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giovedì 12 settembre 2024

Trap, che colpo di scena: Shyamalan ha fregato il titolo al biopic su Trapattoni





Trap

Se sei un ragazzino di 15 anni e ascolti musica di 💩, il primo pensiero che ti passa per la mente quando senti parlare di un film intitolato Trap è che parli di Sfera Ebbasta e compagni, insomma della scena musicale trap. E invece no.

lunedì 6 marzo 2023

lunedì 15 aprile 2019

Recensioni flash (nel senso che sono veloci, non che parlano della serie Flash)





Nuova rubrica su Pensieri Cannibali?
No. O forse sì. Cioè, non lo so. Diciamo che ci sono un sacco di film che guardo ma di cui non riesco a scrivere un post completo. Vuoi per mancanza di tempo, o di ispirazione, o di entrambi. Volevo quindi proporre qualche commento flash su alcune pellicole viste. Solo che poi i commenti si sono dilungati e non è che siano poi così flash. Il titolo quindi non mi convince, ma se ne trovo uno più decente questa potrebbe anche diventare una rubrica fissa, o più o meno fissa, o qualcosa del genere.


Unicorn Store
Regia: Brie Larson
Cast: Brie Larson, Mamoudou Athie, Samuel L. Jackson, Hamish Linklater, Joan Cusack

giovedì 17 gennaio 2019

L'agenzia dei film





Qualche pellicola da vedere questa settimana l'abbiamo?
L'agenzia dei film gestita dall'immobiliarista Cannibal Kid e dall'affittacamere James Ford in questa nuova puntata propone un nuovo socio. L'ospite di turno è...
Raffaello Conti, appassionato di cinema e musica che ho tra i miei amichetti di Facebook. Al momento non ha un blog, ma chissà che in futuro non decida di aprirne uno. Questa ospitata sarà il primo passo verso una carriera da blogger brillante quanto la mia e quella del mio blogger rivale Ford?

Beh, mi auguro per lui che si possa rivelare decisamente migliore.


Glass
"Liberateci! E' vero che siamo pazzi, ma mai quanto Cannibal, Ford e questa settimana pure Raffaello."

martedì 2 maggio 2017

Split, un film ricco di personalità. Pure troppe





Split

Regia: M. Night Shyamalan
Cast: James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, James McAvoy, Anya Taylor-Joy, Haley Lu Richardson, Jessica Sula, Betty Buckley, Izzie Coffey, Sebastian Arcelus, Brad William Henke




Io James McAvoy lo rapirei. Lo rapirei e poi lo terrei in uno scantinato per farlo recitare solo per me. 23 personaggi differenti messi in scena solo per me. O forse sono 24?
Non lo so. Non l'ho capito. Credo non l'abbia capito nemmeno M. Night Shyamalan, che il film Split l'ha scritto e diretto. Solo che ha creato un personaggio con 23 o 24 personalità, e poi ne ha messe in scena giusto 7 o 8. E allora perché non dire che James McAvoy ha 7 o 8 personalità, invece di 23 o 24? Perché? Solo per fare il solito esagerato, M. Night?
(voto 4/10)

giovedì 26 gennaio 2017

La La Land e gli altri film (perché, esistono altri film?) della settimana





Il film più nominato, premiato, esaltato degli ultimi mesi sta per approdare nei cinema italiani. Questa settimana arriva a passo di danza La La Land, accompagnato da una serie di pellicole che finiscono inevitabilmente sullo sfondo.
Con grande professionalità comunque io, e purtroppo pure il mio blogger nemico James Ford, commenteremo tutte le varie uscite settimanali, che per altro si preannunciano parecchio interessanti, a partire naturalmente da...

