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mercoledì 20 gennaio 2016

Sopravvissuto a una chat con Matt Damon





Nel corso di una missione su Marte, l'astronauta e botanico Matt Damon ebbe un terribile incidente e venne abbandonato sul pianeta dai suoi compagni, che fuggirono codardamente auto convincendosi che era morto. Qualche tempo più tardi Matt Damon, sopravvissuto per miracolo all'incidente, riuscì a ripristinare le comunicazioni con la NASA e pure con i suoi ex colleghi. Questa è la conversazione che hanno avuto in chat in versione integrale. Non quella censurata che poi hanno inserito nella pellicola tratta dalla vicenda.

martedì 24 novembre 2015

Ant-Man, l'omoformica





Ant-Man
(USA 2015)
Regia: Peyton Reed
Sceneggiatura: Edgar Wright, Joe Cornish, Adam McKay, Paul Rudd
Cast: Paul Rudd, Evangeline Lilly, Michael Douglas, Corey Stoll, Judy Greer, Bobby Cannavale, Michael Peña, T.I., Abby Ryder Fortson, Martin Donovan, John Slattery, Anthony Mackie, Hayley Atwell, Stan Lee
Genere: piccolino
Se ti piace guarda anche: Salto nel buio, Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi, Iron Man

La vita da formica proprio non ve la consiglio. Non è un granché essere ignorati, invisibili a tutti. Non invisibili invisibili come Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores, però quasi. Voi probabilmente non lo sapete come ci si sente, a meno che non abbiate provato un'esperienza come quella dei protagonisti di Radiazioni BX: distruzione uomo, Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi, o quella figata di cult anni '80, il sottovalutato Salto nel buio di Joe Dante. Oppure il nuovo Ant-Man.

martedì 27 gennaio 2015

FURY CARRO ARMATO DEL WEST





"La Seconda Guerra Mondiale sta per finire?
Ma nooo, io non c'ho voglia di tornare a casa da Angelina!"
Fury
(USA, Cina, UK 2014)
Regia: David Ayer
Sceneggiatura: David Ayer
Cast: Brad Pitt, Logan Lerman, Shia LaBeouf, Jon Bernthal, Michael Peña, Jim Parrack, Brad William Henke, Jason Isaacs, Xavier Samuel, Alicia von Rittberg, Anamaria Marinca, Scott Eastwood
Genere: furioso
Se ti piace guarda anche: La sottile linea rossa, Salvate il soldato Ryan, End of Watch - Tolleranza zero

Fury è una pellicola che parla di Fury, un carro amato del West. O, per essere più precisi, un carro armato che avanza nella West Germany.
Cioè, un attimo, mi state dicendo che hanno fatto un film su un carro armato?
Ebbene sì. Ormai girano pellicole su qualunque cosa, persino su una bambola comparsa brevemente in un horror, volete che non girino una pellicola su un carro armato?
Quindi è così, il grande protagonista di Fury è proprio Fury, il carro armato Fury, ancor più di Brad Pitt che qui, per quanto ritorni su livelli recitativi più decenti rispetto a quelli zombie di World War Z, è ben lontano dalla performance da Oscar che probabilmente era convinto di fare quando ha deciso di girare questo film. Una pellicola ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, già solo per questo si candiderebbe a essere una roba da Academy, visto che all'Academy adorano le pellicole ambientate in quel periodo e i film bellici in generale. Guerre e/o film sugli handicappati e/o malati e/o con attori fighi che diventano brutti e/o basta che ti chiami Meryl Streep e la nomination è garantita.

venerdì 1 marzo 2013

OPPAN GANGNAM SQUAD

Hey yo followers what up?
fuori le tette se siete delle pin-up
oggi ho visto un film per soli duri
un film che spacca i culi
lo Scarface della nostra generation
ascoltate qui non one nation one station
prendetemi pure per i fondelli
ché io vi mando Balotelli
del nuovo cinema criminale è lo status quo
ve lo presento, bro, questo è Gangster Squad

BOOM

Hey, un momento… cos’è questo rumore?
Oddio, stanno sparando. Stanno sparando alla mia casa. Tutti giù. Tutta la mia crew, tutti i miei fra, state giù! Sono quelli della gang rivale, quelli di Pensieri Cannibali. Sì, devono essere loro che vogliono vendicarsi perché su Facebook ho lanciato delle accuse pesanti sulla loro pagina. Roba tipo: “Noi siamo troppo i meglio e voi fate pena. E poi lo dico: di cinema non ne capite proprio un acciderbolina di niente!”.
Ora mi sa che vogliono vendetta. Vogliono sangue. Maledetti cannibali, continuano a sparare. O forse è una bomba?

