Another Earth
(USA 2011)
Regia: Mike Cahill
Cast: Brit Marling, William Mapother, Matthew-Lee Erlbach, Diane Ciesla
Genere: human sci-fi
Se ti piace guarda anche:
Melancholia, Rabbit Hole, 21 grammi
Uscita italiana prevista:
18 maggio 2012
Negli ultimi giorni ho
provato a guardare la tv.
Volevo dare una
possibilità a Il più grande spettacolo dopo il weekend di Fiorello. Io volevo
davvero. Ma più di 10 minuti non ce l’ho fatta a reggere.
Fiore per fare
l’innovativo innovatore usa Twitter e il videofonino. Ma usare nuove tecnologie
in questo modo non fa di te un giovane. Fa di te solo un vecchio annoiato e
noioso. E il discorso vale ancora di più per Vasco e i suoi terrificanti
clippini.
Per il resto è il solito
tradizionale varietà con battute superate già 40 anni fa (Italia – Germania 4 -
3? Omadonna, ancora???) e che fa riapparire gli spettri di Mike Bongiorno e
Pippo Baudo. Ah, come? Pippo Baudo è ancora vivo?
Per fortuna mi è anche
capitato di vedere qualcosa di interessante, in tv. Iconoclast, un programma trasmesso
su Deejay Tv che ci presenta non solo un personaggio di rilievo, bensì 2 che si incontrano: ad
esempio Sean Penn con l’autore di Into the wild Jon Krakauer, Lenny Kravitz con
il regista Lee Daniels, Robert Redford con Paul Newman… e l’ultima puntata
trasmessa era dedicata a Quentin Tarantino e a Fiona Apple. Uno dei miei
registi e miti personali assoluti insieme a una delle mie cantanti preferite di
sempre! Appuntamento per me imperdibile e i due si sono rivelati oltre che in
gran sintonia (già si conoscevano dai tempi in cui lei usciva con il regista
Paul Thomas Anderson) anche proprio come li si può immaginare: insicura ma allo
stesso tempo forte lei, come le sue canzoni, un divertente cazzaro lui.
Comunque, arrivando al
punto di questa lunga intro, Quentin Tarantino ha tirato fuori una delle sue
perle, parlando di un bel film come di una visione che te lo fa venire duro.
Ed è proprio questo
l’effetto che mi ha fatto Another Earth.
No, non ci sono donnine
nude, esplosioni, effettoni speciali. Niente di così facile.
La cosa eccitante è il
fatto che sia un film originale e imprevedibile. Una vera goduria in mezzo a un
universo di pellicole che sai già dove vogliono andare a parare fin dalla prima
scena.
Di questo film misterioso celebrato e vincitore di 2 premi all'ultimo Sundance Festival avevo cercato di saperne il meno possibile, perché mi piace saperne sempre il
meno possibile dei film che mi accingo a vedere in modo da conservarmi il gusto
della sorpresa, soprattutto quando mi trovo di fronte a un film misterioso come
questo e… ommioddio, ma quanto sono logorroico, oggi?
Quasi quasi sono tentato
di piantarmi un paletto nel cuore da solo!
Comunque, visto che oggi
sono in logorroico-mood, vi faccio partecipi del mio dramma personale: dopo
aver visto Melancholia avevo fatto fatica a trovare vero interesse per gli
altri film e per qualche settimana vagavo in uno stato di depressione
cinematografica profondo. Fino a che non mi sono imbattuto in questa visione,
forse proveniente per davvero da another Earth.
In partenza mi ero
immaginato che questo film fosse in qualche modo simile proprio a Melancholia,
perché avevo sentito parlare di una pellicola a tematica apocalittica, ma
diversa dal solito catastrofismo fracassone alla Roland Emmerdich, pardon Emmerich.
Proprio come il film di Von Trier.
In effetti non mi ero
sbagliato di molto. Questo è un film meno autoriale, ha una minore valenza
metaforica, ci sono meno tette, eppure le due protagoniste sono parecchio
simili.
La protagonista di questo
Another Earth è una ragazza che è appena stata ammessa alla prestigiosa
università MIT, quand’ecco che sente in radio della scoperta di un nuovo
pianeta e qualcosa di terribile le capita… Con la Justine/Kirsten Dunst di
Melancholia ha quindi in comune la depressione e un rapporto particolare con
“l’altro” pianeta. Per il resto la visione prosegue su altri sentieri. Quelli
del solito film catastrofico?
Assolutamente no!
District 9, Cloverfield,
Monsters… sono le prime pellicole che mi vengono in mente, tra quelle all’interno
del genere che negli ultimi tempi hanno cercato un approccio differente al
fantascientifico. Eppure Another Earth prende un’altra strada ancora.
Another Earth si concentra
infatti sulla parte drammatica, sulle vicende dei due protagonisti, e poi come
contorno vi è anche l’elemento sci-fi. Questa è la fantascienza che preferisco.
Quella fatta di idee più che di effetti speciali. Come viene detto all’interno
dello stesso film: qui non si tratta di omini verdi o avatar blu.
Ma chi sono questi due
protagonisti? Della prima abbiamo già accennato e va detto di come sia
interpretata ottimamente dalla promettente Brit Marling, che ha anche scritto
la sceneggiatura insieme al regista Mike Cahill (da non confondere con l’omonimo
autore di Alla ricerca di Charlie con Michael Douglas). Un particolare curioso
è che la Marling assomiglia parecchio ad Amanda Knox, e il suo personaggio nel
film si fa 4 anni di galera prima di essere rilasciata.
Il secondo è invece
William Mapother, il cugino brutto di Tom Cruise specializzato in ruoli angoscianti;
tanto per dire, era il misterioso Ethan in Lost.
Due protagonisti quindi
alquanto… inquietanti.
La parte più propriamente
fantascientifica del film è poi davvero fica: il pianeta apparso all’orizzonte
non è infatti un pianeta qualunque. È una replica speculare e, sembrerebbe,
precisa spiccicata della Terra. Come è possibile ciò? Una domanda molto interessante
che apre parecchie riflessioni, per un film di una notevole grandezza e un
pianeta, la Terra 2, immenso quasi quanto Melancholia. E il finale mi ha lasciato
di stucco (positivamente) come non capitava da un po’.
Sì, lo so. Lo sto pompando
troppo questo film e poi lo guarderete e rimarrete delusi. Però megalomane per
megalomane fatemi aggiungere un’ultima sparata.
Another Earth mi sa che è
quanto di meglio ci ha offerto la fantascienza quest’anno su questa Earth.
Niente male, per un film che del fantascientifico ha davvero poco.
(voto 8/10)