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sabato 6 settembre 2014

FESTIVAL DI VENEZIA 2014: VINCITORI E RED PORCHET





Anche quest’anno non sono stato a Venezia. Il motivo?
Sto ancora aspettando che qualche prestigiosa testata mi chiami come suo inviato alla Mostra. Anzi, va bene pure se non è prestigiosa. Basta che mi paghi vitto e alloggio in Laguna e per me si può fare. In attesa che questo capiti, vi lascio con il mio breve commento sulla kermesse. Per quel che può valere e credo sia molto poco visto che non ero presente all’evento e non ho visto nessun film in concorso.
Da lontano, le impressioni generali che mi sono arrivate parlano di un livello cinematografico medio-buono, ma non del tutto esaltante. Il cinema italiano pare abbia fatto la sua buona figura e negli ultimi tempi è una cosa che capita sempre più spesso a dimostrazione di come, dietro le commedie commerciali con i comici dello Zelig, qualcosina dalle nostre parti si sta muovendo.
A mancare a quest’edizione del Festival di Venezia mi pare sia invece stato il glamour, i divi che fanno sognare (Belen non può essere davvero considerata una diva), i film-evento e pure le polemiche. Basti dire che il film-scandalo dell’edizione è stato Nymphomaniac di Lars von Trier, che ormai era già stato presentato ovunque, dal Festival di Berlino al MiSex di Milano.
Un’edizione un po’ sottotono, così pare almeno vista a chilometri di distanza, ma a cui sarebbe stato comunque bello partecipare. Un’edizione che attraverso la giuria presieduta dal compositore Alexandre Desplat questa sera ha prodotto i suoi verdetti finali, con cui vi lascio, insieme all’immancabile red porchet.
Quanto ai premi, non avendo visto i film non so se siano giusti, però sono contento per quello di miglior attore andato ad Adam Driver, mitico nella serie tv Girls. Molto meno per quello di miglior attrice finito all'odiosa Alba Rohrwacher, entrambi per lo stesso film, Hungry Hearts dell'italiano Saverio Costanzo.

Guarda là, Adam. Cannibal Kid sta per sparare uno dei suoi soliti attacchi contro di me."
"Scusa se te lo dico, Alba, però fa solo bene!"

Infine, complimenti allo svedese Roy Andersson per essersi portato a casa il premio più importante, il Leone d'Oro al miglior film, con il suo A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence.
Grande sconfitto invece Birdman di Alejandro González Iñárritu. Evidentemente il leone ha preferito papparsi il piccione svedese piuttosto che l'uomo-uccello messicano.


I PREMI DI VENEZIA 2014

Leone d'Oro al miglior film: A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence di Roy Andersson

Leone d'Argento per la regia: Andrei Konchalovski (The Postman's White Nights)

Gran Premio della Giuria: The Look of Silence

Premio Speciale della Giuria: Sivas

Coppa Volpi per il miglior attore: Adam Driver (Hungry Hearts)

Colpi Volpi per la miglior attrice: Alba Rohrwacher (Hungry Hearts)

Premio Osella per la miglior sceneggiatura: Tales (Ghesseha)

Premio Marcello Mastroianni: Romain Paul (Le dernier coup de marteau)


IL RED PORCHET DI VENEZIA 2014

Emma Stone
Bella e brava.
Manca solo una cosa: foto di lei nuda non ne sono ancora uscite?
(voto 8/10)

James Franco
Terrificante il suo nuovo look da pelatone con baffo.
James, anzi Franco, che hai fatto?
(voto 3/10)

Luca Zingaretti
Hey, ha copiato il look a James Franco…
Ah no, lui era già così anche prima.
(voto 3/10)

P.S. Ma chi diavolo sta salutando?

