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giovedì 7 luglio 2011

THRILLER NIGHT (PRIMA NOTTE)

"Che incubo: ho sognato che Cannibal collaborava con Ford per
una serie di post... ah, dite che è successo veramente?"
Avete già i brividi lungo la schiena?
No, eh?
Beh, in effetti in questi giorni la temperatura minima è di circa 40°… Però aspettate, perché questa lista potrebbe riservarvene qualcuno, grazie al mio esercito pronto alla guerra composto da cannibali (potevano mancare?), ballerine psicopatiche (potevano mancare pure loro??), un sacco di tipe che si fanno tra loro (e anche queste ce le facevamo mica mancare?), assassini che ballano e mangiano cheeseburger, gente che soffre di vertigini o che ha la memoria di un criceto, gente che frequenta orge mascherate o che va a scazzottare in strada, gente che insegue e gente che è inseguita.
Quanto a voi, seguitemi lungo questo viaggio misterioso e oscuro tra le radici del male, sarà spaventoso quanto maledettamente affascinante.
‘Cause this is thriller, thriller night!
Cannibal Kid

"Quid pro quo, James... Anzi no, i tuoi film te li puoi anche tenere!"
1. Il silenzio degli innocenti (1991) di Jonathan Demme
Cannibal Kid Il film che più mi inquieta in assoluto, persino più di qualunque horror, dalla corsa iniziale dell’agente Clarice Starling fino al finale “al buio” in cui ogni volta me la faccio addosso. Musiche e atmosfera angoscianti, recitazione e regia impeccabili per il thriller più fottutamente spaventoso e incredibile che io abbia mai visto.
Il silenzio degli innocenti è uno dei rari casi (perlomeno in una pellicola non di Kubrick) in cui ogni scena è assolutamente perfetta e girata come meglio non si potrebbe. Jodie Foster è fenomenale e Anthony Hopkins offre la più grande e unica intepretazione possibile di Hannibal Lecter, insieme a me il Cannibal numero 1 nella Storia.
Vorrei che potessimo parlare più a lungo di questo grandioso film, ma sto per avere un vecchio amico per cena stasera. Un certo Mr. Ford. Addio.
Mr. James Ford Inauguriamo forse la miglior lista che il Cannibale abbia partorito dalla sua mente perversa con un film che personalmente trovo stupefacente, uno dei capisaldi del suo genere, nonchè una lezione di Cinema di quelle con i controfiocchi.
Quello che però il mio antagonista non sa, è che se lui è lecteriano, io sono assolutamente figlio del dragone rosso, dunque temo che la sua cena dovrà essere rimandata. Per sempre.
CK Vedo che iniziamo subito con te che riconosci la superiorità delle mie scelte e del mio magnifico gusto. Comunque adesso finisco il mio pasto e ti mangio anche la lingua così la smetti di parlare visto che i lecchini non mi sono mai piaciuti ahahaha.
JF Riconosco il grande film di Demme, non certo la tua spocchiosa tendenza all'autoreferenzialità. E anche ammesso che qualcuno un giorno riesca a mangiarmi, finisce dritto dritto come il drago serpentone di Barbarians: squartato dall'interno!


Scusate, ma una lista con una scena del genere ha già vinto, qualunque siano i film proposti domani da Ford...
"Ford, i film espressionisti proprio nooooooooooooooooooooooo"
2. Il cigno nero (2010) di Darren Aronofsky
CK La visione che mi ha sconvolto di più negli ultimi anni. La competizione contro se stessi che ti divora dall’interno. Una Natalie Portman, devo ancora ricordarlo?, fenomenale e davvero oltre ogni limite recitativo. La regia di Darren Aronofsky che danza creando un balletto di rara eleganza e bellezza. Una tensione che cresce fin dalla prima scena e si moltiplica poi come l’immagine di Natalie/Nina riflessa in ogni specchio. Le musiche classiche dal lago dei cigni fino a quelle moderne dei Chemical Brothers. Un viaggio negli inferi dentro la parte più profonda e più maligna della propria anima. Una pellicola di intensità fisica ed emotiva mostruosa con cui ballo sulle tue ceneri, Ford.
JF Altro ottimo film, pur se non all'altezza del vero Capolavoro di Aronofsky, quel The wrestler che è un vero e proprio inno alla fordianità.
Del resto, ci sta tutto il paragone: Cannibale è una ballerina schizoide con manie di grandezza ed io un wrestler residuato degli anni ottanta in attesa dell'incontro del rilancio.
Pare quasi che Aronofsky abbia pensato a noi, prima di realizzare questi due lavori.
CK Paragone azzeccato, è vero: la follia geniale e ambiziosa contro un tamarro vecchio, stanco, senza più forze e che vive attaccato al passato!
JF Paragone azzeccato, è vero: le manie di una ragazzina prima della classe dalla figa di legno contro un uomo che non si arrende mai sul ring della vita.


