal titolo italiano, un’ulterirore conferma dello stato di eccellenza del cinema francese odierno anche in un prodotto “medio” e “commerciale” come questo. Dall’altra parte personalmente è anche stata una leggerissima delusione. Dietro la macchina da presa vi è infatti Rémi Bezançon, nome che magari non vi dirà niente ma che è il regista di Le premier jour du reste de ta vie, film strepitoso che per l’ennesima volta vi consiglio di recuperare. Al confronto di una pellicola di cotanta bellezza, Travolti dalla cicogna perde inevitabilmente il confronto, però si mantiene comunque su livelli medio-alti e conferma Bezançon come nome da tenere d’occhio.
Pur trattandosi di una commedia romantica in piena regola, il regista infatti riesce a infilarci dentro anche qualche elemento visionario e onirico. Qualche appunto invece sulla sceneggiatura, tratta dal romanzo Un Heureux Événement di Éliette Abécassis: se al suo interno riesce a inserire qualche riflessione filosofica e, soprattutto nella parte conclusiva, si fa anche drammatica, presenta pure qualche debolezza. Come al solito in un sacco di film del genere, ci si concentra sui due protagonisti, e va bene, però i personaggi secondari risultano troppo poco sviluppati. E ciò va meno bene, anche perché l’amico del protagonista è il classico tipo cazzaro e fancazzista, l’elemento simpa della pellicola cui si sarebbe potuto donare maggiore spazio. Una scelta forse voluta e forse dovuta al fatto di non voler far scivolare troppo la commedia nel comico, come nel già citato Molto incinta.
E a proposito… la protagonista Louise Bourgoin si candida al titolo di Katherine Heigl francese, vista anche una certa somiglianza fisica. Louise Bourgoin, qui davvero brava oltre che gnocca (ma questo lo sapevamo già), si candida comunque anche a qualcosa in più, visto che è oggi una delle interpreti più in forma del cinema transalpino; si era già fatta notare ne L’amore dura tre anni, quasi una versione virata al maschile di questa pellicola, e come affascinante femme fatale in L’autre monde (altro film che non smetterò mai di consigliare).

Non sarà del tutto travolgente, questo Travolti dalla cicogna, eppure riesce a far proseguire in una direzione assai piacevole la nuova commedia francese, ormai pronta a inserire la freccia di sorpasso sui colleghi americani che di recente hanno rallentato la loro corsa. Quanto ai colleghi italiani, beh, loro sono ancora fermi ai nastri di partenza...
Con un ottimo regista, un paio di interpreti perfettamente in parte e una sceneggiatura non originalissima ma sentita e “viva”, i francesi hanno partorito una commedia in perfetta salute. E non hanno nemmeno avuto bisogno del cesareo.
(voto 7-/10)


domenica 9 gennaio 2011

I miei film dell'anno 2010 - n. 11 Le premier jour du reste de ta vie

Le premier jour du reste de ta vie
(Francia)
Regia: Rémi Bezançon
Cast: Jacques Gamblin, Zabou Breitman, Déborah François, Pio Marmaï, Marc-André Grondin, Cécile Cassel
Genere: la vita in diretta
Se ti piace guarda anche: La meglio gioventù, La prima cosa bella, LOL – Laughing Out Loud

Il film non è (ancora) uscito in Italia

Trama semiseria
Qual è il momento che ha cambiato il corso della tua vita? È quello che questo film chiede ai suoi protagonisti, i due genitori e i tre figli di una famiglia francese apparentemente come tante ma in realtà dallo spirito molto rock: c’è il padre taxista che si chiama Robert Duval come l’attore ma con una L sola, la madre che ha paura di diventare vecchia e brutta, il figlio maggiore chirurgo plastico alla Nip/Tuck, il figlio minore che fa air guitar e Fleur, la migliore, la figlia minore cresciuta a rabbia adolescenziale e Kurt Cobain.

