Visualizzazione post con etichetta natalie dormer. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta natalie dormer. Mostra tutti i post

giovedì 28 settembre 2017

Madre! Chi è l'ospite della rubrica di oggi?





Questa settimana c'è un solo film tra quelli in uscita che merita di essere visto di corsa. E no, non mi riferisco a Emoji – Accendi le emozioni e spegni il cervello.
Questa settimana inoltre c'è un solo ospite di questa rubrica che merita di essere letto. E no, non parlo di me né tanto meno di Mr. Ford, visto che siamo i soliti padroni di casa. Ce l'ho con Babol, l'autrice de Il Bollalmanacco di Cinema, un blog che unisce divertimento e competenza con una sapienza che si avvicina a quella di Pensieri Cannibali.
O quasi.


Madre!

Babol: Ci abbiamo provato, io, il Cannibale e Ford, ad infiltrarci durante la proiezione di Madre! a Venezia, travestiti da JLaw, Aronofsky e Javier Bardem. Non so come ma ci hanno riconosciuti e cacciati a pedate come dei plebei qualsiasi, così non abbiamo potuto unirci al coro quasi unanime di insulti, sputi e vituperi che hanno ricoperto l'ultima opera del povero Aronofsky. Non so i miei colleghi, ma io sono pronta a vendicarmi correndo al cinema piena di grandi e positive speranze, anche se la Lawrence mi ha spaccato i cabasisi da tempo.

"AAAH! Ma cosa sono i cabasisi?
Questa Babol è più incomprensibile dei film di Aronofsky!"

mercoledì 27 aprile 2016

The Forest Gump





"Jon Snow è vivo o morto?
Secondo me è X."
The Forest
(USA 2016)
Regia: Jason Zada
Sceneggiatura: Nick Antosca, Sarah Cornwell, Ben Ketai
Cast: Natalie Dormer, Natalie Dormer, Taylor Kinney, Eoin Macken, Yukiyoshi Ozawa, Noriko Sakura
Genere: Usj-horror
Se ti piace guarda anche: The Grudge, Ringu, Lost in Translation, Il fascino indiscreto dell'amore

Volete un motivo per un guardare l'horror The Forest?
C'è Natalie Dormer, la Margaery Tyrell di Game of Thrones, anche nota per aver baciato “per sbaglio” (certo, come no?) Jennifer Lawrence durante la presentazione dell'ultimo capitolo di Hunger Games.

mercoledì 25 febbraio 2015

HUNGER GAMES: IL CANTO DE IL VOLO





Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I
(USA 2014)
Titolo originale: The Hunger Games: Mockingjay - Part 1
Regia: Francis Lawrence
Sceneggiatura: Peter Craig, Danny Strong
Tratto dal romanzo: Il canto della rivolta di Suzanne Collins
Cast: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Liam Hemsworth, Donald Sutherland, Woody Harrelson, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, Sam Claflin, Natalie Dormer, Willow Shields, Paula Malcomson, Elizabeth Banks, Jena Malone, Stanley Tucci, Jeffrey Wright, Elden Henson, Sarita Choudhury, Stef Dawson
Genere: rivoluzionario
Se ti piace guarda anche: gli altri Hunger Games, le foto di Jennifer Lawrence nuda

Dunque, dove eravamo rimasti?
Proprio non me lo ricordo. Hunger Games fa così tanto... 2012. Prima di passare del tutto di moda, la saga tratta dai romanzi di Suzanne Collins ha però ancora da sparare il suo gran finale, sdoppiato per l'occasione in due parti. Il classico espediente per raddoppiare gli incassi?
Nooo, ma perché pensate subito male?
A guardare questo capitolo 1 de Il canto della rivolta in effetti a tratti il dubbio viene. La prima parte della pellicola in particolare inizia con ritmi molto bassi, qua e là ci sono poi alcune scene che fanno tanto riempitivo e in più qualche sequenza sembra del tutto superflua. Eppure...
Eppure il film funziona, come d'altra parte già i due precedenti episodi Hunger Games e Hunger Games: La ragazza di fuoco. La sensazione di trovarsi di fronte a un antipasto anziché a una portata principale vera e propria non svanisce quasi mai nel corso della visione, però il tutto risulta piacevole come un aperitivo ben fatto. E neppure troppo bimbominkioso, ci crediate o meno.