"Cazzo che botta. Ho detto cazzo che botta i film di Cannibal Kid."
3. Pulp Fiction (1994) di Quentin Tarantino
CK Pulp Fiction ha segnato il mio passaggio da spettatore occasionale, un piccolo Kid che si gustava più che altro pellicole fantastiche e da bambinetti, ad appassionato vero e proprio di Cinema. Magari dai gusti discutibili, però sicuramente appassionato. Difficile dire chi o cosa sarebbe Cannibal Kid senza un film come Pulp Fiction. Magari non avrei nemmeno avuto la passione per la scrittura, perché è il finale circolare del film di Tarantino che mi ha fatto davvero venire voglia di prendere in mano la penna per cercare di creare qualcosa del genere. Non che ci sia riuscito, però almeno ci si prova.
Oltre al grandioso finale, ci sono un sacco di altri momenti sconvolgenti in questa visione che mi hanno travolto, su tutti: Uma Thurman che si sconvolge, balla, finisce in overdose e poi viene “resuscitata” da una siringa ficcata nel cuore, in quella che è la scena più emozionante e adrenalinica cui abbia mai assistito.
Ché poi Pulp Fiction con la sua ricchezza di personaggi, battute, dialoghi eccezionali, citazioni, scene memorabili è più di un semplice film: è un vero e proprio universo di pop culture. Ho persino dedicato la mia tesi di laurea triennale al rapporto tra cultura pop e i film di Tarantino, e Pulp Fiction è Tarantino all’ennesima potenza e ai massimi livelli. Cosa che significa: non esiste proprio competizione con niente e nessun’altro. Tanto meno con Ford e i suoi filmini debolucci.
Riguardo all’inserimento in questa categoria: non è un thriller classico, vero, però è un aggiornamento dell’hard boiled losangelino di James Ellroy ai tempi di Tarantino, quindi sì, sarà anche un film che abbraccia generi diversi ma per me è soprattutto un moderno spettacolare thriller noir. Un viaggio nella L.A. noir che prosegue con il prossimo film…
"E tu saprai che il mio nome è quello di Cannibal quando farò
calare la mia vendetta su di te"
JF Lungi da me criticare uno dei film più innovativi e rivoluzionari dell'ultimo ventennio, storica Palma d'oro a Cannes - ci tengo a ricordarlo, il presidente della giuria di quell'anno era un certo Clint Eastwood -, oggetto di culto di ormai due generazioni di spettatori, imitato e straimitato, mai raggiunto.
Ricordo quando, tra i banchi delle superiori, un mio compagno mi passò la vhs registrata da Telepiù, e quanto la mia vita di spettatore cambiò a seguito di quella visione.
Niente da dire. Davvero.
Tranne il fatto che il Cannibale, pur di catturare consensi, lo piazza tra i thriller: una scelta curiosa, ma dato che ormai il mio antagonista ha rivelato la sua natura di cercatore di gloria, non mi stupisco più di tanto e faccio (quasi) finta di nulla.
CK Se ti appigli giusto all’inserimento nel genere thriller, che ho comunque motivato, vuol dire che sei rimasto davvero senza argomenti, ammesso tu ne abbia mai avuti, per poter criticare le mie scelte belle belle belle in modo assurdo. Inchinati e venera la perfezione di questa lista, giovane (anzi, vecchio) aspirante discepolo!
JF Le tue scelte belle, belle, belle in modo assurdo sono praticamente le stesse di chi ha iniziato ad appassionarsi di Cinema nel corso degli anni novanta, mica sta bomba di originalità. La motivazione che vede Pulp fiction come thriller, poi, è giustificabile solo nella tua testa bacata. Detto questo, deve sovvertirsi l'ordine del mondo prima che si possa anche solo immaginare un Ford discepolo del Cannibale: se tu sei Vincent Vega, io sono Mr. Wolf, ricordati.
CK Ehm, io ho iniziato ad appassionarmi di Cinema proprio negli anni'90, quindi scusa se mi esalto con Pulp Fiction e non fingo di appartenere a un'altra (lontanissima) generazione con le tue lagne espressioniste...


