L'appuntamento con la rubrica dedicata alla musica del mese prosegue. Nonostante i miei problemi di memoria e di mente in generale, non me ne sono scordato ancora e quindi ecco che, dopo i dischetti ascoltati a gennaio, andiamo a scoprire alcuni degli album passati dalle parti di Pensieri Cannibali nelle ultime settimane.
Verdena “Endkadenz Vol. 1”
I Verdena hanno fatto un altro disco tipicamente verdeniano. Prendete la cosa sia in senso positivo che in senso negativo.
Positivo perché i tre bergamaschi restano sempre la realtà più forte (o forse dovrei dire l'unica?) della scena rock italiana attuale. Questo nuovo impronunciabile Endkadenz Vol. 1 ci conferma una rock band capace di una cura nel suono che non ha pari dalle nostre parti e conosce poca concorrenza pure a livello internazionale, se non altro tra i gruppi chitarristici. In più, nonostante manchi il pezzo bomba alla “Luna” o alla “Valvonauta”, ci sono alcuni highlights notevoli come l'esaltante “Un po' esageri” e la ballatona visionaria “Diluvio”.
Negativo perché, nonostante la maturità nel sound e nella capacità di scrittura raggiunta, questo disco non aggiunge niente di nuovo o di fondamentalmente differente rispetto a quanto già fatto dai tre in passato. Chi li odierà continuerà a odiarli. Chi li amerà continuerà ad amarli. In attesa di sentire anche il Vol. 2 in uscita nei prossimi mesi, questo Endkadenz Vol. 1 non cambia di una virgola ciò che già si sapeva della band. Piaccia o meno, i Verdena sono sempre gli stessi.
Dopo i Cannibal Movie Awards, è ora il turno anche dei Cannibal Music Awards.Il meglio e pure il peggio dell’annata musicale 2012 secondo le orecchie di Pensieri Cannibali.
Per prima cosa, diligentemente andiamo a vedere il riassunto della top 40 degli album cannibali dell’anno, seguito dal recap della 40 canzoni cannibali dell'annata.
Quindi ci sono alcuni premi musicali vari e poi per quest'anno credo di aver finito con le classifiche del 2012. Ebbene sì. Al 18 gennaio 2013, sono finite!
Se volete recuperare anche il resto del meglio e del peggio del 2012 cannibale, cliccate QUI.
Fermi un attimo. Stiamo per scoprirlo. Ma prima, 10 eccellenti album che si sono fermati fuori dalla top 10. Giusto a un passo. Rimasti per un pelo fuori dal portone. A gelare le chiappe al freddo.
Provenienza: Lyonshall, Herefordshire, Inghilterra, UK
Se ti piace ascolta anche: Sky Ferreira, Little Boots, Florrie, Lights
Pezzi cult: “Anything Could Happen”, “Figure 8”
Il disco perfetto da ascoltare: dopo un party
Consigliato: a tutti i ggiovani (ddentro o ffuori)
19. Twin Shadow “Confess” Genere: new new wave 80s Provenienza: Bushwick, Brooklyn, USA Se ti piace ascolta anche: Neon Indian, Toro y Moi, Friends, Chromatics Pezzo cult: “Five Seconds” Il disco perfetto da ascoltare: nel confessionale di una Chiesa (o del Grande Fratello) Consigliato: al tuo fratello gemello
18. Plan B “Ill Manors” Genere: hip-hop soundtrack Provenienza: Forest Gate, Newham, Inghilterra, UK Se ti piace ascolta anche: The Streets, Example, Professor Green, Tinie Tempah, Dizzee Rascal Pezzi cult: “ill Manors”, “Playing with Fire” Il disco perfetto da ascoltare: in metro, meglio se in quella di Londra Consigliato: sì!
