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martedì 25 agosto 2015

Notte horror + I cult di Pensieri Cannibali = Giovani streghe





Giovani streghe
(USA 1996)
Titolo originale: The Craft
Regia: Andrew Fleming
Sceneggiatura: Andrew Fleming, Peter Filardi
Cast: Robin Tunney, Fairuza Balk, Neve Campbell, Rachel True, Skeet Ulrich, Breckin Meyer, Helen Shaver, Christine Taylor, Brenda Strong
Genere: stregonesco
Se ti piace guarda anche: The Secret Circle, The Moth Diaries, Streghe, Amiche cattive, Buffy l'ammazzavampiri

Dio delle città e dell'immensità, io ti invoco...
Volevo dire: Dio dei Blog, io ti invoco. Fammi diventare il blogger più potente del pianeta, ti prego.
Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Terra, Aria, Fuoco, Acqua. Fammi diventare il blogger più potente del pianeta, ti prego!

domenica 15 settembre 2013

NOW YOU SEE ME – I MAGHI DI NAPOLI




Now You See Me – I maghi del crimine
(USA, Francia 2013)
Regia: Louis Leterrier
Sceneggiatura: Ed Solomon, Boaz Yakin, Edward Ricourt
Cast: Jesse Eisenberg, Woody Harrelson, Isla Fisher, Dave Franco, Mark Ruffalo, Mélanie Laurent, Morgan Freeman, Michael Caine, Common, Michael Kelly, Stephanie Honore, Conan O’Brien, José Garcia
Genere: ladronesco magico
Se ti piace guarda anche: Red Lights, The Incredible Burt Wonderstone, Ocean’s Eleven, Inside Man,  Tower Heist - Colpo ad alto livello, The Prestige

Macché Merlino.
Macché Maga Magò.
Macché Harry Potter.
I veri maghi non li trovate ad Hogwarts. Basta che vi fate un giro a Napoli, con l’orologio al polso non necessariamente bene in vista e tempo pochi secondi assisterete a una autentica sparizione. Magia!
La tecnica usata può essere quella della “mano lesta”, oppure quella del cosiddetto “pickpocketing”, con cui attraverso l’uso combinato di una parlantina che ti confonde le idee e una serie di movimenti veloci del corpo, chi la usa ti fa sparire l'orologio, così come il portafogli dalle tasche. Qualcuno chiama queste persone ladri, borseggiatori, delinquenti, rapinatori, brutti bastardi!, qualcun altro li chiama maghi, o illusionisti.
Le due “professioni” sono molto affini, in fondo si tratta di ingannare le persone, e allora perché non unirle?

È quanto mettono in atto i Quattro Cavalieri, la super band all-star che raggruppa quattro dei migliori maghetti del mondo:

- L’illusionista Jesse Eisenberg specializzato in ruoli da nerd alla Mark Zuckeberg, qua riesce a compiere il suo numero attoriale più prestigioso, quello di apparire cool, dannatamente cool.

"Vedete questa carta? La vedete bene? Sicuri? Sicuri-sicuri-sicuri?
Bene, la vedo anch'io."

- Il mentalista Simon Baker Woody Harrelson, in grado di entrare nella mente delle persone come gli pare e piace.

"Aspettate un momento, ho una visione: mi vedo mentre passo il pomeriggio in bagno.
Ma mi sa che a suggerirmelo non è una visione, sono i fagioli che ho mangiato a pranzo..."

La fighetta L’escapista Isla Fisher, che però a dirla tutta non è che sia più di tanto utile a livello magico, però una bella fighetta in un gruppo ci va sempre, se non altro per attirare il pubblico maschile.

"Hey, guardatela tutti!"
"Che sta facendo, un numero magico mai visto prima?"
"No, guardatela perché è una bella gnocca."

- Il prestigiatore Dave Franco, alle prime armi sia come mago che come attore, visto che per ora è noto soprattutto per essere il fratellino raccomandato del più noto Mago di Oz, al secolo James Franco. Mica è facile, dover sopportare il continuo confronto con un fratello tanto celebre e celebrato. Anche se pure Oz più che un gran mago è il primo degli imbroglioni...

