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venerdì 17 marzo 2023

Babylon Zoo





Babylon

Nella folle travolgente parte iniziale di Babylon, Margot Robbie chiede a Diego Calva: "Se potessi andare ovunque nel mondo intero, dove andresti?".
Lui risponde su un set cinematografico. Io risponderei sul set cinematografico di Babylon. Perché?

martedì 24 dicembre 2019

Cotta adolescenziale 2019





A Natale siamo tutti più boni, e le donne presenti in questa classifica sono tutte più bone.

Battuta sessista?

In tal caso c’ha ragione Checco Zalone, quando sostiene che oggi c’è la “psicosi del politicamente corretto”. Anzi, c’ha ragione in ogni caso. Non si può più dire niente. E allora in questo post cerchiamo di dire il meno possibile, e di far parlare più che altro le immagini.


sabato 28 settembre 2019

C'era una volta un ragazzino di nome Quentin Tarantino





Premessa
Aspettavo C'era una volta a... Hollywood come un bambino aspetta l'arrivo di Babbo Natale. Il giorno dell'uscita del film nei cinema, un “genio” ha deciso di spoilerarmi il finale, in maniera del tutto ingiustificata e senza avvisare. È come se a quel bambino avessero detto che Babbo Natale non esiste, e per di più proprio il giorno di Natale. Mi è così persino passata la voglia di guardare la pellicola e mi è solo salita una gran rabbia. C'è voluto qualche giorno prima che mi passasse, ma poi ho deciso di guardare il film comunque. Grazie allo spoileratore folle, a cui spoilero che non lo perdonerò mai e lo odierò per sempre, il mio giudizio è però inevitabilmente compromesso. Non posso quindi dire in maniera obiettiva se C'era una volta a... Hollywood possa rientrare tra i migliori lavori di Quentin Tarantino. Di certo è quello che ho potuto godermi di meno ed è quello a cui è più mancato l'effetto sorpresa, altrettanto di certo non per colpa del regista.

Detto tutto questo, ecco finalmente il post di Pensieri Cannibali su C'era una volta a... Hollywood. Quando iniziano gli spoiler verrete avvisati prima. Sono mica un infame, io.


C'era una volta a... Hollywood
Titolo originale: Once Upon a Time in... Hollywood
Regia: Quentin Tarantino
Cast: Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Margot Robbie, Margaret Qualley, Emile Hirsch, Al Pacino, Dakota Fanning, Bruce Dern, Luke Perry, Damon Herriman, Lena Dunham, Victoria Perdretti, Maya Hawke, Kurt Russell, Zoë Bell, Michael Madsen, Sydney Sweeney, Julia Butters

domenica 26 maggio 2019

Cannes che abbaia non morde






La sindrome da film di nicchia ha colpito ancora. Tutti a parlare di Tarantino, di Almodóvar, persino dell'italiano Il traditore, e invece la Palma d'oro del Festival di Cannes 2019 è andata a... una pellicola sudcoreana intitolata Gisaengchung.

Non vi è chiaro?
E allora chiamiamolo con il suo titolo inglese: Parasite. Un film impegnato, che parla di ricchi e poveri...

giovedì 17 gennaio 2019

L'agenzia dei film





Qualche pellicola da vedere questa settimana l'abbiamo?
L'agenzia dei film gestita dall'immobiliarista Cannibal Kid e dall'affittacamere James Ford in questa nuova puntata propone un nuovo socio. L'ospite di turno è...
Raffaello Conti, appassionato di cinema e musica che ho tra i miei amichetti di Facebook. Al momento non ha un blog, ma chissà che in futuro non decida di aprirne uno. Questa ospitata sarà il primo passo verso una carriera da blogger brillante quanto la mia e quella del mio blogger rivale Ford?

Beh, mi auguro per lui che si possa rivelare decisamente migliore.


Glass
"Liberateci! E' vero che siamo pazzi, ma mai quanto Cannibal, Ford e questa settimana pure Raffaello."

giovedì 29 marzo 2018

Ready players for the movies?



Are you ready, players?
Nella settimana che ci conduce alla Pasqua, qualche film che promette bene c'è. E anche Io c'è.
Oltre a me, e al mio solito perfido blogger nemico Mr. James Ford, a fare da arbitro tra noi due c'è... Marco Grande Arbitro, chi meglio di lui?
Per chi non lo conoscesse, si tratta dell'autore del blog Gioco magazzino, un sito contenitore di vari argomenti, per lo più geek e di pop culture, dai fumetti ai cartoni animati, tra cui "giocano" un ruolo di rilievo anche film, giochi e videogiochi. Ovvero i temi principali dell'uscita forte settimanale...


