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venerdì 18 maggio 2012

Another weekend

Settimana clamorosamente ricca di uscite cinematografiche notevoli. Non capita spesso. Anche se certi film arrivano con un ritardo notevole rispetto all’uscita internazionale e altri vedranno la luce, o meglio il buio, di un numero ridotto di sale. Però se non altro c’è qualche segnale di miglioramento.
Miglioramento che invece non intravedo nemmeno come una possibilità remota per quanto riguarda il mio rivale Mr. James Ford, che come al solito co-commenta - malissimo - questo altrimenti bellissimo spazio.
Ma ora basta cianciare. Ecco i film in arrivo nel weekend…

"Mi vuoi far credere che Ford non arriva da un altro pianeta?"
"Lo so, è pazzesco, ma pare sia un umano proprio come me e te..."
Another Earth di Mike Cahill
Il consiglio di Cannibal: another cinema is possible
Film raccomandato fortemente da Cannibal numero 1 della settimana, già tra i miei top movies del 2011, arriva con colpevole ritardo anche da noi. Un ritardo, quello italiano, che non sorprende più. Proprio come quello di Ford nei miei confronti.
Another Earth si va a inserire nel filone della fantascienza “umanista” che ci sta regalando un sacco di perle notevoli negli ultimi tempi, quella in cui si prediligono le idee e i personaggi, piuttosto che gli effettoni speciali tanto amati dai bambinoni come Ford Disney. Se volete una pellicola sci-fi davvero originale, non perdetevelo. Se invece vi piacciono le americanate boiate, fate un giro dalle parti di WhiteRussian, oppure aspettate la settimana prossima che tornano gli insopportabili ford in black.
Il consiglio di Ford: another Earth, without Cannibals!
Questo film, consigliatissimo ovunque, ancora mi manca, ma direi che le premesse sono molto buone e che, a questo punto, approfitterò di una settimana per una volta non scialba nelle nostre sale per
recuperarlo. Da un lato vorrei davvero fosse una cosa interessante come District 9 o Monsters, dall'altro non mi dispiacerebbe trovare qualcosa da bottigliare giusto per irritare la piccola Katniss durante i suoi giochini per bambini.
In un caso o nell'altro, si tratta di un titolo da non perdere.

"Incredibile, da quando WhiteRussian ha aperto i battenti,
le quotazioni dei blog di cinema sono crollate peggio dell'economia greca!"
Margin Call di J.C. Chandor
Il consiglio di Cannibal: Margin Ford
Film raccomandato fortemente da Cannibal numero 2 della settimana, pure questo tra i miei preferiti del 2011 e pure questo importato a distanza di mesi pure in Italia.
Margin Call è il film perfetto per capire la merdosa situazione economica in cui ci troviamo ora e sapere di chi è la colpa. Di Ford? Almeno in questo caso no…
Al di là del discorso economico, che rende questa pellicola attuale come poche altre, Margin Call è un viaggio tutto in una notte cinematograficamente densissimo.
Da non perdere. Fidatevi.
Ford? Quello è meglio perderlo che trovarlo. Fidatevi pure in questo caso.
Il consiglio di Ford: Cannibal calls? Io non rispondo di certo!
Film numero uno della settimana per il vecchio Ford - trovate qui il post dedicatogli, che nonostante le sue scarse affinità con il mondo della finanza trovò ai tempi il lavoro di Chandor strepitoso sia in fase di scrittura che di tensione, un bell'incontro tra Wall Street, Americani e un thriller quasi psicologico.
Purtroppo questo notevole esordio non è uscito vincitore dalla notte degli Oscar, e arriva come al solito in ritardo qui da noi, ma non lamentiamoci troppo: avercene, di uscite così. E come se fosse necessario, quando un film mette d'accordo anche i due antagonisti per antonomasia della blogosfera, significa che dovete correre a vederlo!

