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sabato 12 maggio 2012

La classe non è Perrier




Nuovo appuntamento con L'ora cult, che vi ricordo potete anche leggere in anteprima sul blog L'ora blu, e questa settimana è all'insegna del miglior cinema francese. Non quello de Gli infedeli, per intenderci...

"Questa la so io, la so io: il miglior blog del mondo è... Pensieri Cannibali!"
"Uff, troppo facile. La sapevo pure io."
La classe
(Francia 2008)
Titolo originale: Entre les murs
Regia: Laurent Cantet 
Cast: François Bégaudeau, Nassim Amrabt, Laura Baquela, Cherif Bounaïdja Rachedi, Juliette Demaille, Dalla Doucouré, Louise Grinberg
Genere: scolastico
Se ti piace guarda anche: Polisse, 17 ragazze, Fish Tank

“Ti ricordi che meraviglia, la festa delle medie?”
Certo, Elio. Però questa è un’altra storia. Un’altra epoca. Un’altra nazione. La scuola media presentata ne La classe è tutto un altro mondo. Rispetto ai tempi di “Tapparella” e pure rispetto al cinema italiano.
Una full immersion totale entre les murs, tra le mura di una classe di terza media, un quasi documentario che segue tutto ciò che avviene al suo interno. Detto così non sembra il massimo della vita e dell’interesse e invece il film ha un ritmo indiavolato.
Senza l’ausilio di musiche, senza effetti cinematografici elaborati, le macchine da presa si limitano a seguire da vicino, da vicinissimo, gli studenti e il professore di lettere perno del racconto. Il protagonista è uno straordinario François Bégaudeau, pure autore del romanzo semi-autobiografico da cui la pellicola è stata tratta. Un vero insegnante nei panni di un insegnante. Beh, insomma. Non dev’essere stato molto difficile per lui entrare nella parte. Un po’ come Eminem a fare il rapper in 8 Mile. E vabbé, sono bravi tutti a recitare così, facendo se stessi. Togliamo il mestiere agli attori veri: la Manuelona Arcuri, per esempio, che ci ha abituati a indossare vesti per lei totalmente inedite come quelle della carabiniera. Lei sì che ha sempre offerto grandi prove di versatilità…
No, eh?
La smetto di dire stronzate?
La smetto.
Mi siedo nel banco in fondo e la pianto di disturbare la lezione. Scusi, prof.

"Che c'è? Non è questa la divisa classica da Carabiniera?

A colpire in una pellicola dall’impronta così fortemente documentaristica è la cura nei dialoghi, un confronto incessante, tamburellante, senza soste tra il prof. e i ragazzini della classe, un branco di giovani (non) attori. Botta e risposta di un adulto che parla loro come a degli adulti, evitando sia di trattarli come bambini, che di fare il ggiovane a tutti i costi. Una serie di dialoghi non stop che ci raccontano della vita nella Francia di oggi, o meglio di ieri visto che il film è del 2008 e ci sono vari riferimenti calcistici al periodo post-Mondiali 2006 (“Odio Materazzi”, dice un ragazzino illuminato).

"Ragazzi, non guardate solo le tette dell'Arcuri che diventate ciechi.
Leggetevi anche il post e fatevi una cul-tura."
Proseguendo nella tematica calcistica, possiamo dire che la scuola media è forse il “campo da gioco” più duro per un professore. Non si trova a dover avere a che fare con dei bambini, come alle elementari, né con degli adolescenti veri e propri, come alle superiori. Si trova nella difficilissima terra di mezza dell’era tween, quel periodo in cui ti trattano tutti come se fossi ancora un bambinetto, mentre tu ti senti ormai un teenager, o quasi.
Il regista Laurent Cantet sceglie di mostrarci questa età evitando, proprio come l’autore/attore François Bégaudeau, di fare il Moccia della situazione. Ci scaraventa nella vita di una classe di terza media ma non ci ammorba con un pruriginoso interesse sulle storielle sentimentali e sugli amori 14, preferendo documentare uno spaccato realistico della società multietnica attuale. Lo fa usando dei ragazzini in età harrypotteriana, ma alla fine riesce a fotografare la società tutta. Tutta francese e parigina, certo, però anche le classi italiane di oggi non sono poi così distanti.
Oddio, forse le classi di Rosello, il paesino in Abruzzo che ha (e)letto Moccia come sindaco (ma peeerché?), sono davvero distanti.

"Ahah, le didascalie del Cannibàl mi fanno scassare!"
Dentro La classe ci sono i conflitti razziali e culturali, più che quelli generazionali. C’è un cinema realista, ma che tuttavia non abbandona mai un tocco artistico, uno sguardo cinematografico sempre ben presente. Ci sono dialoghi che passano con disinvoltura dalla leggerezza alla profondità, dalla battuta ironica al risvolto drammatico. C’è la vita e c’è il cinema, degno di una Palma d’Oro, un cinema che negli anni successivi condurrà ad altre opere dal french touch simile, come Polisse e 17 ragazze (che vedrà come protagonista la qui esordiente Louise Grinberg).
In Italia, ben che vada, tra gli esempi di fiction “scolastica” migliore mi vengono in mente I liceali. Serie che guardi e pensi anche: “Carina”. Però, dopo aver visto il film di Cantet, ti rendi conto che i francesi hanno davvero tutta un’altra classe.
(voto 8/10)

