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lunedì 24 settembre 2018

Dogman, il film premiato al Festival di Cane




Dogman
Regia: Matteo Garrone
Cast: Marcello Fonte, Edoardo Pesce, Francesco Acquaroli, Aniello Arena, Adamo Dionisi, Alida Baldari Calabria








giovedì 17 maggio 2018

Giù le mani dai nostri film






L'ospite della rubrica sulle uscite cinematografiche di questa settimana non è uno qualunque. È un certo...

Jean-Luc Godard!

Si tratta proprio del vero regista francese?
Ho il sospetto che non lo sia e sia solo un alias dietro al quale si cela il misterioso autore del blog rivelazione Il mondo perfetto.
Chiunque egli sia, scopriamo comunque cos'ha da dire sui film settimanali, insieme come al solito ai commenti miei e del mio blogger rivale Mr. James Ford.


Intro (breve) di Jean-Luc Godard: Frutto di un travaglio interno durato addirittura un quarto d'ora, ecco il mio giudizio critico sui film (ma per alcuni di questi è termine troppo generoso) in uscita.

Deadpool 2
"Oh mio Dio, l'ospite di oggi è Jean-Luc Godard!!!
Hey, un attimo... chi è Jean-Luc Godard?"

domenica 4 ottobre 2015

La noia delle noie - Boredom of Boredoms





Il racconto dei racconti - Tale of Tales
(Italia, Francia, UK 2015)
Regia: Matteo Garrone
Sceneggiatura: Edoardo Albinati, Ugo Chiti, Matteo Garrone, Massimo Gaudioso
Ispirato al libro: Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de peccerille di Giambattista Basile
Cast: Salma Hayek, Vincent Cassel, John C. Reilly, Toby Jones, Shirley Henderson, Hayley Carmichael, Bebe Cave, Jessie Cave, Stacy Martin, Christian Lees, Jonah Lees, Alba Rohrwacher, Massimo Ceccherini
Genere: (poco) da favola
Se ti piace guarda anche: Game of Thrones, Once Upon a Time, Il cacciatore di giganti

C'era una volta un regista dai tratti nordici, bello come un Dio, con i boccoli biondi e gli occhi azzurri.
Ehm, forse non proprio...

lunedì 25 maggio 2015

CANNES ED EUROVISION 2015: L'ITALIA CHE PERDE






Com'è finita al Festival di Cannes 2015 ormai lo sappiamo tutti. I tre moschettieri, il trio delle meraviglie, i Qui, Quo e Qua del cinema italiano Paolo Sorrentino, Nanni Moretti e Matteo Garrone non hanno vinto niente. Manco il premio per il miglior assistente in seconda, il miglior elettricista o il miglior stagista che porta i caffè sul set. Zero. È andata a finire come agli ultimi Mondiali: una disfatta totale.
In questo caso però non si parla di sport, bensì di arte. Qui si potrebbe aprire il dibattito sul fatto che anche alcuni calciatori possano essere considerati artisti, penso ad esempio a Zidane, ma lasciamo stare questo discorso. Sorrentino, Moretti e Garrone avranno altre occasioni per rifarsi. Non parlo della notte degli Oscar, bensì di quando i loro film passeranno al prestigiosissimo giudizio di Pensieri Cannibali.

giovedì 16 aprile 2015

UN FESTIVAL PIENO DI ITALIANI E NON È SANREMO, MA CANNES





È stato annunciato poco fa il programma del Festival di Cannes 2015 e gli appassionati di cinema, ma soprattutto chi non ha niente di meglio da fare come il sottoscritto, sono qui a commentarlo apposta per voi. La lista di autori in lizza quest'anno per la Palma d'Oro è davvero impressionante e ci sono un sacco di pellicole dal potenziale esplosivo. L'edizione 2015, che si terrà dal 13 al 24 maggio, sembra proseguire il trend positivo del cinema italiano che, al di là delle commediole commerciali che affollano le nostre sale ogni settimana, tra festival e premiazioni varie non se la sta passando troppo male. Quest'anno a Cannes saranno ben tre gli italiani che si contenderanno la vittoria nella selezione principale del Concorso, cosa che non accadeva dai tempi in cui Berlusconi NON aveva i capelli, ovvero una ventina d'anni.