Se Black Swan non bastava...
4. Mulholland Drive (2001) di David Lynch
CK A una decina d’anni di distanza dallo storico Twin Peaks, David Lynch ha lavorato al pilot di una nuova serie tv; il progetto però non è andato in porto e alla fine quella puntata pilota si è trasformata in Mulholland Drive, una delle pellicole più misteriose, enigmatiche e allo stesso tempo affascinanti di sempre. Di solito non guardo molte volte lo stesso film e preferisco qualcosa che non ho mai visto prima, però questo Mulholland Drive è uno di quei rari viali che vale la pena percorrere diverse volte per scorgere tutte le sue sfumature e i misteri che nasconde tra le sue ombre, nonché l’occasione per dare un’occhiata a quello che si nasconde dentro la testolina folle, malata, geniale di David Lynch.
E beccati il gol del 3-0, Ford!
E tra i vari misteri, Ford, sai cosa significa No hay banda? Significa che tu insieme alle tue noiose liste sei ormai rimasto senza banda. E senza pubblico.
JF Anche a Mulholland sono molto legato, ho impressa nella memoria la prima visione, in notturna, con il salto sulla sedia che fu la sequenza della tavola calda, in grado di riportarmi con la memoria ai tempi della caga selvaggia che scatenava Bob in Twin peaks.
Promossa anche questa scelta, un pò meno la consueta boria del Cannibale, che si meriterebbe una bella ripassata in stile Justin Theroux.
CK Ok, a ‘sto punto mi sembra chiaro che persino tu preferisci la mia lista alla tua!
JF A me invece sembra chiaro che le mie prospettive cinematografiche non sono limitate come le tue.


"Dai Ford, soffro veramente di vertigini... adesso tirami su"
5. La donna che visse due volte - Vertigo (1958)/Psycho (1960) di Alfred Hitchcock
CK Dopo la doppietta fantascientica di Kubrick con 2001: Odissea nello spazio e Arancia meccanica, Ford ti metto K.O. con un altro uno-due pazzesco, impossibile da replicare e ancora una volta con un regista pure tra i tuoi preferiti.
Psycho è il thriller ideale, con una prima parte che fa salire lentamente ma inesorabilmente la tensione, una colonna sonora fenomenale, la scena della doccia entrata nell’immaginario collettivo e poi la scoperta di uno dei più grandi Psycho nella storia del Cinema.
L’Hitchcock che personalmente preferisco di più in assoluto è però quello de La donna che visse due volte, titolo originale: Vertigo. Sarà che pure io soffro in maniera pesante di vertigini, ma questo film ha esercitato sempre un’attrazione profonda nei miei confronti. Sarà perché la costruzione del mistero intorno alla donna che visse due volte è costruito in maniera lenta e avvolgente, ma nient’affatto noiosa (come capita nella gran parte dei film del mio rivale). Sarà che è un film fin dagli splendidi titoli di testa realizzati da Saul Bass di vertiginosa bellezza.
E con questa doppietta, Alfred Hitchcock presenta… la fine di Mr. Ford.
AAAAAAAH: ho dimenticato il balsamo!
JF Questa doppietta, che sarà presentata anche domani nella mia lista, è la summa della maestria di Hitchcock, un regista cui, forse, sono mancati l'estro e la passione di altri grandi - Kubrick, Kurosawa, Welles -, eppure è sempre riuscito a sfoderare prodotti incredibili, tecnicamente perfetti e dal ritmo e tensione, per l'appunto, vertiginosi.
Ora che conosco questo punto debole del Cannibale, oltretutto, potrò sfruttarlo la prima volta che lo porterò a passeggiare su un ponte: che ne diresti di un pò di bungee-jumping!? Te la fai sotto, non è vero!? Altro che Hitchcock!
CK Attento che se vai a fare bungee-jumping ci potrebbe sempre essere in agguato qualche cannibale malefico che anziché lanciarsi ha tutto il tempo di manometterti il tuo elastichetto. Chi ha paura adesso?
JF Io mi butto anche senza elastichetto, come Schwarzy in Predator giù dalla cascata. In fondo, quello che si caga sotto per l'altezza sei tu!
CK Seee, mo' adesso è arrivato Patrick de Gayardon!