"Ford non è un alieno??? Non ci crediamo assolutamente!"
Damsel in Distress di Whit Stillman
Il consiglio di Cannibal: Ford in distress
Già presentato all’ultimo Festival di Venezia, fortemente voluto dall’ormai ex direttore yogurt Mullen, è la nuova pellicola del regista di super culto Whit Stillman, autore di quel gioiello assoluto che risponde al nome di The Last Days of Disco e ora a 13 anni di distanza di rientro con una nuova promettente pellicola. Roba per palati fini, un cinema indie prelibato che non viene servito alla tavola fordiana.
Per lui tanto sul pavimento c’è la ciotola con il suo nome inciso sopra eheheh.
Il consiglio di Ford: lo stress fordiano? Sopportare il Cannibale!
Un film che, rispetto al resto delle uscite di un weekend insolitamente molto interessante, non mi dice fondamentalmente nulla, un pò come The last days of disco culto cannibalesco e qui al saloon mai pervenuto. Staremo a vedere: se mi avanza del tempo per qualche bottigliata, una frollata allo yogurt Muller e alla nostra amichetta Katniss la do sempre volentieri.
E ai loro film anche di più.

"Oops, scusa Ford. Ti lascio solo con la visione dei film di Stallone nudo!"
Quella casa nel bosco di Drew Goddard
Il consiglio di Cannibal: entrate in quel cinema nel bosco
Film che si preannuncia tra le figate horror dell’anno, di Quella casa nel bosco si sta già parlando parecchio bene in rete. Il regista Goddard sembra promettere molto bene già a partire dal cognome, mentre a co-firmare la sceneggiatura c’è il paparino di Buffy e del film The Avengers, ma soprattutto di Buffy, Joss Whedon.
Una casa nel bosco in cui avventurarsi volentieri. A patto che sul citofono non compaia il nome di Ford. In quel caso, datevela a gambe!
Il consiglio di Ford: entrate in quella casa, ma senza il Cannibale!
Film che ho già visto e che a breve recensirò, e posso dire questo: ficata dell'horror - e non solo - dell'anno.
Intelligente, ironico, scritto benissimo da Whedon e Goddard, un omaggio e non il solito festival delle citazioni. Si potrebbe dire tantissimo, ma il bello è gustarselo lasciandolo carburare come un diesel, da un inizio che sa di già visto ad un finale strepitoso. Aspetto solo di leggere cosa ne dirà quello sciagurato del Cucciolo Eroico. Che si impegnerà, ovviamente, a darmi contro a tutti i costi anche rispetto a qualcosa che, finalmente, potrebbe metterci d'accordo in questo campo.

Solo così Ford convince gli amici a vedere qualcuno dei suoi film russi...
La fredda luce del giorno di Mabrouk El Mechri
Il consiglio di Cannibal: Bruce, sarà ora di far uscire un bel film alla luce del giorno?
Ultimamente il buon vecchio Bruce Willis non è sempre garanzia di qualità. Tutt’altro, purtroppo. Però questo si preannuncia come un thillerino probabilmente non imprescindibile, ma almeno guardabile. Si spera. Anche se, condividendo questa rubrica con Ford, ho imparato a non essere troppo fiducioso e la speranza nella razza umana in genere l’ho ormai quasi persa del tutto, uahahaha!
Il consiglio di Ford: la fredda luce della cameretta del Coniglione. Bruce, aiutalo tu perchè ha paura del buio!
Un film che dice molto, molto poco e sa di mezza sòla, soprattutto alla luce del fatto che quest'anno Bruce Willis ha già il suo apice, ed è uno dei film più attesi in assoluto in casa Ford: Expendables 2. Il resto, dunque, è ben poco importante, un pò come i vaneggiamenti del mio antagonista ogni volta che mi tocca sopportarlo per una rubrica o una Blog War. Certo, sarebbe interessante pagare al Coniglione una bella settimana di full immersion di addestramento action con Mr. Die Hard. E molto, molto divertente.

"Ho provato a cacciare Ford fin là , ma ce l'hanno subito rispedito indietro..."
Il pescatore di sogni di Lasse Hallström
Il consiglio di Cannibal: sogni d’oro
Lasse Hallstrom è uno di quei registi super classici e super tradizionali, roba che uno come Ford al suo confronto appare quasi un tipo ganzo e all’avanguardia.
Bah, forse…
Questa favoletta non promette molto bene, però c’è pur sempre un Ewan McGregor che di recente è tornato a infilare una discreta serie positiva di film. Questa pellicola interromperà la catena, così come i commenti animaleschi di Ford interrompono malamente la grazia e la poesia delle leggiadre parole cannibali?
Il consiglio di Ford: questa settimana si pescano molti ottimi film, questo lo lascio negli abissi.
Nonostante Ewan McGregor sia da sempre considerato un fordiano onorario e mi abbia stupito più di una volta in passato, questo film ed il suo regista mi paiono la tipica proposta insulsa da sala da the per vecchie finte alternative dai gusti anche più discutibili rispetto a quelli del mio rivale per eccellenza.
Così prendo tutto il pacchetto, lo infiocchetto per bene con la poesia delle leggiadre parole cannibali, e lo getto nel cassonetto differenziato per il frutto del peccato senza colpo ferire.

