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lunedì 13 luglio 2015

Pollice insù per Insurgent





The Divergent Series - Insurgent
(USA 2015)
Titolo originale: Insurgent
Regia: Robert Schwentke
Sceneggiatura: Brian Duffield, Akiva Goldsman, Mark Bomback
Tratto dal romanzo: Insurgent di Veronica Roth
Cast: Shailene Woodley, Theo James, Kate Winslet, Ansel Elgort, Miles Teller, Naomi Watts, Jai Courtney, Mekhi Phifer, Octavia Spencer, Zoe Kravitz, Ashley Judd, Tony Goldwyn, Maggie Q, Jonny Weston, Suki Waterhouse, Daniel Dae Kim, Keiynan Lonsdale
Genere: bimbominkioso ma non troppo
Se ti piace guarda anche: Divergent, Hunger Games

Dunque, allora, dove eravamo rimasti?
Nel primo capitolo della saga di Divergent, c'era Shailene Woodley che mi pare fosse malata di cancro. Alla fine, mi sembra, moriva. O forse era solo il suo fidanzato, pardon trombamico a lasciarci le penne?
Non ricordo bene. L'unica cosa che so per certo è che era tutta colpa delle stelle, ma mi sa che ho sbagliato film.

lunedì 16 febbraio 2015

WHIPLASH - FULL METAL JAZZ





Whiplash
(USA 2014)
Regia: Damien Chazelle
Sceneggiatura: Damien Chazelle
Cast: Miles Teller, J.K. Simmons, Paul Reiser, Melissa Benoist, Austin Stowell, Chris Mulkey, Jayson Blair
Genere: jazz
Se ti piace guarda anche: Mozart in the Jungle, Full Metal Jacket, Karate Kid

Avete presente quell'episodio dei Simpson in cui Bart si mette a suonare la batteria?
Come no? Ma dove siete cresciuti? Nella giungla? I vostri genitori con cosa vi hanno svezzato? Con quegli eunuchi dei Teletubbies? O con i Barbapapà, che fanno tanto la famigliola perfetta, ma quando si spengono le telecamere scommetto che il papà tira fuori la cinghia? Oppure con quella scrofa che si rotola nel fango manco fosse una spogliarellista di quart'ordine di Peppa Pig?
Non so voi branco di scimuniti, ma io sono cresciuto all'antica, con i sani valori di una volta, quelli dei Simpson appunto. Nella puntata di cui vi parlavo qui sopra, Bart diventa in poco tempo un batterista fenomenale, si unisce a una band jazz e diventa popolare in tutta Springfield. Il film Whiplash parte da uno spunto simile. Solo che la vita vera è più dura di un cartone animato, che sarà un cartone animato figo e tutto, ma è pur sempre una stronzata di cartone animato. Il protagonista della pellicola si trova così ad affrontare, nel prestigioso conservatorio di NYC in cui studia, un direttore d'orchestra alquanto particolare. Con alquanto particolare intendo che è uno dei più grandi idoli che avrete la fortuna di vedere nella vostra miserabile patetica e spero breve vita. Parlo di Fletcher. No, non mi riferisco a quella vecchiarda vedova di una Jessica Fletcher. Sto parlando del vero grande protagonista del film, il signor Fletcher, interpretato da un monumentale J.K. Simmons che per questo ruolo si è già portato a casa un Golden Globe e se non gli danno pure l'Oscar vado direttamente a Hollywood e brucio la scritta come sulla locandina di Maps to the Stars.


mercoledì 3 settembre 2014

QUEL FILMETTO IMBARAZZANTE





Quel momento imbarazzante
(USA 2014)
Titolo originale: That Awkward Moment
Regia: Tom Gormican
Sceneggiatura: Tom Gormican
Cast: Zac Efron, Michael B. Jordan, Miles Teller, Imogen Poots, Jessica Lucas, Mackenzie Davis, Addison Timlin, Emily Meade, Josh Pais, Lola Glaudini, Alysia Reiner, D.B. Woodside
Genere: tardoadolescenziale
Se ti piace guarda anche: Amici, amanti e…, The First Time, American Pie, Gossip Girl, Sex and the City

Ci sono cose che sono imbarazzanti da ammettere. Io ad esempio mi vergogno un pochetto a confessare che, se fossi una donna, aprirei le gambe all’istante a uno come lo Zac Efron di Quel momento imbarazzante. È quel tipo di ragazzo che ha la battuta sempre pronta. Non la battuta piaciona, di quelle che infastidiscono più che far ridere, o la battuta volgare alla Berlusconi, bensì la battuta efficace e inaspettata. È inoltre quel tipo di ragazzo che sembra a suo agio in qualsiasi situazione, anche quando a una festa elegante si presenta vestito con un pene in lattice di fuori. È quel tipo di ragazzo in pratica che non prova mai imbarazzo.