"Se ce l'ha fatta il bambino scemo di Matrix, lo posso piegare anche io!"

Se come artisti solisti sono bravini ma non eccezionali, unendo le forze i quattro mettono su uno spettacolo a Las Vegas e progettano un numero di magia incredibile o, se preferite, un furto incredibile. Teletrasportano il francese José Garcia (il protagonista del recente Dream Team) nella sua banca in quel di Parigi e fanno comparire i soldi in quel di Las Vegas durante il loro show. E questo non è che l’inizio dei loro piani criminal… pardon magici.

Sulle tracce di questo gruppo di maledetti ladr… maghi si mettono gli agenti Mark Ruffalo e, direttamente dall’Interpol francese, Miss Mélanie Laurent, una basterda che in passato ha già sistemato Hitler e quindi con lei non si scherza minga. A dar loro una mano ci penserà Morgan Freeman, un po’ perché è uno specialista nello smascherare i trucchi degli illusionisti, e un po’ perché non ci può essere una grossa produzione hollywoodiana senza Morgan Freeman. Ma quanti film gira? Che è, magico veramente?

"E il vincitore di X-Factor è...
Ah no, scusate. Ho sbagliato programma."
Così come ai Quattro Cavalieri riescono i loro trucchi, lo stesso fa la pellicola. Now You See Me – I maghi del crimine è una perfetta macchina da spettacolo. Sa intrattenere, divertire e stupire, proprio quanto devono fare dei buoni maghi. Al suo interno infila una parte comica, con le battutine piazzate al momento giusto, una solida trama da heist movie alla Ocean’s Eleven, con tanto di personaggi variegati e tutti a loro modo affascinanti, aggiunge una piccola dose di storia romantica, ci mette dentro anche qualche momento action (che io avrei benissimo evitato), il tutto infiocchettato in maniera spettacolare dal regista mestierante Louis Leterrier che cerca costantemente (forse persino troppo) di far gridare al suo pubblico: “Wow!” .
La sceneggiatura a un certo punto si incasina, sembra incartarsi su se stessa e invece no. Il trucco riesce alla perfezione e il colpo di scena finale, che pure un po’ ci si poteva aspettare, riesce a sorprendere e a farti sentito ingannato. E così Now You See Me è un gran numero di magia, o se preferite un gran film di intrattenimento, tra i migliori confezionati da Hollywood di recente, o forse è solo una grande illusione. In qualunque caso, ha realizzato ciò che un buon mago deve saper fare: pigliarti per il culo alla grande.
Hey, ma dov'è finito il mio orologio?
(voto 7/10)



domenica 14 luglio 2013

SIM SALA BIM, ECCO A VOI THE INCREDIBLE BURT WONDERSTONE


The Incredible Burt Wonderstone
(USA 2013)
Regia: Don Scardino
Sceneggiatura: Jonathan M. Goldstein, John Francis Daley
Cast: Steve Carell, Steve Buscemi, Olivia Wilde, Jim Carrey, James Gandolfini, Alan Arkin, Jay Mohr, David Copperfield, Gillian Jacobs
Genere: magico
Se ti piace guarda anche: Now You See Me, Crazy, Stupid, Love.

Sim Sala Bim!

Niente?
Non succede niente?
Oh, Silvan, come te lo devo dire? Sim Sala Bim non funziona.

Proviamo con qualcos’altro: abracadabra!


"Abbiamo preso te, Copperfield, solo perché il Divino Otelma
voleva troppi soldi per fare una comparsata..."
Vedi, Silvan? Questo sì che funziona.
Ecco a voi l’incredibile Burt Wonderstone. Beh, incredibile… adesso non esageriamo. È un filmetto gradevole e guardabile, però incredibile no. Semmai è piuttosto ordinario. Una commedia ben fatta, con tutte le sue cosine al posto giusto, ma si colloca decisamente dentro gli standard del già visto.
La storia è quella di due maghi: Burt Wonderstone ovvero Steve Carell, che continua a non convincermi al 100%, e il suo partner (solo professionale) Anton Marvelton ovvero Steve Buscemi, attore non nuovo alle scorrazzate in campo comedy ma che a me sembra più a suo agio sul fronte drama.
Dico maghi e a voi puf, appariranno subito in mente Harry Potter ed Hermione. Non è il caso. Harry Potter non c’entra niente, per fortuna, e non c’entra nulla manco Hermione, purtroppo. Qui non si parla di magia vera, come quella che ha visto trasformare Emma Watson da maghetta secchioncella a bomba sexy. Questa volta non siamo in ambito fantasy e si tratta di due maghi illusionisti, due prestigiatori, quelli che fanno i soliti trucchi tipo tirare fuori un coniglio da un cilindro. Quelli alla Silvan o alla David Copperfield, che fa un cameo nel film. Copperfield, intendo, non Silvan.