Milla Jovovich
Milla Jovovich futura mamma sul red carpet con il pancione.
Pancione?
E questo lo chiama un pancione?
(voto 6/10)

Al Pacino
Così così il look da tamarro americano in vacanza in Italia, ma lui è Al Pacino ed è figo comunque.
(voto 7+/10)

January Jones
Agli Emmy era più figa.
Però è pur sempre figa.
(voto 7/10)

Luisa Ranieri
La madrina di questo Festival. Scelta per il suo notevole fascino terrone mediterraneo.
(voto 6,5/10)

Isabella Ragonese
Niente male. Proprio niente male. E' anche così che si tiene in alto il nome del cinema italiano.
(voto 7+/10)

Isabella Ferrari
C’è poco da fare. Gli anni passano, ma lei resta sempre la MILF numero 1 del nostro cinema.
(voto 7/10)

Alba Rohrwacher
Per me è no. No. E ancora no.
(voto 1/10)

Alexandra Daddario + Ashley Greene
Sì, va beh, alla presentazione di Burying the Ex di Joe Dante con loro c’era anche quel fortunello di Anton Yelchin, ma lui non ha molta importanza.
Per Alexandra & Ashley novantadue minuti di applausi.
(voto 9/10)

Belen Rodriguez + Stefano De Martino
Perché erano presenti al Festival del Cinema di Venezia? Per caso per presentare un film?
Giammai!
Belen era lì per promuovere una nuova catena di di saloni di estetica…
Non ho capito quale sia il legame tra loro e il cinema, in ogni caso sul red carpet si sono scambiati baci parecchio infuocati. E prendetevi una stanza!
(voto 7/10 per il loro affiatamento, voto 0/10 per la loro connessione con il mondo del cinema)

Giorgio Napolitano
Pensavate non ci fosse nessuno a Venezia che con il cinema c’azzecca ancor meno di Belen e del maritino?
Sbagliato. Eccolo qui: Giorgio Napolitano.
(voto 0/10)

venerdì 18 luglio 2014

SLACCIATEVI LE CINTURE




Allacciate le cinture
(Italia 2014)
Regia: Ferzan Ozpetek
Sceneggiatura: Ferzan Ozpetek, Gianni Romoli
Cast: Kasia Smutniak, Francesco Arca, Filippo Scicchitano, Carolina Crescentini, Francesco Scianna, Paola Minaccioni, Elena Sofia Ricci, Carla Signoris, Giulia Michelini, Luisa Ranieri
Genere: melò
Se ti piace guarda anche: Un sapore di ruggine e ossa, Braccialetti rossi, Mine vaganti

Allacciate le cinture, tesorucce mie care. Vorrete mica farvi del male? Lo so che siete al cinema e non su un aereo dirette a San Francisco o a Mykonos. Magari, AAAH!
Anche al cinema alle volte però bisogna tenersi forte, perché le emozioni ti sanno prendere in una maniera talmente prepotente che non è facile rimanere indifferenti. Oltre ad allacciarvi le cinture, vi consiglio inoltre di tenere i fazzoletti a portata di mano, perché le lacrime scenderanno a fiumi. Di che film sto parlando?
Ma di Allacciate le cinture di quel tesoruccio caro del Ferzan Ozpetek, ovvio. Quanto ci piace, Ozpetek, quanto?

"Mi hanno massacrato già tutti. Cannibal, almeno tu risparmiami, ti prego."
Bisognerebbe fargli un monumento soltanto per la vera motivazione per cui ha girato questa pellicola. Se Lars von Trier aveva fatto Melancholia solo per mostrare le tette della Kirsten Dunst – TETTE? UFF, CHE PALLE! – l’Ozpetek nostro ha realizzato Allacciate le cinture unicamente per donarci il culetto di Francesco Arca tutto da mordere su grande schermo. Lo avevam già visto in tv a Uomini e donne quando i tronisti sì che erano dei manzi mica come adesso, e l’avevam visto pure su calendario, ma volete mettere ammirarlo sul telone del multisala a grandezza esagerata?
Uh, quelle fossette sopra le chiappe, che eros. AAAH!
E poi c’è lo Scicchitano. Uh, che chic Filippo Scicchitano. AAAH!
È troppo frocia in questa pellicola, la Filippa. Ci piace. E poi siete sicure che stia solo recitando? A me quella sciocchina non la racconta giusta. C’ho il radar, io, per certe cose.