Pregi: dal 1988 al 2000 il film ricopre in maniera completa e originale la storia di una interessante famiglia e poi è difficile non immedesimarsi in (almeno) un personaggio
Difetti: finita la visione è difficile staccarsi da questi personaggi

Personaggio cult: Fleur (interpretata dall’ottima Déborah François), la figlia minore ribelle
Scena cult: Fleur fa un pompino al suo tipo, quand’ecco che rientrano i genitori di lui…
Canzone cult: “Time” di David Bowie

Leggi la mia RECENSIONE

martedì 15 giugno 2010

Il primo giorno del resto della tua vita (Le premier jour du reste de ta vie)

Le premier jour du reste de ta vie
(Francia, 2008)
Regia: Rémi Bezançon
Cast: Jacques Gamblin, Zabou Breitman, Déborah François, Pio Marmaï, Marc-André Grondin

Ci sono due tipi di film che mi sconvolgono, coinvolgono e mi lasciano dentro un segno profondo: quelli che mi si scagliano contro totalmente inaspettati proponendo una cosa cui forse mai avrei pensato nella mia vita (Pulp Fiction, I soliti sospetti, Il sesto senso) e quelli invece che sarebbero anche potuti uscire dalla mia testa e mi fanno chiedere “ma perché cazzo non l’ho avuta io ‘sta idea?” Il francese Le premier jour du reste d ta vie appartiene alla seconda categoria.
L’idea narrativa è infatti tanto semplice quanto efficace: raccontare la vita di una famiglia (i due genitori più i tre figli) attraverso i momenti che hanno cambiato le loro rispettive vite, in un arco temporale che va dal 1988 al 2000. Quindi cinque episodi da 20 minuti l’uno dedicati a ogni componente famigliare che si incastrano perfettamente, come un mini-Lost puzzle (ma dimenticate isole ed elementi paranormali).
Questa commedia ha un ritmo pop e dei personaggi rock: c’è il padre taxista appassionato di musica che si chiama Robert Duval, come l’attore ma con una L sola; la madre ossessionata dall’invecchiare, il figlio maggiore che diventa un chirurgo plastico (e anche un po’ una testa di cazzo), l’altro figlio maschio che partecipa a una gara di air guitar e cerca di capire cosa vuole fare nella vita, mentre la più piccola è la figlia ribelle piena di rabbia adolescenziale.
Trattasi di commedia famigliare a episodi, dunque, cosa che dalle nostre parti fa venire in mente cose non sempre piacevoli e a volte addirittura accapponare la pelle. Volendo fare un parallelo italiano, siamo comunque più dalle parti de La meglio gioventù e La prima cosa bella che da quelle dei film di Muccino o Veronesi o tanti, troppi altri. Oui, tres bien.

Nel primo episodio siamo nel 1988 e il figlio maggiore se ne va a vivere da solo; l’inizio è frizzante, ma è con il secondo episodio che mi sono reso conto di trovarmi di fronte a un vero e proprio piccolo capolavoro di bellezza assoluta: siamo nel 1993, anni grunge, la protagonista è la figlia teenager, Fleur (nome stupendo: dovessi mai nella vita avere una figlia la chiamo Fleur, deciso). La vicenda è incentrata sulla sua “prima volta” ma il tema è trattato con grande sensibilità e per fortuna umorismo (c’è una scena memorabile di lei che fa un pompino al suo tipo e poi… vabbè non vi svelo altro). Una sorta di omaggio a Sixteen Candles – Un compleanno da ricordare, visto che anche nel caso di Fleur nessuno si ricorda del suo 16esimo compleanno, ma in affascinante salsa nouvelle nouvelle vague francese. Insomma, siamo lontani anni luce dal mondo dei teenager di Moccia. Quindi, tra ricordi dell’infanzia, flashback e salti in avanti, si viaggia dentro le vite di questa splendida famiglia, che ho trovato molto più vicina alla mia di molte famiglie mostrate dal cinema italiano.
Ottima la colonna sonora (David Bowie, Lou Reed, Divine Comedy e splendide musiche originali), il cast è strabiliante e i tre giovani attori sono la meglio gioventù francese. Dopo il Kynodontas greco di cui vi ho detto ieri, un’altra imperdibile figata totale: avrei voluto scriverlo io, un film del genere.
E se in Italia di merdate francesi ce ne arrivano parecchie, questo racconto di inusuale leggerezza e poesia no. Strano? Io veramente non so chi lavori nelle case di distribuzione cinematografiche nostrane, ma bisogna essere proprio scemi per non distribuire una pellicola del genere. Una delle opere di maggior ispirazione che abbia visto negli ultimi tempi. Lo metto subito tra i miei cult personali assoluti.
(voto 9+)

Link per scaricarlo
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I sottotitoli italiani li trovate QUI

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