venerdì 23 gennaio 2015

POSH - UNA RECENSIONE GRATIS PER VOI, BARBONI





Posh
(UK 2014)
Titolo originale: The Riot Club
Regia: Lone Scherfig
Sceneggiatura: Laura Wade
Tratto dall'opera teatrale: The Riot Club di Laura Wade
Cast: Max Irons, Sam Claflin, Douglas Booth, Holliday Grainger, Jessica Brown Findlay, Natalie Dormer, Olly Alexander, Ben Schnetzer, Sam Reid, Matthew Beard, Freddie Fox
Genere: esclusivo
Se ti piace guarda anche: The Skulls - I teschi, L'attimo fuggente, Greek - La confraternita

Uè barboni, lo so che stavate aspettando la recensione di Posh. 7 euri e 50 cent per voi sono tanti, sono un mese di risparmi, quindi prima di spendere i soldi del biglietto del cinema dovete sapere se ne vale la pena o meno. Altrimenti ve lo scaricate da Cineblog01, che così questa sera riuscite a sfamare i vostri figli. Tanto, ve lo dico subito, questo film non fa per voi. Detesterete i suoi protagonisti, i membri del Riot Club, la confraternita più esclusiva dell'Università di Oxford. Tutti, li odierete. Dal primo all'ultimo. Probabilmente simpatizzerete invece per le zoccolette comprimarie e con quelle simpatizzerei pure io, visto che secondo me devono essere molto brave a fare lavoretti...

giovedì 20 novembre 2014

LA BELLA DORMER NEL BOSCO





Natalie Dormer non è una che dormer sugli allori. Dopo averci mostrato tutte le sue grazie – recitative, intendo ovviamente – in Game of Thrones, l'attrice più affascinante dei Sette Regni e forse pure dell'Ottavo ha deciso di dedicarsi a un'altra saga fantasy e ad altri giochi. Natalie è la new-entry più promettente del cast di Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte 1, la prima metà dell'episodio conclusivo della serie tratta dai romanzi di Suzanne Collins. Sì, proprio lei, l'autrice preferita dai ggiovani di oggi. Quelli per cui Stephenie Meyer di Twilight è cioè già trooooppo Preistoria, raga.

Nella pellicola in uscita in tipo tutto il mondo e forse anche in qualche altro nuovo pianeta visita da Matthew McConaughey e compagni, Natalie Dormer è chiamata a un confronto molto impegnativo con Jennifer Lawrence, l'interprete della protagonista Katniss Everdeen. A livello attoriale?
Ma va, stiamo parlando di fascino. Sul grande schermo la Dormer proverà a essere più bona della collega. Per rendere la sfida più impegnativa, ha deciso di presentarsi con una capigliatura cyberpunk. Nonostante così conciata appaia come un incrocio tra Skrillex e un calciatore a caso della Juventus, a noi piace lo stesso. Anche se, saremo strani noi, preferiremmo che il suo parrucchiere ci mettesse meno fantasy quando si occupa della sua testa.

Meglio così?

O così?

Oppure così?

Come sarà pettinata adesso, mentre presenta il nuovo Hunger Games sui red carpet di mezzo mondo?
Scopritelo qui sotto, insieme alle dichiarazioni sul suo personaggio, Cressida, in questa video intervista proposta in esclusiva per tutti i Sette Regni di Game of Thrones e per tutti e 12 i Distretti di Hunger Games dal Lolington Post, splendido e spassosissimo sito con cui collaboro.
Non avete mai letto il Lolington Post?
Che altro aspettate? Fateci subito un salto!

domenica 2 febbraio 2014

VEDI THE COUNSELOR E POI MUORI




The Counselor – Il procuratore
(USA, UK 2013)
Titolo originale: The Counselor
Regia: Ridley Scott
Sceneggiatura: Cormac McMarthy
Cast: Michael Fassbender, Penélope Cruz, Cameron Diaz, Javier Bardem, Brad Pitt, Bruno Ganz, Rosie Perez, Toby Kebbell, Emma Rigby, Édgar Ramírez, Dean Norris, Natalie Dormer, Goran Visnjic
Genere: ridicolo
Se ti piace guarda anche: Basic Instinct 2, The Mexican, Domino

The Counselor – Il procuratore è come Napoli.
Mi spiego meglio: avete presente il detto “Vedi Napoli e poi muori?”. Ecco, per The Counselor vale lo stesso, sebbene giusto in un’accezione un filo meno positiva.

