Scritto il 10-11-2014
(FOTO: PAUL AROID)
Casale Monferrato (WC) – Vasco Rossi ha scelto una location inconsueta per la presentazione del suo ultimo disco, attesissimo soprattutto dai suoi fan più accaniti, i sordi. Lontano dagli stadi e dalle grandi arene, Vasco ha offerto l'ascolto in anteprima dell'album “Sono indecente” al pubblico di Casale Monferrato, sperduta cittadina nella provincia di Alessandria. Tra i presenti vi erano un sacco di giornalisti importanti e affermati. E poi c'ero anch'io.
L'ascolto del nuovo lavoro del Blasco ha diviso i presenti tra due correnti di pensiero molto differenti tra loro: chi lo considera un disco orripilante e chi lo considera un disco inascoltabile.
Alle orecchie di tutti, a parte quelle dei sordi che sono gli unici a essere rimasti fino alla fine, è però apparsa subito evidente una cosa: c'è stata una svolta metal. Non nel disco nuovo di Vasco, ma da qualche parte nel mondo ci sarà pure stata.
Forse, ma solo forse, “Sono innocente” non è allora l'album heavy-metal che i lettori di Kerrang! si aspettavano, però si tratta di certo di un lavoro molto hard rock. Nel senso che è davvero hard considerare 'sta roba rock.
Il disco è in ogni caso pieno di chitarre che richiamano certo trash rock degli anni '80. Solo molto trash, ben poco rock e ancor meno anni '80.
Per il resto si tratta del solito Vasco, quello che ancora una volta ci regala delle autentiche perle di poesia che andrebbero studiate nelle scuole al posto dell'ormai superato Leopardi (“Guai/Non devi dirlo mai/Che adesso non lo sai/Se poi mi amerai” canta nella raffinata “Guai”).
Quello che ci offre testi di una profondità mai raggiunta nemmeno dai Gazosa dei tempi migliori (“Accidenti come sei bella/Sei bella come quando l'acqua viene giù/Sei bella anche di più” dice nella romantica “Accidenti come sei bella”).
Quello che ci offre un nuovo esaltante inno da stadio, “Lo vedi”, dal testo trasgressivo che farà inorridire i benpensanti: “Lo vedi quello che respira l’aria intorno a te/Lo vedi quello che ti vuole fottere”.
Quello che ci regala ballatone distruggenti (no, non è un refuso) come “Aspettami”, “Quante volte” e il singolo “Dannate nuvole”.
Questa volta il Blasco ci offre anche una novità assoluta: ne “Il blues della chitarra sola” propone un coro “la la la la la laaaaa” mai sentito prima dentro un suo disco. Mai sentito prima cantato da sobrio. Che poi sarà stato davvero sobrio durante le registrazioni?
Anche per i detrattori di Vasco, ovvero tutte le persone sane di mente, c'è una buona notizia: nel pezzo “Rock Star” il celebre cantante di Zocca non canta. Prima di esultare, va però detto che è un pezzo strumentale di rara bruttezza in cui non manca qualche urlo di termini a caso in inglese. Il Blasco ha dovuto inserirli quando alcuni fan, al sentire che ci sarebbe stato un pezzo senza grida, avevano minacciato di boicottare il disco in favore dell'ultimo dei Modà, in cui gli strilli di Kekko non mancano nemmeno per un istante.
Tra pezzi solo brutti e quindi un pochino deludenti (“Cambia-menti”) e altri davvero agghiaccianti (“Sono innocente ma...”, “Duro incontro”, “L'ape regina” e “Marta piange ancora”), “Sono innocente”, più che un semplice disco, suona come il canto del cigno di Vasco Rossi. Prego le associazioni animaliste di non denunciarmi per tale affermazione. E pure le associazioni di cantanti.
La cosa migliore dell'album sembra allora essere il titolo. Non si può non considerare Vasco sincero mentre dice “Sono indecente”.
Come?
Un giornalista, uno di quelli importanti e affermati accanto a me, mi fa notare che il titolo del disco in realtà è “Sono innocente”. Allora mi correggo: questo album fa schifo sotto TUTTI gli aspetti.
Marco Ingoio
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Vasco “Sono innocente”
(voto 0+/10 di incoraggiamento)
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