Io invece provo un po’ di vergogna a confessare che Quel momento imbarazzante mi è piaciuto. Ok, piaciuto è una parola esagerata. Non è che lo abbia adorato o chessò io, però l’ho moderatamente apprezzato. Ci sono filmoni d’autore che mi fanno venire due palle così, tanto per dirne uno su tutti La conversazione di Francis Ford Coppola, e invece un filmetto innocuo, già visto e banalotto come questo me lo sono gustato dall’inizio alla fine senza annoiarmi per un solo istante. Ciò è abbastanza imbarazzante, soprattutto per uno come me che tiene un blog prevalentemente cinematografico, e mi fa capire come la visione di troppa Gossip Girl abbia nuociuto gravemente al mio cervello.
Ho citato Gossip Girl perché per certi versi la rappresentazione della vita a New York City messa in scena da questa pellicola me l’ha ricordata. In Quel momento imbarazzante non c’è una visione della Grande Mela vicina a quella intellettualoide di Woody Allen, a quella hipster della serie Girls o a quella grottesca di Louie. In Quel momento imbarazzante siamo dalle parti, oltre che di Gossip Girl, anche di un Sex and the City virato al maschile. Più che altro assistiamo semplicemente a una girandola di appuntamenti, situazioni più o meno romantiche e gag in stile American Pie. Proprio come in quest’ultima pellicola, anche qui i protagonisti fanno un patto, in questo caso decidono di rimanere single per solidarietà nei confronti di uno di loro, che sta affrontando il divorzio dalla moglie.
Divorzio?
Proprio così. Nonostante i protagonisti siano circa 20/25enni al massimo, uno di loro sta già affrontando una separazione. Nel ruolo del promesso divorziato troviamo Michael B. Jordan, ottimo giovane attore già visto in Friday Night Lights, Chronicle e Prossima fermata Fruitvale Station che però pare parecchio più a suo agio sul fronte drama che non qui in quello comedy.

"Hey, non è vero che sono l'ex idolo delle teenagers. Sono ancora il loro idolo!"
Troviamo poi il già menzionato Zac Efron, che continua la sua marcia di allontanamento dal film che gli ha regalato il grande successo, High School Musical. Se oggi scrivessi una tesi di laurea, probabilmente la farei sugli idoli adolescenziali che cercano di costruirsi una carriera dopo essere diventati delle icone per i teen. C’è chi ce l’ha fatta alla grande, come Leonardo DiCaprio o Justin Timberlake, e c’è chi ha affrontato la cosa in maniera piuttosto traumatica, come Macaulay Culkin, Lindsay Lohan od oggi Justin Bieber. E c’è poi invece chi ce la sta facendo in maniera traumatica ma di successo, come Miley Cyrus. Se dovessi dare un consiglio ai ggiovani d’oggi direi loro di non laurearsi, però se proprio vogliono farlo che non scelgano Scienze della Comunicazione, però se proprio la scelgono questo potrebbe essere un buon argomento per una tesi. Il mio consiglio l'ho dato, poi fate come volete...
Chiusa questa non richiesta parentesi universitaria, Zac Efron tutto sommato la sta sfangando. Una buona mossa per un giovane attore ex idolo delle ragazzine crescendo è quella di cercare di accattivarsi le simpatie del pubblico maschile. Zac Efron grazie a ruoli come questo o a quello nel successo dell’estate americana Cattivi vicini ci sta riuscendo. A questo punto gli manca giusto l’appoggio di un regista di alto livello, come capitato a DiCaprio con Martin Scorsese, e la trasformazione dell’ex Troy Bolton di High School Musical in un attore rispettabile può dirsi completata.

"Ma tu sei la tipa sull'header di Pensieri Cannibali?"
"Sì, proprio io. Anche se lì sono in un'imbarazzante versione nerd..."
L’altro protagonista del terzetto con Zac Efron e Michael B. Jordan è infine Miles Teller, che mi sembra un po’ la versione aggiornata di Joshua Jackson, il Pacey Witter di Dawson’s Creek, un’eterna promessa adolescenziale di quelle che non sono destinate a esplodere mai completamente.
Se il terzetto di protagonisti maschili tutto sommato funziona bene, con la parte femminile del cast va ancora meglio. Non provo imbarazzo a dire che ho una cotta per quasi tutte le attrici di questo film, esclusa la solita insopportabile Jessica Lucas, già vista nelle serie Life as We Know It e Melrose Place 2.0. Innanzitutto c’è Imogen Poots, la nuova Scarlett Johansson, una che di recente sto vedendo dappertutto (Non buttiamoci giù, Need for Speed, Il lercio, Una fragile armonia, Fright Night, etc.) e non ho capito se è perché lei sta girando un sacco di film o se è perché io guardo un film proprio quando so che c’è lei. In Quel momento imbarazzante compaiono poi anche la sexyssima Addison Timlin, più Emily Meade, una delle attrici dell’imperdibile serie estiva di HBO The Leftovers, e la mia nuova idola Mackenzie Davis della serie Halt and Catch Fire.
Non guardate Halt and Catch Fire?
Questo sì che è davvero imbarazzante. Così come è imbarazzante che io promuova questo film dalle scarse pretese. Se mi conoscete, dovreste però sapere che in questo genere di pellicoline teen ci sguazzo e, se dentro ci mettete un bel cast di giovani attori promettenti, una piacevole colonna sonora in cui spiccano gli Horrors, più una serie di dialoghi vagamente decenti, il gioco è fatto. E poi, tra i miei film vergogna, ci sono robe ben più imbarazzanti di questa…
(voto 6/10)

martedì 29 luglio 2014

TU, TU CHE SEI DIVERGENT





Nel mondo futuristico e distopico immaginato dal romanzo di Veronica Roth Divergent e dall’omonimo film di Neil Burger a esso ispirato, le persone sono divise in 5 distinte categorie, più una sesta a sorpresa.
Scopri a quale appartieni facendo l’affidabilissimo test di Pensieri Cannibali.