sabato 9 febbraio 2013

REALITY SCIO’

Reality
(Italia, Francia 2012)
Regia: Matteo Garrone
Sceneggiatura: Ugo Chiti, Maurizio Braucci, Matteo Garrone, Massimo Gaudioso
Cast: Aniello Arena, Loredana Simioli, Raffaele Ferrante, Nando Paone, Claudia Gerini, Nello Iorio, Paola Minaccioni, Ciro Petrone
Genere: neoreality
Se ti piace guarda anche: Videocracy - Basta apparire, American Dreamz, God Bless America

Il Grande Fratello ti manda in pappa il cervello.
Su questo semplice assunto è basato Reality, l’ultimo film di Matteo Garrone.
Grazie Mattè, se non c’eri te mica lo sapevamo!

"Il mio uomo deve averlo grosso così!
Ma cosa avete capito? Intendo il cervello..."
Scherzi a parte, tanto per citare un altro programmone entrato nella storiona della televisionona italianona, Reality è una pellicola interessante. A me non piacciono i Reality, ma Reality mi è piaciuto. Abbastanza. Sì, più della gran parte dei film italiani visti negli ultimi mesi/anni. Il suo limite, come anticipato, è che non ci dice niente di nuovo. Viviamo nel presente, viviamo in Italia, sappiamo com’è la situazione. Nemmeno solo in Italia, visto che la reality-mania è una malattia che si è diffusa in tutti o quasi i paesi occidentali o se non altro nei paesi telecentrici. Un male che oggi non si è esaurito del tutto, ma si è semmai tramutato verso una forma più leggera. Il talent-show. I talent-show in linea di massima sono delle discrete porcherie, come o quasi come i reality. Se non altro, almeno nei talent uno deve saper fare qualcosa. Che poi questo saper fare qualcosa corrisponda a far vocalizzi fastidiosi alla Laura Pausini non mi sembra un gran talent, però oh, bisogna accontentarsi. E poi proprio ieri la Pausini è diventata mamma, e quindi non mi va di attaccarla troppo. La lascio tranquilla. Per ora.
Nei reality alla Grande Fratello non è invece richiesto saper fare qualcosa. Anzi, meno sai fare, e meno sai in generale, più probabilità hai di essere preso e diventare un personaggio. I reality sono l’esaltazione dell’uomo medio. Se Nietzsche proponeva la figura del Superuomo, il Grande Fratello propone la figura del medioman. Bella merda. Oppure no?
Secondo la concezione grandefratelliana, chiunque può diventare famoso, da un momento all’altro. Perché? Così, per essere se stessi. Cosa c’è di più democratico di ciò?
I 15 minuti di popolarità predetti dall'oracolo Andy Warhol nel 1968 sono diventati negli Anni Zero un vero e proprio stimolo esistenziale. Obiettivo nella vita: diventare famosi. Famosi non per una capacità particolare. Solo per essere. Solo per apparire. Paris Hilton. Devo dire altro?
Tematiche che sono ancora attuali, sebbene leggermente passate di moda. Ebbene sì, anche la tematica della popolarità sfuggente da reality-show ha vissuto i suoi 15 minuti di gloria e ora è un po’ agli sgoccioli. Quasi fuori tempo massimo, ma non ancora del tutto, arriva quindi questo Reality di Matteo Garrone, fotografia perfetta dell’Italia degli ultimi 10 e passa anni.

Era il 14 dicembre 2000 quando iniziava la prima edizione italiana del Grande Fratello, condotta da Daria Bignardi, l’edizione con Pietro Taricone, Marina La gatta morta La Rosa, Sergio “Ottusangolo” Volpini e vinta poi da tale Cristina Plevani che i più ricorderanno per le sveltine col Taricone. Da allora, il programma ha tristemente segnato l’immaginario collettivo nostrano. Più che una semplice trasmissione è diventata una filosofia esistenziale, un obiettivo per molti da raggiungere. Una volta il sogno era quello di diventare attore, scrittore, astronauta, pilota di formula 1, calciatore magari. Negli Anni Zero l’Italian Dream numero 1 è diventato quello di entrare nella casa del GF. La cosa forse più triste tra tutte dell'epopea di questo programma è stata vedere Cinecittà trasformata da Hollywood de ‘noantri a casa del GF. La cosa più divertente invece è stata Mai dire Grande Fratello.



