Dopo settimane e diciamo pure mesi di calma apparente, il contrasto tra me, Cannibal Kid, e il mio blogger rivale, quel coso di Mr. James Ford, potrebbe tornare a infiammarsi come ai cari bei vecchi tempi.
Nel corso del weekend sono infatti in arrivo due film fortemente fordiani come King Arthur – Il potere della spada e Alien: Covenant, contro un film fortemente cannibale come Song to Song. Chi avrà la meglio?
Scopritelo leggendo i commenti a queste due e pure alle altre uscite cinematografiche della settimana.
King Arthur – Il potere della spada
"Estrarre questa spada dalla roccia è un'impresa più difficile che trovare una recensione fordiana sensata."
Fare le classifiche dedicate al meglio è bello, ma c'è qualcosa di meglio ancora: le liste del peggio. Quelle in cui scatenare tutta la propria cattiveria, che nel mio caso è parecchia.
Ecco i film magari non peggiori in senso assoluto, quanto i più odiati nel corso degli ultimi 12 mesi qui su Pensieri Cannibali. Un'occasione anche per attirare dell'odio nei miei confronti, andando a toccare delle pellicole che da altre parti sono state amate, a volte anche parecchio.
Partiamo con la Flop 10 e poi spazio a una serie di poco ambiti premi assortiti.
Chi sarà il successore di The Counselor - Il procuratore, il peggiore del 2014?
Flop 10 - I peggiori film del 2015 secondo Pensieri Cannibali
Cast: Maria Alexandra Longu, Alba Rohrwacher, Sam Louwyck, Monica Bellucci, Agnese Graziani, Sabine Timoteo, André Hennicke
Genere: non è la Rai
Se ti piace guarda anche: Corpo celeste, Somewhere, La leggenda di Kaspar Hauser
Il cinema italiano è attualmente il più coraggioso del mondo.
Ma cooome?
Cannibal Kid non sta sempre, oltre che su YouPorn, a criticare il cinema italiano?
E adesso che fa, si mette a incensarlo senza motivo?
È stato pagato almeno, per farlo?
No, non sono stato pagato, ahimé, e no, non lo faccio senza motivo. Lo faccio quando c'è una ragione per farlo. La ragione è presto spiegata: il cinema italiano di recente ha saputo trasformare la merda in meraviglia. Vi sembra poco?
Gesù Cristo si “limitava” a tramutare l'acqua in vino, ma mi pare che rendere il trash qualcosa di sublime sia un'impresa ancora più encomiabile. Basta vedere pellicole nostrane recenti, apprezzate forse più all'estero che dalle nostre parti, come il premio Oscar La grande bellezza di Paolo Sorrentino, o Reality di Matteo Garrone, Grand Prix al Festival di Cannes 2012, o questo Le meraviglie di Alice Rohrwacher, anch'esso vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes, nel suo caso edizione 2014. O ancora si può citare Gomorra – La serie, che non è cinema in senso stretto, ma in fondo sì, è Cinema, sebbene fatto per la tv.
Cos'hanno fatto, questi film/telefilm?
La grande bellezza è riuscito a dare grande bellezza alle festicciole della peggio Roma con Raffaella Carrà come colonna sonora. Il kitsch che si fa poesia pura.
Gomorra – La serie si è messo in testa di competere con le serie americane di HBO e AMC attraverso un drama famigliar-criminale accompagnato dalla musica del neomelodico Alessio. E c'è riuscita, alla grande.
Reality ha messo in scena l'Italia che sogna di partecipare al Grande Fratello, programma simbolo del trash più totale, sotto forma di una moderna, malata fiaba moderna.
Con Le meraviglie, Alice Rohrwacher non è stata da meno. Anzi. Ha preso una delle canzoni più merdose nella Storia della Musica, ovvero “T'appartengo” di Ambra Angiolini, e l'ha messa al centro della sua pellicola. I film anglofoni fanno i fighi con i pezzi di David Bowie, Radiohead o Pixies, ma così è troppo facile. Per usare la musica di Ambra sì che ci vanno le palle. Il brano dell'ex starlette di Non è la Rai riveste un ruolo molto importante nella pellicola. Innanzitutto colloca la vicenda a livello temporale a metà anni Novanta. Senza questo pezzo, sarebbe difficile stabilirlo con certezza. Il film è infatti ambientato nel casale di una famiglia di apicoltori della campagna tra Umbria e Toscana. Il loro stile di vita è talmente arcaico, o anche della Preistoria, come dice Monica Bellucci nel corso della pellicola, che non si capirebbe bene in che epoca collocare la storia, non fosse appunto per la presenza di Ambra.
