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martedì 3 dicembre 2013

C’ERA UNA VOLTA UN’ESTATE, IL FILM PIU’ FUORI STAGIONE DELLA STAGIONE




C’era una volta un’estate
(USA 2013)
Titolo originale: The Way Way Back
Regia: Nat Faxon, Jim Rash
Sceneggiatura: Nat Faxon, Jim Rash
Cast: Liam James, AnnaSophia Robb, Steve Carell, Toni Collette, Sam Rockwell, Maya Rudolph, Allison Janney, Rob Corddry, Amanda Peet, River Alexander, Zoe Levin, Nat Faxon, Jim Rash
Genere: estivo
Se ti piace guarda anche: Adventureland, Camp, Dirty Dancing

C’era una volta un’estate è una storia di formazione giovanile estiva che in qualche modo mi ha ricordato Dirty Dancing. Un Dirty Dancing senza le cazzo di scene di danza, diciamo. Anzi, una scenetta di ballo c’è pure qui, però è piuttosto simpatica. Per il resto ci sono parecchie differenze: in questo caso il protagonista è un ragazzino, ha una mezza storiella romantica ma niente di paragonabile alla travolgente passione di Baby per Patrick Swayze, non siamo negli anni Sessanta bensì nel presente e insomma adesso che ci penso i due film non hanno quasi niente in comune.
E allora perché mai mi ha ricordato Dirty Dancing?
Perché il protagonista, proprio come Baby, vive un’estate che è “the time of his life”.



Avete capito bene, questo è un film estivo e quei furboni della distribuzione italiana hanno deciso di farlo arrivare nei nostri cinema in questi giorni, in concomitanza con l’arrivo del grande freddo e a ridosso del Natale.
Peeerché?
Ma cosa c’è, dentro il loro cervello?
Se già io c’ho le scimmie urlatrici, loro cos’hanno?
Tra l’altro i furboni, giusto per farsi ulteriormente del male, hanno deciso di sottolineare come fosse un film di ambientazione estiva trasformando il titolo originale The Way Way Back in C’era una volta un’estate.
Vorrei davvero sapere cosa passa nella mente di un titolista o di qualcuno che si occupa della distribuzione cinematografica nel nostro paese in certi momenti. Davvero non ne ho idea… Prima di prendere certe decisioni, gli passerà tutta la loro vita davanti agli occhi?

Fatto sta che avrei potuto aspettare la prossima estate per guardarlo, ma non ce l’ho fatta e me lo sono visto in una fredda, gelida serata di novembre e mi è anche piaciucchiato abbastanza, però so che avrebbe reso al massimo nel periodo più caldo dell’anno che no, direi proprio che non è questo. Odio guardare i films fuori dalla loro stagione naturale ma che volete farci, mi sono fatto contagiare dai dettami della schizofrenica industria cinematografica nazionale.
Vabbè, vogliamo parlare del film, oppure no?

No, cazzeggiamo ancora un po’, che tanto anche la pellicola è parecchio giocata sul cazzeggio. Tra le altre cose viene trattato un argomento ostico come quello del divorzio e della reazione di un ragazzo al disgregarsi della propria famiglia, però il tutto è condotto con toni leggeri e senza scadere mai nel pesante o nel patetico. È un film estivo. Non una commedia goliardica sboccata, quanto una pellicola intimista e dal lieve tocco indie, ma è pur sempre un film estivo, quindi molto sciallato.
La regia d’esordio dell’accoppiata di attori comici formata da Nat Faxon e Jim Rash non si nota in maniera particolare e anche la sceneggiatura, firmata sempre da loro due, non ha trovate così geniali o originali. La pellicola va venire alla mente parecchi altri film estivi, al di là di Dirty Dancing, e soprattutto ricorda molto da vicino Adventureland, gioiellino di Greg Mottola con Jesse Eisenberg e Kristen Stewart. Anche qui abbiamo un ragazzino timido e introverso che vivrà l’estate della sua vita lavorando in un parco acquatico (laddove in Adventureland era un luna park senza acqua) e anche qui abbiamo qualche problema famigliare e qualche lieve risvolto sentimentaleggiante, ma niente di troppo smielato.