Divergent Test

1 – Se ti chiedo di saltare giù da un treno in corsa, tu che fai?
A) Avviso subito il controllore e gli chiedo di farti una multa.
B) Rispondo: “No grazie, amico, però gran bella idea.”
C) Ti dico: “Ma sei scemo?” e torno a giocare con il mio telefonino.
D) Ti chiedo di saltare prima tu.
E) Mi butto senza pensarci.
F) Penso tu sia un bad boy troppo fico e mi ti farei alla grande.

2 – Qual è il tuo film preferito?
A) Vorrei dire Quarto potere, ma in realtà è Save the Last Dance, lo confesso.
B) Guerra e pace, ma ho guardato solo le parti relative alla pace.
C) Juno, of course.
D) Quelli che guardano i miei genitori, perché io non ho una tv mia.
E) Battle Royale.
F) Hunger Games.

3 – Cosa ti fa più paura?
A) Il caos.
B) La guerra.
C) I bulli a scuola.
D) Gli specchi.
E) Non avere niente da fare.
F) I metallari.

4 – Qual è il tuo sommo modello esistenziale?
A) Ilda Boccassini, bitch.
B) Mahatma Gandhi, respect.
C) Che domanda stupida: Albert Einstein, ovvio.
D) Madre Teresa di Calcutta, aaamen.
E) Patrick de Gayardon, oh yeah.
F) Quest’anno è Ariana Grande. L’anno scorso era Selena Gomez.

5 – Uccideresti qualcuno, se fossi costretto a farlo?
A) Qualcuno che odio sì, lo ammetto.
B) Giammai.
C) Nei videogiochi ho fatto fuori più persone io di quante potrai mai incontrarne tu in tutta la tua patetica vita reale.
D) Ucciderei solo me stesso.
E) Volentieri e anche se non fossi costretto. Anzi, andiamo ora!
F) Gli haters dei One Direction li eliminerei tutti quanti.

6 – Quali sono le persone con cui vai meno d'accordo?
A) I bugiardi.
B) I violenti.
C) Gli idioti.
D) Gli egoisti.
E) I codardi.
F) Chi sui social network sparla di Miley Cyrus e Justin Bieber senza nemmeno conoscere loro e la loro splendida musica.

7 – Hai mai guardato La vita segreta di una teenager americana?
A) Ebbene sì. Me ne vergogno, però lo guardavo.
B) No e non ti insulto solo perché sono un tipo pacifico.
C) Ma sei scemo?
D) Non so cosa sia. Mia mamma ha il monopolio della tv e guarda solo Beautiful.
E) No e ti ammazzo se nomini quella serie di merda un’altra volta!
F) Certo, non mi sono mai perso una puntata e Shailene W❤❤dley era bravissima.

Risultati

Prevalenza di A
Candido
Sei un tipo molto quadrato, rispettoso delle regole. Sei sincero e dici sempre la verità. Il tuo destino è quello di lavorare nell’ambito della giurisprudenza e magari diventare un avvocato…
Quest’ultima era una bugia. Sono mica candido, io.


Prevalenza di B
Pacifico
Ti piace la natura, sei sempre gentile con tutti e sei contro ogni tipo di guerra e violenza. E sei pure vegano.
In pratica sei un gran rompicoglioni e nessuno ti sopporta.


Prevalenza di C
Erudito
Sei un intelligentone, un secchione, un nerd. In un’altra epoca verresti preso a botte dal mattino alla sera, ma oggi sei cool e, piuttosto che uno sfigato, vieni considerato da tutti un hipster.
Ma non illuderti: resti sempre un loser.


Prevalenza di D
Abnegante
Sei altruista e totalmente devoto agli altri. Talmente tanto che gli altri ti considerano spesso e volentieri appiccicoso e, se sono Candidi, non esitano a dirtelo in faccia insultandoti pesantemente. Inoltre sei così disinteressato a te stesso che ti vesti come un barbone e l'ultima volta che sei stato dal parrucchiere hai pagato ancora in lire.
Insomma: mettiti a posto che fai schifo. E fattela una doccia, ogni tanto!


Prevalenza di E
Intrepido
Sei coraggioso, non hai paura di niente e corri sempre. Smettila un po’, che non sei dentro un film di Muccino.
Sei inoltre nato per combattere.
No, hey, combattere non me. Giù quelle manacce!


Prevalenza di F
Bimbominkia
Nel libro e nel film la sesta categoria è quella degli Esclusi, ovvero quelle persone che non rientrano in nessuna delle cinque tipologie sopra menzionate. Considerando come si fanno chiamare, io ho deciso di escluderli pure da questo test, sostituendoli con la categoria cui appartengo io, quella dei Bimbiminkia. Come faccio a saperlo?
No, non dal test. Lo so perché Divergent mi è piaciuto parecchio e, se ti piace Divergent, non ci sono alternative: significa che sei proprio un bimbominkia.


