Vagamente, solo vagamente eh, ispirato dalle 31 canzoni di Nick Hornby, ecco le 31 canzoni cannibali.
Una compilation di brani che mi hanno entusiasmato, esaltato, emozionato negli ultimi tempi. Non le mie canzoni preferite di sempre, soltanto una selezione di alcune tra le mie preferite oggi come oggi. Domani sarebbero probabilmente delle altre. Chissà?
Dopo la prima decina, dopo la seconda decina, ecco la terza decina. Anzi no, questa è un’undicina. Una vera e propria squadra di calcio musicale che va a completare la mia musicassetta virtuale.
Volete downloadarle?
Per scaricare tutte le 31 canzoni cannibali in una playlist e in una botta sola, cliccate QUI
Com’è stato il 2012 per quanto riguarda la musica? La tendenza è quella di dire: “Che schifo, non c’è niente di interessante in giro, era meglio l’anno scorso”. Questo tutti gli anni. In realtà di musica interessante in giro ne circola parecchio. Basta solo alzare le proprie antenne e sapersi sintonizzare sulle frequenze giuste.
Detto questo, il 2012 non è stato un anno del tutto fenomenale per quanto riguarda gli album. Tra ascolti sempre più randagi, singoli, EP, playlist, l’album sembra un’anima in pena alla ricerca di una sua nuova identità, come stesse cercando di ritrovare il suo posto all’interno del panorama musicale.
Di bei dischetti comunque se ne trovano ancora in giro. E questi sono i miei 40 preferiti dell’anno, a partire dalle posizioni dalla 40 alla 31.
40. fun. “Some Nights”
Genere: college pop
Provenienza: New York City, New York, USA
Se ti piace ascolta anche: Imagine Dragons, Vampire Weekend, Neon Trees, Janelle Monae
Pezzo cult: “We Are Young”
Il disco perfetto da ascoltare: per mettere su un Glee club
Consigliato: agli hipster
39. Metric “Synthetica”
Genere: indie pop syntetico
Provenienza: Toronto, Ontario, Canada
Se ti piace ascolta anche: Garbage, Yeah Yeah Yeahs, Emily Haines
Pezzo cult: “Youth Without Youth”
Il disco perfetto da ascoltare: prima della fine del mondo (che tanto non ci sarà, almeno non per ora, cari Maya)
Consigliato: a David Cronenberg
38. Raveonettes “Observator”
Genere: shoegaze
Provenienza: Copenhagen, Danimarca
Se ti piace ascolta anche: Dum Dum Girls, The Kills, My Bloody Valentine, The Pains of Being Pure at Heart
Pezzo cult: “She Owns the Streets”
Il disco perfetto da ascoltare: guardandosi le scarpe
Consigliato: a tutti i wallflower
37. Dirty Projectors “Swing Lo Magellan”
Genere: indie vocal pop
Provenienza: Brooklyn, New York City, USA
Se ti piace ascolta anche: Animal Collective, Grizzly Bear, St. Vincent
Pezzo cult: “Offspring Are Blank”
Il disco perfetto da ascoltare: per mettere su una vocal band
Consigliato: al tuo cuggino indie
36. Miike Snow “Happy to You”
Genere: feel good pop
Provenienza: Stoccolma, Svezia
Se ti piace ascolta anche: Totally Enormous Extinct Dinosaurs, Passion Pit, Delphic, Lykke Li
Pezzo cult: “Devil’s Work”
Il disco perfetto da ascoltare: per darti l’allegria
Consigliato: ai musoni
35. Cat Power “Sun”
Genere: micetta cantantessa
Provenienza: Atlanta, Georgia, USA
Se ti piace ascolta anche: Bat for Lashes, Fiona Apple, Feist, Charlotte Gainsbourg
Pezzo cult: “Ruin”
Il disco perfetto da ascoltare: la mattina al sorgere del sun
