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venerdì 2 dicembre 2016

The Gilmore Girls are back in town





Gilmore Girls: A Year in the Life
(mini-serie tv)
Creata da: Amy Sherman-Palladino
Regia e sceneggiature: Amy Sherman-Palladino, Daniel Palladino
Cast: Lauren Graham, Alexis Bledel, Kelly Bishop, Scott Patterson, Sean Gunn, Matt Czuchry, Liza Weil, Yanic Truesdale, Milo Ventimiglia, Danny Strong, Jared Padalecki, Melissa McCarthy, Julia Goldani Telles, Ray Wise, Mae Whitman, Jason Ritter, Peter Krause, Stacey Oristano, Jack Carpenter, Carole King
Genere: materno
Se ti piace guarda anche: Parenthood, This Is Us, A passo di danza (Bunheads), Girls


Cannibal Kid
Ciao Lorelai, come stai?
Guarda, senza pensarci ho fatto la rima!
Potrei comporre la nostra intera conversazione sotto forma di rap... però hey, forse non è una gran buon idea. Siamo mica nel musical Hamilton. Non vorrei poi che mi accusassero di averlo copiato. E poi negli ultimi tempi sto scrivendo un po' troppi post in rima e la cosa comincia a diventare ripetitiva. Come una serie che va avanti per un sacco di stagioni e a un certo punto sembra riciclare sempre le stesse idee. Viene a noia. Meglio prendersi una pausa e poi ricominciare dopo anni, quando nessuno ormai se lo aspettava più. O al limite se lo poteva giusto sognare. Come avete fatto voi Gilmore Girls, ricomparse all'improvviso su Netflix dopo 9 anni di assenza dagli schermi. Sai Lorelai, è un vero piacere rivederti dopo tutto questo tempo.

giovedì 20 agosto 2015

Jason Statham vs Taylor Lautner: chissà chi avrà la meglio?





Nell'agosto italiano sono uscite contemporaneamente due pellicole che ci presentano una singolare sfida tra action heroes o aspiranti tali: da una parte il campione in carica Jason Statham, dall'altra il giovane sfidante Taylor Lautner. Un incontro che ha già un vincitore designato. Oppure no?


sabato 12 gennaio 2013

RAZZIE VOSTRI

Non è che ci sono solo gli Oscar o i Golden Globe.
Ci sono anche quelli, ma ci sono pure i premi ai peggiori. I più rinomati in questo particolare tipo di premiazioni sono i Razzie Awards, che hanno copiato i miei awards al peggio o forse sono io che ho copiato da loro, chissà?
In ogni caso, qualche giorno fa, ancor prima delle nominations agli Oscar, sono state annunciate le candidature ai Razzie 2013. Un po’ come gli Oscar, va detto che anche i Razzie sono piuttosto conservatori e prevedibili e tendono a nominare sempre gli stessi noti. Pure quest’anno lo scontro sarà quindi tra la saga di Twilight, con l’ultimo capitolo Breaking Dawn Parte 2, e il più recente sforzo di Adam Sandler, già trionfatore l’anno scorso con Jack e Jill, quest'anno in gara con Indovina perché ti odio (That’s My Boy).
Vediamo allora tutte le nomination ai Razzie Awards 2013 (e chissà se Nicolas Cage quest'anno ce la farà finalmente a portarsi a casa il lampone d'oro), seguite poi dalla mia recensione del sopra citato ultimo “capolavoro” adamsandleriano.


RAZZIE AWARDS 2013 NOMINATIONS
"Sento che questo sarà finalmente il mio anno!"
Peggior film
Battleship
Una bugia di troppo
Indovina perché ti odio
The Oogieloves in Big Balloon Adventure
The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2

Peggior regista
Sean Anders - Indovina perché ti odio
Peter Berg - Battleship
Bill Condon - Twilight Breaking Dawn parte 2
Tyler Perry - Good Deeds / Madea's Witness Protection
John Putch - Atlas Shrugged: Part II


Peggior attore
Nicolas Cage - Ghost Rider: Spirito di vendetta / Solo per vendetta
Eddie Murphy - Una bugia di troppo
Robert Pattinson - The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2
Tyler Perry - Alex Cross / Good Deeds
Adam Sandler - Indovina perché ti odio


Peggior attrice
Katherine Heigl - One for the Money
Milla Jovovich - Resident Evil: Retribution
Tyler Perry - Madea's Witness Protection
Kristen Stewart - Twilight Breaking Dawn parte 2/ Biancaneve e il cacciatore
Barbra Streisand - The Guilt Trip

"Hey tu, mi sai dire perché diavolo non sono stato nominato anche per Taken 2?"

