Visualizzazione post con etichetta michael cera. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta michael cera. Mostra tutti i post

venerdì 25 dicembre 2015

A Very Murray Christmas, il cinepanettone indie





Sono peggio di Ebenezer Scrooge e Jack Skeletron messi insieme. Io il Natale non ce la faccio ad amarlo. Lo spirito natalizio proprio non riesce a impossessarsi di me. Anche quest'anno ho provato una grande soddisfazione quando ho finito di comprare tutti i regali, visto che farli mi piace più che riceverli, dico sul serio non per posa, eppure ciò non è bastato per farmi sentire natalizio abbastanza.

Ho provato allora ad ascoltare qualche canzone a tema, ma niente. Semmai la situazione è peggiorata. Io le canzoni di Natale non le reggo, quasi quanto quelle de Il Volo. Adesso mi è pure venuto in mente il pensiero che un giorno i tre ragazzini de Il Volo potrebbero realizzare un intero album natalizio e sto ancora peggio.
Come?
L'hanno già fatto?!?
Oh mio Dio!

Ho tentato allora con il cinema. Devo ammettere che ci sono alcune pellicole ambientate nel periodo delle festività che mi piacciono parecchio, come Gremlins e Mamma ho perso l'aereo.

venerdì 3 ottobre 2014

MAGICA MAGICA JUNO





Magic Magic
(Cile, USA 2013)
Regia: Sebastián Silva
Sceneggiatura: Sebastián Silva
Cast: Juno Temple, Emily Browning, Michael Cera, Agustín Silva, Catalina Sandino Moreno
Genere: surreal-horror
Se ti piace guarda anche: Tom à la ferme, Possession, Rovine, Amer

Più che un film magico magico, Magic Magic è un film strambo strambo. Il titolo più adatto sarebbe quindi stato Weird Weird.
Cosa c'è di strano strano, vi chiederete?
L'inizio non è che sia poi il massimo dell'originalità o del mai visto prima. La partenza è quella classica di migliaia, forse di milioni, di altri horrorini teen passati in abbondanza sugli schermi negli ultimi anni, da Chernobyl Diaries a Wolf Creek, passando per Hostel e Rovine. In pratica, un gruppo di ragazzi parte per una meta di vacanza improbabile. Nel caso di Magic Magic, la californiana Juno Temple va a trovare sua cugina Emily Browning in Cile e, insieme a un gruppetto di amici di lei, se ne vanno a stare in una baita al freddo. Se uno decide di andare in vacanza in posti tipo Chernobyl, il deserto australiano o, in questo caso, la parte più disabitata e desolata del Cile, che non si lamenti poi se le cose vanno a finire male...

Puntualmente è quanto capita anche qui, ma con una sostanziale differenza. In Magic Magic non incontriamo mostri, vampiri, licantropi, fantasmi, serial killer psicopatici, maniaci stalker o cose di questo genere. Incontriamo una serie di fatti strani o, per dirla con il titolo del film che ha lanciato Emily Browning, una serie di sfortunati eventi, legati soprattutto ad animali. Cani che vengono abbandonati per strada, cani che vogliono accoppiarsi selvaggiamente con Juno Temple, uccelli che vengono uccisi e cose di questo tipo.
La povera Juno Temple inoltre non riesce a dormire, comincia ad avere le visioni e tutti sembrano essere contro di lei. È solo la sua immaginazione? Sta impazzendo? Oppure sono gli altri ad essere pazzi?

