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domenica 8 aprile 2012

Il senso di Milla per le facce

Faces in the Crowd - Frammenti di un omicidio
(USA, Francia, Canada 2011)
Regia: Julien Magnat
Cast: Milla Jovovich, Julian McMahon, Sarah Wayne Callies, Marianne Faithfull, Valentina Vargas, David Atrakchi, Michael Shanks, Adam Harrington, Sandrine Holt
Genere: thrilla
Se ti piace guarda anche: Occhi nelle tenebre, Octane, Final Destination, Red Eye, Prigione di vetro
Uscito in Italia direttamente in DVD

Non mi piace Milla Jovovich.
GAAAAAAAY
Specifico: non è che non me la farei. Però non mi fa impazzire.
OMOSESSUAAAAAAAAALE
Oh, che vi devo dire? Non mi sta sulle palle come ad esempio una Angelina Jolie, è solo che boh, non so, non mi sconfinfera. Non mi fa scattare la scintilla.
QQQQQQQQQ+
"Com'è che a noi 2 ci fanno recitare sempre con degli zombie?
Staranno mica insinuando qualcosa sulla nostra recitazione?"
Vabbè, comunque: volete continuare a parlare di figa oppure parliamo di cinema?
FIIIIIIIIIIIIIIIGA

Ok. In questo film oltre alla Milla c’è pure Sarah Wayne Callies. In irriconoscibile versione imparrucata. Pure la Sarah Wayne non mi sconfinferava molto, ai tempi di Prison Break. Adesso però in versione MILF di The Walking Dead mi ispira parecchio sesso, sebbene o forse proprio perché il suo personaggio all’interno della serie sia a dir poco odioso. Odioso del tipo che finisci per tifare per gli zombie!
Come sia o come non sia, la Sarah Wayne in questo film comunque appare in un piccolo piccolo ruolo e vi dico solo di non affezionarvi troppo al suo personaggio...
Vogliamo poi parlare dell’interpretazione della Jovovich?
Avete presente tutti i peggiori pregiudizi nei confronti delle modelle che non dovrebbero fare le attrici? Beh, a vedere questo film, come non dare ragione a quei pregiudizi?
Ora possiamo parlare di cinema?
NOOOOOOOOOOOO

"Mi sento più sicura sulla metro di Milano
...e l'ultima volta sono pure stata stuprata!"
Ok, allora parliamo della solita discutibile scelta del titolo nostrano.
C’era già il film di Michael Mann: Manhunter - Frammenti di un omicidio.
Adesso pure a questo Faces in the Crowd i titolisti italiani hanno fatto la plastica facciale e l’hanno trasformato in Faces in the Crowd - Frammenti di un omicidio.
Tra un po’ arriveranno a intitolare pure l’ultimo film di Winnie the Pooh come Winnie the Pooh - Frammenti di un omicidio.
Adesso parliamo di cinema? Tanto non è che sia proprio cinema impegnato. Non è che si discuta sui massimi sistemi…
ALLORA OOOOOOOOOOKAY

Faces in the Crowd è un thrillerino che scorre via tranquillo, una perfetta visione notturna per scivolare senza troppi patemi dalla veglia al mondo dei sogni. Una pellicola guardabile ma per nulla memorabile. Fate voi se può fare al caso vostro.
La trama in breve: la protagonista Milla vede un losco figuro mentre stupra e uccide una sventurata. Non è la sua prima vittima. Si tratta di un pazzo già ricercato dalla pula. Il maniaco strupratore si accorge di Milla per il solito cazzo di cellulare che squilla (trovata credo mai usata in un film o in una serie tv negli ultimi anni) e la insegue. Milla con il suo fisico da atleta riesce a sfuggire, però cade giù da un ponte e batte la testa.
SFIGAAAAAATA

"ChristianTroy! Hai messo su peso, neh?"
"Tu Milla invece sempre bulimica, neh?"
Quando si sveglia, sembra ok. Tranne per un piccolo, minuscolo dettaglio: non riconosce le facce delle persone. Ogni volta che gira lo sguardo vede un volto differente, anche delle persone a lei più vicine. E tra i mille volti che Milla e noi spettatori intravediamo nella folla del cast della pellicola, ci sono anche quelli di Julian McMahon, il grandissimo Dr. Troy di Nip/Tuck, e di Marianne Faithfull, grandissima cantante ma soprattutto grandissima groupie, negli ultimi tempi riciclatasi in maniera riuscita al cinema, tra una Marie Antoinette e una Irina Palm.
Ma oltre ai volti degli altri, Milla non riconosce più nemmeno se stessa. Quando guarda lo specchio, dall’altra parte vede qualcuno sempre diverso. Una patologia medica parecchio rara che sprigiona un effetto cinematografico potenzialmente notevolissimo.
Si può solo immaginare cosa avrebbe prodotto uno spunto del genere in mano a un David Lynch o a un Darren Aronofsky. Di certo una figata pazzesca.
Il più difettoso (che soffra della stessa patologia della Jovovich nel film?) occhio del francese Julien Magnat, già regista di Bloody Mallory (?!), offre uno spettacolo invece decisamente meno notevole. C’è qualche visione qua e là, qualche apparizione, qualche volto modificato dal trucco, ma si poteva fare molto di più da un punto di vista cinematografico. Da uno spunto del genere si sarebbe potuto realizzare un thriller davvero memorabile.

Invece si finisce a guardarlo come Milla Jovovich guarda i volti delle persone nel film: li vede, ma non li riconosce. Lo stesso vale per questo thriller confondibile con tanti altri, su tutti Occhi nelle tenebre con Madeleine Stowe, mooolto simile a questo.
Poteva essere un thrillerone. Invece è solo uno dei tanti film tra la folla.
(voto 6-/10)

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