Se sei un Bimbominkia, procedi pure alla lettura della seguente recensione tranquillamente.
Se sei un Intrepido, potresti sopravvivere comunque a questo post.
Se invece appartieni a una delle altre categorie, leggi soltanto a tuo rischio e pericolo.

Divergent, la recensione bimbominkiosa

"Tu con quella faccia lì farai di sicuro parte della fazione dei Bimbiminkia."
"Perché te no, Shailene?"
Divergent
(USA 2014)
Regia: Neil Burger
Sceneggiatura: Evan Daugherty, Vanessa Taylor
Tratto dal romanzo: Divergent di Veronica Roth
Cast: Shailene Woodley, Theo James, Kate Winslet, Miles Teller, Ansel Elgort, Jay Courtney, Zoë Kravitz, Tony Goldwyn, Ashley Judd, Maggie Q, Ray Stevenson, Mekhi Phifer, Christian Madsen, Ben Lloyd-Hughes, Amy Newbold
Genere: teen futuristico
Se ti piace guarda anche: Hunger Games, The Host, Star-Crossed, The Skulls – I teschi

Non sapevo proprio cosa aspettarmi, prima di vedere Divergent. Tra i miei friends c’era chi mi diceva: “Sì, è carino, però non quanto Hunger Games.” Per forza. Quello trattasi di uno dei più grandi capolavori nella Storia del Cinema e della Letteratura mondiali. Non è che la prima nuova young adult saga che sbuca dal nulla lo supera così. Anche se qualche anno fa pensavo la stessa cosa di Twilight e poi è arrivato Hunger Games e l’ha spazzato via.

"I paragoni con Hunger Games?
Nonsense puro!"
Sono quindi arrivato alla visione un po’ diffidente. Dopo appena una manciata di minuti, ero però totalmente rapito dalle vicende della pellicola, da questo mondo futuristico in cui l’umanità è divisa in varie categorie distinte. Sì, come in Hunger Games, solo che là c’erano 13 distretti e qua invece ci sono 5 fazioni: i Candidi (boring!), i Pacifici (super boring!), gli Eruditi (losers!), gli Abneganti (un nome migliore non potevano trovarselo?) e gli Intrepidi (che fighi!). Quelli che non appartengono a nessuna categoria sono gli Esclusi e in pratica sono dei senzatetto appestati morti de fame che vivono ai margini della società.
Qualcuno può dire che l'idea delle fazioni sia stata scopiazzata da Hunger Games e quel qualcuno forse c'ha ragione. D’altra parte Hunger Games è la Bibbia dei nostri tempi e tutti lo copiano.
Battle Royale?
No, mai sentito nominare.
Le casate di Hogwarts in Harry Potter?
No, mai sentite nominare nemmeno quelle.
E comunque quella di dividere la società in classi distinte è un’abitudine dell’uomo da sempre e non è necessario tornare indietro fino al Medioevo, basta guardare qualunque film ambientato in un liceo americano dei giorni nostri per ricordarselo: ci sono le cheerleaders e i ragazzi popolari, i nerd, i geek, i dark e i fattoni. Divergent nella prima parte segue esattamente lo schema del teen movie liceale, soltanto ambientato in un contesto futuristico anziché nella solita high-school, con la protagonista che proverà a integrarsi in una categoria di cui non fa inizialmente parte. Un classico dei film adolescenziali americani.

"Non abbiamo obliterato il biglietto. Buttiamoci giù rischiando la vita,
piuttosto che rischiare di essere beccate dal controllore!"
Ma a quale fazione appartiene la protagonista di questa intrippante nuova saga fantasy?
La famiglia di Beatrice Prior fa parte degli Abneganti, ovvero quelli che aiutano gli altri senza pretendere niente in cambio. Quelli che possiamo chiamare più semplicemente “buonisti” e che sono capitanati a sorpresa non da Fabio Fazio, bensì da Ashley Judd, una che era da un bel po’ che non si vedeva in giro, non in un film della portata di Divergent almeno, e da Tony Goldwyn che è quello che fa il Presidente degli Stati Uniti in Scandal, la mia serie tv non-adolescenziale preferita.
Mi correggo: l’unica serie tv non-adolescenziale che seguo.
I loro figli sono Beatrice alias Shailene Woodley, quella di La vita segreta di una teenager americana e di Paradiso amaro dove era troooppo brava, altroché quel vecchio rimba di George Clooney, e poi Caleb alias il nuovissimo attore Ansel Elgort…
Hey, un momento!
Nel romanticissimo film Colpa delle stelle Shailene e Ansel si fanno e qui sono fratelli?
Qualcuno ha pronunciato la parola incesto?

