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giovedì 18 ottobre 2012

Megan Fox è diventata MILF

Megan Fox è diventata M.I.L.F.!
Volevo dire: Megan Fox è diventata mamma.
L’annuncio della nascita del bambino avuto da quel fortunello di Brian Austin Green alias David Silver di Beverly Hills 90210 è arrivato poche ore fa dalla sua pagina Facebook, che vanta solo 36 milioni di fan:

"We have been very lucky to have had a peaceful few weeks at home, but I would like to release this myself before others do. I gave birth to our son Noah Shannon Green on September 27th. He is healthy, happy, and perfect.
We are humbled to have the opportunity to call ourselves the parents of this beautiful soul and I am forever grateful to God for allowing me to know this kind of boundless, immaculate love.
Thanks to those of you who wish to send your positive energy and well wishes. May God bless you and your families abundantly."

D’ora in poi, il concetto di M.I.L.F. assume un significato tutto nuovo: Megan I’d Like to F…ox.

"Megan Fox beccata mentre legge Pensieri Cannibali sul suo tablet."

lunedì 20 agosto 2012

John Travolti dalla cicogna






"E' sempre bello toccarmi le tette, anche per me!"
Travolti dalla cicogna
(Francia 2011)
Titolo originale: Un heureux évenement
Regia: Rémi Bezançon
Cast: Louise Bourgoin, Pio Marmaï, Thierry Frémont, Josiane Balasko, Gabrielle Lazure, Lannick Gautry, Nicole Valberg
Genere: incinto
Se ti piace guarda anche: Molto incinta, L’amore dura tre anni, Le premier jour du reste de ta vie, La guerra è dichiarata

Com’è aspettare un figlio per una donna?
E che ne so io? Non so manco com’è per un uomo. Per quello dovete rivolgervi allo Schwarzenegger di Junior…
Se comunque volete saperlo, ci pensa questo film a darvene/darcene un’idea relativamente piuttosto precisa. Relativamente, perché comunque i piaceri e soprattutto i dolori della gravidanza a noi uomini rimarrano sempre sconosciuti. Grazie a Dio che non ci ha fatti con le ovaie. La cosa più interessante di questa pellicola è proprio la vicinanza notevole all’esperienza della maternità, per quanto romanzata e sotto forma di piacevole e scorribilissima commedia.

Il come al solito terrificante titolo italiano potrebbe fare allontanare pregiudizialmente molti spettatori dalla visione di questa pellicola che invece risulta parecchio interessante. Il titolo originale è Un heureux évenement (Un lieto evento), che nasconde un velo d’ironia, visto che per la coppia protagonista le cose non è che vadano proprio lisce e liete.
Nota a margine ai titolisti italiani, che magari non lo sanno: i bambini in realtà non è che li porti la cicogna…

"Altroché Cannibal Kid, qui il vero cannibale sono io!"
La storia raccontata è semplice e non particolarmente originale: lei incontra lui, lei rimane incinta, lui no (specifichiamolo, sempre per non confonderci con Junior) e i due insieme cercheranno di far funzionare le cose. Lei è una studentessa laureanda in filosofia, che nei 9 mesi di gravidanza avrà anche il compito di partorire una tesi di laurea alquanto complicata, mentre lui lavora in un negozio di film a noleggio. Professione rapidamente destinata a scomparire, sempre non lo sia già. Qualcuno ha sussurrato la parola Blockbuster?
Qualcuno si ricorda ancora com’era bello noleggiare un film da Blockbuster?
Nell’ottima scena iniziale ambientata nella videoteca, dove lui sogna di diventare il nuovo Tarantino (“Anche Quentin Tarantino ha iniziato da un videonoleggio.” “Sì, ma lui non ha avuto un bambino”), i due comunicano attraverso i titoli dei film a noleggio. Ed è così, in questa maniera molto cinefila, che il loro amore sboccia. Prima che decidano di mettersi a fare un bambino. Ce la faranno i due giovani e piuttosto immaturi genitori a sopravvivere alla nascita di un pargoletto?