Ready Player One
"Vuoi provare questo gioco?"
"Sì, ma solo se l'ha consigliato Gioco magazzino. Non mi fido di Pensieri Cannibali e White Russian."

venerdì 9 febbraio 2018

I, Tonya and you, you suck




I, Tonya
Regia: Craig Gillespie
Cast: Margot Robbie, Allison Janney, Sebastian Stan, Julianne Nicholson, Bobby Cannavale, Bojana Novakovic, Mckenna Grace, Caitlin Carver, Paul Walter Hauser



Per giudicare I, Tonya, il film biografico sulla controversa pattinatrice su ghiaccio Tonya Harding, ho convocato alcuni giudici internazionali, proprio come avviene in questo sport. Le nazioni invitate sono Corea del Nord, Stati Uniti, Australia, Italia e La Repubblica (poco) democratica di Pensieri Cannibali.
Per chi non seguisse tutti i giorni le gare di pattinaggio artistico, ricordo che la valutazione ai tempi in cui la Harding gareggiava andava, almeno fino al cambio di regolamento nel 2004, da 0.0 a un punteggio massimo di 6.0.

martedì 6 febbraio 2018

Vi presento Winnie the Pooh che parla di Vi presento Christopher Robin





Vi presento Christopher Robin
Regia: Simon Curtis
Cast: Domhnall Gleeson, Margot Robbie, Will Tilston, Alex Lawther, Kelly Macdonald, Phoebe Waller-Bridge



martedì 13 dicembre 2016

Cotta adolescenziale 2016 – La top 10





La "bella del paese" in versione Pensieri Cannibali.
È così che può essere riassunto il prestigioso riconoscimento Cotta adolescenziale, che tradizionalmente apre la stagione dei premi di fine anno su questo blog.
Un riconoscimento all'insegna della bellezza, del glamour, o più semplicemente della gnoccaggine.

Quali sono le due donne che più hanno affascinato il titolare di questo blog, Mr. Cannibal Kid, nel corso degli ultimi 12 mesi?
Andiamo subito a scoprirlo che tanto le parole nelle classifiche di fine annata, soprattutto di questa, non le legge nessuno e stanno tutti a guardare soltanto le figure.

Prima comunque ancora una cosa, l'elenco delle vincitrici delle passate edizioni:


Cotta adolescenziale 2016 - La top 10 di Pensieri Cannibali

lunedì 17 ottobre 2016

Suicide Squad – La squadra sudicia





Suicide Squad
(USA 2016)
Regia: David Ayer
Sceneggiatura: David Ayer
Cast: Will Smith, Margot Robbie, Joel Kinnaman, Viola Davis, Jared Leto, Cara Delevingne, Jay Hernandez, Jai Courtney, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Adam Beach, Karen Fukuhara, Ike Barinholtz, David Harbour, Common, Scott Eastwood, Kenneth Choi, Ezra Miller, Ben Affleck
Genere: supercattivone
Se ti piace guarda anche: Deadpool, Ant-Man, Misfits, Kick-Ass

Io non sono cattiva, è che mi disegnano così” diceva Jessica Rabbit in Chi ha incastrato Roger Rabbit.
Siamo cattivi, siamo fatti così”, le fa quasi il verso Harley Quinn in una delle frasi più azzeccate, e non a caso subito sparate nel trailer, di Suicide Squad.

giovedì 11 agosto 2016

Suicide Movies





Prima di Ferragosto arrivano nei cinema 3 film e 2 sono dei potenziali campioni d'incasso.
Che sta succedendo alla distribuzione italiana?
Stanno cominciando a cambiare le abitudini di lancio delle pellicole? E cosa ne penserà l'abitudinario Mr. James Ford, il mio blogger nemico che non si sa bene perché conduce questa rubrica insieme a me?
Scopriamolo subito.

Suicide Squad
(nei cinema da sabato 13 luglio)
"Se do questo in testa a quei due blogger, mi sa che rischiano solo di diventare un po' più intelligenti..."

venerdì 15 gennaio 2016

Puntate i soldi su La grande scommessa, invece di metterli in banca





La grande scommessa
(USA 2015)
Titolo originale: The Big Short
Regia: Adam McKay
Sceneggiatura: Adam McKay, Charles Randolph
Tratto dal libro: The Big Short - Il grande scoperto di Michael Lewis
Cast: Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling, Brad Pitt, John Magaro, Finn Wittrock, Marisa Tomei, Hamish Linklater, Rafe Spall, Jeremy Strong, Karen Gillan, Max Greenfield, Billy Magnussen, Melissa Leo, Heighlen Boyd, Margot Robbie, Selena Gomez
Genere: economia for dummies
Se ti piace guarda anche: Margin Call, The Wolf of Wall Street, Wall Street

Se non puoi battere le banche, fagliela pagare” recita la frase di lancio sul manifesto promozionale de La grande scommessa.


venerdì 31 luglio 2015

Suite francese - Nazi's Creek






Suite francese
(UK, Francia, Canada, Belgio 2014)
Titolo originale: Suite Française
Regia: Saul Dibb
Sceneggiatura: Saul Dibb, Matt Charman
Tratto dal romanzo: Suite francese di Irène Némirovsky
Cast: Michelle Williams, Matthias Schoenaerts, Kristin Scott Thomas, Ruth Wilson, Sam Riley, Tom Schilling, Margot Robbie, Alexandra Maria Lara, Lambert Wilson
Genere: polpettone storico
Se ti piace guarda anche: Storia di una ladra di libri, Fury, Testament of Youth

Suite francese fin dal titolo promette di essere la mia visione ideale.
Il termine suite lascia immaginare una forte componente musicale e ciò per me è sempre un bene. A meno che non si intenda la suite di un hotel, e pure in tal caso la cosa non mi dispiace affatto.
Io poi adoro tutto ciò che è francese.
Oltre al titolo, se a ciò aggiungiamo che la protagonista è la mia adorata Michelle Williams, ancora meglio. Buttiamoci nella visione di questa pellicola!

