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domenica 5 luglio 2015

Beyond the Lights - Trova la tua voce, basta che non sia la mia





Beyond the Lights - Trova la tua voce
(USA 2014)
Titolo originale: Beyond the Lights
Regia: Gina Prince-Bythewood
Sceneggiatura: Gina Prince-Bythewood
Cast: Gugu Mbatha-Raw, Nate Parker, Minnie Driver, Danny Glover, Machine Gun Kelly, Aisha Hinds, India Jean-Jacques, Estelle
Genere: suicida
Se ti piace guarda anche: Empire, Nashville, Honey, Cadillac Records

Yo yo, bella fra, com'è, come butta?
Oggi yo vi voglio parlare di una nuova pelli-cola, che si beve fresca come una Coca-Cola, e se preferite la Fanta, tornatevene indietro agli anni ottanta, qui non si parla di roba old-school, se ne volete andate a fuck you!

sabato 23 agosto 2014

STAGE FRIGHT, UN MUSICAL DA PAURA




Stage Fright
(Canada 2014)
Regia: Jerome Sable
Sceneggiatura: Jerome Sable
Cast: Allie MacDonald, Minnie Driver, Meat Loaf, Douglas Smith, Brandon Uranowitz, Kent Nolan, Ephraim Ellis, Melanie Leishman, Thomas Alderson
Genere: horror-musical
Se ti piace guarda anche: Buffy, Glee, The Rocky Horror Picture Show

Ho sempre paura, prima di guardare un film horror. Non perché mi diano realmente i brividi. Né è passato di tempo da quando una pellicola mi ha fatto venire la strizza. Ho paura perché negli ultimi tempi capita solo di vedere o delle ciofeche totali o delle mezze ciofeche. Quest’ultima categoria è la peggiore. Se mi guardo 1303 – 3D che è una merdaccia assoluta, a fine visione sono contento per aver assistito a qualcosa di davvero atroce. Se invece vedo solo un filmetto mediocre, come capita ormai troppo spesso, sento di aver solo perso del tempo per niente.
Quando capita di trovare un horrorino magari non eccezionale, ma valido, rimango proprio sorpreso. Stage Fright non farà gridare al miracolo, né farà gridare dalla paura, eppure per una volta sono arrivato a fine visione decisamente e piacevolmente soddisfatto. Per quanti difetti possa avere e per quanto possa rientrare a pieno diritto nella categoria dei B-movies, se non in quella degli Z-movies, Stage Fright ha dalla sua parte alcuni elementi che lo elevano a piccolo miracolo all’interno del panorama horror attuale. Tali elementi non riguardano tanto la parte più thriller e più spaventosa. L’intreccio “orrorifico” è parecchio prevedibile e la tensione non è che sia proprio alle stelle per tutta la durata del film.

La parte più interessante è quella umoristica, un elemento sempre gradito da queste parti. Non a caso tra i miei horror preferiti ci sono Scream e il più recente The Innkeepers. Stage Fright ha inoltre un’altra arma vincente, che lo contraddistingue dagli altri horrorini in giro: è un musical. Non si canta tutto il tempo, tranquilli sono io il primo a essere terrorizzato da robe insopportaaaabili come Les Miseraaaaaables, ma la componente canora qui è ben presenteeeeee ed è piuttosto gradeeevoleeeeeeee. Combinando questi due elementi, ne esce una divertente parodia del mondo dei musical dalle venature horror. Una gran combinazioni di generi molto vagamente dalle parti del The Rocky Horror Picture Show, cui va aggiunto pure un tocco metal e una leggerissima spruzzata di teen, per un risultato finale che sembra una variante dell’orrore di un episodio di Glee, e ricorda un pochino anche la puntata musical di Buffy l’ammazzavampiri.

Facciamo un passo indietro. Di cosa parla questo canteriiiino Staaaage Friiiiight?
ATTENZIONE SPOILER
La storia è ambientata in un campus estivo per giovani appassionati di musical.
Giovani sfigati, esatto.
In questo campus viene organizzato un musical che è una variante de Il fantasma dell’opera e nella cui rappresentazione di 10 anni prima era stata uccisa la protagonista, che è la madre di una delle ragazze del campus. La cuoca del campus, per la precisione. Una bella fighetta di cuoca del campus, giusto per essere ancora più precisi. A interpretarla troviamo tale Allie MacDonald, giovane fanciulla che come talento recitativo e vocale non è che si segnali più di tanto, però è perfetta per il ruolo grazie a quella sua faccia da innocente verginella messa sopra a un corpo fatto per il peccato.
Da quanto tempo sognavo di dire una frase del genere?
FINE SPOILER