La La Land
"Emma, dimmi: ma a te frega qualcosa dei Golden Globe o degli Oscar?"
"No, Ryan. L'unico premio che mi interessa vincere quest'anno è il Cannibal Movie Award."

lunedì 30 novembre 2015

The Visit - L'alba dei nonni dementi





The Visit
(USA 2015)
Regia: M. Night Shyamalan
Sceneggiatura: M. Night Shyamalan
Cast: Olivia DeJonge, Ed Oxenbould, Deanna Dunagan, Peter McRobbie, Kathryn Hahn, Celia Keenan-Bolger
Genere: sorprendente
Se ti piace guarda anche: Paranormal Activity, The Village, La madre

M. Night Shyamalan è un autore finito. Uno di quelli che ormai non sanno più che pesci pigliare. Con due disastri come l'inguardabile L'ultimo dominatore dell'aria e il catastrofico After Earth - Dopo la fine del mondo, tutta la credibilità che si era guadagnato con i suoi primi lavori l'ha buttata prima nel cesso, e poi ha tirato lo sciacquone.
Non contento, M. Goodnight Shyamalan s'è pure gettato nell'arena televisiva, non quella di Giletti ma quasi, con una serie pessima come Wayward Pines. A dirla tutta, questo gli va riconosciuto, il pilot da lui diretto non era nemmeno malvagio e, per quanto un po' troppo derivativo nei confronti di Twin Peaks, pareva anzi piuttosto promettente. Peccato che con gli episodi successivi il serial abbia svaccato sempre più.

venerdì 4 ottobre 2013

AFTER FART




After Earth – Dopo la fine del mondo
(USA 2013)
Titolo originale: After Earth
Regia: M. Night Shyamalan
Sceneggiatura: Gary Whitta, M. Night Shyamalan
Soggetto: Will Smith
Cast: Jaden Smith, Will Smith, Sophie Okonedo, Zoë Kravitz, Diego Klattenhoff
Genere: schi-fi
Se ti piace guarda anche: Cast Away, Avatar, L’ultimo dominatore dell’aria

Sono basito. Prima di vedere After Earth, non sapevo fino in fondo il significato di questa parola. Ora lo conosco e posso dire di essere davvero basito.
Non so nemmeno da che parte cominciare nello spiegarvi il mio essere basito. Parto dal fatto che il regista della pellicola M. Night Shyamalan ha realizzato una delle cose più potenti e intelligenti dello scorso decennio, The Village, mascherando un film profondamente politico da film dell’orrore. Parecchio pauroso, per di più. Proseguo dicendo che M. Night ha realizzato altre cose splendide come Il sesto senso e Unbreakable, più un’onesta pellicola di intrattenimento fantascientifico come Signs. Fantascientifico mica tanto. Io questa estate i cerchi nel grano li ho visti per davvero. Che poi probabilmente fosse tutta una trovata pubblicitaria del paesino che li ha ospitati (Robella d’Asti ndr) è un altro discorso, però li ho visti. I cerchi nel grano esistono. E mi hanno lasciato basito.
Sono poi basito perché Will Smith continua a essere uno dei pezzi grossi più grossi di Hollywood. Anche se il flop di questo After Earth l’ha finalmente un po’ ridimensionato.

"Fidati, figliolo, tienila su. Solo così possiamo sembrare più espressivi."
Perché non mi piace Will Smith?
Innanzitutto perché è uno dei rapper più scandalosi nella Storia del Rap dopo Vanilla Ice. Non prendendo in considerazione gente uscita da Amici della Maria come Moreno.
E poi come attore è uno dei più inespressivi su piazza, oltre ad essersi reso protagonista di porcherie colossali come Wild Wild West, La ricerca della felicità, Sette anime, Io sono leggenda e Independence Day.
Fosse solo questo, vabbè, sono suoi limiti personali. Però negli ultimi tempi Will Smith s’è fatto portatore dei peggio vizi italiani. Will Smith non è italiano, eppure è un esponente convinto del nepotismo più spietato. Capisco che voglia bene ai suoi figli, ma non è giusto che li faccia lavorare nei suoi film. Già lui recita male, dobbiamo metterci dentro pure la sua prole? E poi sono bambini, quindi è sfruttamento minorile, oltre che circonvenzione di incapaci. Incapaci a recitare.