ù

venerdì 16 settembre 2011

Call me. Anzi no

Berlusconi pronto per l'accompagnamento coatto
Ma con ‘ste 100cazzomila intercettazioni, la prima cosa che mi sono chiesto non riguardava Sanremo. Se Manuela Arcuri non l’ha data a Berlusconi e il Festival alla fine non l’ha condotto, Elisabetta Canalis e Belen le avran prese perché sono brave?
E non mi sono nemmeno chiesto se la fiction con la Arcuri questa sera andrà in onda sulla prima rete Mediaset con il titolo Sangue freddo anziché Sangue caldo. O se non andrà in onda del tutto.
Né tantomeno mi sono subito chiesto perché uno che SA già di essere intercettato, continua a sputtanarsi letteralmente e pubblicamente al telefono. Se all’inizio pensavo fosse una grandiosa operazione di marketing e fossimo governati da un genio del male totale, adesso ormai penso che siamo governati da un handicappato totale.*

La prima cosa che mi sono chiesto invece è stata: ma Silvio, ma che cazzo di tariffa telefonica c’hai per fare tutte ‘ste chiavate chiamate e comunque non essere ancora costretto a vendere il Milan per pagarle?
La Tim young per parlare solo con le minorenni?
L’Arcore tribù?
La Premier zero limits?
La You & zoccolas?
La 3(monti) is a magic number?
Fammi sapere che la faccio anch’io. Magari però è meglio se non mi chiami… mandami un messaggio, ok?

* Senza offesa per gli handicappati e per la famiglia Bossi.

martedì 18 gennaio 2011

Le interpretazioni scult del 2010

10. Angelina Jolie in qualunque film
Riguardo a Clint Eastwood, Sergio Leone scherzando ha detto: “Mi piace Clint perché è un attore che ha solo due espressioni: una con il cappello e una senza il cappello”. Di Angelina Jolie possiamo dire invece che è il prototipo dell’attrice zero expression. Nella parte del cyborg però penso sarebbe perfetta.



Noah Ringer ha 13 anni portati malissimo: a essere buoni ne dimostra almeno 113. E in L’ultimo dominatore dell’aria con tutte ste mosse da pirla e la faccia da pesce lesso fa raggiungere alla recitazione (non solo infantile) nuovi livelli di bassezza.


8. Johnny Depp, Alice in Wonderland
Johnny Cappellaio Matto nell’Alice di Tim Burton? Ero già pronto per consegnargli il mio Oscar personale, e invece se n’è uscito con ‘sta roba… Peeerché Dio permetti che succedano certe cose?


7. Simil-Michael Jackson, "Breaking News"
Peggior imitazione di Michael Jackson dell’anno (e anche di sempre) per giunta spacciata per un suo vero pezzo inedito. Qualcuno laggiù mi sa che si sta rivoltando nella tomba.


6. Sam Worthington, Avatar
Il problema non è quando fa il Na’vi. Il problema è quando fa l’essere umano.


5. Elisabetta Canalis, Leverage
Il piccolo ruolo da guest-star della Canalis nella serie tv Leverage è stato spernacchiato in lungo e in largo dall’Italia agli Stati Uniti per l’inglese maccheronico e per la recitazione mooolto convinta. Io non me la sento di infierire troppo e alla Eli nazionale regalo una quinta posizione, ma solo perché sono convinto che se si applica può fare ancora di peggio!


4. Pupo, Emauele Filiberto e Luca Canonici, "Italia amore mio"
Sentendo cose come questa non bisogna vergognarsi di essere italiani, bisogna solo rigraziare il Cielo di non essere come loro.
(questa è la parodia, perché l’originale non se pò proprio sentì)


3. Candida Livatino, nell'interpretazione di una esperta grafologa
Avete mai visto Candida Livatino a Studio Aperto? Spero vivamente per voi di no, ma se lo avete fatto, allora sapete che questa donna si spaccia come la maggior esperta grafologa vivente del mondo. Lady Diana, Yara Gambirasio, Sarah Scazzi, Marilyn Monroe… la Candida "vaginalis" Livatino proprio come un'infezione non si ferma davanti a nessuno e attraverso la loro grafia ci rivela "segreti" delle loro personalità che basta fare un veloce giro su Google per conoscere. Il vero mistero da risolvere allora è: per essere riuscita a diventare la grafologa numero 1 della tv, sarà mica lei la nuova tipa di Berlusconi?
(purtroppo scandagliando tutta la rete non sono riuscito a trovarvi nemmeno un suo video, ma basta che vi sintonizziate su Studio Aperto in qualunque momento e ve la beccate)

2. Justin Bieber, "Baby"
Il ritornello di “Baby” cantato da Biberon è la cosa più ridicola sentita quest’anno. Scult totale!

Baby baby baby oooh
like baby baby baby noooooo
(Bieberine per favore non inondatemi di insulti!)

1. Manuela Arcuri, spot "Il labirinto delle donne"
La regina dell’anno non può essere che lei: con lo spot de "Il labirinto delle donne di Alfonso Luigi Marra" (che non ho letto, ma cui sulla sfiducia consegno il premio di peggior libro dell’anno, e forse massì pure della Storia) si guadagna il titolo di interpretazione scult dell’anno.
Se però la Manuelona ha volutamente recitato in questo allucinato modo, allora si merita anche l'Oscar per la miglior intepretazione dell’anno. Nel frattempo, l'award di scult 2010 non glielo leva nessuno.

martedì 14 dicembre 2010

David Lynch ce fa 'na se*a

Lo spot televisivo più agghiacciante di tutti i tempi? Eccolo qui sotto. Protagonista: Manuela Arcuri.
Oggetto della pubblicità: “Il labirinto femminile”, il nuovo libro (?) di Alfonso Luigi Marra.
Regista: sconosciuto, ma secondo me dietro ci dev’essere lo zampino di David Lynch, visto che era dai tempi di “Twin Peaks” che non avevo incubi simili la notte. Più spaventoso (o quasi) di un nuovo Governo Berlusconi.


(grazie infinite a Maruzza per avermi segnalato questo capolavoro!)
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