Il pezzo è usato in un paio di sequenze, una in particolare fondamentale per delineare il personaggio principale della pellicola. Sì, ok, in Le meraviglie si parla di una famiglia di apicoltori, ma la vera protagonista è Gelsomina (l'ottima Maria Alexandra Longu), la figlia maggiore della coppia formata da una Alba Rohrwacher meno insopportabile del solito, sarà perché per fortuna appare pochino, e da un padre-padrone che sinceramente non ho capito quale lingua/dialetto parli. Forse non l'ha capito nemmeno lui.
"A forza di farmi dire da Cannibal che sono braccia rubate all'agricoltura,
ho finito per dargli ascolto."
Questo Le meraviglie per prima cosa è allora un racconto di formazione. Il passaggio dalla fanciullezza all'adolescenza di Gelsomina possiamo vederlo quasi una versione al femminile e di 12 anni più breve di Boyhood. O anche come una versione meno hipster e fighetta, mooolto meno hipster e fighetta, delle opere di Sofia Coppola. Qualcuno a questo punto potrà dire che già il film d'esordio della regista Corpo celeste raccontava un po' la stessa storia un po' allo stesso modo, ed è vero, ma allora perché l'avevo detestato tanto?
Non lo so. Il Corpo celeste era impregnato di una certa aura di neorealismo che avevo trovato pesante e fastidiosa. Mi aspettavo di ritrovarla pure qui ed ero già pronto con un fucile carico di parole infuocate pronte a colpire pure Le meraviglie. Invece no. Invece Le meraviglie mi ha fatto un'impressione di segno opposto.
Il secondo film della Rohrwacher vola leggero, per quanto non privo di qualche momento duro e drama, ed è pieno di incanto. Il viaggio alla scoperta dell'adolescenza compiuto dalla protagonista Gelsomina è tutto fuorché una gita nel paese delle meraviglie, eppure la regista riesce a farcelo passare quasi come tale. Così come Sorrentino, Garrone e lo Stefano Sollima di Gomorra – La serie, è riuscita a tramutare la merda in meraviglia.
La vita apparentemente priva di grossi stimoli, schiacciata dal peso di un padre che ha una concezione medioevale del mondo, della protagonista cambia quando incontra una Monica Bellucci con look da Elsa di Frozen. Questa fatina conduttrice di un programma kitsch di una tv locale diventa l'unica speranza di miglioramento per la sua vita. Raccontato così potrebbe apparire deprimente come spunto per una storia, e invece non lo è. Le meraviglie è davvero una piccola meraviglia di film, in cui lo schifo si fa bellezza e tutto diventa possibile, persino trasformare “T'appartengo” di Ambra in poesia. Non ci credete?
Monica Bellucci recita con la parte più espressiva del suo corpo.
Gli occhi, naturalmente
L’apprendista stregone
(USA 2010)
Titolo originale: The Sorcerer’s Apprentice
Regia: Jon Turteltaub
Cast: Nicolas Cage, Jay Baruchel, Teresa Palmer, Alfred Molina, Monica Bellucci, Toby Kebbell, Omar Benson Miller
Genere: fantasy
Se ti piace guarda anche: Percy Jackson, Fantasia, Aiuto vampiro, Spider-Man, Streghe
Trama semiseria
Gli stregoni Balthazar e Maxim, un tempo amici e oggi rivali per amore, vanno a caccia dell’erede di Merlino, scoprendo che è uno studentello di fisica che ha dimenticato il fisico a casa. Non si sa bene per quale ragione, ma le sorti dell’intera umanità sono nelle mani di questo nerd. Evvai che questa volta il mondo finisce veramente.