Non è finita qui, perché adesso l’ex principe di Bel Air, come i peggiori esponenti del nostro cinema alla Pieraccioni, non si accontenta di fare solo l’attore, che già gli riesce in maniera pessima, ma qua si inventa persino autore cinematografico. Guardando i titoli di coda, ho scoperto infatti che questo disastroso After Earth non è tratto da un romanzo, da una graphic novel o quant’altro. Il soggetto della pellicola l’ha scritto lui, Will Smith. Ciò spiega molte cose.
Che poi quanto c’avrà messo a scrivere lo striminzito soggetto di un film del genere?
Il soggetto del film è: Will Smith e il figlio precipitano con la loro astronave sulla Terra, che nel futuro in cui è ambientata la pellicola è diventato un pianeta ostile all’uomo. Solo loro due ahinoi sopravvivono all’incidente, ma Willy è moribondo e non riesce a muoversi e così il figlio dovrà avventurarsi in solitaria sulla pericolosa Terra per recuperare il dispositivo di segnalazione d’emergenza e far arrivare i soccorsi.
Questo non è il riassunto. Questo è l'intero soggetto. Fine. Non succede nient’altro. Per fortuna il film dura solo 1 ora e mezza e non l’hanno tirato troppo per le lunghe, ma a parte questo non ci sono altre note positive.

"Sì, è proprio ciò che sembra: sto per fare la cacca davanti a voi."
After Earth è una prova di sopravvivenza estrema, tra Cast Away, 127 ore e Vita di Pi. Estrema non tanto per il protagonista, l’anti-espressivo Jaden Smith, quanto per noi poveri spettatori. Vedere Jaden Smith recitare in questo film è come vedere i propri genitori scopare: un’esperienza che nessuno dovrebbe provare mai, per nessuna ragione.
C’è qualcosa di peggio di vedere Jaden Smith recitare tutto solo in una Terra priva di altri esseri umani?
Sì, vedere Jaden Smith con suo padre Will che gli rompe le palle a distanza per tutto il tempo.

"Uèèè, sei troppo cattivo con me, Cannibal. In fondo ho solo 15 anni.
Posso ancora fare di peggio!"
Se dovessi creare il film più schifoso possibile, anche con tutta l’immaginazione del mondo difficilmente riuscirei a fare meglio, cioè peggio, di questo. Innanzitutto, ci sono due attori atroci e ci sono solo loro, a parte qualche veloce apparizione della moglie e dell’altra figlia di Will Smith, interpretata non dalla sua vera figlia Willow, bensì da Zoe Kravitz, altra figlia raccomandata in questo caso del cantante Lenny, ma se non altro l’unica di tutta la pellicola in grado di recitare. Quindi c’è una trama risibile uscita come detto dalla mente di Willy e al cui confronto quelle di Stephenie Meyer sono storie un sacco elaborate. C’è poi l’apparizione di alcuni mostri schifosi che non si sa bene da dove vengano. C’è un odioso alone di misticismo new-age che aleggia lungo tutta la visione. C’è un insensato quanto prevedibile finale in cui ATTENZIONE SPOILERONE Jaden Smith da pivello fifone si trasforma improvvisamente nel più coraggioso eroe che il mondo abbia mai conosciuto. FINE DELLO SPOILERONE
Manca solo un’apparizione di Alba Rohrwacher, e poi a me sembra che peggio di così era davvero impossibile fare, anche impegnandosi. E credo che M. Night Shyamalan si sia impegnato. Voglio sperare si sia impegnato per realizzare apposta un film tanto brutto, perché uno che in passato ne ha girati di tanto belli, non riesco altrimenti a capire come possa essere caduto così in basso. Pensavo che con L’ultimo dominatore dell’aria il regista avesse toccato il fondo e invece no, qui ha fatto di peggio. Ormai, non può scendere ancora più giù e quindi da qui in poi non può far altro che risalire la china. Sperando che questa volta il mio sesto senso non si sbagli. Per adesso, il mio sesto senso dice solo: vedo i registi morti.
(voto 1/10)



venerdì 5 novembre 2010

Evitar pure questo

L’ultimo dominatore dell’aria
(USA 2010)
Regia: M. Night Shyamalan
Cast: Noah Ringer, Dev Patel, Jackson Rathbone, Nicola Peltz, Jessica Andres, Cliff Curtis, Aasif Mandovi, Seychelle Gabriel
Genere: fantasy
Links: IMDb, mymovies
Se ti piace guarda anche: Dragonball Evolution, Stardust, Le cronache di Narnia, Avatar

Un altro Avatar, un altro film da evitar.
“L’ultimo dominatore dell’aria” è infatti tratto dal cartone animato americano simil anime “Avatar: The Last Airbender”, ma per non far confusione con quell’altra boiata di James Cameron hanno preferito cambiar nome. Peccato che il risultato sia grosso modo lo stesso.