venerdì 20 marzo 2015

FOCUS – NIENTE È COME SEMBRA E NON CI SONO PIÙ LE MEZZE STAGIONI





Focus - Niente è come sembra
(USA 2015)
Titolo originale: Focus
Regia: Glenn Ficarra, John Requa
Sceneggiatura: Glenn Ficarra, John Requa
Cast: Will Smith, Margot Robbie, Adrian Martinez, Rodrigo Santoro, Gerald McRaney, BD Wong
Genere: truffaldino
Se ti piace guarda anche: Now You See Me, Ocean's Eleven, American Hustle, Hitch

Niente è come sembra. Spesso le cose sono peggio di ciò che sembra. Prendiamo Focus, l'ultimo film con Will Smith e con ultimo spero proprio che sia l'ultimo ultimo, visto che la sua carriera non va proprio più da nessuna parte. Se non a Sanremo, è non è una bella destinazione. È più un capolinea.
Will Smith con Focus ha fatto il classico film con Will Smith in cui Will Smith fa il figo e fa cose da Will Smith figo. Fino a 15/20 anni lo si poteva ancora accettare. Oggi arriva oltre il massimo del fuori tempo massimo. Non sto dicendo che debba per forza ritirarsi, è solo che dovrebbe reinventarsi in un altro ruolo. Come attore più maturo e badate bene che ho usato la parola maturo e non vecchio. Il 46enne Will Smith deve smetterla di fare le parti da Will Smith 20/30enne e provare qualcos'altro. Un qualcos'altro che possibilmente non corrisponda ad After Earth, che quel film non si poteva proprio vedere.

domenica 15 febbraio 2015

SANREMO 2015, IL GRANDE ERRORE DI FAR VINCERE GRANDE AMORE





Ormai lo saprete già tutti. In caso contrario, ho lo spiacevole compito di comunicarvi che ATTENZIONE SPOILER il Festival di Sanremo 2015 è stato vinto da il trio Il Volo con la canzone “Grande Amore”. Più che un grande amore, è stato un grande errore. E questo Festival si è rivelato un grande orrore.
Il livello musicale di Sanremo, almeno negli ultimi anni/decenni, oscilla quasi sempre tra il medio-basso e il basso-bassissimo, ma quest'anno siamo davvero sprofondati verso un abisso senza fine. Nell'edizione dell'anno scorso ricordo ad esempio che c'era una bella canzone, quella dei Perturbazione. Quest'anno il massimo dell'ascoltabile che sono riuscito a trovare sono i pezzi di Nek e Annalisa, e tra le Nuove Proposte quello dei Kutso. Si tratta di tre brani carucci, però niente di particolarmente memorabile. Vedere trionfare Il Volo poi è una vera pugnalata al cuore. Oltre che alle orecchie.



domenica 21 dicembre 2014

COTTA ADOLESCENZIALE 2014 – LA TOP 10





Prima abbiamo visto il riepilogone dei Men of the Year, gli uomini che più hanno segnato il 2014 di Pensieri Cannibali, ora è giunto il momento di alcune belle fanciulline.
Le 10 Cotte adolescenziali, le 10 celebrities, attrici, cantanti, pornostar, gnocche varie che più hanno fatto battere forte il cuore, a quel freddo cuore insensibile dell'autore di questo blog alias Cannibal Kid.
Quando ha finito di trastullarsi con le immagini di queste signorine, la regia può mandare in onda il riassunto delle 10 posizioni. Cliccando sul nome, potete approfondire la conoscenza di ognuna.
Approfondire non carnalmente. Non senza il loro consenso, almeno.



Bonus track: gli “scarti”, ovvero le 10 bruttissime ragazze che sono rimaste fuori per un soffio dalla Top Dieci.

"Non siete contenti di vedermi alla posizione numero 1?
Okay, però se non altro non lanciatemi dei coltelli, anche perché..."
"...ricordatevi che sono molto malata!"

sabato 13 dicembre 2014

COTTA ADOLESCENZIALE 2014 N. 2 – MARGOT ROBBIE






n. 2 Margot Robbie
(Australia 1990)
Genere: perfetta
Il suo 2014: The Wolf of Wall Street

Margot Robbie fa schifo.
È talmente figa da far schifo.
Se proprio le vogliamo trovare un difetto, è che non ha difetti. È perfetta. Qualcuno dirà che pure lei ogni tanto farà le puzzette. Probabile. Sospetto però che pure quelle le escano profumate.
Ma da dove è sbucata fuori questa creatura divina?

Come molte altre star australiane, ha fatto la gavetta nella soap-opera più popolare da quelle parti, Neighbours, quella che già aveva lanciato altre belle figliuole come Kylie Minogue e Natalie Imbruglia, e più di recente anche Caitlin Stasey e Adelaide Kane. La stessa serie cui liberamente si ispira Un posto al sole, ma lasciamo perdere.
Negli Stati Uniti Margot Robbie si è segnalata invece come hostess a bordo di Pan Am, una serie ambientata negli anni '60 prematuramente e ingiustamente cancellata dopo appena un'unica stagione.
Chiedo agli avvocati e ai laureati in giurisprudenza in ascolto: ma si può considerare legale cancellare una serie con Margot Robbie?