Vedi The Counselor e poi, se sopravvivi, ti chiedi: “Ma chi l’ha scritto, un abominio del genere?”
Come risposta ti aspetteresti un: “Stephenie Meyer sotto droghe pesanti”.
O, peggio ancora, un: “Stephenie Meyer da sobria”.
O, pure peggio, un “Federico Moccia in collaborazione con Nicholas Sparks alle prese con una storia pulp.”
E invece no. A scriverlo è stato il Premio Pulitzer Cormac McCarthy. Il premio più importante della narrativa americana l’ha ricevuto per La strada. Io non ho letto quel libro, avevo solo visto il film The Road con Viggo Mortensen, una specie di versione seria di Io sono leggenda e The Walking Dead, ma sono sicuro che se lo sia meritato. Se per La strada gli hanno dato il Pulitzer, adesso, per compensare, per la sceneggiatura di The Counselor devono dargli minimo la sedia elettrica. Un film del genere sembra scritto da un 14enne arrapato che nella sua vita al massimo ha scritto la lista della spesa, non da un 80enne Premio Pulitzer considerato un genio mondiale. Eddai, se quest’uomo si merita un Pulitzer, a quando un Premio Nobel per la Letteratura a Fabio Volo? O a me?

I dialoghi del film, quello sui diamanti tra Bruno Ganz e Michael Fassbender, sono una vergogna. Vorrebbero rivelare chissà quali verità sul mondo e invece finiscono per non dire niente. Sono fiumi di parole inconsistenti e noiosi. Dialoghi letterari che su carta potrebbero magari funzionare, sebbene non ci giurerei, ma che ascoltati recitati da degli attori, solitamente attori validi tra l’altro, perdono di senso. Tocca sentire Javier Bardem e Cameron Diaz scambiarsi opinioni profonde come:

È un po’ fredda come visione, non ti pare?
La verità non ha temperatura.

La stessa povera attrice è poi chiamata a cimentarsi in quella che fin da ora di candida al titolo di scena scult dell’anno: Cameron Diaz che si scopa un’auto. Detta così sembra una figata. Vi assicuro che non lo è. È una delle scene meno sexy cui si possa assistere. Grazie a momenti del genere, questo film è riuscito a farmi rivalutare persino Basic Instinct 2. Di brutto.


Il regista Ridley Scott ha dedicato The Counselor alla memoria del fratello Tony Scott, scomparso nel 2012, ma questo film è un affronto nei suoi confronti. Sembra quasi che Cormac McCarthy abbia voluto scrivere la parodia di un film hollywoodiano alla Tony Scott, quei thriller fracassoni e pulp stile Domino o Una vita al massimo. Peccato che quella che gli è uscita è soltanto la pessima copia di un film alla Tony Scott. Che brutto modo di omaggiarlo.

"Cos'è? Una manifestazione contro questo film?
Allora mi aggrego anch'io!"
Oltre a essere scritto da cani, altroché da un Pulitzer, con una trama assurda e priva di interesse alcuno, The Counselor è un film girato con stile ultrapatinato quanto lento, ultralento, come se Ridley Scott si fosse trasformato in un Michael Bay sotto sedativi. È un divertissement di lusso che non diverte nessuno. Persino gli attori, persino uno sprecatissimo Michael Fassbender, paiono annoiarsi a morte e paiono non comprendere le battute che McCarthy ha messo in bocca ai suoi personaggi.

Non capisco cosa stai cercando di dirmi” dice Michael Fassbender.
Non lo so” gli risponde Javier Bardem.

In questo stupendo dialogone possiamo riassumere il (non) senso dell’intera visione. Un insulto all’intelligenza umana, un insulto al cinema, un insulto alla memoria di Tony Scott. Un thriller senza tensione, un action movie senza azione, un dramma senza drammi che si sarebbe potuto salvare solo con un po’ d’ironia e invece, a parte qualche battutina penosa che poteva risparmiarsi, si prende troppo dannatamente sul serio. Dopo aver visto una cosa del genere, giuro che sto male. Malissimo. Mi sento in fin di vita.
Vedi The Counselor e poi muori.
(voto 2/10)

P.S. Tralasciando il look osceno, Javier Bardem qui riesce ad avere un taglio di capelli (forse) più scandaloso che in Non è un paese per vecchi. Evidentemente quello da cui proviene non è un paese per parrucchieri.

Peggio così?

O così?

