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venerdì 2 maggio 2014

LO SCONOSCIUTO DEL LAGO, CHE FILM DEL CAZZO




Lo sconosciuto del lago
(Francia 2013)
Titolo originale: L’inconnu du lac
Regia: Alain Guiraudie
Sceneggiatura: Alain Guiraudie
Cast: Pierre Deladonchamps, Christophe Paou, Patrick d'Assumçao, Jérôme Chappatte, Mathieu Vervisch, Gilbert Traina, Emmanuel Daumas
Genere: porno-noir gay
Se ti piace guarda anche: Shame, La vita di Adele, Basic Instinct

Lo sconosciuto del lago è un film del cazzo.
No, che avete capito? Non pensate subito male. Questo non è l’inizio di una stroncatura secca della pellicola che ha vinto il premio alla regia nella sezione Un certain regard al Festival di Cannes 2013 ed è stato giudicato il film dell’anno dalla prestigiosa rivista francese Cahiers du cinéma. Lo sconosciuto nel lago è un film del cazzo nel senso che è un film pieno di cazzi. Mai visti così tanti cazzi in una volta sola in vita mia. Nemmeno quando da ragazzino giocavo a calcio. Poi ho smesso. Per prima cosa, perché non ero un fenomeno e quindi quando ho appeso le scarpette al chiodo non è stata certo una grande perdita per lo sport mondiale. Per seconda cosa, perché il calcio a un certo punto ha cominciato un po’ a stufarmi. Per terza cosa, perché il fatto di fare la doccia tutti insieme non è che mi abbia mai messo troppo a mio agio. Sarò strano io, o sarò pudìco io, però fare la doccia con degli altri uomini non è proprio il mio ideale di divertimento.
Ai personaggi de Lo sconosciuto del lago invece piace un sacco andare in giro nudi, con il bigolo tranquillamente di fuori. I personaggi del film, va detto, sono gay, quindi ci può anche stare che si divertano così. O forse no. Anche se fossi gay, credo che comunque sarei imbarazzato a girare in una spiaggia per nudisti gay senza un costume preferibilmente rosa addosso.

"L'inconnu du lac??? Ma secondo te che è, un film sardo?"
Lo sconosciuto del lago non è comunque un film sull’andare in giro nudi e non è un film solo sulla comunità omosessuale. È un film che rappresenta un microcosmo ben definito e preciso. Non tutti i gay frequentano spiagge per nudisti gay e vanno a scopare in giro per boschi con degli uomini sconosciuti, così come non tutti gli uomini etero frequentano spiagge per nudisti etero e vanno a scopare in giro per boschi con delle donne sconosciute. C’è qualcosa di universale, in questo film. Qualcosa in cui tutti si possono riconoscere, qualunque siano le proprie tendenze e abitudini sessuali. Questo elemento universale è la solitudine fra noi, questo siiilenzio dentro me, è l'inquietuuudine di vivere la vita senza teee.

In un film in cui tutti si scopano tutti, tutti masturbano tutti, tutti spompinano tutti, tutti eiaculano su tutti, il grande tema è, paradossalmente ma non troppo, la solitudine. Nonostante, o forse proprio a causa di questa frenetica e continua attività sessuale, ogni uomo resta un’isola, checché ne dicano Bon Jovi o in About a Boy. (Prima di accusarmi di omofobia, leggete bene: ho scritto checché, non checche).

Lo sconosciuto del lago parte come una pellicola parecchio riuscita nel fotografare un determinato ambiente, un preciso contesto sociale, quello di un gruppo di uomini che cercano una compagnia maschile facile. Nel farlo, un plauso va fatto al regista e sceneggiatore Alain Guiraudie per essere riuscito a evitare i classici stereotipi sull’omosessualità. Nessun personaggio, nemmeno il tipo che si masturba guardando gli altri che trombano nel bosco, è una macchietta. C’è solo da tremare al pensiero di cosa sarebbe potuto uscire con una tematica del genere se fosse stata una produzione italiana. In Francia invece è possibile girare un film come questo senza cadere/scadere nel ridicolo o nei soliti cliché.