L'australiana giramondo è poi sbarcata in Inghilterra, dove ha avuto una piccola parte nella deliziosa romcom fantasy Questione di tempo. In quella pellicola, un tizio dopo averla vista per la prima volta dice: “Dio, è bellissima. È così bella che se fai sesso con lei… muori.
Reazioni simili le scatena anche nel suo film successivo, quello che l'ha lanciata a Hollywood: The Wolf of Wall Street. Nel corso della pellicola di Martin Scorsese, di lei dicono: “Me la farei anche se fosse mia sorella”; “Da lei mi farei persino attaccare l’AIDS, cazzo”; “La sua figa era come l’eroina per me.
In più Jonah Hill, quando la vede comparire a un party, si masturba pubblicamente.
A cosa sono dovuti dichiarazioni e comportamenti simili?
Al fatto che Margot Robbie è talmente figa da far schifo. E da far andare fuori di testa.

lunedì 27 gennaio 2014

THE WOLF OF WALL F**KIN’ STREET




The Wolf of Wall Street
(USA 2013)
Regia: Martin Scorsese
Sceneggiatura: Terence Winter
Tratto dal libro: The Wolf of Wall Street di Jordan Belfort
Cast: Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Kyle Chandler, Matthew McConaughey, Cristin Milioti, Rob Reiner, Jon Bernthal, Jean Dujardin, Joanna Lumley, Jon Favreau, Shea Whigham, P.J. Byrne, Kenneth Choi, Henry Zebrowski, Brian Sacca, Ethan Suplee, Jake Hoffman, Spike Jonze
Genere: yuppie
Se ti piace guarda anche: Wall Street, Wall Street – Il denaro non dorme mai, American Psycho, Il segreto del mio successo, Yuppies – I giovani di successo

The Wolf of Wall Street è il film con il maggior numero di f**k pronunciati nella storia del cinema, ben 506 in 3 ore di pellicola, per una media di 3 parolacce circa al minuto. Se non ci credete, potete guardare QUI il video in cui sono condensate tutte in pochi minuti.

Pensieri Cannibali comprende ed è vicino però anche alla parte più sensibile del suo pubblico e, a chi si è sentito offeso dal linguaggio scurrile utilizzato in questa pellicola, consiglio di saltare la versione uncensored della mia recensione per soli lupi e andare direttamente a fondo pagina a leggere quella censurata adatta pure agli agnellini.
E poi non dite che non penso anche a voi, maledetti cagacazzo.


La versione non censurata della recensione di Pensieri Cannibali
Caaazzzzzo che film! Cazzo cazzo cazzo cazzo e porcocazzo di un cazzo cazzone cazzaro che film!
Era dai tempi di Scarface che un film non me lo faceva venire tanto duro. No, non dal 1932 quando è uscito il film di Howard Hawks prodotto da Howard Hughes, quello di The Aviator di Martin Scorsese con Leonardo DiCaprio e pensate sia un caso se l’ho citato? A dirla tutta sì. È stato proprio un cazzo di caso fortunato.
E non intendo nemmeno dagli anni ’80, quando è uscito lo Scarface firmato da Brian De Palma. Cosa pensate, succhiacazzi? Che sia così vecchio? No, l’ho guardato molto più di recente. Negli anni zero. Quelle merde degli anni zero. E me l’ha fatto venire duro, Scarface, anche se niente a paragone con The Wolf of Wall Street. Tre ore di erezione senza pause e senza bisogno di Viagra. Sti gran cazzi e sti gran fugazi.

Ci sono i film normali, ci sono quelli un po’ strani, ci sono quelli strani forte e poi c’è The Awwwww of Wall Street che è una categoria a parte.
Cazzo, che botta. Questo film vi farà venir voglia di essere un broker, poi vi farà odiare i broker e poi ancora vi farà venir voglia di nuovo di essere un broker e avere tanti soldi e fottere le persone fottere le fighe fottere tutti quelli che ti capitano a tiro e se a tiro ti capita anche un po’ di coca, meglio se spalmata in mezzo a delle chiappe sode, cosa chiedere di più dalla vita?

