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domenica 19 gennaio 2014

GIOVANE E SGUALDRINELLA




Giovane e bella
(Francia 2013)
Titolo originale: Jeune & Jolie
Regia: François Ozon
Sceneggiatura: François Ozon
Cast: Marine Vacth, Géraldine Paillhas, Frédéric Pierrot, Lucas Prisor, Johan Leysen, Serge Hefez, Fantin Navat, Nathalie Richard, Djedje Apali, Charlotte Rampling
Genere: alla puttanesca
Se ti piace guarda anche: Io ballo da sola, Sleeping Beauty, Nella casa

Sì può fare una pellicola su una baby-prostituta evitando sia di sparare giudizi moralistici che di scadere nella cronaca alla Studio Aperto?
Sì, se a farla sono in Francia.
La pellicola inizia con le tettine giovani e belle di Marine Vacth. E già il film ci piace.
Poi Marine Vacth si masturba in camera sua. E il film ci piace ancora di più.
Tempo pochi altri minuti di pellicola e Marine Vacth perde la verginità. E il film ci piace in maniera incredibile.
E poi Marine Vacth si mette a fare la escort a pagamento. E il film è in odore di capolavoro.

Scherzi a parte, di cosa parla Giovane e bella l’avrete già capito. Di una ragazza giovane (17 anni) e bella (diciamo anche figa) che compie quel fatidico passo che la trasforma in donna.
La prostituzione?
No, la perdita della verginità. Una volta presa confidenza con il sesso, la giovane e bella Isabelle ci prende gusto e si mette come detto a fare la professione più vecchia del mondo.
Quella del ladro?
No, questa volta stavo parlando proprio della prostituzione. Insomma, volete stare più attenti e attente mentre leggete, invece di mandare messaggini erotici?

La nostra Isabelle, che potrebbe essere pure la vostra Isabelle per appena 300 euri, si mette così a fare sesso con un sacco di uomini, per lo più anziani. Tra i suoi clienti c’è ad esempio un vecchietto che sembra il tipo con i capelli bianchi di Mad Men, mentre un altro somiglia a un inquietante incrocio tra Bersani e Berlusconi. Le capita in pratica di tutto, ma ormai non può più tirarsi indietro, perché “puttana una volta, puttana per sempre”. Oppure no? Oppure anche lei a un certo punto la smetterà di fare la vita e cambierà, magari per amore, come in Pretty Woman o in American Gigolo?

Un'immagine dal film?
No, una foto dalle vacanze al mare di Marine Vacth.
A raccontare una storia così rischiosa è il prolifico Francois Ozon, uno che se non gira 12 film al secondo non è contento. Oltre che prolifico quanto e più di Woody Allen, Ozon è pure un regista guardone, come Hitchcock e De Palma, ed è pure un regista sporcaccione, come Quentin Tarantino, i nomi sopra citati e… praticamente il 99% dei registi mondiali, a parte il puritano Spielberg.
Il tema del voyeurismo, già ben presente nel suo precedente film Nella casa, ritorna qui con prepotenza. Ozon ci mostra come il sesso sia vissuto, almeno dai personaggi del suo film, non come qualcosa di personale e magari sentimentale, ma più come un qualcosa da guardare dal di fuori, e su questo credo che anche Don Jon potrebbe essere d’accordo. Il patrigno (l’ottimo Frédéric Pierrot dell’imperdibile serie tv Les Revenants) becca nuda Isabelle sotto la doccia, il fratellino la “spia” con un binocolo e la guarda da dietro alla porta mentre si tocca e no, anche se potrebbe sembrare non siamo in una commedia sexy all’italiana degli anni ‘70/’80 con Lino Banfi. Qui siamo in una pellicola francese tres chic girata con estrema classe e raffinatezza. Il voyeurismo è talmente onnipresente che persino la protagonista mentre perde la verginità si vede dall’esterno. È sempre un guardare da fuori, senza mai essere coinvolti in prima persona.

"Certo che tua figlia è proprio una gran zoccola!"
"Te la faresti, vero?"
"Chi? Iooo? Ma figuriamoci! Non me la farei mai... con te in casa. Non dovevi
uscire, tesoro?"
A rendere in maniera tanto viva una ragazza così poco viva a livello emotivo ci pensa la strepitosa quasi esordiente Marine Vacth, un volto (e un corpo) di quelli folgoranti che speriamo di rivedere ancora impiegati a dovere. E quest’ultima affermazione non voleva avere sottintesi sessuali. Non solo, almeno.
A intrigare, oltre alla pruriginosa vicenda, oltre alla meravigliosa protagonista, oltre alla splendida e variegata colonna sonora capace di spaziare da Françoise Hardy a M83 e Crystal Castles, è anche lo svolgimento di Ozon. Uno che i temi li sa proprio scrivere per benino, come aveva già dimostrato Nella casa. La pellicola ha uno sviluppo nient’affatto che banale e il finale evita brillantemente il pericolo di finire nella moccianata, come per un istante la visione di un ponte con i lucchetti aveva fatto temere. Ma non abbiate paura. Non siamo in Italia e dietro alla pellicola non c’è Moccia. Qui siamo in Francia e alla regia/sceneggiatura c’è un autore che non si sta rivelando per niente un buco nell’acqua, figuriamoci nell’Ozon.
Ora vi lascio. Faccio un salto sul sito Rencontrez & Vous che c’ho 300 euri da investire per bene.
(voto 7,5/10)