Al di là della forte componente (omo)sessuale presente, e mostrata in maniera esplicita stile La vita di Adele, giusto con il cetriolo al posto della patata (oddio, sto cadendo nei soliti ridicoli cliché), questa è una pellicola che a un tratto vira verso il thriller noir. Non lo fa però così, tanto per fare. Un sacco di film, un sacco di storie in generale, quando non sanno dove andare a parare ci mettono dentro una componente gialla, un bell’omicidio, e così il problema su cosa far capitare è risolto. In questo caso non è invece un espediente inserito in maniera gratuita, bensì una parte fondamentale per far evolvere il discorso fondamentale della pellicola. Quale discorso?
L’ho già detto. Io ooodio Laura Pausini, se proprio mi tocca citarla un motivo ci sarà. Lo sconosciuto del lago parla di solitudine. Certo, ci si può far distrarre dalla componente gialla, dai cazzi, dalle seghe, dagli inchiappettamenti. Questi sono tutti aspetti molto forti del film, cui è difficile rimanere indifferenti. Quello che racconta davvero la pellicola è però altro: la ricerca di un contatto umano che ci faccia sentire meno soli al mondo, anche se ciò comporta stare vicini a un pericoloso pazzo assassino. Allo stesso tempo, è anche la storia di una morbosa attrazione nei confronti del lato oscuro. Un po’ come in Basic Instinct, solo con un sacco di cazzi al posto della fica di Sharon Stone (uff, sto scadendo di nuovo nei cliché, scusate). E solo girato non con uno stile da mediocre thrillerino americano soft-porno, ma con la classe del grande cinema d’autore francese. Qualcuno storcerà il naso di fronte al finale, così aperto e sospeso, in apparenza, ma in realtà chiusura perfetta sulla solitudine tra noi, questo siiilenzio dentro me, è l’inquietudine di vivere la vita senza te, ti prego aspettami, amoooooore mio…

Ok, adesso la smetto di cantare canzoni del cazzo e vado a mostrare il bigolo al lago.
(voto 8/10)

giovedì 26 settembre 2013

SCONTRO SUL (BLING) RING DEL CINEMA




"Io con il furto a casa di The Rock non c'entro niente.
E' Ford che ci teneva a entrare nella casa del suo mito..."
Questa settimana si ritorna a fare sul serio. Arriva nei nostri cinema Bling Ring della Sofia Coppola e si preannuncia come un appuntamento da non perdere, che il film piaccia o meno.
Per il resto c’è qualcosina d’altro che potrebbe non essere male e poi c’è il Male.
Non mi riferisco al mio blogger rivale Mr. Ford, che continua a infestare questa altrimenti magnifica rubrica sulle uscite cinematografiche con i suoi pareri non richiesti.
Mi riferisco a Moccia.
Il male.
Lo schifo.
La fine del mondo?
No, la fine del cinema.

"Ma porca pupazza, quanto ancora c'è da aspettare per la rece cannibale?"
Bling Ring di Sofia Coppola
Il consiglio di Cannibal: tutti sul (bling) ring della Coppola, non sul ring del wrestler Ford
A questo film dedicherò un post molto abbondante, quindi per il momento non dico niente.
Nell’attesa della recensione cannibale, andate a vedervi il film che poi ne riparliamo.
L’opinione di Ford?
Francamente me ne infischio.
Il consiglio di Ford: dovrò sfoderare le bottigliate più toste mai viste su un ring? O gli occhi faranno "bling bling"?
Il film della Coppola è una delle scommesse più incerte della stagione: conoscendo la storia della regista, potrebbe rivelarsi una sòla da competizione o una sorpresa clamorosa.
Un po’ come fu per Spring breakers.
The bling ring mi avrà sorpreso allo stesso modo? Restate sintonizzati e presto lo saprete!

"Il mondo sta per finire. Vuol dire che anche WhiteRussian finirà, evviva!"
La fine del mondo di Edgar Wright
Il consiglio di Cannibal: il mondo finirà solo dopo un sanguinoso scontro tra Ford e Cannibal
Terzo capitolo della cosiddetta trilogia del cornetto firmata da Edgar Wright e interpretata da Simon Pegg e Nick Frost, dopo L’alba dei morti dementi e Hot Fuzz. Per quanto mi ispiri simpatia, per quanto si rivelerà certamente divertente, in giro non mi sembra di aver sentito un grosso entusiasmo nei confronti di questo apocalittico terzo episodio, anche da parte dei fans hardcore del trio britannico. Allora è proprio il caso di dire, con una di quelle frasi fatte che tanto piacciono alle persone anziane e quindi anche a Ford: mi sa che questo film non sarà la fine del mondo. Comunque una visione ci sta tutta!
Il consiglio di Ford: la fine di Cannibal, ovvero la prossima Blog War.
La premiata ditta Wright/Pegg/Frost gode da tempo dello status di leggenda del Saloon grazie a quelle due meraviglie di Shaun of the dead e Hot fuzz, vere e proprie pietre miliari del genere che ad ogni visione riescono a farmi rotolare a terra dalle risate come la prima volta.
Inutile dire che il terzo ed ultimo capitolo della trilogia del cornetto è atteso da queste parti come pochi altri titoli in questo periodo, e la speranza è che mantenga gli standard - altissimi - dei primi due: se così fosse, potrei perfino dimenticare tutte le castronerie che escono dalla penna del Cannibale ogni settimana.