Se la trama vi è sembrata troppo realistica, tenete presente che a un certo punto appare persino Monica Bellucci in versione stregonesca…
Nicolas Cage vestito da barbon... pardon, da stregone
Recensione cannibale
C’era una volta Fantasia interpretato da un Topolino all’epoca sulla cresta dell’onda. Era il 1940 e allora Mickey Mouse andava proprio forte, tirava un sacco di coca e si faceva una miriade di belle topoline. Poi sono venuti gli anni bui, l’overdose, il tentato suicidio, il possesso di armi da fuoco, le cause legali con le ex-mogli tope e anche la sua carriera è andata a farsi benedire.* Arriviamo così fino ai giorni nostri, con Mickey ormai sostituito negli ultimi anni nell'immaginario Disney persino dai vari High School Musical e Jonas Brothers.
E adesso hanno toccato persino la sua interpretazione più intensa, con questa sorta di rivisitazione di Fantasia molto ma mooolto libera. Diciamo che dell’originale rimane giusto la notissima scena della danza delle scope.
* Questa potrebbe non coincidere con la biografia ufficiale fornita dalla Disney
Se questi due devono salvare il mondo,
tanto vale consegnarci nella mani di Gheddafi e Berlusconi...
Peccato che in questa nuova versione la suddetta danza ne esca più che altro come una parodia, con Topolino che si rivolterà nella tomba (ma forse è ancora vivo…).
Piuttosto che dalla pellicola d’animazione, questo apprendista buffon… pardon apprendista stregone guarda ai film fantasy e di supereroi di oggi, con il classico nerd della situazione che si ritrova a sorpresa (ma ormai nemmeno troppo, visto che di film del genere ne escono ormai almeno 3 o 4 all’anno) con il destino del mondo tra le mani: è infatti lui, non si sa bene perché, l’erede unico di mago Merlino. A interpretare il Sommo Merliniano troviamo Jay Baruchel, uno che 10 anni fa aveva una piccola particina nel sommo capolavoro Le regole dell’attrazione e oggi, non si sa bene perché, si è trasformato in uno dei giovani attori più richiesti di Hollywood con titoli come Lei è troppo per me, Molto incinta e… basta, non è che sia poi così richiesto. A istruirlo ai suoi nuovi compiti da mago troviamo lo stregone Nicolas Cage, uno che non mi sta affatto antipatico ma non mi sta nemmeno così simpatico da poterlo considerare davvero un attore. Oggi si è ormai specializzato in cagate atroci, ma anche in passato quando ha girato ottimi film (Cuore selvaggio, Face/Off, Lord of War) la sensazione che ho avuto è quella che sarebbero stati ancora meglio se al suo posto ci fosse stato un attore decente. Tra le sue interpretazioni salvo allora The Family Man e Il ladro di orchidee, in cui il suo volto inespressivo si sposa alla perfezione con i personaggi. Ma comunque il suo status di superstar hollywoodiana, con tanto di Oscar vinto per Via da Las Vegas, rimane un mistero quasi quanto quello legato alla popolarità di Angelina Jolie.
Un po’ come anche lo status di superdiva raggiunto non si sa bene perché di Monica Bellucci, che qui ci regala una sua magica (è proprio il caso di dirlo) apparizione. Il film infatti faceva abbastanza schifo, ma non troppo, e così hanno deciso di tirarci dentro pure la nostra Monicona nazionale per abbassare ulteriormente il livello qualitativo.
Oh, ma allora un motivo per vedere questo filmetto c'è!
L'apprendista stregone è stato anche un bel flop dal punto di vista commerciale: costato 150 milioni di dollari, ne ha portati a casa in patria appena una 60ina, segno che ogni tanto il grande pubblico rinsavisce e non ci casca a tutte le trappole disneyane, soprattutto a quelle più modeste come in questo caso.
Tra le cose da segnalare in positivo di questo film piuttosto inutile c’è allora la protagonista femminile Teresa Palmer, una sorta di incorcio ben riuscito tra Heather Graham ed Heidi Montag di The Hills (quando ancora non si era rifatta completamente) che insomma non è niente male e poi si salva anche la riuscita colonna sonora pop, con l’affascinante atmosfera creata da “New Life” degli sconosciuti O+S e “Secrets” dei OneRepublic usata come tema ricorrente.