sabato 30 novembre 2013

COTTA ADOLESCENZIALE 2013 – GLI “SCARTI”




In attesa dell’inizio vero e proprio, quest’anno i Cannibal Awards 2013 si aprono con una pre-classifica.
Da domani partirà la ormai tradizionale Top 20 dedicate alle cotte adolescenziali, ovvero le donne/ragazze/fanciulle più amate e apprezzate nel corso degli ultimi 12 mesi da questo blog.
Jennifer Lawrence ce la farà a confermarsi al primo posto, oppure ci saranno novità?
QUI potete recuperarvi la Top 20 del 2012.
Prima di scoprire chi saranno, ecco oggi una decina di star in ascesa che sono rimaste fuori per un soffio dalle prime 20 posizioni ufficiali, ma che comunque una menzione se la meritano tutta.
Che dite? Non sono troppo male, per essere degli “scarti”, no?


Addison Timlin
(USA 1991)
Il suo 2013: Uomini di parola, Odd Thomas, la serie tv Zero Hour
Dicono di lei su twitter

Tetter (il primo social network per commentare la gnocca in un massimo di 140 caratteri)
Hunger Gale @Liam_Hemsworth90
Sarebbe la nuova @JenniferLawrence, se solo non facesse merdate come Odd Thomas o Zero Hour, serie cancellata dopo zero hours. #OddTimlin




Kate Mara
(USA 1983)
Il suo 2013: la serie tv House of Cards, il video “Holding on for Life” dei Broken Bells

Tetter
Amaro Venier @amarovenier
La sorellina @RooneyMara sarà anche + brava a recitare, ma lei l’è la più + porca! #SorellaPorcella




Katheryn Winnick
(Canada 1977)

Tetter
Il Vichingo @vikingsrule
Anvedi la vakkinga! #KatherynWinner


Marco Goi ‏@cannibal_kid
#Vikings batte #GOT pure come fregna. #KatherynWinner


"Sì, mi vesto così anche nella vita di tutti i giorni. Problemi?"


Abigail Spencer
(USA 1981)
Il suo 2013: le serie tv Rectify e Suits, Il grande e potente Oz, Chasing Mavericks

Tetter
Recto In Culo @rectify1977
Come in #Rectify, pena di morte a chi non lovva @AbigailSpencer #Rectifyga




Nicola Peltz
(USA 1995)
Il suo 2013: la serie tv Bates Motel

Tetter
Michele Baia @michaelgay65
Il prossimo anno la vedremo nel nuovo #Transformers. Con quel nome, Nicola, speriamo non si transformi in un uomo #BattuteCheNonFanRidere




Natalie Zea
(USA 1975)
Il suo 2013: le serie tv The Following, Under the Dome, Justified, Californication

Tetter
Joe Carroll follower @freejoecarroll94
La followererei pure io, se fossi un serial social killer come @JoeCarroll di #TheFollowing. Anzi, la followerò lo stesso. #FollowStaCippa




Laura Prepon
(USA 1980)

Tetter
Viva la pussy @sappho_84
Orange is the new apple and lesbo is the new straight. #LauraFigon




Nicole Beharie
(USA 1985)
Il suo 2013: la serie tv Sleepy Hollow, il film sul baseball 42

Tetter
The Real Ichabod Crane @IchabodCrane1761
La serie di Sleepy Hollow fa venire voglia di dormire, ma lei fa venire voglia di qualcos'altro. #SexyHollow



Lizzy Caplan
(USA 1982)
Il suo 2013: la serie tv Masters of Sex

Tetter
Bimbominkia @b1mb0-m1nk1a2004
Ce la vorrei avere pure io, una Master così! #VivaLaSquola




Marine Vacth
(Francia 1990)
Il suo 2013: Giovane e bella
Il suo 2014: girerà il sequel Vecchia e brutta?