Peggior attore non protagonista
David Hasselhoff - Pirannha 3DD
Taylor Lautner - The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2
Liam Neeson - Battleship / La furia dei Titani
Nick Swardson - Indovina perché ti odio
Vanilla Ice - Indovina perché ti odio


Peggior attrice non protagonista
Jessica Biel - Quello che so sull'amore / Total Recall
Brooklyn Decker - Battleship / Che cosa aspettarsi quando si aspetta
Ashley Greene - The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2
Jennifer Lopez - Che cosa aspettarsi quando si aspetta
Rihanna - Battleship

Peggior cast
Battleship
The Oogieloves in Big Balloon Adventure
Indovina perché ti odio
The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2
Madea's Witness Protection

Peggior sceneggiatura
Atlas Shrugged Part II
Battleship
Indovina perché ti odio
Una bugia di troppo
The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2

"Ooh, che tenera. Ha avuto la sua prima nomination ai Razzie Awards.
Queste sì che sono soddisfazioni per un genitore!"
Peggior Remake, Rip-Off, o Sequel
Ghost Rider: Spirito di vendetta
Pirannha 3DD
Alba Rossa
The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2
Madea's Witness Protection

Peggior coppia
Qualsiasi abbinamento degli attori di “Jersey Shore”, “The Three Stooges”
Mackenzie Foy e Taylor Lautner, “Twilight Saga: Breaking Dawn - Part 2”
Robert Pattinson e Kristen Stewart, “Twilight Saga: Breaking Dawn - Part 2”
Tyler Perry e il suo “Drag Get-Up”, “Madea’s Witness Protection”
Adam Sandler e Leighton Meester/Andy Samberg/Susan Sarandon, “That’s My Boy”


"Vincere ai Razzie? Troppo facile, caro Nicolas Cage, troppo facile!"
Indovina perché ti odio
(USA 2012)
Titolo originale: That’s My Boy
Regia: Sean Anders
Cast: Adam Sandler, Andy Samberg, Leighton Meester, Vanilla Ice, James Caan, Milo Ventimiglia, Nick Swardson, Ciara, Will Forte, Eva Amurri Martino, Susan Sarandon, Justin Weaver, Ian Ziering, Alan Thicke
Genere: adamsandlerata
Se ti piace guarda anche: Terapia d’urto, Un weekend da bamboccioni, Jack e Jill e qualunque altro film con Adam Sandler

Quando ti trovi ad avere a che fare con un film che ha per protagonista Adam Sandler, sai già che non puoi aspettarti un filmone. A meno che non sia Ubriaco d’amore, ma in quel caso dietro c’era un certo Paul Thomas Anderson e con lui a quanto pare possono recitare alla grande pure le rane. O a meno che non sia Funny People, riflessione dolceamara di Judd Apatow sul ruolo del comico. Nella maggior parte dei casi, comunque, non puoi aspettarti altro che una gran cagata di film. Se va bene, una cagata divertente. Se va male, una cagata e basta.
Adam Sandler, in parole povere, è un po’ il Christian De Sica del cinema americano e le sue pellicole sono l’equivalente dei cinepanettoni, o qualcosa che ci molto vicino. Anche nel caso di Sandler, così come per i nostrani cinepanettoni, gli affari negli ultimi tempi sono scesi ed entrambi sono un po’ passati di moda.
Dopo i pessimi Un weekend da bamboccioni, Mia moglie per finta e Jack e Jill, che comunque mi sono visto perché oh, non ce la faccio a resistere al richiamo di Sandler anche se so benissimo cosa mi aspetta, questo nuovo Indovina perché ti odio è stato un floppone ancora maggiore nei cinema americani, dove ha incassato intorno ai $35 milioni, la metà del suo budget. Che poi c’è da domandarsi come abbiano speso $70 milioni per girare una roba del genere. Li hanno dati tutti al rapper (rapper???) Vanilla Ice, prestigiosissima (oooooh) guest-star della pellicola?