Un fotogramma a caso da Roman Polanski: A Film Memoir
Roman Polanski: A Film Memoir di Laurent Bouzereau
Il consiglio di Cannibal: meglio di una Ford Memoir, ma comunque evitabile
Polanski è un nome di sicuro interesse, sia per i suoi film che ancor di più per la sua vita privata. Un docu-film su di lui ci può stare, però questo sembra solo un semplice faccia a faccia con il regista.
Più interessante di un’intervista a Mr. Ford, certo, però mi sa comunque di notevole palla…
Il consiglio di Ford: a quando le memorie del Cannibale?
Probabilmente mai, dato che sarebbero un lungo monologo di un teenager vestito da coniglio chiuso in camera davanti al pc dalla mattina alla sera! Ahahahahahahah!
Scherzi - ? - a parte, nonostante l'opinione altissima che ho sempre avuto per Polanski regista e quella un pò più bassa per il Polanski uomo non sono particolarmente interessato a questa docu-intervista.
Specie in una settimana in cui, per una volta, le uscite interessanti non mancano affatto.

"A morte Ford!", il nuovo film di Gianluca Sulis e Cannibal Kid
A morte! di Gianluca Sulis
Il consiglio di Cannibal: a morte chi? No, non lo dico neanche, troppo scontato!
Ford, per questa settimana pensavi di aver scampato alla pena di morte cinematografica, ovvero al puntuale film italiano?
Anch’io, ma purtroppo non è così.
Questo è un film che fin dal trailer si preannuncia mortale. A questo punto preferisco quasi quasi una maratona cinematografica proposta dal mio rivale.
Ma va là che sto scherzando!
Il consiglio di Ford: mi pareva strano di aver respirato così tanto Cinema, questa settimana!
Ed eccoci qui. Anche questa settimana il Cinema italiano di scarsa qualità non vuole saperne di lasciarci in pace, godendo delle uscite finalmente ottime, e deve metterci lo zampino con una pellicola che pare orripilante fin dai primi secondi del trailer.
Un film che pare talmente brutto che non lo augurerei neppure al Cannibale.
E questo dice tutto!

lunedì 9 gennaio 2012

I MEGLIO FILM CANNIBALI 2011: LA TOP 10


E così siamo arrivati in cima, fino ai dieci film che ho amato di più nel corso di questo 2011. Un momento tanto atteso.
ATTESO? MA DOOOOVE? MA QUANDO? MA PERCHE’? DA CHIIIII? MA CHITTECONOSCE?

Okay, chiedo gentilmente alle mie guardie del corpo personali di accompagnare fuori i soliti contestatori riottosi: “Usate le buone maniere, mi raccomando, ma se qualcuno oppone resistenza vi autorizzo a utilizzare i taser. Se no che ve li pago a fare?”
Se l’anno scorso aveva trionfato in maniera molto contestata Amabili resti di Peter Jackson, per quanto riguarda il titolo di film Cannibale d’Oro di quest’annata credo ci saranno più consensi e comunque la scelta non credo sorprenderà poi molto chi segue questo blog abitualmente.
Va anche detto che in un’annata normale, i primi 4 film della classifica avrebbero meritato tutti il primo posto, ma in questo 2011 molto godurioso da un punto di vista cinematografico, la scelta è stata dura ma alla fine non poteva essere che quella…
Quale?
Non fate subito i frettolosi e prima gustatevi anche gli altri 9 film, che meritano ampiamente.
Guardate che se saltate subito alla numero 1 le mie guardie del corpo potrebbero dover essere costrette a usare i taser. E non è piacevole.
Siete mai stati colpiti da una scarica di taser?
No? Nemmeno io. Però immagino non sia una bella sensazione. Io intanto vi ho avvisato, poi fate come volete.
In ogni caso ormai i giochi sono fatti. Vi piaccia o meno, dopo le posizioni dalla 40 alla 31, dalla 30 alla 21 e dalla 20 alla 11, questa è la top 10 cannibale dei film del 2011.

