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martedì 18 dicembre 2012

COTTA ADOLESCENZIALE 2012 - N. 1 JENNIFER LAWRENCE

Jennifer Lawrence
Genere: arciera
Provenienza: Louisville, Kentucky, USA
Età: 22
Il passato: The Burning Plain - Il confine della solitudine, Un gelido inverno, Mr. Beaver, X-Men - L’inizio,
Il suo 2012: Hunger Games, Like Crazy
Il futuro: L’orlo argenteo delle nuvole (Silver Linings Playbook), House at the End of the Street, Devil You Know, Serena, i due nuovi capitoli di Hunger Games: La ragazza di fuoco e Il canto della rivolta, X-Men - Giorni di un futuro passato
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Perché è in classifica: perché è riuscita a far diventare cool persino il tiro con l’arco

La rivincita delle bionde.
Se l’anno scorso avevano trionfato le more, con la doppietta Mila Kunis-Natalie Portman, quest’anno le cose sono andate diversamente, con Jennifer Lawrence che si è aggiudicata il primo posto. Che poi il colore dei capelli è relativo, visto che Jennifer appare in versione mora in Hunger Games e nell’imminente L’orlo argenteo delle nuvole (Silver Linings Playbook), mentre Natalie Portman sarà bionda nel nuovo film di Terrence Malick (uno dei tanti nuovi film dell’un tempo poco prolifico Terrence Malick).
Bionda o mora, fatto sta che Jennifer Lawrence è la regina assoluta dell’anno. Perché?
Perché this girl is on fire. Interpretando la ragazza di fuoco Katniss Everdeen, Jennifer è riuscita persino nell’impresa di far tornare di moda il tiro con l’arco. Cosa che non avveniva dai tempi del Robin Hood non con Russell Crowe ma quello con Kevin Costner. O cosa che forse non era mai avvenuta nella storia dell’umanità, se non forse giusto nel Medioevo. Fatto sta che la Jennifer/Katniss ha sdoganato l’arco, che ora si vede dappertutto, dalle serie tv Arrow e Revolution all’ultima creazione Pixar Ribelle - The Brave, da Occhio di Falco/Hawkeye/Jeremy Renner di The Avengers, fino all’uso un pochino più estremo compiuto in …E ora parliamo di Kevin. In pratica: arco is the new black.
Oltre a Hunger Games, uno dei rari esempi di blockbusterone commerciale dotato di un cervello e di un cuore funzionanti, Jennifer Lawrence è apparsa anche con una parte breve ma che lascia il segno nella pellicola indie romantica Like Crazy, ma presto la vedremo pure nell’horror House at the End of the Street, il classico filmetto trascurabile che andrà visto solo per la sua presenza, e nel già acclamato L’orlo argenteo delle nuvole (Silver Linings Playbook) per cui ha ricevuto la nomination ai Golden Globe, e chissà se arriverà pure quella agli Oscar. Nel caso, sarebbe la seconda dopo quella ottenuta per la sua splendida interpretazione in Un gelido inverno. Perché la figliola non è solo bella, ma è brava e sa pure usare l’arco. Quindi occhio a non farla incazzare perché potrebbe lanciarvi una freccia. Dritta al cuore.



mercoledì 28 marzo 2012

Like Crazy, Pazzi di mer*a

Like Crazy
(USA 2011)
Regia: Drake Doremus
Cast: Anton Yelchin, Felicity Jones, Jennifer Lawrence, Charlie Bewley, Alex Kingston, Oliver Muirhead, Keeley Hazell, Kayla Barr
Genere: neo romanticismo indie
Se ti piace guarda anche: Blue Valentine, Last Night, L’amore che resta, Prima dell’alba, L’arte di cavarsela
Uscita italiana: non ancora prevista

UUUuuuUuuuuuuuH
Siete pazzi?
UUUUUUUUUUuuuuuuuHHuuUUUUUUh
Siete pronti?
UuuuUUUUUUUUUhhhhHHHH
Dite che mi devono rinchiudere in un manicomio, preferibilmente insieme ad A delle Pretty Little Liars, e gettare via la chiave?

In realtà, a dispetto del titolo, in Like Crazy di pazzesco c’è davvero poco. L’unica cosa pazzesca che emerge dalla sua visione, oltre a questo post, è la burocrazia americana. E poi ce n’è anche un’altra, ancora più pazzesca. Ma facciamo un passo indietro.

"Ma a parte io e te che ci abbracciamo e facciamo i tenerosi,
gli sceneggiatori non hanno pensato ad altro?"
Like Crazy è puro neo romanticismo indie. Un filone che possiamo definire nuovo, ma che altro non è se non la variante vagamente alternative di una pellicola sentimentale classica. Un neo genere non genere degenere che negli ultimi tempi sta producendo esemplari più o meno interessanti come Blue Valentine, L’amore che resta o L’arte di cavarsela e in cui Like Crazy si inserisce alla perfezione come una volta Julia Roberts e Meg Ryan si inserivano, e oggi Katherine Heigl e Kate Hudson si inseriscono, in una romcom tradizionale.
La storia – semplice semplice – è quella boy meets girl. Un ragazzo conosce una ragazza, si innamorano, hanno dei problemi, si ricongiungono, hanno degli altri problemi e poi… chissà? Guardate il film per scoprirlo, senza aspettarvi chissà quali travolgenti colpi di scena.