Anni dopo, lentamente, le cose sono cambiate. Qualcuno dei concorrenti di quell’edizione ha lasciato questo mondo, qualcun altro è semplicemente sparito nel nulla, qualcun altro è tornato da dove era arrivato, qualcun altro chissenefrega e la dodicesima edizione, quella del 2012, si è rivelata un floppone di proporzioni clamorose e potrebbe anche essere l’ultima. Almeno per ora. Tanto che nel 2013, se tutto va bene, se iddio vuole, non avremo grandi fratelli tra i piedi!
Spero solo di non averlo gridato troppo in fretta.

"Te lo confesso, Grande Fratello: Pensieri Cannibali è 'na strunzata!"
Fosse uscito quindi qualche anno fa, Reality sarebbe stato IL Film. Lo specchio riflesso dark dei nostri tempi. Un po’ quello che fa la serie Black Mirror nel Regno Unito (la seconda stagione parte lunedì 11 febbraio). Però è arrivato nel 2012. Io addirittura con ulteriore ritardo l’ho recuperato solo ora nel 2013. Reality racconta quindi una Storia che è già passata. Una favola.
Il film si apre proprio con una piano sequenza da favola. In quel di Napoli si celebra un matrimonio spettacolare, con tanto di sposi in carrozza e tanto di super ospite, Enzo del Grande Fratello, figura che poi diventerà ricorrente, guest-star prezzemolino di qualunque evento sociale, dalle selezioni del GF al centro commerciale fino all’immancabile presenza timbrata in disco.
Luciano (Aniello Arena, in certe inquadrature parecchio simile ad Al Pacino) è un pescivendolo sposato e con figli e sogna di diventare come lui. Sogna di diventare “Luciano del Grande Fratello”. Quando si dice avere obiettivi importanti nella vita.

Matteo Garrone gira con respiro internazionale un film sulla realtà nazionale. Io pensavo: “Oh, finalmente mi guardo un film italiano, senza bisogno di sottotitoli o di doppiaggio. Me lo posso godere così, senza filtri. Come l’ha pensato il suo autore. Capendoci tutto, parola per parola.”
Peccato che nunn’aggio capito ‘nu cazzo. Alcuni dialoghi sono in dialetto stretto napoletano e quindi non è che siano di facile comprensione, tanto che ho cercato sottotitoli in italiano, o persino in inglese per capirci qualcosa di più, ma niente. Al di là della difficoltà per qualche dialogo, soprattutto all’inizio, il film è comunque pienamente fruibile (o quasi) nella sua totalità, e c’è cinematograficamente di che godere nei movimenti di macchina di un Garrone che guarda oltre l’osannato quanto discusso Gomorra ed è un regista sempre più bravo. Da puro incanto poi le splendide musiche composte dal francese Alexandre Desplat, ormai sempre più il numero 1 delle soundtrack mondiali e qui autore di un qualcosa davvero da lacrime, in grado di ricordare il migliore Nino Rota al servizio di Fellini.



"Luciano, ti posso truccare fino a domani, ma non somiglierai mai alla Fico."
Laddove il film funziona meno è nell’evoluzione della vicenda.
ATTENZIONE SPOILERINO
L’ossessione del protagonista nei confronti del Grande Fratello (qui condotto da una Claudia Gerini che fa l’Alessia Marcuzzi di turno, ma senza il bifidus) diventa sempre più profonda e maniacale, al punto da cadere nell’assurdo e sfiorare il ridicolo. Il film non riesce però a proporre una riflessione davvero nuova sugli argomenti che abbiamo sviscerato nell’apertura di post.
FINE SPOILERINO