Carey: "Secondo me alla numero 1 c'è The Tree of Life."
Andrew: "Per me avrà la meglio Drive."
Keira: "Io dico che vince Che bella giornata con Checco Zalone, hihi!"
10. Non lasciarmi
Regia: Mark Romanek
Genere: (anti) fantascienza
Parla di: tre ragazzi… clonati.
Pregi: è una pellicola in grado di conquistare il cuore più che il cervello, interpretata in maniera intensa da tre attori in splendida forma, con vertice in una Carey Mulligan che ti viene voglia di coccolarla ancor più del solito. E poi che bello vedere un film di fantascienza (in teoria…) senza un effetto speciale. Senza 3D. Senza robottoni di ‘sto cazzo. Che figata!
Difetti: la regia di Romanek rimane molto sul classico e poteva osare di più.
Scena cult: la versione bimba di Carey Mulligan che ascolta la canzone “Never let me go”
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"Solo noni, cannibal-wolf-motherfucker? Sei sicuro?"
9. Attack the Block
Regia: Joe Cornish
Genere: invasione aliena in da ghetto
Parla di: gli alieni arrivano sulla Terra, ma fanno la stronzata di piompare nei ghetti di Londra. E così per loro saranno cazzi amari…
Pregi: è il film made in England (e non solo) più cool degli ultimi anni, capace di rappresentare la vita nelle periferie di Londra con umorismo e, nonostante il pretesto fantascientifico, con un grado di realismo più veritiero di molte pellicole neo-realiste. La colonna sonora firmata dai Basement Jaxx smaramba ke bomba e questo è un cult istantaneo sia per le nuove generazioni, che per quelle cresciute negli 80s che qui trovano dei degni eredi. Sì, più che in Super 8, perché questi qua sono quasi dei nuovi Guerrieri della notte...
Difetti: la sceneggiatura non riserva grossi colpi di scena nella seconda parte e il copione segue piuttosto fedelmente quello di altre analoghe pellicole apocalittiche. Solo che qui ci sono i gorilla-wolf-motherfuckers!
Canzone cult: KRS-One “Sound of da police”
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"Punto tutti i soldi di voi stupidi risparmiatori sulle azioni de
Il discorso del re! Farò male??"
8. Margin Call
Regia: J.C. Chandor
Genere: crisi economica ma non cinematografica
Parla di: due giovani yuppie alle prese con una notte che condurrà la loro azienda a mandare a puttane l’economia di… tutto il pianeta, all’incirca.
Pregi: se c’è un film in grado di spiegare il perché della crisi economica in maniera umanamente comprensibile è questo, non il pur valido ma troppo tecnico e poco cinematografico documentario Inside Job. Al di là del fatto che sia una pellicola di stretta attualità, Margin Call è un grandioso viaggio nella notte, l’ultima notte dell’impero di Wall Street prima che salti tutto. A spese loro? No, a spese nostre…
Difetti: la parte economica potrebbe scoraggiare qualcuno dalla visione, ma tranquilli perché qui non si parla di spread e tutto è spiegato come se il film si dovesse far capire “da un bambino o da un golden retriever”.
Personaggio cult: il bastardissimo John Tuld (Jeremy Irons)
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"Se non convinci Cannibal a far vincere il film dei Pokemon, ti tolgo l'iPhone!"
7. Confessions
Regia: Tetsuya Nakashima
Genere: bambini bastardi
Parla di: una classe di una scuola media giapponese in cui è avvenuto un fatto di estrema crudeltà…
Pregi: la prima mezz’ora del film è LA costruzione della tensione per eccellenza. Una delle scene più intense e coinvolgenti di tutta l’annata. La pellicola riesce quindi a procedere alla grande grazie alla regia da autentico fuoriclasse del virtuoso Nakashima, uno che sa di essere bravo e non ha paura di mostrarlo.Forse pure troppo! Visivamente è poesia pura, a livello di contenuti è una mazzata assoluta allo stomaco. Strepitosa pure la colonna sonora che mixa Radiohead con The XX, Johann Sebastian Bach e “That’s the way (I like it)”!
Difetti: dopo una prima mezz’ora così pazzesca, il resto è inevitabilmente un gradino sotto. Ma giusto un gradino piccolo piccolo.
Scena cult: la prima fenomenale mezz’ora
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"Pronti a bombardare, nel caso Cannibal premi uno dei suoi film radical-chic?"
6. La donna che canta
Regia: Denis Villeneuve
Genere: matematico
Parla di: un ragazzo e una ragazza che alla morte della madre si ritrovano a ripercorrere la sua travagliata, parecchio travagliata, storia personale.
Pregi: la sceneggiatura del film funziona come una formula matematica. Detta così potrebbe suonare come una pellicola fredda, invece è tutt’altro. Una storia che riesce a parlarci di una famiglia, della scoperta della vera vita della madre da parte di due figli, ma anche dell’eterna guerra del Libano. Il tutto senza retoriche, cosa mica da poco. Ottimo il cast, con la madre Lubna Azabal e la figlia interpretata da Mélissa Désormeaux-Poulin (che a me ricorda PJ Harvey) in grado di bucare lo schermo.
Difetti: C’è qualche problema con le date e l’età dei personaggi che non tornano molto, come ha evidenziato Oh Dae-Soo nel suo post sul film.
Scena cult: la prima scena sulle note di “You and whose army?” dei Radiohead
Recensione prossimamente…