Magic Magic non imbocca le strade già percorse dai film sopra menzionati. Prende piuttosto il sentiero del thriller-psicologico alla Polanski con accenni visionari e weirdutine a manetta. Il regista cileno Sebastián Silva riesce a costruire un'atmosfera incredibilmente tesa e angosciante giocando con le ambientazioni del suo paese d'origine e usando molto bene il sonoro, sia i rumori di sottofondo che le canzoni, non a caso Silva è anche un musicista. Le scelte fatte per la colonna sonora sono molto curiose e variegate e spaziano dal jazz retrò dal gusto sinistro di “Minnie the Moocher” di Cab Calloway a “Pass This On” dei Knife, già usata nello splendido Les Amours Imaginaires di Xavier Dolan. Con quest'ultimo giovane regista canadese, Silva sembra avere diversi punti in comune. Entrambi sono gay, entrambi stanno all'infuori dei circuiti del cinema hollywoodiano, così come pure di quelli indie tradizionali, entrambi hanno uno stile personale e strano. Inoltre la costruzione della tensione di questo film non è molto distante da quella del recente Tom à la ferme di Dolan. Sarà per la vicinanza geografica, ma Silvia prende poi qualcosina anche dal connazionale Alejandro Jodorowsky‎, visto che Magic Magic si avvicina più spesso dalle parti del surrealismo che non a quelle del thriller-horror classico. Emerge inoltre la sensazione di spaesamento che affiora quando si è in un paese lontani da casa, un paese in cui ci si sente stranieri, un'impressione che fa quasi somigliare questo Magic Magic a un Lost in Translation virato verso il thriller.

A impreziosire in maniera ulteriore il già intrigante ritratto che finora ho cercato di dipingervi ci pensa poi il cast. Ho guardato un sacco di film con Juno Temple, un po' perché lei mi piace parecchio, un po' perché è una delle giovani attrici più impegnate del cinema contremporaneo, ma mai l'avevo vista tanto convinta e convincente. È come se fosse del tutto posseduta dal suo personaggio, che a sua volta forse è posseduto da forze magiche o semplicemente dalla follia. Ancora più brava del solito pure Emily Browning, un'altra delle interpreti più promettenti del panorama attuale, e addirittura sorprendente Michael Cera. Per una volta mette in un angolo i suoi tipici ruoli da simpatico nerd per trasformarsi in un nerd inquietante. Meno brillante invece Agustín Silva, probabilmente ingaggiato solo perché è il fratello del regista. Eh sì, a quanto pare il sistema di raccomandazioni funziona anche in Cile.

"Dite che questa pelliccia sarebbe sembrata esagerata persino addosso a Liberace?"

Magic Magic è allora sicuramente un film da recuperare, come ho fatto io seguendo il consiglio del sempre prezioso Bollalmanacco di Babol, soprattutto perché ha la capacità di sorprendere e stupire. Con la sua originalità, è una visione che non offre punti di riferimento precisi e che in ogni momento ti fa domandare: “E adesso dove vuole andare a parare?”. Una dota assai rara in un mondo di pellicole create con lo stampino, soprattutto in ambito thriller-horror. La sua stranezza si trasforma però in un boomerang nella parte conclusiva. Una chiusura da “Meh!” che lascia con un punto interrogativo gigante sopra la testa. Un grande peccato, perché pare un finale un po' campato per aria e frettoloso e ridimensiona l'intero lavoro, per il resto notevole e magari non magico magico, ma sicuramente strambo strambo.
(voto 7-/10)

domenica 13 ottobre 2013

FACCIAMOLA FINITA, IL FILM APORCALITTICO




Facciamola finita
(USA 2013)
Titolo originale: This Is the End
Regia: Evan Goldberg, Seth Rogen
Sceneggiatura: Seth Rogen, Evan Goldberg
Cast: Seth Rogen, Jay Baruchel, James Franco, Jonah Hill, Craig Robinson, Danny McBride, Michael Cera, Emma Watson, Christopher Mintz-Plasse, David Krumholtz, Aziz Ansari, Mindy Kaling, Paul Rudd, Rihanna, Channing Tatum, Martin Starr, Kevin Hart, Backstreet Boys
Genere: aporcalittico
Se ti piace guarda anche: La fine del mondo, Rapture-Palooza, Fatti, strafatti e strafighe

Negli ultimi giorni ho visto La fine del mondo, After Earth – Dopo la fine del mondo e Facciamola finita (titolo originale This Is the End). Cosa volete che vi dica? È un periodo in cui mi sento particolarmente ottimista e fiducioso per quanto riguarda il futuro dell’umanità.
La cosa più preoccupante è che, al confronto di queste pellicole, una volta che guardo il TG e sento le notizie sul governo (quale governo?) italiano o su Lampedusa, la realtà mi sembra parecchio più preoccupante. E allora torno a guardarmi i miei film apocalittici e mi sento meglio. A parte con After Earth, che quello è proprio 'nammerda.

