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lunedì 17 novembre 2014

FRANK AMENTE ME NE INFISCHIO





Frank
(UK, Irlanda 2014)
Regia: Lenny Abrahamson
Sceneggiatura: Jon Ronson, Peter Straughan
Cast: Domhnall Gleeson, Michael Fassbender, Scoot McNairy, Maggie Gyllenhaal, François Civil, Carla Azar
Genere: folle
Se ti piace guarda anche: Essere John Malkovich, I'm Here, Quasi famosi

La Storia della Musica è piena di artisti mascherati. Tra i primi ci sono stati i The Residents, i Kiss, i Rockets. Quindi nei 90s è diventata una tendenza cool nell'ambito metal, soprattutto grazie agli Slipknot, mentre negli ultimi anni la moda ha colpito parecchio il genere elettronico. Sulla scia dei Daft Punk, molti artisti e dj come deadmau5, SBTRKT e The Knife hanno nascosto i propri volti. Anche in Italia abbiamo i nostri esempi di musicisti mascherati con Bloody Beetroots e i Tre allegri ragazzi morti. Rimanendo in tema fumettistico, un altro esempio di band celata dietro a degli avatar sono i Gorillaz, la cartoon band formata da Damon Albarn.
C'è poi chi ha creato dei personaggi fittizi, come il terrestre David Bowie diventato l'alieno Ziggy Stardust, o il timido e pantofolaio ragazzetto Brian Warner che si è trasformato nel satanico Marilyn Manson, o ancora il riflessivo rapper Marshall Mathers che all'occorrenza diventa la sua controparte scatenata e senza peli sulla lingua Slim Shady. Tanti altri, non solo in ambito musicale, hanno un alter-ego, come l'aspirante giornalista-scrittore Marco Goi, meglio noto (si fa per dire) come il blogger Cannibal Kid.

Il caso più clamoroso di musicista mascherato, nonché di confusione tra identità e alter-ego, è però un altro, meno conosciuto rispetto ai precedenti (Cannibal Kid a parte): quello di Frank Sidebottom.
Chi è Frank Sidebottom?
Questo qui.


domenica 16 giugno 2013

VERO COME LA FINZIONE, L’ULTIMO POST CANNIBALE


Vero come la finzione
(USA 2006)
Titolo originale: Stranger Than Fiction
Regia: Marc Forster
Sceneggiatura: Zach Helm
Cast: Will Ferrell, Maggie Gyllenhaal, Emma Thompson, Dustin Hoffman, Queen Latifah, Tony Hale, Tom Hulce, Linda Hunt, Kristin Chenoweth
Genere: letterario
Se ti piace guarda anche: Ruby Sparks, The Truman Show, Il ladro di orchidee, Essere John Malkovich, Synecdoche New York
(voto 6,5/10)

Post pubblicato anche su L'OraBlù, insieme al nuovo minimal poster realizzato da C[h]erotto.



"Non la so fare Yesterday dei Beatles. Se vuoi però ti suono un pezzo dei Modà."
"Ma lo sai che s'è fatto proprio tardi? Devo scappare..."
Stava scrivendo un altro dei suoi post. L’ennesimo per quel suo blogghetto, Pensieri Cannibali. Non è che fosse un sito eccezionale o chissà cosa, però gli piaceva impegnarsi per realizzare dei pezzi che fossero un minimo originali. Magari anche interessanti. Stava scrivendo dell’ultimo film che aveva visto, Vero come la finzione. In quel periodo si era preso una fissa per le pellicole con Will Ferrell, chissà perché. Nessuno lo sa, nemmeno io che sono il narratore onnisciente. Onnisciente un paio di palle. Ci sono cose che nemmeno noi possiamo sapere. Saremo narratori onniscienti, saremo una razza superiore alla vostra, stupidi umani, ma non siamo Dei. Ci andiamo vicino, eppure non lo siamo del tutto.