La variante messa qui in atto è il problema che si frappone nella loro relazione.
I due si innamorano a Los Angeles. E fin qui tutto normale. Solo che lei è una studentessa inglese e ha un visto per stare negli Stati Uniti soltanto per il periodo del college. Terminato il quale, cosa fa?
La volpona britannica decide di rimanere per un’intera estate a letto con il suo boyfriend. E anche qua niente di male. No, lei non finisce nemmeno incinta, quindi va liscia come l’olio. Dopodiché fa la vaccata di tornare brevemente nella sua vecchia Inghilterra e poi se ne ritorna negli USA come se niente fosse: ed è qui che è fregata!
"Io che ti faccio cosa? Ahahah, no, quello non l'ho letto in sceneggiatura!"
Non avendo rispettato il suo vecchio visto studentesco, la girl ora non può più rimettere piede sul sacro suolo degli Stati Uniti. La trattano come una terrorista e la rispediscono @ home. Vagli a spiegare che lei è innamorata e vuole stare a L.A.: gli yankee sono romantici solo nei film, mentre nella realtà non gliene frega un fuck dei due piccioncini in love e why the hell am I writing in English?
I don’t know.
Il loro è dunque un amore ostacolato. Non da insanabili conflitti famigliari shakespeariani come in Romeo + Juliet, ma meno poeticamente dalla burocrazia americana e dalle sue rigidissime regole. Roba che in Italia può sembrare fantascienza, ma negli USA è così che funzionano le cose. Crazy loro o crazy noi?

Jennifer Lawrence, signori e signorence!
La storia di questo amore molto forte, intenso, profondo, toccante come il sole che spunta all’alba di un nuovo giorno (scusate, Stephenie Meyer ha deciso di contribuire a questo blog…) viene raccontata in maniera molto lineare e semplice dal regista emergente Drake Doremus, uno che ha uno sguardo vivace e molto indie, molto Sundance (dove il film nel 2011 ha vinto il Gran premio della giuria) e regala i momenti cinematografici più interessanti grazie a un ottimo uso del montaggio. Però al momento sembra ancora difettare in personalità e la sceneggiatura, neo realista o semplicemente prevedibile?, non gli dà una grossa mano. Le capacità ci sono tutte, il colpo vincente manca ancora.
Il grande punto di forza della pellicola va allora ricercato nelle interpretazioni molto spontanee e per nulla di maniera (di maniera alla Meryl Streep, per dire) dei protagonisti: se il simil-Elijah Wood Anton Yelchin è bravo, Felicity Jones (vista in Flashbacks of a Fool e Hysteria) è addirittura bravissima. Il film si regge interamente su loro due che però, per quanto ottimi, non possono compensare le lacune di una sceneggiatura fragile.
In un ruolo minore compare pure Jennifer Lawrence, che già faceva coppia con il fortunello Yelchin nel pessimo Mr. Beaver. Ed è qui che succede la cosa più pazzesca del film: capisco che il tipo possa essere preso dalla Felicity Jones, capisco che il loro amore possa essere quello con la A maiuscola eccetera eccetera, però uno non si può non innamorare totalmente di Jennifer Lawrence. A meno che non sia davvero un pazzo, perchè Jennifer Lawrence è Jennifer Lawrence.
Se non sapete chi è Jennifer Lawrence vergognatevi un pochino, ma comunque don’t worry, perché tra poco esce anche in Italia The Hunger Games, già campionissimo d’incassi negli USA, e il suo volto arriverà OVUNQUE. E solo i crazy se ne lamenteranno.


"Non ce stanno abbastanza scene d'abbraccio in 'sto film, famone n'artra!"
Like Crazy eccede in melensaggine, soprattutto nella prima parte, e non ha dialoghi brillanti quanto quelli di un Prima dell’alba, tanto per citare un sommo esempio di film sentimentale costruito unicamente (o quasi) sull’incontro un ragazzo/una ragazza. In più non ha la forza drammatica di un Blue Valentine, non riesce a essere commovente come L’amore che resta o One Day, e nella sua eccessiva serietà è lontano anni luce dal divertimento di quella chicca di (500) giorni insieme, finendo più che altro dalle parti di una pellicola in classico stile Sundance, senza però l’originalità e la brillantezza tipica di un bel film in stile Sundance. Un neo romanticismo indie troppo romantico e troppo poco indie.

ATTENZIONE SPOILER
Nel finale, Like Crazy azzecca la sua scena più simbolica. Una volta che gli ostacoli del cuore (scusate, adesso Ligabue ed Elisa si sono impossessati del mio blog) sono stati superati, lo sguardo dei due innamorati, forse poi non così innamorati, diventa confuso e incerto. Proprio come questo film.
(voto 6/10)

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