BOOM

Ehm… come non detto. Mi sono sbagliato. Non erano spari. Erano solo dei ragazzini fuori che facevano saltare dei mini ciccioli. Che strizza!
Comunque come dicevo nel mio freestyle, secondo me Gangster Squad è un capolavoro, è troppo il meglio, voto 100 su 10, però adesso per par condicio beccatevi la recensione della mia crew rivale. Quella dei Pensieri Cannibali. Secondo loro il film non è così fenomenale. Però che ne capiscono loro?
Proprio un acciderbolina di niente!

"Che minchia guaddi?"
Gangster Squad
(USA 2013)
Regia: Ruben Fleischer
Sceneggiatura: Will Beall
Tratto dal romanzo: Tales From the Gangster Squad di Paul Lieberman
Cast: Josh Brolin, Ryan Gosling, Sean Penn, Emma Stone, Mireille Enos, Nick Nolte, Anthony Mackie, Michael Pena, Robert Patrick, Giovanni Ribisi, Ambyr Childers, Michael Bacall, Evan Jones, Troy Garity
Genere: gangsta
Se ti piace guarda anche: L.A. Confidential, Scarface, Gli intoccabili, American Gangster, Dick Tracy, Sin City

1949, Los Angeles, la città è controllata dal boss Mickey Cohen. Per fermarlo il sindaco mette su una speciale e segreta task force, una squad che agisce con ogni mezzo lecito e soprattutto non lecito per fermare il delinquente. Diventando a sua volta una Gangster Squad.

Uh, bello! Un noir in piena regola. Un romanzo criminale di quelli old style, con un cast di prim’ordine, due giovani divi come Ryan Gosling ed Emma Stone, garanzie come Josh Brolin e Sean Penn, un regista lanciato, e una vicenda ispirata alla figura di un criminale esistito per davvero e che di nome fa proprio Mickey Cohen. Eppure in giro non se ne parla bene. Negli USA è uscito in sordina ed è stato parecchio snobbato dal pubblico e preso poco in considerazione dalla critica. Com’è possibile?

"Ahahah, Sean così conciato sei più divertente del Nongio."
Presto detto. Gangster Squad non è un film brutto, bensì rientra in una categoria peggiore, più infima ancora: quella delle pellicole inutili. Gangster Squad è un film gangsta molto tradizionale, senza alcun tratto distintivo in grado di farlo emergere tra le altre numerosissime pellicole analoghe già prodotte in passato. L’unica particolarità sta nel fatto che qui il Bene agisce con gli stessi mezzi del Male, ma alla fine non è che sia poi tutta ‘sta grossa novità. Soprattutto considerando come i Buoni rimangano comunque sempre distinti in maniera netta dai Cattivi. O meglio dal Cattivo, il cattivone Sean Penn. Per renderlo più somigliante al vero Mickey Cohen, hanno applicato sulla faccia del povero Penn un trucco che fa spavento, ma non nel senso che fa paura. Non fa brutto, è brutto e basta, ai livelli di quelli di J. Edgar o quasi. Sean Penn così truccato sembra il Nongiovane quando fa il mafioso nei Soliti Idioti. Rendetevi conto che prendere sul serio un personaggio del genere non è quindi visivamente facile. Se a ciò aggiungiamo che questo Mickey Cohen/Sean Penn ancor più che proiettili spara una serie di battute assurde, di cui alcune per carità pure divertenti, il risultato è quello di cadere presto nel ridicolo. Sean Penn è un cattivo di una cattiveria talmente eccessiva da risultare cartoonesca. Anche la sua violenza appare parecchio inverosimile e fumettosa. Al confronto di altri film del genere o anche di una serie come Boardwalk Empire, ad esempio, Gangster Squad sembra quindi la versione Rai Yoyo di una storia criminale.

"Ma chettibevi, Josh? Un appletini? Tu sì che sei un duro!"
Possiamo allora cercare di vedere la pellicola come una specie di revisione in chiave fumettistica ma più che altro videogammara del noir tradizionale, però la componente più giocosa e divertente è troppo limitata. Il film si lascia vedere, perché Ryan Gosling ed Emma Stone sono sempre un bello spettacolo per gli occhi, sebbene la loro intesa sia lontana da quella sfoggiata in Crazy, Stupid, Love., e perché a livello visivo le ambientazioni sono ben realizzate e c’è una buona cura tecnica dietro. Anche i livelli di ritmo, per quanto mai trascinanti, risultano piuttosto elevati e la pellicola ha il pregio se non altro di non annoiare. Da qui ad avvicinarsi alle pietre miliare del genere, di strada però ne passa parecchia.