"L'ho sentito scalciare!"
"Chi? Il kebab che mi sono appena magnata?"
Lo scopriremo in una pellicola che è come un Molto incinta ma meno demenziale e meno americano e più autoriale e francese. O come un La guerra è dichiarata, ma con una componente drama meno accentuata. O come un Senti chi parla, ma senza John Travolta che fa il pirla e un bambino che parla con la voce di Fantozzi.
Da una parte il film è sicuramente una sorpresa lieta, almeno se ci si aspettava una commediola sciocca e ci si lasciava ingannare dal titolo italiano, un’ulterirore conferma dello stato di eccellenza del cinema francese odierno anche in un prodotto “medio” e “commerciale” come questo. Dall’altra parte personalmente è anche stata una leggerissima delusione. Dietro la macchina da presa vi è infatti Rémi Bezançon, nome che magari non vi dirà niente ma che è il regista di Le premier jour du reste de ta vie, film strepitoso che per l’ennesima volta vi consiglio di recuperare. Al confronto di una pellicola di cotanta bellezza, Travolti dalla cicogna perde inevitabilmente il confronto, però si mantiene comunque su livelli medio-alti e conferma Bezançon come nome da tenere d’occhio.
Pur trattandosi di una commedia romantica in piena regola, il regista infatti riesce a infilarci dentro anche qualche elemento visionario e onirico. Qualche appunto invece sulla sceneggiatura, tratta dal romanzo Un Heureux Événement di Éliette Abécassis: se al suo interno riesce a inserire qualche riflessione filosofica e, soprattutto nella parte conclusiva, si fa anche drammatica, presenta pure qualche debolezza. Come al solito in un sacco di film del genere, ci si concentra sui due protagonisti, e va bene, però i personaggi secondari risultano troppo poco sviluppati. E ciò va meno bene, anche perché l’amico del protagonista è il classico tipo cazzaro e fancazzista, l’elemento simpa della pellicola cui si sarebbe potuto donare maggiore spazio. Una scelta forse voluta e forse dovuta al fatto di non voler far scivolare troppo la commedia nel comico, come nel già citato Molto incinta.
E a proposito… la protagonista Louise Bourgoin si candida al titolo di Katherine Heigl francese, vista anche una certa somiglianza fisica. Louise Bourgoin, qui davvero brava oltre che gnocca (ma questo lo sapevamo già), si candida comunque anche a qualcosa in più, visto che è oggi una delle interpreti più in forma del cinema transalpino; si era già fatta notare ne L’amore dura tre anni, quasi una versione virata al maschile di questa pellicola, e come affascinante femme fatale in L’autre monde (altro film che non smetterò mai di consigliare).

Non sarà del tutto travolgente, questo Travolti dalla cicogna, eppure riesce a far proseguire in una direzione assai piacevole la nuova commedia francese, ormai pronta a inserire la freccia di sorpasso sui colleghi americani che di recente hanno rallentato la loro corsa. Quanto ai colleghi italiani, beh, loro sono ancora fermi ai nastri di partenza...
Con un ottimo regista, un paio di interpreti perfettamente in parte e una sceneggiatura non originalissima ma sentita e “viva”, i francesi hanno partorito una commedia in perfetta salute. E non hanno nemmeno avuto bisogno del cesareo.
(voto 7-/10)


giovedì 26 aprile 2012

17 ragazze (incinte) per me posson bastare

Giovani MILF crescono
17 ragazze
(Francia 2011)
Titolo originale: 17 filles
Regia: Delphine Coulin, Muriel Coulin
Cast: Louise Grinberg, Roxane Duran, Esther Garrel, Juliette Darche, Yara Pilartz, Solène Rigot, Noémie Lvovsky, Florence Thomassin, Frédéric Noaille
Genere: ingravidato
Se ti piace guarda anche: Il giardino delle vergini suicide, Elephant, Tomboy

“Se dovessimo aspettare il permesso per tutto, non faremmo mai niente.”

Oggi cosa facciamo? Giochiamo all’Xbox?
Ancora? Che noia.
Ascoltiamo Justin Bieber?
No, ascoltare Justin Bieber fa troppo 2011.
E allora non ci resta che fare i compiti di scuola…
I compiti? Ma va, facciamoci ingravidare.
Me oui, grande idea!