"Oh, so' Tom Cruise, per restà bbello questa è la mia maschera da notte"
6. Eyes Wide Shut (1999) di Stanley Kubrick
CK Quando Stanley Kubrick è morto nel marzo del 1999 sono stato in lutto per tipo una settimana. Nei mesi appena precedenti avevo scoperto la sua opera omnia e la notizia della sua scomparsa è risultata quindi un colpo davvero duro: è stata la prima morte di un mio mito.
Qualche mese dopo è uscito Eyes Wide Shut, il suo primo e unico film che ho avuto la fortuna di vedere al cinema, il suo lavoro più incompiuto e imperfetto e proprio per questo forse il suo più umano e quello che amo maggiormente. Un odissea nella notte, nelle perversioni umane, nei festini dei ricchi & potenti in una villa molto Hardcore.
Un’avventura quasi lynchiana da guardare con gli occhi aperti, mentre per i filmetti di Ford potete anche chiuderli, ché fanno proprio venire un gran sonno.
JF Un film che amo profondamente, forse il più ingiustamente sottovalutato e bistrattato tra i Capolavoroni - tiè! - del Maestro Kubrick. Non compare nella mia lista perchè non l'ho mai considerato un thriller, ma tutto sommato sta molto più di Pulp fiction nel genere.
L'ingresso di Tom Cruise nella villa è ancora oggi uno dei pezzi di Cinema "danzati" più incredibile che sia mai stato realizzato.
Una meraviglia per gli occhi e per il cuore.
Peccato che Cannibale la parola d'ordine l'abbia dimenticata da un pezzo, e passerà la sua nottata fuori dalla villa del bunga bunga kubrickiano.
CK Non c’è mistero? Non c’è inquietudine? Non c’è suspense? Cos’altro deve aver un film per essere considerato da te un thriller?
Ah già, deve annoiare a morte come La conversazione…
Comunque la password la conosco perché è molto facile da ricordare. È: “Mr. Ford puzza” ahahahaha
JF Ho sempre considerato Eyes wide shut come un dramma sentimentale legato ai conflitti della coppia, tant'è che è ispirato ad un romanzo scritto in un epoca in cui il thriller manco sapevano dove stava di casa. Ma già, è vero: tu i libri non li leggi, perchè devi guardare le serie tv per ragazzine!
CK Guardare serie tv per ragazzine è il mio lavoro e qualcuno deve pur farlo...
E comunque Kubrick ha preso un romanzo psicologico e l'ha trasformato in un thriller psicologico. Mica si è limitato a ricalcare l'originale come cerchi di fare te con le mie esilaranti didascalie ahahahah!


