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venerdì 4 dicembre 2015

7 Days in Blog





Questo è il vero resoconto di come è nato “7 Days in Blog”, il post dalla gestazione più lunga nella storia di internet: ben 7 giorni.

Giorno 1
Secondo quanto narra la Leggenda, Cannibal Kid si mise alla visione di 7 Days in Hell un lunedì sera. Trattandosi di un mediometraggio della durata di appena 40 minuti, pensava che avrebbe avuto il tempo di passare alla scrittura della recensione al termine della visione e realizzare un post molto velocemente, ma non ce la face. Rimase troppo sconvolto dal finale shock della pellicola. Le lacrime glielo avrebbero impedito. E poi si addormentò come un sasso e scrivere da addormentato è un po' difficile...

Giorno 2
Cannibal Kid venne svegliato alle prime luci dell'alba, la Leggenda dice testualmente da un “chicchirichì di un gallo”, anche se il “celebre” (sempre secondo la Leggenda) blogger non viveva in campagna e quindi non si capisce bene da dove potesse provenire un simile suono. Armato di una brocca di caffè, Cannibal Kid si mise al lavoro. Da dove partire, per parlare di un simile capolavoro, nonché di una pellicola di enorme complessità come 7 Days in Hell, un mockumentary dedicato alla (finta?) partita di tennis più lunga nella storia del tennis?
Da dove partiva di solito: dai dati tecnici del film.

7 Days in Hell
(film tv, USA 2015)
Rete americana: HBO
Regia: Jake Szymanski
Sceneggiatura: Murray Miller
Cast: Andy Samberg, Kit Harington, Will Forte, Michael Sheen, Fred Armisen, Mary Steenburgen, David Copperfield, Serena Williams, Lena Dunham, Karen Gillan, John Mcenroe, June Squibb, Dolph Lundgren
Genere: sportivo
Se ti piace guarda anche: The Interview, Hot Rod - Uno svitato in moto, Brooklyn Nine-Nine

Immerso nel sudore per lo sforzo compiuto, Cannibal Kid spense soddisfatto il computer. Quella era stata una giornata di lavoro molto produttiva.

lunedì 28 settembre 2015

The Gallows - Il gioco dell'impiccato





The Gallows - L'esecuzione
(USA 2015)
Titolo originale: The Gallows
Regia: Travis Cluff, Chris Lofing
Sceneggiatura: Travis Cluff, Chris Lofing
Cast: Reese Mishler, Pfeifer Brown, Ryan Shoos, Cassidy Gifford
Genere: mockumerdary
Se ti piace guarda anche: YouReporter.it

Oggi facciamo un gioco.
Giochiamo all'impiccato.

venerdì 24 luglio 2015

The Pyramid - La pirlamide





La piramide
(USA 2014)
Titolo originale: The Pyramid
Regia: Grégory Levasseur
Sceneggiatura: Daniel Meersand, Nick Simon
Cast: Ashley Hinshaw, Denis O'Hare, James Buckley, Christa Nicola, Amir K, Faycal Attougui
Genere: spaventoso
Se ti piace guarda anche: The Blair Witch Project, The Descent - Discesa nelle tenebre, La stirpe del male

Ci son due coccodrilli ed un orango tango...

Ah no, scusate. Ho sbagliato l'attacco.
Volevo dire che ci son due... cose che non sopporto. Matteo Salvini e la canzone El Mismo Sol?
Sì anche ma, limitandoci al campo del cinema horror, o pseudo cinema horror, ci sono due cose in particolare che non sopporto:
1) I mockumentary
2) I film claustrofobici ambientati in ambienti chiusi

lunedì 2 giugno 2014

THE DEN, IL FILM PIÙ DISCUSSO DELLA RETE




Melanie Papalia >> Forum dei blogger (pseudo) cinematografici
Cari blogger, ho bisogno di una mano. Sto realizzando uno studio universitario sul mondo dei siti di recensioni cinematografiche online e sulla loro attendibilità. Ho notato come spesso i pareri possano essere parecchio divergenti, persino all’interno di una comunità molto circoscritta e snob come la vostra. Senza offesa, eh. Volevo far partire questa indagine da un film che ho guardato di recente, The Den. Voi l’avete visto? Che cosa ne pensate? Grazie in anticipo per il vostro contributo! J