"Lo so che volete il mio corpo. Lo so."
Facciamola finita è uno dei film di cui ho avuto più difficoltà a parlare. Non perché si tratti di una pellicola così impegnativa. Ma va là. E non è nemmeno una visione fuori dalle mie corde. Tutt’altro. È una di quelle cazzatone che io prediligo e che in condizioni normali poteva offrirmi un sacco di spunti. Il problema è che l’ho visto prima di andare all’Oktoberfest, non ne ho scritto subito e poi, litri e litri e litri di birra dopo, i ricordi si sono fatti un po’ sfumati, ja. E con ricordi un po’ sfumati intendo: “Chi sono io? Qual è il mio nome? Da che pianeta provengo?” L’unica cosa che ricordavo dopo l’Oktoberfest era il nome del Presidente della Repubblica italiana. Quello non cambia da secoli.
Poi però mi sono detto “Facciamola finita e scriviamo un po’ ‘sto post su Faccimola finita!”. Lo so che le cose non vanno forzate e che prima o poi l’ispirazione viene da sola. Solo che, ancora un po’ che aspettavo, le possibilità di avere delle memorie decenti del film svanivano sempre più. Per riuscire a scriverne mi sono così armato di caffè, beveroni schifosi da post-hangover, un po’ di pazienza e ho provato a ripercorrere mentalmente la pellicola, stile Una notte da leoni.
Hey, un momento. Non cominciamo a fare confusione, che poi cerco di ricordarmi com’era Una notte da leoni, prima dei due orribili sequel realizzati e non la finiamo più.
Io invece voglio farla finita. Non con la mia vita. Non allarmatevi, o in alternativa non gioite. Voglio farla finita con questo film.
Partiamo allora dalle cose semplici: la trama. Di cosa parla, Facciamola finita?

Parla di Seth Rogen che va a prendere all’aeroporto il suo amico Jay Baruchel, di ritorno a Los Angeles con l’intenzione di passarsi qualche giorno in tranquillità a giocare ai videogame e a stonarsi di maria.
Maria?
No, per il momento no, grazie. Sono ancora in botta da birra.
Solo che poi Seth Rogen viene invitato a un party esclusivo a casa di James Franco e convince l’amico, che da bravo snob asociale non c’ha voglia di partecipare a una festa, ad andarci. E così i due si ritrovano nella villa di James Franco insieme a Rihanna, Emma Watson, Jonah Hill, Michael Cera, Mindy Kaling, Christopher Mintz-Plasse, Paul Rudd e altra gente. Fino a che, a un certo punto, arriva il finimondo. Non un semplice terremoto, che a L.A. sarebbe all’ordine del giorno. Capita proprio una fine del mondo. Così, di punto in bianco.

"Calma Emma, non lo diciamo più che Harry Potter è una cagata pazzesca."
Lo spunto è geniale, non vi sembra?
No?
In effetti una fine del mondo oggi come oggi non è una cosa così strana, in un film. Però mi sono dimenticato di menzionarvi una cosa. Nella mia sbadataggine da hangover, non vi ho detto che non ho usato i nomi degli attori invece di quelli dei personaggi così, per rendervi più semplice l’identificazione. In questo film, gli attori sono proprio i personaggi. Seth Rogen è Seth Rogen. Jay Baruchel è Jay Baruchel. Emma Watson è Emma Watson, e Dio la benedica. Ognuno interpreta se stesso in quella che però è una versione un po’ finta e un po’ no di se stesso. Difficile capire quanto ci sia di vero e quanto meno. Michael Cera ad esempio pare che nella realtà sia un tipo tranquillissimo che non beve neanche e certo non è nemmeno un party boy, mentre qui fa il cocainomane sessuomane scatenato. I veri Seth Rogen e Jay Baruchel invece non è molto difficile immaginarli realmente dei cazzari fattoni quali appaiono nella pellicola. Craig Robinson, recentemente fermato alle Bahamas per possesso di marijuana, non parliamone. Insomma è un gran casino. Un gran miscuglio tra reality e fiction di cui parlavamo anche a proposito di Bling Ring e che ormai è diventata una consuetudine nel mondo di oggi. Con i vari social network, il confine tra VIP e "umani", tra persone e personaggi s'è fatto sempre più sottile.
È questa l’arma vincente, lo spunto fenomenale del film. La prima mezz’ora funziona così alla grande e appare tra le cose più originali viste di recente in ambito comedy. Se tutto fosse a questo livello, staremmo qui a parlare di un capolavoro e forse me lo ricorderei perfettamente nonostante tutta la birra bevuta nei giorni successivi. Peccato che il resto della pellicola, per quanto presenti qualche altro spunto e ideuzza non male, non sia tutto allo stesso livello. Dalle quasi 2 ore di durata, qualche scenetta non fenomenale sarebbe potuta essere lasciata fuori e in alcuni momenti sembra che a divertirsi siano più gli attori mentre recitano ognuno nei propri panni, più che noi spettatori a vederli.