Tralasciando ciò, a una certa età gli adolescenti di questo magico mondo non devono partecipare agli Hunger Games e uccidersi amichevolmente a vicenda, bensì devono decidere il loro intero futuro. Vengono sottoposti a un test attitudinale in cui viene indicata la categoria per cui sono più predisposti, salvo poi avere la possibilità di decidere liberamente a quale gruppo iscriversi e appartenere per tutto il resto della loro patetica vita.
A questo punto vi starete chiedendo: “E allora a che ca**o serve, ‘sto test del ca**o?”.
E inoltre vi domanderete: “Sì, ma il diabolico recensore ce lo vuole dire in quale categoria rientra la protagonista, sì o no?”.
Un momento, ci sto arrivando, ma prima vi metto un bel cartello
ATTENZIONE SPOILER
che se non avete ancora visto il film vi rovino la sorpresa.


"Prova a girare un'altra stagione de La vita segreta di una teenager americana
e poi te lo faccio vedere io se sei ancora Intrepida!"
Beatrice rinnega gli Abneganti e il loro pessimo gusto nel vestire per entrare a far parte del gruppo dei fighi, ovvero gli Intrepidi. Ve l’ho detto. È la solita storia di integrazione della ragazza sfigatella che a un certo punto diventa cool tipica delle comedy teen americane e di cui la cineteca dei miei film preferiti è piena, da Kiss Me fino a Mean Girls, passando per Ragazze a Beverly Hills e Non è un’altra stupida commedia americana. La parte dell’addestramento per entrare ufficialmente a far parte degli Intrepidi è invece un misto tra iniziazione alle confraternite universitarie stile The Skulls – I teschi, misto a un pizzico di Full Metal Jacket. Ce la farà una ragazzetta fragile e malvestita come Beatrice a superare una simile prova?
La ragazza ha delle doti nascoste e non mi riferisco a particolari abilità a letto, visto che qui di sesso non ce n’è manco per sbaglio. Il sesso nelle puritane saghe young adult americane è bandito o guardato come qualcosa di malvagio. Come in Twilight. Dopo circa 12 libri e 20 film, finalmente Bella ed Edward lo fanno e sono puniti diventando genitori di una creatura satanica che viene al mondo non dopo 9 mesi ma dopo pochi giorni. Quindi anche qui vale il detto: niente sesso, siamo young adult.
Come dicevo prima di muovere questa critica, una delle poche che mi sento di fare all’altrimenti splendido film, Beatrice è meno debole di quanto sembri e ha delle doti nascoste.

"Farti tatuare solo una farfallina come Belen era troppo semplice, vero?"
La nostra Beatrice nel test attitudinale era infatti risultata Divergent dalle persone normali. Cosa diavolo vuol dire?
È un po’ come essere bisessuali, solo nel suo caso trisessuali. Dal test Beatrice risulta far parte sia di Abnegazione che di Erudizione che di Audacia. In pratica tutto il meglio mescolato in una persona sola. Le persone così, i Divergent, sono però visti come una minaccia per la società divisa in rigide classi e quindi non dovrà dirlo a nessuno, se non vuole rischiare di essere uccisa. Questo segreto è comunque anche la sua grande forza, ciò che la rende speciale.
Divergent è allora un grandioso inno alla diversità, al distinguersi dalla massa, al non belare insieme alle altre pecore del gregge. Niente che non si sia visto prima in centinaia di altre pellicole, tra cui quelle menzionate fino a qui, ma il film riesce a essere un ottimo prodotto di intrattenimento. Come spesso accade nei blockbusteroni americani moderni la durata è eccessiva, eppure nel complesso i ritmi restano alti per quasi tutto il tempo, grazie alla regia senza pause di Neil Burger, che non a caso aveva già firmato un film da bersi tutto d’un fiato come Limitless.
Molto convincente anche la colonna sonora, in cui svettano Ellie Goulding, Woodkid e M83, e il cast, con il nuovo figaccione inglese Theo James, un Miles Teller che nella parte dello stronzone gigante finalmente convince, una Kate Winslet magari al di sotto dei suoi soliti standard, però è pur sempre Rose di Titanic, cioè, volete mettere?
E poi c’è soprattutto lei, Shailene Woodley. Non sarà ai livelli stellari di Jennifer “Katniss” Lawrence ok, ve lo concedo, ma è davvero brava pure lei. Guardando lo spento The Spectacular Now mi era venuto qualche dubbio in proposito e invece no. Come già dimostrato in Paradiso amaro è un’attrice coi fiocchi, capace di rendere alla perfezione il percorso di una ragazzina debole e insicura che si trasforma poco a poco in una kick-ass woman. O quasi.

Potete allora seguire la massa di Eruditi-pecore e belare i vostri insulti sui social network nei confronti di questo teen movie, oppure fare i Divergent è ammettere che questo, per quanto derivativo, è un ottimo racconto di formazione, che non indugia nemmeno più di tanto in momenti romanticosi. Anzi, credo sia la prima saga young adult nella Storia in cui NON è presente un triangolo amoroso. Chissà se arriverà con i prossimi capitoli della serie, Insurgent e Allegiant. Per intanto godetevi questo Discendent. Non sarà Hunger Games, è vero, però ha comunque tutte le carte in regola per diventare la vostra nuova fissa bimbominkiosa. Fino all'arrivo della prossima, almeno.
(voto 7+/10)

mercoledì 5 febbraio 2014

THE SPECTACULAR (MA DOVE?) NOW




"Cioè, ma in questo jukebox non c'è manco un pezzo dei One Direction?
E comunque, che cacchio è un jukebox?"
The Spectacular Now
(USA 2013)
Regia: James Ponsoldt
Sceneggiatura: Scott Neustadter, Michael H. Weber
Tratto dal romanzo: The Spectacular Now di Tim Tharp
Cast: Miles Teller, Shailene Woodley, Brie Larson, Jennifer Jason Leigh, Kyle Chandler, Andre Royo, Masam Holden, Dayo Okeniyi, Kaitlyn Dever, Bob Odenkirk
Se ti piace guarda anche: I passi dell'amore, Keith, Bianca come il latte rossa come il sangue