Bradipo
Ciao Melanie. Uh, sì, io l’ho visto The Den. Mi è piaciuto molto. Per citare la mia molto modestamente splendida recensione della pellicola: “The Den mette in guardia dai pericoli della civiltà internautica in cui oggi viviamo ma non lo fa gratuitamente come succedeva nel pessimo Smiley che si risolveva in una bimbominkiata fatta da giovanotti annoiati. […] Nella chat che lei studia trova ogni sorta di stranezze, da maniaci sessuali a gente che fa scherzi idioti, la cosa che però non va nella sua vita è che anche coloro che le sono vicini, le sue amicizie, il suo fidanzato e i suoi affetti in genere comunicano con lei più attraverso il virtuale che non direttamente.”
Lo studio della protagonista del film sembra ricordare molto il tuo…

Melanie Papalia
Ma tu guarda un po’ che caso…



Cannibal Kid
Il tuo progetto sembra interessante, Melanie, ma noi cosa otteniamo, in cambio del nostro aiuto?



Melanie Papalia
Ah, ho capito. Vuoi essere pagato, vero ragazzo cannibale?



Cannibal Kid
No, non hai capito un bel niente. Sei figa, ma probabilmente non tanto sveglia. Non mi riferivo ai soldi. In cambio mi accontenterei di vedere le tue tette. ;)


Melanie Papalia
No, non si può fare. Maniaco!



Lorenzo Antico
Ma chissenefrega del film? Anche io sono qui solo per le tette!




Melanie Papalia
Ma perché attiro sempre dei maniaci? Solo perché sono una bella gnocca?




MrJamesFord
Cara Melanie, io sono sposato e le altre donne non le guardo più. Ormai sono tutto casa e chiesa, e ogni tanto cinema, più che altro tamarro. Il film in questione non l’ho visto e dalla descrizione del Bradipo non ho mica capito bene di cosa parli.

Melanie Papalia
Gentile Signor Ford, le do del lei perché mi sembra molto vecch… scusi, anziano. The Den parla di questo software, che si chiama appunto The Den, un programma simile a MSN, o a Skype.


MrJamesFord
Skype? E che è? Quel coso a pagamento che si utilizza per vedere le partite, col satellite e ‘ste altre diavolerie tecnologiche?


Melanie Papalia
Nossignore. È un programma per chat e videochat.



MrJamesFord
Un programma per cosa e videocosa?




    IL PROGRAMMA THE DEN E' STATO ARRESTATO

MrJamesFord
Cosa vuol dire che è stato arrestato? E ora chi paga la cauzione?




Cannibal Kid
Ford, è soltanto un modo di dire. In gergo computerese, significa che il programma è stato bloccato.



MrJamesFord
E perché mai?




Cannibal Kid
Avrai scritto qualche cacchiata troppo grossa delle tue e Melanie ti avrà bannato. Ti faccio vedere com’è semplice…
Hey Melanie, ci sei? Me le fai vedere le tette adesso?


Melanie Papalia
No.



Cannibal Kid
E adesso?




Melanie Papalia
Nemmeno.
Beccati 'sta bannata!



    IL PROGRAMMA THE DEN E' STATO ARRESTATO


Una settimana dopo...

Melanie Papalia
Amici blogger, ci siete ancora? Allora, l’avete visto il film?



Cannibal Kid
Io sto ancora aspettando che ci fai vedere le tette…



Melanie Papalia
Quelle non mi va. Mi vergogno. In compenso però posso farvi vedere le mie chiappette.



Allega foto >>


Cannibal Kid
Niente male! Avrei gradito di più vedere le tue tettine, però anche le tue chiappette e pure la pellicola non mi sono dispiaciute. Non ne sono rimasto colpito quanto il facilmente impressionabile Bradipo, ma The Den è un film piuttosto interessante. Più di molti altri modesti mockumentary così come anche molti altri pessimi horror che mi è capitato di vedere di recente. È uno sguardo sul mondo di internet e della comunicazione odierna che offre qualche spunto di riflessione. Soprattutto, è una visione bella tesa, con alcune idee niente male, un certo senso dell’umorismo che affiora qua e là, e mi ha tenuto incollato allo schermo del computer come una chiacchierata con una bella gnocca come te in chat. Peccato giusto per la parte finale. La prima ora di film è parecchio avvincente, ma ***ATTENZIONE SPOILER nella conclusione si scivola su territori un po’ troppo prevedibili da torture-horror. FINE SPOILER***

Melania Papalia
Qualche altro parere?




