Elysium
(USA 2013)
Regia: Neill Blomkamp
Sceneggiatura: Neill Blomkamp
Cast: Matt Damon, Jodie Foster, Sharlto Copley, Alice Brago, Diego Luna, Wagner Moura, William Fichtner, Carly Pope
Genere: schi-fi
Se ti piace guarda anche: Atto di forza, District 9, Io, Robot, Almost Human
Hollywood fotte tutti. Non c’è niente da fare. Puoi essere il giovane regista di migliori speranze del mondo, arrivare sulle colline di L.A. con i propositi più limpidi, la voglia di cambiare il sistema dall'interno, ma non c’è niente da fare. Hollywood ti fotte, inevitabilmente.
Neill Blomkamp è un regista sudafricano di 34 anni che aveva esordito nel 2009 a soli 30 con il sorprendente
District 9, una pellicola fenomenale, innovativa, originale che io avevo venduto all’epoca come il futuro della fantascienza, alla faccia di tutti gli
Avatar che imperversavano all’epoca. Nonostante quanto dirò a proposito del suo nuovo Elysium, non avevo torto. Con quel suo miscuglio di sci-fi, azione, mockumentary e quant’altro, District 9 rappresentava qualcosa di nuovo, di fresco, che ha poi influenzato parecchia cinematografia recente, da
Monsters a
Chronicle e che a oggi rappresenta, secondo me, la cosa migliore successa al cinema di fantascienza degli ultimi anni.
Dopo un esordio tanto fortunato, apprezzato dalla critica ma in grado di generare anche incassi notevoli nonostante il budget low-budget, Blompkamp è stato arruolato dall’Hollywood camp, per giocare nella major league, con un sacco di dollari a disposizione, dai $30 milioni di District 9 ai $115 milioni per questo nuovo progetto, Elysium, oltre a un cast che può vantare due pezzi grossi come Matt Damon e Jodie Foster.
Jodie Foster nei panni dell’autoritaria e stronzetta politica Mara Carfagna style ci sta alla grande. Niente da dire su questo.
Sulla scelta di Matt Damon invece c’è parecchio da discutere. E allora apriamo il capitolo Matt Damon.
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"E tu chi ti credi di essere? Tu non sei del barrio!"
"Perché? Tu sì, Matt Damon???" |
CAPITOLO MATT DAMON
Il protagonista di Elysium si chiama Max Da Costa e dovrebbe essere un giovane latino americano che vive nel barrio di Los Angeles.
Allora: Matt Damon ha 43 anni. È uno splendido quarantenne, i suoi anni li porta benissimo, per carità, però perché continuano a dargli la parte del ragazzino? Non è un attore nuovo. È in circolazione da un sacco. Il pubblico lo sa benissimo che non è più un teenager. Eppure era già successo in
Dietro i candelabri, dove aveva la parte del giovinetto amante di Liberace/Michael Douglas, e qui capita di nuovo. Peeerché?
Sulla questione età comunque si può ancora chiudere un occhio. L’altra questione è che il protagonista si chiama Max Da Costa, il suo BFF è Diego Luna, vive in un quartiere di soli latino americani e quindi in teoria avrebbero dovuto prendere un attore latino o se non altro vagamente latineggiante. Che c’azzecca il biondo con gli occhi azzurri from Massachusetts Matt Damon con codesto Max Da Costa?
A questo punto, non so, perché non chiamare Clint Eastwood per interpretarlo?
Se sulla questione età si può chiudere un occhio, su questa gli occhi bisogna chiuderli tutti e due. Vabbè che Matt Damon l’hanno rasato per non far vedere che è biondo, ma diciamo che chi ha fatto il casting doveva essere matto per prendere Matt.
O probabilmente no. Il punto è che Hollywood fotte tutti. E Neill Blomkamp, se voleva realizzare un film ad alto budget, doveva per forza avere come protagonista una superstar. Visto che di star latine maschili al momento Hollywood non ne sfoggia tante, Antonio Banderas ormai è in fase calante, hanno dovuto accettare chi si è proposto, ovvero il pallido Matt Damon.
FINE DEL CAPITOLO MATT DAMON
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"Come sarebbe a dire che non avete dischi di Daddy Yankee o degli Aventura?
Io, da bravo latino americano quale sono, ascolto solo quella musica de mierda!" |
Matt Damon quindi come protagonista non funziona. Per niente. Anche perché avrà fatto pure la saga dello smemorato Jason Bourne, ma per me con il genere action non c’azzecca manco per sbaglio. Cannare totalmente il protagonista è un bel problema, però non è nemmeno l’unico del film. Passiamo a vedere la trama, una trama classica e già sentita per un film di fantascienza, comunque non priva di potenziale.
Nel 2154, la Terra è un posto sovrappopolatissimo e degradato. I ricconi del pianeta hanno allora deciso di espatriare su una stazione orbitante di lusso, Elysium. Laddove la Terra è una bettolaccia, Elysium è un hotel a 5 stelle. Tutte le persone più potenti, facoltose e importanti sono andate lì. Ci sono ad esempio Bill Gates, Paris Hilton, Oprah Winfrey, Lapo Elkann, Silvio Berlusconi che ha 118 anni ed è ancora vivo e parrucchinato. Gente così, che se la spassa in questa specie di Paradiso spaziale, mentre i poveracci stanno giù nell’Inferno terrestre.