Se la parte magica è alquanto inverosimile e di scarso interesse, la parte maggiormente incentrata sul maldestro protagonista e i suoi tentativi di conquistare la bella di turno sono invece l'unica parte coinvolgente del film. Troppo poco comunque per consigliarlo, se non a chi rimpiange la serie tv Streghe e gli appassionati estremi di stregonerie varie in generale. Tutti gli altri possono invece compiere il numero di magia di maggiore effetto: sparire.
La cavalla precedentemente
conosciuta (o relativamente conosciuta) come:
Elisabetta Canalis
Quest’oggi voglio raccontarvi una magnifica favola, proprio come farebbe quella lagna di Antonella Clerici ma senza un vestito da sirena oversize addosso. Elisabetta è un piccolo mini Pony nata tra le magiche terre della Sardegna, un luogo per darvi due coordinate a metà strada tra l’isola che non c’è e l’isola di Lost. Con queste indicazioni dovreste raggiungerla senza problemi. Elisabetta passa un’infanzia spensierata in compagnia di diversi amichetti. Non so i genitori che professione facessero, ma Eli comunque non era mai lasciata sola, un po’ era in compagnia di Farouk Kassam, un po’ di Augusto De Megnie recentemente è stata avvistata anche con una certa Yara, ma non c’è nulla di confermato.
Quest’ultima battuta era troppo politically scorrect e inappropriata? Se non vi piace potete sempre cambiare blog e leggervi ad esempio Sciuscia. Azz, no: mi sa che lui è ancora più bastardo di me.
I genitori della Cavallis, che comunque sono sicuro siano delle bravissime persone con un lavoro rispettabile (d’altra parte anche in Sardegna c’è crisi e bisogna sfruttare il territorio come meglio si può), decidono però di mettere fine a questa idilliaca fanciullezza della figlia e la danno via a un Cavaliere che passava da quelle parti, zona Villa Certosa all’incirca. Tra il Cavaliere ed Elisabetta ci sono alcuni contatti telefonici certificati, ma purtroppo la Cavallis quando parla non si capisce una sega di quello che dice e quindi i pm hanno stabilito che tali intercettazioni sono inutilizzabili.
Poi il Cavaliere si stufa di lei perché Eli ormai cresce, diventa maggiorenne e quindi a lui le cose troppo legali gli puzzano un po’ e decide di liberarsene. Eli comunque ormai è diventata una bella puledra, nel senso che ha il viso e gli occhi da cavalla, quando parla nitrisce (sono stato bravo, ho detto nitrisce e non raglia) e ogni tanto scalcia. Ah, poi le piace anche essere cavalcata, ma questo non chiedetemi come faccio a saperlo. Insomma, una così bella cavalla non fa fatica a trovare un nuovo proprietario e infatti dalle lontane terre degli Stati Uniti d’America arriva un bel principe azzurro. Vabbè, durante il lungo viaggio forse si è un po’ perso e ormai non è che sia proprio un principe giovanissimo, però si mantiene ancora bene, come la Bellucci (Morandi, le hai dato della vecchia… non si fa con le signore. Mannaggia, ti devo insegnare tutto?)
Il bel GeorgeThe American (dal titolo del suo ultimo “magnifico” film) lancia così Eli dritta nell’Olimpo hollywoodiano, dove la conoscono tutti. Oh, Robert De Niro non l’ha mai vista prima ma dev’essere l’unico… Qui Eli fa un’audizione per Avatar, ma James Cameron le preferisce Anna Oxa: “Ragazzi, stiamo spendendo già troppi soldi per sta cagata di film: almeno con la Oxa risparmiamo sul trucco e pure sugli effetti speciali”. Per Seabiscuit le va meglio e viene scelta come protagonista equin… ehm, femminile. La sua carriera procede comunque alla grande, tra Struscia la notizia, Stelle a quattro zampe (lei è una delle stelle a quattro zampe) e Puttano in saldo (non è colpa mia, si chiama proprio così). Fino all’approdo più importante: il palco dell’Ariston. Elisabetta è magnifica, fa un ingresso trionfale, la gente si alza in piedi ad applaudirla. O forse la standing ovation era per Roberto Benigni che è arrivato a teatro cavalcandola?