Sim sala bim!

Niente. Mi spiace Silvan, ma non capita niente quando lo dico.

Abracadabra!


"Volete fare una magia per riportarmi in vita? Eh, sarebbe bello..."
Abracadabra funziona sempre: ecco a voi Olivia Wilde, l’assistente di Burt e Anton nonché lei stessa aspirante maga. Come vi potete facilmente immaginare, con lei la pellicola assumerà dei contorni romantici, ma se state immaginando un triangolo sentimentale con i due amichetti maghi, non è così. Per una volta, abbiamo a che fare con un film che non propone un triangolo sentimentale, questa sì che è una magia!
Nel valido cast, composto anche dall’appena scomparso James Gandolfini e da Alan Arkin, c’è però un nome in grado di oscurare tutti gli altri.

Sim sala bim!

Mmm… ancora niente. Non funziona proprio.
Abracadabra!


Ecco a voi Jim Carrey.
Lo so che negli ultimi tempi si è attapirato e i suoi film recenti sono alquanto modesti per non dire penosi. Lo so che dopo Se mi lasci ti cancello non ha fatto più niente di che, molti l’hanno abbandonato al suo destino e l’hanno cancellato dai grandi della comicità attuale. Però qui è davvero fenomenale. Quando appare lui, è quasi magia Carrey. Nella parte dell’illusionista estremo, quello che gioca con il fuoco e prova a battere qualsiasi inverosimile record (come non pisciare per giorni interi), quello che rappresenta il nuovo che avanza, quello che prova a fare le scarpe agli show ormai sorpassati del sempre meno incredible Wonderstone, fa davvero un figurone. Le sue scene sono quelle più esilaranti e memorabili dell’intera pellicola, insieme alla simpatica scena di sesso tra Steve Carell e Olivia Wilde. Niente di hardcore o sporcaccione - che pensate? - in compenso fa ridere.

In questa commedia tutto procede in maniera piuttosto standard, dalla bella intro ambientata negli anni ’80 con i due protagonisti in versione bambini, alla classica parabola del successo tra alti e bassi, oltre alla consueta scoperta di se stessi e a qualche strizzatina d'occhio ai buoni sentimenti. Il tutto senza risate a squarciagola, ma con un sorriso stampato sulle labbra per tutta la durata. Tutto nella norma di una commedia americana, una di quelle riuscite.
Il di più in grado di rendere la pellicola degna di essere vista è però lui, Jim Carrey, che offre una performance magnetica un po’ come quella di Tom Cruise nell'altrimenti mediocre Rock of Ages.
Il vero numero magico del film è lui, Jim Carrey.
Sim sala bim.


Oh, cacchio! Questa volta ha funzionato. È veramente comparso Silvan. E quant'è inquietante...
(voto 6/10)


lunedì 12 novembre 2012

Un film a luci rosse (ma non è quello che pensate, sporcaccioni)

Red Lights
(Spagna, USA 2012)
Regia: Rodrigo Cortés
Sceneggiatura: Rodrigo Cortés
Cast: Cillian Murphy, Sigourney Weaver, Robert De Niro, Elizabeth Olsen, Burn Gorman, Joely Richardson, Toby Jones, Craig Roberts
Genere: paranormale
Se ti piace guarda anche: Il sesto senso, The Prestige, Insidious, Medium

Avete presente il mago Otelma, il Divino Mago Otelma?



Mmm, no. Forse ho sbagliato esempio.
Rifacciamo: avete presente Giucas Casella?