Tra loro c’è come detto il giovane latino americano Max Da Costa alias il credibilissimo Matt Damon che un giorno, nella fabbrica in cui lavora, ha un incidente e viene esposto a delle radiazioni mortali. Gli restano solo 5 giorni di vita e l’unico modo per potersi salvare è andare su Elysium, dove c’è una cura per tutto e il “problema radiazioni” sarebbe facilmente risolto. Qui entra però in gioco il “problema espatrio”, visto che, come potete facilmente immaginare, raggiungere Elysium non è una cosa semplice. È un po’ come raggiungere Lampedusa senza morire in mare.
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"Voglio andare su Elysium a tutti i costi.
Mi hanno detto che ci sono un sacco di altri latini ricchi come me
e Miguel Bosé. E forse c'è pure J. Lo..." |
In cambio di un biglietto di sola andata per Elysium, Max accetta così una missione molto rischiosa, ovvero rubare dei dati nel cervello di un riccone che si trova sulla Terra. Per portarla a termine, viene trasformato in un ibrido umano-robotico cazzutissimo. Se la prima parte del film poteva ricordare certe pellicole sci-fi che andavano qualche decennio fa, come Atto di forza o Starship Troopers, a questo punto il film si trasforma nel solito action-supereroistico di oggi. In pratica, ‘nammerda.
Gli spunti sociali, politici e socio-politici presenti all’inizio, come lo scontro Ricchi VS Poveri, non vengono minimamente sviluppati ed Elysium diventa una pellicola fracassona, tutta effetti speciali e zero idee originali. Combattimenti, esplosioni, Matt Damon che fa il figo… Qualcuno si divertirà, per me è solo noia, noia, noia. Lo stile visivo di Neill Blompkamp, che nelle prime scene rimandava alla sua precedente hit District 9, si appiattisce e diventa anonimo. Si annulla del tutto. Era inevitabile. È così che vanno le cose, a Hollywood.
Prima di lui è successo a tanti altri, soprattutto in ambito fantascientifico, genere dove il budget riveste un ruolo fondamentale:
Andrew Niccol, passato dallo splendido Gattaca al commerciale
In Time;
Alex Proyas, autore dei gotici Il corvo e Dark City andato a fare una willsmitthata come Io, robot o una vaccata come
Segnali dal futuro;
M. Night Shyamalan autore dei grandiosi Il sesto senso e The Village finito a girare la bambinata
L’ultimo dominatore dell’aria e pure lui la willsmitthata
After Earth. E poi
Roland Emmerich…
Ah no, lui ha sempre e solo fatto film di merda.
Il sudafricano Neill Blomkamp partiva con le migliori intenzioni. Lo si vede, lo si intuisce dalle prime scene, girate con discreta personalità e accompagnate da una buona colonna sonora con influenze dubstep, nonostante sia facile immaginare come nell’anno 2154 la dubstep possa suonare superata quanto i canti gregoriani oggi. Ben presto però si vede Hollywood prendere il sopravvento sul regista e questo Elysium, dopo una buona partenza, diventa la peggio porcheria. Lo sviluppo della storia è prevedibile e banale e la conclusione è qualcosa di davvero terrificante.
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"¡Patria o muerte!" |
ATTENZIONE SPOILER
Il finale di Elysium è uno dei più ridicoli, ipocriti e idioti visti di recente.
Ridicolo, perché è alquanto inverosimile che il già di suo improbabile ragazzino latino americano Matt Damon, nonostante la corazza che gli appioppano addosso, da un giorno all’altro si trasformi in un supereroe che da solo salva l’intera umanità, manco fosse un incrocio tra Iron Man e Gesù Cristo.
È un finale ipocrita, perché Hollywood sceglie di proporci l’ennesima conclusione comunista quando sappiamo benissimo che, se mai dovessero fare un pianeta di lusso come Elysium, sarebbero loro i primi a trasferircisi sopra e a dire “Ciao ciao!” con la manina ai poveri comuni terrestri non privilegiati.
Ed è un finale idiota perché, se tutte le persone della sovraffollatissima Terra si trasferissero su Elysium, si scannerebbero per poter usare le strutture mediche e le altre risorse, non ci sarebbe spazio per tutti e nel giro di pochi giorni la piccola stazione orbitante si trasformerebbe in una seconda Terra, o anche peggio. D'altra parte dove le metti, tutte ‘ste persone?
Dopo un finale del genere, una tripla stronzata di finale del genere, potete quindi immaginare come sia stato mezz’ora almeno a mandare Matt Damon e Neill Blompkamp a quel paese. Quale paese? Elysium?
No, Esylium.
A pensarci bene comunque non è nemmeno troppa colpa loro. È Hollywood che fotte tutti.
(voto 5-/10)