Ma la nostra Eli nazionale a Sanremo ha anche avuto modo di dimostrare tutto il suo sensazionale valore di poliglotta. Ho detto poliglotta mica mignotta, sarò stato troppo buono? Comunque facciamo un passo indietro e torniamo all’inizio di quella stupenda serata, la quarta di un'edizione del Festival sempre più memorabile.
Con un giorno d’anticipo rispetto al previsto, ieri è stato il Radiohead day e quindi per forza di cose questa baracconata di Sanremo non poteva che passare in secondo piano. Però durante la sigla qualcosa mi ha distolto dal chiedermi dove collocare “The King of Limbs” all’interno della discografia di Thom Yorke e soci. Tra i loro lavori migliori o no? Solo il tempo ce lo dirà.
Eli, balli talmente bene che hai fatto piangere Belen
Ma c’avete fatto caso durante la sigla? Mentre fuori dall’Ariston un branco di vecchi rincoglioniti e ubriaconi ballava allegramente sulle note (questa davvero stupende) dello Schiaccianoci, così come dentro il teatro stavano facendo anche due giovani rincoglionite e ubriacone (però più gnocche del solito), sulla parte bassa dello schermo passano i titoli degli autori del programma: tra loro c’è anche Federico Moccia. Per chi non lo sapesse, Moccia prima di diventare un premio Nobal per la letteratura e un regista da Oscar era infatti un autore televisivo. E ora è tornato per Sanremo! Questo spiega tante, taaante cose. Prima di prendervela con l’incompetenza della Canalis, che pure è il simbolo stesso dell’incompetenza, tenete presente che con testi scritti da Moccia anche Natalie Portman farebbe fatica a sembrare convincente. No vabbè, Natalie Portman riuscirebbe a rendere interessante anche uno spot di Alfonso Luigi Marra. E a proposito non di Marra ma di Natalie: ANDATE A VEDERE IL CIGNO NERO – BLACK SWAN! (se le fa Belen, non vedo perché non possa fare delle markette anch’io). Intanto a bassissima richiesta popolare riparte la gara; questa sera per la gioia di grandi e piccini gli “artisti” si fanno accompagnare da alcune guest-star internazionali (ma internazionali de che? Quello che arriva più da lontano è de Roma!)
Luca Barbarossa e Rachel Del Rosario “Fino in fondo” con Neri Marcoré
Neri Marcorè era bravo. Dopo essersi sputtanato alla grande con quello schifo di The Tourist, ormai non ha però più niente da perdere e si è presentato così anche sul palco dell’Ariston insieme a Luca Barbarossa. Senza vergogna, i due sono protagonisti di un imbarazzante siparietto pseudo-recitato che fa rimpiangere il testo della canzone su su su giù giù giù e viene anche tagliato dai conduttori che gli parlano sopra.
(voto 2)
Visto che ieri ho citato Mirko di Mai dire gol, il testo di questa coppia scoppiata mi ha riportato alla mente Olmo/De Luigi: e ci sei tu, sempre più su
Ma la Cannabis si droga? E perché Belen invece è così sobria? Che palle, è troppo professionale. Dopo tutto siamo a Sanremo, ovvero la celebrazione stessa della non professionalità (a parte l’Orchestra, loro sono molto bravi). Volevo fare anche una battuta su Morandi e la Beghelli ma Luca e Paolo me l’hanno bruciata, maledetti.
La Crus “Io confesso” con Nina Zilli
Già erano i migliori, si sono presi pure l’ospite migliore (vabbé, Carmen esclusa) e allora per gli altri non vale. Ma vaffanculo, chissenefrega degli altri, tanto sono tutti degli stronzi.
(voto 7+)
Anna Tatangelo “Bastardo” con Loredana Errore
La canzone di Anna Tatangelo sono esterrefatto (o forse solo fatto?) dal dire che è una FIGATA!
Peccato solo che stasera si sia presentata a cantare con Shrek (Loredana Errore, una donna che già il cognome dice tutto sulla sua vita), perché ormai rischia di essere la mia preferita assoluta. La vita è proprio strana: una settimana di Sanremo e mi ti divento un fan della Lady Tata che non ho mai sopportato prima. Tutto rego comunque, è l’effetto di follia momentaneo che questa sagra del trash fa e sono quasi certo che la settimana prossima tornerò già a odiarla cordialmente.
