"Se ingrassi ancora un po', mi fai morire di mal di schiena, altroché 11 settembre..."
Molto forte, incredibilmente vicino
(USA 2012)
Titolo originale: Extremely Loud & Incredibly Close
Regia: Stephen Daldry
Cast: Thomas Horn, Tom Hanks, Sandra Bullock, Max Von Sydow, John Goodman, Viola Davis, Jeffrey Wright
Genere: post-11 settembre
Se ti piace guarda anche: Touch, Reign Over Me, Un sogno per domani, 11 settembre 2011, United 93, World Trade Center
Molto forte, incredibilmente vicino è il tema affrontato da questo film: l’11 settembre 2001.
Do you remember?
Un tema sì vicino, ma non più di stretta attualità. Allo stesso tempo è però una ferita ancora troppo aperta per poter essere oggetto di un’osservazione da un punto di vista storico davvero distante. Insomma, questo non sembra il momento migliore per riflettere sull’argomento.
La pellicola è tratta dal romanzo di Jonathan Safran Foer, tra i primi a toccare l’argomento degli Stati Uniti post-11 settembre. Buon per il libro, male per l’adattamento cinematografico che oggi appare arrivare in ritardo, con varie altre pellicole che hanno affrontato il tema in maniera simile e una serie tv come Touch, con Kiefer Sutherland, che pare anch’essa prendere parecchia ispirazione dal romanzo. Lì come qui abbiamo una storia di connessioni tra numeri e persone in qualche modo legate tra loro e lì come qui abbiamo un (insopportabile) bimbo protagonista ai limiti dell’autismo. Solo che se in Touch non parla, il protagonista di Molto forte incredibilmente vicino invece parla molto e incredibilmente per tutta la durata del film!
Uno dei limiti della pellicola è quello di non dire fondamentalmente niente di nuovo sull’argomento.
A costo di fare i cinici: tra documentari, servizi dei TG, film, serie tv e quant’altro sappiamo già tutto. Era quindi davvero necessario un altro film sull’11 settembre?
A non convincere di questo adattamento, oltre a un tempismo non proprio tempestivo, è il modo in cui è stato realizzato. Premetto che non ho letto il romanzo, quindi la mia è solo una supposizione, però non mi sembra si sia fatto un grande lavoro di trasposizione da un mezzo all’altro.
Il film, in pratica, suona incredibilmente letterario e molto poco cinematografico.
Tutta la prima parte è vissuta attraverso la voce del bambino narratore. All’inizio va anche bene, dopo qualche minuto comincia a darti sui nervi, dopo una mezzoretta cominci a rimpiangere di non esserci stato anche tu dentro le Twin Towers, quell’11 settembre.
Scherzo!
È ancora troppo presto per scherzarci su?
"Non so perché, ma su 'sta cartina Casale Monferrato non è mica segnato..."
I film che hanno dei bambini per protagonisti partono già con un problema serio da affrontare. I bambini nei film sono infatti spesso odiosi. A essere gentili. Il bimbetto protagonista di questo film all’inizio sta anche piuttosto simpatico. È strambo, particolare. È un pochino autistico, ma non del tutto. È originale. A forza di farlo parlare con la voce fuoricampo, poco a poco, ma nemmeno tanto poco a poco, comincia a diventare prima pesante e poi odioso ai livelli quasi della maggior parte degli altri bambini cinematografici. Detto questo, il giovane attore Thomas Horn più o meno se la cava, dai. La sua performance non è da exploit alla Haley Joel Osment (che fine ha fatto?) o alla Maculay Culkin (lui sappiamo che fine ha fatto, ‘sto drugà!), però è decente.
Cosa c’è comunque di più odioso dei bambini nei film?
Risposta corretta: Tom Hanks nei film.
La buona notizia è che Tom Hanks in questo film compare poco. Come mai?
Considerato che il tema è quello dell’11 settembre, fate voi 1+1…
E c’è pure Sandrona Bullock. A sorpresa mi era piaciuta parecchio in The Blind Side, per cui aveva vinto persino l’Oscar, però per il resto è una che per vederla recitare decentemente bisogna pregare Dei di diverse religioni.