Indovinate un po' a chi è rivolto???
7. Fight Club (1999) di David Fincher
CK Su un ring di wrestling avresti sicuramente la meglio tu, con le tue maschere e i tuoi trucchetti da buffone da 4 soldi. Ma in un fight club ti farei un culo così, Ford!
David Fincher ha preso l’ottimo romanzo di Chuck Palahniuk e, come accade solo nei migliori adattamenti, è riuscito a inserirci dentro tutta la sua idea di cinema, riuscendo allo stesso tempo a raccontare anche la decadenza e l’apatia del capitalismo moderno e della società attuale.
Strepitosi Ed Norton e Brad Pitt, al miglior ruolo della sua carriera con il maestro di vita Tyler Durden, ed epocale il finale sulle note di Where is my mind? dei Pixies.
Prima regola del Cannibal Club: non parlate mai di Mr. Ford.
Seconda regola del Cannibal Club: non dovete mai parlare con Mr. Ford.
Ultima regola del Cannibal Club: se è la vostra prima visita a questo blog, ma anche se non lo è, dovete insultare Mr. Ford!
JF Lo vidi in sala all'uscita, ancora a digiuno dell'opera letteraria di quel radical chic da strapazzo di Palaniuk, e per quanto la prima parte mi avesse colpito almeno quanto l'interpretazione gigantesca dei due protagonisti ed il finale a suon di Pixies, ho sempre pensato che il giochino fosse un pò fine a se stesso, dubbio confermato dalle successive visioni, che mi hanno portato a sminuire progressivamente la qualità - comunque buona - complessiva del lavoro. Nell'ambito thriller Fincher ha sicuramente fatto di meglio, come dimostrerà la mia lista domani.
E tanto per capirci, caro Cannibale: se scegli il Fight Club al posto del wrestling, finisci ridotto come Jared Leto!
CK Solo perché non ti fanno rientrare nei loro circoli, Vasco Brondi e Chuck Palahniuk non è che devono per forza essere dei radical-chic. È solo te che sei troppo tamarro e con i tuoi Solaris e film espressionisti vuoi fingerti intellettuale ma senza successo.
E al wrestling preferisco qualunque cosa, anche il tiro a freccette che può essere considerato molto più sport di quella pagliacciata!
JF Come al solito dimostri la tua scarsa conoscenza delle materie da me proposte, ma ormai mi sono abituato ad educarti. Se ti fossi sforzato un pochino nella visione di The wrestler, capiresti quanto dolore e quanta lotta ci siano dietro il wrestling. Non ti dico di provarlo - già ti vedo morto dopo la prima bodyslam -, ma almeno di fare uno sforzo per capire di cosa si sta parlando.
Ma certo, che sto dicendo!? I geni come te e il tuo amico Brondi vivono di pappa pronta, giusto!?
CK Vuoi mettere quanto dolore e quanta lotta ci stanno dietro al lancio delle freccette?


Omicidio a luci rosse
sottotitolo: Che minchia guaddi?
8. Omicidio a luci rosse (1984) di Brian De Palma
CK Dopo Hitchcock, il maestro assoluto del thriller per me è Brian De Palma, regista dotato di una tecnica allucinante che quando è al servizio delle storie giuste tira fuori risultati eclatanti. E nonostante gli affascinanti Le due sorelle e Femme Fatale, il suo thrillerone che preferisco è questo Omicidio a luci rosse, un Hitckcock più violento, estremo e sexy aggiornato agli anni ’80. Tra l’altro Omicidio a luci rosse - Body Double è il film più noleggiato da Patrick Bateman in American Psycho di Bret Easton Ellis e il suo adattamento cinematografico è rimasto fuori di un soffio dalla mia lista. Ma non è detto che non rientri tra le commedie, visto che mi diverte un sacco… E poi Bateman l’ho già mandato a casa tua, Ford, giusto per darti un caloroso benvenuto!
JF Bateman, quel fighetto tutto firmato come piacciono a te, lo bastono tranquillamente nella mia tenuta redneck migliore, non preoccuparti, e te lo rispedisco in modo che tu possa gustarti un bello spezzatino Ellisiano!
Per quanto riguarda il film, non posso che essere stupito: hai scelto il thriller più torbido, intenso e clamorosamente bello di DePalma, che pesca da Hitchcock un sacco di tecnica e la mescola - molto bene - a sesso, ironia ed intelligenza.
Stupefacente la scena del trapano, clamorosa quella dell'inseguimento nel tunnel, che riporta alla mente Noè e il suo Irreversible.
CK Vedi? Io riesco a stupirti sempre più spesso in positivo, tu sempre più spesso in negativo… Sarà la vecchiaia, mi sa che dovresti pensare di dare le dimissioni come il tuo bollito amichetto Vasco.
JF Vasco chi!? Brondi!? Si è finalmente deciso a togliersi dalle palle?