(voto 7-)
Max Pezzali “Il mio secondo tempo” con Lillo & Greg
Un'immagine pubblicata in esclusiva dal Giornale tratta dai festini di Arcore
Ci voleva poco, ma la versione di Lillo & Greg dà merda all’originale. Dopo Luca e Paolo e Roberto Benigni una conferma ufficiale: i comici cantano molto meglio dei cantanti di Sanremo.
(voto 5)
Tricarico “3 colori” con il Coro di Voci Bianche Si La So…L
Usare i bambini per ottenere consenso popolare è sempre una mossa azzeccata. Lo sa bene anche il nostro presidente del Consiglio che le bambine le usa in un diverso modo, ma quella è un’altra storia. La canzone di Tricarico in questa versione acquista finalmente un senso che nella sua interpretazione solista non possedeva. Lo sapevo che alla fine il brano aveva una sua dimensione: è una canzone per bambini!
(voto 6,5)
Elisabetta Canalis a proposito dei bambini del Coro: “Erano tesissimi”. E perché te che sono 4 sere che non riesci ad aprire bocca senza inciamparti 12 volte no? Ma com’è poi che Ellen Hidding nelle telepromozioni riesce a parlare un italiano molto migliore del tuo?
E a proposito di super dive italiane che se la tirano poco e credono di essere famosissime all’estero, ecco a voi Monica Bellucci, che però è tanta roba. Gianni Morandi accavalla le gambe perché è già venuto nelle mutande.
Dopo quella con Andy Garcia (Andy chiiii?), mi ero scordato di quanto belle anzi bellucci fossero le interviste di Gianni Morandi. Le domande le avrà ancora scritte quel talento poliedrico di Moccia?
Cosa mai starà guardando il vecchio porko?
Non contento di essere venuto una volta, Gianni senza bisogno di ulteriore Viagra a un certo punto si alza e si incolla a una gamba della Bellucci come un cane in amore. E questa è la prima cosa sensata fatta da quest’uomo nel corso di tutto il Festival!
L’ho già detto che la Bellucci è sposata con Vincent Cassel, il protagonista maschile de IL CIGNO NERO – BLACK SWAN? No? Beh, comunque: ANDATE A VEDERLO! (lo so, ormai sono diventato più markettaro della Belen).
Sempre parlando di grande cinema, arriva Robert De Niro. Vabbè, per lui il grande cinema ormai è un ricordo lontano, però recentemente ha pur sempre fatto Machete.
Morandi inizia l’intervista nel modo più sconsigliato per iniziare un’intervista: “Bob, so che a te non piacciono le interviste.” Questa è stata sicuramente un’idea mocciana. Poi gli chiede per quale motivo ha fatto ‘sto schifo di film di Manuale d’amore 3. Secondo te, per quale motivo se non lo stesso per cui tu hai fatto il Festival o Nicole M. se l’è fatto mettere in culo dal presidente del Consiglio?
Nemmeno un grande attore come lui a Sanremo può mascherare
il suo vero pensiero: "Cosa cazzo ci faccio io qui?"
Che tristezza però: hai davanti uno dei più grandi attori di sempre e potresti parlare della sua grandiosa carriera, quella almeno che aveva fino a qualche anno fa quando ancora non faceva ste cagate di Vi presento i nostri o Manuale d’amore 3. E invece no, tutto si risolve in una marketta per suddetto film e in una serie di domande idiote. Che poi perché andare a vedere Manuale d’amore 3 quando si può andare a vedere un capolavoro come IL CIGNO NERO – BLACK SWAN?
Arrivano Luca e Paolo: fategliela fare a loro l’intervista, per favore! E invece no.
Gianni Morandi a proposito della Bellucci: “È stata l’intervista più bella della mia vita.” Già, peccato che per noi spettatori sia invece stata la più brutta e imbarazzante intervista delle nostre vite, a parte quella di Alfonso Signorini a Ruby Rubacuori in Kalispera.