Jean Jacques
A me è sembrata una pellicola troppo violenta e volgare per i miei gusti puritani. Mi ha shockato e inquietato parecchio. Adesso torno a leggere I promessi sposi e La Bibbia. A mai più rivederci, signorina scostumata. Si copra, per favore!


Frank Romantico
The Den è un film guardabile e godibilissimo, ma non è nulla di che e nulla di più. Piacerà a chi il web fa paura, a chi teme i complottismi. Queste persone proveranno una sana paura almeno per tre quarti di pellicola. Agli altri forse non farà né caldo né freddo, invece. Nonostante ciò il film di Zachary Donohue non è da buttare ma si assesta su una comoda sufficienza. Per alcuni un po' di più, per altri un po' di meno.

MrJamesFord
Oh, sarò lento io, forse eh, ma non ho ancora capito bene di cosa parla, ‘sto film…




Melanie Papalia
Signor Ford, fondamentalmente è una pellicola che affronta la tematica della comunicazione via Internet.



MrJames Ford
E cos’è, ‘sto Internet?
Mai sentito nominare!


Melanie Papalia
AAARGH!!!
Ma dove diavolo sono finita?
Rinuncio al mio studio sul mondo dei siti di recensioni. Voi blogger cinematografici siete davvero un caso perso. Adios!


    IL PROGRAMMA THE DEN E' STATO ARRESTATO

(DISCLAIMER: i blogger nominati nel post potrebbero non aver mai rilasciato le dichiarazioni sopra riportate)

The Den
(USA 2013)
Regia: Zachary Donohue
Sceneggiatura: Zachary Donohue, Lauren Thompson
Cast: Melanie Papalia, David Schlachtenhaufen, Adam Shapiro, Matt Riedy, Lily Holleman, Katija Pevec
Genere: internettaro
Se ti piace guarda anche: Paranormal Activity, Smiley, Disconnect
(voto 6,5/10)

martedì 27 maggio 2014

THE SACRAMENT, LE ELEZIONI EUROPEE E LA MOCKUINTERVISTA A CANNIBAL KID





Cari lettori di Vice, benvenuti qui su Pensieri Cannibali, un blog che abbiamo deciso di visitare in prima persona e che gentilmente oggi ci ospiterà per questo post inchiesta.
L’occasione ce l’ha fornita l’arrivo di The Sacrament, il nuovo film politico di Ti West. Ai meno patiti di cinema horror questo nome da rapper dirà poco o nulla. Ti West è un giovane regista che non ha firmato, almeno per ora, grandi successi commerciali e i suoi lavori non sono universalmente apprezzati dalla critica. Si tratta però di un autore di nicchia, un regista di culto che ha un seguito non troppo numeroso, ma molto rumoroso, che lo idolatra in modo assurdo. Tra le voci che lo hanno esaltato in maniera più clamorosa possiamo contare proprio il blog di cinema e intrattenimento Pensieri Cannibali, che in passato l’ha definito “Il nuovo Dio dell’horror” ed è arrivato persino ad accostarlo ad Alfred Hitchcock. Parole pesanti che ci fanno usare nei confronti del sito un’altra parola pesante: “setta”. Pensieri Cannibali è una setta che venera il Dio Ti West in maniera religiosa?
Noi di Vice metteremo a rischio le nostre vite per scoprirlo per voi, cari lettori, attraverso una proiezione esclusiva (il film non è ancora uscito nei cinema italiani) sul pc di Cannibal Kid. Che il viaggio abbia inizio.