"Falla pure tutta, figliolo. Hai la più completa privacy.
Non ti sto fissando, no no!"
A proposito di religione, ma neanche tanto, il film non affronta il tema dell’11 settembre da questo punto di vista. Né da un punto di vista politico o culturale. Niente. Affronta l’argomento da un punto di vista puramente umano. Andando a scavare nella vita delle persone, dei newyorkesi la cui vita è cambiata in qualche modo dopo gli attentati. Però più che scavare, gratta giusto in superficie e i personaggi di contorno rimangono un contorno molto poco gustoso. Abbiamo un parterre, ma che dico parterre? dico jean-pierre, di interpreti di primo livello come Viola Davis, John Goodman, Jeffrey Wright, ma i loro personaggi stanno sempre sullo sfondo.
Tutti i riflettori sono allora accesi sul bimbetto protagonista. La sua vicenda, triste, toccante, emozionante fin che si vuole, cattura l’interesse giusto nella prima mezz’ora, poi il film si perde incredibilmente per strada. In questo mi ha ricordato in maniera molto forte Un sogno per domani, film con il sopracitato Haley Joel Osment, che ha un buono spunto iniziale e poi scivola nella noia e nei buoni sentimenti.
Di aver girato questo film? Yes, you're sorry!
Quando sembra non saper più che pesci pigliare, la pellicola tira allora fuori il rapporto tra il bambino protagonista e un signore anziano che da anni non parla più, interpretato da un Max von Sydow nominato agli ultimi Oscar piuttosto inspiegabilmente, forse come omaggio alla carriera. La loro amicizia ricorda un po’ quelle di Gran Torino o de L’estate di Kikujiro però no, scordatevi subito che possa raggiungere gli stessi livelli. I livelli raggiunti sono più vicini a quelli di Reign Over Me, modesta e piuttosto scontata pellicola sul post 11 settembre con Adam Sandler.
Dietro la macchina da presa c’è Stephen Daldry, regista che non amo molto, che qui riassume un po’ tutto il suo cinema passato. C’è la vicenda storica legata a quella umana, come in The Reader, c’è il bimbetto odioso ma non troppo come in Billy Elliot, e c’è un tipo di costruzione narrativa simile a The Hours; come in quello, anche qui i ritmi sono parecchio lenti, per poi avere qualche accelerazione improvvisa. Scordatevi però il bel finale in crescendo di The Hours, perché qui il film raggiunge il suo climax con la “scenona” in cui il bambino parla a raffica con il vecchio muto. Una scena che forse vorrebbe essere cult come il monologo di Edward Norton in La 25ora, peccato finisca invece per risultare ridicola più che altro.
Alla fine della visione, l’idea che mi rimane in testa è quella di una pellicola molto debole, incredibilmente debitrice nei confronti del romanzo da cui è tratta. La risoluzione del mistero attorno a cui ruota la storia è poi parecchio deludente, per lo stesso protagonista quanto per noi spettatori.
Sembra che gli Stati Uniti non riescano a liberarsi dallo spettro dell’11 settembre. Un'ossessione che dà origine a vicende piuttosto prevedibili di riscatto personale, nonostante tutte le circostanze avverse, con vicende buoniste e tomhanksiane come le vite intrecciate di questa pellicola o del telefilm Touch. Io però preferisco quando l'America affronta questo fantasma con maggior coraggio, senza tralasciare gli aspetti politici, ideologici, culturali e religiosi della vicenda, certo non trascurabili. Proprio come fa Homeland, una serie tv, quella sì, molto forte e incredibilmente vicina all’America post September 11.
"Non c'è bisogno di sparaflashare Ford...
Alla sua età, le cose le dimentica già da solo!"
Lo scorso weekend si preannunciava cinematograficamente interessante, ma a livello generale si è rivelato parecchio tragico per l’Italia. Speriamo quindi che questa settimana le cose vadano al contrario. Se i nuovi film promettono più male che bene, auguriamoci quindi che almeno non capitino altre calamità come attentati, terremoti o Mr. James Ford che decide di fare uno spogliarello per festeggiare la vittoria dello scudetto della Juve.