Tra cavalle (la Canalis), tope (Belen) e scimmie (Morandi e Sarcina) questo
sembra più uno zoo che un Festival (ma nessun animale è stato maltrattato
durante le riprese, a parte qualche frustata alla Canalis ogni tanto)
Giusy Ferreri “Il mare immenso” con Francesco Sarcina
Francesco Sarcina è il cantante dei Le Vibrazioni. Per chi non l’avesse presente, è l’unico uomo al mondo che sembra più scimmia di Gianni Morandi. Lui e la Ferreri Rocher comunque li avrei visti bene la sera precedente a cantare un vecchio pezzo della musica italiana: Siamo la coppia più brutta del mondo.
(voto 5,5)
Luca Madonia e Franco Battiato “L’Alieno” con Carmen Consoli
Mizzega la Carmen con Madonia e Battiato che trio siculo! E c’ha pure la chitarrina rosa. Questa è un’esibizione che non si può rifiutare.
(voto 7)
The L Word? Ci piace!
Ma tutti come stacchetto c’hanno un pezzo di storia del rock e Nathalie ha scelto “Over my shoulder” dei Mike + the Mechanics che era una canzone usata in Baywatch nei momenti tristi di Mitch Buchannon? Vedo che siamo messi bene quanto a cultura musicale, mia cara Nathalie.
Nathalie “Vivo sospesa” con L’Aura
Altroché Barbarossa e la puta spagnola. Loro sì che sono una bella coppia. E sì, intendo proprio coppia in quel senso.
(voto 6/7)
Torna uno svogliatissimo Robert De Niro per il secondo tempo (come canterebbe in maniera insopportabile Pezzali) dell’intervista, ma stavolta Morandi cala a sorpresa il suo asso nella manica: Elisabetta Canalis. Mentre lui la presenta: “Questa è Elisabetta, una nostra bellezza nazionale” lei si aspetta che De Niro dica: “Oh certo, la conosco già, è molto famosa anche negli USA.” Peccato questo succeda solo nei sogni incantati della Cannalis.
Nei miei sogni invece c’è De Niro che alle domande della premiata accoppiata Canalis/Morandi risponde: You talkin’ to me? You talkin’ to me?
La Eli nazionale comunque prende in mano la situazione e diventa sia intervistatrice, che interprete. Peccato solo manchi qualcuno che interpreti lei. In ogni caso è un vero spasso da osservare e dopo questa dimostrazione di versatilità, voglio vedere chi ancora avrà il coraggio di asserire che la Canalis non sa fare niente. Voglio proprio vedere. (Oddio, non oso immaginare quante gliene diranno oggi tra tv, giornali, radio e blog! Povera Eli, fossero tutti bravi come me…)
Vabbè dai, facciamo finta di non aver visto niente. Facciamo finta che Bob De Niro non sia mai stato a Sanremo. Facciamo finta che Gianni Morandi non abbia mai chiesto alla Canalis (e dico, alla Canalis): Come si traduce “Taxi Driver” in inglese?
Roberto Vecchioni “Chiamami ancora amore” con la Premiata Forneria Marconi
Età media superiore a quella di un congresso del PD e proprio come il PD e la Canalis anche loro fanno una certa tenerezza.
(voto 6)
Ed ecco riesumati dai 90s i Take That al completo! Anche qua l’età media si è fatta abbastanza alta, eh ragazzi? Mentre cantano non danno l’impressione di un gruppo molto unito, è come se ognuno facesse un pezzo per conto suo e Robbie Williams si vede chiaramente che di questa reunion si è già strarotto le balle. Quando arriva Belen comunque si ricompattano immediatamente tutti a guardarle il culo. Questo sì che è spirito di gruppo.
(voto 6/7)
E riecco a grande richiesta le favolose interviste della Canalis. A questo punto pretendo un suo talk-show fisso in onda ogni sera tipo il David Letterman Show. Non posso più farne a meno.
(mi sa che ho caricato il filmato sbagliato)
Davide Van De Sfroos “Yanez” con Irene Fornaciari
Uh, la figlia di Zucchero mi aveva già amareggiato l’anno scorso quando si era presentata in gara, quindi quest’anno avrei anche fatto volentieri a meno di rivederla. Il pezzo di Van Basten comunque ormai è cult.
