Mudbound
Regia: Dee Rees
Cast: Carey Mulligan, Jason Clarke, Garrett Hedlund, Jason Mitchell, Mary J. Blige, Jonathan Banks, Rob Morgan
Senti una voce fuori campo e subito ti viene in mente Terrence Malick. Non che l'uso della voce fuori campo l'abbia inventato lui, è solo che ne ha fatto talmente il suo marchio di fabbrica, che quando ne senti una pensi a lui. O almeno è ciò che faccio io. Che poi chissà che voce ha, uno come Terrence Malick? Una voce profonda, solenne, divina, come i suoi film (quelli più riusciti almeno)?
Senti una voce fuori campo e subito ti viene in mente Terrence Malick, ma questo non è un film di Terrence Malick. A questo punto qualcuno esclamerà: “Dio grazie!”, perché inspiegabilmente a molti il suo cinema è venuto a noia.
Inspiegabilmente?
Qualcun altro invece si rammaricherà che non l'abbia girato lui, perché come dirige Malick, pochi altri al mondo.
Giusto per fare un po' di sana concorrenza a Terrence Malick, in Mudbound ci sono un sacco di voci fuori campo. Tutti i personaggi principali ci snocciolano ciò che passa per la loro testa in continuazione e questa è la cosa più bella, e per alcuni sarà la più brutta, del film. Di certo è questo il suo tratto distintivo a livello narrativo, mentre a livello registico Dee Rees gira senza particolari guizzi e in maniera molto classica, molto in stile da tradizionale film da Oscar. Anche questo è un aspetto che può essere letto in maniera positiva così come negativa. Dee Rees non è Terrence Malick, per fortuna o purtroppo, e il suo lavoro a livello visivo non riesce a essere un sogno a occhi aperti come quelli del collega, ma allo stesso tempo è anche molto più lineare, più semplice da seguire e da comprendere. Qualcuno aggiungerà quindi che è anche meno noioso. E di cosa parla, ordunque, questo Mudbound?
Parla di razzismo, di guerra, di problemi coniugali e ci mette dentro pure un triangolo sentimentale. Non manca niente, solo che forse c'è persino troppo. Si rischia di fare confusione.