Bene, in Red Lights Robert De Niro interpreta la parte del Giucas Casella di turno. Un sensitivo barra illusionista barra mago in grado di compiere trucchi incredibili e stupefacenti, come guarire le persone, intrecciare le dita e piegare cucchiai come il bambino pelato di Matrix.



Dicevamo… Robert De Niro è Giucas Casella Simon Silver, un sensitivo non vedente che torna alla ribalta dopo oltre 30 anni che era la gente a non vederlo. Sulle scene. Un’assenza arrivata dopo la misteriosa morte del giornalista che metteva in discussione la veridicità della sua “magia”, avvenuta proprio durante una sua performance.
Simon Silver questa volta si troverà però di fronte ad altre persone che nutrono qualche (legittimo) dubbio sui suoi poteri mentali paranormali.

"Mamma, papà, sono sconvolta! Sicuri di NON avermi adottata?"
È qui che entra in gioco la squadra capitanata da Sigourney Weaver, che ormai compare in più film (non sempre riusciti) di Robert De Niro, e formata da Cillian Murphy (28 giorni dopo, Batman Begins) qui tornato a rispolverare un’ottima interpretazione dopo un po’ di film (non sempre riusciti), e poi anche da Elizabeth Olsen. La sorellina delle odiose gemelle Olsen dimostra come il talento non sia una questione genetica o, nel caso lo sia, in quel caso lei è stata adottata. Elizabeth Olsen, per quanto qui abbia solo un piccolo ruolo, si rivela ancora una volta l’attrice rivelazione dell’anno, dopo le stupefacenti prove in La fuga di Martha e Silent House.
I tre formano una squadra speciale per smascherare i medium truffatori. Che poi, secondo la teoria di Sigourney Weaver, tutti coloro che hanno a che fare con il paranormale sono dei truffatori e quindi possono essere smascherati. Ce la faranno anche con il Divino Simon Silver?

"A me gli occhi!"
Ehm... cioè... dicevo così, per dire..."
Red Lights è un film che se non gli si domanda di essere un capolavoro o qualcosa di totalmente originale può regalare delle soddisfazioni. A firmare regia e sceneggiatura ritroviamo quel furbacchione di Rodrigo Cortés, regista spagnolo molto discusso per la sua prova precedente, quel Buried - Sepolto tutto ambientato dentro una bara salutato da alcuni come una genialata e sbeffeggiato da altri. A me aveva fatto alquanto cacare, però questa è tutta un’altra storia, tutta un’altra pellicola. Pure questa furbetta, ma in un senso positivo.
Dopo aver “dilatato” la scena di Kill Bill con La Sposa sepolta nel film precedente, i riferimenti dello spagnolo sembrano essere questa volta il David Fincher anni ’90 per la costruzione dell’atmosfera thriller e soprattutto il primo M. Night Shyamalan per il modo di affrontare la tematica del paranormal (non activity). Red Lights è il classico thrillerone di quelli come negli ultimi tempi non se ne fanno più molti. Un po’ fuori moda come film, quindi, eppure se vi fate coinvolgere dai meccanismi della storia regala una visione avvincente e tesa. Non tutto gira al meglio, la sceneggiatura ha qualche momento di calo, il finale punta troppo sull’effettone sorpresa, peccato arrivi con dieci e passa anni di ritardo sul Sesto senso e simili, Robert De Niro una volta era il punto di forza di qualunque pellicola mentre oggi appare solo l’ombra del grande attore che è stato, però per me Red Lights è da luce verde. Cosa che significa: procedete pure con la visione, ma attenti, perché le cose non sono ma.̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̨̨̨̨̨̨̨̨̨̨ come sembrano e se credete di avere lo schermo sporco, forse non è davvero cos.̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̸̨̨̨̨̨̨̨̨̨̨.
(voto 7/10)


martedì 20 settembre 2011

Non le fanno più le streghe cesse de ‘na vorta

The Secret Circle
(stagione 1, episodio pilota)
Rete americana: The CW
Rete italiana: non ancora arrivato
Creato da: Andrew Miller, Kevin Williamson
Ispirato ai romanzi di: Lisa J. Smith
Cast: Britt Robertson, Thomas Dekker, Phoebe Tonkin, Shelley Hennig, Louis Hunter, Jessica Parker Kennedy, Logan Browning, Gale Harold, Natasha Henstridge, Ashley Crow
Se ti piace guarda anche: Giovani streghe, Streghe, Madoka Magica, Harry Potter, The Vampire Diaries