"Questo qui ha votato per Renzi ma gli vogliamo bene lo stesso, gli vogliamo..."
The Sacrament appare in tutto e per tutto un mockumentary come tanti altri di quelli che abbiamo visto di recente, da Chronicle a The Bay, passando per Paranormal Activity e cloni vari, tra cui il recente La stirpe del male. La trama è presto raccontata. Un giornalista di Vice, proprio come me, lavora a un servizio riguardante una misteriosa setta di stampo religioso capitanata da un tizio che viene chiamato da tutti Beppe Father, Padre. In questa setta, o se preferite questa comune hippie, la gente vive in grande pace. Non c’è spazio per violenza, razzismo, odio. Tutti sono felici, hanno una vita semplice ma priva degli isterismi tipici della frenetica vita moderna. Vivono senza bisogno di controllare Facebook ogni 5 minuti. Facebook non lo usano proprio e nemmeno i cellulari. Rendetevi conto come vivono. Eppure sono contenti come la triste gente che popola i social network non lo è mai, nemmeno quando posta i video di “Happy” di Pharrell Williams. Una comunità che vive senza Facebook e Twitter però non può essere davvero felice. No, ci dev’essere qualcosa sotto, e infatti…

Questo è ciò di cui a grandi linee tratta il film. Racconta di una setta non troppo distante da quelle che di recente ci hanno proposto altre due pellicole indie come The East e Sound of My Voice, entrambe sceneggiate e interpretate da Brit Marling, così come anche La fuga di Martha. Di sette aveva poi parlato pure il memorabile episodio dei Griffin “L’uomo in bianco” (titolo originale “Chitty Chitty Death Bang”). Un tema insomma non nuovissimo, seppure qui sviluppato con qualche interessante riflessione socio-politica e in più girato con uno stile come detto da tipico mockumentary odierno. Possiamo allora considerarlo davvero un film d’Autore, o è solo l’ennesimo horror-thrillerino fintodocumentaristico/found footage o come diavolo volete chiamarlo? Dopo la non troppo entusiasmante visione del film, abbiamo discusso di questo e altro con l’autore del blog Pensieri Cannibali, Cannibal Kid, che aveva parlato in maniera entusiastica dei precedenti lavori del regista Ti West, The House of the Devil e The Innkeepers.

"E 'sto giornalista qua chi sarebbe?
Manco Bruno Vespa hanno mandato a intervistarmi?"

Buongiorno, signor Cannibal, grazie per la cordialissima ospitalità.
Buongiorno amici di Vice e benvenuti nella mia umile dimora. Fate come se foste a casa vostra, ma non toccate un cazzo che mi incazzo, ok maledetti giornalisti impiccioni?

Tranquillo, Cannibal. Cominciamo con l'argomento del momento: le elezioni europee. Cosa direbbe al trionfatore Matteo Renzi?
Renzi, di' una cosa di sinistra!
Anzi no, che se no col cavolo che in Italia becchi ancora il 40% di voti.

Cosa direbbe invece all'ormai, purtroppo per ora solo politicamente, defunto Silvio Berlusconi?
Silvio, domani ho un impegno. Potresti guardarmi mia nonna per un paio d'ore? Tanto ormai che altro hai da fare?

E al grande sconfitto delle urne, il povero Beppe Grillo?
Voi del Movimento 5 stelle avete ragione quando dite che in Italia il cambiamento è più lento del previsto. Tranne per gli oltre 2 milioni di italiani che vi avevano votato alle precedenti elezioni e ora non più. Loro sì hanno cambiato idea davvero molto in fretta.

Adesso basta con la politica italiana e parliamo del nuovo film politico di Ti West, The Sacrament.
Ma come? E di Salvini non mi chiedete niente?

Allora, Cannibal, cosa diresti a Matteo Salvi...
No, dai. Meglio se su di lui non dico niente, altrimenti mi arrivano delle denunce.

Allora passiamo veramente al film. Come prima cosa vogliamo sapere: questo The Sacrament è una delusione?
Vedo che voi di Vice non perdete tempo. Subito al sodo. Mi piacciono le cose sode. Soprattutto le tette. Quanto a me, preferisco temporeggiare piuttosto che darvi una risposta secca. The Sacrament è sicuramente un lavoro spiazzante per chi ha amato le pellicole precedenti di Ti West. Manca quel sapore di horror retrò che aveva contraddistinto The House of the Devil e The Innkeepers, questo è certo. The Sacrament è un film dell’orrore 2.0 girato in stile mockumentary di quelli che vanno per la maggiore oggi. Al ché uno può pensare che West si è venduto, o se non altro che ha provato ad allinearsi al gusto oggi imperante, magari per via della produzione di Eli Roth, un po' come Renzi si è allineato al berlusconismo per ottenere i voti degli elettori di destra. Questo è vero. I suoi due splendidi film precedenti erano molto più d’atmosfera, erano horror d’altri tempi. The Sacrament può invece essere apprezzato tranquillamente anche da un pubblico di teenager bimbominkia brufolosi. Quelli che sono cresciuti con The Blair Witch Project e Paranormal Activity come sommi esempi di pellicole di paura. Quelli a cui viene il mal di stomaco se non vedono delle riprese amatoriali mosse.