Mi duole assai stroncare una pellicola scritta, diretta e prodotta da M. Night Shymalan ma quando ci vuole ci vuole. È toccato a Tim Burton con il suo insopportabile “Alice in Wonderland”, tocca adesso anche al mio altro preferito Shyamalamalamaman.

Ripercorriamo brevemente la carriera di questo regista: dopo lo sconosciuto “Ad occhi aperti” (che credo nemmeno lui abbia mai visto), M. Notte rivoluziona il genere thriller, il genere fantasy/paranormale e il genere colpi-di-scena-finali-che-ti-tolgono-il-fiato con un film solo: “Il sesto senso”. Dopodiché rivoluziona i film dei supereroi con “Unbreakable”, una roba spettacolare che mostra una dimensione umana finora sconosciuta all’interno del genere. Quindi parentesi alieno-spielberghiana con il mega hit al botteghino “Signs” (quello sui cerchi nel grano) e poi il capolavoro: “The Village”, ovvero come raccontare la reazione americana all’11 settembre senza parlare minimamente dell’11 settembre, ma mostrandoci una folle storia dalle tinte horror con protagonisti dei contadini. Una pellicola cui anche quell’altro capolavoro de “Il nastro bianco” è decisamente debitrice. Il grande pubblico accorre in massa a vedere il film, ma ne esce frastornata: si aspettava di vedere una stronzata di film di paura classico alla Saw 10 e invece si trova con qualcosa di ben diverso e più profondo.

E allora il grande pubblico volta le spalle a M. Night, che deluso si asciuga le lacrime e si rifugia in una fiaba piccola e intima, “Lady in the water”, una pellicola delicata e dotata di un suo sinistro fascino, sebbene a tratti leggermente noiosa. Infine “E venne il giorno”, pellicola derisa dalla critica e da un sacco di gente, ma che pure avevo trovato dotata di intelligenti spunti di riflessione. O forse ero solo stato abbagliato dagli occhioni blue di Zooey Deschanel, chissà? Fatto sta che se finora ero disposto a difendere qualunque film di M. Night, con questo nuovo “L’ultimo dominatore dell’aria” mi rifiuto fermamente di farlo.

Ci sono film che trascendono i generi, i primi citati di Shyamalan ad esempio, oppure “Il signore degli anelli”: una pellicola che può essere goduta tranquillamente anche da chi è estraneo al mondo del fantasy e non ha mai giocato a un gioco di ruolo con nani ed elfi in vita sua. Perché quella era una pellicola che parlava di valori universali. Questa porcata no.
Dialoghi e situazioni sono talmente assurdi, ridicoli, imbarazzanti che nemmeno gli stessi attori sembrano credere a ciò che stanno dicendo. L’unico quasi convinto sembra Dev Patel, in una parte da villain lontana dai ruoli in cui ci aveva abituati finora con la serie tv Skins e il film premio Oscar The Millionaire. Il bambino pelato protagonista però è davvero insopportabile, lui e la sua faccia da pesce lesso. Continua ad agitarsi in una specie di balletto scemo mentre controlla l’aria e poi anche l’acqua e poi bom chi è: Dio? Il piccolo Buddha?

Se negli ultimi giorni nemmeno i più irriducibili berlusconiani sanno cosa dire per difendere il loro Avatar (che Capezzone abbia paura di diventare un pungiball?), io a questo giro non so davvero cosa dire in difesa di M. Night Shyamalan. “L’ultimo dominatore dell’aria” è noioso, inguardabile, senza senso (altroché Sesto senso). Rimango solo con una domanda: perché l’hai fatto, M., perchééééééé?
(voto 2)

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