Di cosa cazzo parla, The Wolf of Wall Street?
La domanda da fare non è tanto questa, ma è: di chi cazzo parla, The Wolf of Wall Street?
The Wolf of Wall Street parla di Jordan Belfort, un uomo che riuscirebbe a vendere un bambino a sua madre. Questa non è una citazione del film, è roba mia: copyright Cannibal Kid©, se la usate e non mi citate vi faccio causa, capito stronzetti?
Jordan Belfort è un venditore nato che va a fare il broker a Wall Street e comincia a farsi le ossa in mezzo ai pezzi di merda grossi con cui se la deve vedere se vuole sopravvivere. Wall Street è come una cazzo di giungla ed è un po’ come la cazzo di Hollywood. Nel film, Jordan Belfort si trova come satanico mentore Matthew McConaughey, che lo trasformerà da novellino della Grande Mela a una specie di incrocio tra uno yuppie alla Gordon Gekko e un teleimbonitore alla Matteo Renzi… volevo dire alla Silvio Berlusconi. Me li confondo sempre. Non credo di essere il solo.
A Hollywood, l’interprete di Jordan Belfort, Leonardo DiCaprio, la notte dei fottuti Oscar se la dovrà vedere proprio con McConaughey se vorrà portarsi a casa la sua prima tanto agognata statuetta dorata. Quei brutti pezzi di stronzi dell’Academy ce la faranno finalmente a consegnargliela tra le manine?
Leo è stato bravo in passato. Nel già citato The Aviator ad esempio volava altissimo. Qui però ha superato se stesso ed è su su su, nella stratosfera. Ma che dico, stratosfera? Più su ancora. Cosa c’è più su? Boh. Comunque vola molto più in alto di Sandra Bullock che si spoglia nello spazio per E.T. o per Dio solo lei sa chi. Lo senti questo ululato, Sandra? Awww. Awwwwwww. Questo è il suono del Grande Cinema. Lo senti? Questa è una grande esperienza cinematografica. Non i tuoi latrati da cagna in calore, bitch!

DiCaprio comunque non se la dovrà vedere con quella zoccola spaziale di Sandra Bullock per l’Oscar bensì come dicevo con McConaughey, candidato come protagonista per Dallas Buyers Club ma che una menzione pure come non protagonista qui se la sarebbe meritata. Compare giusto in una scena, però cazzo che scena! Epo-cazzo-cale.
Matthew McConaughey è l’attore del momento. Quel bambino rincoglionito de Il sesto senso vedeva le persone morte, io invece continuo a vedere i Matthew McConaughey dappertutto.
Dallas Buyers Club?
Presente.
La serie tv True Detective?
Guardatelo pure lì!
Parte The Wolf of Wall Street e chi c’è?
Matthew McConaughey!
Esco e vado al McDonald’s e chi non ti becco?
Matthew McConaughey?
No, figuriamoci. Avete visto quanto è dimagrito? Quello non vede un McDonald’s da almeno 8 anni. Ho beccato Jonah Hill. Non ci credete? Vabbè, dove volete beccarlo d’altra parte, Jonah Hill? O da McDonald’s o a farsi le canne a casa di Seth Rogen, James Franco e/o Leonardo DiCaprio e, a meno che voi non abbiate accesso alle case di Seth Rogen, James Franco e/o Leonardo DiCaprio credo possiate incontrarlo solo da McDonald’s. A meno che non siate delle belle puttanelle, e allora in tal caso potreste avere accesso alle loro case.
Jonah Hill pure lui s’è beccato la nomina agli Oscar come miglior attore non protagonista e se l’è meritata. La statuetta DEVE andare a Jared Leto se no mi incazzo, ma la candidatura di Jonah Hill ci sta tutta. E l'altra statuetta dorata, quella per il miglior attore protagonista, DEVE invece andare a Leo, se no faccio una strage.


E a proposito di gente candidata agli Oscar: in una particina da attore c’è pure Spike “fottuto genio” Jonze. C’avete fatto caso? No? Siete stati distratti da DiCaprio impegnato a infilarlo ovunque o dall’orifizio vaginale di Margot Robbie?


Apriamo un capitolo Margot Robbie?
Vogliamo aprirlo?
Perché non aprire un libro intero? O una collana di libri? O una saga letteraria? O una sega non letteraria come quella che si fa Jonah Hill la prima volta che la vede? Solo per quella scena, Jonah Hill dovrebbe vincere l’Oscar, un secondo Oscar visto che il primo DEVE andare di diritto a Jared Leto. Ma d’altra parte, cosa ci può fare? Non è nemmeno colpa del povero Jonah Hill. Margot Robbie è un’arma di masturbazione di massa.
Margot Robbie che era una delle hostess anni Sessanta della serie Pan Am dove c’erano anche delle altre belle fighe come Karine Vanasse e Christina Ricci e Kelli Garner e quindi se ve la siete persi siete gay, ma neanche, perché era piena pure di bei fanciulli e quindi perché cazzo non l'avete vista e non l’ha vista nessuno ed è stata cancellata dopo appena una miserabile stagione quando ci sono cagate di serie come CSI che vanno avanti da 40 fottuti biliardi di fottuti anni?
Margot Robbie è un’attrice australiana che oltre a Pan Am è comparsa pure nella splendida commedia romantica fantasy Questione di tempo e qui in The Wolf of Wall Street quando appare sulle note fighissime anche se mai fighissime quanto lei di “Never Say Never” dei Romeo Void la gente va fuori di testa e dice robe tipo: “Me la farei anche se fosse mia sorella” o “Da lei mi farei persino attaccare l’AIDS, cazzo” e poi Jordan Belfort confessa che: “La sua figa era come l’eroina per me.” Frasi cazzute come questa di cui questa cazzutissima sceneggiatura tratta dal libro dello stesso Belfort è piena.