"Da quando esiste quel blog, non bevo più white russian.
Portatemi una Cochina Light, per favore."
Redemption – Identità nascoste di Steven Knight
Il consiglio di Cannibal: per Ford non ci può essere nessuna redemption
Questa potrebbe non essere la classica porcheria action cui Jason Statham, dopo i fasti degli spettacolari Crank, ci ha ormai abituati negli ultimi anni. A firmare la regia c’è infatti Steven Knight, che quest’anno ha girato anche Locke con Tom Hardy, uno dei film più apprezzati all’ultimo Festival di Venezia, dov’è stato presentato, se non sbaglio come di solito fa Ford, fuori concorso.
Questo Redemption promette di essere di un action più intimista dei soliti, vagamente in stile Refn e potrebbe essere una discreta sorpresa. Anche se il fatto che possa piacere pure a Ford rientra tra i suoi punti deboli.
Il consiglio di Ford: una redemption è impossibile, per un caso disperato come Peppa Kid.
Personalmente, ho trovato questo film una vera - e piacevole - sorpresa.
Il nostro Jason Statham - in assoluto l'unico, vero, action hero di questi anni - presta legnate, fisicità e carisma ad una tamarrata più riflessiva del solito, ottimamente realizzata e clamorosamente sopra le righe almeno in un paio di occasioni, che hanno reso l'attore inglese ancora più expendable agli occhi del sottoscritto.
Non sarà il film dell'anno, ma nel suo genere rappresenta senza dubbio una delle cose migliori viste di recente.
Recensione fordiana a brevissimo.

"Ma nooo! Dovevate colpire la casa di Ford, non la nuova dimora cannibale!"
Sotto assedio – White House Down di Roland Emmerich
Il consiglio di Cannibal: White Russian Down
Per un action thriller che potrebbe sorprendere in positivo come Redemption, eccone un altro che potrebbe rivelarsi o una porcata di medio livello, o una porcata epocale. Spero più la seconda, visto che di porcheruole solo medie ultimamente in giro ce ne sono già troppe, come il recente R.I.P.D.. Qui ci troviamo di fronte a un potenziale nuovo Attacco al potere – Olympus Has Fallen, con in più la regia di squalità di Roland Emmerich, esperto di schifezze fracassone numero 2, subito dietro all’idolo fordiano Michele Baia. Non è nemmeno malvagio il cast, capitanato dal più espressivo degli attori inespressivi ovvero Channing Tatum, ma la puzza di americanata sovrasta persino l’odore di Ford dopo che è stato sommerso dai pannolini sporchi del Fordino.
Il consiglio di Ford: Cannibal Kid down.
Lo spettro dell'agghiacciante Attacco al potere - Olympus has fallen aleggia pesantemente su questo lavoro del catastrofico - in tutti i sensi - Emmerich, che promette di essere una delle cose più americane - nel senso brutto del termine - della stagione.
L'unica speranza è che il tutto sia stato preso con una discreta dose di ironia, e che dunque si finisca per vedere l'ennesimo giocattolone a stelle e strisce parzialmente innocuo.
Staremo a vedere.
Nel frattempo, non considero tanto innocuo il fatto di temere questo titolo almeno quanto lo starà temendo Radical Kid.

"Piuttosto che vedere il nuovo film di Moccia, sono venuta a lezione di corsa!"
Universitari – Molto più che amici di Federico Moccia
Il consiglio di Cannibal: Io e Moccia – Molto più che nemici
Negli ultimi tempi Ford si sta rammollendo e addolcendo sempre di più, e così io sono alla costante ricerca di altri nemici da combattere. E sconfiggere. Con Vasco ormai messo peggio persino di Ford, con Michael Bay che si mette in testa di fare il Cinema d’Autore, con Berlusconi che ormai è più noioso di un film di Wong Kar-wai, è ora di rispolverare il mio antico odio antimocciano. Federico Moccia, er pejo der pejo. A suo modo comunque una garanzia: quando vorrò massacrare un film, mi piazzerò su Universitari – Molto più che amici, e così io e Moccia torneremo ad essere più nemici di me e Ford.
Il consiglio di Ford: Io e Cannibal - Amici per Moccia
Moccia, uno dei peggiori insulti al Cinema mai esistito, è uno dei pochi registi in grado di spingere il sottoscritto e Peppa Kid dallo stesso lato della barricata per combattere le oscenità che porta in sala.
Questo Universitari, ovviamente, non sarà da meno: io ed il mio antagonista usuale, dunque, potremmo per l'occasione organizzare una bella Blog War anti-Moccia.