17. Marina & The Diamonds “Electra Heart” Genere: primadonna Provenienza: Abergavenny, Monmouthshire, Galles, UK Se ti piace ascolta anche: Charli XCX, Lykke Li, Lana Del Rey, Lily Allen, Katy Perry Pezzi cult: “Bubblegum Bitch”, “Primadonna” Il disco perfetto da ascoltare: a un pigiama party Consigliato: al calciatore Alessandro Diamanti
16. Grizzly Bear “Shields” Genere: indie rock Provenienza: Brooklyn, New York, USA Se ti piace ascolta anche: Woodkid, Radiohead, The Walkmen, Antlers, Maccabees Pezzi cult: Sleeping Ute, Yet Again Il disco perfetto da ascoltare: a casa al calduccio, mentre fuori ci sono gli orsi grizzly e pure gli orsi polari Consigliato: all’orsetto Ted
15. Alt-J “An Awesome Wave” Genere: alt Provenienza: Leeds, Inghilterra, UK Se ti piace ascolta anche: Radiohead, Django Django, Everything Everything, Foals, Maccabees, Client Pezzo cult: “Matilda” Il disco perfetto da ascoltare: per fare quelli che ne capiscono di musica indie Consigliato: ai fan del Mercury Prize
14. Tame Impala “Lonerism” Genere: psychedelici Provenienza: Perth, Australia Se ti piace ascolta anche: Melody’s Echo Chamber, MGMT, Animal Collective Pezzo cult: “Feels Like We Only Go Backwards” Il disco perfetto da ascoltare: per farsi il trip sonoro più allucinante dell’anno Consigliato: ai fattoni
13. Crystal Castles “III” Genere: electro punk Provenienza: Toronto, Ontario, Canada Se ti piace ascolta anche: Kap Bambino, Grimes, Salem, HEALTH, Die Antwoord Pezzo cult: “Wrath of God” Il disco perfetto da ascoltare: per farsi venire un attacco epilettico Consigliato: agli impasticcomani
12. Death Grips “The Money Store” Genere: punk rap Provenienza: Sacramento, California, USA Se ti piace ascolta anche: TNGHT, BadBadNotGood, Tyler the Creator, A$AP Rocky Pezzi cult: “I’ve Seen Footage”, “The Cage” Il disco perfetto da ascoltare: durante una rissa Consigliato: a chi vuole trovare lo spirito del punk dentro suoni hip-hop-electro
11. Chairlift “Something” Genere: indie pop Provenienza: Brooklyn, New York, USA Se ti piace ascolta anche: Cocteau Twins, Nite Jewel, Porcelain Raft, Beach House, Memoryhouse, School of Seven Bells Pezzi cult: “I Belong in Your Arms”, “Take It Out on Me” Il disco perfetto da ascoltare: un po’p tutti i giorni Consigliato: a quelli “Sono troppo alternativo per ascoltare musica pop” ma anche a quelli “Sono troppo pop per ascoltare musica alternativa”.
Il futuro: il terzo album su cui sta già lavorando
Potrebbero piacerti anche: Charli XCX, Tulisa, Lykke Li, Kate Bush, Lana Del Rey, Catherine Zeta-Jones
Perché è in classifica: perché è figa e fa musica figa in maniera figa senza fare nemmeno troppo la figa
Mi sono innamorato di Marina una ragazza mora ma carina ma lei non vuol saperne del mio amore. Cosa farò per conquistarle il cuor? Un giorno la incontrai sola, sola il cuore mi batteva a mille all'ora quando le dissi che la volevo amare mi diede un bacio e l'amor sbocciò. Marina, Marina, Marina ti voglio al più presto sposar Marina, Marina, Marina ti voglio al più presto sposar Oh mia bella mora no non mi lasciare non mi devi rovinare oh no, no, no, no, no Oh mia bella mora no non mi lasciare non mi devi rovinare oh no, no, no, no, no
Cast: Sarah Bolger, Lily Cole, Sarah Gadon, Scott Speedman, Melissa Farman, Laurence Hamelin, Valerie Tian, Judy Parfitt
Genere: pseudo vampiresco
Se ti piace guarda anche: The Ward - Il reparto, Jennifer’s Body, My Soul to Take, Giovani streghe, Licantropia Evolution, L’altra metà dell’amore
The Moth Diaries è una caxxata?