Bimbiminkia in ascolto: habemus seriem!
The Secret Circle è il Pretty Little Liars delle streghette, il The Vampire Diaries senza i vampiri, il Twilight senza tutta la parte noiosa di Twilight (ovvero il 99% di Twilight).
La puntata pilota di questa nuova serie targata The CW è qualcosa che fa venire fuori prepotentemente il nostro lato bimbominkia, e ognuno di noi dentro di sé ha un lato bimbominkia, che lo voglia ammettere o meno. All’interno del circolo segreto tutto funziona alla perfezione perché ci trasporta dentro un mondo palesemente finto, a meno che non crediate veramente che la magia esista.
Ma la magia esiste eccome, dirà qualcuno di voi, sta nelle più piccole cose, sta nella luce di un mattino, l'abbraccio di un amico, il viso di un bambino… ma quella non è magia, è una canzone di Domenico Modugno e sì, per tutti i bimbiminkia in ascolto, soprattutto una canzone rifatta dai Negramaro.

"Aiuto! Sull'autoradio è partito un pezzo di Justin Bieber
e non riesco a fermarlo!"
Tornando al fichissimo pilot di The Secret Circle, la trama in breve: Cassie Blake, interpretata dalla gnocchetta bionda Britt Robertson già vista nell’ottimo Life Unexpected (cancellato dopo solo due stagioni, brutti bastardi!) è una ragazzina che perde la madre in un terribile incendio, dopo che già suo padre era morto pure lui in circostanze simili anni prima. I’m a firestarter, twisted firestarter! E subito si prova simpatia, tenerezza e pure un po’ di pena per questa tipa, a meno che certo non siate degli automi cui non è stato impiantato un cuore nel petto e allora ritiro tutto quello che ho appena detto.

Ma no, così cmq non va bene. Noi ggiovani d’oggggi parliamo solo con frasi che possano essere contenute in un cinquettio su Twitter e quindi la trama ancora più in breve:
Streghetta bionda gnocca entra in una gang emo dark e insieme provano a fare una serie con la magia di Harry Potter e la figosità di Vampire Diaries e… mi sa ke c riescono.
Fine cinguettio. Fanculo Twitter!

"Prova a farlo te, Harry Potter, se sei capace!"
Rimasta senza genitori, Cassie va a vivere dalla nonna in una casa che assomiglia a quella di Eileeeina di Vampire Daries. Credo che certe case non esistano veramente nelle cittadine americane, ma siano solo un’invenzione dei telefilm di The CW. O magari no. Boh, magari ci sono persone vere che ci vivono delle vite vere in quelle case. Dovrei andare negli USA a investigare sulla faccenda, possibilmente insieme ai tipi di Fringe.
Fatto sta che la nonna abita non in un posto normale ma in una cittadina inquietante che nei romanzi da cui la serie è tratta, I diari delle streghe di Lisa J. Smith (la stessa ispiratrice pure di The Vampire Diaries), si chiamava New Salem ma che qui invece hanno chiamato Chance Harbor perché se no sarebbe stato troppo palese ciò cui andava incontro. Che comunque è inevitabile…
Cassie si è infatti trasferita in una cittadina infestata dalle streghe e a quanto pare pure lei ha dei poteri magici. E con lei finalmente nei paraggi, il gruppo di streghette e streghetti può chiudere il Circle del titolo e fare delle magie potentissime. A patto di convincere Cassie a entrare nel loro esclusivo club…