Cosa cazzo ha questa generazione che non va?
Uno guarda un film adolescenziale come The Spectacultar Now e se lo domanda. Poi vai a cercare chi c’è dietro a questa storia e capisci che forse il problema non sta in questa generazione, ma in come le vecchie generazioni vedono quella nuova.
The Spectacular Now è tratto dal romanzo omonimo di Tim Tharp. Non sono riuscito a trovare info precise circa la sua età, ma dalla sua unica foto scovata in rete direi che ha non meno di 50/60 anni. Di adolescenziale difatti in The Spectacular Now a ben vedere non c’è niente. Il protagonista 18enne, interpretato dal 26enne imbambolato Miles Teller, è un ragazzo che beve. Non beve per divertirsi, per sballarsi, come tutti i teenagers fanno. Beve come un vecchio in un bar che rimugina sul passato. Really?
La protagonista femminile è invece una “sfigata”. Come al solito, era già capitato di recente con la discussa partecipazione di Chloë Grace Moretz, troppo figa per il remake di Carrie, anche in questo caso non si capisce come possa essere considerata così loooser, visto che a interpretarla troviamo quella bella manza di Shailene Woodley, una che è partita con quell’atrocità di serie di La vita segreta di una teenager americana ma ha saputo riscattarsi alla grande in Paradiso amaro di Alexander Payne, il suo esordio cinematografico con cui bang! s’era subito beccata una nomination ai Golden Globe. Dimenticate quell’ottima prova, perché qui la giovane Woodley recita con la modalità zombie accesa.

"Oggi anziché l'acqua minerale naturale mi bevo quella gasata.
Che ci volete fare? Sono un ribelle nato!"
Dall’incontro tra questi due ragazzi nasce una pellicola romantica. Romantica di quell’amore smielato quasi alla Moccia, o se non altro parente non troppo lontano dei film tratti da Nicholas Sparks. Nicholas Sparks, il Male fatto scrittore, con le sue storielle patinate da Harmony sempre impregnate di sani valori morali. E riesce a fare anche di peggio, visto che un film come I passi dell’amore al confronto di questo appare ancora come un capolavoro.
Anche andando a dare uno sguardo più da vicino, The Spectacular Now di spectacular non ha un bel nulla. Non i personaggi, banali, anonimi. Lui ragazzo popolare della scuola non si sa bene perché, forse perché alle feste è il primo a buttarsi in piscina, uh che figata! Lei sfigata non si sa bene perché, forse perché le piacciono i fumetti, cosa che nel mondo hipster di oggi è in realtà il massimo del cool. Due adolescenti che parlano e si comportano come degli adulti mentre i veri adulti rimangono sullo sfondo. La madre di lei viene menzionata ma non compare mai. La madre di lui, una Jennifer Jason Leigh talmente inquadrata da lontano e sottoutilizzata che ho capito era lei solo a 5 minuti dalla fine del film. Il padre di lui, il mitico Kyle Chandler di Friday Night Lights, è l’unico personaggio che sarebbe un minimo intrigante, ovvero un alcolizzato egoista che ha abbandonato la famiglia. Pure lui però rimane nell'ombra, così come gli sprecatissimi Brie Larson e Bob Odenkirk (l'avvocato Saul Goodman di Breaking Bad), e davanti a noi viene messo in scena il nulla. Una storiella d’amore, nemmeno di quelli così travolgenti, semmai uno di quelli che non sembra interessare manco agli stessi protagonisti.

"Piuttosto che seguire Pensieri Cannibali preferisco leggermi un libro...
un libro di Nicholas Sparks!"
Dovrebbe essere un film adolescenziale. Dovrebbe essere un film con le canzoni che enfatizzano le emozioni dei personaggi. Così non è, visto che la colonna sonora rigorosamente indie, che sarebbe valida, si sente a malapena come sottofondo. Piatta e del tutto priva di personalità è pure la regia di James Ponsoldt, che poco fa aveva girato il più interessante Smashed, con cui questo ha in comune giusto il tema dell’alcolismo, qui comunque parecchio più abbozzato. Come tutto, in questo film. Più che una pellicola vera e propria, sembra una bozza, sembrano le prove generali per qualcosa. Per la vera vita, come quella del protagonista, che ancora deve cominciare? Non lo sapremo mai perché, appena la storia sembra poter decollare e qualcosa succede, subito si ritrae indietro.
Resta inspiegabile come una pellicoletta anonima del genere sia stata accolta molto bene dalla critica USA e applaudita in festival come il Sundance. E resta inspiegabile come dietro all’adattamento del romanzo di Tim Tharp vi siano Scott Neustadter e Michael H. Weber, l’accoppiata che mi aveva regalato uno dei miei cult personali recenti, l’esaltante (500) giorni insieme. Misteri della Fede.
A proposito di Fede, potete fidarvi di quello che dicono negli Stati Uniti e guardarvi The ben poco Spectacular Now che vorrebbe essere un gioiellino indie, e dal trailer potrebbe quasi sembrare così, o potete fidarvi di me. E a me questo filmetto è parso giusto una versione vagamente alternativa, molto vagamente e poco alternativa, delle storie di Nicholas Sparks. Senza manco risultare divertente in maniera involontaria come le storie di Nicholas Sparks.
Qualcuno potrà dire che sto invecchiando, che non mi piacciono più i film teen come una volta e magari quel qualcuno avrà ragione. O magari è la gente che le pellicole per teenagers le realizza che sta invecchiando sempre più e non riesce a dare una visione credibile dei giovani d'oggi, perché a me questo sembra un insulto al cinema adolescenziale. Per me è solo uno spettacolare NO.
(voto 4/10)