Probabilmente sì, avete ragione. Però io non riesco a volergli male. Nella sua incompiutezza, nel suo non essere così palesemente un film riuscito, ma proprio no, per niente, mi ha ricordato Jennifer’s Body. Altro film massacrato dalla critica e ignorato dal pubblico, nonostante la presenza della foxy Megan Fox, che però secondo me ha il suo perché.
Perché?
Non lo so. È difficile da spiegare. Rispetto al corpo di Megan Jennifer, i livelli di ironia qui sono molto più bassi, diciamo assenti, non si raggiunge nemmeno gli stessi livelli di trash kitsch, eppure anche questo è un horrorino che ha il suo fascino malato e inspiegabile a livello razionale.
Sarà per quella sorta di lesbismo che lo avvolge.
"Caro diario, oggi mi faccio Stefan o Damon Salvatore?
Ah no scusa, ho sbagliato, quello era The Vampire Diaries..."
The Moth Diaries è ambientato all’interno di un collegio per sole ragazze che mi ha ricordato quello de L’altra metà dell’amore (film con le gnocch… ehm attrici telefilmiche Piper Perabo, Mischa Barton, Jessica Paré ed Emily VanCamp!) e il cast è interamente femminile, fatta eccezione per il prof intepretato da Scott Speedman, quello che assomiglia a Totti, nonché quello della nuova serie tv (già cancellata) Last Resort e pure della saga (purtroppo non ancora cancellata) di Underworld. E a proposito… anche qui si parla di vampiri. La pellicola è stata accostata a robe come Twilight o Underworld, appunto. In realtà avrà tanti difetti, ma non quello di somigliare a queste celebri (oddio, quella di Underworld neanche tanto) saghe vampiresche. Qui non è infatti presente una ridicola e pretestuosa componente action e, a differenza di Twilight, non c’è nemmeno una forte e smielata componente sentimentale.
Certo, è pur sempre un film tratto da un romanzo emo scritto da Rachel Klein probabilmente sulla scia delle twilightate, però la regista Mary Harron è riuscita in qualche modo a farlo suo. La regista di American Psycho, Ho sparato a Andy Warhol e La scandalosa vita di Bettie Page questa volta si dedica a una storia ambientata nel presente, ma come al solito non riesce a convincere al 100%. Eppure tutti i suoi imperfetti lavori possiedono comunque un certo fascino, che mi impedisce di volerle male, anche se ho sempre l’impressione che non lo sfrutti fino in fondo, il suo potenziale.
"Ogni volta che ripenso ad A Dangerous Method, finisco stranamente in coma..."
Nota di merito per le belle fighett… per le brave attrici protagoniste, una serie di volti emergenti da tenere d’occhio. La protagonista è Sarah Bolger, già intravista come bimbetta in In America e Spiderwick ora cresciuta molto bene e pure diventata la principessa Aurora nella serie Once Upon a Time. Quindi c’è Lily Cole, quella di Parnassus. Quella con il volto da bambola inquietante. Quella che sarebbe perfetta per un film di Tim Burton. E poi c’è la bionda Sarah Gadon, la nuova musa cronenberghiana vista in A Dangerous Method e Cosmopolis, dove era la moglie di Robert Pattinson, sempre a proposito di pseudo vampiri.
Altra nota di merito per la musica utilizzata, grazie a una scena di karaoke dedicata ai Garbage, e grazie alla splendida canzone usata nella scena di chiusura, “Numb” di Marina and the Diamonds, che in qualche modo regala un senso a un film che un senso sembra non avere.