Tetter
Gentleman @I_love_gnocc_pardon_women
Giovane è bella? No, giovane e figa! #MarineVacc




martedì 26 novembre 2013

AMERICAN GIGOLO – PUTTANO AMERICANO




Cosa si fa ‘sta sera, eh raga? Facciamo un bel puttan-tour?
Eddai, vediamo un po’ cosa offre la strada. Mi raccomando: portatevi dietro il ca$h, quello bello pesante, perché questa sera si fa un puttan-tour di lusso. Un puttan-tour cinematografico.
Pronti?

Ad aprire la strada, letteralmente, troviamo la Pretty Woman Julia Roberts. O forse dovremmo dire Pretty Lady, visto che ormai è una MILFona di una certa età. Sempre affascinante, in ogni caso.


Non male, però vediamo che altro c’è in giro…
Mira Sorvino?
Nah, non m’è mai piaciuta, quella.
Dea dell’amore?
Dea dell’amore un cavolo!


Chi altri c’è?
Oh, tu guarda chi si rivede, Audrey Hepburn!
Beh, non sarebbe male restare tutta la notte con lei e poi il mattino dopo andare a fare Colazione da Tiffany. Teniamola presente, anche se ho come il sospetto che sia un pochino morta, tra le riprese di quella pellicola e oggi. Chissà?


Vabbè, tanto c’è Demi Moore, ma lei accetta solo una Proposta indecente e io, con questa economia attuale, non posso proprio fargliela. Al massimo posso farle una proposta indecente nel senso di scandalosamente bassa. Ah Demi, 10.000 delle vecchie lire ti vanno bene?
No, eh?

"I soldi non fanno la felicità...
Chi l'ha detta 'sta stronzata?"

Attenzione, attenzione, chi vedo laggiù in fondo?
Charlize Theron!
Mooolto bene. Charlize Theron è un bel figon…
Aspettate, però, aspettate un attimo raga. A vederla da vicino non è poi tutto ‘sto splendore. Questa sera si è presentata senza trucco in versione Monster e mi sa che non combinerà dei grandi affari…

"Hey, perché nessuno vuole vedere le mie chiappe come nello spot Martini?"

Facciamo un salto al Moulin Rouge? Lì ci lavora Nicole Kidman e dicono che la da via facile.
Dite che spenderemmo di più per il volo fino a Parigi?
E dite anche che se arriviamo con Ryanair e non con un jet privato la Nicole non ci si fila manco di striscio?


Hey, ma quella non è Jodie Foster in versione Taxi Driver?
Sì sì, è proprio lei.
Mmm, però… troppo giovane. Troppo. Chiamate Gabriele Paolini.


Vediamo un po’, con qualche annetto, ma non troppi, di più c’è la Giovane e bella di Francois Ozon, Marine Vacth.
Bonjour, anzi bonsoir. Quanto vuoi, giovane e bella?
Quanto???
Ma t’attacchi, sei troppo cara, baby prostituta!

"Ma bussare non è più di moda?"

Facciamo che tornare dalla cara vecchia pretty woman Julia Roberts, che è un po’ più economica.


Ciao Julia, come vanno gli affari?

Procedono a rilento?

C’è crisi anche sulla strada?

Guarda, è davvero un momentaccio in tutti gli ambiti lavorativi, pure nel tuo…
Vabbé, comunque, andiamo a farci un giro?

Nooo! Ma come per stasera hai finito? Devi andare a rimboccare le coperte ai tuoi figlioletti? E vabbè, ma allora chi mi consigli?

Un uomo???
Un uomo no, dai.

Aspetta, dici che è un tuo vecchio amico? Il tuo più caro vecchio amico, quello con cui hai girato il super
successo Pretty Woman e pure quella menata di Se scappi, ti sposo?
Per Richard Gere posso fare un’eccezione. Ma solo per il Richard Gere di American Gigolo, che è tipo l’uomo più figo di tutti i luoghi, di tutti i laghi, di tutti i film e di tutti i tempi. Non sono gay, ma potrei diventare gay per il Richard Gere di American Gigolo.

Come dici Julia? Non hai mai visto American Gigolo?
Sei tutta strada e chiesa e non hai tempo per guardare dei film?
Ma questo non è proprio recentissimo. È del 1980… Comunque non c’è problema, te lo racconto brevemente io.

American Gigolo
(USA 1980)
Regia: Paul Schrader
Sceneggiatura: Paul Schrader
Cast: Richard Gere, Lauren Hutton, Hector Elizondo, Bill Duke, Brian Davies, K Callan, Carol Cook, Carol Bruce, Frank Pesce
Genere: mercenario
Se ti piace guarda anche: American Psycho, The Canyons, Drive, Pretty Woman

Tutto parte con “Call Me”, pezzone dei Blondie scritto e prodotto dal vanto nazionale Giorgio Moroder, autore di tutta la fenomenale e super 80s colonna sonora del film.



Manco questa canzone qui ti dice niente, Julia? Ma in che mondo vivi, porca puttana?

