Black Mirror
(mini-serie in 3 episodi)
Rete britannica: Channel 4
Rete italiana: non ancora arrivata
Creata da: Charlie Brooker
Genere: folgorante
Se ti piace guarda anche: Dead Set, Misfits, V per Vendetta, Attack the Block, The Fades
Non avevo capito subito a cosa si riferisse il titolo di questa serie.
Black Mirror.
Cazzo vuol dire?
Alla seconda puntata ci sono arrivato: Black Mirror è un riflesso della nostra società, un riflesso oscuro, estremo, che ci dice non dove siamo arrivati, ma dove potremmo arrivare nel giro di poco, pochissimo tempo.
Black Mirror è una mini-serie britannica di appena tre puntate ed è composta da tre storie l’una indipendente dall’altra. Tre episodi che potete gustarvi come tre mini-film singoli ed è quindi consigliata anche a quegli snob che di solito le serie tv le snobbano.
Innanzitutto ringrazio infinitamente Lorenzo del blog Dandy’s per averla gentilmente posta alla mia attenzione, e per seconda cosa vorrei parlarvi di questa serie senza svelarvi troppi dettagli sulle trame. Perché questa serie va gustata senza saperne molto, come uno shock che ti sorprende e ti lascia senza fiato.
Il creatore di Black Mirror è Charlie Brooker, proprio quello di Dead Set, la serie con gli zombie (ben prima di The Walking Dead) che irrompevano al Grande Fratello britannico. Uno spunto geniale che si sviluppava presentando risvolti televisivi ma soprattutto sociali molto dissacranti e che però come difetto non sembrava ancora del tutto compiuta. Qui Brooker ha invece compiuto il passo successivo e la sua riflessione sul presente raggiungono una decisa maturità. Non solo una serie di idee di partenza geniali (vedere gli episodi per capire ciò di cui sto parlando), ma anche uno sviluppo del tutto compiuto, soprattutto nei primi due episodi, in grado non solo di dissacrare, bensì portare alle estreme conseguenze la società mediatica in cui viviamo oggi.
Episodio 1
The National Anthem
Scritto da: Charlie Brooker
Cast: Rory Kinnear, Lindsay Duncan, Donald Sumpter, Lydia Wilson
Il primo episodio The National Anthem è stato definito “una contorta parabola per l’era di Twitter” (fonte Wikipedia) ed è davvero così, però è pure qualcosa in più. Un thriller (quasi horror a tratti) adrenalinico come negli ultimi tempi raramente mi è capitato di vedere, e parlo anche di pellicole cinematografiche e non solo di serie televisive, oltre che una riflessione tanto ironica quanto profonda sulle contraddizioni dell’epoca in cui viviamo. Media, terrorismo, politica, casa reale inglese, maiali! Dentro c’è tutto questo e molto di più.
L'episodio tra l'altro contiene il momento WTF supremo.
(voto primo episodio: 8+)
Episodio 2
Fifteen Million Merits
Scritto da: Charlie Brooker, Konnie Hug
Cast: Daniel Kaluuya, Jessica Brown Findlay, Rupert Everett, Julia Davis, Paul Popplewell
Il secondo episodio Fifteen Million Merits è un’altra mazzata e a livello emotivo è persino ancora più coinvolgente. Rispetto al primo è del tutto diverso il contesto, più futuristico, eppure è in grado di riflettere pure questo in maniera distorta, ma solo leggermente distorta, il nostro mondo. Questa volta a essere presi di mira sono una società inutilmente ed eccessivamente consumista, volta al continuo accumulo di oggetti del tutto innecessari ma di cui ormai non possiamo vivere senza. Applicazioni e beni cui possiamo accedere grazie al touch screen ma che allo stesso tempo ci allontanano sempre di più dalla realtà, la vera realtà, e ci rendono automi senz’anima. Dei vuoti contenitori di contenuti inesistenti. Tra app e talent-show, ne viene fuori una sorta di Orwell per la Twitter generation. Azzo, Wikipedia ne sa davvero una più del diavolo!
Protagonista è uno strepitoso Daniel Kaluuya, già mio idolo personale per l’altra spettacolosa serie UK The Fades e che qui offre una performance potentissima da Oscar, o almeno da BAFTA, e poi ci sono anche la gnoccolosa Jessica Brown Findlay spedita nel futuro dal passato di Downton Abbey e un (quasi) irriconoscibile Rupert Everett nella parte del giurato televisivo bastardo alla Simon Cowell.
(voto secondo episodio: 8,5)
Episodio 3
The Entire History of You
Scritto da: Jesse Armstrong
Cast: Toby Kebbell, Jodie Whittaker, Tom Cullen, Amy Beth Hayes, Rebekah Staton, Rhashan Stone
Il terzo episodio The Entire History of You è l’anello un pochino più debole della (pregiatissima) collana, in cui si fa sentire un pochino la mancanza di Charlie Brooker in fase di sceneggiatura. Cosa che significa che ci troviamo comunque di fronte a un prodotto superiore alla stragrande maggioranza di ciò che si vede in tv, nel mondo, in UK e ancor più in Italia. Lo spunto di partenza è geniale (quasi) quanto quello degli altri due episodi, incentrato com’è su una sorta di software che permette a ogni persona di rivivere e rivedere anche su schermo in qualunque momento momenti della sua vita passata. Il Grande Fratello portato alle estreme conseguenze in cui i protagonisti siamo noi stessi. Grande idea di partenza, ma svolgimento leggermente inferiore agli altri due episodi, con la storia che si concentra soprattutto sulla relazione di una coppia e su un tradimento (presunto o immaginario?). Cast pure qui di giovani star british emergenti, con Toby Kebbell (nel cast dello spielberghiano War Horse) e Jodie Whittaker, la bionda di Attack the Block.
(voto terzo episodio: 7,5)
Black Mirror è una serie che dimostra come la televisione, quella ben fatta (ebbene sì, esiste!), è davvero capace di riflettere la società e far riflettere sulla società attuale con una rapidità di esecuzione che per forza di cose altri mezzi come il cinema non possiedono.
Il consiglio è quindi uno e trino: guardatevi questi 3 episodi, anzi questi 3 piccoli (ma solo per la durata, tra i 50 e i 60 minuti l’uno) film e non rompete il cazzo che le serie televisive non le guardate. Ogni puntata racconta una storia diversa e non legata alle altre, eppure il quadro che ne viene fuori è una fotografia impietosa, ironica e reale del domani. E con domani intendo proprio il domani domani, non tra 10 o 20 anni. E anziché fotografia sarebbe meglio parlare di riflesso. Quello dello specchio nero in cui questa serie ci costringe a guardare. Uno spettacolo divertente e straniante, proprio quanto una visita alle giostre nella casa degli specchi.