"Lasciami, Ford: voglio andare da Cannibal!"
9. Frantic (1988) di Roman Polanski
CK Altro capo assoluto dei thriller con Hitchcock e De Palma è il controverso Polanski. Frantic è uno di quei film che fin da bambinetto quando l’avevo visto per la prima volta mi è rimasto in testa insieme a “I’ve seen that face before (Libertango)”, il leit motiv musicale di Grace Jones, e recuperato recentemente è un film che fa sempre un figurone. Mica come i film di Mr. Boring invecchiati quasi peggio di lui!
E poi visto che la mia nemesi continua a inserire cannibali tra i suoi film, mi sembra doveroso ricambiare proponendo almeno un (Harrison) Ford…
JF E un (Harrison) Ford non può che fare un'ottima figura, in qualsiasi lista lo si metta.
Personalmente, avrei preferito Il coltello nell'acqua di Polanski, ma anche Frantic si difende bene, e regala il giusto brivido per una notte come questa.
CK Harrison Ford è un attore molto limitato e questo è uno dei pochi film in cui mi è piaciuto. E il coltello più che nell’acqua te lo meriti da un’altra parte!
JF Per essere limitato, ne ha fatta, di strada. Ma che ti posso dire, in fondo io sono Indiana Jones e tu sarai sempre Shorty.


Hey, fermi un memento: qualcuno di voi sa com'è fatto un Ford?
10. Memento (2000) di Christopher Nolan
CK Un tizio con qualche “problemino” di memoria si deve appuntare ogni cosa su dei bigliettini e sul corpo per non dimenticarsi di tutto. No, non è la storia di Mr. Ford, i cui problemi di memoria sono dovuti semplicemente alla sua vecchiaia e i tatuaggi alla sua tamarraggine, bensì è il film più originale e geniale di Christopher Nolan. Una prova di sceneggiatura magistrale per una pellicola in cui per magia alla fine tutti i pezzi del puzzle vanno a posto.
E se al termine di questa sfida anche voi vi siete dimenticati chi sia Mr. James Ford non preoccupatevi, non avete un problema di memoria. È solo che ormai l’ho spazzato via completamente.
JF Di nuovo la boria di Cannibale torna a bussare alla mia porta, ma io me ne fotto altamente e la raggiro come fossi Carrie Ann Moss che buggera in scioltezza Guy Pierce per una delle sequenze più disturbanti di questo grandissimo film.
Nolan non si tocca, questo è sicuro.
Il Cannibale sì, e volentieri.
CK E intanto dall’inizio fino alla fine non hai potuto far altro che ammirare basito la magnificenza delle mie scelte. Cosa che io invece non farò di certo con le tue quindi, cari lettori, non perdetevi l’appuntamento di domani con i filmini fordiani e soprattutto i miei omicidi da perfetto killer dei filmini fordiani…
JF Le tue scelte sono da classifica degli utenti di imdb, film arcinoti e colpi sicuri. Praticamente, non ti sei preso un rischio manco a pagarlo. Ma ormai si sa, che tu punti all'apparenza quanto io alla sostanza, no!?
CK Ha parlato! I tuoi film su imdb non vanno sotto l'8 di media... E comunque ti ostini a parlare di sostanza, quando io vedo solo noia. E non sono per niente la stessa cosa.

A domani, con film probabilmente meno belli, ma una battaglia ancora più sanguinosa e un finale sorprendente!

giovedì 30 settembre 2010

Inception - La (vera?) recensione

Inception
(USA, UK 2010)
Regia: Christopher Nolan
Cast: Leonardo Di Caprio, Marion Cotillard, Ellen Page, Joseph Gordon-Levitt, Ken Watanabe, Cillian Murphy, Tom Hardy, Michael Caine, Tom Berenger, Lukas Haas, Dileep Rao, Pete Postlethwaite, Talulah Riley
Musiche: Hans Zimmer
Links: imdb, mymovies
Se ti piace guarda anche: Matrix, Lost, Memento, The Prestige, Fight Club, Donnie Darko, 2001: Odissea nello spazio, Ink

Dopo l’anticipazione di ieri, ecco la vera recensione di Inception.
Che poi chi può dire cosa è vero e cosa non lo è?