È la società dell’apparire. È la cultura del Grande Fratello. Tutto è già stato detto, in proposito. Colpa di una sceneggiatura che pur partendo da ottimi spunti non si evolve in qualcosa di davvero efficace. Le sceneggiature d’altra parte sono il tallone d’Achille della gran parte delle produzioni italiane. Di grandi sceneggiatori non ce ne sono molti in giro per il Bel (?) Paese, sarà perché dalle nostre parti non è vista come una figura professionale vera e propria. C’è quasi sempre il regista o l'attore che si improvvisa anche sceneggiatore. Non sempre lo fa altrettanto bene.
A guardare il lato positivo, abbiamo comunque un grande Garrone che ci propone una (anti)favola moderna con uno stile suo, personale. Uno stile che non è neorealista, ma che semmai potremmo definire neoreality. E allora vuol dire che c’è ancora speranza, per il cinema italiano. Mai arrendersi. Never give up.
(voto 7+/10)



domenica 27 maggio 2012

I vincitori del Trofeo Birra Nanni Moretti anche noto come Cannes 2012

Festival di Cannes 2012, sono arrivati i verdetti.
Si è espressa la giuria presieduta quest’anno da Nanni Moretti e composta anche dall’idolo scozzese Ewan McGregor, dalla bonazza crucca Diane Kruger, dal regista Usa più o meno indie Alexander Payne, dal fashionista Jean-Paul Gaultier, dall’attrice francese Emmanuelle Devos, dall’attrice israeliana Hiam Abbass, dalla regista UK Andrea Arnold e dallo sconosciuto (scherzo, è famosissimo, oooh) regista haitiano Raoul Peck.
Ma chi ha vinto?

Palma d'Oro
Amour di Michael Haneke

Grand Prix Speciale della Giuria
Reality di Matteo Garrone

Miglior regista
Carlos Reygadas, Post Tenebras Lux

Miglior attore
Mads Mikkelsen, The Hunt

Migliori attrici
Cosmina Stratan e Cristina Flutur, Beyond The Hills

Miglior sceneggiatura
Cristian Mungiu, Beyond The Hills

Premio della Giuria
The Angels' Share di Ken Loach

Sezione Un Certain Regard (giuria presieduta da Tim Roth)
Miglior film
Después de Lucia di Michel Franco

Premio Speciale della Giuria
Le Grand Soir di Benoit Delepine e Gustave Kervern

Migliori attrici (non è stato premiato nessun attore uomo)
Suzanne Clement, Laurence Anyways e Emilie Dequenne, A perdre la raison

Menzione Speciale
Children of Sarajevo, Aida Begic


Camera d’Or per l'opera prima
Beasts of the Southern Wild di Benh Zeitlin

Premio della settimana della critica
Here and There, directed by Antonio Mendez Esparza



Nanni Moretti ha deciso di premiare Amour dell'austriaco Michael Haneke, già vincitore nel 2009 con lo straordinario Il nastro bianco. Regista che era già il grande favorito dei bookmakers e che di certo il Nanni ha sempre apprezzato parecchio, si veda il beffardo finale di Habemus Papam che io ho trovato molto hanekiano.
Il Nanni ha poi fatto lo sgarro, anzi lo sGarrone agli americani, sbarcati in Normandia sulla Costa Azzurra con forze ingenti, grandi registi, splendidi interpreti, eppure rimasti clamorosamente a bocca asciutta.
Il Nanni ha invece preferito premiare la Romania di Cristian Mungiu e delle due protagoniste del suo film, il Messico di Carlos Reygadas, la Danimarca di Mads Mikkelsen nella pellicola di Thomas Vinterberg, l'Inghilterra di Ken Loach e naturalmente... l'Italia di Matteo Garrone.
Un premio nazionalista che sa di inciucio?
Il verdetto cannibale arriverà solo dopo la visione dei films in concorso, comunque, a scatola chiusa, direi che una vittoria di Haneke ci sta sempre bene.

Per chiudere, la top 10 dei film passati a Cannes che attendo con maggiore curiosità.

10. The Paperboy
Il regista di Precious, Zac Efron che per la prima volta abbandona i balletti di High School Musical e le tragedie amorose dei film tratti da Nicholas Sparks, Nicole Kidman in versione porca...