Un gruppo di giovani che non troverà mai più un lavoro.
Vittime della crisi?
No, hanno in curriculum un film di Moccia.

"Ti ha mandato un messaggio Ford?"
"Ma figurati: Ford don't text!"
Sarebbe stato facile di Graziano Salvadori
Il consiglio di Cannibal: sarebbe stato facile prendersela con il cinema italiano, anzi lo è davvero
Basta guardare il trailer. Ma ‘sta roba può essere considerato un film?
Sembra un video amatoriale, di quelli brutti, caricato da un ragazzino che usa per la prima volta la macchina da presa e poi, tutto eccitato, pensando di aver realizzato un capolavoro, lo carica su YouTube. Amici e parenti possono guardarlo e fargli pure i complimenti, l’intero pubblico nazionale però se lo può anche risparmiare. Se a demolire Moccia o qualche opinione dell’altro mondo di Ford ci provo gusto, con una roba del genere sarebbe troppo facile e non mi darebbe nemmeno una particolare soddisfazione. Quindi, caro “regista” Salvadori, mi sa che per ora sei salvo.
Il consiglio di Ford: vedere questo film è un'impresa tutt'altro che facile.
Fortunatamente questa settimana le uscite estere danno un po’ di respiro a noi poveri italioti, perchè dopo Moccia arriva una cosa che arrivare a definire film riesce davvero difficile.
E scrivere un parere in merito quasi impossibile.
Passo oltre, e faccio finta di non essere mai venuto a conoscenza dell'uscita di questo "titolo".

"Lo sai che il titolo originale di questa pellicola è L'inconnu du lac?"
"Allora è un film sardo, altroché francese..."
Lo sconosciuto del lago di Alain Guiraudie
Il consiglio di Cannibal: Ford, lo sconosciuto di Lodi
Un thriller francese a tematica gay? Azz, sembra una cosa piuttosto originale.
Un film originale che esce nelle nostre sale?
C’è quasi da aver il sospetto che ci sia qualcosa sotto, come quando Ford tira fuori una opinione più o meno condivisibile. Le possibilità di avere una visione se non altro curiosa e diversa dalle solite in ogni caso ci sono, poi se il film sarà effettivamente “un capolavoro” come definito da Libération (non ho mica detto WhiteRussian) è tutta un’altra storia…
Il consiglio di Ford: Marco Goi, lo sconosciuto di Casale.
Come spesso accade quando si tratta di Cinema francese, ci troviamo di fronte ad un titolo potenzialmente interessante in grado di farci rimpiangere di essere nati da questa parte delle Alpi.
Non sarà in cima alla mia lista di visioni per questa settimana, ma senza dubbio il Saloon aprirà le sue porte al lavoro di Guiraudie appena possibile.
Aprirebbe le porte per una bevuta anche a Peppa Kid, ma quello se ne sta sempre rinchiuso in cameretta con il suo migliore amico, il Coniglione Donnie.

"Piuttosto che vedere il nuovo film di Moccia,
pure noi siamo venuti a scuola di corsa!"
Vado a scuola di Pascal Plisson
Il consiglio di Cannibal: oggi non vado a scuola, oggi chiodo!
Dal titolo, sembra un film horror.
Invece no, è un documentario francese che racconta le drammatiche storie di un gruppo di bambini di varie parti del mondo, tra cui il povero Fordino da Lodi, costretto a crescere con i miti di Hulk Hogan, Schwarzy e Europe manco fossimo ancora negli anni Ottanta. Preparate i fazzoletti, vi aspetta una visione davvero commovente.
Il consiglio di Ford: tornare a scuola? Volentieri, ma solo potendo sfogare un po’ di bullismo su Cannibal!
La classe, firmato da Cantet qualche anno fa, era stato una sorpresa magnifica, ed onestamente porto ancora i segni di quella visione: considerata la qualità cui i nostri cugini transalpini ci hanno riservato negli ultimi anni, potrei quasi pensare di aggiungere questo nome alla lista, quasi sicuro di non rimanere deluso.
Staremo a vedere.
Intanto mi consolo con il fatto che a deludermi sempre resteranno le opinioni del mio sgradito compare Kid.


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