Wu-TeenMoms Clan, yo!
17 ragazze della stessa scuola si fanno mettere incinte nello stesso periodo.
Non è l’inizio di una barzelletta del nostro (nostro?) ex premier.
È una storia vera che ha ispirato questo film.
La prima cosa che mi sono chiesto è: ma è un solo uomo che le ingravida tutte e, se sì, si tratta per caso di Rocco Siffredi?
Seconda domanda: come si chiama e dove si trova esattamente la cittadina della Francia in cui è capitato questo “evento”? Così, giusto per sapere…

Le storie più incredibili spesso arrivano dalla realtà, anche perché se ci mettiamo ad aspettare gli sceneggiatori hollywoodiani di oggi, siamo a posto, siamo…
Da un fatto di cronaca avvenuto pare realmente nel 2008, il solito cinema francese in stato di grazia ha tirato fuori una nuova notevole pellicola, valida da un punto di vista cinematografico ma anche e soprattutto spunto di riflessione davvero notevole.
Se da una news del genere in Italia molto probabilmente avrebbero potuto tirarne fuori un film o una fiction di quelli a carattere scandalistico, pruriginoso alla Studio Aperto, in Francia hanno realizzato una pellicola delicata, che evita i sensazionalismi per focalizzarsi sul gruppetto di ragazze che ha preso una estrema decisione: gravidanza di massa.
Perché lo fanno?
Guardate il film e lo capirete…

Guardato?
Sicuri?
Sicuri sicuri sicuri sicuri?

"Ciao ragazze, questo weekend ho giocato con le Barbie. Fichissimo! Voi?"
"Mah, noi ci siamo solo fatte mettere incinte. Niente di che..."
Ok, adesso possiamo commentarlo insieme. E con insieme non intendo che dobbiamo tutti diventare genitori contemporaneamente. E se non l’avete ancora guardato, allora scatta l’avviso ATTENZIONE SPOILER.
L’isolarsi dal resto del mondo di queste 17 (ma all’inizio sono solo 5) ragazze mi ha ricordato Le vergini suicide di Jeffrey Eugenides (libro) e Sofia Coppola (film). Il loro comportamento dal di fuori può sembrare incomprensibile, alieno, eppure nel loro agire c’è sia un’innocenza tipicamente infantile, che una consapevolezza che le rende parecchio adulte e mature.
Queste 17 ragazze da una parte sembrano prendere questa decisione alla leggera, giusto per sfuggire alla noia e alla routine della tipica piccola merdosa cittadina di provincia. Dall’altra però emerge una riflessione diversa, più importante: avere un figlio, per avere una vita diversa. Migliore? Così almeno è quanto si augurano. Una decisione esistenziale. Forse persino politica.
Certo, sono pur sempre delle ragazzine di 16/17 anni e quindi nel loro comportamento c’è anche l’incoscienza e, se vogliamo, l’immaturità di una scelta di vita tanto importante, presa anche per moda, per imitare le altre. Perché tutte nel gruppo l’hanno fatto. Farsi mettere incinta perché questa stagione è fico così. E fare il test di gravidanza è diventato più cool di qualunque app dell’iPhone.
Angry Birds? Giocate a Angry Birds? Noi ci facciamo mettere incinte!
Tu non sei in dolce attesa? Sfigata! Loser.
E tu?
No. Ma io sono maschio.
Male, non hai visto il film Junior con Arnold Schwarzenegger? Anche gli uomini possono aspettare un bambino. Non lo sai?

Gravidanza is the new black.
E a proposito di uomini, in questa storia, dentro questo film, sono delle figure praticamente inutili. I ragazzi vengono usati per farsi inseminare, ma poi non hanno peso alcuno nelle decisioni sul futuro nascituro. It’s a woman’s woman's woman's world e gli uomini sono dei meri oggetti sessuali. La rivincita del femminismo?
Si può vederla in questo modo. Oppure si può vederla in maniera del tutto opposta: la maternità come scopo unico della donna.
Una cosa o l’altra? Da che parte sta la pellicola?
Il bello di questo film è il suo non prendere posizione. Presentare la vicenda cercando di avvicinarsi e avvicinarci il più possibile a queste 17 ragazze. Senza giudicarle. Senza condannarle. Senza nemmeno celebrarle. Lasciando la riflessione aperta allo spettatore. E poi a livello cinematografico, ci siamo proprio. Le due sorelle Coulin, esordienti e autrici pure della sceneggiatura, guardano al meglio cinema indie americano, tra la Coppola e Gus Van Sant, altroché Il tempo delle mele. La colonna sonora anglo-francese poi è ottima e dosata nei momenti giusti e le giovani attrici offrono una recitazione spontanea, naturale e davvero credibile: da tenere d’occhio soprattutto la protagonista principale Louise Grinberg, le due rossicce Roxane Duran e Yara Pilartz ed Esther Garrel, che come si può facilmente evincere dal cognome è la sorellina di Louis Garrel nonché la figlia del regista Philippe Garrel.