9. Reality
Dopo Gomorra, Matteo Garrone e i sogni da reality-show...
Prima di preoccuparvi, vi informo che Alessia Marcuzzi NON fa parte del cast.


8. Io e te
Ci sono stati 12 minuti d'applausi al termine della proiezione del nuovo film di Bertolucci, presentato fuori concorso.
Meritati, o sarà stata la solita esaltazione da festival e quando arriverà nelle sale "normali" pioveranno 12 minuti di pernacchie?


"David, guarda che tutte quelle
ragazzine emo sono qui per te!"
7. Cosmopolis
Sta già dividendo parecchio, il nuovo film di David Cronenberg con Robert Pattinson.
Dopo quell'orrore di A Dangerous Method, a bordo di una limo il divin regista avrà ritrovato la diritta via smarrita?
Ultim'ora Ansia: dopo la consegna del premio di miglior attore, le fan di Pattinson twi-hards inferocite pare abbiano trasformato per davvero Mads Mikkelsen in One Eye.


Baaacio! Baaacio! Baaacio!
6. Lawless
Il regista di The Road alle prese con un cast della madocina: Tom (twi)Hardy, Sciaia LaBeouf, Mia Vaginowska, Guy Piercing, Gary Vecchiouomo, Jessica "Santa Subito" Chastain...


"Reese, siamo a Cannes da manco 24 ore e t'ho già messa incinta.
E poi c'è qualcuno che mi chiama McConaugay..."
5. Mud
Il nuovo film di Jeff Nichols, l'autore di quella meraviglia di Take Shelter. Si sarà confermato all'altezza del precedente o meriterà di essere spazzato via da un uragano?


"Pattinson, dì addio alla tua limo!"
4. Holy Motors
Il francese Leos Carax sembra abbia fatto il film più delirante e, forse, geniale, di Cannes 2012...
Tra echi di Lynch e Kubrick, c'è pure Kylie Minogue in versione attrice!
Già destinato a essere considerato senza messe misure un capolavoro o una porcata.


"Sei la vecchina del castello errante di Howl?"
3. Amour
Michael Haneke alle prese con una storia d'amore o meglio d'amour. Cosa diavolo succederà?
Per intanto s'è beccato la Palma d'Oro.
Bravò!


2. Laurence Anyways
Dopo lo stu-pen-do Les amours imaginaires, il giovanissimo fenomeno Xavier Dolan è atteso alla conferma.
La protagonista Suzanne Clément s'è cuccata il premio di miglior attrice (a pari merito con Emilie Dequenne per "À perdre la raison") nella categoria Un Certain Regard e il trailer promette faville...


"Dove minchia è, Cannes?"
1. Moonrise Kingdom
Wes Anderson mi è sempre piaciuto, però ho anche sempre avuto l'impressione che il suo vero capolavoro debba ancora tirarlo fuori. Sarà questo?


"Le opinioni cannibali? Bah!"
Fuori classifica: The Master di Paul Thomas Anderson.
Il film (vagamente?) ispirato a Scientology del regista di Magnolia e Il petroliere non era in Concorso a Cannes, ma sulla Croisette ne sono stati comunque presentati alcuni minuti, ben 4, più il teaser trailer. Eccolo qui.
Sento puzza di filmone. Oppure mi sta prendendo fuoco la casa?

venerdì 20 aprile 2012

Un gran can Can(nes)

È uscito il menu del Festival di Cannes 2012, che si terrà dal 16 al 27 maggio.
Ricco, abbondante, gustoso, godurioso… si preannuncia una bella abbuffata di gran cinema, anche se ripetere l’edizione dell’anno scorso sarà davvero dura. Nel 2011 sono passati in rassegna in pratica tutti i grandi film dell’annata, dalla meritata Palma d’Oro The Tree of Life al premio Oscar The Artist, dal cult Drive all’ottimo Polisse fino ad arrivare al controverso Melancholia, con tanto di Lars Von Trier show e cartellino rosso sventolatogli dall’organizzazione.
Quest’anno il Festival riuscirà a essere all’altezza di un’edizione così pazzesca?
Difficile, però gli spunti interessanti non mancheranno.
A partire dall’apertura con il nuovo di Wes AndersonMoonrise Kingdom, che fin dal trailer promette di essere un gioiellino.


