Probabilmente era davvero giunta l'ora. Con i loro ultimi dischi erano entrati in una spirale discendente, pur senza mai arrivare a toccare punti troppo bassi come fatto da diversi colleghi.
Probabilmente era davvero giunta l'ora, eppure in qualche modo mi sento triste.
Malinconico, più che triste.
Perché ci sono sempre stati, da che mondo è mondo, da che io ricordi di aver iniziato ad ascoltare musica, i R.E.M. ci sono sempre stati. E invece adesso si sono sciolti.
Sono comunque sicuro che in qualche modo, pur prendendo strade separate, realizzeranno ancora cose interessanti, voleranno via verso nuove sfavillanti avventure in hi-fi.
Anche perché sarebbe davvero un peccato per il mondo non sentire più quel miracolo di voce di Michael Stipe.
Un saggio una volta disse che la cosa più importante quando si va a una festa è sapere quando è il momento di andare via. Abbiamo costruito qualcosa di straordinario insieme. E ora è tempo di abbandonarla. Spero che i nostri fan capiscano che questa non è stata una decisione facile. Ma tutte le cose hanno una fine e noi abbiamo voluto finire bene, a modo nostro. Come R.e.m. e come amici e co-cospiratori, abbiamo deciso di chiudere la nostra storia come band. Abbandoniamo le scene con un grande senso di gratitudine, di realizzazione e di stupore per tutto quello che abbiamo realizzato. A tutti quelli che si sono emozionati con la nostra musica, i nostri più profondi ringraziamenti per averla ascoltata.
Michael Stipe
Scatta quindi il momento nostalgia con la top 15 (una semplice top 10 era troppo poco) delle mie canzoni personalmente preferite della band. Sigh.
Hey now, prendi le tue pillole per ricordarti che questa canzone l’hai già scritta. Però è sempre bello riascoltarti, come un vecchio amico che non senti da tempo e quando lo rivedi parla sempre delle stesse familiari cose. Ti accorgi che ti era mancato, quel buon diavolo, proprio così com’era, e da lui non pretendi chissà quali novità, perché è rassicurante che sia sempre lo stesso. E con te è lo stesso, Michael. La tua voce è talmente bella che se vi metteste a coprirla con effetti e sperimentazioni sonore probabilmente non sarebbe più uguale a come la conosciamo e la amiamo.
Hey now, il presente è qui ma i tuoi R.E.M. suonano sempre come i tuoi vecchi R.E.M.. e mentre i nostri/vostri amici PJ Harvey e Radiohead cercano ancora una volta di muoversi in direzioni nuove e provare sentieri inaspettati, come in maniera diversa testimoniano i loro ultimi lavori, tu e i tuoi soci rimanete invece sulla strada maestra a rispolverare il vostro classico sound. Quello che vi ha fatto diventare famosi. Se nel precedente Accelerate del 2008 pigiavate sull’acceleratore del rock’n’roll, questa volta vi siete resi conto di non essere più dei completi giuovincelli e i ritmi si sono fatti più blandi, più “collassati”, con il modello di riferimento che sembra essere il vostro ultimo album davvero memorabile, New Adventures in Hi-Fi, nel lontano 1996. L’impressione è proprio quella, già a partire da un singolo come “Uberlin”, pezzo in grado di ricalcare clamorosamente “Electrolite” ma allo stesso tempo, altrettanto clamorosamente, riuscire a scaldare il cuore in una fredda giornata, sia che ci troviamo a Berlino o in quel di Casale Monferrato. La tua voce, Michael, è ancora così bella da far meritare al disco una sufficienza da sola, per il resto l’evoluzione musicale della tua crew è davvero ferma e non ci sono tentativi di evoluzione. Nessuna novità arriva nemmeno dagli ospiti: la nuova collaborazione con Patti Smith nella conclusiva “Blue” è anche in questo caso troppo vicina alla ben più memorabile “E-Bow the Letter”, mentre Eddie Vedder e Peaches non lasciano certo il segno e si perdono in mezzo al vostro tipico suono. Una manciata di belle canzoni (le mie preferite "Uberlin" ed "Every Day Is Yours To Win") ci sono, te lo concedo, però da te, da voi, era lecito attendersi se non una rivoluzione perlomeno una scossa; invece niente e allora non ci resta che tenerci quella meraviglia che è la tua voce e poi andarcene a collassare in fase R.E.M.
Hey now, non dimenticarti quelle dannate pillole che non sei più così giovane e se una canzone l’hai già scritta o meno mica ti ricordi, così come io questo paragrafo mica me lo ricordo se l’ho già scritto uguale all’inizio di questo stesso post oppure no.
Stesso disco, stesso mare, Michael Stipe non cambiare.
Ar.i.eccoli, gli ar.i.em, che qualcuno (forse) conoscerà anche come R.E.M.
innovazione musicale = zero
goduria nel risentire la voce di Michael Stipe = mille
Now vado a collassare nell'ascolto di questo disco (in streaming integrale nel coso qui sotto oppure QUI)
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