The Moth Diaries non è un bel film. Non è nemmeno un horror, se non in senso mooolto lato. E non è nemmeno un film fantasy… insomma, è un oggetto alquanto difficile da definire. È più che altro un thrillerino mystery di quelli alla Giovani streghe, molto anni ’90. E 90 su 100 vi farà pena. Se però volete vedere una classica “cannibalata” senza capo né coda, The Moth Diaries né è un esempio perfetto. Lettore cannibale avvisato, mezzo salvato.
Giornata 5 (Grecia - Repubblica Ceca, Polonia - Russia)
Giornata 6 (Danimarca - Portogallo, Olanda - Germania)
Giornata 7 (Italia - Croazia, Spagna - Repubblica d'Irlanda) Giornata 8 (Ucraina - Francia, Svezia - Inghilterra)
Gruppo A
Repubblica Ceca – Polonia
Ore 20:45
Prende il via oggi la terza e ultima giornata dei gironi dell’Euro 2012. Tempo di verdetti, quindi, e si parte con il gruppo meno appealing di questo torneo e forse di tutti i tornei europei mai giocati.
La sfida tra Repubblica Ceca e Polonia non è il massimo da un punto di vista calcistico, nonostante qualche ottimo giocatore presente come Rosicky e Lewandowski. Più interessante potrebbe allora essere la gara sugli spalti.
Da una parte la tifosa polacca divenuta ormai simbolo degli interi campionati europei, la modella Natalia Siwiec.
Natalia Siwiec è quella a sinistra, nel caso aveste dubbi...
Dall’altra una sconosciuta tifosa ceca sotto una pioggia creata credo appositamente per lei.
Che dire? Gol da entrambe le parti, per un match che parte subito alla grande.
Le cose continuano a girare a mille per la Polonia dal punto di vista musicale con Karen O, la cantante degli Yeah Yeah Yeahs: sudcoreana naturalizzata statunitense, ma di padre polacco, il suo vero nome completo è Karen Lee Orzolek. Oltre alle figate suonate con la sua band, da solista ha anche firmato la colonna sonora del film Nel paese delle creature selvagge di Spike Jonze, ha cantato la cover di Immigrant Song per la soundtrack di Uomini che odiano le donne e collaborato con vari artisti tra cui Santigold e David Lynch. Con lei, la Polonia passa agevolmente in vantaggio per 2 – 1 e il pubblico grida il suo cognome d'arte: “OOO”. Povia subito dopo medita di comporre un brano intitolato: "Quando i polacchi fanno O". Speriamo non lo incida. Mai.
La Repubblica Ceca risponde, o almeno prova a farlo, con Jason Mraz, cantautore americano di origini ceche, quello che qualche tempo fa spopolava con “I’m Yours” e adesso non se lo fila già più nessuno. Gotye, sei avvisato. Comunque Mraz è troppo lagnoso e il suo tiro si spegne lentamente ancora prima di arrivare tra le braccia del portiere polacco.
Per il cinema, la Repubblica Ceca ci prova allora con Sissy Spacek, attrice americana di origini ceche. Storica interprete di superfilmoni come La rabbia giovane di Terrence Malick, Carrie – Lo sguardo di Satana di Brian De Palma e Una storia vera di David Lynch, è tornata di recente alla grande con una particina nello strepitoso cast di The Help. Con la sua esperienza, riesce a mantenere la calma in un momento difficile per la sua nazionale e mette a segno il gol del pareggio.
Nel finale, i polacchi ci provano con Gore Verbinski, americano di origini polacche, regista dei Pirati dei Caraibi e della recente pellicola d’animazione Rango. Per lui niente da fare, viene facilmente fermato dalla difesa ceca e l'arbitro dice che può bastare così.
Risultato cannibale: Repubblica Ceca – Polonia 2 – 2
Pareggio spettacolo tra cechi e polacchi: da una parte le reti di Sissy Spacek e di una tifosa di passaggio sotto la pioggia, dall’altra le reti di Natalia Siwiec e Karen O.
"Ciao ciao, Europa!"