Questo era solo per parlare del cast e mi rendo conto di essermi fatto prendere un pochino troppo la mano. Sono proprio un cazzaro. Non si può però non citare anche quello che fa Martin Scorsese in questo film. Cosa fa? Quel cazzo che gli pare, ecco cosa fa. Se la sbandata bambineska del precedente Hugo Fantozzi Cabret sembrava un allarmante segnale di demenza senile, questo Wolf è un grandioso dito medio sventolato in faccia a tutti. Anche a me. Scorsese non è mai stato più giovane e fresco di così. The Wolf of Wall Street gira a mille come tutte le parti migliori delle sue pellicole precedenti frullate insieme e filmate come se fosse un debuttante alle prese per la prima volta nella sua vita con una macchina da presa, con un ritmo indiavolato che non fai in tempo a gettare un occhio all’orologio che son volate via già tre ore. Tre ore? Son passate tre ore? Sicuri? A me son sembrati appena tre minuti, ma che dico tre minuti? Saranno stati tre secondi.
Il bello di questo film è che non ci sono freni inibitori in ciò che viene messo in scena e non ci sono freni manco nella regia del nongiovane Marty. Mentre lavorava a questa pellicola è come se non avesse mai perso tempo chiedendosi: “Girerò davvero questa scena?” Semplicemente s’è buttato e l’ha girata. Ha girato tutto, anche le cose più pazzesche. A tratti sembra quasi che abbia voluto realizzare un American Pie o un Fatti, strafatti e strafighe d'autore. E non c'è niente di più strafigo di un'idea del genere!

Cosa cazzo succede in questo film?
Sarebbe più facile dire cosa cazzo non succede. C’è una sequenza delirante sulle note distorte di “Smokestack Lightning” ululata da Howlin’ Wolf di cui David Lynch sarebbe fiero. Cazzo, se sarebbe fiero e perché ne parlo come se fosse morto? Magari in questo momento è a casa sua con una puttanella che glielo succhia mentre si sta guardando la sua copia di The Wolf of Wall Street piratata ed è fiero di questa scena fottutamente grandiosa che Scorsese gli e ci ha regalato. Una scena in cui diventa chiaro come l’apparente Paradiso messo in scena in questo film sia in realtà l’Inferno dei nostri giorni.

E poi ancora c’è il padre del protagonista Mad Max (interpretato dal regista Rob Reiner), personaggio fantastico protagonista di una scena di pochi secondi che mi fa piangere dalle risate come una femminuccia per ore ancora adesso se ci sto a pensare.
C’è spazio inoltre per un addio al celibato che altrochè Una notte da leoni, per una cosa a tre con Leo + Jonah + una zoccola a caso, per Portofino, per Gloria GLORIAAA manchi tu nell’aria GLORIAAA di Umberto Tozzi, porca troia TROIAAA, viene suonato Tozzi!, e c’è spazio pure per i Cypress Hill, per i Foo Fighters, per Braccio di Ferro, per una comparsata di Jean “The Artist” Dujardin, per l’assunzione più massiccia di droga nella storia del cinema roba che Trainspotting al confronto sembra un cazzo di centro di rehab e tanto tanto altro ancora, comprese scene che farebbero arrossire quelli delle serie tv più estreme come Nip/Tuck, Blue Mountain State, House of Lies o House of Cards. È come se Scorsese avesse visto negli ultimi anni le serie tv superare il cinema in fatto non solo di qualità ma pure di eccessi, e avesse deciso di riportare avanti il caro vecchio grande schermo. Ora la palla passa di nuovo a voi, serie televisive stronzette. Fate di meglio, se ci riuscite.

In questo luna park pieno di droghe, parolacce, canzoni, fighe, tette, culi e scopate a cavallo tra la fine dei fottuti ani ’80 e gli ancora più fottuti ani ’90, il film trova anche il tempo di essere una riflessione sul presente, sulla crisi economica attuale, per esempio. Considerando come il mondo dell’alta finanza sia stato, ed è probabilmente governato ancora tutt’oggi, da delle confraternite composte da branchi di tossici arrapati dipendenti da coca, sesso e soprattutto soldi, ci si deve chiedere semmai com’è possibile che non sia arrivata prima, questa dannata crisi. Il film però non è solo e non è tanto questo. Non è un film sull’alta finanza. È un raccontare dello sprofondare dell’uomo nelle sue perversioni, nel potere dei soldi che può comprare e cambiare chiunque, anche il bravo ragazzo fresco di matrimonio Jordan Belfort. Scorsese ci racconta questo viaggio mostrandoci soprattutto i suoi aspetti più scintillanti. La mossa geniale del film è quella di presentare la storia dal punto di vista di Belfort, senza modificarlo, senza filtri, senza inserire la solita moraletta hollywoodiana del cazzo di fondo, ma facendo soltanto emergere qua e là, in maniera sottile, il lato oscuro di questo stile di vita.

ATTENZIONE SPOILER
Cosa dire poi del pre-finale con l'agente Kyle Chandler in metro?
Non ha prezzo.
E cosa dire infine del finale-finale? Quel finale che all’inizio magari ti lascia un po’ così, come un povero stronzo, e poi ti rendi conto che è uno di quei finali degni di Stanley “fottutissimo genio” Kubrick. Quei finali che estendono la potenza dell’intera pellicola a un livello universale. Non si parla più soltanto di anni ’80, di anni ’90, di Wall Street, di America, di Porto-cazzo-fino. Il virus del capitalismo si è diffuso ovunque, persino nella sperduta Nuova Zelanda. Non c’è più ritorno. Non c’è più via d’uscita. Come in American Psycho, “this is not an exit”. Come nella Divina commedia, “lasciate ogni speranza o voi ch’entrate”. Come Alex DeLarge dopo la cura Ludovico in Arancia meccanica, Jordan Belfort è sempre lo stesso stronzo figlio di buona donna di una volta.