P.P.S. Ma la scena conclusiva?
Sbaglio o è il finale più ridicolo di sempre?

mercoledì 29 gennaio 2014

RUSH, LA RECENSIONE SFIDA




La recensione di Rush di James Hunt
Wooo oooh, che sballo di film!!!
Ovviamente intendo le parti in cui ci sono io. Davvero cool ed esaltanti. Le scene in cui c’è Niki Lauda invece sono noiose e quelle potete mandarle avanti veloce, che tanto non vi perdete nulla. Il resto del film però è una bomba, con belle fighe, belle corse e bella musica. Continuo a vedermelo e a rivedermelo, anche perché non è che abbia poi molto altro da fare, qua. Mi hanno sbattuto in Purgatorio per via di quell’incidentino capitato a Niki. Un po’ è stata colpa mia lo ammetto, però adesso il grande capo spero mi prenda presto lassù in Paradiso con sé. O che altrimenti mi spedisca giù all’Inferno, dove pare diano dei party grandiosi a cui non mi spiacerebbe affatto partecipare. Qua in Purgatorio sto anche seguendo quanto capita a Michael Schumacher. È una cosa noiosa tipo le scene di Niki Lauda in ospedale, però il finale è da thriller. Il grande capo non ha ancora deciso quale destino affidargli. A lui comunque un poco ci tengo, perché Michael Schumacher come pilota era un precisino in stile Lauda e come uomo pure, eppure qualcosa in comune ce l’abbiamo: sia io che lui non si sa bene se siamo buoni o cattivi. Boh, chissà? Non lo sappiamo nemmeno noi. L’unico che può stabilirlo è il grande capo lassù. Sperando prenda una decisione al più presto, ché la cosa sta cominciando a diventare un pochetto pallosa. Prenderà Schumi con sé in Paradiso, lo spedirà all’Inferno, lo manderà da me in Purgatorio così avrò finalmente un rivale alla mia altezza con cui fare le gare, oppure deciderà di tenerlo ancora un po’ sulla Terra?
(voto di James Hunt 7,5/10)


La recensione di Rush di Niki Lauda
Allora. Non state a dar retta a quello stordito di James Hunt. Sì, in alcuni momenti il film Rush è uno “sballo”, come piace dire a lui che è morto ma si crede di essere ancora un ggiovane, mentre per altri aspetti lo è di meno. Analizziamo allora la pellicola in maniera razionale. Ci sono alcune cose che funzionano, altre meno, altre sono migliorabili, come la Ferrari, quella macchina di merda che mi avevano dato da guidare e che io ho contributo a rendere un vero “sballo”.

Questi americani. La prima cosa che si nota è che ci mettono sempre un sacco di enfasi e di retorica. Quella buona per commuovere il grande pubblico, ma con me non funziona, anche se il film parla di me. Di me e di quell’altro. James Hunt. È vero che tutto sommato lo stimavo e sono vere le parole inserite a fine pellicola. Però è una cosa che ho detto una volta in un momento di debolezza, in un determinato contesto e quindi adesso non è che James Hunt fosse la mia persona preferita nell'intero mondo. Sì, è stato un buon rivale, ma non ingigantiamo la cosa più del necessario, sebbene agli americani piaccia tanto ingigantire le cose. Quindi sì, io James Hunt lo stimavo, ma non è che lo amavo o cosa, che credete?

Nonostante le mie riserve per un progetto del genere, mi tocca comunque ammettere che sono riusciti a portarla bene sullo schermo, la nostra sfida, questi dannati americani. Questo dannato Ron Howard, uno di cui, tra blockbusteroni come Il codice da Vinci e schifezze come Il dilemma e Il Grinch, non è che mi fidassi molto. Eppure qui fa il suo dovere, diligente e poco fenomenale a livello registico, ma efficace quel che basta. Già la nostra sfida è stata epica di suo, figuriamoci con tutti i mezzi del grande cinema hollywoodiano. Il film allora funziona. È un buon intrattenimento. Corre via veloce in tutte le sue parti, soprattutto quelle che vedono me protagonista, ovvio. Le scene con James Hunt saranno anche fighe e divertenti e tutto, peccato il suo personaggio abbia ben poca sostanza. La vera anima della pellicola sono io. Io che rappresento un tipo di pilota diverso dal solito. Un “nerd” se volete, almeno in confronto a quello spaccone di un bellone di un campione di un James Hunt. Prima un nerd e poi, dopo l’incidente, un mostro. È lì che si cela il vero spettacolo del film. Belle e palpitanti le gare, ma a far risultare vincente la pellicola è principalmente il mio personaggio, e diciamolo senza troppa modestia.