Realtà
Christopher Nolan aveva in testa questo film già da dieci anni. Allora aveva esordito con il piccolo, molto low-budget interessante thriller Following ed era diventato un autore di culto con Memento, il film che “va al contrario”, in cui lo smemorato protagonista si scrive le cose sul corpo e si lascia dei bigliettini perché i ricordi svaniscono dalla sua testa dopo pochissimo. È qui che inizia la sua investigazione nei misteri della mente umana, un’indagine talmente meticolosa e approfondita che potremmo parlare di Nolan come di uno psicologo più che di un regista, non fosse per l’enorme talento visivo che possiede. Per quanto autore di culto, non aveva però ancora a disposizione un budget adeguato per realizzare in concreto Inception, che rimaneva così un colpo in canna nascosto in un cassetto recondito della sua mente.
E allora l’englishman in Hollywood Nolan si mette d’impegno e scala i gradini della scala sociale: gira il remake di un film norvegese, lo ambienta in Alaska nel periodo in cui c’è il sole 24 ore su 24, ha a disposizione una coppia di attori di serie A (Al Pacino e Robin Williams) e realizza un thriller che è una vera esperienza sensoriale, con tutta quella luce che inonda il bianco della neve (e che ritroveremo in una parte di Inception). Insomnia è considerato un film minore nella carriera di Nolan, ma ci sono registi che ucciderebbero per aver una pellicola del genere nella propria filmografia.
Dopodiché le sirene di Hollywood lo chiamano a sé con il loro canto ammaliante e Batman Begins è la sua occasione per avere grandi mezzi a disposizione. A grandi budget corrispondono grandi responsabilità e così Nolan con una mossa geniale sceglie come suo Bruce Wayne Christian Bale, attore che già aveva ritratto un affascinante riccone con una vita segreta: in American Psycho un serial-killer, in Batman Begins un eroe pipistrello, eppure i due personaggi sono davvero molto simili.
Quindi arriva The Prestige, ancora con Bale. Un autentico numero di prestigio da far invidia a David Copperfield, tanto che potremmo parlare di Nolan come di un mago, non fosse sempre per quell’enorme talento visivo di cui sopra.
La consacrazione arriva però con il successivo Il cavaliere oscuro, secondo capitolo di Batman entrato nel mito grazie al Joker tragicamente “larger than life” di Heath Ledger, ma anche grazie alle riprese vorticose di un Nolan ormai pronto per Inception (e il suo prossimo film sarà il terzo capitolo delle avventure del pipistrello).

Sogno – Primo livello
Per realizzare il suo film da sogno, Nolan ha tirato fuori un cast che sembra uscito da uno dei miei, di sogni: Leonardo DiCaprio per me non ha mai sbagliato un colpo (vabbé a parte La maschera di ferro) fidanzate comprese e ha lavorato con la crème dei registi, Marion Cotillard est très jolie e porta anche qui la sua dose di Edith Piaf (nel film il pezzo “Non je regrette rien” viene suonato per risvegliare dai sogni), Ellen Page è la mia eroina indie personale, Joseph Gordon-Levitt è per me il nuovo Heath Ledger ed è il protagonista di uno dei miei film preferiti di sempre, (500) giorni insieme. A loro si aggiungono anche Cillian Murphy qui in versione Christian Bale-yuppie, il buon Tom Hardy, attore in ascesa pazzesco in Bronson e il nippo Ken Watanabe in grande forma recitativa.

Sogno – Secondo livello (PRIMI SPOILER: se non avete ancora visto il film, fate attenzione a proseguire la lettura)
Il protagonista di Inception è Dom Cobb (DiCaprio), un ladro di sogni, un manipolatore della mente che riesce a penetrare nella testa delle persone nel sonno condiviso. Ken Watanabe lo ingaggia per un lavoro molto impegnativo: gli chiede non di rubare qualcosa, ma di impiantare un’idea nel cervello di un ereditiere (non è Paris Hilton) in modo che divida la società del padre defunto. Un compito tutt’altro che semplice, anche per un mago della mente come Dom Cobb, che però in cambio dell’impresa potrà ottenere ciò che più desidera: tornare a casa…