L.A. Confidential era un esercizio di stile, ma che stile. Giocava con gli stereotipi del noir, ma lo faceva con classe. Gangster Squad invece con gli stereotipi non ci gioca, li subisce e finisce per risultare un film senza una grossa personalità. Il regista Ruben Fleischer evidentemente ha fatto il passo più lungo della gamba, tanto per parlare attraverso stereotipi come fa la pellicola. Dopo due commedie frizzanti come Benvenuti a Zombieland e 30 Minutes or Less, il giovane e comunque ancora promettente regista 34enne ha tentato di realizzare un film più serio. Obiettivo non centrato e a questo punto spero che per i suoi prossimi lavori ritorni a sfoggiare la sua anima più cazzona e torni a tinte più leggere, giacché il noir non gli si addice..

"Pensi ancora che sia ridicolo, Cannibal?"
Quanto agli attori, è raro vedere un cast del genere così sprecato. Ryan Gosling in questo film è troppo ciaciarun, parla troppo. Lui sarebbe più efficace come attore muto. Dovrebbero fargli fare una pellicola alla The Artist. Vincerebbe l’Oscar.
Emma Stone, o anche per dirla con un francesismo usato da Sean Penn: “quella splendida passera rossa”, è una belle femme ma è poco fatale. I panni di moderna Easy Girl le si addicono, mentre per un ruolo in noir pure lei non mi sembra del tutto a suo agio. Più a suo agio appaiono allora Josh Brolin, comunque pure lui piuttosto spento, e Mireille Enos presa in prestito dalla serie The Killing, mentre Nick Nolte non è mai apparso tanto vecchio, Giovanni Ribisi non è mai apparso così poco psicopatico e Sean Penn come anticipato offre ahinoi la sua interpretazione più ridicola di sempre. Tutta colpa del trucco?

Il difetto maggiore del film però è probabilmente un altro ancora: non ha un vero fascino retrò. Degli anni ’50 (o per essere precisi della fine degli anni ’40) ci sono gli abiti, le pettinature, le Cadillac. A mancare è il profumo. Non c’è l’odore, degli anni ’50. O di fine anni ’40, Signori Precisetti. La cosa migliore, e più 40s/50s di tutto il film, sono allora i bei titoli di coda disegnati. Troppo poco, troppo tardi.
Gangster Squad, un film per finti duri
un film che non spacca i culi.
(voto 5,5/10)



martedì 27 novembre 2012

The Blair Witch Police

Stazione di polizia chiama agente Cannibal, ci sente?
Abbiamo un codice 390D, necessitiamo immediatamente di una recensione massacro. Negli ultimi tempi sta dando troppe sufficienze, sta salvando un sacco di film e non tutti lo meritavano e insomma non va davvero bene. Non ci siamo. Abbiamo End of Watch, questa nuova pellicola su due poliziotti in servizio in un quartiere malfamato di Los Angeles, nel barrio dove si combatte una guerra quotidiana tra messicani e afroamericani, e vorremmo che la demolisse. Capito, agente Cannibal? Comprende?

Agente Cannibal a rapporto. Vi sento forte e chiaro. Dite che sono stato troppo buono, negli ultimi tempi?
Sì, mi sa che avete ragione. Mi sono rammollito? Forse, o forse è solo che non mi sono capitate le pellicole giuste da odiare. Adesso però ho anch’io voglia di scagliarmi contro un film e prenderlo a cazzotti come si deve. Vediamo se questo End of Watch può fare al caso mio. Sono pronto in modalità tolleranza zero.

"Scendi dall'auto e ripeti che Donnie Darko fa schifo,
se ne hai le palle!"
End of Watch - Tolleranza zero
(USA 2012)
Regia: David Ayer
Cast: Jake Gyllenhaal, Michael Peña, Anna Kendrick, Natalie Martinez, David Harbour, Frank Grillo, America Ferrera, Cody Horn, Everton Lawrence, Diamonique
Genere: poliziesco
Se ti piace guarda anche: Training Day, The Shield, Harsh Times - I giorni dell’odio, La notte non aspetta

End of Watch, cominciamo dallo start. L’inizio fa ben sperare, in senso negativo. Nel senso che sono pronto per una bella rece massacro. Riprese a mano in stile finto documentario… Ci troviamo per caso di fronte a una versione poliziottesca di The Blair Witch Project? Bene, bene, mi sa che ci sarà da divertirsi a prendere a botte questo film, però… però c’è Jake Gyllenhaal e mi dispiacerebbe farlo. Anche perché non ho mai visto un film brutto con Jake Gyllenhaal.
Ah no, ho dimenticato Prince of Persia!