"Il Giornale dà per certa la vittoria di qualche film russo filo-comunista..."
5. Les amours imaginaires
Regia: Xavier Dolan
Genere: sentimentale non banale
Parla di: in generale di amore, più immaginario che reale, e in particolare di un triangolo sentimentale tra due ragazzi e una ragazza.
Pregi: pura magia, incanto, amore per l’amore e amore la settima arte. Un film che è una gioia per gli occhi, con il talento del giovane regista sceneggiatore e attore Xavier Dolan espresso alla grande, e per le orecchie, grazie a una colonna sonora che diventa parte integrante del racconto cinematografico e mixa con disinvoltura l’elettronica dei The Knife con la “nostra” Dalida: la sua “Bang Bang” è infatti il meraviglioso tema portante del film.
Difetti: l’autore Dolan ha appena 22 anni e quindi qualche ingenuità la presenta ancora, soprattutto attraverso una sceneggiatura un po’ troppo leggera. Ma ispirazione e occhio non sembrano mancargli.
Canzone cult: Dalida “Bang Bang”
Leggi la mia RECENSIONE

"Non abbiamo vinto! La prossima volta mi sa che dovrò mostrare
qualcosa più delle tette..."
4. Melancholia
Regia: Lars Von Trier
Genere: apocalypse wow
Parla di: Justine che si sposa. Justine che manda a puttane il suo matrimonio. Justine che assiste alla fine del mondo. Justine che mostra le tette con disinvoltura. Cannibal Kid che ringrazia.
Pregi: una prima scena che è Arte sublime, una manifestazione di grandezza da parte di Lars Von Trier che in 10 minuti sulle note di Wagner mette K.O. tutto il resto del cinema apocalittico venuto prima. E forse anche quello che verrà dopo. Una Kirsten Dunst fenomenale nella sua discesa nei meandri della depressione, fisicamente (in tutti i sensi) impressionante. Una visione che riesce a coinvolgere/sconvolgere anche a distanza di diverso tempo. Una pellicola forte, enorme come un pianeta, che dopo la prima poetica scena non fa nulla per essere gradevole e che rappresenta in pieno il (poco rassicurante) punto di vista vontrieriano sul mondo.
Difetti: le due parti in cui il film è nettamente diviso sono speculari e viaggiano per diversi aspetti in parallelo come due pianeti che si sfiorano, eppure non tutti i collegamenti tra i due mondi funzionano alla perfezione.
Scena cult: la scena iniziale
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"E mo' adesso con 'sti aumenti della benzina come faccio
a guidare 24 ore su 24?"
3. Drive
Regia: Nicolas Winding Refn
Genere: autistico
Parla di: un tipo che nella vita fa tante cose, tipo… guidare e… guidare. Ogni tanto prende anche l’ascensore e gli capita di avere qualche raptus d’ira, ma più che altro… guida.
Pregi: regia spettacolosa dalla prima scena costruita con magistrale tensione all’ormai epocale scenona ambientata nell’ascensore in cui succede di tutto e di più. Ryan Gosling con la parte del silenzioso Driver entra nella storia del Cinema e la colonna sonora stellare fa il resto, con “A Real Hero” che diventa la seconda protagonista della pellicola nonché una delle mie canzoni preferite di sempre.
Difetti: una sceneggiatura che mostra qualche debolezza nella parte più “criminale”.
Scena cult: ascensore
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"Dai con 'sto bacino, che almeno a Ballando con le stelle Natalie la battiamo!"
2. The Tree of Life
Regia: Terrence Malick
Genere: cosmico
Parla di: come va a finire il mondo ce l’ha mostrato Lars Von Trier, come inizia ce lo racconta invece Terrence Malick, tra dinosauri, musica classica e una coppia che perde un figlio…
Pregi: il sublime su supporto audio-visivo. La più bella accoppiata di immagini, musica e parole concepibile da mente umana. E infatti credo sia più frutto di un disegno divino. Terrence Malick, sei tu Dio? The Tree of Life è la visione più travolgente, ammesso si sia disposti a farsi travolgere, dai tempi di 2001: Odissea nello spazio, per un film che ridefinisce la narrazione cinematografica. E rispetto a 2001 ha anche una cosa in più: il cuore.
Difetti: se dopo una lunga dura giornata di lavoro vi volete mettere sul divano per rilassarvi “Aaaah” e vedere un film tranquillo, senza pensieri, che vi faccia scollegare il cervello, beh… evitate The Tree of Life.
Scena cult: Jessica Chastain volante
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Nonostante anche Melancholia, Drive e The Tree of Life siano dei capolavori e cult assoluti, il premio Cannibale d’oro quest’anno va a…

