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venerdì 3 luglio 2015

L'unica stroncatura al mondo di Mad Max: Fury Road...





L'unica stroncatura al mondo di Mad Max: Fury Road...
la leggerete non so dove, ma a sorpresa non qui su Pensieri Cannibali. E sì che le premesse non erano certo delle migliori. Il primo episodio di questa anomala saga non è che mi avesse entusiasmato più di tanto, giusto per usare un eufemismo. Le cose erano però migliorate con i due capitoli successivi. Ed è ora è la volta di mettersi in marcia su una nuova strada, sulla Fury Road.

Mad Max: Fury Road
(Australia, USA 2015)
Regia: George Miller
Sceneggiatura: George Miller, Brendan McCarthy, Nico Lathouris
Cast: Tom Hardy, Charlize Theron, Nicholas Hoult, Hugh Keays-Byrne, Rosie Huntington-Whiteley, Riley Keough, Zoë Kravitz, Abbey Lee, Courtney Eaton, Megan Gale, Melissa Jaffer
Genere: disto-fico
Se ti piace guarda anche: gli altri Mad Max

È stato un viaggio lungo e difficoltoso, non privo di incidenti e contrattempi. Meglio così. Che palle, quando tutto fila liscio come l'olio. I viaggi più memorabili sono quelli che procedono tra alti e bassi e presentano delle difficoltà sul loro cammino. Dopo una falsa partenza con il primo soporifero Interceptor, l'auto di George Miller ha preso velocità e ha mostrato con Interceptor - Il guerriero della strada e ancor di più con Mad Max: Oltra le sfera del tuono paesaggi parecchio intriganti. Strani, però intriganti. La cosa che più mi ha colpito di questa saga è che ogni episodio è un'avventura a parte. Ognuna è in qualche modo collegata all'altro, ma allo stesso tempo è tutta un'altra storia. Non fa eccezione Mad Max: Fury Road. Non un reboot, né un sequel, quanto piuttosto una rivisitazione dei precedenti episodi. Per fortuna c'è ben poco del primo, giusto la mania per gli inseguimenti in auto, qui comunque condotti a ben altra velocità e potenza visiva. Ci sono diversi richiami ai costumi e alle tribù incontrate in Interceptor - Il guerriero della strada e in Mad Max: Oltra le sfera del tuono e allo stesso tempo c'è qualcosa di più e di diverso. È come se George Miller stesso si fosse reso conto che la sua trilogia possedeva del potenziale che non era riuscito a sfruttare in pieno. Ci sono voluti 30 anni di tempo e il regista australiano è riuscito a spremere tutto il succo presente nei primi tre film in una sola pellicola action de-fi-ni-ti-va.
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