"Guarda Francesco Arca che tenta di recitare."
"Che tenerezza che mi fa."
Comunque facciamo le serie. Torniamo a parlare di cinema, va’. Questo film pare che sia di genere melò.
Giusto. Io Scicchitano melò farei troppo. Francesco Arca non parliamone.
No, no, no, basta, così non va bene! Dobbiamo parlare di cinema.
Allacciate le cinture è stato accolto male da quei birboni pieni di pregiudizi della critica. Da come se ne parlava in giro, sembrava che dovesse essere un naufragio annunciato, da cui manco un’arca ci avrebbe potuti salvare. Anche se io da Arca mi farei salvare mooolto volentieri.
Tutti a dire quanto fa schifo l’ultimo film di Ozpetek che quasi quasi avevano convinto pure me. Con la gente va così. Ti dicono una cosa talmente tante volte che ti convinci abbiano ragione loro. Ti dicono ad esempio che ti devono piacere le donne e te lo ripetono così spesso che alla fine ci credi. Poi però vedi quei muscolacci di Francesco Arca – GNAM! – e subito cambi idea. Preferite davvero la Dunst? Nel 2014 vi piacciono ancora le tette?
Siete troppo OUT, sfigate!

"Pettinata così sei uguale a Justin Bieber."
"Ahahah, è vero!"
Fatto sta che erano tutti a dire che Allacciate le cinture fa cagare, fa cagare, fa cagare e sapete cosa?
Non fa cagare. Mai dare ascolto alla gente. Soprattutto alla gente mal vestita. Un paio di scene del film sono assurde e potevano anche essere tagliate via dal montaggio, è vero, però al Ferzan certe cose le perdoniamo perché lo sappiamo che è tanto pazza. Ci piace anche per questo. Da lei non sai mai cosa aspettarti. Ti può tirare fuori dei gioiellini come il delizioso La finestra di fronte con quell’altro manzo di Raoul Bova – MEGAGNAM! – o il simpatico Mine vaganti, una ventata d’aria fresca nell’asfittico panorama delle commedie bacchettone italiane vecchio stampo. Oppure può tirare fuori un film da MEH! come la non troppo riuscita parentesi paranormale di Magnifica presenza. Comunque vada a finire, sai già che l’Ozpetek ti sorprenderà. Qui la regista turca naturalizzata italiana torna a fare ciò che sa far meglio. Il melodrammone con accenni da commedia, di quelle un po’ alla Pedro Almodóvar, però meglio di quell’altra pazza dell’Almodóvar che negli ultimi tempi ci sta facendo penare parecchio con pellicole al limite del penoso come La pelle che abito e Gli amanti passeggeri.
Pure Allacciate le cinture ha i suoi difettucci. Qua e là Ozpetek esagera, si fa prendere la mano dal dramma, diversi personaggi sono stereotipati e lo sguardo perso nel nulla di Francesco Arca non aiuta. Meglio quando lo riprende da dietro, che da davanti. In compenso c’è una sceneggiatura molto libera e imprevedibile a livello temporale e poi a tenere su tutta la baracca c’è una Kasia Smutniak ME-RA-VI-GLIO-SA. Dio, quanto l’ho invidiata! Con tutte le Madonne che le ho tirato dietro, per forza che a un certo punto il suo personaggio vive una svolta sfortunata. Però in questo film è propria brava, ‘sta stronzetta, glielo riconosco. C’è persino un momento in cui comincia a farti pena. Poi ripensi alla scena in cui è tutta nuda lì sul bagnasciuga insieme al Francesco Arca pure lui tutto nudo, o a quella sequenza in cui lui fa all’amore con lei in ozpedale anche se lei è in condizioni disastrose che mi ha ricordato un'analoga scena di amore disperato in Un sapore di ruggine e ossa, e subito torni a maledirla, la dannata Kasia.

Non date allora retta a quelle che vi dicono che Allacciate le cinture fa schifo. Sono solo delle sceme invidiose. O forse sono solo io ad essere diventata troppo buona con le produzioni italiane, chi lo sa? Comunque sia, se proprio vogliamo trovare un grande difetto a questo film, secondo me il titolo è tutto sbagliato. Non si doveva chiamare Allacciate le cinture. Si doveva chiamare Slacciatevi le cinture.
Riferito a chi? Come, riferito a chi?
Ad Arca e Scicchitano, sciocchine!
(voto 7-/10)
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