"Che caldo! Adesso sì che avrei bisogno di un po' di ice ice baby..."
A livello di risate, però, il film segna un leggero miglioramento rispetto alle sue ultime scialbe prove. La recitazione del Sandler resta sempre bassina, per essere generosi, però nel complesso il film si lascia guardare senza troppi problemi a cervello del tutto off e qualche scenetta fa scattare il sorriso, se non proprio lo sbellicamento.
Fantastico l’inizio del film, in cui Sandler nemmeno compare, e dove vediamo la sua versione giovane nel 1984. Il Sandler jr. è un ragazzino delle medie che ha una relazione sessuale con la sua professoressa. Che c’è di male, in questo? Per lui niente. Anzi, realizza la fantasia erotica del 99% degli studenti che hanno avuto nelle vita almeno una prof. trombabile. In questo caso, per di più, è una Eva Amurri oltremodo sexy.
Chi è Eva Amurri?
È la figlia di una celebre attrice, che interpreta Eva Amurri da “vecchia”. Non vi spoilero chi sia, visto che è l’unica mezza sorpresa presente nel film.
La legge - non si sa perché - ci vede qualcosa di male, in questa relazione clandestina, e così caccia la Amurri in prigione. Per 30 anni! Oh, le leggi non sono mica come quelle italiane o come quelle inglesi del film La parte degli angeli. Negli USA si finisce dietro le sbarre per davvero.
Nel frattempo, lei è però rimasta incinta, e così Adam Sandler jr. a 13 anni si ritrova ad essere un teen dad. Il teen dad più celebre d’America, visto che questa storia di cronaca vera lo ha trasformato in una baby star.
Dopo questa intro parecchio spassosa, e che illude ci si possa trovare di fronte a una pellicola davvero divertente, il film torna al presente e ci mostra un Adam Sandler ex teen idol ormai caduto nel dimenticatoio e con il figlio che l’ha abbandonato e ha pure cambiato nome. Quando scoprirete che nome ha dato il tredicenne Adam Sandler jr. al figlio, capirete perché l’ha cambiato…

"Quella cacchiata di Gossip Girl non bastava?
Dovevate per forza chiamarmi pure a fare un film da Razzie?"
Nel presente, la vicenda si trasforma nella solita commedia famigliare barra demenziale barra romantica (grazie alla partecipazione della gossip girl Leighton Meester nel suo solito ruolo da stronza, adorabile stronza). Qualcuno lo troverò piuttosto volgarotto, anche perché la tematica principale del film è quella del sesso inappropriato: tra donne e bambini, tra uomini e vecchine, persino tra fratello e sorella (ma non è la nuova stagione di Dexter).
Per il resto, si finisce dalle parti della solita commediola americana che strappa qualche risata, qualche risatina va’, e nulla più. Peccato, perché la prima parte lasciava intendere qualcosa di più frizzante, invece il tutto si risolve nella solita adamsandlerata. Il che non è nemmeno troppo male, se come me siete tra gli estimatori moderati del comico americano. Nel suo essere così palesemente incapace a recitare, non ce la faccio a non volergli bene, al Sandler. Why?
Because that’s my boy.
L’unica cosa che invece odio sono i titolisti italiani, che hanno trasformato That’s My Boy in Indovina perché ti odio.
Indovinate un po’ perché li odio…
(voto 5/10)


giovedì 3 maggio 2012

Divide gnomo

"Qualcuno ha un cerotto? No, eh?"
The Divide
(Germania, USA, Canada 2011)
Regia: Xavier Gens
Cast: Lauren German, Milo Ventimiglia, Michael Eklund, Michael Biehn, Rosanna Arquette, Ashton Holmes, Courtney B. Vance, Peter Stormare, Iván González, Jennifer Blanc, Abbey Thickson
Genere: post-apocalittico
Se ti piace guarda anche: The Walking Dead, Perfect Sense, Monsters, Melancholia, Dogville

M’aspettavo ‘na strunzata.
E invece no.
Può sembrare un’apertura di post poco professionale, e probabilmente lo è, anzi di certo lo è, però è il modo migliore e più essenziale che ho trovato per rendere l’impressione suscitatami da questo film.
Potevo sbattermi a cercare qualche motivazione esistenzial-filosofica, oppure aprire con una citazione letteraria-artistico-culturale elevata. Invece no. Beccatevi ‘sta merda d’apertura che però rende in maniera veloce, concisa ed efficace tutto il mio pensiero riguardo alla pellicola.


The Divide è un altro film su un gruppo di sopravvissuti all’ennesima fine del mondo?
Ma quante volte finisce o sta per finire, questo cazzo di mondo?
Già immaginavo qualcosa sullo stile del terribile L’ora nera. Per fortuna, invece, questo è tutt’altro film.
Interessante, non fenomenale. Eccessivamente lungo. Con un’atmosfera post-apocalittica che sa di già visto. Anche perché nell’ultimo periodo quante pellicole, ma quante pellicole di genere più o meno post-apocalittico sono uscite? Another Earth, Melancholia, Take Shelter, Monsters, L’ultimo terrestre, Perfect Sense, Io sono leggenda, se vogliamo ci possiamo mettere dentro pure l’apocalisse zombie della serie tv The Walking Dead, le cui atmosfere da survival-horror-psicologico non sono poi molto distanti da questo The Divide, e un sacco di altri film e telefilm assortiti.
A me ha fatto venire in mente pure un Dogville post-atomico. Sarà per la forte claustrofobia, sarà per i personaggi tutti in qualche modo corrotti o corruttibili che si fronteggiano all’interno del bunker, mentre il mondo là fuori è stato (probabilmente) distrutto, o sarà per una depressione e negatività tipicamente larsvontrieriane.
Per quanto siano presenti vari difettucci sopra elencati, per quanto la materia non sia ormai più di primo pelo e per quanto possa ricordare questo o quell’altro film, The Divide non è niente male. E ha pure una sua personalità. Ha un suo perché.