Oops, scusa. Non volevo offenderti.
Canzone simbolo, colonna sonora simbolo e naturalmente anche il film è uno dei simboli supremi di ciò che sono stati gli Anni Ottanta. Più che una semplice pellicola, American Gigolo è gli Anni Ottanta.
La storia poi dovresti sentirla parecchio vicina, cara Julia. Il protagonista è un puttan… cioè un prostitut… Come diavolo devo chiamarlo oggi? Escort maschile è politically correct abbastanza?
Lo chiamo gigolo, come fa il titolo del film, e faccio prima, anche se mi resta un dubbio: ma gigolo si scrive con l’accento o senza?

Comunque sia, Richard Gere è Julian Kay, un bellissimo gigolo che va soprattutto con donne mature perché – come dice – con le ragazzette è troppo facile, non c’è gusto, non c’è sfida. Dopo il Dustin Hoffman de Il Laureato, possiamo considerare quindi Julian un precursore, uno dei primi amanti del genere MILF quando il genere MILF non era ancora ufficialmente nemmeno nato.
Il nostro gigolo si passa un sacco di MILFone in quel di Los Angeles, se ne va in giro in auto con un sottofondo musicale spudoratamente 80s come farà poi il Ryan Gosling di Drive, abita in un loft arredato in maniera minimal-chic che verrà ripreso pari pari nel film American Psycho, è fissato con l’allenamento e la cura del proprio corpo, anche in questo caso come il Patrick Bateman di American Psycho, e un giorno viene accusato di omicidio, vagamente come capita in American Psycho. In pratica, American Psycho deve molto ad American Gigolo, fin dal titolo. Diciamo che il mondo di Bret Easton Elllis tutto deve molto a questa pellicola di Paul Schrader ed è un po’ anche per questo che dall’unione delle loro due menti malate mi aspettavo grandi cose, invece hanno tirato fuori The Canyons, un filmetto senza arte né parte che non è così male come quei cattivoni della critica hanno detto, ma non è certo il capolavoro che poteva essere.

Ma adesso mi sa che sto divagando, Julia. Tornando ad American Gigolo, riesce laddove The Canyons fallisce: nel coniugare una trama dalle tinte thriller con il ritratto socio-antropologico di un personaggio bello bello in modo assurdo, quanto vuoto vuoto in modo assurdo. Un puttano superficiale cui interessano solo i soldi e l’aspetto fisico. Dietro al suo egoismo e al suo egocentrismo, c’è però dell’altro. Julian Kay è pieno d’amore da dare al mondo. A lui non interessa tanto il suo piacere personale, quanto dare piacere alle donne, un po’ come il suo discepolo Christian Troy della serie tv Nip/Tuck. Il suo aspetto e i suoi modi nascondono questo suo lato intimo, da benefattore dell’umanità.

American Gigolo riesce a dare un ritratto splendido e stilosissimo non solo di un’epoca, di un decennio, ma anche di un personaggio meno superficiale di quanto potrebbe sembrare in superficie appunto e anche parecchio ambiguo, visto che ci lascia sempre con il dubbio. Il dubbio se considerarlo un bluff o qualcosa di più di un manzo, se considerarlo un assassino oppure uno che, in fondo in fondo, è un buono e non solo un bono.
La pecca principale del film, che per tutta la sua durata riesce a mantenere quest’ambiguità, è il finale. Un happy ending romantico che stona con la cattiveria mostrata fino a quel momento. Una conclusione, scusa se te lo dico Julia, degna delle tue peggiori commediole romantiche stracciapalle.
In ogni caso si può anche dimenticare il finale e concentrarsi su una pellicola per il resto a suo modo perfetta, grazie anche e soprattutto a un Richard Gere all’apice della sua forma fisica e recitativa. Al di fuori di questo film, e del sottovalutato The Mothman Prophecies – Voci dall’ombra, è un attore che non amo e non ho mai amato particolarmente però, cara la mia Julia, se mi porti qui il Richard Gere dei tempi di American Gigolo, giuro che me lo faccio. Se poi vuoi partecipare pure tu, per fare una cosa tre, per me non c’è problema.
Vabbuò, Julia Roberts, adesso ti lascio andare dai tuoi figlioli, che s'è fatto proprio tardi, tanto il mio numero te l’ho lasciato e quindi ricordati di una cosa: Call meee!

Non hai capito il riferimento, neh?
Dopo aver messo a letto i tuoi figli allora corri a vederti American Gigolo, che non si può non averlo visto almeno una volta nella vita, porca puttana!
Oops, scusa. Non volevo offenderti di nuovo, pretty woman, walking down the street, pretty woman, the kind I like to meet...
Ma manco questo riferimento hai capito?
(voto 7,5/10)

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