Consigliato: agli amanti dei gatti
34. Niki & the Dove “Instinct”
Genere: electro pop
Provenienza: Stoccolma, Svezia
Se ti piace ascolta anche: Charli XCX, Icona Pop, Lykke Li, Karin Park, Fever Ray
Pezzi cult: “Love to the Test”, “The Gentle Roar”
Il disco perfetto da ascoltare: per una vacanza nel profondo nord (intendo Svezia, Norvegia o Finlandia, non Bergamo Alta)
Consigliato: alle persone freddolose
33. El-P “Cancer for Cure”
Genere: hip hip, hip-hop
Provenienza: Brooklyn, New York City, USA
Se ti piace ascolta anche: P.O.S., Cage, Aesop Rock, Cannibal Ox, Prodigy
Pezzo cult: “Oh Hail No”
Il disco perfetto da ascoltare: nel ghetto
Consigliato: anche a quelli cui di solito non piace la musica rap
32. Cooly G “Playin’ Me”
Genere: dark dubstep
Provenienza: Brixton, Londra, UK
Se ti piace ascolta anche: AlunaGeorge, DJ Rashad, Brackles, Goldie, Massive Attack
Pezzo cult: “Landscapes”
Il disco perfetto da ascoltare: nell’hangover (post sbornia per i non anglofoni)
Consigliato: a chi vuole viaggiare da fermo
31. METZ “METZ”
Genere: alternative rock
Provenienza: Canada
Se ti piace ascolta anche: Nirvana, Sonic Youth, Cloud Nothings
Pezzi cult: “Wet Blanket”, “Knife in the Water”
Il disco perfetto da ascoltare: per pogare selvaggiamente
Cast: Robert Pattinson, Sarah Gadon, Paul Giamatti, Juliette Binoche, Jay Baruchel, Kevin Durand, Emily Hampshire, Samantha Morton, Mathieu Amalric, Patricia McKenzie, K’Naan
Genere: on the road (limo version)
Se ti piace guarda anche: Crash, eXistenZ, American Psycho, Shame
Don DeLillo “Cosmopolis”
(romanzo, 2003)
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 180
"Vai tranquilla, Kristen. Ti ho perdonata al 100%!"
Trama semiseria
Cosmopolis è ambientato nel futuro. Nel futuro prossimo. Un futuro in cui Robert Pattinson e Kristen Stewart si sono lasciati per sempre. In maniera definitiva.
Coraggio, Twi-hards accanite, ci penso io a consolare voi e le vostre tettine pallide perché da brave rispettabili vampirelle il sole manco sapete cos’è. RPattz e KStew si sono mollati, ma non tagliatevi le vene. Fare gli emo è una cosa passata di moda da almeno 2 barra 3 anni. Trovate un altro modo per passare il tempo.
In questo futuro prossimo, Robert Pattinson non ce l’ha fatta a perdonare Kristen Stewart per i cornoni che gli ha messo. Dopo che sono uscite le foto di lei insieme a Rupert Sanders, il regista di Biancaneve e il cacciatore, l’hanno insultata tutti. Le hanno dato della zoccola, di quella che la da via in giro, però io mi sento in dovere di prendere le sue difese. Di fare l’avvocato del Diavolo. Chiamatemi pure Ghedini, please. Insomma, questa ragazza ha interpretato Biancaneve e manco s’è fatta tutti e 7 i nani e i loro minuscoli peni. S’è fatta solo il regista. E che sarà mai?
Le hanno pure dato della sfasciafamiglie, perché lui è un uomo sposato e con figli (non nel senso che è sposato con i suoi stessi figli), e pure di quella che va con i vecchiardi, perché lei ha 22 anni e lui 41. Accuse arrivate dalle stesse tipe che hanno sognato a occhi aperti con tutti i (pessimi) libri della saga di Twilight in cui la bimbominkia Bella Swan si fa succhiare da e lo succhia a un vampiro che ha 150mila anni, precisiamolo.