"Mmm, la tipa nell'header di Pensieri Cannibali mi ricorda qualcuno..."
La follia anarchica che anima questo film, benché a tratti persino troppo stupidotta nella sua goliardica comicità, benché non sempre esilarante, benché non sempre messa a fuoco, rappresenta comunque una boccata d’aria fresca all’interno di un panorama americano composto da commediole prodotte in serie, una uguale all’altra. Facciamola finita è come una pellicola amatoriale, solo girata con mezzi professionali da dei professionisti del settore. Questo è il suo pregio principale, perché si percepisce il divertimento nel realizzarla, così come anche il suo più grande limite, visto che l’originalità della prima parte si esaurisce in una sceneggiatura che si sviluppa in maniera piuttosto prevedibile e per allungare il minutaggio sono stati inseriti un po’ troppi momenti in stile videoclip (da “Gangnam Style” a “Everybody” dei Backstreet Boys), o parodie cinematografiche non proprio di prima mano (“L’esorcismo di Jonah Hill”) che fanno tanto filmino cazzaro realizzato tra amici. Che poi è quello che la pellicola in fondo è.
Quentin Tarantino ha addirittura inserito questo film tra i suoi preferiti finora del 2013. Ecco la sua top 10 completa in ordine alfabetico:
"Ho davvero messo Kick-Ass 2 e The Lone Ranger?"

  • Afternoon Delight (Jill Soloway)
  • Before Midnight (Richard Linklater)
  • Blue Jasmine (Woody Allen)
  • Drinking Buddies (Joe Swanberg)
  • L’Evocazione - The Conjuring (James Wan)
  • Facciamola finita (Seth Rogen, Evan Goldberg)
  • Frances Ha (Noah Baumbach)
  • Gravity (Alfonso Cuarón)
  • Kick-Ass 2 (Jeff Wadlow)
  • The Lone Ranger (Gore Verbinski)


Tarantino magari è il solito esagerato e questo film con tutti i suoi difetti e le sue lungaggini non rientra probabilmente tra i migliori o tra i più memorabili dell’anno. O forse è stata solo la birra, tanta birra, a rendermelo meno memorabile. Nonostante il ricordo sbiadito, resta comunque un esperimento interessante, un esordio alla regia valido e vitale di Seth Rogen, in co-abitazione con il compare Evan Goldberg, che in futuro potrà regalarci cose ancora più fiche.
E adesso?
Adesso basta.
Facciamola davvero finita con ‘sto film e con ‘sto post.
(voto 7-/10)

"Oh, cosa guardate male? Pure a Hollywood c'è crisi e han tagliato gli stipendi..."



mercoledì 12 gennaio 2011

I miei film dell'anno 2010 - n. 4 Scott Pilgrim vs. The World

Scott Pilgrim vs. The World
(USA)
Regia: Edgar Wright
Cast: Michael Cera, Mary Elizabeth Winstead, Ellen Wong, Kieran Kulkin, Jason Schwartzman, Anna Kendrick, Alison Pill, Johnny Simmons, Chris Evans, Brie Larson, Brandon Routh, Aubrey Plaza, Mark Webber, Mae Whitman, Erik Knudsen, Bill Hader
Genere: indie nerd
Se ti piace guarda anche: Juno, Benvenuti a Zombieland, American Splendor, Se mi lasci ti cancello, (500) giorni insieme, Sky High – Scuola di superpoteri, Zoolander, Kick-Ass, Misfits