Una volta andavano i Take That, poi c’è stato il periodo del Tamagotchi, oggi oh, tra le diciassettenni va di moda avere un figlio. Comincio ad aver paura di scoprire quale sarà la prossima moda. Vendere organi?
Beh, sempre meglio che ascoltare i One Direction
(voto 7,5/10)

sabato 4 dicembre 2010

Mamma mia!

I miei migliori auguri per la maternità e tutto, Gianna, però insieme a una bambina non dovevi per forza dare alla luce anche una nuova canzone. Non era davvero necessario.

mercoledì 24 settembre 2008

About a girl

È stata una giornata lunga, strana e bella. Ieri. Ieri è stato il giorno in cui le cose hanno assunto un senso, finalmente. Il dottore che oramai ventisei sprecati anni fa mi aveva fatto nascere, ieri pomeriggio ha tirato fuori mio nipote. What goes around… comes around. 17:47, tic tac tic tac. Le urla di dolore di mia sorella si sono sentite persino fuori dalla (credo) insonorizzata sala parto.
L’ospedale non è come il Seattle Grace. Purtroppo, perché le infermiere sono meno fighe di Isobel (ma meglio della Yang!) e per fortuna perché non c’è una sclerata come Meredith Grey nei paraggi. Il dottore, lui invece zoppica proprio come House. Veramente! lol
Mia mamma si comporta tipo Bree Van de Kamp di “Desperate Housewives”, una maniaca dell’ordine. Mia sorella è in preda hai dolori delle contrazioni e lei che fa? Mette a posto una mattonella che si è scrostata. dalla parete… È il suo modo di reagire alla tensione. Mio papà non lo vedevo così euforico come da parecchio parecchio tempo. E poi c’ero io che ero in uno stato di mistica incredula incredulità. Mio cognato sono sicuro sarà un ottimo padre, visto che già adesso è sempre stato presente in ogni momento e si è rivelato subito molto affettuoso con il newborn. Poi c’è mia nonna. Cristo, è diventata bisnonna ed era la più commossa di tutti per essere riuscita a raggiungere un traguardo del genere.
Questo post dovevo intitolarlo about a boy, in onore di mio nipote che è un maschietto. Però di lui non so ancora molto. So solo che se la fa addosso, e che non gli piace stare sporco (meno male); è una cosa che lo fa piangere. So che è veramente bello. Non è uno di quei neonati mostruosi che la gente dice “Sì sì, ma che bel bambino,” ma in realtà mente spudorata. Lui è veramente bello. È pieno di capelli e ha un taglio che sembra già uscito dalla mia parrucchiera di fiducia. Ha degli occhi scuri svegli con cui sta cominciando a vedere come è fatto il mondo. Poi li chiude. Chissà cosa sogna un bambino che non ha neanche 24 ore? Sogna di tornare dentro la pancia? Mia sorella è ben contenta che ne sia uscito e quindi di rientrarci proprio non se ne parla. Ah, e quando muove quelle sue manine fredde sembra che suoni una tromba immaginaria. Altro di lui per il momento non lo so. Posso immaginarlo tra quindici anni. Un teenager sbandato che fa skate nel Paranoid Park che hanno costruito davanti a casa mia o un ragazzino prodigio che suona la tromba come Louis Armstrong. Spero solo possa trovare la sua via.
E allora dedico questo post a mia sorella, una delle persone che mi assomiglia di più in questo piccolo pazzo mondo, a parte il fatto che lei è molto più matura intelligente e coraggiosa di me e sta su quella lista di persone che ammiro di più insieme a nomi prestigiosi come Kurt Cobain, Kanye West, Quentin Tarantino e pochi altri. Spesso penso di essere nato fallato, ma la colpa so che non è dei miei genitori. Mia sorella ne è la prova.
Lo sforzo poi l’ha fatto tutto lei. Era successo un’altra volta, molti anni fa, di vederla soffrire così, forse anche di più. E fa male perché non c’è niente che io possa fare per farla stare meglio. Ma alla fine (qualche urlo disumano dopo) è andata, è andata bene, ed è stato impressionante vederla di nuovo senza pancione, di nuovo piccola e infreddolita sotto le coperte come quando era una bambina.

Posso ancora riuscire a rovinare questo post così ispirato?
Non sottovalutatemi. Certo che posso, gridando: “Sono zio, porco zio!”

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