venerdì 16 agosto 2013

VITA DA MAGGIOR N (21 & OVER - UN COMPLEANNO DA LEONI)




21 & Over - Un compleanno da leoni
(USA 2013)
Titolo originale: 21 & Over
Regia: Jon Lucas, Scott Moore
Sceneggiatura: Jon Lucas, Scott Moore
Cast: Skylar Astin, Miles Teller, Justin Chon, Sarah Wright, Jonathan Keltz, François Chau, Dustin Ybarra
Genere: tardo adolescenziale
Se ti piace guarda anche: Project X, Una notte da leoni, American Trip, Fatti strafatti e strafighe, Maial College, Ammesso

"E tu saresti la fighetta del film? Ma sembra che hai 120 anni..."
"Ce li ho, infatti adesso devo tornare al pensionato che s'è fatto tardi."
Negli Stati Uniti a 16 anni puoi avere la patente, a 18 puoi comprare una pistola (in molti stati, almeno), ma per poter bere alcolici devi avere 21 anni. Cosa succede allora quando un ragazzo del college compie questa fatidica età? Capita una notte da leoni, pardon Un compleanno da leoni. Questo almeno è il titolo che è stato dato in Italia al film 21 & Over. Film che da noi non è ancora uscito e non si sa nemmeno se mai uscirà, però i titolisti nostrani si fanno trovare sempre pronti per ogni evenienza e così si mettono a dare nuovi titoli, più banali e scopiazzati possibili, persino a pellicole mai arrivate nello Stivale. Sono queste le soddisfazioni di vivere in Italia!

Quella dei 21 anni è una soglia importantissima da superare negli USA, che va celebrata tramite una cerimonia di passaggio, come dice il personaggio idolo del film, Miller (Miles Teller), all'amico neo 21enne, l’orientale Jeff Chang.

Il punto è che negli Stati Uniti d'America si esce a bere. Perché è un passaggio sacro. Come in Africa. In Africa lasci il villaggio e torni quando hai ammazzato un orso! È come quando un eschimese uccide il suo primo pinguino, ok? In questo paese, Jeff Chang, gli amici ti portano fuori e ti imbottiscono di alcol.

"La vera fighetta del film adesso è lui!"
Come potete intuire, si tratta di una commedia alcolica americana tipica, sulla scia di Una notte da leoni, o più che altro dei due poco riusciti seguiti Una notte da leoni 2 e 3.
Hey, ma allora il titolo italiano non è poi tanto campato per aria, non come la pellicola sul bird-watching Un anno da leoni (titolo originale: The Big Year). Tanto più che i registi della pellicola Jon Lucas e Scott Moore sono gli sceneggiatori proprio del primo mitico Una notte da leoni. I titolisti italiani lo sapevano, o gli è semplicemente andata di culo, con questa notte da leoncini?

In pratica, 21 & Over è allora un Una notte da leoni in versione teen, o meglio post-teen, visto che i protagonisti hanno l’età legale per bere e possono quindi essere considerati dei giovani adulti. O ancora, ci troviamo al cospetto di un film non troppo distante da Project X. Laddove quello però era realizzato in stile mockumentary, questo 21 & Over è girato come un film normale. Una commedia goliardica americana tipica, sulla scia di American Trip o Fatti, strafatti e strafighe o Maial College e insomma sì, aveva capito da tutti questi riferimenti che non ci troviamo di fronte al film più originale o intellettuale dell’anno.
Però fa il suo dovere?