Per il resto, la pellicola qualche lacuna e qualche difetto lo presente. Adesso io non è che me ne intenda di cinema quanto di automobili. In quanto rompipalle precisetti della situazione non posso comunque fare a meno di notare come la regia di Ron Howard sia persino troppo classica e patinata. La sceneggiatura firmata da Peter Morgan (quello di Frost/Nixon e Hereafter), per quanto perfettamente orchestrata, lascia poi vari aspetti in superficie e si limita a puntare soprattutto sulle parti più spettacolari della vicenda. I personaggi femminili (quelle fregne di Olivia Wilde e Natalie Dormer più l’affascinantissima Alexandra Maria Lara) hanno lo spessore di una figurina e la parte italiana… beh, su quella meglio stendere un velo pietoso. Per interpretare Clay Regazzoni non c’era davvero nessuno meglio di Pierfrancesco Favino? Non so, a 'sto punto tra un po' ingaggiavano Beppe Fiorello... E quei due tizi italioti che mi offrono un passaggio a un certo punto della storia?
Ma che davero?
Comunque dai, la smetto di fare il precisetti della situazione e dico che tutto sommato questo film mi è piaciucchiato. Tra tutte le cose, ce n’è però una che non mi va davvero giù. Per fare James Hunt hanno preso quel figaccione di Chris Hemsworth e per interpretare me hanno chiamato Daniel Brühl?
Bravissimo attore, eh, però fisicamente non credo mi somigli molto. Io avrei optato per qualcun altro. Non so, Brad Pitt ad esempio. O Ryan Gosling. Sì, quello che in Drive stava sempre in auto. Non potevano prendere lui? Sembriamo gemelli separati alla nascita, non credete?
(voto di Niki Lauda 6,5/10)


Rush
(USA, Germania, UK 2013)
Regia: Ron Howard
Sceneggiatura: Peter Morgan
Cast: Chris Hemsworth, Daniel Brühl, Olivia Wilde, Alexandra Maria Lara, Natalie Dormer, Pierfrancesco Favino, Stephan Mangan
Genere: veloce
Se ti piace guarda anche: Driven, Giorni di tuono, Cars
(voto di Cannibal Kid 7/10)


mercoledì 12 giugno 2013

SUMMER IS COMING


Game of Thrones
(stagione 3)

Sono riuscito a scrivere un post sulla terza stagione di Game of Thrones evitando i mega spoiler più clamorosi, però se non l'avete ancora vista tutta occhio a qualche spoilerino!
Altrimenti, potete recuperare i pezzi precedenti dedicati alla serie:

Winter is coming, winter is coming, ma dove?
Sono tre anni che aspetto, ma qua fa sempre più caldo e l’inverno ormai ce lo siamo lasciati alle spalle.
Winter is coming è allora il motto perfetto della serie. Gioca a creare l’attesa perché succeda qualcosa, e poi non succede niente. O quasi niente. Qualche morto ammazzato c’è anche stato in questa terza stagione, ma considerando che nella serie di personaggi ce ne sono 300mila, cosa volete che siano tre in meno?
E poi, queste creature tanto spaventose del Nord, sicuri siano così temibili? Persino il cicciobombo cannoniere Sam Tarly (John Bradley) è riuscito a farne fuori uno al primo colpo, quindi tanto invincibili non mi sembrano...

"La scena migliore dell'intera stagione? Facile, Daenerys,
quando ti sei mostrata come mammeta, anzi Mhysa t'ha fatta!"
Game of Thrones aveva avuto una partenza folgorante, con una prima stagione notevole e in grado di portare il genere fantasy su un livello lontano dal fantasy così come lo conoscevamo. A parte qualche baby draghetto, un gigante qua e là e la rara apparizione di qualche mostriciattolo, di fantasy non è che ci fosse molto. Da non amante del genere, non me ne sono lamentato di certo. Più che altro, Game of Thrones si segnalava come serie storico-politica, tra intrecci e guerre più discusse che combattute. Tante parole, ma anche un sacco di personaggi intriganti e ben approfonditi. Questo nella prima stagione. La seconda ha cominciato a infittire le trame, ha aumentato il numero di personaggi coinvolti, con alcuni dei migliori ormai finiti nell’Aldilà e quelli nuovi gettati nella mischia non sempre in maniera molto convinta. Una stagione comunque intrigante, perché sembrava la classica season di passaggio, in previsione di un’esplosione totale con la terza. E invece…