Ah, Mr. Ford è del Milan? Allora come non detto. Quest’anno non ha proprio niente da festeggiare.
Vabbé, non ne capisce di calcio, ma almeno si rifà con il cine…mah. Come non detto, di nuovo!
Esaurite le fordate, torniamo professionali ed ecco a voi le interessantissime (più o meno) uscite del fine settimana.
"Hey, ma tu non sei Tommy Lee Jones!"
"Embé? E tu non sei un attore, Willy. Ancora qualcosa da ridire?"
Men in black 3 di Barry Sonnenfeld
Il consiglio di Ford: di Man in black ce n'è uno e uno soltanto, in casa Ford. E non è il Cannibale.
Il primo della serie non mi era affatto dispiaciuto, mentre il secondo l'avevo perso senza troppi patemi. Difficilmente mi cimenterò nel terzo, anche se, in mancanza d'altro per una serata a neuroni zero potrebbe anche starci. Il fatto è che avendo a che fare con un alieno proveniente dalla galassia dei Cuccioli Eroici ogni settimana, non è che abbia così tanta voglia di vederne altri anche sul grande schermo.
Il consiglio di Cannibal: merd in black
No, vabbè, ma basta.
Sia Ford, che i Men in Black.
Fuori moda, fuori tempo massimo, fuori di testa.
Già il primo film era molto modesto, una versione aliena sfigata dei Ghostbusters, il secondo era terribile e questo terzo si preannuncia come uno dei sequel meno necessari nella storia. Materia buona giusto per una gustosa recensione massacro.
A questo punto, quasi quasi un WhiteRussian potrebbe essere meglio dei Men in Black.
Intendo quello da bere, WhiteRussian il blog invece mi sparaflasho pur di dimenticarmi della sua esistenza!
Il giovane Kid e il vecchio Ford intenti a spiare Amanda Seyfried,
una delle poche tipe che mette d'accordo entrambi.
Molto forte, incredibilmente vicino di Stephen Daldry
Il consiglio di Ford: molto forti ed incredibilmente vicine sono le bottigliate che sono pronto a rifilare al mio antagonista.
Film candidato agli ultimi Academy che resta l'unico a non essere ancora passato sugli schermi di casa Ford. Il trailer promette qualcosa di molto retorico ed incredibilmente mieloso, quindi lo vedrò sperando di poter liberare una serie di bottigliate da antologia. Più o meno le stesse che riservo per quel poco di buono del Cannibale e il giorno del nostro primo incontro "live".
Il consiglio di Cannibal: molto ford, incredibilmente palloso
Film già visto, uno dei peggiori candidati all’Oscar di quest’anno e forse di sempre, War Horse escluso.
È esattamente il film post-11 settembre carico di retorica che uno può aspettarsi. Non inguardabile come i film consigliati da Ford di solito, però una visione che mi ha lasciato alquanto perplesso. In giro si sentono anche pareri positivi, io personalmente lo sconsiglio. Così come sconsiglio il blog WhiteRussian. Poi, ognuno è libero di fare quello che vuole. Io spero solo di non ritrovarmi mai incredibilmente vicino a Ford uahahah.
A breve la mia recensione…
"Il blog di Ford? Nada libidine."
Operazione vacanze di Claudio Fragasso
Il consiglio di Ford: operazione evitiamo di andare in sala a vedere certa robaccia.
Ed eccoci pronti per il primo dei cinepanettoni made in Terra dei cachi dell'anno, una cosa che già promette di farci rimpiangere i tempi del Calà del villaggio vacanze di Italia Uno nel pieno degli anni ottanta in quanto a trash. Inutile dire che lo eviterò come la peste.
Il consiglio di Cannibal: operazione vaccanze
Film super trash della settimana, dell’estate e forse dell’anno. Si preannuncia una porcheria di proporzioni fantasmagoriche, ma che dico fantasmagoriche?, dico di peggio, dico di proporzioni fordiane.