Sogno – Terzo livello (ALLARME SPOILER: se non avete ancora visto il film e avete ignorato il primo avvertimento, da qui in poi proseguite solo a vostro rischio e pericolo)
Il film si dipana su più livelli. Realtà e sogno? Sì, ma non solo, perché all’interno dei sogni si possono costruire vari livelli e più vai in profondità e più vai giù nel subconscio di una persona, con conseguenze davvero imprevedibili. Nolan ci tiene per la manina e ci mostra una costruzione stratificata su ben 5 piani 5, roba che Matrix gli fa una sega.
Eppure è proprio Matrix il parente più stretto di Inception, vedi le persone-globuli che si ribellano quando un intruso entra nei sogni del loro “padrone” in una maniera che ricorda gli agenti Smith, c’è una bionda affascinante che funziona come distrazione (proprio come in Matrix), anche qui la via di fuga tra un livello e l’altro è la cosa più incasinata da realizzare e, soprattutto, in entrambi i film si fa davvero fatica a capire cosa è reale e cosa non lo è.
Rispetto a Matrix scompaiono però i riferimenti a fumetti, videogame e cyberpunk e appaiono i leit motiv nolaniani: le sue riflessioni sulla mente e la sua capacità di costruire un castello di carte impossibile da tirare giù. La sua prova di sceneggiatura è davvero impressionante; Nolan tiene il piede in 5 scarpe e riesce alla fine a tirare alla grande le fila, in un finale emozionante e rocambolesco che è un po’ il finale che abbiamo sempre sognato per Lost. E invece ci siamo dovuti accontentare della chiusa in Chiesa…
Ma se la sceneggiatura è di una maestria rara, anche con la macchina da presa Nolan si dimostra un fuoriclasse assoluto, scomodando nelle riprese in assenza di gravità paragoni certo non casuali con Stanley Kubrick, altro funambolo della regia qui richiamato soprattutto per il suo 2001: Odissea nello spazio. Solo che stavolta è un 2010: Odissea nella mente.
Nolan, che potremmo definire un equilibrista, non fosse ancora e sempre per quelle sue dannate doti visive, qui realizza il suo numero più incredibile: coniugare alla perfezione la velocità di un action movie, la tensione di un thriller, una storia d’amore tragico, la forza e l’impatto di un blockbusterone hollywoodiano con tanto di effetti speciali destinato alle grandi masse, con un tocco d’autore e una girandola di piani narrativi da far venire il mal di testa a quelle stesse grandi masse. Eppure il film funziona su tutti questi livelli rendendo Inception un’Opera sfaccettata e complessa e allo stesso tempo unica.

Subconscio
Com’è possibile che sia riuscito ad amalgamare tutti questi aspetti? Straordinaria abilità, è vero. Ma è anche il film giusto al momento giusto, proprio come Matrix lo era a fine anni ’90. Oggi infatti un pubblico abituato a navigare in rete aprendo decine di pagine web alla volta e contemporaneamente ascoltare musica, guardare un video, leggere un testo, chattare e quant’altro può guardare con (relativa) facilità una pellicola così ricca di livelli, proprio come Internet o un videogioco. Perché Inception è una pellicola che richiede l’impegno di tutti i neuroni, è vero, però dopo la prima parte introduttiva si viene risucchiati all’interno del suo mondo in maniera naturale. E come il più assurdo dei sogni che abbiamo mai fatto, lo percepiamo come reale. Perché i sogni sembrano reali fino a quando ci siamo dentro, solo quando ci svegliamo ci rendiamo conto che c'era qualcosa di strano.
I detrattori dicono che sì, Christopher Nolan è bravino con la penna e con la cinepresa, però è anche un po’ freddino. Vero, in parte, visto che come Kubrick la perfezione stilistica spesso non concede momenti di eccessivo slancio emotivo, così come i suoi personaggi (tra Joseph Gordon-Levitt ed Ellen Page ad esempio c’è un bacio, e poi?). Stavolta però la tesissima parte conclusiva si scioglie in un’ultima sequenza commovente. Prima della beffa finale, un’ultima inquadratura in cui il regista ci lascia non con una risposta, ma con delle domande: cos’è davvero reale? Il nostro mondo è reale? Il cinema è reale? Christopher Nolan è reale?
(voto 9,5)

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