(voto 6,5)
Luca e Paolo provano a replicare il successo di “Ti sputtanerò” con un pezzo dedicato ai candidati del PD (solo recentemente ho scoperto che significa Partito Democratico e non una nota bestemmia in voga tra i giovani): “Uno tra mille ci sarà”. Divertente, ma non troppo. Se si fa sempre satira su Berlusconi è perché le battute su di lui escono più divertenti, mentre quelli dell’Opposizione fanno vite troppo noiose per essere presi in giro. Difatti il finale della canzone è dedicato ancora a lui e non poteva essere che così.
Al Bano “Amanda è libera” con Michele Placido
Mi spiace Placido, il tuo ultimo Vallanzasca non è niente male ma in fatto di musica, dopo che hai scelto i Negramaro per comporre la colonna sonora del film e duetti con Al Bano, dimostri davvero di avere pessimi gusti. E comunque sta Amanda (chiunque essa sia) sarà anche libera, ma Al Bano dovrebbero rinchiuderlo in un’istituto. Di quelli con le pareti insonorizzate, per favore.
(voto 0, Al Bano ormai ha l’abbonamento e non deve più nemmeno obliterare il biglietto)
Emma e i Modà “Arriverà” con Francesco Renga
Come dice Kevin Bacon nel cult/scult Sex Crimes: "Due sono una coppia, tre sono una folla." In quel caso erano Matt Dillon, Neve Campbell e Denise Richards, qui più modestamente sono Emma, Renga e il tipo ingellato modaiolo. Serata dopo serata mi urtano sempre meno, e ciò credo che non sia un bel segno per le mie orecchie e per i miei gusti musicali, ma tant’è.
(voto 6+)
Visto che non hanno passato il turno, non vedremo mai l’esibizione di Morgan con Patty Pravo (l’avranno fatto apposta?) e nemmeno gli ottimi Marta sui Tubi con la pessima Anna Oxa (ma menomale, perché a vederli con quella Winx mi sarebbero solo scaduti).
Ah, ma stasera oltre alle super interviste della Canalis c’è anche la finale tra i gggiovani. Il potere del grande giornalismo quasi quasi ce lo faceva dimenticare.
Micaela “Fuoco e cenere”
La Alicia Keys dei poveri, ma pur sempre una Alicia Keys dei poveri. Voglio dire, si è capito cosa intendo, no? Non si è capito niente? Cosa stavo dicendo? Boh, sarò stato colpito dalla sindrome di Morandi, più grave dell’Asperger.
(voto 6+)
Raphael Gualazzi “Follia d’amore”
Il Michael Bublé ‘de noantri aò. Musicalmente è piacevole, anche se a livello vocale non è certo il massimo della vita. Ma d’altronde cosa lo è a Sanremo? Ah già, le interviste della Canalis!
(voto 6,5)
Roberto Amadè “Come pioggia”
E lui chi vorrebbe essere? Jeff Buckley? Comunque il vercellese mi è sembrato meno terribile rispetto alla prima sera. Sembra anche essersi fatto una doccia apposta per l’occasione.
(voto 6)
Serena Abrami “Lontano da tutto”
Solita ingiustizia: ha vinto solo perché è bello
Lei non ricorda nessuno, o forse sì: Valeria Rossi, quella di dammi tre parole sole cuore amore. In ogni caso la sua è una canzoncina pop orecchiabile. In fondo è questo che si chiede a Sanremo, oltre a un po’ di gnocca, qualche battuta su Berlusconi e dei conduttori che non sanno neanche lontanamente parlare, no?
(voto 6,5)
Bene bravi bis (anzi no, grazie, niente bis), ma anche se i Giovani si sono rivelati mediamente un po’ meglio degli Artistoni Ariston della categoria principale, è mancata la Nina Zilli della situazione.
Alla fine comunque ha vinto…
Raphael Gualazzi
Bravino eh, però certo che il futuro della musica italiana non passa per di qua.
Tra gli "artisti" invece eliminati Max Pezzali (giusto) e Tricarico (peccato, ma certo non mi strappo i capelli, cosa che forse lui con sta testa dovrebbe invece fare).
Il futuro di Sanremo invece passa per di qua. A domani, se sarò ancora vivo, con il commento sulla gran finale. Chi vincerà? I Modà? Vecchioni? Barbarossa? Nathalie? Al Bano e dico: Al Bano??? Poco importa, perché tanto la vera vincitrice immorale di questa edizione del Festival a furor di popolo è solo lei: la Eli nazionale.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com