Quindi sta ammettendo che questo The Sacrament rappresenta un affronto a quanto Ti West ha fatto in precedenza?
Calmi, ragazzi. The House of the Devil era un evidente omaggio a certo cinema horror anni ’70 e ’80 e anche The Innkeepers si proponeva come pellicola in netta contrapposizione ai film dell’orrore odierni. Allo stesso tempo, possiamo comunque trovare in The Sacrament alcuni tratti distintivi del suo cinema. Come nei due precedenti, anche in questo abbiamo una prima parte del tutto non-horror. The Sacrament parte come un documentario su una comunità hippie/setta religiosa e gli elementi inquietanti emergono piano piano e soltanto dopo parecchio tempo dall’inizio della visione. Nella costruzione di un ambiente, di un’atmosfera, Ti West si conferma un fenomeno. Prima di regalarci qualche bel brivido di paura, e pure questa volta riesce a regalarceli, ci fa pazientare parecchio, ma in questo modo riesce a far crescere la tensione come pochi, o forse come nessuno dei suoi colleghi. Il suo ultimo film non possiede lo stesso fascino dei due precedenti, questo lo devo ammettere, eppure Ti West resta sempre un maestro horror.

In passato lo ha definito “il nuovo Dio dell’horror”, adesso si limita a parlarne come di un semplice “maestro horror”. Mi pare che l’entusiasmo nei suoi confronti sia scemato parecchio. Al di là del gusto retrò, cosa manca, allora, a questo suo nuovo lavoro per essere davvero memorabile?
Manca lo spunto del fuoriclasse. Con The House of the Devil era riuscito a realizzare un lavoro che non era un semplice omaggio agli horror del passato, era come se fosse proprio un horror ripescato dal passato. Con The Innkeepers riusciva invece a realizzare una riflessione sul cinema di paura efficace e, in parecchi punti, pure estremamente divertente, quasi ai livelli di Scream, seppure con uno stile del tutto differente e tutto suo. Da questo The Sacrament mi sarei allora aspettato una maggiore ironia nei confronti del genere mockumentary, un giocare di più con i meccanismi dei nuovi horror e invece no. Ti West a questo giro si è forse preso troppo sul serio.

Allora, signor Cannibal, sta dicendo che questo nuovo film di Ti West è una cagata pazzesca?
No, hey. Non bestemmiate in casa mia, per favore. Non ho mai detto ciò e che Dio Ti West vi possa perdonare per averlo anche solo pensato. Per quanto non un capolavoro, The Sacrament è comunque un lavoro girato meglio rispetto a qualunque altro mockumentary mi sia capitato di vedere. Pur rispettando le regole del genere, non è una di quelle visioni che ti fanno venire da sboccare, l’effetto traballante è per fortuna limitato e ci sono momenti di Cinema niente male. Come la scena della festa, quando i primi elementi destabilizzanti all’interno dell’apparentemente felice comunità cominciano a venire fuori. Inoltre, anche questa volta, così come per i suoi due film precedenti, Ti West è partito da situazioni già usate e abusate da un sacco di altri horror, oltre che ispirate da una tragica vicenda realmente accaduta (il Jonestown Massacre del 1978), ed è riuscito a offrire una sua visione personale. In questo caso, per quanto la questione della setta non sia certo di primo pelo, la pellicola riesce a farci riflettere sul nostro stile di vita attuale. A suo modo è un film profondo, un film politico in una maniera analoga a The Village di M. Night Shyamalan e, per essere un mockumentary horror, non è certo poco.