E poi Kristo, povera Kristen, dovrà pur allenarsi. Nell’ultimo (Dio grazie!) film della serie di Twilight, l’imminente Breaking Dawn Parte 2, la Stewart interpreta infatti per la prima volta la parte della succhiasangue. Quindi doveva tenersi in forma a succhiare e lì nei paraggi Pattinson non c'era e capitava giusto il povero Rupert Sanders, e così è andata…
"L'importante è che elimini ogni traccia delle cornazze..."
In questo futuro prossimo, dicevamo, Robert Pattinson, dopo aver pianto come un vitellino alla 100esima visione del Titanic, ha deciso di darsi una sistemata e andare avanti con la sua vita.
In Cosmopolis è diventato così un riccone di Wall Street, uno yuppie 2.0 che non dorme ancora la notte, ripensando a Kristen che fa le sporcellate insieme a Rupert Sanders, però si è risposato, con la bella bionda Sarah Gadon, e la sua giornata è piena di impegni.
Il principale? Farsi fare un taglio di capelli. Ciulare in giro delle tipe varie, ma principalmente andare a farsi fare un taglio di capelli.
Sui siti di gossip viene infatti spesso accusato di essere un po’ sciatto e di lavarsi i capelli una volta al mese e lui allora vuole dimostrare alle malelingue che si sbagliano. Che hanno torto. Lui è un tipo curato e deve farsi dare una sistemata al taglio. Costi quel che costi, visto che ancora si intravedono le corna spuntare. Anche se ciò significa attraversare tutta New York City sulla sua limousine bianca, la sua vera casa, mentre fuori scoppia la rivoluzione e il Presidente degli Stati Uniti (quale presidente ci sarà, in questo futuro prossimo? ancora Obama oppure Romney?) è a rischio attentato.
L’economia sta collassando, anche e soprattutto a causa sua e di gente come lui, la gente è incazzata nera, il mondo è sull’orlo del baratro e a lui interessa soltanto attraversare la città per farsi aggiustare il taglio.
Ce la farà il nostro eroe, oppure dovrà tenersi le corna per tutta la durata della pellicola?
"Con tutti i soldi che ti sei fatto con Twilight, vieni pure a scroccarmi una siga?"
Recensione cannibale
Capita spesso di vedere film che non sono all’altezza dei romanzi da cui sono tratti.
Ogni tanto capita anche di assistere a trasposizioni cinematografiche più che degne. Mi vengono in mente Trainspotting, Le regole dell’attrazione o Fight Club, giusto per citare film/libri che amo particolarmente.
Una cosa che capita molto di rado è invece vedere una pellicola che supera, anche piuttosto nettamente, il romanzo a cui si ispira. Cosmopolis è uno di questi rari casi.
Il merito è per lo più tutto di un David Cronenberg tornato in buona forma, dopo le cazzate psicanalitiche e i ridicoli spasmi muscolari di Keira Knightley nel terrificante A Dangerous Method. Chiusa quella sfortunata parentesi si spera forever, Cronenberg leggendo il romanzo di Don DeLillo si è trovato di fronte a una storia che sembra scritta apposta per lui, in cui si fondono alcune sue ossessioni, come quella per la tecnologia o il rapporto carnale uomo/macchina, insieme a una serie di complotti misteriosi e a dialoghi nonsense.
Il romanzo di Don DeLillo come romanzo non è granché riuscito. È scritto molto bene, scivola che è un piacere, ma non comunica nulla. È aria fritta. Aria fritta di pregevole fattura. Aria fritta gustosa. Eppure pur sempre aria fritta. Leggenda narra che David Cronenberg abbia scritto la sceneggiatura del film in appena 6 giorni e non si stenta a credergli. Il libro di DeLillo era bell’e che servito lì, appetitoso più per uno script cinematografico che non per una lettura a sé stante.
"Sicuri si tratti di una torta e non di un'altra sostanza?"