"Miii, non ci posso credere! Ho vinto! Anzi, abbiamo vinto:
io e tutte le mie varie personalità!"
1. Il cigno nero
Regia: Darren Aronofsky
Genere: e gira tutto intorno alla stanza mentre si danza
Parla di: una ballerina classica alle prese con Il lago dei cigni e con qualche leggerissimo segno di squilibro mentale…
Pregi: è dall’inizio del 2011 che la meno con questo film, devo ancora aggiungere altro? Un viaggio incredibile dentro la mente umana, attraverso lo sdoppiamento, lo striplicamento, lo squadriplicamento ecc ecc della personalità. Una discesa negli Inferi dalla perfezione alla perdizione, dalla creazione alla distruzione (tema ricorrente dell’annata, vedasi The Tree of Life e Melancholia), per un crescendo di tensione capace di catturarmi dal primo istante fino al finale. Un balletto coreografato e condotto alla grande da mastro Aronofsky. E poi che razza di performance pazzesca ha tirato su la Natalie Portman? E quella trasformazione? E le scene lesbo con Mila Kunis? Cosa cazzo si può chiedere di più a un film solo? Cosa?
Mila: "Ma non vogliamo coinvolgere Cannibal nei festeggiamenti?"
Natalie: "Non so... vediamo come vanno gli Oscar Cannibali domani..."
Difetti: non ne ha, è semplicemente PERFETTO.
Scena cult: Natalie diventa il cigno nero
Leggi la mia RECENSIONE


E con questo è tutto?
Non ancora, ragazze e ragazzi e meno giovani (ciao, Ford!). Non ancora. Domani sono infatti in arrivo anche gli OSCAR CANNIBALI dedicati ad attori, interpretazioni, sex-symbols, generi cinematografici e altre stronzate premiazioni varie. E poi giovedì ci sarà pure la nomina dei peggiori, che credevano già di farla franca… e invece no.
That’s NOT all, folks!


martedì 6 dicembre 2011

Crisi economica? Ora saprete chi ringraziare

Oddio. Ci becchiamo le notizie economiche già su giornali e telegiornali (a parte Studio Aperto che parla solo di omicidi brutali alternati a immagini di cani, gatti & topa), e adesso dobbiamo sorbirci pure quell’esaltato del Cannibal Kid?
Quasi quasi lo preferiamo quando parla di Justin Bieber

E invece oggi vi tocca. Lezione di economia. In cattedra non 3monti, bensì una persona che (forse) ne capisce ancora meno: il prof. Cannibal “The Economist” Kid.