"Basta con 'sti blog! E' ora di tornare alle macchine da scrivere..."
Vero come la finzione è un film diverso dai soliti con Will Ferrell. Non è una delle sue tipiche esilaranti stronzatone comiche, come il geniale Fratellastri a 40 anni, o i vari Ricky Bobby e Blades of Glory. Questa volta aveva voluto fare il serio, come Adam Sandler quando ha girato Ubriaco d’amore o Reign Over Me.
Vero come la finzione è una commedia drammatica o, se preferite, un dramma dai risvolti di commedia. Un dramedy, o anche una commedia grottesca. Uno di quei film con una sceneggiatura che sembra firmata da Charlie Kaufman, solo che non lo è. Rispetto alle pellicole girate da Spike Jonze, Michel Gondry o dallo stesso Kaufman, questo è un cinema meno indie e più, come dire?, tradizionale. Un grottesco atipico, di quelli contaminati con la commedia hollywoodiana classica, d’altra parte la regia è del mestierante Marc Forster e la sceneggiatura è firmata da Zach Helm, quello del pessimo Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie (sorry Natalie, ma pure tu ogni tanto toppi). Un incrocio di cose, intrigante sebbene non riuscito fino in fondo, che ricorda molto Ruby Sparks. E Ruby Sparks è venuto dopo… che gli autori si siano per caso ispirati un pochino a questo film? La tematica è simile, quella della realtà e della finzione che si mescolano, come si può intuire dal titolo della pellicola. Pure in questo caso abbiamo un personaggio letterario che prende vita, come Ruby Sparks. O forse non è che prenda vita dalla letteratura. Il personaggio è vivo, vero, e una narratrice racconta ciò che gli capita e lui a un certo punto se ne accorge. Si rende conto di essere al centro di una narrazione, controllato e spiato ovunque come Truman in The Truman Show. Una di quelle tipiche situazioni che portano alla schizofrenia.

"...o anche ai diari personali."
Cannibal Kid stava scrivendo di questo film, questo Vero come la finzione per un nuovo post su Pensieri Cannibali, si stava impegnando, se solo avesse saputo che…
...che quello sarebbe stato il suo ultimo post. Proprio così. Quello che non conosceva era il motivo. Perché sarebbe stato il suo ultimo post per Pensieri Cannibali? Stava per morire? Oppure il blog avrebbe chiuso? Un potente portale cinematografico stava per acquisirlo? La rete Internet era sul punto di collassare? Il mondo così come lo conoscevamo stava per finire?
In qualunque caso, quello sarebbe stato il suo ultimo post. Una volta saputo ciò, decise che doveva impegnarsi di più, doveva scrivere qualcosa di davvero memorabile. Doveva lasciare una traccia che nessuno avrebbe dimenticato mai. Impresa mica facile. Quando ci si sforza troppo è ancora più difficile riuscire a tirare fuori qualcosa che lasci davvero il segno.
Ci voleva una frase storica, qualcosa tipo: “Non può splendere il sole per sempre.” O “La vita è come una scatola di cioccolatini spiaccicata a terra.” Oppure “Al mio segnale, scatenate il Paradiso!”. O ancora “Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare… Maria de Filippi in fiamme lanciare dei rapper al largo dei bastioni di Canale 5.”

"Ultimo post cannibale? Questa sì che è una bella notizia!"
Qualcosa in grado di rimanere per sempre. Ma non gli veniva in mente nulla. Continuava a pigiare i tasti sulla tastiera e gli uscivano solo fiumi di parole memorabili quanto “Fiumi di parole” dei Jalisse. Si sentiva un personaggio letteralmente in cerca di autore come Will Ferrell nel film. Sentiva come se non fosse il reale padrone del suo destino, il capitano della sua anima… uh bella, questa frase. Peccato l'avessero già usata nella poesia Invictus.
Fu allora che realizzò una cosa. Non sarebbe riuscito a scrivere qualcosa di tanto bello e memorabile quanto la poesia Invictus. Certo non in quel momento. Non con quella pressione addosso. In fondo, perché quello doveva essere l’ultimo post che scriveva? Chi lo diceva? Soltanto una stupida voce narrante onnisciente fuori campo che parlava da chissà dove. Cosa ne poteva sapere?
Figuriamoci se quello che stava scrivendo in quel momento sarebbe davvero stato il suo ultim