Trama semiseria
Scott Pilgrim (Michael Cera) è un ragazzo che suona in una band indie nerd (gli spettacolari Sex Bob-omb) e fondamentalmente cazzeggia in giro con le magliette degli Smashing Pumpkins. Nonostante le fattezze vagamente da sfigato, Scott è un playboy geek che si ritrova in un triangolo amoroso con una groupie asiatica e la sua nuova cotta suprema: Ramona Flowers (Mary Elizabeth Winstead), una tipa coi capelli viola, poi rossi, poi verdi, poi blu, poi chi ci capisce più. Per conquistare il suo cuore però dovrà prima eliminare i suoi 7 ex ragazzi (e ragazze)… eliminarli fisicamente. Ce la farà?

Pregi: visiviamente è qualcosa di davvero nuovo, originale, fresco, mischia il cinema con il fumetto con il videogame con la cultura indie con qualunque altra cosa possa venirvi in mente. E poi è IL film nerd per eccellenza, un cult da tramandare di generazione in generazione per tutti i secoli nei secoli amen.
Difetti: la struttura narrativa dei 7 ex è leggermente ripetitiva

Personaggio cult: Julie, una tipa perennemente incazzata interpretata da Aubrey Plaza
Scena cult: i titoli di testa in 8-bit, l’arrivo della polizia vegana… ma in quanto film cult per eccellenza è un po’ tutto cult
Canzone cult: “By Your Side” di Sade qui fatta dai Beachwood Sparks. In versione indie, of course
Frase cult: “I’m in lesbian with you”

Leggi la mia RECENSIONE


domenica 19 dicembre 2010

Man of the year 2010 - n. 6 Michael Cera

Michael Cera
Genere: indie nerd
Provenienza: Brampton, Canada
Età: 22
Nel 2010 visto in: Scott Pilgrim vs. the World, Youth in Revolt, Paper Heart
Il passato: Arrested Development, Suxbad, Juno, Nick e Norah: tutto accadde in una notte
Lo vedremo in: Happy Saver USA, Arrested Development – Il film
Perché è in classifica: è il simbolo della generazione loser

Non fosse che all’epoca era soltanto un bambinetto, verrebbe da pensare che Beck abbia scritto “Loser” con in testa proprio lui. Michael Cera è il volto degli indie sfigati uniti contro il mondo e a suo modo è un eroe generazionale. Lui comunque sembra incurante di tutto ciò e in un’intervista su Rolling Stone racconta di come nonostante il successo cinematografico vada ancora in giro con un’auto scassata che usa come seconda casa, odia le feste e quando una fan gli ha proposto un pompino è scappato a gambe levate.

Michael Cera è l’anti-Hollywood, uno che si è ritrovato lì suo malgrado e per ora ci sta anche alla grande, accaparrandosi tutte le parti da indie o da sfigato o più volentieri da indie sfigato in circolazione. Dopo l’irresistibile George-Michael nella serie Arrested Development (che dovrebbe tornare in versione filmica), dopo il cult “Suxbad”, dopo il tenero (e improbabile) amante di “Juno”, quest’anno si è sdoppiato in “Youth in Revolt”, dove il suo alter-ego è un tizio davvero con i controca**i, e poi soprattutto nell’apoteosi del genere indie tutto: “Scott Pilgrim vs. the World”, un capolavoro di nerditudine tanto annunciato quanto riuscito. Merito della regia scoppiettante ed eversiva di Edgar Wright, di un cast spettacolo e di Michael Cera, il Brad Pitt del mondo nerd.