"Amigo, con quella telecamera sei più inquietante di quando
parlavi con i coniglioni giganti. Fai te..."
Jake Gyllenhaal ancora una volta offre una interpretazione notevolissima e ci scaraventa dentro la vita del suo personaggio e del suo amico messicano interpretato da Michael Peña, che con il cognome che si ritrova sarebbe troppo facile dire che come attore fa pena, ma non sarebbe vero. Pure lui se la cava bene. Il migliore però resta Jake Gyllenhaal. È talmente calato nella parte che io se lo vedo per strada non gli chiedo l’autografo ma gli do’ subito patente e libretto.
Lui e il suo amigo messicano se ne vanno in giro per le strade di Los Angeles con “Harder Than You Think” dei Public Enemy che pompa nelle casse dello stereo e sembra di essere insieme a loro, come dentro un Training Day parte 2 girato in stile YouTube. Che poi il film non è girato tutto in stile mockumentary. Anche se potrebbe sembrare, in realtà non è un fottuto The Blair Witch Police. E questo è un bene.
"Oh no! Ora che la saga di Twilight è finita, mi toccherà fare solo film decenti..."
"Perché, Anna, c'eri pure tu in Twilight? Io non t'ho proprio notata ahaha!"
Allo stesso tempo però non è nemmeno un Cloverfield poliziesco. E questo è un male. End of Watch sta lì a metà strada, tra riprese nude e crude mockumentary e riprese più propriamente cinematografiche. Non è né carne né pesce. È qualcos’altro, un mix confuso e non del tutto riuscito, ma che comunque dimostra una buona vitalità e riesce a catturare. Grazie alle vicende dei due poliziotti, che ci vengono mostrati non solo sul lavoro ma anche nella vita privata.

Ed è qui che entra in gioco Anna Kendrick. Anna Kendrick come al solito riesce a illuminare lo schermo, nonostante la sua presenza sia limitata a poche scene. Anna Kendrick non è una figona. Anna Kendrick ha quel tipo di fascino, quello non della tipa da una botta e via. Quello della tipa da sposarti. E infatti Jake Gyllenhaal nel film non se lo fa ripetere due volte. Anna Kendrick ha quel fascino lì, un po’ come Taylor Swift che nella vita reale usciva con Jake Gyllenhaal ma lui in quel caso non se l’è sposata e ora they are never ever ever getting back together.
"Dite che ero più sexy quando facevo Ugly Betty? Non è una bella cosa..."
Like ever.

Come comprimarie sulla strada compaiono invece America Ferrera e Capo Cody Horn. America Ferrera è l’ex Ugly Betty che qui anche senza occhiali e senza apparecchio resta sempre ugly e Cody Horn che invece l’abbiamo già vista in Magic Mike ma è talmente poco sexy che guardando il film veniva più voglia di farsi Channing Tatum o Matthew McCounaghey o Alex Pettyfer e insomma sia America che Cody fisicamente non mi piacciono proprio e non mi metterei mai con loro, like ever, ma con il loro fare mascolino sono perfettamente calate nella parte delle sbirre e quindi per la pellicola è meglio così. Anche perché una sbirra troppo sexy non è credibile. Vedi Kristin Kreuk nella serie Beauty & the Beast, che invece di una scena del crimine, sembra più pronta per una sfilata in passerella.

"Proprio così Betty cozz... ehm, America Ferrera. Proprio così."
Vita di strada e vita privata, poliziesco e squarci di romanticismo, mockumentary e fiction. End of Watch è un gran calderone in cui rientra di tutto e di più e qui sta il suo fascino. Così come il suo limite. Con la sua varietà di scelte stilistiche, il regista e sceneggiatore David Ayer non sa bene da che parte stare, eppure riesce a proporci una pellicola nuda e cruda che pur nella sua discontinuità tiene inchiodati sui sedili dell'auto insieme a Jake Gyllenhaal e Michael Peña. A non convincere fino in fondo è semmai la scelta di presentarci dei poliziotti troppo buoni. Va bene che non tutti i poliziotti devono essere corrotti o bastards come la sigla A.C.A.B. ci suggerisce, però questi due non si lasciano tentare nemmeno per un attimo dall’idea di prendersi una parte dei soldi ritrovati a degli spacciatori e non ci pensano un secondo a gettarsi tra le fiamme per salvare dei bambini. Per questo aspetto, nonostante il suo stile mockumentarystico-realistico, End of Watch finisce per somigliare a una pellicola fantascientifica, tanto che in questo caso più che di A.C.A.B. si può parlare di A.C.A.H., All Cops Are Heroes.
(voto 7-/10)

Stazione di polizia chiama agente Cannibal, ci riceve?
E questa le sembra una stroncatura, le sembra? Noi volevamo una recensione massacro e lei ancora una volta ha regalato una sufficienza, anzi addirittura una più che una sufficienza. E per fare il cattivone al 7 ha aggiunto un misero meno!?! Tutta qua la sua brutalità?
Cannibal, ci riconsegni immediatamente distintivo, pistola e tastiera. Lei è licenziato. Con effetto immediato.

The End (of Watch)


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