La cosa che fa breccia nel cuoricino di noi spettatori sensibili è allora l'avvicinarsi della pellicola al suo protagonista (il giovane Liam James già visto nella serie The Killing, dov’è il figlio della Linden) in maniera delicata, senza forzare mai la mano. Con grande calma di fa fare conoscenza di questo giovanotto insicuro che si trova a dover fare i conti con il nuovo compagno della madre (Toni Collette, qui alle prese con il ruolo per lei anormale di una persona normale). Nuovo compagno interpretato da uno Steve Carell mai tanto stronzo. Ruolo in cui è parecchio convincente. A me non sta simpaticissimo, Steve Carell, e quando fa i ruoli da buono non mi ha mai convinto granché e ora ho capito perché: deve fare il villain. È quella la sua vocazione.

"Ti tengo d'occhio, Cannibal."

Tutto il cast comunque è piuttosto convincente, da un Sam Rockwell che resta sempre sottoutilizzato dal cinema che conta, passando a una scatenata alcolizzata Allison Janney, ora come ora super impegnata in tv in Masters of Sex e nella sitcom Mom, fino alla sempre adorabile e cariiiiiiiinissima AnnaSophia Robb, la giovane Carrie Bradshaw di The Carrie Diaries, nonché mai dimenticata protagonista femminile di Un ponte per Terabithia, gioiellino di film che io l♥vv♥ troppo.

E poi?
Poi basta. È un film gradevole come un bel bicchiere di tè freddo. Potete guardarlo adesso e non è male, almeno se ve lo sorseggiate nel calduccio di casuccia vostra con il caminetto acceso e delle babbucce da bimbiminkia ai piedi. Però devo avvertirvi che mette addosso una gran malinconia, per l’estate ormai decisamente alle spalle e per quel periodo in cui avevi 14 anni e tutto ti sembrava più importante, intenso e nuovo di adesso. Il secondo avvertimento è che ho l’impressione che questo film visto d’estate sia ancora meglio. Quindi per una volta vi consiglio di non fare come me. Meglio aspettare qualche mese, per godervelo di più. Mai dare retta alla distribuzione italiana.
(voto 6+/10)



sabato 23 novembre 2013

UN WEEKEND DA BAMBOCCIONI 2, IL RUTTO-STARNUTO-SCOREGGIA MOVIE




Un weekend da bamboccioni 2
(USA 2013)
Titolo originale: Grown Ups 2
Regia: Dennis Dugan
Sceneggiatura: Fred Wolf, Adam Sandler, Tim Herlihy
Cast: Adam Sandler, Kevin James, Chris Rock, David Spade, Salma Hayek, Maria Bello, Maya Rudolph, Taylor Lautner, Milo Ventimiglia, Jake Goldberg, China Anne McClain, Steve Buscemi, Cheri Oteri, Nick Swardson, Jon Lovitz, Shaquille O’Neal, Tim Meadows, Oliver Hudson, Allen Covert, April Rose, Aly Michalka, Erin Heatherton, Andy Samberg, Steve Austin, Kamil McFadden
Genere: bamboccione
Se ti piace guarda anche: Un weekend da bamboccioni, Questi sono i 40, Indovina perché ti odio, Vacanze di Natale

Ma che bel film, Un weekend da bamboccioni 2!
Ok, questa era una battuta e magari non era un granché ma è comunque meglio di molti siparietti comici che troverete dentro la pellicola.
Un weekend da bamboccioni 2 più che un film è una farsa.
Cosa ridete? Questa non era una battuta. Nel primo episodio a fare da collante alle vicende dei protagonisti c’era se non altro il pretesto di far ritrovare dei vecchi amici di infanzia in occasione della morte del loro vecchio coach di basket. Espediente classico che ha generato varie perle, dal classico Il grande freddo alla versione italiana verdoniana Compagni di scuola (che io personalmente preferisco al suo "collega" americano). Il livello in questo caso è più basso.
Molto più basso.
Ancora più basso di quanto potreste immaginare.