Gruppo A
Grecia – Russia
Ore 20:45
Alla vigilia delle elezioni politiche che potrebbero scrivere la parola fine sull’Euro, a livello politico-economico-monetario, mica calcistico, la Grecia parte con un misero punticino e poche possibilità di passare il turno. La classica nazione che ormai non ha più niente da perdere. La Russia invece si approccia alla partita da prima del girone forte dei suoi 4 punti.
Nonostante la serietà del match, la disputa inizia sui toni della comicità.
La Grecia mette in campo Zach Galifianakis, recente uragano di risate abbattutosi su Una notte da leoni e sulla serie tv Bored to Death. Nell’altro corner, la Russia si gioca invece la carta dello storico Walter Matthau, attore comico americano ma di origini sovietiche. Con tutto il rispetto per l’irresistibile brontolone, ma per me la rete è tutta di Galifianakis.
Grecia a sorpresa in vantaggio, anzi no!
Quel brontolone di Matthau dall’Aldilà, o meglio dai Campi Elisi (o forse dall’Ade?) protesta con l’arbitro e lo convince ad annullare la rete ai greci. Zach, ancora reduce da una delle sue notti da leoni (il terzo episodio dovrebbe essere girato a Tijuana, Mexico), non ha la forza di protestare. Si rimane sullo 0 – 0.
Per la musica, la Russia punta su Regina Spektor, nata a Mosca e poi trasferitasi negli USA.
La cantante russa ha appena pubblicato il suo nuovo pregevole album “What We Saw From the Cheap Seats” e il singolo “Don’t Leave Me (Ne me quitte pas)” è uno dei pezzi più contagiosi dell’estate che "Toc, toc!" sta bussando alla porta. Chissà quanti se ne accorgeranno in Italia, dove al momento il singolo più venduto è una porcheria latinoamericana di tale Gusttavo Lima. Ma la gente che lo ascolta ha le orecchie piene di cerume, oppure gli piace veramente?
Polemiche a parte, Regina mette a segno un regale gol per la Russia.
Per la Grecia scende sul campo da gioco un giovane talento emergente: Marina Lambrini Diamandis, meglio conosciuta come Marina & the Diamonds, cantante gallese di chiare origini greche. Per la primadonna del pop di oggi è fin troppo facile infilare la difesa russa: goool!
La Russia a livello musicale spara un’altra carta, i Messer Chups, band alternative da San Pietroburgo che fa musica parecchio originale e fuori di testa. I soviet sono in grado di siglare la rete del vantaggio con un colpo da fantasisti.
La Grecia tenta il tutto per tutto nel finale con la danza popolare nazionale, il sirtaki, composta per il film Zorba il greco, ma non c’è niente da fare. Vince la Russia.
Risultato cannibale: Grecia – Russia 1 – 2
La Russia si porta a casa la vittoria grazie alle reti di Regina Spektor e Messer Chups, ma la Grecia esce comunque dal torneo a testa alta con il gol di Marina & the Diamonds.
Genere: electro-pop Provenienza: Abergavenny, Galles Se ti piace ascolta anche: Lana Del Rey, Lady Gaga, Ladyhawke, Katy Perry, Florence + The Machine, Ellie Goulding, Charli XCX
Un concept album sull’ascesa alla fama e sulla vita delle popstar?
Ok, l’aveva già fatto Lady Gaga nel 2008 con il suo esordio The Fame, però adesso è il 2012, il futuro baby e questa è una storia del tutto differente. O quasi. Marina & The Diamonds procede infatti in una direzione non troppo distante dalla nostra Germanotta preferita. Nonché unica, a meno che non conosciate altre Germanotte e mi rifiuto di credere che ciò sia possibile…
Vogliamo poi dire che questo è il disco che Madonna avrebbe voluto tirare fuori e invece l'unica cosa che l'è uscita fuori è quello sputo di MDMA?