Il grande merito di David Cronenberg è stato quello di aver spremuto le (poche) idee presenti nel libricino, il cui pregio principale è quello di essere una lettura veloce, ottenendo un succo gustoso. Non un succo di quelli che non dimenticherai mai per il resto della tua vita, ammesso che esistano succhi di questo tipo. Però un succo gustoso. Di quelli magari non ricchissimi di vitamine, ma se non altro dissetanti.
Cosmopolis è un succo che disseta chi ha voglia di cinema. A livello visivo ha una splendida fotografia e una notevole cura formale. A livello di tematiche, nell’assurdità delle parole e dei numerosi dialoghi del protagonista Robert Pattinson con una serie di svariati personaggi, Cronenberg ci sguazza alla grande e realizza il suo film più cronenberghiano dai tempi di eXistenZ. Nonsense puro che vuole trovare un senso a questa storia, anche se questa storia un senso non ce l'ha. E non è nemmeno una canzone di Vasco.
Cronenberg è riuscito infatti a dare una forma compiuta e a fornire una dimensione quasi logica, per quanto sempre molto enigmatica, alla materia prima che aveva a disposizione. Ovvero al confuso romanzo di Don Camillo DeLillo. Il regista canadese è rimasto del tutto fedele al libro, eppure è riuscito a dare una lettura sua, una lettura maggiormente politica e in linea con i tempi di crisi economica che viviamo. Ha messo a frutto gli spunti suggeriti qua e là dal DeLillo, vedendo levitare i guadagni come si fa quando si gioca in Borsa e si è fortunati. Ha acquistato dei titoli a rischio e ha visto raddoppiare il loro valore.
Come ha fatto?
"Visto che roba, David? In confronto a Keira sembro uno da Oscar!"
Magia. Una di quelle magie che i grandi registi sanno fare. Ha preso dei dialoghi che su carta apparivano per lo più astrusi ed è riuscito a farne uscire qualcosa non dico di sensato al 100%, eppure in grado di rendere in maniera parecchio azzeccata la confusione del mondo in cui viviamo. Quello all’infuori della insonorizzata e anestetizzata limousine sensoriale del protagonista. Dopo quell’autentica tragedia che si era rivelato A Dangerous Method non era così scontato ci riuscisse. Invece David Cronenberg, nonostante qui voli al di sotto dei vertici dei suoi film migliori, ha realizzato un’opera viva e intrigante.
Non tutto funziona alla perfezione, alcuni personaggi e alcune scene lasciano il tempo che trovano, la verbosità del romanzo è stata mantenuta in maniera eccessiva pure nella pellicola e per la conclusione Cronenberg si sarebbe anche potuto sbattere a inventare qualcosa di maggiore impatto, un crescendo finale più avvincente, anziché mantenersi troppo fedele alle parole del DeLillo. Eppure c’è del cinema, dentro questa limo.
Se questo film ha un difetto, è allora quello di essere rimasto troppo ancorato al romanzo. Laddove quello risultava una bella confezione con dentro poco o niente, la visione di Cronenberg riesce ad essere una splendida confezione con dentro tutto il contenuto del libro condensato e arricchito.
E Robert Pattinson? Come se la cava, l’incognita Robert Pattinson?
Sono tutti bravi, a sbeffeggiarlo. Me compreso, lo ammetto. D’altra parte la sua performance nella parte del vampiro teen idol Edward Cullen è qualcosa di indifendibile. Diretto però da un autore, un grande Autore, Pattinson ha tirato fuori le palle e pure un’interpretazione di buon livello. L’inespressività sfoggiata in molte delle sue pellicole precedenti qui si rivela un’arma in suo favore. Perché è il personaggio del miliardario Eric Packer da lui intepretato a richiederlo. Un giovane bello e ricco da far schifo impassibile a tutto, quasi fosse uscito da un romanzo di Bret Easton Ellis ancor più che da uno di Don DeLillo. Un giovane uomo, un non-giovane vecchio dentro, un vampiro più vampiresco dell'inverosimile Cullen in cerca di emozioni forti. Una disperata ricerca di un qualcosa che nemmeno il (continuo) sesso riesce a placare, come capita pure ai protagonisti di Crash, pellicola cronenberghiana nient’affatto distante da questa. O come capita al Michael Fassbender di Shame.