mercoledì 24 novembre 2010

Indie-sfigati uniti contro il mondo

Scott Pilgrim vs. The World
(USA, Canada, UK 2010)
Regia: Edgar Wright
Cast: Michael Cera, Mary Elizabeth Winstead, Ellen Wong, Kieran Kulkin, Jason Schwartzman, Anna Kendrick, Alison Pill, Johnny Simmons, Chris Evans, Brie Larson, Brandon Routh, Aubrey Plaza, Mark Webber, Mae Whitman, Erik Knudsen, Bill Hader
Tratto dalla graphic novel di: Bryan Lee O’Malley
Genere: fumettoso
Link: IMDb, mymovies
Se ti piace guarda anche: American Splendor, Se mi lasci ti cancello, Juno, Zoolander, (500) giorni insieme, Sky High – Scuola di superpoteri
Frase cult del film: “I’m in lesbian with you”

Già prima della sua uscita, “Scott Pilgrim vs. The World” si candidava prepotentemente come film indie-nerd dell’anno. Dopo averlo visto posso dire che è di più: è il film indie-nerd per eccellenza di tutti i tempi. Una vera goduria per gli occhi e per le orecchie.

“Scott Pilgrim” è una serie a fumetti creata da Bryan Lee O’Malley poco conosciuta in Italia ma un cult assoluto dall’altra parte dell’Oceano, però Scott Pilgrim non è certo uno di quei supereroi Marvel/DC alla Clark Kent o Bruce Wayne. O meglio, in qualche strambo modo un supereroe lo è (ma più alla Peter Parker) visto che per amore si ritrova a combattere e lo fa anche senza esclusione di colpi. Però fondamentalmente lui è ben altro: cazzeggia in giro (per non dire che è disoccupato) è un bassista nella fichissima rock band dei Sex Bob-omb ed è una sorta di versione nerd di un playboy che indossa le t-shirt degli Smashing Pumpkins.

Dopo aver rotto con la sua ex storica, la biondazza bonazza rockstar Envy Adams, Scott si ritrova invischiato in un triangolo amoroso tra una ragazzina liceale groupie della sua band e una nuova misteriosa ragazza ganza dai capelli viola arrivata in città: Ramona Flowers è il suo nome. Per mettersi insieme a lei dovrà però prima affrontare 7 suoi folli, diabolici, maligni ex ragazzi (e ragazze): lo spunto geniale del fumetto e del film è infatti quello di trasformare le relazioni sentimentali in una sorta di videogame a livelli.


A tradurre un fumetto del genere, il rischio era però quello di finire per fare il solito cine-videogame fracassone idiota e visivamente inguardabile. Per fortuna il regista Edgar Wright (il fenomeno già dietro al super cult comedy-horror inglese “L’alba dei morti dementi” e alla parodia degli action-movies “Hot Fuzz”) utilizza uno stile che ruba dal mondo dei fumetti e dei videogame in maniera davvero creativa e originale, senza dimenticarsi comunque che sta pur sempre facendo un film e non giocando alla Playstation: a livello visivo direi che quindi questa è tra le pellicole più innovative e particolari viste negli ultimi 150 anni. Mica esagero.
Stupenda già la sigla iniziale con musica e grafica in 8-bit, più l’uso creativo dei baloon e di altri espedienti fumettistici in varie scene, ma tutta la pellicola è un vero luna park di invenzioni stilistiche e narrative ge-nia-li! Roba che uno non fa in tempo a rimanere stupito per una trovata che subito ne spunta un’altra che ti lascia ancor più senza fiato.
Senza tralasciare una notevole colonna sonora (ovviamente indie, anzi indieissima) che va da Beck ai T-Rex, con il momento più emozionante sulle note della cover di “By Your Side” di Sade firmata Beachwood Sparks. E naturalmente ci sono anche loro, i mitici Sex Bob-omb di Scott Pilgrim.