Io non lo dico, perché se no i sempre agguerriti madonnari me la fanno pagare smadonnando contro di me. E hanno ragione pure loro, perché è un dovere dei fan difendere i propri idoli. Anche se quando fanno delle cazzate una sana dose di obiettività non guasterebbe.
Comunque io, da fan della Marina e dei suoi Diamanti, dopo essermi entusiasmato per il suo pregevole esordio The Family Jewels, sono saltato per aria con questo nuovo disco che più che una conferma è un vero negozio di gioielli preziosi da derubare all’istante.
La doppietta iniziale con Bubblegum Bitch e la hit Primadonna è una prodezza balistica di quelle che pure Messi e Cristiano Ronaldo si sognano. Se non loro, di certo lo faranno Madonna e Lady Gaga. E tutto il resto della scaletta si mantiene su livelli mostruosi, tra pezzi sognanti (The State of Dreaming) e inni adolescenziali (Teen Idle).
Fin da ora, Marina Lambrini Diamandis (si chiama davvero così, cazzo ridete?) ha realizzato il più pregevole autorevole ammirevole attentato al titolo di disco pop dell’anno. Almeno se nel petto vi batte un cuore un poco electro.
(voto 8/10)
E, se proprio proprio non avete un electro heart, potete gustarvela anche in versione acustica...
Aiuto! Sta arrivando un sacco di nuova musica da tutte le parti in vista della nuova stagione ed è ora di fare un minimo di punto della situazione e, non so se sia un caso o meno ma non credo visto che stanno dominando l'annata, tutte le novità più interessanti arrivano da un sacco di donzelle varie. Tutte, a parte questa piccola meraviglia di nuovo video di Bon Iver: Holocene
Florence + the Machine è al lavoro per noi sul secondo imminente album (in arrivo a novembre), dopo quella roba grandiosa che è stata il suo esordio, e ci dà un primo assaggio con una epica paradisiaca What the water gave me…
St. Vincent torna in maniera crudele e bellissima, con un pezzo tra musical pop, ballata rock e altro, il tutto in 3 soli minuti e accompagnata da un gran video. Cosa cazzo chiederle di più?
Marina and the Diamonds parte seconda: dopo la prima anticipazione introspettiva di qualche giorno fa, ecco il suo alter ego biondo molto contagioso e radioattivo…
Charlotte Gainsbourg se ne esce con un nuovo EP e svolta verso l’elettronica in maniera spettacolarmente figa e danzereccia…
Passando alla superstar Lady Gaga, ecco il suo ultimo video arrivato tipo a ferragosto e che ancora colpevolmente non avevo proposto, dannato me. You and I, tu ed io, un uomo e una donna, ma sono entrambi Lady Gaga!?!
Altra superstar, Beyoncé, che con la sua solita sensuale classe piazza un nuovo video supersexy ma non supervolgare e una superballatona di supereffetto, 1+1, che ci dà anche una preziosa lezione di matematica aggratis.
Chiusura delicata delicata sulle note della 20enne folk Laura Marling.
Da ascoltare rigorosamente con gli occhi chiusi.
E dopo questa frase me ne vado a tirarmi un pugno allo stomaco da solo!
Evanescence are back. O meglio: Amy Lee is back, visto che la band è praticamente lei.
Ecco il nuovo singolo What you want.
Is it whatchu-whatchu you wanted?
Di ritorno anche Marina and the Diamonds, dopo il freschissimo album d’esordio dell’anno scorso.
Nuovo look (più dark), nuova canzone (più riflessiva e ipnotica), nuovo alter-ego (dal misterioso nome di Electra Heart) e nuovo centro pieno.
(e non è che la prima parte...)
Che fine aveva fatto l'esilarante Steve Urkel (ossia l’attore Jaleel White) della sitcom 8 sotto un tetto? Scomparso nel nulla per parecchio tempo, eccolo qui di nuovo tra noi nel nuovo video di Cee Lo Green…
Hey però, un momento: dove sono finiti bretelle e occhialoni?
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com