"NOOOOOOOOOOO! E adesso come farò senza Pensieri Cannibali?"

lunedì 15 marzo 2010

Cuore matto

I used to be somebody, now I am somebody else

Crazy Heart
Regia: Scott Cooper
Cast: Jeff Bridges, Maggie Gyllenhaal, Colin Farrell, Robert Duvall, Ryan Bingham

Il film biografico sulla vita di Little Tony? No. È la storia di Bad Blake. Professione: cantante country un tempo di successo e ora un mezzo fallito. Insomma, se togliamo il country potrebbe effettivamente sembrare proprio la storia del piccolo Tony.

“Crazy Heart” è l’agrodolce lenta ballata di una vecchia star della musica country sul viale del tramonto, perennemente alcolizzato, che si ritrova a suonare in bowling sperduti nel deserto e va in giro con una polverosa Chrysler che non parte.
Una pellicola che ha dei punti forti molto forti. La recitazione, innanzitutto. Jeff Bridges s’è messo in saccoccia un Oscar sacrosanto, dimostrandosi un gran professionista nell’arte della fattanza. Si veda in proposito oltre al celeberrimo Grande Lebowski, anche la sua piccola spassosa parte in “Tideland” di Terry Gilliam.
Maggie Gyllenhaal non ha avuto la statuetta, ma ha comunque ottenuto la sua prima prestigiosa nomination, meritata anch’essa visto che è in grado di illuminare la scena, oltre cha la vita del povero Bad Blake. E poi c’è un ottimo, come al solito sottovalutato, Colin Farrell. Il suo personaggio è Tommy Sweet, la nuova sensazione della musica country diventata un po’ fighetta (Tommy ad esempio non beve e sembra avere una vita perfettamente sotto controllo) che ormai ha rubato la scena al nostro scalcinato ma tutt'altro che finito protagonista. Tra i due vi è un rapporto conflittuale che però non è ben spiegato e il confronto tra vecchia e nuova generazione avrebbe meritato un maggiore spazio.

L’altro punto forte è la colonna sonora, cantata in gran parte dallo stesso Bridges. Come a dire “Sono bravo a fare il fattone, ma pure a cantare non me la cavo male.” Una chicca per gli amanti del country made in Usa in grado di conquistare comunque anche i matti cuori profani. Non è un caso se ad aggiudicarsi la seconda statuetta dorata è stata la canzone originale “The Weary Kind” scritta da T-Bone Burnett e dal giovane Ryan Bingham, che nel film ha anche una particina nel ruolo di un turnista di Bad Blake.

Tra le note negative del film, che purtroppo ci sono, vi è una regia standard che non concede guizzi. Sì, ci vengono mostrati dei bei paesaggi, ma questo è più merito delle affascinanti distese americane che non del regista, l’esordiente Scott Cooper. Una mano più esperta, old-school, in questo caso avrebbe giovato.
La storia poi soprattutto nella parte finale, senza svelare niente, avrebbe potuto osare di più. Invece rimane ferma a un bivio con il cambio in folle e il freno a mano tirato, indecisa su quale direzione prendere.

“Crazy heart” sarebbe potuto essere il cult movie del country per eccellenza. Pur fermandosi a un passo dall’obiettivo, resta comunque una visione più che consigliata grazie a recitazione & musiche eccellenti. Soprattutto, grazie a un cuore. Matto ma ben pulsante.
(voto 7/8)


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