Tra le sue nuove amichette troiette streghette c’è Diana, la tipa (finto) gentile e quindi estremamente odiosa di turno che è fidanzata con il tipo fico e sensibile di turno (Thomas Dekker, il protagonista dello spettacolare Kaboom di Gregg Araki) di cui puntualmente Cassie finirà per invaghirsi. E spero pure che glielo trombi, visto che quella Diana è odiosa.
Promette invece di diventare l’idola della serie Faye, la streghetta stronzetta, potenziale Damon Salvatore al femminile (ho detto potenziale) e in grado di darci una sana dose di divertente cattiveria.
A ogni personaggio teen corrisponde poi un genitore anch’esso con dei poteri magici, e visto che ci troviamo in una serie The CW pure tutti i genitori mica sono vecchi e schifosi ma sono estremamente affascinanti. Tanto per fare un esempio la madre di Faye, che fa pure la preside del liceo, è Natasha Henstridge, quella di Specie mortale e Fantasmi da Marte. Non esattamente un cesso.

Chi poteva nascondersi allora dietro una pozione tanto diabolica quanto ben studiata? Ma naturalmente Kevin Williamson, il paparino di Dawson’s Creek ritornato sulla breccia dell’onda con The Vampire Diaries e che ora c’ha messo il suo tocco magico (è proprio il caso di dirlo) pure qui.
La ciliegina sulla torta arriva poi con la breve sigla, con quella cantilena infantile che è tra le cose più gotike e inquietanti sentite di recente.
In parole povere, se non l’avete ancora capito: The Secret Circle è la figata teen fantasy irresistibile per bimbiminkia dentro dell’anno e potete fare i superiori e i cresciuti finché volete, ma l’incantesimo ormai è stato lanciato e nemmeno se chiamate Mago Merlino o Maga Magò potrete fare nulla. È inutile. Non riuscirete a resistergli.
(voto 7,5/10)

lunedì 22 novembre 2010

Breve guida babbana al magico mondo di Harry Potter

Non sono un fan di Harry Potter e un babbano che parla di Harry Potter, ne sono cosciente, rischia di fare la brutta fine di uno che vuole esprimere una libera opinione a un convegno del Popolo della Libertà. In ogni caso corro questo grave pericolo per cercare di analizzare la fenomenologia potteriana e quale diavoleria magica si nasconda dietro al suo enorme successo.

Pillole di trama: Harry Potter non è un ragazzino come tutti gli altri; i suoi genitori erano infatti dei maghi morti per mano del potente e crudele stregone Voldemort. Nello scontro, Harry poppante è riuscito (magia) a sopravvivere e sembra anche sia il Prescelto (come Neo di “Matrix”) in grado di sconfiggerlo.

Harry cresce così con gli odiosi zii babbani (i babbani sono le persone normali, quelli che non hanno poteri), fino a che verrà reclutato nella scuola di magia di Hogwarts. Se nella vita reale è fondamentalmente uno sfigato, a Hogwarts invece rivela subito doti magiche incredibili e dopo poco diventa una specie di nuovo mago Merlino. Con lui a scuola ci sono l’amico imbranato Ron (il personaggio più divertente, cui però dovrebbero dedicare più battute e gag) e la mitica Hermione: è la prima della classe nonostante i suoi genitori siano dei babbani, ha una cotta per Ron (ma probabilmente pure per il suo migliore amico Harry) ed è una nerd totale. Insomma, è il personaggio numero 1 della saga.

Dalla parte di Harry ci sono poi anche il preside della scuola Albus Silente, un tizio che sembra Gandalf ma quando parla è noioso quanto Barbalbero, la sua guida Hagrid, un ciccione barbuto che ho scoperto con somma sopresa NON essere Hurley di “Lost” e Ginny la sorellina di Ron per cui Harry si prende una cotta, mettendo quindi a tacere le insistenti voci su una sua presunta omosessualità.
Contro quel maghetto odioso di Harry ci sono invece tutte le forze del male capitanate da Lord Voldemort, che ha anche alcuni infiltrati all’interno della scuola di Hogwarts: Severus Piton (il sosia ufficiale di Renato Zero, uno che prima o poi sai già che griderà: "Non dimenticatemi!") e Draco Malfoy, il ragazzino anti-Potter per cui faccio il tifo in maniera spudorata.