Margin Call
(USA 2011)
Regia: J.C. Chandor
Cast: Kevin Spacey, Paul Bettany, Zachary Quinto, Penn Badgley, Stanley Tucci, Simon Baker, Jeremy Irons, Demi Moore, Mary McDonnell, Aasif Mandvi
Genere: new economy, new cinema
Se ti piace guarda anche: Wall Street, Wall Street 2, Too big to fail, Inside Job, Tra le nuvole, In Good Company, Collateral

Margin Call è il film di oggi. Perché oggi per una volta non parleremo di teen, di lupi mannari o vampiri.
Hey, un momento. Forse di teen sì, visto che tra i protagonisti c’è Penn Badgley finalmente fuoriuscito da Gossip Girl. Ed hey, forse anche di vampiri. Di vampiri che invece del sangue ci succhiano i soldi. E forse pure di lupi.
Tra le prime scene, ce n’è infatti una cruciale in cui un giovane broker si infila le cuffie nelle orecchie e si ascolta una canzone chiamata “Wolves” dei Phosphorescent, il cui testo è decisamente simbolico e la musica diventa parte della narrazione filmica, in maniera analoga a quanto avviene alle canzoni di Aimee Mann in Magnolia.

mama there's wolves in the house
mama they won't let me out
mama they're mating at night
mama they wont make nice


trad.
mamma, ci sono i lupi alla porta
mamma, non mi faranno uscire
mamma, si accoppiano di notte
mamma, non sarà una cosa piacevole


Torniamo al film. Anzi, torniamo all’economia.
Per prima cosa: cos’è il “margin call”?
Certo che siete ignoranti come le capre, direbbe un certo Vittorio Sgarbi. Anch’io devo ammettere che prima di vedere questo film non lo sapevo. Adesso che ho visto il film non credo che le mie finanze ne beneficeranno più di tanto, però almeno mi sono fatto una mezza cultura in materia e la prossima volta non impedirò che qualche broker o banchiere me lo ficchi in culo, ma almeno saprò in che modo me lo ficca in culo.
La definizione economica di Margin Call comunque è la seguente:
"È la richiesta fatta all'investitore, da parte dell'intermediario in titoli, di integrare il quantitativo di contante o titoli di Stato depositato in garanzia presso lo stesso intermediario. Questa richiesta viene avanzata quando il variare delle condizioni di mercato rende insufficiente il margine disponibile a tutelare l'intermediario dalle perdite."

Ok. Anch’io non c’ho capito niente. Però il film in qualche modo rende la questione economica molto più semplice e immediata. Ce la racconta come se dovesse spiegarla “a un bambino o a un golden retriever”, così come fa il genietto Zachary Quinto (Sylar di Heroes, Spock dell’ultimo Star Trek e recente guest-star di American Horror Story) con Jeremy Irons, il mega direttore galattico della sua azienda che in realtà pure lui di economia non ne capisce una mazza.

Il film sembra avere un cast della madonna. Dico sembra perché se andiamo a rifletterci bene, i nomi altisonanti che spiccano negli ultimi tempi non hanno certo fatto tutti ‘sti filmoni e anzi stavano annaspando ai margini di Hollywood.
Kevin Spacey? Per lui i bei tempi di 7even, I soliti sospetti e American Beauty erano lontani da un bel pezzo.
Jeremy Irons? Finito a fare il Papa nella serie dei Borgias.
Demi Moore? In grado di far parlare di sé solo per il suo divorzio da Ashton Kutcher più che per i suoi (inguardabili) film recenti.
Paul Bettany? Oh my God, lui era quello passato nel giro di un paio di stagioni dall’essere una delle grandi promesse di Hollywood a robacce come Legion, Priest e The Tourist. Sì, ho detto proprio The Tourist!
Tutti i ruoli di merda da loro interpretati in questi ultimi anni? Cancellati come per magia e tutti sono tornati in forma strepitosa e con dei grandi personaggi, a parte forse giusto quello di Demi Moore che poteva essere approfondito meglio.

Insieme a loro ci sono anche un ottimo Stanley Tucci e qualche volto noto del piccolo schermo, come Simon “The Mentalist” Baker e le due nuova leve già citate: Zachary Quinto e Penn Badgley. Sono loro i due veri protagonisti di questa sorta di Odissea, un viaggio tutto in una notte alla Collateral dentro il più grande collasso della storia economica recente. Loro che sono due pesci piccoli, due poco più che stagisti di cui i pesci grossi, gli squali lupo, non sanno manco il nome, si ritrovano a dover fronteggiare la crisi della loro società che potrebbe portare a una crisi ben più di scala mondiale.