Una trama piuttosto classica che mischia traumi famigliari del passato con la tematica della rappresentazione teatrale. Tanta roba messa sul menù e non tutti i piatti serviti sono gustosissimi. A far scorrere la visione veloce, senza intoppi e senza fare innervosire come capita molto spesso con gli horror contemporanei è la citata dose di ironia sempre presente, dall’inizio alla fine. Tra canzoni gaie, accenni hard-rock e qualche momento splatter nemmeno da poco, Stage Fright è un filmetto low-budget girato senza troppe pretese e in cui come attoroni celebri si segnalano giusto le (modeste) comparsate di Minnie Driver e del cantante Meat Loaf.
Alla fine, nonostante i suoi limiti, il film riesce laddove altre produzioni de paura (teoricamente) più blasonate falliscono: ovvero fare il suo porco dovere di intrattenimento estivo. Merce sempre più rara negli horrorini in circolazione oggi. Sarà forse merito della componenteeee muuuuuuuusicaaaaaaaal?
Io credo proprio di sìììììììììììì!
(voto 6,5/10)

lunedì 14 luglio 2014

I GIVE IT A YEAR, IL FILM CHE TRA UN ANNO NON RICORDERETE MANCO PER SBAGLIO




I Give It a Year
(UK 2013)
Regia: Dan Mazer
Sceneggiatura: Dan Mazer
Cast: Rose Byrne, Rafe Spall, Anna Faris, Simon Baker, Stephen Merchant, Olivia Colman, Alex Macqueen, Jane Asher, Minnie Driver, Jason Flemyng
Genere: a scadenza rapida
Se ti piace guarda anche: 5 anni di fidanzamento, Quattro matrimoni e un funerale, Questi sono i 40

Ci sono delle coppie talmente improbabili che, appena le vedi, dai loro un termine di scadenza.
Elisabetta Canalis e Maccio Capatonda, tanto per fare un esempio a caso, quanto potevano durare insieme? Tempo pochi mesi e si sono mollati.
La coppia più improbabile del 2014 è invece quella formata dal femmineo Zac Efron e dalla mascolina Michelle Rodriguez. Dureranno quanto, fino alla fine dell’estate? Pensate arriveranno a tagliare el panetùn?
Inguaribili ottimisti romanticoni che non siete altro!
Tra le coppie con la data di scadenza impressa a fuoco sulla pelle c’è anche quella protagonista di I Give It a Year composta da Rose Byrne e Rafe Spall. Quando si sposano, i loro amici danno al loro matrimonio un anno massimo di durata. Ce la faranno a raggiungere tale fatidico obiettivo? Si molleranno prima? Oppure smentiranno tutti e dimostreranno che il loro è vero amore, destinato a durare forever and ever, proprio come quello tra Robert Pattinson e Kristen Stewart di Twilight?

Ah… si sono lasciati?
Ok, allora ho sbagliato esempio.
L’amore dei protagonisti di questo film sarà destinato a durare per sempre come quello di Albano & Romina...

Come? Non stanno più insieme nemmeno loro? E da anni? E lui sta pure per risposarsi con la Lecciso?
Ok, la pianto anch’io. La pianto con gli esempi e mi concentro sul film.
La splendida e bravissima Rose Byrne (Damages, Insidious, Le amiche della sposa) è la classica tipa seriosa, a modo, tranquilla, precisina, molto… compassata. Non credo di aver mai usato questo aggettivo in vita mia, però credo sia arrivata l’occasione buona per farlo. Rose Byrne è la classica tipa compassata, credo che descrizione migliore non sia possibile.
Il suo neo maritino Rafe Spall (attore piuttosto anonimo di recente visto in Vita di Pi e Prometheus) è invece il classico cazzaro. Pure in questo caso credo che descrizione migliore non sia possibile. È uno pseudo scrittore che sta lavorando al suo difficile romanzo numero due, non prende le cose molto sul serio, da buon inglese quale è se ha la possibilità di bere si ubriaca di brutto.
I due non hanno granché, diciamo nulla, in comune. Se a ciò aggiungiamo che hanno preso la decisione avventata di sposarsi solo perché superata la soglia dei 30 anni si sentivano in dovere di farlo e il fatto che uno non sopporti le fissazioni e stranezze dell’altro (come la mania di Rose Byrne di storpiare le parole delle canzoni), il loro matrimonio sembra destinato a breve durata. La stima di un anno è persino generosa.
A complicare ulteriormente il loro rapporto ci pensano due “esterni” alla loro relazione. La ex di lui, una Anna Faris più imbruttita e meno simpatica del solito, e poi il piacione di turno, Simon “The Mentalist” Baker, che avrà a che fare con Rose Byrne per lavoro e poi magari non solo per lavoro…

Se avete letto fino ad ora senza annoiarvi troppo, l’avrete capito: I Give It a Year è una tipica commedia romantica che affronta, così come molti altri titoli recenti analoghi, da 5 anni di fidanzamento a Questi sono i 40, il tema del matrimonio e della difficoltà di far durare a lungo una relazione nel mondo precario in cui viviamo. Niente di nuovo, niente di memorabile. La romcom si lascia comunque vedere con una certa gradevolezza, fornita soprattutto dalla britannicità del tutto che regala qualche momento di cattiveria maggiore rispetto a prodotti simili d’Oltreoceano. E poi perché ha un cast di buon livello in cui, oltre a una sempre efficace Rose Byrne, si segnalano in piccoli ruoli una a sorpresa divertente Olivia Colman (quella tipa seriosa di Tyrannosaur e della serie tv Broadchurch) e l’amichetto di Ricky Gervais Stephen Merchant (quello della serie Hello Ladies) che regala al film le battute più volgari, politically incorrect e allo stesso tempo anche divertenti.
In bilico tra commedia sentimentale classica e voglia di azzardare qualcosa di più coraggioso, I Give It a Year è una di quelle visioni ideali per una serata di leggero ed estivo disimpegno, ma che poi si dimenticano in poco tempo. Quanto? Un anno?
Troooppo ottimisti. Pochi giorni e il ricordo di questo film sarà già svanito.
(I give it a 5,5/10)

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