Lo sfacelo dell’impero occidentale continua a mostrare le sue fottute crepe, in mezzo a uno spring break, tra una passeggiata nella grande bellezza di Roma e un folle giro sulle giostre di Wall Street. O forse è tutta solo una gigantesca commedia. Una farsa che è poi il cazzo di mondo in cui tutti noi poveri stronzi viviamo. Ma come sia o come non sia il cazzo di mondo, cazzo che film! Cazzo cazzo cazzo stramegacazzo che cazzo di film che hai girato, fottutissimo pezzo di Marty! Ti scoperei, talmente mi hai fatto godere con questo The Wolf of Wall Street.
(voto 10/10)


La versione censurata della recensione di Pensieri Cannibali
Caaacchio che film. Cacchio, cacchiarola e cacchiolina che film, The Wolf of Wall Street. Era da parecchio tempo che non vedevo un film tanto simpatico e gradevole e profondo allo stesso tempo. Una pellicola super caruccia che racconta la vita senza limiti dell’affascinante e affabulatore broker Jordan Belfort, portato sul grande schermo da un Leonardo DiCaprio da Oscar, ma se non glielo danno fa niente non mi incavolerò assolutamente, no no. Una menzione speciale se la meritano pure i bravi comprimari Matthew McConaughey e Jonah Hill. Carina Margot Robbie. Insomma bel film, bel film, bel film, oh cavolo che bel film, acciderbolina mi è davvero piaciuto. Martin Scorsese, sei proprio un bravo ometto. Ti vorrei dare un abbraccio forte forte, talmente ho apprezzato questo The Wolf of Wall Street.
(voto 10/10)

"Mmm... mi è piaciuta di più la versione non censurata. E che cazzo!"

venerdì 17 gennaio 2014

QUESTIONE DI TEMPO QUESTIONE DI TEMPO QUESTIONE DI TEMPO




Questione di tempo
(UK 2013)
Titolo originale: About Time
Regia: Richard Curtis
Sceneggiatura: Richard Curtis
Cast: Domhnall Gleeson, Rachel McAdams, Bill Nighy, Lindsay Duncan, Lydia Wilson, Tom Hollander, Will Merrick, Margot Robbie, Vanessa Kirby, Tom Hughes, Joshua McGuire, Richard Cordery
Genere: fantasy romcom
Se ti piace guarda anche: Ricomincio da capo, Cambia la tua vita con un click, The Family Man

Questione di tempo è un film che parte da uno spunto fantascientifico, si sviluppa come una commedia romantica e finisce per essere una pellicola esistenziale.
Qual è questo spunto fantascientifico?
Il padre Bill Nighy svela al figlio Domhnall Gleeson al compimento dei suoi 21 anni che lui, come tutti gli uomini della sua famiglia, ha il potere di viaggiare magicamente nel tempo. Non può andare ovunque o in qualunque epoca. Non può ad esempio tornare indietro e impedire a Baresi e Roby Baggio di tirare quei palloni nello spazio durante la finale dei mondiali di USA ’94. Può solo tornare indietro nella sua linea temporale. È come se avesse una gomma con cui cancellare le scene della sua vita che non gli piacciono e rifarle in una maniera differente. A chi non piacerebbe poter aver la possibilità di cambiare qualcosa del proprio passato? Lui può farlo. È come avere un superpotere e, per poterlo usare, gli basta infilarsi in un posto particolarmente buio come un armadio, concentrarsi e pensare al momento in cui tornare.
Un potere del genere potrebbe essere utilizzato in molti modi. Per fare i soldi, ad esempio. Ma Domhnall Gleeson non è quel tipo di persona. Che palle! Lui è un romanticone tenerone orsacchiottone e quindi questo potere lo usa soprattutto per amore. Ed è qui che il film entra in territorio romcom. D’altra parte è un lavoro scritto e diretto da Richard Curtis, l’autore di Love Actually e delle sceneggiature di Quattro matrimoni e un funerale e Notting Hill, e quindi era solo questione di tempo prima che ciò accadesse. Ma Richard Curtis è anche uno dei co-creatori di Mr. Bean e ciò si nota. Con il tempo, ho cominciato a odiare Mr. Bean, va bene però le primissime volte che mi era capitato di vederlo lo trovavo divertente e alcune gag erano effettivamente geniali. Richard Curtis è dotato di un irresistibile humour britannico che qui mette in mostra alla grande ancor più che in passato, con una serie di battute devastanti. Su tutte quella messa in bocca al nerd Joshua McGuire. Dopo aver incontrato la splendida Margot Robbie (già vista nella serie Pan Am e presto accanto a Leonardo DiCaprio in The Wolf of Wall Street), questa qua…


al suo amico Domhnall Gleeson, Joshua dice: “Dio, è bellissima. È così bella che se fai sesso con lei… muori.”
Ho riso per mezz’ora.
Irresistibile pure il perfido Tom Hollander, che non accoglie in maniera proprio calorosa il povero Gleeson quando questi si presenta alla sua porta.