Attesa enorme per il nuovo film del sempre sorprendente Michael Haneke dopo quel capolavoro de Il nastro bianco. Questa volta presenta Amour (Love). Che titolo scontato, penserà qualcuno. Considerando però il gran bastardo che è Haneke, difficilmente si rivelerà una pellicola tutta orsetti e cuoricini…

Visto il grande periodo di forma del cinema francese, attenzione a De rouille et d’os con Marion Cotillard, al nuovo del quasi 90enne Alain Resnais e a Holy Motors con Eva Mendes e Kylie Minogue (!).


Tra gli ammericani, quello su cui punto di più è Jeff Nichols, il regista del fantasmagorico Take Shelter che adesso propone il suo nuovo Mud con Reese Witherspoon, Matthew McCounaghey e il suo attore feticcio Michael Shannon.
Lee Daniels ritorna dopo Precious con The Paperboy: cast molto variegato (Zac Efron, Nicole Kidman, Matthew McCounaghey, John Cusack) e risultato che è una grande incognita.
Il neozelandese “fordiano” Andrew Dominik dopo Chopper e L’assassinio di Jesse James torna con Killing Them Softly, supercast annesso (Brad Pitt + Casey Affleck + Sam Rockwell + Javier Bardem + Mark Ruffalo).
Super mega cast esagerato pure per John Hillcoat, il regista di The Road. Per il suo Lawless, sceneggiato da Nick Cave, ci sono solo: Tom Hardy, Jessica Chastain, Shia LaBeouf, Gary Oldman, Guy Pearce e Mia Wasikowska…
E poi ancora ci sono il danese Thomas Vinterberg (in conferenza stampa farà il Von Trier della situazione?), l’inglese Ken Loach, l’iraniano Abbas Kiarostami, il rumeno Cristian Mungiu, il messicano Carlos Reygadas, ecc. ecc.

E l’Italia? L’Italia? L’Italia?
Di Italia in Concorso non ce ne sarà tantissima, d’altra parte il momento per il nostro cinema è catatonico, però un titolo ci sarà: Reality, il nuovo di Matteo Garrone di rientro dopo Gomorra. La sua riflessione particolare sul grande sogno di partecipare al Grande Fratello si rivelerà interessante oppure adesso, con i reality-show che ormai stanno messi peggio del cinema italiano, arriva fuori tempo massimo?
Fuori concorso tornano pure Bernardo Bertolucci a quasi una decade dall’ultimo The Dreamers con l’adolescenziale Io e te e Dario Argento: il suo Dracula 3D promette di far tremare sì, però questa volta non per la paura…
Comunque vada, e mi sa che con Dracula 3D andrà veramente male, vedi trailer) a tenere alta la bandiera italiana ci penserà almeno il Nanni Moretti presidente di giuria.


E poi, che altro ci sarà?
La coppia di Twilight che scoppia? Kristen Stewart e Robert Pattinson saranno infatti in gara uno contro l’altro: lei in On the Road, l’atteso quanto pericoloso adattamento del libro cult di Jack Kerouac, lui invece è all’esordio con il cinema d’autore in Cosmopolis di David Cronenberg.
David Cronenberg? Figata!
Sì, peccato che l’ultimo atroce A Dangerous Method abbia dimostrato che pure lui può cadere in basso. Molto in basso. Però Cosmopolis, almeno dal trailer, sembra un ritorno a dimensioni eXistenZiali a lui più consone rispetto alle analisi anal-freudiane.
Speriamo bene...



Oltre al concorso principale, attenzione anche alla sezione A Certain Regaird, dove debutterà con Antiviral Brandon Cronenberg, proprio il figlioletto (raccomandato) di David.
Tra i film della rassegna parallela A Certain Regaird, il nome su cui punto tutti i miei franchi (lo so che non ci sono più, però io li punto lo stesso) comunque è Xavier Dolan, giovane fenomeno canadese autore dello splendido Les Amours Imaginaires e che ora presenta Laurence Anyways.