"Oh, durante una fine del mondo non è che si può
fare tanto gli schizzinosi nella scelta dei vestiti..."
Il regista Xavier Gens conferma che il French touch oggigiorno è davvero magico, anche quando si avventura in una produzione tedesco-americanadese con una tematica ad alto “rischio boiata” come questa. Il suo stile registico con una macchina da presa spesso fluttuante non è troppo distante dal Gaspar Noé di Irreversible ed Enter the Void, per quanto molto più contenuto e meno visionario sul piano stilistico.
Parecchio convinto e convincente pure il cast, composto più che altro da attori di impronta telefilmica come Lauren German (Happy Town, Hawaii Five-0), Milo Ventimiglia (Heroes) ed Ashton Holmes (Revenge), o stelle ormai cadenti come l’ancor oggi sempre splendida Rosanna Arquette. Tutti piuttosto in grande spolvero, soprattutto un Milo Ventimiglia davvero calato nella sua malata parte e la rivelazione Michael Eklund, uno che con quella faccia da pazzo si rivela davvero perfetto nel ruolo del pervertito deviato.

The Divide è un film purtroppo uscito in sordina negli USA e, ovviamente, non ancora arrivato in Italia, ed è un peccato perché riesce a distinguersi e ad essere di gran lunga più interessante delle pellicole medie di genere fanta-horror, impreziosito com’è da una musica epica e da una serie di personaggi davvero malati. Malati dentro.
Xavier Gens dipinge il ritatto di un’umanità annientata, desolata, brutale, egoista e senza speranza. Al punto che, quando si arriva alla fine, dopo tutto ciò cui abbiamo assistito dentro al bunker, non ci si chiede: “Com’è avvenuto il disastro atomico, là fuori?”.
Bensì ci si domanda: “Com’è possibile che non sia avvenuto prima?”.
(voto 7/10)

mercoledì 9 giugno 2010

Grey's Necrology

Pathology
(USA, 2008)
Regia: Marc Schölermann
Cast: Milo Ventimiglia, Michael Weston, Lauren Lee Smith, Alyssa Milano, Johnny Whitworth, Mei Melançon

Per i più attenti questa non è una novità: adoro la coppia Neveldine/Taylor, gli autori degli adrenalini Crank, Crank 2 e Gamer. Due pazzi che girano e montano tutto alla velocità della luce con una colonna sonora supersonica e una serie di battute a raffica. Bene, in questo Pathology i due genietti si sono limitati a firmare la sceneggiatura, affidando la regia al più calmo (ma non troppo) tedesco Marc Schölermann, una sorta di aspirante David Fincher che sa creare atmosfere belle dark e angoscianti.

La storia potrebbe essere perfetta per la puntata pilot di una nuova serie tv, visto anche il cast perlopiù telefilmico, magari un Grey’s Anatomy criminale: nel reparto dedicato alle autopsie, un gruppo di medici specializzandi cerca le cause che hanno provocato la morte dei cadaveri. Il nuovo arrivato (Milo Ventimiglia di Heroes) all’inizio sembra un secchione perfettino, ma poco a poco finisce invischiato nel branco di specializzandi folli capitanato dal Dr. Jake Gallo (un ottimo Michael Weston, già visto in Dr. House e in quella cagata di The Last Kiss) che per divertirsi si inventa un giochino divertente: uccidere persone nelle maniere più strambe possibile e poi vedere se gli altri in sede di autopsia riescono a indovinare le cause della morte. Alla facciazza del giuramento d’Ippocrate.

Un viaggio nel lato oscuro, idealmente un punto d’incontro tra Fight Club e American Psycho, tra The Game – Nessuna regola e Dexter. Idealmente perché nonostante qualche ottima intuizione dei due genietti sceneggiatori e una giusta dose di sesso, droga & perversione, questo Pathology non si trasforma in un cult totale come i titoli sovra citati. In ogni caso, un film davvero cattivo. Così mi piace.
(voto 7+)

In Italia non è uscito (strano, eh?), però lo trovate in inglese sottotitolato in italiano QUI o QUI o sul mulo.

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