Nonostante questo, Jerry Calà mi sta simpatico e quindi non ho intenzione di dire cattiverie sul suo conto. Quelle le riservo solo a Mr. James Flop.
Dopo tutto, questo film sarà mica peggio dei merd in black 3?
"Piuttosto che usarla per navigare su WhiteRussian, mi sparo a una mano."
Cosmopolis di David Cronenberg
Il consiglio di Ford: la città del futuro è quella senza il Cannibale.
Consiglio fordiano numero uno della settimana. Archiviato il mezzo scivolone di A dangerous method, attendo con ansia che Cronenberg, uno dei registi più importanti degli ultimi vent'anni, torni a stupirmi
con la trasposizione di uno dei romanzi cult della letteratura recente.
Unico dubbio, Robert "vampirello" Pattinson. Speriamo che il tocco del Maestro possa far apparire credibile perfino lui.
"Aiuto, sono accecato dalla saggezza illuminata di Cannibal!"
Il consiglio di Cannibal: David Cronenberg, ripigliati prima che cominci a chiamarti David Fordenberg!
Uno dei romanzi cult della letteratura recente???
Sto leggendo Cosmopolis e, per carità Don DeLillo scrive bene, ma è un romanzo del tutto vuoto. È come leggere un Ellis totalmente privo di ironia, cultura pop e ispirazione. Magari come libro ci mette un po’ a carburare, ma se continua così dubito persino che riuscirò ad arrivare alla fine.
Cronenberg, dopo quella porcheria totale di A Dangerous Method, altroché mezzo scivolone, rischia quindi molto. I dialoghi nel romanzo sono al limite del grottesco per non dire del ridicolo e in bocca a Robert Pattinson non so cosa potrebbe uscirne. D’altro canto, a livello visivo Cosmopolis si preannuncia una bella visione e il trailer è molto promettente.
Da un brutto romanzo, ne uscirà un bel film?
Se leggete Ford scrivere una volta a settimana - grazie a Dio non di più - su Pensieri Cannibali, tutto è davvero possibile!
Ford impegnato a scrivere a macchina i suoi commenti, che poi
il magnanimo Cannibal con infinita pazienza trascriverà su PC.
Silent souls di Aleksei Fedorchenko
Il consiglio di Ford: bentornata, Russia.
Consiglio fordiano numero due della settimana. Il rischio di un polpettone molto, molto autoriale c'è tutto, eppure le premesse mi hanno riportato alla mente lo splendido Il ritorno che vinse a sorpresa a Venezia qualche anno fa. Un road movie in territori sconfinati che pare più un viaggio filosofico di quelli che il
Cannibale sarà già pronto a bollare come una noia mortale. Un valido motivo, dunque, per correre a vederlo prima che lo tolgano dalle sale.
Il consiglio di Cannibal: silence please, Ford!
C’è da correre sì. Lontani dalle sale che hanno il coraggio di proiettare questo (probabile) mattonazzo russo.
Roba che ci sarebbe da andare a vederlo soltanto per divertirsi a lanciare i popcorn in testa al solo spettatore presente.
Chi?
Sapete già la risposta…
Lo Zar (nonché abitante unico) dell’impero fordiano.
"Lo so che il Ford - per fortuna - è una razza in via di estinzione. Però tu
spara lo stesso. A cena, se no, noi cannibali che mangiamo?"
La fuga di Martha di T. Sean Durkin
Il consiglio di Ford: fuggite sempre dal Cannibale
Film rischioso, questo. Anche più di Silent souls. Da una parte, c'è la possibilità che si tratti di un esordio di quelli da tenere d'occhio, dall'altra il timore che possa rivelarsi un ottimo bersaglio per le ormai note bottigliate del sottoscritto. Non saprei come catalogarlo esattamente, quindi direi che aspetterò il
giudizio del mio antagonista, e se sarà bravo e farà i compiti a casa stroncandolo, allora correrò a recuperarlo, perchè in quel caso ci sono ottime probabilità che si tratti di un piccolo cult.