"Aaah, questa recensione m'ha fatto godere più di un
succhia succhia che mai si consuma di Kristen Stewart."
Plauso quindi a Pattinson, non da Oscar però per la prima volta in grado di convincermi del tutto. Mentre il resto del prestigioso cast sfila non lasciando troppo il segno, con una serie di apparizioni troppo fugaci: Juliette Binoche, Paul Giamatti, Samantha Morton, Kevin Durand, Jay Baruchel, Mathieu Amalric… L’unica che si fa ricordare è la rivelazione Sarah Gadon, già intravista in A Dangerous Method e possibile nuova musa cronenberghiana.
Plauso al Pattinson, a sorpresa, plauso alla soundtrack messa in piedi dal buon Howard Shore insieme alla indie-band Metric (con l’apparizione del rapper K’naan in un brano), ma plauso soprattutto al Cronenberg. È lui che, guidando la limo bianca imbrattata, forse la vera protagonista della pellicola, torna sui sentieri più affascinanti del suo cinema e ci regala un nuovo intrigante viaggio. Un on the road molto sui generis. Un sogno dei suoi. O, per meglio dire, un incubo tra le vie della società e dell’economia odierna.
(voto cannibale al libro: 5,5/10
voto cannibale al film: 7+/10
voto del guest-giudice Fontecedro a film e libro: Cosmico!)
Se ti piacciono ascolta anche: Garbage, Yeah Yeah Yeahs, Ladytron, Rilo Kiley, Stars, Broken Social Scene, The Sounds
In qualche strano modo, la carriera dei Metric è legata a quella di Robert Pattinson. Detta così può non sembrare una gran cosa, ma tant’è. La band canadese ha infatti avuto l’onore (ehm, più o meno) di scrivere un pezzo, il pezzone per i titoli di coda, di Eclipse. E anche se le pellicole della serie di Twilight sono penose a essere ancora generosi, le colonne sonore sono sempre state di altissimo livello, con la crème de la crème della scena alternative e rock infilata dentro (Radiohead, Florence + the Machine, Muse, Paramore, Bon Iver, St. Vincent…). Non è però finita qui, perché per uno strano scherzo del destino i Metric sono abbondantemente presenti anche nella colonna sonora del nuovo film con Pattinson protagonista, ovvero Cosmopolis di David Cronenberg, con tre brani inediti composti per l’occasione con il grande Howard Shore. Mica Giggi D'Alessio.
Tralasciando il parallelo (inquietante) con la Pattinson-carriera, i Metric con il loro nuovo quinto album sembrano cercare l’atmosfera, più che la sola collezione di canzoni. Un viaggio che va affrontato tutto d’un fiato, tutto di fila, senza pause, meglio se di notte. Non che le grandi canzoni manchino, sia ben chiaro.
“Lost Kitten”, ad esempio, è un pezzo che fa le fusa. Non so se diventerà un singolo e se mai verrà passata dalle radio, ma nel mio mondo è già una super mega hit.
Anche con “The Void” la band capitanata da Emily Haines (collaboratrice a progetto dei Broken Social Scene) rivelano un lato pop parecchio accentuato, molto garbageiano e tutt’altro che vuoto. Dentro “Speed the Collapse” poi si sentono echi di ok computer, mentre “Dreams So Real” è una sorta di mantra ipnotico. La title track “Synthetica” è invece uno di quei motivi che si vanno a installare fissi nel cervello come un microchip emozionale e questa frase l’ha scritta Boosta dei Subsonica special guest-blogger di oggi (non è vero, Boosta non denunciarmi per sfruttamento del tuo brand, volevo dire nome).