Sono loro i nuovi yuppie. Qualcuno di loro lotta per rimanere umano. Come Kevin Spacey che piange per la morte del suo cane, o uno Zachary Quinto che cerca nella musica un rifugio. Mentre Penn Badgley rappresenta bene lo yuppie zombie di oggi, svuotato del divertimento e del sogno della bella vita che animava i suoi “colleghi” anni ’80 come quelli interpretati da Michael J. Fox e Charlie Sheen per non parlare della variante milanese/berlusconiana/vanziniani degli Yuppies Boldi/Calà/De Sica/Greggio. Del loro edonismo non è che rimasta una pallida ombra e tutto ciò che si chiede il personaggio di Badgley è quanto una persona guadagni in un anno. Solo questo.

Questo film non è un documentario, eppure riesce a spiegare il perché la crisi economica mondiale è iniziata. Quasi come se fosse semplice farlo e lo fa proponendoci un tutto in una notte mozzafiato quanto raggelante, in grado di riportare alla mente lo splendido Collateral di Michael Mann. A firmare la notevole regia, in pieno stile new-american, e la ancora più notevole sceneggiatura, ricca di dialoghi di una profondità pazzesca e scene molto simboliche, è l’esordiente J.C. Chavez, uno che se non si brucia ci riserverà ancora un sacco di belle sorprese. Oh, se ce le riserverà!

C’è crisi dappertutto. Dappertutto c’è crisi. Che poi c’è sempre qualcosa per cui essere preoccupati. Ricordate per caso un periodo in cui potevamo dire: “Oh, adesso il mondo sta andando bene. Possiamo stare tranquilli.”
No, c’è sempre qualcosa. L’11 settembre. Bush. Berlusconi. L’Iraq. L’Afghanistan. Adesso c’è la crisi economica. Monti. La manovra. I sacr...
bueeeeeeeeeeeeh ueeeeeeeeeeh sigh sob
sob sigh

Non si può mai stare tranquilli. Quand’è che vanno bene le cose, nel mondo? Mai.
Guardiamo al passato come il protagonista della Midnight in Paris di Woody Allen e pensiamo che fosse meglio. Era sempre meglio. Magari è davvero così. Magari il mondo continua davvero a peggiorare. È questa la vera recessione. Peggioriamo sempre. Diventiamo esseri umani un pochino peggiori di chi ci ha preceduto. Siamo sempre più disposti a scendere. Scendere di livello, abbassarci ai compromessi, rinunciare a ciò che crediamo giusto perché in un periodo di crisi non si può stare ad ascoltare la propria coscienza e pensare troppo a cosa è giusto e cosa no. Ci dicono che dobbiamo fare in fretta. Bisogna sbrigarsi, correre. Dobbiamo lavorare, produrre, essere “responsabili”. Viviamo in un fottuto mondo di pazzi che si muovono alla velocità della luce, anzi no oggi bisogna dire dei neutrini, e in realtà sono tutti fermi.

I film e le serie tv in circolazione oggi possiamo dividerli in due grandi categorie: quelle che ci mostrano la realtà nuda e cruda e quelle che cercano di farci evadere da essa. Se Margin Call è la punta di diamante della prima categoria, delle seconde abbiamo un sacco di esempi, soprattutto seriali, con le varie saghe cinematografiche che raggranellano milioni su milioni di dollari ai botteghini e con le varie serie a tematica più o meno fantasy. A sorpresa, la definizione più azzeccata per la crisi l’ho trovata proprio in una di queste ultime, in una frase del nuovo telefilm favolistico Once upon a time:

“Noi li derubiamo, e loro derubano qualcun altro. Si chiama economia.”

Questa è la spiegazione breve. Se volete quella un po’ più lunga, guardate questo spettacolare film. Non vi smaronerà con noiosi dettagli economici. Non sarà come un discorso di Draghi o Monti. Vi dirà perché oggi c’è la crisi economica e perché una volta finita questa ce ne sarà un’altra e poi un’altra ancora.
No, non insistete: non ve lo dirò io il perché. Ci penserà Margin Call. Il film da vedere oggi per capire lo ieri e conoscere il domani.
(voto 8,5/10)

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