"E io allora sono la figona del film!"
No, se non siete patiti del genere.
Mentre sì, con gli allocchi come me che in questo genere di teen comedy ci sguazzano alla grande, fa il suo porco dovere, o quasi. Nonostante un livello di originalità pari a zero, un cast ben poco eccezionale, una protagonista femminile (Sarah Wright) molto meno gnocca delle gnocche medie di questo genere di film, 21 & Over intrattiene in maniera disimpegnata, a tratti diverte, è sguaiato e cazzaro quanto basta e non propone nemmeno un messaggio tanto buonista, come spesso capita nelle pellicole U.S.A.! U.S.A.! (e non solo U.S.A.! U.S.A.!).
La morale del film è che nella vita non è importante inseguire l’American Dream o fare soldi e fare successo. L’importante è divertirsi. Spassarsela come se non ci fosse un domani, Spring Breakers style. Proprio quanto capita ai tre protagonisti di questo film, che guarda come modello all’umorismo cazzaro alla American Pie delle pellicole già citate sopra, ma getta anche uno sguardo alle commedie anni ’80 come Una pazza giornata di vacanza con Matthew Broderick.
La storia è sempre la stessa: crescere fa schifo. E allora perché non rimandare le responsabilità e la vita da adulti ancora un po’ e nel frattempo sbronzarsi ancora una volta? Solo un’altra volta…
(voto 5,5/10)



mercoledì 23 febbraio 2011

Rabbit Hole: Nella tana del biancofiglio

Rabbit Hole
(USA 2010)
Regia: John Cameron Mitchell
Cast: Nicole Kidman, Aaron Eckhart, Dianne Wiest, Miles Teller, Sandra Oh, Tammy Blanchard
Genere: drammone
Se ti piace guarda anche: In the bedroom, Moonlight Mile, La stanza del figlio, Le cose che restano, Gli ostacoli del cuore, Amabili resti
Attualmente nelle sale italiane

Trama semiseria
Nicole Kidman e Aaron Eckhart sono una coppia in apparenza come tante, sposati e quindi mediamente infelici e mediamente noiosi. Presto scopriamo però che dietro la loro apatia si nasconde in realtà un dramma: pochi mesi prima hanno infatti perso il loro unico figlioletto e cercano di tirare avanti come possono, andando ad esempio agli incontri per coppie come loro. Negli USA non ci sono infatti solo gli alcolisti anonimi, ma c’è praticamente un gruppo di sostegno per qualunque cosa. Soffrite di diarrea? C’è un gruppo. Vi piace cantare canzoncine sceme? C’è un gruppo (il Glee Club). Odiate Al Bano? Negli Stati Uniti c’è un gruppo (numerosissimo) persino per quello! E mentre Aaron Eckhart si fa le canne con la tipa asiatica di Grey’s Anatomy, la Kidman incontra il ragazzo che ha preso sotto loro figlio…

Recensione cannibale
La perdita di un figlio è una delle tematiche più difficili da affrontare. È sempre un’impresa da equilibristi riuscire a utilizzare un tocco intimo e delicato e a non fare del facile sentimentalismo pietoso alla Studio Aperto/Maria de Filippi. Difficile quanto estrattare un ossicino dall’allegro chirurgo (qualcuno di voi c’è mai riuscito?). Un argomento da tv del dolore su cui è facile scivolare, ma che se affrontato con il giusto tatto può portare a risultati splendidi, e come esempio in tal senso non posso che citare il mio amato Amabili resti.

Il regista di questo Rabbit Hole è John Cameron Mitchell, uno che arriva dalla fantasiosa epopea glam di Hedwig – La diva con qualcosa in più e dal controverso (e quasi porno) Shortbus. Uno che insomma non ci si aspetta di trovare dietro un drammone in piena regola, decisamente classico sia per narrazione che per direzione e invece eccolo qui, talmente immedesimato nel ruolo del regista tradizionale che non si concede praticamente alcuna libertà.

La pellicola ha dei momenti drammatici molto intensi che difficilmente lasciano indifferenti, anche se per la maggior parte del tempo i toni sono piuttosto freddi, cosa che se da una parte evita quindi il rischio del pietismo, dall’altro non aiuta a empatizzare con i protagonisti. Nicole Kidman è come al solito bravissima, ma non riesce a coinvolgere/sconvolgere come parecchie altre volte nel suo passato a.B., avanti Botox (Da morire, Eyes Wide Shut, Moulin Rouge!, The Others e Dogville i suoi exploit che più mi hanno sconvolto) e anche Aaron Eckhart è mediamente bravo. L’impressione è che però il film non aggiunga al drammatico argomento niente di diverso rispetto ad altre pellicole simili (In the bedroom, La stanza del figlio), tra le tendenze adultere di Eckhart e il rapporto conflittuale della Kidman con la madre Dianne Wiest, che pure lei è passata attraverso la perdita di un figlio.

L’elemento di maggiore interesse e originalità è allora fornito dal personaggio di Jason (il promettente Miles Teller), il ragazzo che suo malgrado ha tirato sotto il figlio della coppia. Nicole Kidman è ossessionata da questo giovane, lo segue quando torna da scuola e gli si avvicina: no, tra loro non scatterà un’improbabile storia sessuale, però lei si interesserà a un fumetto scritto dal ragazzo e intitolato Rabbit Hole. Questa parte della vicenda avrebbe meritato un ulteriore approfondimento e allora sì che avremmo avuto una pellicola particolare e fantasiosa. Così è solo un film impeccabile quanto algido, peccato che dentro questa tana del coniglio si sarebbe potuto scavare molto più a fondo.
(voto 6)

Personaggio cult: il giovane fumettista e involontario killer Jason (Miles Teller)
Scena cult: un intenso dialogo tra Nicole Kidman e Dianne Wiest sul dolore per la perdita di un figlio

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