In “The Wanderlust” compare come special guest-vocalist Lou Reed, cosa che un tempo era considerabile un vanto, dopo l’atroce album realizzato con i Metallica un po’, diciamo parecchio, meno. Però la sua voce nel ritornello calza a pennello e quindi il suo nome può tornare ad essere un vanto. Anche se per perdonargli il disco Lulu ci vorrà ancora parecchio tempo.
Quanto al primo singolo “Youth Without Youth”, è una semplice figata. Non semplicemente una figata. Una semplice figata.
I Metric tirando le somme sono riusciti nell’impresa di realizzare un disco pop e allo stesso tempo di atmosfera. Cosa non facile. Con questo album faranno quindi e finalmente il meritato botto? Se non capita, sono botte per tutti.
(voto 7+/10)
Qui sotto potete inserire l'intero album in streaming.
Cast: Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner, Ashley Greene, Jackson Rathbone, Nikki Reed, Anna Kendrick, Billy Burke, Peter Facinelli, Bryce Dallas Howard, Dakota Fanning, Kellan Lutz, Elizabeth Reaser, Sarah Clarke, Xavier Samuel, Catalina Sandino Moreno, Jodelle Ferland
Per molti aspetti questo è il miglior episodio della saga finora: il ritmo è più incalzante (leggermente eh, non è che si rischia l’infarto per il turbinio di emozioni), ci sono momenti (quasi) ironici, la storia è un pochino più elaborata, c’è una maggiore attenzione ai personaggi, oltre alla solita colonna sonora di alto livello, dal duetto iniziale tra Bat For Lashes e Beck alla magia dei titoli di coda sulle note dei miei preferiti Metric. Tutto questo naturalmente non significa che siamo di fronte a un capolavoro, solo al film twilightiano più decente.
Bella si chiede se mai verrà scopata da Edward
La bontà di Edward però diventa sempre più insopportabile. Un vampiro è una cazzo di creatura della notte, per quanto buono possa essere ha pur sempre istinti malvagi. Edward no. Edward è il perfetto boyfriend, il ragazzo da presentare alla mamma nonostante i denti aguzzi e gli occhi iniettati di sangue (e infatti Bella non si fa problemi a portarlo in visita alla mammina). Inoltre è più geloso e all’antica di un siciliano vecchio stampo e quando lei lo supplica di prenderle la verginità (pure quella anale), lui rifiuta “No, giammai. Non prima del matrimonio, svergognata!” Al ché i signori dell’anello della purezza di tutta America si sono stappati una Bella bottiglia per festeggiare. Tranne Joe Jonas dei Jonas Brothers che stando con quella figa di Ashley Greene comincia davvero a pentirsi di indossare sta minchia di anello della purezza.
Edward è talmente buono che cerca persino a tutti i costi di convincerla a restare umana, anziché volerla trasformare in vampiro. Dico, secondo voi un succhiasangue con le palle potrebbe mai pensare una cosa del genere?
Un gruppo di ragazzini emo fa visita sul set del film (sulla destra, Dawson)
E allora in questo episodio si finisce inevitabilmente a fare il tifo per il licantropo Jacob, lo sfigato di turno (per quanto si possa essere sfigati con quei muscoli…) che acquista uno spessore maggiore rispetto ai due precedenti capitoli, così come trovano un filo più spazio Jackson Rathbone e Nikki Reed (comunque molto meglio mora in Thirteen e O.C. che qui bionda). Appena abbozzato invece il personaggio di Bryce Dallas Howard, decisamente più a suo agio quando lavora con Shyamalan (come in The Village e Lady in the water). Piccolo spazio Anna Kendrick: con il suo discorso di fine liceo offre le parole più memorabili finora sentite all’interno di una saga che in genere ci ha regalato solo dialoghi e frasi alquanto banali e urticanti.