Dicevo quindi che Richard Curtis è un re delle pellicole sentimentali, ma pure della comicità e nel suo curriculum vanta inoltre un sacco di altre cose come I Love Radio Rock, d’altra parte da buon inglese non poteva non essere appassionato pure di musica, e poi ha co-sceneggiato War Horse
No, ma sul serio?
Non mi piace la piega che sta prendendo questo post.
Voglio rifarlo.


Questione di tempo
(UK 2013)
Titolo originale: About Time
Regia: Richard Curtis
Sceneggiatura: Richard Curtis
Cast: Domhnall Gleeson, Rachel McAdams, Bill Nighy, Lindsay Duncan, Lydia Wilson, Tom Hollander, Will Merrick, Margot Robbie, Vanessa Kirby, Tom Hughes, Joshua McGuire, Richard Cordery
Genere: fantasy romcom
Se ti piace guarda anche: Ricomincio da capo, Cambia la tua vita con un click, The Family Man

Questione di tempo è un film che parte da uno spunto fantascientifico, si sviluppa come una commedia romantica e finisce per essere una pellicola esistenziale.
Quanto allo spunto fantascientifico, vi basti sapere che il protagonista Domnhall Gleeson può viaggiare nel tempo. Non in qualunque tempo, ma solo nel “time of his life”. Può quindi cambiare taluni eventi della sua vita e decide di farlo principalmente riguardo alle questioni sentimentali. Dopo tutto siamo pur sempre in un film di Richard Curtis, e sapete tutti chi è Richard Curtis, no? Quello che ha fatto tante cose che non sto qui a ricordarvi, perché tanto lo sapete tutti come si usano IMDb e Wikipedia.
Il nostro rosso di capelli protagonista sfrutta così questo suo particolare “superpotere” non per dare i numeri come Donnie Darko o cercare di far accoppiare i suoi genitori come Marty McFly, bensì per conquistare le ragazze. Prima ci prova con la biondazza Margot Robbie, però niente da fare. Potrà anche viaggiare nel tempo, ma non può trasformarsi per magia in Ryan Gosling.
Nonostante lui non sia Ryan Gosling e questo film non sia Le pagine della nostra vita, Domnhall Gleeson riesce a far innamorare di sé Rachel McAdams. Rachel McAdams che in questo film appare poco infighettata, poco truccata, vestita con abiti in teoria non esattamente sexy eppure, nonostante questo o forse proprio per questo, appare ancora più splendida e sexy che mai.
E così lui si innamora di lei, e ciò è ovvio, e lei si innamora di lui, e ciò non ha granché senso ma dopo tutto questo è pur sempre un film fantasy, e dopo una serie di vicissitudini si mettono insieme e poi…

Uffa, sto raccontando troppo del film e a me non piace rivelare troppo di un film in un post.
Voglio rifarlo.


Questione di tempo
(UK 2013)
Titolo originale: About Time
Regia: Richard Curtis
Sceneggiatura: Richard Curtis
Cast: Domhnall Gleeson, Rachel McAdams, Bill Nighy, Lindsay Duncan, Lydia Wilson, Tom Hollander, Will Merrick, Margot Robbie, Vanessa Kirby, Tom Hughes, Joshua McGuire, Richard Cordery
Genere: fantasy romcom
Se ti piace guarda anche: Ricomincio da capo, Cambia la tua vita con un click, The Family Man

Questione di tempo è un film che parte da uno spunto fantascientifico, si sviluppa come una commedia romantica e finisce per essere una pellicola esistenziale.
Lo spunto fantascientifico è che il protagonista può viaggiare nel tempo, lo sviluppo è da commedia romantica perché è pur sempre un film di Richard Curtis, il re delle romcom britanniche, ed è soprattutto una pellicola esistenziale.
Il potere di viaggiare nel tempo all’inizio è divertente e tutto, ma poi alla fine non è che sia poi così tanto utile. Le cose che devono succedere, succedono in ogni caso e il destino non può essere cambiato più di tanto. Quindi dimenticate la parte fantasy.
Quanto al fatto che sia una commedia romantica, Richard Curtis è un maestro di questo genere, un autore sopraffino in grado di orchestrare alla grande una romcom senza scadere nel patetico, mettendoci accenni drammatici che non diventano melò, aggiungendoci una serie di personaggi secondari ben costruiti ed esilaranti, dirigendo alla grande uno splendido cast, infiocchettando il tutto con una variegata colonna sonora in cui spicca una a sorpresa efficacissima “Il mondo” di Jimmy Fontana, “il più bel disco che ha inciso un italiano che sembra abbia un gatto morto in testa.” Ma dimenticate pure la splendida confezione da perfetta commedia romantica.
Questione di tempo è soprattutto una pellicola esistenziale perché mette in scena la vita. Testimonianza ne è la splendida scena conclusiva. Un finale talmente anti cinematografico da rappresentare un vero colpo di scena. Talmente anti cinematografico da risultare cinematograficamente splendido.
E adesso pensate che rifaccia di nuovo il post?
No, questa volta lo tengo. Non sarà perfetto, non avrà un finale shock, ma così è la vita.
(voto 7,5/10)

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