Harry Potter by J.K. Rowling è un brand talmente forte che può essere paragonato al McDonald’s: se i panini dello zio Mac per un intenditore di cibo sono delle autentiche schifezze, fanno ingrassare, fanno male alla salute e non hanno certo un gusto per palati fini, grazie forse a delle sostanze magiche e dopanti inserite al loro interno creano dipendenza e possono essere considerati buonissimi.
Allo stesso modo i film di Harry Potter sono cinematograficamente poca cosa, presentano trame arzigogolate e ricchi di riferimenti che un babbano fa molta fatica a seguire (“Inception” al confronto è una vera passeggiata) e sono prodotti in serie. Prendi il primo e gli altri ricalcano la stessa struttura. Che poi ogni episodio incomincia con il ritorno alla scuola di Hogwarts saltando a piè pari le vacanze estive dei personaggi, cosa che a me personalmente interesserebbe molto: vorrei vedere ad esempio se Harry al mare si mette la protezione 50 oppure fa una magia per proteggersi dal sole, o se Hermione si esercita con gli incantesimi anche sotto l’ombrellone.

Quando mi sono avvicinato al primo film La pietra filosofale speravo di trovarci dentro la magia dei miei cult infantili, come ad esempio “Mamma ho perso l’aereo” dello stesso regista Chris Columbus, aiutato dall’incantato tema musicale creato dal grande John Williams (Guerre stellari, Indiana Jones, E.T., Jurassic Park e un sacco di altre colonne sonore memorabili); però, pur apprezzandolo in parte non sono riuscito a calarmi al 100% nella storia e nelle sue avventure fantasy come mi era capitato da bambino. Ero diventato troppo grande? Pensavo di sì, però nello stesso periodo la trilogia de “Il signore degli anelli” è riuscito (e senza incantesimi) a farmi tornare bimbo e allora ho capito che il problema era un altro: laddove Peter Jackson era riuscito a creare un mondo cinematografico fantastico, a Harry Potter manca invece un tocco autoriale forte e il continuo cambio di registi ne è la dimostrazione.
Al di là di una questione meramente generazionale, mancano poi in Harry Potter quelle scene davvero “magiche” come la corsa in bici con la luna sullo sfondo di “E.T.” o il volo di Bastian in groppa al drago ne “La storia infinita”. Ammettetelo potteriani: Harry e i suoi amichetti che volano su Londra sopra le loro scope non sono proprio la stessa cosa.

Il secondo episodio La camera dei segreti segue la linea tracciata dal primo capitolo ma è vivacizzato dalla presenza dell’elfo Dobby, un personaggio ambiguo che pur non ai livelli del Gollum tolkeniano diventa il mattatore dell’episodio.
Con Il prigioniero di Azkaban nonostante Gary Oldman comincio ad accusare il colpo e a diventare annoiato dalle avventure sempre uguali dei maghetti di Hogwarts. Alfonso Cuaron, tra la commedia caliente “Anche tua madre” e l’ottimo fantascientifico “I figli degli uomini” si prende l’assegno dalla Warner Bros. ma non sembra del tutto a suo agio con le storie della Rowling.


Dopo una lunga pausa dal mondo potteriano, in occasione dell’uscita dell’ultimo capitolo mi sono quindi recuperato in questi giorni i restanti capitoli.
Ne Il calice di fuoco diretto dal buon mestierante Mike Newell (uno che passa con disinvoltura da “Donnie Brasco” a “Prince of Persia”), Harry partecipa alla Tre Maghi, un torneo che è una sorta di Champions League per giovani stregoni, in cui alla fine a rimetterci le penne è il povero Robert Pattinson. Poco male per lui visto che di lì a poco tornerà in vita come vampiro e diventerà l’idolo teen di “Twilight”, una serie che, nonostante i potteriani lo negheranno fino alla morte, ha maggiori punti di contatto con Harry piuttosto che con Dracula o Buffy.
Tra le cose da notare di questa pellicola ci sono i capelloni assurdi di Harry e c’è la scena del ballo, forse il mio momento preferito dell’intera saga, con Jarvis Cocker dei Pulp che a sorpresa sbuca fuori e si mette a cantare supportato da Jonny Greenwood (chitarra) e Philip Selway (batteria) dei Radiohead!