Noi di Vice dobbiamo però ammettere che personalmente come film l’abbiamo trovato piuttosto modesto. E forse pure le sue due opere precedenti erano state parecchio sopravvalutate. Tutto questo entusiasmo nei confronti di Ti West insomma proprio non lo comprendiamo.
State dicendo sul serio? Mi spiace per voi, miei cari giornalisti di Vice, ma in questo caso non posso permettere che pubblichiate tali assurdità sul vostro sito. Siete costretti a rimanere imprigionati qui su Pensieri Cannibali a lavorare come miei schiavetti. Per sempre.
Buahahah!

BUAAHAHAHHAHAHAH!!!

BUAAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!


The Sacrament
(USA 2013)
Regia: Ti West
Sceneggiatura: Ti West
Cast: AJ Bowen, Kentucker Audley, Joe Swanberg, Amy Seimetz, Gene Jones, Derek Roberts, Shaun Clay, Kate Lyn Sheil, Donna Biscoe, Talia Dobbins
Genere: mockumentary
Se ti piace guarda anche: The East, Sound of My Voice, La stirpe del male
(voto di Vice 6-/10
voto di Pensieri Cannibali 7-/10)

lunedì 12 maggio 2014

LA STIRPE DEL MALE E LE REGOLE BASE PER NON AVERE UN FIGLIO ANTICRISTO




La stirpe del male – Devil’s Due
(USA 2014)
Titolo originale: Devil’s Due
Regia: Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett
Sceneggiatura: Lindsay Devlin
Cast: Allison Miller, Zach Gilford, Sam Anderson, Roger Payano, Vanessa Ray, Aimee Carrero
Genere: mockumentary
Se ti piace guarda anche: Paranormal Activity, Chronicle, The Bay, La madre, The Sacrament

Dai film a volte si possono ricavare delle regole di vita fondamentali. Ad esempio:
  • Mai parlare del Fight Club.
  • Mai parlare del Fight Club.
  • Mai nutrire un mogwai dopo la mezzanotte.
  • Mai fare sesso, mai ubriacarsi o drogarsi e mai, in nessun caso, dire: torno subito. Almeno se si vuole sopravvivere a un horror.
  • Mai far recitare Nicolas Cage.
Da La stirpe del male, si possono ricavare altre regole basilari:
  • Mai sposarsi
  • Nel caso proprio lo si faccia, mai andare in luna di miele a Santo Domingo.
  • Nel caso si faccia pure questo, mai dare al mondo un figlio.
Siete liberi di non seguire queste regole, ma poi non venitevi a lamentare con me se vi nascerà… l’Anticristo in persona. Che poi nella vita c’è di peggio. Non so voi, ma io preferirei avere per figlio l’Anticristo che un Santo. Immaginatevi un figlio Santo, quanto potrebbe rompervi le palle dicendo cose come:
  • “Papà, non bere!”
  • “Papà, non fumare!”
  • “Papà, smettila di inchiappettare mamma!”
Vedete? Meglio avere un figlio Anticristo, che un figlio Santo cagaminkia.

"Mmm, questo scatto fa un po' schifo. Non lo carico su Facebook
che se no mi ottiene troppi pochi like."
"Meglio se metti quella foto in cui sono tutta nuda hihihi."
I due giovani neosposini protagonisti di La stirpe del male – mannaggia a loro! - non hanno tenuto a mente queste regole di vita basilari e così si sono sposati, poi sono andati in luna di miele a Santo Domingo, qui sono successe delle robe un tantinello strane, lei è tornata a casa incinta e non tutto, durante la gravidanza, è andato per il meglio. Se avessero letto prima Pensieri Cannibali, i due giovani avrebbero potuto risparmiarsi tanti problemi e invece no.

La stirpe del male si va a infilare in quella moda che negli ultimi tempi sta prendendo sempre più piede. Quella dei Selfie?
No. Quella delle pellicole che ti fanno passare la voglia di avere dei figli, di cui di recente abbiamo avuto parecchi esempi, come Hotell, Alabama Monroe, La guerra è dichiarata e Travolti dalla cicogna.
La stirpe del male segue inoltre un’altra moda, questa volta non per quanto riguarda la tematica affrontata, ma per quanto concerne lo stile cinematografico usato. La stirpe del male è un mockumentary e se c’è qualcosa che ha stufato più in fretta di “Gangnam Style”, “Happy”, Ruzzle e i Selfie, è il mockumentary. Eppure continuano a farne un sacco. Il motivo per cui vengono realizzati tanti mockumentary è presto detto: costano poco e, se anche incassano 4 dollari in croce, vanno comunque in attivo a livello di guadagni. Inoltre, attraverso questa tecnica qualunque regista brocco può cercare di spacciarsi per un autore cinematografico.