"Cosa sono queste poltrone vuote?
Sono tutti andati a vedere il film con Checco Zalone?"
Il secondo capitolo di Un weekend da bamboccioni non è più nemmeno ambientato durante un weekend, ragion per cui il solito titolo idiota italiano, più idiota ancora della stessa pellicola intitolata Grown Ups, si è ritorto contro i suoi geniali creatori. Un weekend da bamboccioni 2 non si svolge in un weekend e i tizi protagonisti non sono nemmeno catalogabili come bamboccioni nel senso che il compianto (ma da chi?) Padoa-Schioppa aveva dato al termine, visto che sì, sono un pochino immaturi, un pochino tanto immaturi, ma sono tutti o quasi sposati e con figli e con un lavoro più o meno fisso.
Se nel primo episodio gli amici protagonisti erano cinque, adesso sono rimasti quattro amici al bar, forse per far contento Gino Paoli. Dov’è finito Rob Schneider?
Boh, non ho un gran ricordo del primo film, ma non mi pare che morisse…
Scomparso non si sa bene per quale motivo ma senza grossi rimpianti Schneider, a essere rimasti ci sono il sempre mitico Adam Sandler, il sempre poco divertente Kevin James, l’uomo zerbino Chris Rock e il cazzaro e più bamboccione di tutti David Spade.

Come detto, qui non è che ci sia una vera e propria trama. Rivediamo i cinque, pardon quattro amici alle prese con la vita di tutti i giorni. Siamo dalle parti di Questi sono i 40, solo che questi sceneggiatori non sono Judd Apatow e hanno messo insieme una serie di sketch e battutacce poco divertenti. Vediamo i protagonisti impegnati con i figli, con le mogli/compagne, con il lavoro (poco), il tutto per arrivare alla festa del finale. Un grosso party a tematica anni ’80. Perché?
Fondamentalmente perché, e se conoscete la sua filmografia come me che sono un suo mezzo fan, saprete bene che Adam Sandler è uno degli attori hollywoodiani più fissati con quel decennio in circolazione. L’unica che può competere con lui è Drew Barrymore, con cui non a caso ha girato Prima o poi me lo sposo e 50 volte il primo bacio, due film in qualche modo legati agli 80s, in particolare il primo. E, attenzione fans della coppia Sandler + Barrymore e quindi degli anni ottanta, ocio che i due stanno preparando un nuovo film insieme!

"Siete del Team Edward? Filate subito fuori di qui!"
Tra una serie di scontri generazionali con la confraternita capitanata dal lupetto di Twilight Taylor Lautner, qui nelle verosimili vesti di un idiota totale, la comparsata di qualche figona come Aly MichalkaApril Rose ed Erin Heatherton e un’apparizione tragica dell’ex cestista Shaquille O’Neal, Un weekend da bamboccioni 2 nella parte conclusiva fa quindi un tuffo dentro gli 80s, con i protagonisti vestiti come vari personaggi trash del decennio e l’arrivo dell’ex wrestler Steve Austin che farebbe la felicità del mio blogger rivale MrFord, se solo vedesse questo film e non credo lo farà mai, considerando che è troppo uno snob radical-chic.
Nonostante abbia una trama inesistente, sia girato da cani e come film faccia sostanzialmente schifo, ma schifo forte, devo dire che qualche risata Grown Ups 2 me l’ha tirata fuori. Me ne vergogno, ridere guardando questo film è un po’ come ridere di fronte a una persona che si caga addosso, come capita nel seguente video, ma è difficile non farlo.