Di seguito, giusto per fare i siti di cinema seri e completi, l’elenco con tutti i film presentati. In attesa di qualche sorpresa e aggiunta dell’ultimo minuto. The Master di Paul Thomas Anderson, per esempio?

Concorso
Moonrise Kingdom (Dir. Wes Anderson)
De Rouille et d’Os (Dir. Jacques Audiard)
Holy Motors (Dir. Leos Carax)
Cosmopolis (Dir. David Cronenberg)
The Paperboy (Dir. Lee Daniels)
Killing Them Softly (Dir. Andrew Dominik)
Reality (Dir. Matteo Garrone)
Amour (Love) (Dir. Michael Haneke)
Lawless (Dir. John Hillcoat)
Da-Reun Na-Ra-e-Suh (In Another Country) (Dir. Hong Sangsoo)
Do-Nui Mat (The Taste of Money) (Dir. Im Sang-soo)
Like Someone in Love (Dir. Abbas Kiarostami)
The Angels’ Share (Dir. Ken Loach)
V Tumane (In the Fog) (Dir. Sergei Loznitsa)
Beyond the Hills (Dir. Cristian Mungiu)
Baad el Mawkeaa (After the Battle) (Dir. Yousry Nasrallah)
Mud (Dir. Jeff Nichols)
Vous n’avez encore rien vu (Dir. Alain Resnais)
Post Tenebras Lux (Dir. Carlos Reygadas)
On the Road (Sur la Route) (Dir. Walter Salles)
Paradies: Liebe (Paradise: Love) (Dir. Ulrich Seidl)
Jagten (The Hunt) (Dir. Thomas Vinterberg)

Un Certain Regard
Miss Lovely (Dir. Ashim Ahluwalia)
La Playa (Dir. Juan Andrés Arango)
Les Chevaux de Dieu (God’s Horses) (Dir. Nabil Ayouch)
Trois Monde (Dir. Catherine Corsini)
Antiviral (Dir. Brandon Cronenberg)
7 Dias en la Habana (Dir. Benicio Del Toro, Pablo Trapero, Julio Medem, Elia Suleiman, Juan Carlos Tabio, Gaspard Noé, and Laurent Cantet)
Le Grand Soir (Dir. Benoit Delépine and Gustave Kervern)
Laurence Anyways (Dir. Xavier Dolan)
Después de Lucia (Dir. Michel Franco)
Aimer à perdre la raison (Dir. Joachim Lafosse)
Student (Dir. Darezhan Omirbayev)
La Pirogue (The Pirogue) (Dir. Moussa Toure)
Elefante Blanco (White Elephant) (Dir. Pablo Trapero)
Confession of a Child of the Century (Dir. Sylvie Verheyde)
Mystery (Dir. You Le)
Beasts of the Southern Wild (Dir. Benh Zeitlin)

Fuori concorso
Thérèse Desqueyroux (Dir. Claude Miller)
Io e Te (Me and You) (Dir. Bernardo Bertolucci)
Madagascar 3: Europe’s Most Wanted (Dir. Eric Darnell and Tom McGrath)
Hemingway & Gellhorn (Dir. Philip Kaufman)

Proiezioni di mezzanotte
Dario Argento’s Dracula (Dir. Dario Argento)
Ai to Makoto (Dir. Takashi Miike)

65th Birthday
Une journée particulière (Dir. Gilles Jacob and Samuel Faure)

Proiezioni speciali
Der Müll im Garten Eden (Polluting Paradise) (Dir. Fatih Akin)
Roman Polanski: A Film Memoir (Dir. Laurent Bouzereau)
The Central Park Five (Dir. Ken Burns, Sarah Burns, and David McMahon)
Les Invisibles (Dir. Sébastien Lifshitz)
Journal de France (Dir. Claudine Nougaret and Raymond Depardon)
A Musica Segundo Tom Jobim (Dir. Nelson Pereira dos Santos)
Villegas (Dir. Gonzalo Tobal)
Mekong Hotel (Dir. Apichatpong Weerasethakul)

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