"Ma no, Tyrion, non sei troppo piccolo. In confronto al mio precedente
boyfriend, un certo Brunetta, tu sei un gigante."
Invece la terza stagione è sembrata ancora più di passaggio rispetto alla seconda. Miliardi di personaggi, milioni di sottotrame, pochissimo spazio per l'approfondimento e per rendere al meglio ogni storia. Oltre al fatto che gli episodi spesso sono apparsi scritti a caso. In rete i fan della serie si sono scatenati a ogni puntata a trovare punti di raccordo tra le varie vicende, tematiche comuni, e qualcuna per carità l’hanno anche azzeccata. La verità però è che spesso le storie sono state messe insieme giusto per farle andare avanti, senza che i singoli episodi avessero un’identità definita. Così come la stagione nel suo complesso. È stato più che altro un cercare di tirare avanti a fatica, con una lentezza eccessiva e con molti personaggi piuttosto inutili che si sarebbero potuti eliminare subito.
Nei primi 8 episodi stagionali fondamentalmente non è successo nulla e poi nel nono, all’improvviso, una strage e addio a 3 personaggi molto amati della serie. Tutti in lacrime, tutti sconvolti, compresa Arya Stark (il personaggio su cui punto di più per le prossime stagioni).


Io invece credo di essere l’unico ad esserne stato contento. Lo so, sono una persona cattiva. Contento magari è una parola grossa, però se non altro è successo qualcosa in una stagione fino a quel momento piuttosto anonima e sonnacchiosa. E poi, a livello personale, io ne avrei fatti fuori ben più di 3. Eddai, ci sono troppi personaggi in GOT, sfoltiamone un po’ qualcuno che se no tra 20 anni siamo ancora qui a dire “Winter is coming” e ancora nulla is coming.

Persino i personaggi migliori della serie, almeno quelli rimasti in vita, sono stati piuttosto deludenti e le loro vicende sono state tirate per le lunghe in maniera esasperante. Prendiamo Jaime Lannister (Nikolaj Coster-Waldau), uno dei miei preferiti, e il suo travagliato spostamento con Brienne di Tarth (Gwendoline Christie). Bellissimo il loro rapporto conflittuale, eh, però il loro viaggio andava avanti tipo dalla metà della seconda stagione. Una missione sulla Luna andata e ritorno dura di meno. Una partita di Holly e Benji dura di meno!


Quanto a Jon Snow (Kit Harington) e alla rossa Ygritte (Rose Leslie), sono stati talmente super tenerosi e cuoriciosi, che tra un po’ diventavano più smielati di Edward il vampiro mica tanto vampiro e Bella l’umana mica tanto bella di Twilight. Pure loro inoltre con ‘sta love-story la menavano già dalla stagione 2 e meno male che nel finale c’è stata una svolta, se no la serie rischiava di trasformarsi in una soap-opera fantasy di lusso.

Kristen Stewart e Robert Pattinson Rose Leslie e Kit Harington

Poco convincente anche la prestazione del nano Tyrion (Peter Dinklage), top player che ha disputato una stagione sotto tono. Su 10 episodi, s’è beccato una sola sbronza e non è manco andato mezza volta in un bordello. Ma dico, si può?

"Ci tengo a sottolineare che NON sono seduto su un seggiolone."

Quanto al povero Theon Greyjoy (Alfie Allen), capisco che George R. R. Martin possa essere sadico nei confronti dei suoi personaggi, ma fargli passare un’intera stagione a essere torturato dal tipo invisibile di Misfits (Iwan Rheon) non è un po’ troppo? E per lui non è ancora finita qui. Ora che arriva il fratello la sorella a salvarlo, mi sa che passano almeno altre 2 o 3 seasons complete.


La rivelazione della stagione è invece stata Margaery Tyrell (Natalie Dormer), futura sposa di un Joffrey (Jack Gleeson) purtroppo più pacifista del solito, peccato che negli ultimi episodi sia finita parecchio in secondo piano, per lasciare spazio a vicende più trascurabili.


Infine la mia preferita, la khaleesi, il personaggio che amo (proprio nel senso carnale del termine) di più: Daenerys Targaryen (Emilia Clarke). Che le è successo? La Madre dei Draghi me l’hanno trasformata in Madre Teresa?
Che dire poi del finale in cui cammina in mezzo alla folla come Papa Francesco?
Per farsi perdonare, la prossima stagione Daenerys dovrà farmi fuori almeno un paio di dozzine di personaggi inutili della serie. Anche se, di questo passo, per vedere i suoi draghetti trasformarsi in dragoni dovremo aspettare che nevichi. Ma tranquilli, perché winter is coming…
Sì, ma quando?
(voto alla stagione 7-/10
voto al season finale 6,5/10)

"Grazie, grazie! Però adesso la smettete di palparmi il culo?"

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com