Se per film come i vari Vacanze di Natale o Un weekend da bamboccioni, che ne è un po’ una versione americana, può essere valida la definizione di “scoreggia movie”, Un weekend da bamboccioni 2 alza il tiro: questo è un “rutto-starnuto-scoreggia movie” e, se avete il coraggio di vedere il video qui sotto, capirete perché si merita una definizione del genere…
(voto 4/10)



"Siete proprio sicuri di non voler vedere questo film?"

lunedì 26 settembre 2011

Damigelle porcelle

Le amiche della sposa
(USA 2011)
Titolo originale: Bridesmaids
Regia: Paul Feig
Cast: Kristen Wiig, Maya Rudolph, Rose Byrne, Melissa McCarthy, Wendi McLendon-Covey, Ellie Kemper, Chris O’Dowd, Jon Hamm, Jill Clayburgh, Matt Lucas, Dianne Wiest, Terry Crews
Genere: spassoso
Se ti piace guarda anche: Una notte da leoni, Magnolia, Molto incinta

L’avevano definito Una notte da leoni al femminile, l’avevano, ma qui più che a una sola notte di troviamo di fronte a un mese da leonesse, o giù di lì, quello che ci vuole per organizzare un matrimonio.
Eh Giacomino si sposa, eh Giacomino si sposa. No, qui a sposarsi è Maya Rudolph, comica del Saturday Night Live attualmente impegnata nella nuova sitcom Up all night in cui è lei a illuminare la scena. Ma in questo film non è lei a brillare di più, nonostante ci regali una scena mica da poco in cui caga in mezzo alla strada vestita da sposa!
Oh yes.
Il “fattaccio” avviene nella scena apocalittica del post-avvelenamento da cibo brasiliano. Immagino che dopo l’uscita di questo film i ristoranti brasiliani abbiano avuto un tracollo, soprattutto negli Stati Uniti, dove la pellicola giustamente è stato il mega successo a sorpresa dell’estate.

Se Maya Rudolph ci regale questo momento magico, le fenomene vere del film sono però le altre due, le damigelle d’onore anzi del disonore, che si contendono il ruolo di BFF (Best Friends Forever) della promessa sposa, a partire dalla prima (di una lunga serie) di scene cult proposte dal film: la sfida nei discorsi commoventi in onore dell’amica. Una vera gara di talento comico da parte di Kristen Wiig (che co-firma anche la sceneggiatura), l’incasinatissima vera protagonista del film, e Rose Byrne (come al solito più che strepitosa!), tutta organizzatissima e perfettina. Tra loro due si scatena una battaglia degna delle migliori (o peggiori) Blog Wars tra Mr. James Ford e me, dove in questo caso io sarei la Rose Byrne di turno. Ok, quest’ultima uscita era un po’ gay, quindi specifico che io sarei la versione maschile di Rose Byrne. Suona ancora gay?
Fanculo!

Spassosissimi anche i ruoli minori, come i figliastri di Rose Byrne (che commentando la partita di tennis della matrigna la sfottono: “Giocano meglio persino nella pubblicità degli assorbenti interni”), o la coinquilina di Kristen Wiig che si rovescia addosso dei piselli per alleviare i dolori causati da un tatuaggio. Mentre l’altro coinquilino è interpretato da Matt Lucas, ovvero il tizio di yeahbutno butyeahbut no della mitica serie Little Britain.
Persino una che ha un ruolo minuscolo, la tizia seduta vicino a Kristen Wiig sull’aereo che le confessa di aver fatto un sogno molto Final Destination la sera prima in cui l’aereo si schiantava, fa morir dal ridere. Sono questi piccoli dettagli che rendono grande una commedia.
Per fortuna l’unica cosa che si schianta non è l’aereo, bensì io, dalla risate.
Il viaggio aereo ne Le amiche della sposa è infatti il viaggio aereo più divertente di sempre. Sì, anche più dell’aereo più pazzo del mondo!