Assurdo poi quanti giovani talenti riesca a racchiudere un film solo. Il protagonista ovviamente non poteva essere che lui, il volto degli indie sfigati per eccellenza: il Michael Cera di “Juno”, chi se no? La ragazza dei suoi sogni (letteralmente, visto che la vede prima in sogno e poi nella realtà) è interpretata da quello schianto di una Mary Elizabeth Winstead, una delle Grindhouse girls di Tarantino nonché figlia di Bruce Willis nell’ultimo Die-Hard, una che nel film passa con disinvoltura dai capelli rosa, al blu e al verde senza perdere mai fascino, una che al solo pronunciare il suo lungo nome ci si fa in tempo ad innamorarsene.
La sorella impicciona (e pure stronza) di Scott che sa tutto ancor prima che una cosa succeda è la mia super preferita Anna Kendrick di “Tra le nuvole”, ancora una volta stellare seppure in una piccola parte, mentre l’ex storica Envy Adams è interpretata dalla Brie Larson della serie cult “United States of Tara”.
Sul fronte malvagi ex di Ramona Flowers troviamo invece: il macho Chris Evans (“I fantastici 4”) nell’ironica parodia di se stesso, un superficiale e idiota vegano Brandon Routh (“Superman Returns”) davvero esilarante, il solito immenso divertentissimo Jason Schwartzman (quello della serie “Bored to Death” e dei film di Wes Anderson e della cuginetta Sofia Coppola) e la ex lesbo Mae Whitman dall’ottima serie tv “Parenthood”.

Spassoso pure il miglior amico gay di Scott, interpretato da Kieran Culkin (fratello di quello che aveva perso l’aereo) e da tenere d’occhio la batterista Alison Pill (già segnalatasi in “Milk”) e la scatenata cinesina Ellen Wong, mentre un altro piccolo ruolo cult che fa morir dal ridere è quello della rompiballe Julie interpretata da Aubrey Plaza.

Tutti i personaggi sono assolutamente fumettistici e idealizzati e le situazioni sono talmente assurde che niente in questo cine-fumetto potrebbe sembrare reale o anche solo con un minimo di senso logico. Eppure dietro la scintillante e divertentissima patina della strabiliante costruzione citazionista-registica c’è tutto il fascino dell’infatuazione, dell’innamoramento, della disillusione di una storia d’amore vera, che come sottolinea il buon Mr. Ford è “l'amore di Alta fedeltà, Se mi lasci ti cancello, (500) giorni insieme, Juno”.

Il film indie-nerd-sfigato definitivo di tutti i tempi e di tutte le galassie, quindi. Ma con dentro un cuoricino che pulsa.
(voto 9+)

domenica 5 settembre 2010

Sonic Youth

Youth in revolt
(USA, 2009)
Regia: Miguel Arteta
Cast: Michael Cera, Portia Doubleday, Jean Smart, Zach Galifianakis, Justin Long, Steve Buscemi, Ray Liotta, Rooney Mara, Erik Knudsen
Links: imdb, mymovies
Film in inglese (in Italia non è ancora uscito)

Michael Cera ormai è praticamente una garanzia, anzi è un brand. Se ti imbatti in un suo film, a grandi linee puoi già sapere a cosa andrai incontro: un film indie leggero e godibile ma con dentro qualche riferimento culturale alto (in questo caso Nouvelle Vague e Fellini).
Come nella serie Arrested Development e nei film Juno, Nick & Norah Tutto accadde in una notte e nel nuovissimo Scott Pilgrim vs. the World (in uscita in Italia a novembre), Cera è anche in questo Youth in revolt un nerd, un geek, un loser: chiamatelo come volete, ma fondamentalmente ha sempre la parte dello sfigato.

Stavolta però il suo personaggio ha anche un doppio, un pericoloso alter ego ispirato a Jean Paul Belmondo di nome Francois Dillinger che vive solo nella sua testa e gli permetterà di ribellarsi al suo vecchio modo di essere (da qui la personale “revolt” del titolo), portandolo verso avventure incredibili, il tutto of course per amore di una ragazza: la protagonista femminile Portia Doubleday, molto simile a Hilary Duff (prima degli interventi di chirurgia plastica). Nel cast ci sono anche Zach Galifianakis (quel fenomeno di Una notte da leoni) e Rooney Mara, prossima Lisbeth Salander nel remake americano de Uomini che odiano le donne e nel cast di The Social Network e Nightmare.

Una pellicola indie fino al midollo, con qualche inserto animato che oggi fa tanto figo ah yeah, ma che fondamentalmente può essere incassellata in un nuovo genere a sé stante: il Michael Cera movie.
(voto 6/7)

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com