"Papa Francesco vuole una Chiesa povera?
Mi sento male!"
La stirpe del male fa quindi parte della stirpe di pellicole che prendono come modelli di ispirazione cinematografici sommi non 2001: Odissea nello spazio o Quarto potere, bensì Paranormal Activity e Chronicle. Senza possedere l’originalità dei due titoli citati, questo horrorino si lascia vedere tranquillamente, con la curiosità morbosa con cui si possono guardare dei video su YouTube con gente che sai che alla fine si farà del male, o comunque sai che gli capiterà qualcosa di brutto, di molto brutto. Da questo punto di vista, La stirpe del male come prodotto di intrattenimento funziona discretamente. A far cascare le palle di questa specie di Rosemary’s Baby in versione fintodocumentaristica è la parte finale, in cui si scivola nei soliti territori da film de paura che non fa paura, con quel gioco del vedo/non-vedo realizzato attraverso riprese traballanti e finto (?) amatoriali che, già dai tempi di The Blair Witch Project avevano rotto le balle e pure già fatto venire la nausea a sufficienza. Siamo allora dalle solite parti del mockumentary mediocre ma, anche grazie a due protagonisti che se la cavano, Zach Gilford dell’ottima serie Friday Night Lights e Allison Miller della pessima serie Terra Nova, riesce a non annoiare e non si fa nemmeno troppo odiare. Inoltre, a differenza di molti altri film appartenenti al genere del fintodocumentario, ha una sua utilità: seguite le regole sopra riportate e non avrete mai un figlio Anticristo!
Genitori di Marilyn Manson, mi spiace. Per voi ormai è troppo tardi.
(voto 5+/10)

lunedì 10 giugno 2013

THE BAY, IL RESOCONTO MOCKUMENTARY


Il 4 luglio 2012, un gruppo selezionato di preparatissimi blogger cinematografici è stato invitato alla premiere mondiale del film mockumentary The Bay. Al termine della proiezione, alcuni di loro sono misteriosamente scomparsi. Ecco il resoconto di quella serata, fino ad ora tenuto segreto dal Governo degli Stati Uniti.

The Bay
(USA 2012)
Regia: Barry Levinson
Sceneggiatura: Michael Wallach
Cast: Kether Donahue, Christopher Denham, Kristen Connolly, Stephen Kunken, Frank Deal, Tara Polhemus
Genere: mockumentary
Se ti piace guarda anche: Piranha 3D, Monsters, Chronicle, Troll Hunter

Ma che è The Bay? Un mockumentary girato da Michael Bay?
E comunque questo film non m’è piaciuto. Non c’è manco una scorreggia. Ghost Movie, quello sì che è un vero grande e realistico mockumentary! E poi ci sono un sacco di scorregge.
Giggi lo scorreggione del blog Cinema & Scoregge. Subito dopo aver postato questa breve recensione sul suo seguitissimo blog, per qualche tempo il più letto della rete persino più di quello di Beppe Grillo, Giggi lo scorreggione è deceduto. Inizialmente le teorie complottiste sostenevano fosse stato fatto fuori dalle major di Hollywood, per via delle sue prese di posizioni radicali nei confronti di molte pellicole. Celebre ad esempio la sua campagna contro Argo all’indomani della vittoria agli Oscar, al grido di “Argo vaffanascorreggia!”.
Tali teorie si sono però presto sgonfiate e ormai sono tutti concordi sulla causa del suo decesso: Giggi è morto asfissiato dalle sue stesse scorregge.