Con L’ordine della fenice arriva il nuovo regista David Yates, visivamente il meno dotato del lotto eppure da apprezzare per il suo tentativo di cambiare almeno un po’ le carte in tavola, visto che i primi 4 episodi sono tutti uno la copia dell’altro. E così si ritorna a dare un po’ di spazio al mondo babbano, con qualche scena a Londra, c'è Helena Bonham Carter e i personaggi si fanno un pochino più adulti, anzi adolescenti e cominciano a fornicare tra loro. Aspetti che hanno fatto storcere un po’ il naso ai fan hardcore della saga, ma che arrivano come una boccata d’ossigeno per chi fa fatica a reggere 2ore emmezza di sproloqui sulla magia che sembrano arabo.

La vena teenager viene però fuori ancora di più nel successivo Il principe mezzosangue, a mio parere il film più divertente della serie.
Harry è praticamente circondato da tipe: dopo essersi fatto una asiatica nel capitolo precedente, c’è una tizia che vuole rimorchiarlo in un bar a Londra, nel mondo babbano quindi e non in quello magico dove è una specie di rockstar. Peccato che arrivi quel rompimaroni di Silente a portarlo via in una delle sue stupide missioni magiche: Harry invece di incazzarsi come una iena per essersi perso una scopata assicurata se ne sbatte allegramente, felice di tornare al suo mondo magico. Ecco, tra tanti incantesimi, pozioni, elfi, maghi e cose strambe, questa è certo la cosa più assurda di tutte. Un sedicenne in preda agli ormoni che si comporta così non è normale, ma d’altronde uno che se ne va in giro con una civetta a voi sembra normale?


Ne Il principe mezzosangue finalmente veniamo a scoprire poi qualcosa di più sul cattivone supremo di tutta la saga: Berlusc… ehm, Voldemort, che da ragazzino era una sorta di incrocio tra Samara di The Ring e Carrie sguardo di Satana, e anche Harry per la prima volta è in qualche modo attratto dal lato oscuro. Peccato che il maghetto sia sempre tutto perfettino e buono al 100% e non venga dato davvero spazio alla sua potenziale malvagità, cosa che prima o poi capita a tutti i veri eroi, da Frodo a Spider-Man. Persino a quella lagna di un Clark Kent di “Smallville” che quando indossa l’anello nero diventa finalmente cattivo e finalmente interessante. Capisco che il target di riferimento potteriano sia principalmente (ma non solo) quello dei bambini, però la distinzione tra bene e male è troppo definita e assoluta.

Qual è dunque il grande fascino esercitato da questa saga? Finora forse non sono riuscito a spiegarlo, eppure anche per un babbano come me ritrovare quei tre, Harry Hermione e Ron, tutti insieme di nuovo a ridere per una battuta che non fa ridere nessuno e che capiscono solo loro è comunque qualcosa di stranamente emozionante, cui si resta affezionati e che commuove persino, perché in questi 10 anni è stato bello vederli crescere di film in film come fratellini o sorelline. Anche se Emma Watson negli ultimi tempi comincio a non vederla più tanto come una sorellina.
In Harry Potter c’è quindi un ingrediente segreto, come nella Coca-Cola o nei panini del McDonald’s, una droga che crea dipendenza e realizza la magia. E poi se i potteriani sono incuriositi soprattutto dallo scoprire come finirà lo scontro tra Potter e Voldemort (e avendo letto 1.000 volte i libri lo sanno già benissimo), noi babbani continuiamo a seguire questa saga fantasy per avere risposta alla nostra principale domanda: ma Harry e/o Ron alla fine se la trombano Hermione?
(Potteriani, non rispondete alla domanda please che se no mi rovinate tutta la sorpresa!)

Harry Potter e la pietra filosofale, 2001, regia: Chris Columbus (voto 7+)
Harry Potter e la camera dei segreti, 2002, regia: Chris Columbus (voto 6/7)
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, 2004, regia: Alfonso Cuaron (voto 6)
Harry Potter e il calice di fuoco, 2005, regia: Mike Newell (voto 6+)
Harry Potter e l'ordine della fenice, 2007, regia: David Yates (voto 6,5)
Harry Potter e il principe mezzosangue, 2009, regia: David Yates (voto 7+)

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