A questo giro (udite, udite!) ci sono persino un paio di momenti divertenti. Intendo: volontariamente divertenti. Ottima la battuta di Edward, che vedendo Jacob a torso nudo si chiede: “Ma non ce l’ha una camicia?” e fa sorridere pure il discorso del padre sul sesso, o ancora Jacob che ci prova spudoratamente con Bella sotto lo sguardo geloso di Edward il fidanzato siculo.
Il lupacchiotto de Roma Jacob perde però punti quando invita Bella a una festa. No, niente balla coi lupi tutta la notte sei Bella non ti fermare ma balla. La “festa” si rivela infatti una palla colossale con un anziano che racconta una storia assurda sulla rivalità della loro tribù con i vampiri: l’equivalente licantropo di una lettura della Bibbia. Non dico uccidere, ma almeno andare a un party a sbronzarsi, drogarsi e scopare, questi licantropi & vampiri presunti cattivoni non ci pensano proprio? Solo nell’universo di Stephenie Meyer ciò può risultare credibile. E forse nemmeno…
Quella gran figa di Ashley Greene,
triste poiché il suo boyfriend Joe Jonas indossa l'anello di purezza
Quando poi Alice (la sopra menzionata Ashley Greene) organizza una festa (stavolta una vera festa, non una minchiata intorno al fuoco) per la fine della scuola, oh nessuno ubriaco, nessuno che urla, a mala pena qualcuno che balla sulle note dei Muse. E nel frattempo si organizza una Santa alleanza tra lupi e vampiri. Viene da chiedersi: ma che razza di party frequentava da giovane, sta sfigata di Stephenie Meyer?
Fatto sta che i lupi e il clan dei Cullen uniscono le proprie forze per combattere contro un esercito di vampiri cattivi, ovvero vampiri normali (perché i vampiri SONO per natura cattivi, per quanto in natura mi rendo conto che i vampiri non esistono e quindi tutto questo discorso non ha alcun senso).
Anche stavolta Edward non perde l’occasione per fare la mezzasega e con il pretesto di stare vicino vicino all’amata si tira indietro dal menar le mani e affinare i canini per passare una tranquilla serata in stile Brokeback Mountain, più insieme al rivale Jacob che alla sua Bella. Tié, ben ti sta.
Finché Bella indosserà cuffie del genere, Edward non se la vorrà mai scopare...
E anche quando Jacob si slinguazza con Bella, lui non fa una piega. Al ché ci si chiede: ma quest’uomo, anzi questo vampiro, le palle le ha perse insieme all’anima? Il suo unico sogno sembra infatti quello di sposarsi con Bella, ritirarsi in campagna a sfornare marmocchi (che sfornerà lui, visto che Bella sembra a tutti gli effetti il maschio della coppia) e magari a lavorare a maglia.
E poi Kristen Stewart a me piace, ma che si combattano addirittura delle guerre per lei mi sembra un tantino esagerato (vedi foto a lato con cuffia anti-sesso!)
Il finale Breaking Dawn uscirà in due capitoli distinti e spero per allora (anche se dubito accada) che Jacob faccia il culo a Edward. Quella Twilight (mezza)sega.
Gruppo poco conosciuto, ma assolutamente grandioso: i Metric.
Questo è l'animalesco video di "Stadium Love"
E mentre Il Giornale del Partito dell'Amore titola "Israele ha fatto bene a sparare", la sempre più splendida mini Kylie Minogue risponde a distanza con un inno VERO all'amore universale
Gossip Girl goes rock! La sua Jenny Humphrey per fortuna diventa sempre più cattiva, mentre gli altri personaggi della serie ahimé si addolciscono sempre più, e così lei si dà pure al rock. Non è certo ai livelli della Courtney Love dei tempi migliori, ma almeno la giovanissima Taylor Momsen ci prova con la sua band, i Pretty Reckless e il loro primo video per "Make me wanna die"
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