L'atmosfera che si respira nel corso dell'ora e mezza scarsa della durata si pone a metà strada tra lo scenario del survival videoludico e la satira sociale nello stile del Maestro Romero - sfruttando, in questo senso, il quattro luglio come cartina tornasole per l'evolversi dell'invasione dei parassiti pronti a mettere in ginocchio la piccola realtà delle cittadine balneari del Maryland.
Non siamo certo - ne saremo mai - dalle parti di pietre miliari come La notte dei morti viventi o Zombi, ma considerata la penuria che spesso e volentieri il panorama di questo tipo di prodotti offre da queste parti ci si accontenta ben volentieri dell'insolito - considerato il regista - The bay, seguendo le storie che ne compongono l'affresco passando dalla curiosità per quello che è accaduto ai cittadini dei luoghi mostrati alla tensione che finisce per accumularsi rispetto alle singole lotte per la sopravvivenza ingaggiate con gli obiettivamente brutti - nonchè pericolosi - parassiti.
Questo è un estratto dalla recensione di Mr. James Ford sul suo blogghetto WhiteRussian. È il suo ultimo post. Dopo l’accostamento tra questa pellicola e i film di George A. Romero, Mr. Ford è sparito nel nulla. C’è chi sostiene che i fan del regista lo abbiano trasformato in uno zombie, c’è chi è sicuro di averlo visto su un ring della WWE mentre combatteva (combatteva? diciamo che faceva finta di combattere) contro John Cena in un agguerrito incontro di wrestling. Quest’ultima ipotesi è la più accreditata.


Questo film è ‘nammerda. Non c’è manco una tetta. Manco mezza. Manco ‘na scopata. Ma che razza di gente permette che escano delle robacce del genere?
Anthony LaMinkia del blog Cinema & Tette. Pochi giorni dopo la sua illuminante recensione, il blog è sparito dalla rete ed Anthony ha deciso di convertirsi alla castità. Oggi gestisce un nuovo sito, chiamato: “YouPorn, I Don’t” e ha cambiato anche il suo nickname nel più politically correct Anthony IlPene.


"C’era davvero bisogno di un altro mockumentary? The Bay è ben fatto e tutto, per carità. Barry Levinson, regista molto tradizionalista celebre per l’ormai lontano Rain Man - L'uomo della pioggia, rivela qui un inaspettato spirito ggiovane e al passo coi tempi, dimostrando di sapersi destreggiare bene tra macchine a mano, videofonini e altre amenità varie tipiche del genere mockumentary. Il suo film sotto questo aspetto è ben realizzato e funziona anche. È una pellicola che si lascia vedere, con quel senso di voyeurismo tipico che si prova a guardare ad esempio le tragedie umane mostrate da Studio Aperto. Quando si giunge al termine della visione, un grosso punto interrogativo si solleva però sulla testa. Un grosso: “E allora???”.
Perché girare un film di questo tipo? Non avrebbe più senso girare un documentario vero, piuttosto che un finto documentario di denuncia? E se invece si voleva realizzare una pellicola di puro intrattenimento, perché non scegliere i mezzi classici del cinema di fiction? Barry Levinson ha voluto semplicemente mettersi alla prova con un genere che, non si sa bene perché, negli ultimi anni va per la maggiore? Ha solo voluto risparmiare soldi con una pellicola così low-budget perché c'è crisi?
The Bay insomma si può guardare, scivola via senza problemi, ha qualche momento di leggera, leggerissima tensione, però non lascia un bel niente, se non la sensazione di aver visto qualcosa di completamente evitabile e di cinematograficamente irrilevante.
Mockumentary, che genere inutile!
(voto 5,5/10)"


Vi ho riportato la recensione che io stesso, Cannibal Kid, di questo stesso blog Pensieri Cannibali, avevo realizzato. La distribuzione del film mi aveva però impedito di pubblicarla fino a questo momento, probabilmente perché non era un’opinione entusiasta e quindi poteva danneggiare la promozione della pellicola. Io adesso l’ho postata, ma sento già degli spari fuori dalla porta di casa mia. Quelli della distribuzione di The Bay sono venuti a cercarmi e proveranno in tutti i modi di farmela togliere, ma io non voglio fare la brutta fine di Giggi lo scorreggione, Mr. James Ford e Anthony LaMinkia e resisterò. Resisterò fino alla mort365q43huy6t7’531yhugq’re89r’ yw8ef89husaeiyhveiafhf<
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