Ma ci sono anche altri piccoli dettagli geniali a impreziosire il tutto: ad esempio Kristen Wiig in casa ha dei ritratti di varie icone della musica country, tra cui Taylor Swift!
Piccolo ruolo, lontano anni luce da Mad Men, per Jon Hamm, che comunque riesce a ritagliarsi una memorabile scena in cui tenta di farsi fare un pompino in auto.
Esilarante poi l’amica cicciottella, interpretata da Melissa McCarthy, ex Sookie di Una mamma per amica e fresca vincitrice dell’Emmy per la sua nuova sitcom Mike & Molly, che qui veste i panni di una tipa rozza come un orangotango giapponese. Dite che non esistono oranghitanghi giapponesi? E che ne sapete, avete visitato voi tutto il Giappone? No? E allora non escludete le cose così a priori per sentito dire. Che poi a dirla tutta, non sono nemmeno così rozzi, gli oranghitanghi giapponesi. Ne ho conosciuto uno, una volta, ed era un perfetto gentleman, o meglio gentlemonkey, quindi ho sbagliato paragone. Diciamo allora che questa tipa è rozza come uno scaricatore di porto, tanto per andare sullo stereotipo più abusato. Ma voi l’avete mai conosciuto uno scaricatore di porto? Io sì, sempre in quel viaggio dopo ho incontrato anche l’orangotango gentlemonkey giapponese, ed era una persona squisita, con cui ho disquisito per ore e ore sul bon ton a tavola: lui sosteneva che il cucchiaino da dessert va tenuto sopra la forchetta con il manico rivolto a sinistra, io a destra. È stato uno dei dibattiti più accesi cui abbia mai partecipato. Alla fine lui ha dovuto cedere, d’altra parte è pur sempre uno scaricatore di porto e non è che possa avere la meglio in un dibattito sul galateo.
Di cosa stavo parlando. Pardon, sono stato maleducato e sono andato fuori argomento. Forse dovrei ripassarmi anch’io il galateo.

E allora torniamo su Le amiche della sposa. Un film con le musiche firmate Michael Andrews, l’autore della soundtrack di Donnie Darko, per me ha già vinto in partenza. E un film con per di più una canzone (Paper Bag per la precisione) di Fiona Apple per me ha già stravinto e di brutto. E al proposito aggiungo una nota curiosa (oddio, magari non per tutti) di gossip: Fiona Apple ha avuto una lunga relazione con il regista Paul Thomas Anderson, quello di Magnolia, mentre adesso lui sta con Maya Rudolph, la sposa del film, da cui ha anche avuto due bambini. Che abbiano deciso di inserire un pezzo di Fiona Apple come premio di consolazione o per fare la bastardata di ricordarle che alla fine è riuscito ad accalappiarlo lei?
Va bene, la smetto qui con ‘sto cazzo di gossip, contenti?


E a proposito di Magnolia… Aperta seconda parentesi, la storia tra la protagonista è il poliziotto mi ha ricordato parecchio quella tenerissima e sofferta tra Melora Walters e John C. Reilly in quel film, piuttosto che qualche solita insipida storiella presente in molte altre commedie sentimentali in circolazione.

E ora vi sparo un’altra piccola curiosità che non interesserà probabilmente a nessuno: il nome della personaggio della protagonista Kristen Wiig nel film è Annie Walker, lo stesso dell’agente della CIA interpretato da Piper Perabo nella serie tv Covert Affairs. Una perla di conoscenza da sfoggiare in tutte le occasioni, non credete? No? Magari in una domanda del Trivial Pursuit vi esce e voi risponderete giusto grazie a me. Ma poi esiste ancora il Trivial Pursuit e, se sì, esistono ancora persone che vi giocano?
La smetto con queste inutili digressioni?
La smetto.

Se nel mio delirio non si era capito, le amiche della sposa è quindi il mio candidato numero 1 come commedia più divertente dell’anno (Breaking Dawn permettendo), mentre questo post è il candidato numero 1 per la maggior media di stronzate sparate per cm quadrato di monitor del PC.
Ma, soprattutto, Kristen Wiig che sull’ala dell’aereo vede una donna del ‘700 con un vestito in stile coloniale, viene arrestata, viene licenziata perché dà della troietta a una cliente ragazzina, si alza prima dal letto per truccarsi e apparire figa la mattina a fianco di Jon Hamm, passa in auto davanti a uno sbirro che si è scopata bevendo prima una bottiglia di birra, poi atteggiandosi da gangsta-rapper e quindi in topless, è la candidata numero 1 a mia eroina personale dell’anno.
Vorrei essere una donna per sposarmi e avere una damigella d’onore come lei. Anche questa frase suonava gay?
Fanculo!
(voto 8/10)

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