Il consiglio di Cannibal: un film da cui sicuramente non fuggire
Questo film promette bene, molto bene. A scatola chiusa, direi il consiglio Cannibale della settimana.
Non avendolo ancora visto, può anche darsi che mi sbagli. Capita molto di rado, ma anche io sbaglio, certe volte. In un paio di occasioni ad esempio ho dato ragione a Ford. E in quei casi sì, lo ammetto: mi sbagliavo.
Mai dare ragione a Mr. James Wrong. Finirete per pentirvene.
"Non ricordo più se mi hanno internata dopo aver girato un film anzi due con
Vaporidis, o se dopo aver visto una rassegna cinematografica anzi due di Ford...
Dietro il buio di Giorgio Pressburger
Il consiglio di Ford: non so se è anche dietro, ma il Cannibale di sicuro sta dentro il buio.
Film su commissione che mi sa tanto di salottata radical chic delle più odiose. Direi che questa settimana c'è ben altro cui dedicarsi che non questa roba. Piuttosto, preferisco tornare a Trieste e godermi la città, che è una favola. Ma questo me lo risparmio.
Il consiglio di Cannibal: con Pressburger ci si può giusto andare a mangiare un hamburger
Già parecchie uscite questa settimana puzzano di bruciato, e non è per colpa di Ford che ha dimenticato di farsi la doccia, ma il filmone autoriale italiano nooo. Non ce la posso fare.
Quando però vedo un trailer risibile come questo, mi viene quasi voglia di guardare tutto il film perché sono sicuro che ci sarà da ammazzarsi dalle risate.
Ma per il momento mi sa che mi accontenterò di prendere per il culo Ford, il blogger di culto tra i fan del cinema che fa russare, pardon del cinema russo.
"Uè uè, fregare la moto a quel bauscia del Mr. Nord è stato più
facile che rubare le caramelle a un bambino cannibale..."
Fallo per papà di Ciro Ceruti e Ciro Villano
Il consiglio di Ford: fatelo per noi, non andate a vedere questo film.
Secondo film "troppo italiano" della settimana, che ovviamente non prendo neppure in considerazione.
Un pò come le opinioni del mio antagonista rispetto ai suoi presunti "Capolavoroni".
Ahahahahahahaha!
Il consiglio di Cannibal: fallo da rigore
Questo film rischia di essere una brutta entrataccia sul cinema italiano e, forse, mondiale.
C’è Giacomo Rizzo, l’ottimo protagonista de L’amico di famiglia, però qui mi sa che siamo lontani anni luce da Sorrentino e più vicini a Fordino.
E Fordino non è vezzeggiativo, intendo solo sottolineare la piccolezza delle sue opinioni cinematografiche. E non solo quelle, buahahah ahah ahah!
"Rilassati, ora. Almeno per questa settimana
le cazzatassurdità del Ford sono finite."
Bad Habits Stories di Umberto Del Prete, Egidio Ferrara, Giulio Reale, Enrico Tubertini
Il consiglio di Ford: le cattive abitudini sono dure a morire. Pensate a me, che continuo a scrivere con il Cannibale! Ahahahahahah!
L'idea di dare spazio a giovani registi italiani grazie ad un film a episodi non è neanche malvagia, peccato che non ci sia nulla, ma proprio nulla che mi attragga in questo film, se non che il titolo mi ricorda vagamente una canzone degli Offspring che amavo molto qualche anno fa. In una settimana in cui si attenderà il risultato di Cannes ed arriverà in sala Cronenberg, di certo non correrò a cercare una sala
sperduta che programmi questo titolo. Ma sono sempre disposto, giusto per scaldarmi in attesa della prossima Blog War, a correre a gonfiare il Cannibale di bottigliate! Ahahahahah!
Il consiglio di Cannibal: bad habits = bad movie?
Tra le pellicole italiane della settimana è quella che mi ispira più fiducia, ma non è che ci vada molto.
Film a episodi girato da 4 giovani registi diversi, ci sarà almeno un episodio decente?
Così come su WhiteRussian, tra centinaia di post, ce ne sarà almeno uno decente?
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